Suicidi e omicidi con l arma di ordinanza. Analisi della casistica nelle guardie particolari giurate in Italia



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Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia Supplemento A, Psicologia PI-ME, Pavia 2009 2009; Vol. 31, N. 1: A10-A15 ISSN 1592-7830 C.A. Clerici 1, R. Invernizzi 2, L. Veneroni 1, A. De Micheli 3 Suicidi e omicidi con l arma di ordinanza. Analisi della casistica nelle guardie particolari giurate in Italia 1 Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biomediche, Sezione di Psicologia, Facoltà di Medicina, Università degli Studi di Milano. 2 Studio Legale, Milano 3 Cattedra di Criminologia, Istituto di Medicina Legale, Facoltà di Medicina, Università degli Studi di Milano RIASSUNTO. Obiettivi: Obiettivo principale di questo studio è di valutare l incidenza di suicidi e di omicidi nella popolazione delle guardie particolari giurate italiane, in confronto con altri addetti a servizi armati e la popolazione generale negli ultimi anni. Metodi: Sono stati raccolti dati sull incidenza di suicidi e omicidi nelle guardie giurate dal 1996 al 2006 e, dove è disponibile l informazione, è stato eseguito un confronto con la popolazione italiana generale e adattata per età. Risultati: L incidenza media annuale dei suicidi con armi da fuoco nelle guardie particolari giurate durante il periodo considerato è stata di 11.7 per 100,000 persone (95% CI=6.6-16.7), confrontata con un incidenza nella popolazione generale di 0.7 suicidi con armi da fuoco per 100,000 persone (95% CI=0.6-0.7) e di 5.5 suicidi con mezzi diversi da armi da fuoco per 100,000 persone (95% CI=5.2-5.9). L incidenza di omicidi totali nelle guardie giurate durante il periodo è stata di 11.4 per 100,000 persone (95% CI=6.2-15.4) confrontata con un incidenza annuale di omicidi nella popolazione italiana di 5.4 per 100,000 persone (95% CI=7.3-15.4). Conclusioni: L incidenza dei suicidi e degli omicidi nella popolazione delle guardie giurate italiane è più elevata rispetto a quella della popolazione generale. I risultati della ricerca confermano la necessità di un attenta considerazione del fenomeno dell abuso di armi e misure preventive specifiche. Parole chiave: guardie giurate, suicidio, omicidio, armi da fuoco. ABSTRACT. FIREARMS RELATED SUICIDE/HOMICIDE RATE AMONG THE SECURITY GUARDS POPULATION IN ITALY. Objective: The main aim of this study is evaluating the suicide/homicide rate of the Italian security guards population compared to other armed and general populations during a recent period. Methods: The authors reviewed the incidence of suicides and homicides among security guards from 1996 to 2006 and, where information was available, a comparison was made with Italian population adapted by age. Comparisons with the general population were also made. Results: The average rate of firearms related suicide among the security guards population during the established period was 11.7 per 100,000 persons-years (95% CI=6.6-16.7) compared to a guns-related suicide rate of 0.7 per 100,000 person-years, (95% CI=0.6-0.7) and a non-guns related rate of 5.5 per 100,000 persons-years, (95% CI=5.2-5.9) for the general population adjusted for age. The overall homicide rate among security guards during the period was 11.4 per 100,000 person-years (95% CI=6.2-15.4) compared with the homicide rate for the Italian population of 5.4 per 100,000 persons-years, (95% CI=7.3-15.4). Conclusion: The rate of suicide and homicide among the Italian security guards population was higher than the suicide/homicide rate in the general population. These results show that the phenomenon we have described needs attention and specific prevention activities. Key words: security guards, suicide, homicide, firearms. Introduzione Periodici episodi di violenza, compiuti per un presunto effetto di disturbi psichici da persone regolarmente autorizzate alla detenzione e al porto di armi da fuoco, pongono il problema di disporre adeguati controlli preventivi nella popolazione generale (1, 2) e in particolare nelle diverse categorie di utilizzatori professionali di armi. In particolare il ricorso a personale armato, appartenente a società private, per la tutela della sicurezza di beni e persone, è un fenomeno in crescita nelle nazioni industrializzate. Benché esistano approfonditi studi epidemiologici su alcune popolazioni (3, 4), sono ancora carenti ricerche sulla specifica situazione italiana e mancano del tutto dati rispetto alle guardie particolari giurate (GPG), personale che svolge attività di vigilanza armata e custodia su beni, con autorizzazione del prefetto. La verifica dell idoneità psicofisica alla licenza di porto d armi di cui sono provviste le GPG è svolta attraverso il rilascio di un certificato anamnestico dal medico di medicina generale e di un successivo certificato di idoneità psicofisica da un ufficiale sanitario della Azienda Sanitaria Locale, un ufficiale medico militare o da un medico della Polizia di Stato. È da notare che nessuno specialista della salute mentale è coinvolto nella valutazione di routine dell idoneità psichica (5). L efficacia di tali procedure è stata più volte messa in discussione dopo episodi violenti e sono state proposte riforme della normativa che regolamenta questa materia. Lo studio descrive l incidenza di fenomeni di abuso di armi nelle GPG in Italia, verificando le differenze nell incidenza rispetto alla popolazione generale ed altre categorie di addetti a servizi armati. Obiettivo del lavoro è verificare se, in questa popolazione sottoposta a controlli specifici sulla salute mentale, la pronta disponibilità di armi costituisca un fattore che favorisce omicidi e/o suicidi. La conoscenza del fenomeno dell abuso di armi a scopo omicidario e suicidario è una condizione essenziale per fondare, su basi più condivise, le procedure di valutazione del rischio e la regolamentazione delle autorizzazioni. Le procedure di valutazione dell idoneità psicofisica alle licenze di porto d armi sono regolamentate da una normativa specifica (d.m. 28 aprile 1998, Requisiti psico-

G Ital Med Lav Erg 2009; 31:1, Suppl A, Psicol fisici minimi per il rilascio e il rinnovo all autorizzazione al porto di fucile per uso di caccia e al porto d armi per uso di difesa personale ) che non prevede di routine strumenti specifici di valutazione del rischio diversi dalle visite mediche. Materiali e metodi L incidenza di suicidi ed omicidi è stata calcolata attraverso la consultazione sistematica di fonti giornalistiche d informazione, riferite ad un periodo di 10 anni dal 1 gennaio 1996 al 31 dicembre 2006. Sono stati utilizzati gli archivi on line e le raccolte cartacee dei principali quotidiani italiani a diffusione nazionale (Corriere della Sera, La Repubblica, La Stampa), dei principali quotidiani italiani a diffusione locale (Il Messaggero, Il Giorno, Il Resto del Carlino, La Nazione, Il Secolo XIX, Il Gazzettino, Il Mattino, La Sicilia, L Arena, Il Piccolo, La Provincia, L Unione Sarda, Gazzetta del Sud) e la banca dati DEA dei notiziari nazionali e regionali dell agenzia di stampa Ansa. La ricerca è stata integrata dalla consultazione di motori di ricerca generali, di siti Internet dedicati al settore della vigilanza, oltre a repertori e volumi cartacei. Sono state raccolte e analizzate, da un medico e due psicologi, oltre 260 notizie di episodi violenti commessi da guardie particolari giurate ed ex guardie giurate. Di ogni singolo evento è stata seguita nel tempo, tramite le fonti giornalistiche, l evoluzione fino alla sentenza di condanna dei responsabili di azioni delittuose o all archiviazione dei casi di suicidio. È stato utilizzato un criterio restrittivo, classificando come incidenti i casi dubbi, nei quali l incertezza fra incidente e suicidio era rimandata all esito di indagini di cui non si è poi trovata notizia. Dal computo degli omicidi compiuti da guardie giurate sono stati esclusi quelli in cui l azione penale non è giunta a sentenza di colpevolezza perché compiuti per legittima difesa. È stata svolta anche un analisi delle cause alla base degli omicidi e dei suicidi riportate dai media. Per la classificazione delle cause, si è fatto riferimento alle categorie impiegate dall ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica) che comprendono differenti moventi di suicidi e omicidi. Le cause dei suicidi sono classificate come: malattie fisiche, malattie psichiche, motivi affettivi, motivi d onore, motivi economici, motivi ignoti o non indicati. La cause degli omicidi sono invece classificate come: cause passionali, litigi /dissapori, disturbi psichici dell autore, futili motivi, raptus, disagio della vittima, interesse/denaro, infanticidi, affidamento dei figli, riscatto da violenze, presenza casuale, difesa della vittima principale, informazione non disponibile. L incidenza annuale di suicidi/omicidi nelle guardie giurate è stata calcolata come il rapporto fra il numero di suicidi/omicidi e il numero delle GPG in servizio, espresso su 100.000 persone all anno. In Italia nel periodo considerato è risultato in organico un massimo di 35.000 guardie giurate (in 880 imprese private di vigilanza nel 2006). A11 Il numero della popolazione annuale e i dati relativi ai suicidi con armi per gli specifici gruppi di età considerati nella popolazione generale sono stati forniti dall ISTAT (6, 7, 8, 9, 10, 11, 12). Per le incidenze sono stati calcolati intervalli di confidenza al 95%. Il test t per dati appaiati è stato usato per confrontare le incidenze fra le guardie giurate e la popolazione generale, mentre la correlazione per ranghi di Spearman è stata usata per valutare l esistenza di un trend temporale. Risultati Nel periodo 1996-2006 risultano riferiti a guardie particolari giurate: 50 suicidi (di cui 45 suicidi con una pistola e 5 con altri mezzi), 8 tentati suicidi (tutti con pistola), 44 omicidi con un arma da fuoco, di cui 36 omicidi volontari (comprendenti 8 casi accompagnati da suicidi o tentati suicidi) e 8 omicidi preterintenzionali per incidenti durante il maneggio delle armi, 19 tentati omicidi (tutti con arma da fuoco), 3 minacce di suicidio, 20 incidenti con armi con feriti con un totale di 30 feriti. Suicidi nelle gpg in servizio Nel periodo considerato sono stati certificati 50 suicidi (età media =37.4; DS=10.2; range=22-60). Dei 50 autori, 49 sono maschi e una è femmina. Si evidenzia una maggior frequenza di episodi a 40 anni (N=7; 14%). Gli strumenti utilizzati sono stati: in 45 casi la pistola (90%), e in altri 5 altra arma (10%) La distribuzione delle frequenze delle cause evidenzia che nel 44 % (N=22) dei casi i motivi dell atto autolesivo sono ignoti o non indicati. Ove esplicitata la causa, i motivi affettivi sono i più frequenti nella popolazione esaminata (N=11; 22%). Seguono le malattie psichiche (N=9; 18%), le malattie fisiche (N=5; 10%) e motivi economici (N=3; 6%). Analisi comparativa È stato eseguito un confronto con i dati d incidenza dei suicidi con armi da fuoco nella popolazione italiana (Tabella I). L incidenza media dei suicidi con armi nella popolazione delle guardie giurate durante il periodo considerato è stata di 11.7 per 100,000 persone all anno (CI 95%=6.6-16.7) che risulta considerevolmente più elevata di quella relativa alla popolazione generale, sia se si considerano i suicidi commessi con armi da fuoco (0.7 per 100,000 persone all anno; CI 95%=0.6-0.7) sia quelli commessi con ogni altro mezzo (5.5 per 100,000 persone all anno; CI 95% =5.2-5.9) e anche se il confronto avviene con i dati relativi alla popolazione generale adattata per età (0.5 per 100,000 persone all anno, 95% CI=0.2 0.8). Dove i dati sono disponibili sia per le guardie giurate sia per la popolazione generale, l incidenza di suicidi per le guardie giurate è risultata significativamente più elevata dell incidenza dei suicidi nella popolazione generale (t test per dati appaiati: t=- 3.764, df=8; P=0.006).

A12 G Ital Med Lav Erg 2009; 31:1, Suppl A, Psicol Tabella I. Incidenza dei suicidi e dei tentati suicidi nella popolazione e nelle gpg nel periodo 1996-2006 Anno Suicidi popolazione italiana Suicidi con armi da fuoco Suicidi con armi da fuoco per 100.000 per 100.000 abitanti* per 100.000 abitanti abitanti nella popolazione italiana nella popolazione italiana* adattata per età (20-60 anni)* 1996 6.03 0.75 n.a. 1997 6.00 0.73 0.67 1998 5.90 0.74 n.a. 1999 5.20 0.68 0.62 2000 5.40 0.70 0.62 2001 4.90 0.54 0.04 2002 5.10 0.65 0.61 2003 5.80 0.66 n.a. 2004 n.a 0.62 n.a. 2005 n.a n.a. n.a. 2006 n.a. n.a. n.a. * ISTAT, statistiche giudiziarie e penali L incidenza dei suicidi commessi con armi da fuoco nella popolazione delle guardie giurate ha mostrato una tendenza ad essere più elevata anche dell incidenza totale nella popolazione generale, ma la differenza non è significativa (t=- 1.978, df=8, P=0.083). L incidenza annuale mostra alcune variazioni nel corso dell intervallo di tempo considerato (Figura 1). Il numero di suicidi nella popolazione delle guardie giurate è aumentato durante il periodo osservato (correlazione di Spearman Rs=0.662, N=11; P=0.026). Il numero totale dei suicidi nella popolazione Italiana è invece diminuito, anche se non significativamente. (Rs= 0.567; N=9; P=0.1). Tuttavia è statisticamente significativa la diminuzione del numero di suicidi commessi con armi da fuoco nella popolazione italiana (Rs=-0.850; N=9; P=0.004). Omicidi nelle gpg Nel periodo considerato sono stati reperite notizie di 44 omicidi di cui 8 preterintenzionali e 36 volontari, dei quali 8 seguiti da suicidio dell autore (età media =35.8; ds=8.1; range=21-54). Si evidenzia una maggior frequenza di episodi a 40 anni (N=11; 25%). Dei 44 autori, 41 (93.2%) sono maschi e in tre casi (6.8%) l informazione non è disponibile. Lo strumento utilizzato è stata la pistola in tutti i 44 casi. La distribuzione delle frequenze delle cause evidenzia un elevata percentuale di motivi di tipo passionale (N=14; 31.6%); seguono la presenza casuale (N=9; 20.5%), la difesa della vittima principale (N=4; 6.8%), disturbi psichici e futili motivi (N=3; 4.5%), e infine liti / dissapori e raptus (N=1; 2.3%). Nel 20.5% dei casi (N=9) l informazione non è disponibile. Figura 1. Incidenza annuale suicidi 1996-2006

G Ital Med Lav Erg 2009; 31:1, Suppl A, Psicol Anno Tabella II. Omicidi in guardie giurate Omicidi volontari, preterintenzionali, infanticidi per 100.000 abitanti* 1996 5.10 1997 5.20 1998 5.80 1999 5.60 2000 4.80 2001 5.70 2002 5.50 2003 5.50 2004 5.40 2005 n.a. 2006 n.a. * ISTAT, statistiche giudiziarie e penali Analisi comparativa È stata condotta una comparazione fra l incidenza di omicidi nelle GPG e nella popolazione generale basata sui dati ISTAT (Tabella II). L analisi ha incluso i dati dal 1996 al 2004, reperibili al momento dell indagine. L incidenza complessiva degli omicidi compiuti da GPG durante il periodo considerato, è stata di 11.4 per 100,000 persone-anno (95% CI= 6.2-15.4) confontata con un incidenza di 5.4 per 100,000 persone-anno (95% CI= 7.3-15.4) nella popolazione generale. Non è stato osservato un trend temporale nell incidenza degli omicidi (Figura 2). Ove disponibili i dati sia per le GPG e la popolazione generale, l incidenza degli omicidi con armi da fuoco nelle GPG è stata riscontrata più elevata rispetto all incidenza degli omicidi volontari e infanticidi nella A13 popolazione generale riferita dall ISTAT (t test per dati appaiati, t=-2.694, df=8; P=0.027). Discussione Suicidi Il presente studio ha evidenziato una maggiore incidenza di suicidi nella popolazione delle guardie giurate rispetto alla popolazione generale italiana (anche adattata per età) (Tabella I). Inoltre è da rilevare come l incidenza del suicidio sia maggiore rispetto al rischio professionale specifico. Nel 2005 fonti sindacali (13) riportavano infatti 35 guardie decedute in 10 anni (1995-2005) nel corso di assalti a banche e furgoni portavalori. Occorre sottolineare che i dati emersi dall indagine hanno verosimilmente una rilevanza maggiore se confrontati a quelli della popolazione generale in quanto, non va dimenticato, il gruppo delle guardie giurate ha una composizione diversa rispetto alla popolazione, poiché si sottopone a screening periodici per verificare lo stato di salute mentale, valutazioni queste ultime alle quali la popolazione non accede di routine. Dall analisi della distribuzione di frequenze delle cause si evidenzia come per i suicidi siano riportati più spesso motivi affettivi e per gli omicidi cause di tipo passionale. Alla luce di questo dato è da segnalare l importanza di indagare l area affettivo-relazionale nelle valutazione di tipo preventivo rispetto al rischio di azioni violente. Lo scarso numero di donne autrici di abusi di armi rispecchia la distribuzione del genere femminile nella popolazione delle guardie giurate (in cui donne sono circa il 3% del totale secondo stime sindacali). Nella nostra ricerca è stato osservato un rilevante numero di suicidi con armi da fuoco a fronte di uno scarso numero di suicidi con altri mezzi. Sono stati infatti censiti solo 5 eventi su un totale di 50 nei 10 anni considerati Figura 2. Incidenza annuale omicidi 1996-2006

A14 nelle guardie giurate. La metodologia impiegata per questa ricerca non consente di indagare se i suicidi con armi da fuoco comprendano tutte le forme di suicidio messe in atto dalle guardie giurate, in quanto se attuati con altre metodiche non giungono necessariamente alle cronache dei giornali e ne diventa impossibile l individuazione. In proposito Killias (3) nel campione da lui esaminato aveva smentito l ipotesi che ad un aumentata incidenza di suicidi con armi da fuoco si accompagnerebbe una diminuzione del numero di suicidi condotti con altri mezzi. I dati sulla popolazione delle guardie giurate non possono essere confrontati direttamente con quelli relativi ai corpi di polizia nazionali. Caratteristiche demografiche e la pronta e continua disponibilità di armi invitano però a futuri studi anche comparativi rispetto all incidenza di fenomeni violenti negli addetti a servizi armati. Il confronto con l incidenza dei suicidi nell ambito del personale che svolge in Italia servizi armati (militari, forze di polizia e altri operatori della sicurezza) è inoltre limitato dal fatto che non esistono ancora dati ufficiali o pubblicati su riviste scientifiche. Ricordiamo qui solo come fonti di stampa riportavano, nel novembre 2006, il suicidio di 74 finanzieri nel corso degli ultimi 10 anni, su un numero di effettivi di 63,000 in quell anno (14). Anche riguardo all Arma dei Carabinieri si registra una carenza di dati ufficiali disponibili su report istituzionali o in studi scientifici, anche se la risposta ad un interrogazione parlamentare riportava 18 decessi per suicidio nei carabinieri nel 2000 e 16 suicidi nel 2001 su circa 112,000 militari in servizio (15). Dati forniti in un audizione davanti alla Commissione Difesa del Senato riportavano 137 suicidi tra carabinieri (25 dei quali in servizio di leva) nel decennio 1990-2000 (16). Non sono disponibili dati in merito alla Polizia di Stato, alla Polizia penitenziaria e al Corpo Forestale dello Stato. Ricerche internazionali sul suicidio nelle forze di polizia hanno mostrato dati assai variabili, dai 5.8 suicidi per 100,000 poliziotti all anno a Londra ai 203.7 per 100,000 all anno nel Wyoming (17). Sono comunque numerosi gli studi che riferiscono un tasso di suicidi più elevato nel personale che svolge servizi armati rispetto alla popolazione generale o ad altre professioni (18, 19, 20, 21, 22, 23, 24). Omicidi L incidenza di omicidi compiuti da GPG è risultata più elevata rispetto a quella relativa alla popolazione generale. Il confronto con la popolazione generale è tuttavia problematico poiché in quest ultima sono compresi individui a maggior rischio quali pregiudicati, disoccupati, malati psichici e soggetti con periodici ricoveri in strutture di assistenza. Nonostante questo limite, peraltro riscontrato in altri studi comparativi sul personale addetto a servizi armati, è stato suggerito il ruolo favorente azioni violente dato dalla pronta disponibilità di armi. Analogamente all incidenza dei suicidi, anche l incidenza degli omicidi presenta un picco all età di 40 anni, probabilmente riconducibile alle ragioni prima indicate. G Ital Med Lav Erg 2009; 31:1, Suppl A, Psicol I moventi degli omicidi sono per lo più ricondotti a motivi passionali e ciò conferma l importanza di indagare gli aspetti emotivi e relazionali nel corso delle procedure di valutazione dell idoneità. Non è stato possibile effettuare un confronto con altre forze di polizia per la completa mancanza di dati divulgati su questo tema. I moventi per suicidi e omicidi riferiti in questo studio non possono essere direttamente comparati con quelli nella popolazione generale a causa della carenza di informazioni sulle cause di azioni violente con armi nella popolazione generale (25). Conclusioni Le notizie di cronaca impongono spesso un attenzione tanto viva quanto effimera sul problema dell abuso di armi da fuoco; le fonti giornalistiche possono tuttavia essere utilizzate come fonte d informazione ove esista una mancanza di stime ufficiali sul fenomeno. La ricerca basata su fonti giornalistiche, benché sistematica, presenta tuttavia alcune evidenti limitazioni. Fra queste, la principale è data dalla possibile sottostima dei fenomeni considerati per l incompletezza di notizie sugli esiti (ad esempio la morte di un ferito) che a distanza possono non essere più riportate per il venir meno dell interesse giornalistico. Nonostante i limiti citati, la ricerca presentata pone l attenzione su alcune rilevanti problematiche che restano ad oggi ancora aperte e offre lo spunto per importanti considerazioni. In primo luogo, resta da verificare quali possibili iniziative di prevenzione siano attuabili. A questo proposito, un tema più volte dibattuto anche dalle rappresentanze sindacali riguarda la restituzione dell arma a fine servizio. Attualmente l arma è acquistata dalla guardia, è di sua proprietà ed è disponibile anche al di fuori dall orario di lavoro. Una regolamentazione che consentisse la proprietà delle armi agli istituti di vigilanza e il loro uso alle guardie potrebbe forse avere effetti utili. Inoltre la possibile scarsa formazione professionale, il basso livello di retribuzione e i conseguenti problemi economici, i contratti di lavoro a termine, il frequente ricorso al lavoro straordinario, la deprivazione di sonno, l imperizia al maneggio delle armi sono stati spesso segnalati come fattori concausali o favorenti incidenti e abusi di armi. Numerosi aspetti potrebbero essere forse migliorati con attività di prevenzione e formazione. Un altro aspetto da approfondire riguarda le motivazioni delle azioni lesive legate ad altri aspetti della professione (stress, esposizione a situazioni rischiose, inefficiente organizzazione dei turni di lavoro, mobbing). Gli esperti - criminologi, psichiatri e psicologi clinici - puntano da decenni l indice sulle armi troppo vicine a chi può avere situazioni psicologiche alterate rispetto alla norma. Ne deriva che l atto di prevenzione più efficace è poter individuare i segnali d allarme lanciati dagli individui a rischio. Non deve essere sottovalutato inoltre il fatto che ogni situazione tragica di questo tipo può innescare atti di emulazione.

G Ital Med Lav Erg 2009; 31:1, Suppl A, Psicol La facile disponibilità di armi da sola non può spiegare completamente il fenomeno; non vi è infatti un rapporto univoco tra l arma e la persona, e non può essere attribuito il potere di fare male a cose inanimate anziché ai soggetti che le usano. Ringraziamenti Gli autori ringraziano il dott. Paolo Principe dell ISTAT per la preziosa collaborazione e il dott. Gentile Francesco Fiscetola per l aiuto all elaborazione dei dati. Bibliografia 1) Casiano H, Belik SL, Cox BJ, Waldman JC, Sareen J. Mental disorder and threats made by noninstitutionalized people with weapons in the national comorbidity survey replication. J Nerv Ment Dis 2008; 196, 6: 437-45. 2) Weiner J, Wiebe DJ, Richmond TS, Beam K, Berman AL, Branas CC, Cheney RA, Coyne-Beasley T, Firman J, Fishbein M, Hargarten S, Hemenway D, Jeffcoat R, Kennedy D, Koper CS, Lemaire J, Miller M, Roth JA, Schwab CW, Spitzer R, Teret S,Vernick J, Webster D. Reducing firearm violence: a research agenda. Inj Prev 2007; 13, 2: 80-4. 3) Killias M. International correlations between gun ownership and rates of homicide and suicide. Can Med Assoc J 1993; 148, 10: 1721-1725. 4) Krug EG, Powell KE, Dahlberg LL. Firearms related deaths in the United States and 35 other high-and upper middle-income countries. Int J Epidemiol 1998; 27, 2: 214-221. 5) Clerici CA, de Micheli A, Veneroni L, Pirro V, Albasi C. Rischio di abuso di armi da fuoco: rassegna della letteratura e proposte di procedure mediche di prevenzione. Recenti Prog Med 2008; 99, 10: 475-484. 6) ISTAT: Popolazione e movimento anagrafico dei comuni (anno 2004). Edited by Istat, Roma, 2006. A15 7) ISTAT. Statistiche della Sanità (year 1997). Roma: Istat, 2000. 8) ISTAT. Statistiche giudiziarie penali (year 2000). Roma: Istat, 2002. 9) ISTAT. Statistiche giudiziarie penali (year 2001). Roma: Istat, 2003. 10) ISTAT. Statistiche giudiziarie penali (year 2002). Roma: Istat, 2004. 11) ISTAT. Statistiche giudiziarie penali (year 2003). Roma: Istat, 2005. 12) ISTAT. Statistiche giudiziarie penali (year 2004). Roma: Istat, 2006. 13) Savip ( Independent Trade Union of Private security service ). Report 04/11/2005. 14) Custodero A. Il generale Speciale scrive ai finanzieri: Fiamme Gialle, troppi suicidi. La Repubblica 20 Novembre 2006: pag 1. 15) Senato Della Repubblica. 4^ Commissione Permanente della Difesa. Audizione, ai sensi dell articolo 47 del regolamento, del comandante generale dell Arma dei Carabinieri, generale di corpo d armata Guido Bellini, sull assetto funzionale ed organizzativo dell Arma dei Carabinieri. 16º Resoconto stenografico. Seduta di mercoledì 12 giugno 2002. 16) Cocer («Central Council of Representation»). Report 2002. 17) Hem E, Berg AM, Ekeberg AO. Suicide in police - a critical review. Suicide Life Threat Behav 2001; 31, 2: 224-233. 18) Heiman MF. Suicide among police. Am J Psychiatry 1997; 134: 1286-1290. 19) Helmkamp JC. Occupation and suicide among males in the US Armed Forces. Ann Epidemiol 1996; 6: 83-88. 20) Kirckaldy B, Cooper CL. Managing the stress of change: occupational stress among senior police officers in Berlin. Stress Med 1992; 8: 219-231. 21) Kirkcaldy B. Job stress and satisfaction: international police officers. Psychol Rep 1993; 72: 2, 386. 22) Vena JE, Violanti JM, Marshall JR. Mortality of a municipal worker cohort: III. Police officers. Am J Ind Med 1986; 10, 4: 383-97. 23) Violanti JM, Vena JE, Marshall JR. Suicides, homicides, and accidental death: a comparative risk assessment of police officers and municipal workers. Am Journal Ind Med 1996; 30, 1: 99-104. 24) Violanti JM, Vena JE, Marshall JR, Petralia S. A comparative evaluation of police suicide rate validity. Suicide Life Threat Behav 1996; 26, 1: 79-85. 25) Clerici CA, Veneroni L, Invernizzi R. La valutazione dell idoneità psichica e dei fattori di rischio nella detenzione e il porto di armi da fuoco; una revisione della letteratura e osservazioni sull attuale situazione italiana. Psichiatria e Psicoterapia 2006; 25, 3: 226-239. Richiesta estratti: Carlo Alfredo Clerici - Sezione di Psicologia - Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biomediche, Facoltà di Medicina, Università degli Studi di Milano, Via Tommaso Pini 1, 20135 Milano, Italy - Tel. 02.50315981 / Fax 02.50315993, Cell. 335.5466802, E-mail: carlo.clerici@unimi.it