Adolescenti ed uso di droghe (legali ed illegali) nell ASS3 Alto Friuli



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Transcript:

Adolescenti ed uso di droghe (legali ed illegali) nell ASS3 Alto Friuli Risultati di un indagine svolta nel 2005 dal Dipartimento delle Dipendenze Come già nel 1999 e nel 2002, nel 2005 il Dipartimento delle Dipendenze dell ASS n 3, diretto dal dottor Gianni Canzian, ha svolto un indagine (con questionari anonimi) sull uso di alcol, tabacco e droghe illegali fra gli adolescenti dell Alto Friuli, coinvolgendo tutte le classi seconde e quarte di tutte le scuole medie superiori di Gemona, Tolmezzo e Tarvisio, per un totale di 1052 questionari validi. Il campione comprende 563 maschi e 489 ragazze, 613 studenti delle classi 2 e 439 studenti della classi 4, 344 studenti dei licei e 708 studenti di scuole tecnico-professionali Una prima serie di domande riguarda il livello di benessere o malessere percepito dai giovani nelle principali aree della vita (la famiglia, la scuola, gli amici, l immagine corporea, le aspettative nel futuro) Emerge un quadro tutto sommato confortante. Da più del 90% degli intervistati, maschi e femmine, viene infatti riferito un buon livello di benessere non solo nel rapporto con i coetanei, ma anche nel rapporto con la propria famiglia e nelle aspettative verso il proprio futuro. Più critico, ma tutto sommato non troppo, il giudizio verso l esperienza scolastica (riferita positiva da circa 4 studenti su 5). Maschi e femmine si differenziano invece nettamente in quella che in adolescenza è una delle aree più critiche, ovvero il rapporto con il proprio corpo. Qui quasi il 40% delle ragazze riferisce di non piacersi (contro solo il 13,9% dei ragazzi). E un dato che sottolinea quanto, nell attuale cultura che offre modelli di bellezza femminile spesso irrealistici, l aspetto fisico sia per le ragazze un area delicata e spesso fonte di importanti sofferenze. La seconda parte del questionario indaga sulle abitudini al fumo di tabacco. Il primo dato da rilevare è che, per la prima volta, sembra di assistere ad un inversione del progressivo aumento dei consumi registrati in passato. I non fumatori sono infatti passati dal 49 al 56%. Fra i fumatori il calo riguarda soprattutto i consumatori occasionali (scesi dal 22 al 17 %), dato comunque rilevante perché con gli anni di solito anche gli occasionali diventano fumatori continuativi. Il calo può essere in parte conseguenza della positiva legge sul fumo, apprezzata da quasi il 90% degli intervistati (quindi anche da molti fumatori). Il fatto che la riduzione sia presente soprattutto nelle classi 2 (dove i non fumatori sono cresciuti dal 50% del 2002 al 60 % del 2005) suggerisce che la nuova legge abbia inciso soprattutto nel ridurre il numero di nuovi fumatori (confermando i dati di letteratura che indicano che in adolescenza imporre seriamente alcuni ragionevoli limiti valga più di cento lezioni), mentre è stata meno efficace nel far smettere chi aveva già cominciato (questo risultato si potrà avere probabilmente in tempi più lunghi). Il miglioramento riguarda soprattutto il sesso maschile: i non fumatori maschi sono infatti cresciuti di ben 10 punti percentuali, contro solo 3 punti nelle ragazze. Seguendo un trend iniziato ormai molti anni fa, le fumatrici donne per la prima volta hanno superato percentualmente i compagni maschi. Questo purtroppo si ripercuoterà pesantemente sulla salute futura delle donne, in passato protette dalle tipiche malattie da fumo (tumori e malattie cardiovascolari) che tante vittime fanno nella popolazione maschile e che in buona parte, assieme alle malattie da alcol, spiegano la maggior aspettativa di vita nelle donne In linea con i dati nazionali, è l anticipo dell età di inizio: nel 2005 dice di aver iniziato prima dei 14 anni (per la quasi totalità fra gli 11 e i 13 anni) il 30,4% dei fumatori, dato molto superiore al 22,6% del 2002. Il dato preoccupa perché è dimostrato che la mortalità da fumo è correlata alla precocità dell inizio più che al numero di sigarette. Abbiamo chiesto infine agli studenti che dichiaravano di fumare regolarmente se erano intenzionati a smettere. Il 6% dichiara che non ci pensa proprio perché fumare gli piace. Più di un terzo (il 34%) dichiara di non porsi per ora il problema. Il 30% dice che prima o poi smetterà, ma fra qualche anno. Il 17% dice che ci vuole seriamente provare. Il 13% infine dice che vorrebbe smettere ma non ci riesce. Una seconda serie di domande riguarda gli atteggiamenti verso il consumo di alcolici.

Come si vede nelle successive tabelle, qui la differenza fra maschi e femmine e fra seconde e quarte è netta. Tabella 1 - Consumo di bevande alcoliche Maschi Femmine Seconde Quarte Totale Non bevo mai o quasi mai 14% 29% 24% 16% 21% Bevo solo occasionalmente (meno di una volta/settimana) 41% 52% 48% 45% 46% Bevo frequentemente (più volte alla settimana) 45% 19% 28% 39% 33% Tabella 2 - Bevanda alcolica preferite Maschi Femmine Seconde Quarte Totale Vino 13% 7% 10% 11% 10% Birra 62% 32% 50% 48% 49% Superalcolici 11% 22% 13% 20% 16% Alcopops (nuove bevande alcoliche al gusto di frutta) 14% 39% 27% 21% 25% Come si vede in tabella 2, infatti, beve frequentemente alcolici (da una volta alla settimana a tutti i giorni) quasi metà dei maschi contro un quinto delle ragazze, e dal 28% in seconda la percentuale sale al 39% in quarta. Colpisce particolarmente (tabella 5) la rapida diffusione degli alcolpops, bevande alcoliche dolci al gusto di frutta studiate, proposte con pubblicità molto accattivanti, per sfondare sul mercato dei giovanissimi, poco attratti dai gusti più amari della birra e del vino. Risultano infatti le bevande alcoliche preferite dalle ragazze (ben tre volte più che nei maschi) e, dopo la birra, le bevande preferite dall intero campione. Sono sostanze insidiose perché la gradevolezza maschera il fatto che hanno in media 5-6 gradi alcolici e il gusto è apprezzato anche a 12-13 anni, tanti che alcuni paesi, come la Svizzera, sono intervenuti con politiche restrittive. Bassa invece in tutto il campione la preferenza per il vino. L uso problematico di alcol (episodi di ebbrezza più o meno marcata) come in passato prevale nettamente fra i maschi (il 25% dei maschi contro il 12% delle ragazze dichiara di abusarne da una a molte volte al mese), ma con un progressivo avvicinamento dei due sessi (nel 2002 la percentuale nei maschi era il 31%, nelle ragazze l 11%). Come è accaduto per il tabacco, anche qui i comportamenti dei due sessi, pur se ancora distanti, sono sempre più simili, e oggi l ubriachezza nelle ragazze, molto rara e condannata alcuni decenni fa, è un comportamento giovanile sempre più normale. Richiesti di indicare la presenza di alcolismo in famiglia, quasi un quinto degli intervistati (il 18.7%) dichiara di avere un familiare stretto con problemi alcolici. Il dato è più elevato nei piccoli comuni di montagna (23.2%), più basso (15,4%) nei comuni più grandi (Gemona e Tolmezzo). La percentuale, analoga a quanto rilevato in precedenti indagini, conferma l elevata diffusione di problemi alcol-correlati (e delle loro conseguenze sanitarie, familiari e socio-lavorative) in questo territorio. Alcuni fattori che condizionano gli abusi di alcol e tabacco. L abuso di alcol e tabacco è fortemente correlato al rendimento scolastico: a parità di età e di sesso, chi ha ripetuto uno o più anni presenta percentuali di tabagismo (67%) e di ebbrezze frequenti (33%) doppie rispetto a chi è in regola con gli studi (fra i quali il 34% fuma e il 14% abusa frequentemente di alcolici). La differenza è ancora più evidente se si considerano solo i fumatori regolari (49% fra i ripetenti contro 15% negli altri). Anche le abitudini al fumo e all abuso di alcol nei genitori si riflettono fortemente sia sul fumo che sul bere dei figli. Nel caso della presenza di alcolismo in famiglia, si potrebbe supporre che gli abusi nei figli siano il frutto del disagio vissuto. Gli stessi dati, anzi ancora più marcati, sono però presenti anche in presenza di genitori fumatori. C è infine una strettissima e diretta correlazione fra fumo di tabacco e abuso di alcol (tab.10). L abuso frequente di alcolici è infatti praticamente assente (solo il 3%) fra chi non ha mai fumato, e sale fino al 40% fra chi fuma abitualmente. Come vedremo nel successivo articolo questo dato vale per tutte le droghe, legali e illegali, il cui uso è quasi assente fra i non fumatori. Contrariamente infatti a quanti oggi sostengono politiche repressive sullo spinello e di tolleranza verso il fumo, è proprio il tabacco, non lo spinello, la droga che apre la porta a tutte le altre (ovviamente non tutti i fumatori usano droghe, ma tutti quelli che usano droghe hanno iniziato con il tabacco).

Seconda parte: uso/abuso di inalanti e droghe illegali Uso di droghe (inalanti e droghe illegali) nel campione dati complessivi Emerge un quadro di bassa penetrazione dell uso di droghe fra gli adolescenti dell Alto Friuli, con due evidenti eccezioni: l uso di cannabis e l uso di inalanti. Particolarmente basso (come del resto nelle precedenti rilevazioni) se confrontato con l allarme mediatico degli ultimi anno è l uso di ecstasy (dichiara di averlo provato almeno una volta un ragazzo su 66, mentre solo uno su 350, ovvero tre sull intero campione, dichiara di fare uso attuale e frequente). Più o meno analoghe le frequenze di uso di allucinogeni (LSD), mentre risulta più elevato, ma sempre molto limitato (nonostante a livello nazionale il consumo sia in netta crescita), l uso di cocaina (provata da uno studente su 35, e usata con frequenza da uno su 263). Quasi nullo l uso di eroina (il valore è così basso da non avere rilevanza statistica, per cui non verrà di seguito analizzato), mentre è più frequente ma solo occasionale (inesistente l uso frequente) del Popper (una droga inalante peraltro a bassissimo rischio). Più frequente e rilevante è invece l uso di inalanti (soprattutto gas e trielina), provate da un giovane su 9 (valore che scende però a uno su 95 se contiamo solo i consumatori attuali e frequenti). Molto elevata invece la frequenza di uso di cannabis (gli spinelli ). Un intervistato su tre dichiara infatti di averli provati (quasi uno su due nelle quarte). Un numero più basso ma sempre significativo (uno su otto) dichiara un uso attuale e frequente. L uso di tutte le sostanze prevale nel sesso maschile; la differenza fra i due sessi è comunque tutto sommato ridotta. Confrontando le ultime rilevazioni svolte dal SerT nelle scuole del territorio (1998, 2002 e 2005) vediamo negli anni un progressivo e marcato aumento dell uso di cannabis. Tenendo conto dei soli dati delle classi quarte, raddoppia infatti (dal 26 al 43%) il numero di chi dichiara di aver provato almeno uno spinello, mentre addirittura triplica (dal 5 al 14%) il numero di consumatori frequenti. Tabella 3 - Trend uso droghe dal 1998 al 2005 (dati studenti classi 4 ) Uso life-time (anche una sola volta nella vita) Cannabis Inalanti Ecstasy Cocaina LSD Eroina rilevazione 1998 26% 11% 3,9% 3,4% 3,9% 1,6% rilevazione 2002 36% 12% 4,1% 3,6% 2,1% 1,3% rilevazione 2005 43% 8% 2,3% 2,7% 1,4% 1,1% Uso attuale frequente (diverse volte/spesso negli ultimi mesi) rilevazione 1998 5% 1,8% 0,3% 0,5% 0,7% 0,2% rilevazione 2002 13% 1,1% 1,3% 0,4% 0,2% 0% rilevazione 2005 14% 0,5% 0,4% 0,5% 0,2% 0% Non si registra invece alcun aumento, anzi si assiste ad una tendenziale diminuzione, dell uso (sia occasionale che frequente) di tutte le altre droghe. Questo dato appare in controtendenza (almeno per le fasce di età interessate dalla rilevazioni) rispetto all elevato allarme mediatico sulla diffusione di droghe illegali fra gli adolescenti. In effetti, fumo di tabacco a parte, fra gli adolescenti dell Alto Friuli la quasi totalità dell uso di droghe riguarda alcol e cannabis, mentre resta stabile e molto limitato l uso delle cosiddette nuove droghe, e in particolare di ecstasy e cocaina, per le quali analoghe ricerche in altre regioni del nord Italia indicano frequenze mediamente 3-4 volte maggiori. L indagine non offre peraltro informazioni sull uso fra i giovani adulti (18-30 anni), classe di età in cui l uso di droghe è più elevato, ma che è molto più difficile studiare rispetto alla popolazione scolastica. Uso di cannabis La cannabis è di gran lunga la principale droga illegale usata dagli adolescenti (e dagli adulti) di tutte le aree del Paese, al punto che la nozione di illegalità, pur chiara per legge e recentemente ribadita, è sempre più assente nel comune sentire. Ci troviamo quindi di fronte all ambiguità di un comportamento giuridicamente illecito ma, per la maggior parte degli adolescenti (e per molti adulti), moralmente lecito ed accettabile. Fra gli studenti delle classi quarte infatti quasi la metà (il 43%, che sale al 49% se consideriamo solo i maschi) ha provato almeno una volta a fumare uno spinello: il 19% ne ha fatto uso solo una-due volte, il 16% ne fa uso irregolare ma non frequente, mentre l 8% dichiara di farne uso frequente o regolare. Una droga provata da quasi metà della popolazione giovanile non è evidentemente sempre espressione di disagio. Va infatti differenziato un uso occasionale, legato solo a fattori culturali, ed un uso frequente, che può rappresentare un effettivo abuso problematico.

Confrontando infatti l uso di cannabis con il malessere riferito in varie aree esistenziali (famiglia, scuola, immagine del proprio futuro), si evidenzia una netta differenza fra uso frequente (correlato a significativi livelli di malessere, soprattutto rispetto alla scuola) e uso occasionale (dove il malessere riferito è di poco superiore a quello dei non consumatori). Va infine rilevato lo stretto rapporto fra fumo di tabacco e fumo di spinelli. Fra i non fumatori infatti solo il 3% ha provato ad usare spinelli, e quasi sempre in modo del tutto occasionale, mentre la percentuale sale vertiginosamente fra i fumatori abituali, il 73% dei quali riferisce di fare uso anche frequente di cannabis. Uso di inalanti Si tratta di solventi (trielina, benzina, colle, ecc.) e di gas (di solito butano o propano di accendini e bombolette), e nell insieme rappresentano (alcol e tabacco a parte) la seconda droga di abuso fra gli adolescenti. Sono stati utilizzati da un ragazzo su 8 e da una ragazza su 11 (nell insieme, dall 11,3% del campione). Fortunatamente raramente l uso è frequente e duraturo nel tempo (solo un ragazzo su 70 e una ragazza su 170 dichiarano di farne uso con una certa frequenza al momento della rilevazione). Inoltre, a differenza di tutte le altre droghe, ma in accordo con tutte le ricerche in letteratura, il loro uso diminuisce invece di crescere con l età (sono droghe di uso assai precoce, anche perché normalmente disponibili a domicilio senza alcuna spesa, uso che con gli anni si riduce fin quasi a scomparire in età adulta). Dichiara infatti di farne uso attuale e frequente un ragazzo su 70 in seconda e uno su 200 in quarta (con netta prevalenza dei maschi). A differenza della cannabis, l uso di inalanti è più spesso solitario o in coppia (non è infatti correlato alla frequenza del gruppo dei pari), e più facilmente rappresenta un effettivo sintomo di disagio (c è infatti una netta correlazione con il disagio in famiglia e a scuola e con una peggiore aspettativa verso il proprio futuro). Va ricordata anche la forte pericolosità di queste sostanze, nell uso frequente (i solventi sono fortemente tossici) ma anche, soprattutto in chi usa gas, nell uso occasionale (aspirare gas comporta un rischio non irrilevante di morte improvvisa per arresto cardiaco). Anche in questo caso vi è una forte correlazione con il fumo di tabacco (ha usato inalanti solo il 4% di chi non ha mai fumato, contro il 24% di chi fuma abitualmente). Alcuni fattori che condizionano l abuso di inalanti e droghe illegali. Come per alcol e tabacco, anche l abuso di droghe è fortemente correlato al rendimento scolastico: a parità di età e di sesso, chi ha ripetuto uno o più anni presenta percentuali di abuso doppie o triple rispetto a chi è in regola con gli studi (sia le bocciature che l uso di droghe possono infatti essere espressione di un disagio psico-emotivo di fondo). Rispetto alla distribuzione territoriale (tabella 7), l uso di inalanti e droghe illegali appare nettamente prevalente nel Distretto n 1 (Gemonese - Canal del Ferro Val Canale) rispetto al Distretto n 2 (Carnia), sia considerando il comune di residenza dello studente, sia sulla base della sede dell istituto scolastico; nel secondo caso va sottolineato che le scuole di Gemona assorbono numerosi studenti residenti nella vicina Azienda Sanitaria Udinese, ma anche escludendoli dal conteggio le percentuali restano sostanzialmente invariate. Tabella 7 Distribuzione territoriale dell uso di droghe per distretto Cannabis Inalanti Extasy LSD Cocaina Popper Qualsiasi droga Residenti nel Distretto 1 (Gemonese) 36% 13% 3,1% 3,1% 5,3% 6,9% 39% Residenti nel Distretto 2 (Carnia) 29% 10% 1,0% 0,5% 1,7% 2,2% 33% Scuole superiori D1 (Gemona e Tarvisio) 36% 13% 1,8% 2,6% 3,9% 5,9% 40% Scuole superiori D2 (Tolmezzo) 28% 9% 1,2% 0,5% 1,4% 1,6% 31% La differenza (già emersa anche in precedenti rilevazioni) appare molto netta. Il dato del Distretto n 1 si pone infatti più o meno a metà strada fra i dati medi rilevati nelle regioni del nord Italia e quelli molto più bassi che emergono fra i residenti in Carnia. Il Gemonese appare quindi come una zona di cerniera fra la montagna (dove la droga da sballo è ancora quasi sempre l alcol) e l area più urbanizzata della pianura dove l uso di droghe fra gli adolescenti è più elevato e maggiormente in linea con il trend nazionale. Il dato appare contrastare con la distribuzione geografica dell utenza che accede al Dipartimento per le Dipendenze dell ASS n 3 Alto Friuli. Da diversi anni infatti vi è una netta prevalenza numerica dell utenza proveniente dalla Carnia. Questo conferma una volta di più la netta differenza, presente anche rispetto all alcol, fra comportamenti di abuso e problemi di dipendenza. I primi rientrano infatti spesso all interno di normali modalità adolescenziali di rapportarsi al rischio e alle norme: proprio l illegalità e il pericolo, che in genere scoraggiano gli adulti, rappresentano da sempre un fattore di attrazione in adolescenza, età di sperimentazione, di affermazione della propria identità anche contro le norme ed i valori dominanti, di ricerca dei propri limiti. Sono comportamenti che di solito cessano spontaneamente con l età (così come molti altri comportamenti a rischio come guida spericolata, sport estremi, ecc.), e a cui va posta attenzione senza però drammatizzarne il significato (interventi pesanti, come ad esempio una carcerazione, possono in questi casi essere molto più distruttivi dello stesso abuso). I secondi invece (gli unici che di norma accedono ai Servizi) sono frutto di specifiche difficoltà personali (legate sia alla storia personale e familiare, sia a tratti di predisposizione biologica), non cessano con l età (anzi, spesso compaiono o si

aggravano in età adulta), e il loro utilizzo ha in genere un significato di autofarmacoterapia (ad esempio l uso di alcol come antidepressivo), mentre al contrario fra gli adolescenti prevale un uso cosiddetto ricreazionale (ricerca di emozioni appaganti o comunque intense, partecipazione a ritualità condivise con il gruppo dei pari, ecc.) Infine, i dati scomposti per tipo di scuola (licei o scuole tecnico-professionali), tenendo conto anche della variabile sesso (le ragazze sono nettamente maggioritarie nei licei e minoritarie negli istituti tecnico-professionali)mostrano che il 39% degli studenti di istituti tecnici o professionali dichiara di aver provato ad usare inalanti o droghe illegali, contro il 30% nei licei (correggendo i dati sulla base delle diverse proporzioni maschi/femmine la differenza si riduce, ma di poco: 38% contro 31%). Se escludiamo l uso di cannabis, e ci soffermiamo sulle droghe più pesanti e meno diffuse (inalanti, ecstasy, cocaina, ecc.) vediamo che i dati divergono in maniera molto più sostanziale: pur tenendo conto dell incertezza statistica legata alla bassa numerosità dei consumatori, gli studenti di istituti tecnico-professionali presentano infatti consumi superiori da due a quattro volte rispetto agli studenti liceali. In conclusione Il territorio dell ASS n 3 Alto Friuli presenta, nella fascia di età considerata (15-17 aa) consumi piuttosto elevati di cannabis (in linea con i dati nazionali) e di inalanti (per i quali scarseggiano confronti nazionali attendibili), mentre i consumi di altre droghe illecite (exstasy, allucinogeni, cocaina, oppiacei, ecc.) sono nettamente inferiori a quelli nazionali (con una differenziazione fra un area montana, con consumi molto ridotti, e l area del Gemonese, più affine ai consumi delle altre aree regionali). Non si registrano inoltre segni di incremento rispetto alla precedente rilevazione del 2002 (per alcune droghe i dati sono anzi inferiori a quelli riscontrati tre anni prima) Nell insieme i dati non evidenziano elementi di particolare allarme, in linea peraltro con i dati dell utenza tossicodipendente afferente al Dipartimento per le Dipendenze (meno problematica di quella del resto della Regione, mentre al contrario l alcolismo appare più grave e diffuso). Il quadro potrebbe però modificarsi nel tempo (i bassi consumi fra gli adolescenti della Carnia possono essere espressione di un semplice ritardo temporale nell evoluzione dei comportamenti giovanili), per cui anche in futuro si prevedono periodici monitoraggi dei consumi per poter approntare interventi calibratati. Olga Passera