L Italia ha incominciato a interessarsi di offshore



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Dante Jaboli e l offshore italiano DI FRANCESCO GUIDI E FRANCO DI CESARE L Italia è stato il primo paese europeo a dotarsi, nel 1967, di una legislazione per l esplorazione e produzione di idrocarburi nell offshore. Il geologo Jaboli ne è stato il convinto ed entusiasta promotore L Italia ha incominciato a interessarsi di offshore sin dagli anni Cinquanta, quando le ricerche di gas effettuate dall AGIP, espandendosi a Sud della Pianura Padana, arrivarono a Ravenna, dove la Società colse nel 1953, ancora a terra però, il primo grande successo con la scoperta del notevole giacimento di gas omonimo. C erano tutte le premesse perché i ricchi giacimenti di gas scoperti nella Pianura Padana proseguissero nell Adriatico. Si stavano sviluppando allora le tecnologie per cercare, perforare e produrre in offshore, anche se la realizzazione dei progetti procedeva con qualche difficoltà. La quasi certezza che l Adriatico fosse una ricca provincia a gas spinse l AGIP ad effettuare il primo rilievo sismico marino in Italia, nell area ENI offshore, nella seconda metà degli anni Cinquanta, approfittando di una squadra sismica offshore della Western, di ritorno dal Golfo Persico. Contemporaneamente fu fatto un rilievo nell offshore di Gela, per controllare l estensione in mare dell omonimo giacimento petrolifero scoperto a terra nel 1957. Nel 1959, a Gela, il primo pozzo offshore perforato in Europa Occidentale Nel 1959 fu così perforato il pozzo Gela 26 che è il primo pozzo offshore perforato nell Europa Occidentale. Seguì nel 1960 il pozzo Ravenna Mare 1 in Adriatico. Allora non c era una legge specifica dell offshore. Ci si serviva della legge del 1927 (che è stata la prima legge mineraria organica dello Stato italiano), che veniva estrapolata anche per il mare. Ci si avvaleva della Convention on the Law of the Sea ratificata a Ginevra nel 1958 da una settantina di Nazioni, che fissava la giurisdizione della piattaforma continentale, estendendo la possibilità di esplorazione petrolifera in mare, da parte dei paesi prospicienti, fino a una isobata di 200 metri. La Legge n. 613 del 21 Luglio 1967 per l offshore italiano Quando, dopo alcuni grandi successi in Adriatico nei primi anni Sessanta, ci si avvide delle grandi possibilità dell offshore italiano si rese necessaria la realizzazione di una legislazione apposi- 41

tamente studiata per l offshore, che incentivasse la ricerca in mare fissando anche norme per la protezione della vita marina e dell ambiente. Il Direttore Generale dell AGIP di allora era l ingegnere Egidio Egidi, sul cui intuito e preparazione si sono fondati tanti successi nel campo degli idrocarburi in Italia e all Estero. Egidi affidò a Dante Jaboli, un geologo che aveva già dimostrato il suo valore con grandi idee e volontà di realizzarle, il compito di studiare le basi per una legge offshore. Allora non esistevano modelli in Europa e gli altri paesi, come l Italia, per fare ricerche offshore, estendevano in mare la legislazione valida per la terraferma. Mai scelta fu più felice. Perché Jaboli si rivelò la persona adatta e capace di portare brillantemente a conclusione un compito così impegnativo. Insieme agli esperti del Ministero dell Industria, dette tutta l assistenza tecnica per realizzare la legge sull offshore che fu approvata dal Parlamento nel 1967. Fu così che nel 1970 l ingegnere Egidi, insieme al dottore Jaboli, andò in Norvegia invitato dallo Storting (il Parlamento norvegese) per spiegare a quei deputati i dettagli della legge petrolifera italiana in mare. Nel 1972 il Governo norvegese creò la Statoil, Società petrolifera di Stato, molto simile all ENI. 1937 Dante Jaboli nel deserto della Dankalia (Eritrea) I rilievi sismici in mare Per lanciare l esplorazione nei mari italiani, Jaboli propose che lo Stato prendesse l iniziativa di fare un rilievo sismico in tutti i mari italiani (operatore l AGIP) in modo da individuarne le potenzialità. Fu così che l offshore italiano fu diviso in cinque zone con diverse regole, identificando strutture e quindi potenzialità minerarie. Un modello, questo, che poi si è diffuso nel mondo. Ricordiamo, fra tanti, i tre esempi più noti. Il primo riguarda l Iran dove, alla metà degli anni Sessanta, la NIOC invitò un gruppo di compagnie a consorziarsi per eseguire a loro spese un rilievo sismico. Sulla base dei risultati, esse avrebbero potuto selezionare i blocchi da richiedere. Il secondo esempio avvenne in Cina, per l offshore meridionale, nei primi anni Ottanta. Il terzo, più di recente, si è avuto in Kazakhstan, nel Caspio, alla metà degli anni Novanta, dove poi è stato scoperto il grande giacimento di Kashagan. Dante Jaboli è stato, dunque, di fondamentale importanza per i successivi sviluppi dell industria petrolifera italiana. Un breve profilo della sua personalità non può che prendere lo spunto dalla recente notizia che la produzione giornaliera di olio equivalente dell Eni ha superato l obiettivo fissato di 1.5 milioni barili. E un traguardo molto importante per la Società italiana, che consolida la sua posizione tra le grandi europee e mondiali. L Agip, Mattei e Jaboli Il raggiungimento di questo obiettivo parte da lontano, nel 1926, data di fondazione dell Agip, 42

quando la produzione di olio e gas era molto modesta e l obiettivo della vendita del prodotto per soddisfare il mercato domestico era prevalente su quello della ricerca. Ma con il trascorrere degli anni e degli eventi, uomini e donne hanno dato una spinta decisiva al processo della ricerca per idrocarburi in Italia ed all estero, studiando ed affrontando con successo temi sempre più difficili, acquisendo, con il supporto di nuove idee, permessi di ricerca dove altre società avevano già operato senza apprezzabili risultati. Molti sono gli attori di questo progresso Agip negli ultimi 50 anni. Certamente il suo fondatore Enrico Mattei, al quale spetta il ruolo principale. Tra i tecnici un ruolo di spicco è, appunto, quello di Dante Jaboli nato a Bologna il 28 febbraio del 1916 e qui deceduto il 14 maggio 1991. Nell Università di quella città, nel 1940, sotto la guida del professore di geologia Michele Gortani, si laurea in Scienze Naturali, dopo aver partecipato, dal 1936 al 1938 a due campagne geologiche dell Agip in Somalia ed in Etiopia. Nel 1941 viene assunto dall Agip come geologo di zona per l Italia Meridionale. All inizio del 1941 viene richiamato alle armi con la qualifica di Caporale Allievo Ufficiale della Batteria Universitaria del 17 Reggimento di Artiglieria. Con il grado di Sottotenente viene preso prigioniero in Dalmazia e deportato in Germania dove è liberato dagli Alleati, nel maggio 1945, dal campo di prigionia di Wietgendorf, ubicato all interno del triangolo Brema-Amburgo- Hannover. Rientra in Italia e, quindi, all Agip dove dedica tutto se stesso con intelligenza ed estrema passione. Il ruolo che ha forse ricoperto con maggiore successo, e sua soddisfazione personale, è stato quello di Responsabile del Servizio Esplorazione Preliminare, ossia quell unità dell Agip che, attraverso studi e valutazioni geologiche minerarie, raccomandava al Management l acquisizione di blocchi ritenuti di interesse minerario. Fu quello un periodo nel quale l Agip cominciò a crescere e consolidare il suo patrimonio minerario soprattutto all estero. Jaboli, in un momento in cui l interpretazione delle linee sismiche era piuttosto difficile, se non rischiosa, aveva capito bene il meccanismo della sedimentazione dei delta fluviali e dei delineamenti tettonici che condizionano l accumulo di idrocarburi. Così affrontò con molta intelligenza la gara per l assegnazione in Nigeria di blocchi esplorativi L intuizione sul delta del Niger. Il risultato fu un grande successo. Altrettanto valida la sua conoscenza dell accumulo di gas nelle strutture della Pianura Padana. Egli ipotizzò, sulla base della gravimetria e sismica disponibile, che queste continuassero anche nell offshore dove nessuna attività era stata ancora condotta. In effetti la legge n. 136 del 10 Febbraio 1953, istitutiva dell Eni, stabiliva che l area Eni, centrata sulla Pianura Padana, proseguisse in offshore in una striscia distante dalla costa per 15 km. In quell area vennero eseguiti i primi rilievi geofisici marini, che confermarono la presenza di strutture ad andamento simile a quello dell onshore ed è lì che nel 1960, davanti a Ravenna, venne eseguito il primo pozzo offshore a gas in Italia, che confermò il trend positivo del campo a gas di Ravenna. Il primo pozzo petrolifero offshore perforato in Italia è del 1959 ed è stato anche il primo pozzo offshore europeo, Gela 21, produttivo ad olio. Ma in Italia non esisteva ancora una legislazione sulla prosecuzione dell accumulo di gas dalle strutture della Pianura Padana verso l offshore dell Adriatico 43

che permettesse l esplorazione offshore e la regolamentasse. Il Libro Bianco di Jaboli Nell Ottobre del 1963 Jaboli prepara e distribuisce alla compagine governativa italiana un volume dal titolo: Appunti per un esame della situazione italiana di esplorazione e produzione degli idrocarburi. Con questo libro si prefiggeva di sensibilizzare gli organi di governo sulla reale situazione degli idrocarburi in Italia, sfatando le affermazio- Dante Jaboli ni giornalistiche che, dopo i rinvenimenti di gas in Pianura Padana o di olio in Abruzzo, asserivano che l Italia era paragonabile all Arabia Saudita in termini di oro nero. Un capitolo viene dedicato alla ricerca marina, si propongono modalità di esecuzioni e si delinea quello che sarà l impianto della futura legge 613 del 1967, relativa alla ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi a mare. Da quel momento la ricerca petrolifera offshore italiana è stata coronata da grandi successi con la scoperta di numerosi grandi giacimenti gas. Sono stati anche individuati giacimenti di olio sia in profondità d acqua inferiore a 200 m che in quasi 1000 metri per la cui messa in produzione sono stati affrontati e risolti problemi tecnici molto complessi. Se è vero che la ricerca petrolifera procede attraverso continui miglioramenti tecnici e di conoscenze, senza dubbio Dante Jaboli è stato quel geologo che ha iniziato con successo il processo esplorativo che ha portato l Italia ad essere la quarta nazione europea occidentale per dimensione di riserve di olio equivalente, dopo la Norvegia, Gran Bretagna ed Olanda. 44