Relazione semestrale al 30 giugno 2015 del Fondo Comune di Investimento Mobiliare Aperto Armonizzato denominato BancoPosta Obbligazionario Settembre



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Relazione semestrale al 30 giugno 2015 del Fondo Comune di Investimento Mobiliare Aperto Armonizzato denominato BancoPosta Obbligazionario Settembre 2016 istituito e gestito da BancoPosta Fondi S.p.A. SGR

INDICE Relazione Semestrale al 30 giugno 2015 del Fondo Comune di Investimento Mobiliare Aperto Armonizzato BancoPosta Obbligazionario Settembre 2016 Nota Illustrativa Premessa Considerazioni generali Mercati Prospettive Regime di tassazione Fondo Obbligazionario Settembre 2016 Situazione Patrimoniale del Fondo 1

Premessa La Relazione Semestrale del fondo BancoPosta Obbligazionario Settembre 2016 al 30 giugno 2015 (ultimo giorno di borsa italiana aperta del I semestre 2015) istituito e gestito da BancoPosta Fondi S.p.A. SGR, è stata redatta in conformità alle disposizioni emanate dalla Banca d Italia con Regolamento del 19 gennaio 2015. La Relazione Semestrale si compone di una Situazione Patrimoniale accompagnata da una Nota Illustrativa che fornisce, tra l altro, indicazioni sia sulla politica di investimento seguita nella gestione del patrimonio dei fondi nel corso del semestre, sia sulle prospettive di investimento. Poste Italiane S.p.A. Società con socio unico Patrimonio BancoPosta, società controllante di BancoPosta Fondi S.p.A. SGR, rappresenta il Collocatore delle quote del fondo comune di investimento illustrato nella presente Relazione Semestrale. Considerazioni generali Nel primo semestre del 2015 l economia globale ha continuato ad espandersi con velocità moderata, guidata principalmente dalle economie emergenti, seguite da USA, Europa e Giappone che hanno parzialmente recuperato il divario di crescita con quei paesi. L orientamento delle politiche monetarie si è mantenuto espansivo, seppur con diversa intensità, mentre l impostazione delle politiche fiscali ha assunto un tono progressivamente più neutrale, orientato, in Europa in particolare, verso il recupero del reddito disponibile delle famiglie. L evoluzione dello scenario ha dovuto inoltre fare i conti con alcuni fattori imprevisti o prevedibili solo in parte, come l escalation della crisi greca ed il conflitto Russia Ucraina. Le previsioni del Fondo Monetario Internazionale (World Economic Outlook, aprile 2015) collocano la crescita globale per fine 2015 al 3,5% e per fine 2016 al 3,8%, ancora trainata dai paesi emergenti (4,3% nel 2015 e 4,7% nel 2016), seguita da Stati Uniti ed Europa (rispettivamente 3,1% per il 2015 e 3,1% per il 2016, e 1,5% per il 2015 e 1,6% per il 2016), mentre si prevede per il Giappone un passo relativamente più modesto (1% per fine 2015, 1,2% nel 2016). In tale contesto di espansione limitata e disoccupazione ancora elevata l inflazione, complice il netto calo del prezzo del petrolio, ha continuato a muoversi su livelli molto depressi e lontani dalle medie di lungo periodo, tanto che le stime ufficiali sull inflazione nelle economie avanzate si limitano allo 0,4% per fine 2015 e all 1,4% per fine 2016. Negli Stati Uniti il PIL del primo trimestre 2015, -0,2% t/t annualizzato, inferiore alle attese, ha risentito in maniera significativa sia delle condizioni metereologiche avverse, sia del ridimensionamento di consumi ed esportazioni, conseguente al rafforzamento del dollaro, tanto che solo di recente si sono concretizzati segnali di recupero dell attività produttiva, in particolare del settore manifatturiero, come testimoniato dall ISM. Il mercato del lavoro da inizio anno ha continuato a registrare progressi lenti ma costanti che hanno portato il tasso di disoccupazione a stabilizzarsi nell intorno dell 5,5%, e i nuovi occupati a tornare oltre le 200 mila unità mensili, dopo la flessione del primo trimestre, senza preoccupazioni sull inflazione che continua a crescere in maniera progressiva ma limitata e inferiore al 2%. Lo scenario descritto di crescita moderata, inflazione sotto controllo e lento miglioramento del mercato del lavoro ha permesso alla FED, una volta riequilibrato il livello di liquidità presente nel sistema economico attraverso il Tapering, di posticipare il primo rialzo dei tassi di interesse previsto fino a qualche tempo fa per la metà del 2015 e oggi atteso per fine anno. D altra parte, in più occasioni, il governatore della FED, Janet Yellen, ha ribadito che l inizio del ciclo di rialzo dei tassi dipenderà dal definitivo consolidamento del quadro economico e dalla sua sostenibilità nel lungo periodo, alimentando previsioni che il prossimo ciclo di politica monetaria sia comunque più limitato per durata ed entità e gestito dalle autorità monetarie anche con l obiettivo di ripristinare una dimensione del bilancio centrale più vicina a livelli di equilibrio. In Area Euro, i segnali di recupero della congiuntura dell ultima parte dell anno 2014 sono proseguiti nel primo trimestre del 2015, con una crescita in termini aggregati di soli 0,4% rispetto al trimestre precedente (1% vs primo trimestre 2014), che, come atteso, si è progressivamente diffusa dai paesi core a quelli periferici (Germania 1,1%, Francia 0,7%, Italia 0,1%, Spagna 2,7%, 2

Portogallo 1,5%), anche per via dell attuazione di nuove misure di politica monetaria della BCE che stanno contribuendo ad allentare le condizioni finanziarie in generale e ad agevolare l accesso al credito delle imprese. Inoltre, i progressi compiuti nei risanamenti dei conti pubblici e nelle riforme strutturali, in particolare, in paesi come Spagna e Portogallo che stanno sperimentando un significativo miglioramento della fiducia di imprenditori e consumatori, hanno esercitato un impatto favorevole sulla crescita. A ciò si aggiungano il calo del prezzo del petrolio, che ha rafforzato la dinamica del reddito disponibile reale e la redditività delle imprese e l indebolimento del tasso di cambio dell euro, che ha favorito le esportazioni e contribuito al nuovo aumento dell inflazione complessiva, la quale, dopo aver raggiunto un punto di minimo all inizio dell anno (-0,6%), ha ricominciato a salire molto lentamente per raggiungere lo 0,3% nel maggio scorso guidata dall aumento di tutte le componenti principali. Proprio l obiettivo di riportare in tempi ragionevoli l inflazione su livelli prossimi al target del 2%, ha spinto la BCE ad annunciare nel gennaio 2015 l avvio del Quantitative Easing (QE), ovvero del piano di acquisto di titoli del debito pubblico da parte della Banca Centrale, per un ammontare mensile di circa 60 miliardi, che avrà durata almeno fino a settembre 2016, per un totale di 1.140 miliardi. I titoli interessati (titoli di stato, ma anche titoli indicizzati all inflazione, agenzie, sovra nazionali e titoli a tasso variabile) hanno scadenze fra 2 e 30 anni circa. La BCE non potrà acquistare più del 25% di ciascuna emissione dei titoli sul mercato e non potrà superare attraverso tali acquisti il 33% del debito di ciascun Paese. Gli acquisti saranno effettuati in base alla quota di ogni Banca Centrale nazionale nel capitale della BCE e seguiranno un criterio di ripartizione del rischio per cui le Banche Centrali dei Paesi interessati garantiranno una quota pari all 80% del totale, mentre il rimanente 20% sarà condiviso tra Banche nazionali e BCE. Dal Quantitative Easing, attivo dallo scorso marzo, sono esclusi i titoli di stato greci, di cui Francoforte detiene già ben più del 33%; pertanto gli istituti di credito Greci dovranno continuare a gestire l emergenza creditizia attraverso ELA (Emergency Liquidity Assistance), vale a dire disponendo di una linea di credito di emergenza concessa dalla BCE, in attesa che si concretizzino le condizioni per l estensione del piano di salvataggio. Tali condizioni, che il governo di Tsipras (a capo del partito Syriza, entrato in carica lo scorso gennaio) sta negoziando con i principali creditori internazionali (EU, BCE e FMI), riguardano una serie di misure correttive e di riforme per ridurre il debito e garantirne la sostenibilità, contrastare l evasione fiscale e controllare la spesa pubblica, ma l incertezza sull esito delle trattative tuttora in corso resta molto elevata. Nell ambito del piano di Quantitative Easing gli acquisti complessivi di titoli pubblici italiani saranno pari a circa 150 miliardi di Euro, e i primi effetti positivi di tali acquisti sono già visibili, ad esempio attraverso il miglioramento delle condizioni di offerta del credito alle imprese. Negli ultimi mesi, infatti, i tassi d interesse medi sono scesi, pur restando superiori ai corrispondenti valori per l area dell euro, e la flessione dei prestiti alle famiglie si è arrestata. A ciò si aggiunga che le banche italiane hanno fatto ampio ricorso alla terza operazione mirata di rifinanziamento a più lungo termine (TLTRO), fattore che può contribuire all espansione del credito sempre con l obiettivo finale di supportare la crescita, tornata positiva nel primo trimestre del 2015 dopo più di un anno di contrazione. A livello di conti nazionali, nei primi mesi del 2015, si sono confermate l espansione dei consumi delle famiglie italiane, l accelerazione delle esportazioni e una lieve ripresa dell accumulazione di capitale. Il tasso di disoccupazione si è lievemente ridotto pur rimanendo sopra il 12% (superiore all 11,1% medio dell Euro zona), prefigurando nel medio termine un lieve miglioramento delle prospettive occupazionali, a cui potrebbero aver concorso gli sgravi contributivi introdotti nel mese di gennaio e la disciplina prevista dal Jobs Act, in vigore da marzo scorso. Come per il resto dell Area Euro, anche in Italia la dinamica dei prezzi è rimasta molto debole: nei primi mesi del 2015 l inflazione al consumo è stata pressoché nulla, ma è verosimile che il punto di minimo possa essere stato già oltrepassato e pertanto i rischi di deflazione si confermano in calo. Mercati Nel primo semestre del 2015 i principali listini azionari internazionali hanno proseguito nella fase di rialzo degli ultimi anni. S&P 500 e Dax hanno raggiunto nuovi massimi storici, il listino tecnologico statunitense Nasdaq ha superato il precedente 3

record toccato appena prima del crollo delle dotcom del 2000, il Nikkei 225 si è attestato sui livelli massimi degli ultimi 15 anni, Eurostoxx 50 e FTSE 100 hanno raggiunto i massimi degli ultimi 7-8 anni. Tutti i listini azionari hanno beneficiato di un contesto macroeconomico favorevole a livello globale, di condizioni monetarie accomodanti, dell espansione degli utili societari ed, infine, di una migliore attrattività relativa dell asset class azionaria rispetto a quella obbligazionaria (quest ultima caratterizzata da rendimenti estremamente bassi su base storica). Il miglior andamento del listino europeo rispetto a quello statunitense, che dopo i massimi di maggio 2015 è tornato sui livelli di inizio anno, è imputabile non soltanto alle attese di un miglioramento del ciclo economico in Euro zona dopo anni di stagnazione, ma anche all espansione degli utili societari che dovrebbero beneficiare sia dell indebolimento del cambio, sia di un costo di finanziamento da parte delle società estremamente basso. Il mercato dei titoli governativi europei è stato caratterizzato nella prima parte del semestre 2015 da una significativa riduzione dei rendimenti sui titoli di stato, sia core che periferici, determinata dall annuncio del QE da parte della BCE, dall inaspettato rallentamento del PIL USA e dalla discesa repentina e significativa dei prezzi delle materie prime. Quest ultimo fenomeno, in particolare, ha significativamente contribuito alla discesa delle attese sull inflazione alimentando rischi di deflazione. A ciò si è aggiunta la percezione di una scarsità relativa dei titoli governativi, alla luce dell ammontare significativo degli acquisti mensili della BCE per diversi Paesi EU, che ha guidato il rally dei governativi europei fino al 20 aprile 2015, quando il Bund 10Y ha raggiunto un livello minimo inferiore a 0,08% con la curva tedesca caratterizzata da rendimenti negativi fino alla scadenza 9Y (il minimo del BTP 10Y è stato raggiungo a marzo: 1,13%). Successivamente, il miglioramento dei dati macroeconomici in Euro zona, unito a un moderato rialzo del prezzo del petrolio e quindi a prospettive di miglioramento dello scenario inflazionistico, ha determinato nella seconda parte del trimestre un rialzo significativo dei rendimenti. L aumento si è concentrato sulle scadenze più lunghe, contribuendo ad un movimento di irripidimento della curva. La dinamica degli spread tra paesi core e periferici è stata influenzata nel corso del primo semestre 2015 dalle difficoltà legate alle negoziazioni tra il nuovo governo greco e i principali creditori (BCE/IMF/EU). A partire dalle elezioni di gennaio 2015, la tensione tra le istituzioni creditrici ed il governo ellenico è stata crescente, frenata solo temporaneamente dall estensione degli aiuti concordata nel mese di febbraio, che ha determinato una discesa dello spread BTP Bund sulla scadenza a 10 anni da 140 punti base ad inizio anno fino a 85 punti base. In seguito, l emergere delle incertezze su una possibile ristrutturazione non concordata del debito greco ha provocato un progressivo ampliamento dello spread fino a circa 150 punti base. Nel corso del primo semestre 2015, il Treasury americano ha registrato un graduale aumento del rendimento, dal 2% al 2,40%, legato principalmente alla crescente evidenza, nella seconda parte del 2015, dell inizio di un ciclo di rialzo dei tassi di politica monetaria da parte della FED. Il mercato dei corporate bond ha registrato, nella prima parte del semestre 2015, una evoluzione positiva sia in termini di restringimento degli spread di credito, sia di riduzione dei rendimenti assoluti determinata dall avvio del QE da parte della BCE, il quale ha indirettamente influenzato in modo positivo anche l asset class delle obbligazioni societarie. Nella seconda parte del semestre, invece, in concomitanza con il repentino incremento dei tassi risk-free e l aumento delle tensioni riconducibili al negoziato sul debito greco, si è assistito ad una fase di realizzazioni di profitti con moderato allargamento degli spread di credito (i quali hanno raggiunto livelli lievemente superiori a quelli di inizio anno) e ad un aumento dei rendimenti assoluti. Per quanto riguarda la valuta europea, nei primi mesi del 2015 l Euro ha continuato ad indebolirsi progressivamente (il cambio vs dollaro USA è sceso da 1,20 circa di inizio gennaio a 1,05 circa di metà marzo), complice una sempre più spiccata dicotomia nelle attese sull evoluzione della politica monetaria in Europa, ultra espansiva, e in USA, neutrale, in attesa dell inizio del trend restrittivo. Successivamente, la valuta europea ha recuperato una parte dell indebolimento tornando verso 1,15 sulla scia di un visibile consolidamento della crescita in Europa e di un evoluzione del ciclo USA ben sotto le attese nel primo trimestre 2015, elemento che ha contribuito a spostare le aspettative sulla prima mossa restrittiva della FED da Giugno 2015 a fine anno. 4

PRINCIPALI INDICI DI MERCATO Azionario Variazioni* USA S&P 500 Index (Dollaro USA) -0,83% Dow Jones (Dollaro USA) -2,02% Nasdaq (Dollaro USA) 4,38% Europa Eurostoxx 50 Index (Euro) 9,19% DAX Index (Euro) 11,62% CAC 40 Index (Euro) 12,83% FTSE 100 (Sterlina) -0,40% Pacifico Nikkei (Yen) 15,96% Hang Seng Index (Dollaro HKD) 11,70% Italia FTSE Mib (Euro) 18,14% Obbligazionario Variazioni** Europa Germania 1-3 anni (Euro) 0,15% Germania 3-5 anni (Euro) 0,01% Germania 7-10 anni (Euro) -1,25% Italia Italia 1-3 anni (Euro) 0,42% Italia 3-5 anni (Euro) 0,14% Italia 7-10 anni (Euro) -2,26% Corporate Europa Citigroup Eurobig 1-3 0,24% Citigroup Eurobig 3-5 -0,31% Citigroup Eurobig 7-10 -3,13% * Variazioni dei prezzi dal 30 dicembre 2014 al 30 giugno 2015 (fonte Bloomberg). **Variazioni complessive calcolate in base ai livelli degli indici di settore Citigroup (fonte Bloomberg); gli indici obbligazionari sono rappresentativi dell andamento dei titoli con scadenza all interno del segmento considerato (1-3 anni, 3-5 anni, 7-10 anni) PRINCIPALI TASSI DI CAMBIO CONTRO EURO Variazioni* Dollaro USA/Euro -8,26% Yen/Euro -9,24% Sterlina/Euro -6,23% *Variazioni dei prezzi dal 30 dicembre 2014 al 30 giugno 2015, (fonte Bloomberg). Prospettive La crescita si sta traslando progressivamente dalle economie emergenti, in rallentamento, a quelle avanzate in lento consolidamento. Un espansione contenuta continuerà a caratterizzare il business cycle globale, coerente con uno scenario inflazionistico sotto controllo per via del persistere di uno scenario benigno sul prezzo delle materie prime. Quanto descritto manterrà i rendimenti dei mercati obbligazionari lontani da livelli assoluti elevati, pur non esonerandoli da temporanee ulteriori fasi di aumento dell incertezza legata all escalation di qualche focolaio di crisi come quella greca o il conflitto tra Russia e Ucraina. Regime di tassazione Per la trattazione dell argomento si rimanda alla sezione del sito: http://www.bancopostafondi.it/fiscalita.shtml. 5

FONDO BANCOPOSTA OBBLIGAZIONARIO SETTEMBRE 2016 Il fondo ha realizzato nel corso del semestre una performance negativa pari all 1,12% espressa al lordo dell effetto fiscale. Nel mese di febbraio è stato distribuito un provento di 0,0685 per singola quota, pertanto la performance total return, comprensiva dell impatto del provento distribuito, è pari allo 0,18% circa nel semestre. In relazione allo stile di gestione adottato, non è possibile individuare un parametro di riferimento (benchmark) rappresentativo della politica d investimento del fondo. Nella prima parte del semestre, sul mercato delle obbligazioni governative europee si è osservata una significativa riduzione dei rendimenti sui titoli di stato, sia core che periferici, determinata dall annuncio del Quantitative Easing (QE) da parte della BCE, dal rallentamento del PIL USA, nonché dalla discesa delle attese sull inflazione riconducibile principalmente alla diminuzione dei prezzi delle materie prime. Oltre a tali fattori, l elevato importo degli acquisti mensili della BCE ha reso diffusa, soprattutto nelle prime fasi del QE, una percezione di scarsità relativa dei titoli governativi di numerosi Paesi dell Area Euro, determinando un forte rally dei governativi europei culminato con un rendimento del Bund ai minimi storici a 0,08% il 20 Aprile. Successivamente, il miglioramento dei dati macroeconomici in Euro zona, unito a un moderato rialzo del prezzo del petrolio, e quindi a prospettive di miglioramento dello scenario inflazionistico, ha determinato, a partire dalle ultime sedute di Aprile, un rialzo significativo dei rendimenti conducendoli, sulle scadenze a medio-lungo termine, verso livelli superiori a quelli di inizio anno, evidenziando un irripidimento della curva dei rendimenti. La dinamica degli spread tra governativi core e periferici è stata influenzata nel corso del primo semestre 2015 dalle difficoltà legate alle negoziazioni tra il nuovo governo greco e le autorità (BCE/IMF/EU). A partire dalle elezioni di gennaio, la tensione tra le istituzioni creditrici ed il governo ellenico è stata crescente, frenata solo temporaneamente dall estensione degli aiuti concordata a febbraio che ha determinato una discesa dello spread BTP Bund sulla scadenza 10 anni fino a 85 punti base circa. In seguito, l emergere delle incertezze in merito alla realizzazione di un accordo ha provocato un progressivo incremento dello spread, il quale ha concluso il semestre in area 150 bps, sopra i livelli di inizio anno. Il mercato dei corporate bond ha registrato, nella prima parte del semestre, una evoluzione positiva sia in termini di restringimento degli spread di credito che di riduzione dei rendimenti assoluti determinata dall avvio del QE da parte della BCE, il quale ha indirettamente influenzato in modo positivo anche l asset class delle obbligazioni societarie. Nella seconda parte del semestre, invece, in concomitanza con il repentino incremento dei tassi risk-free e l aumento delle tensioni riconducibili al negoziato sul debito greco, si è assistito sul mercato ad una fase di realizzazioni di profitti con moderato allargamento degli spread di credito (i quali hanno raggiunto livelli lievemente superiori a quelli di inizio anno) ed aumento dei rendimenti assoluti. Sebbene tale evoluzione abbia riguardato in modo generalizzato tutti i settori, si evidenzia un impatto maggiore sul comparto degli emittenti finanziari e sulle società con merito di credito di minore qualità. Nel corso del periodo di riferimento, in linea con la politica di investimento, si è provveduto al tendenziale mantenimento del portafoglio iniziale costruito all inizio del ciclo di investimento e costituito da titoli obbligazionari di emittenti governativi e societari con vita residua media prossima all orizzonte temporale del fondo e, dunque, decrescente con il trascorrere del tempo. Tale portafoglio è costituito da strumenti finanziari obbligazionari di emittenti societari e da strumenti finanziari obbligazionari di emittenti governativi. A livello di area geografica, il portafoglio titoli del Fondo è costituito in via prevalente da emittenti italiani governativi e societari. Al 30 giugno 2015 (valori comprensivi del rateo e percentuali calcolate sul patrimonio netto del fondo) l investimento in obbligazioni societarie è pari a circa il 42,7%, circa il 57,3% il peso della componente governativa investita in emissioni italiane e (in parte residuale) nell agenzia governativa Cassa Depositi e Prestiti. Al 30 giugno 2015 con riferimento alla componente investita in obbligazioni societarie (37 emissioni su un totale di 47, ciascuna con un peso a fine giugno inferiore al 6,5% circa), il portafoglio è investito in emissioni del settore finanziario (circa il 31,3%), servizi di pubblica utilità (circa il 3,4%), telecomunicazioni (circa il 3,3%), consumi discrezionali (circa il 2,4 %), industriale (circa l 1%), consumi durevoli (circa lo 0,8%), energetico (circa lo 0,5%). Con riferimento alla componente investita in obbligazioni governative (10 su un totale di 6

47), il portafoglio è investito in emissioni dello stato italiano (sia obbligazioni con cedola che obbligazioni zero-coupon come ad esempio i titoli per i quali è avvenuta un attività di separazione della componente cedolare, c.d. stripping ) e in una emissione dell agenzia governativa italiana Cassa Depositi e Prestiti (quest ultima per circa 0,5%). Da un punto di vista del rischio paese, il portafoglio nel suo complesso è investito principalmente in emissioni dell Unione Europea (Italia circa il 67%, Spagna circa il 10,5%, Francia circa il 6,5%, Germania circa il 3,8%, Regno Unito circa il 3,7%, Olanda circa l 1,9%, Finlandia circa lo 0,04%) ed in via contenuta in emissioni non UE (Stati Uniti circa il 6,2%, Australia circa lo 0,4%). Alla fine dell anno la duration del portafoglio è pari a circa 1 anno e 3 mesi. Il portafoglio è investito totalmente in emissioni in Euro. In conformità a quanto previsto dal regolamento del fondo, la SGR ha adottato un sistema di valutazione interno del merito creditizio che tiene anche conto, in via non esclusiva, dei giudizi espressi dalle agenzie di rating. Sulla base dei giudizi ottenuti da tale sistema di valutazione interno, alla data di riferimento del presente documento, sono presenti nel portafoglio esclusivamente emissioni con giudizio pari a adeguata qualità creditizia. Con riferimento ai giudizi espressi dalle principali agenzie di rating, alla data di riferimento del presente documento, sono presenti nel portafoglio esclusivamente posizioni con giudizio pari a Investment Grade ; nell ambito del giudizio Investment Grade il rating più basso presente nel portafoglio titoli è pari a BBB- (corrispondente al livello più basso della scala Investment Grade) relativo alle seguenti posizioni: titoli di stato italiani e assimilati con un peso del 57% circa, Intesa San Paolo con un peso del 6,5% circa e altre posizioni con un peso inferiore al 2% circa. Non sono state attuate strategie di copertura del rischio di credito. La performance total return del fondo nel periodo di riferimento è stata positiva. Tale andamento positivo è riconducibile in misura principale al rendimento cedolare dei titoli inclusi nel portafoglio che ha mitigato gli effetti derivanti dal movimento negativo (anche per l avvicinamento alla data di rimborso) dei prezzi dei titoli in portafoglio. Alla performance positiva del semestre contribuisce sia la componente governativa, sia la componente societaria. Tabella per Tipologia di Emissione e per Paesi Italia Spagna Francia Stati Uniti Germania Altri Paesi Obbligazioni societarie 9,72% 10,45% 6,55% 6,18% 3,76% 6,04% Obbligazioni governative 57,30% - - - - - Peso Totale 67,01% 10,45% 6,55% 6,18% 3,76% 6,04% Nota: le percentuali rappresentate sono calcolate rispetto al portafoglio titoli. Prospettive del Fondo Fino al termine dell orizzonte temporale (Settembre 2016) la politica di investimento sarà orientata al tendenziale mantenimento della attuale composizione di portafoglio. Il gestore potrà effettuare sostituzioni di emissioni in coerenza con la politica di investimento del fondo riportata nella documentazione d offerta. 7

Elenco degli strumenti finanziari in portafoglio alla data della Relazione Semestrale in ordine decrescente di controvalore STRUMENTI FINANZIARI Codice ISIN Controvalore in Euro % incidenza su attività del Fondo BTP STRIP 01/11/2016 IT0001247185 46.970.320 19,056% BTP 4% 01/02/2017 IT0004164775 45.920.132 18,629% BTP HYBRD 01/02/2017 IT0004848674 41.611.309 16,881% INTESA SANPAOLO 4,125% 19/09/2016 XS0829329506 15.590.100 6,324% SANTANDER INTL 4,625% 21/03/2016 XS0828735893 9.891.648 4,013% BBVA SENIOR FIN 4,875% 15/04/2016 XS0615986428 5.590.296 2,268% GAS NATURAL CAP 4,375% 02/11/2016 XS0458748851 5.158.818 2,093% GOLDMAN SACHS 05/09/2016 XS1041753333 4.717.014 1,914% TELEFONICA 5,496% 01/04/2016 XS0419264063 4.671.135 1,895% ING GROEP 4,125% 11/04/2016 XS0250306643 4.557.927 1,849% UNIONE DI BANCHE 3,75% 30/10/2015 XS0850025627 4.444.264 1,803% SOCIETE GENERALE 4% 20/04/2016 XS0618909807 3.915.672 1,588% HSBC FIN 4,5% 14/06/2016 XS0257496694 3.547.628 1,439% CREDIT AGRICOLE 3,625% 08/03/2016 XS0599962072 3.479.866 1,412% BNP PARIBAS 2,625% 16/09/2016 XS0542371629 3.291.744 1,335% BTP 1,5% 15/12/2016 IT0004987191 3.151.150 1,278% GE CAP EUR FUND 4,125% 27/10/2016 XS0272770396 2.943.920 1,194% STANDARD CHART 3,875% 20/10/2016 XS0693854605 2.868.013 1,163% BARCLAYS BANK 4,125% 15/03/2016 XS0605207983 2.826.175 1,147% DEUTSCHE TEL FIN 4,75% 31/05/2016 DE000A0GTCB9 2.822.357 1,145% DAIMLER 1% 08/07/2016 DE000A1R0683 2.434.706 0,988% JPMORGAN CHASE 3,75% 15/06/2016 XS0637844605 2.366.875 0,960% VOLKSWAGEN INT FIN 1% 26/10/2016 XS0909787300 2.221.868 0,901% RTE EDF TRANSPOR 4,125% 27/09/2016 FR0010369587 2.149.876 0,872% UNICREDIT 2,25% 16/12/2016 XS1004918774 2.036.920 0,826% BOUYGUES 4,75% 24/05/2016 FR0010326975 1.975.145 0,801% ROYAL BANK SCOTLAND 1,5% 28/11/2016 XS0997797054 1.511.655 0,613% PHILIP MORRIS 5,75% 24/03/2016 XS0419195408 1.507.913 0,612% BP CAPITAL 3,472% 01/06/2016 XS0633014427 1.338.519 0,543% BMW US CAP LLC 1,25% 20/07/2016 DE000A1G7EH9 1.198.213 0,486% CASSA DEPOSITI E PRESTITI 4,25% 14/09/2016 IT0004734973 1.146.849 0,465% NATL AUSTRALIA BANK 4,75% 15/07/2016 XS0440279338 906.044 0,368% ALLIANZ FIN 4% 23/11/2016 XS0275880267 526.035 0,213% VODAFONE GROUP 4,75% 14/06/2016 XS0257807957 521.050 0,211% BTP I/L 3,55% 11/06/2016 IT0004821432 515.504 0,209% UNICREDITO ITALIANO 15/03/2016 XS0247757718 498.875 0,202% BTP HYBRD 01/08/2016 IT0004848666 448.533 0,182% DANONE 2,5% 29/09/2016 FR0011121631 411.348 0,167% SCHNEIDER ELEC 2,875% 20/07/2016 FR0010922542 411.120 0,167% ENEL FIN INTL 4% 14/09/2016 XS0452187759 359.914 0,146% SNAM 4,375% 11/07/2016 XS0803479442 312.240 0,127% GDF SUEZ 1,5% 01/02/2016 FR0011261890 246.845 0,100% REPUBLIC OF ITALY 5,75% 25/07/2016 XS0133144898 105.645 0,043% BTP 3,75% 01/08/2016 IT0004019581 103.770 0,042% NORDEA BANK FIN 2,375% 02/09/2016 XS0672636262 102.722 0,042% BTP 4,75% 15/09/2016 IT0004761950 52.672 0,021% CCT 01/07/2016 IT0004518715 50.050 0,020% Di seguito sono dettagliate (in unità di Euro) le variazioni della consistenza del patrimonio in gestione, verificatesi nel corso del primo semestre, dovute a sottoscrizioni (incrementi) e rimborsi (decrementi). Incrementi: a) sottoscrizioni: - sottoscrizioni singole (reinvestimento proventi) - piani di accumulo - switch in entrata Decrementi: b) rimborsi: - riscatti - piani di rimborso - switch in uscita Raccolta netta del periodo 6.652-10.888.495-20.443-10.902.286 8

ATTIVITÀ Situazione Patrimoniale al 30/06/2015 SITUAZIONE AL 30/06/2015 Valore complessivo % tot. attività SITUAZIONE A FINE ESERCIZIO PRECEDENTE Valore % complessivo tot. attività A. STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI 243.430.394 98,753 256.928.581 98,776 A1. Titoli di debito 243.430.394 98,753 256.928.581 98,776 A1.1 Titoli di Stato 138.929.085 56,360 149.605.315 57,516 A1.2 Altri 104.501.309 42,393 107.323.266 41,260 A2. Titoli di capitale A3. Parti di O.I.C.R. B. STRUMENTI FINANZIARI NON QUOTATI B1. Titoli di debito B2. Titoli di capitale B3. Parti di O.I.C.R. C. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI C1. Margini presso organismi di compensazione e garanzia C2. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati C3. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati D. DEPOSITI BANCARI D1. A vista D2. Altri E. PRONTI CONTRO TERMINE ATTIVI E OPERAZIONI ASSIMILATE F. POSIZIONE NETTA DI LIQUIDITÀ 672.848 0,273 390.548 0,150 F1. Liquidità disponibile 310.174 0,126 389.244 0,150 F2. Liquidità da ricevere per operazioni da regolare 362.674 0,147 1.304 0,000 F3. Liquidità impegnata per operazioni da regolare G. ALTRE ATTIVITÀ 2.401.062 0,974 2.793.473 1,074 G1. Ratei attivi 2.401.062 0,974 2.793.472 1,074 G2. Risparmio d imposta G3. Altre 1 0,000 TOTALE ATTIVITÀ 246.504.304 100,000 260.112.602 100,000 9

PASSIVITÀ E NETTO SITUAZIONE AL 30/06/2015 Valore complessivo SITUAZIONE A FINE ESERCIZIO PRECEDENTE Valore complessivo H. FINANZIAMENTI RICEVUTI I. PRONTI CONTRO TERMINE PASSIVI E OPERAZIONI ASSIMILATE L. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI L1. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati L2. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati M. DEBITI VERSO I PARTECIPANTI M1. Rimborsi richiesti e non regolati M2. Proventi da distribuire M3. Altri 458.359 450.509 7.850 261.947 260.826 1.121 N. ALTRE PASSIVITÀ N1. Provvigioni ed oneri maturati e non liquidati N2. Debiti d imposta N3. Altre 125.185 125.185 133.553 133.552 1 TOTALE PASSIVITÀ 583.544 395.500 VALORE COMPLESSIVO NETTO DEL FONDO 245.920.760 259.717.102 NUMERO DELLE QUOTE IN CIRCOLAZIONE 47.366.562,764 49.458.061,449 VALORE UNITARIO DELLE QUOTE 5,192 5,251 MOVIMENTI DELLE QUOTE NEL SEMESTRE Quote emesse 1.280,092 Quote rimborsate 2.092.778,777 10

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