L attività brevettuale dei docenti universitari: L Italia in un confronto internazionale Corso di Economia Industriale 2 Davide Arduini Facoltà di Economia - Università degli Studi di Urbino
1. Introduzione (1) - Il presente lavoro offre una valutazione delle recenti politiche in materia di proprietà intellettuale dei risultati della ricerca accademica - Il lavoro esamina la brevettazione universitaria utilizzando una base dati originale che permette un confronto internazionale del fenomeno fra Italia, Francia e Svezia e con dati di letteratura sugli Stati Uniti - Alcuni risultati più significativi * Negli anni passati, il processo di trasferimento tecnologico università-industria tramite brevetto ha avuto luogo in Italia con intensità paragonabile a quelle degli altri paesi considerati * Tuttavia, mentre la proprietà delle invenzioni di origine accademica è, negli Stati Uniti, concentrata nelle mani degli atenei, in Italia e negli altri paesi europei sono le imprese a detenere la maggior parte dei brevetti 2
1. Introduzione (2) Perché è importante l attività brevettuale accademica? - Possiamo individuare due motivazioni: A) Inizialmente, il trasferimento tecnologico dall università all industria era uno dei temi principali delle politiche industriali italiane. Tali politiche rispondevano ad una duplice esigenza: A.1) c era la necessità di avvicinare la ricerca scientifica ai settori di rilevanza regionale e distrettuale attraverso appositi centri o agenzie di trasferimento A.2) c era la necessità di diversificare il tessuto industriale promuovendo i settori ad alta tecnologia tramite la creazione di parchi scientifici o incubatori collegati alle istituzioni accademiche B) Più di recente, l attenzione si è spostata sulla commercializzazione diretta dei risultati della ricerca 3 accademica. Questa strategia può portare:
1. Introduzione (3) B.1) alla creazione di impresa da parte di ricercatori e docenti B.2) alla brevettazione di ritrovati inventivi ai fini della loro concessione in licenza, esclusiva e non, ad imprese interessate allo sviluppo e produzione di tali ritrovati. 4
2. La regolamentazione italiana e la brevettazione accademica (1) - Gli interventi in materia di brevettazione accademica sono motivati con la necessità di introdurre opportuni incentivi economici allo sviluppo di invenzioni ancora molto lontane dalla fase di commercializzazione - L università e i singoli accademici non hanno le risorse finanziarie e le competenze commerciali per sviluppare tali invenzioni - Per avvicinarsi alla fase produttiva occorre stabilire sulle invenzioni accademiche diritti di proprietà intellettuali ampi, certi e negoziabili - Questi diritti sono necessari per la creazione degli opportuni incentivi a ulteriori investimenti in ricerca applicata da parte delle imprese, poiché a queste deve essere assicurata (tramite la cessione del brevetto o di una licenza) una futura, anche se limitata nel tempo, rendita di monopolio 5
2. La regolamentazione italiana e la brevettazione accademica (2) - Numerosi sono i provvedimenti in materia di diritti di proprietà intellettuale universitaria - Primo fra tutti, per importanza, è il Bayh-Dole Act (1980), che assegna agli atenei americani tutti i diritti di proprietà intellettuale sui risultati della ricerca finanziata su fondi federali - L introduzione del Bayh-Dole Act fece esplodere il numero di brevetti concessi alle università statunitensi sul totale dei brevetti assegnati ad istituzioni ed imprese statunitensi - Si passa dal 0.3% nel 1963 a circa il 5% nel 1999 - Il numero di università con attività di brevettazione passano da 65 nel 1965 a 400 nel 1997 - Visto il successo del provvedimento americano, molti governi europei decidono di intervenire in modo simile 6
2. La regolamentazione italiana e la brevettazione accademica (3) - Nel 1985 il Governo Inglese cede alle università sia il diritto di brevettare a proprio nome le invenzioni dei propri scienziati sia di commercializzarle anche per via di licenza esclusiva - Tra il 2000 ed il 2002, altri tre paesi europei modificano le norme sulla titolarità dei brevetti risultanti dalla ricerca accademica in una direzione coerente con il Bayh-Dole Act - Germania, Austria e Danimarca aboliscono il privilegio accademico, ossia una norma che attribuisce ai docenti universitari i diritti di proprietà intellettuale sui ritrovati della loro ricerca - Al contrario, il legislatore italiano, nel 2001, dava l avvio ad una serie di provvedimenti che introducevano il privilegio accademico: ossia attribuiva la titolarità delle invenzioni sui ritrovati della ricerca accademica ai ricercatori stessi, sottraendola agli atenei 7
2. La regolamentazione italiana e la brevettazione accademica (4) - Motivazione: spostare l incentivo economico alla commercializzazione da un soggetto afflitto da inefficienze burocratiche e organizzative (università) al ricercatore individuale, ritenuto più flessibile e sensibile all incentivo, ignorando del tutto i problemi relativi ai costi di transazione al centro dell attenzione degli altri legislatori europei - La norma trascurava completamente il fatto che molte invenzioni di ricercatori accademici sono riconducibili a collaborazioni tra università e industria, e soprattutto sono il frutto del lavoro congiunto di team misti di ricercatori accademici e industriali - La norma riconosce co-titolari del brevetto solo i ricercatori accademici e non quelli industriali - Ci furono subito accese reazioni da parte dei rappresentanti delle associazioni industriali che hanno indotto il legislatore 8ad una parziale marcia indietro
2. La regolamentazione italiana e la brevettazione accademica (5) - Tuttavia, anche la norma modificata non cancella del tutto l ingiustificata disparità di trattamento tra i ricercatori delle imprese private e quelli delle università - Il nuovo Codice della Proprietà Intellettuale (2005) prevede che, ove la ricerca condotta dal docente universitario sia co-finanziata da un impresa privata allora non valga il privilegio accademico, e dunque siano co-titolari del brevetto l università e l impresa finanziatrice - Resta in vigore il privilegio accademico ove la ricerca sia interamente finanziata dall università - Successivamente, la Legge Finanziaria 2006 abolisce tutte le tasse brevettuali, sia quelle di deposito che quelle di rinnovo, allo scopo di favorire l attività innovativa delle imprese italiane - La Finanziaria 2007 re-introduce le tasse abolite nel 2006, ma esenta dal pagamento delle tasse di deposito le università e gli altri enti 9 di ricerca
3. Un confronto internazionale dei brevetti accademici: quanti sono e chi li possiede? (1) Informazioni generali della ricerca - Paesi coinvolti: Francia, Italia, Svezia e USA - Soggetti intervistati: docenti vincitori di concorso (ricercatore, professore associato, professore ordinario) - Discipline scientifiche: medicina, scienze biologiche, scienze della terra, agraria, chimica, fisica, ingegneria industriale, civile, dell informazione - Classi tecnologiche: elettronica, strumentazione, chimica, farmaceutica, processi industriali, meccanica/trasporti, beni di consumo 10
3. Un confronto internazionale dei brevetti accademici: quanti sono e chi li possiede? (2) Primi risultati - Gran parte dei brevetti accademici nei tre paesi (Italia, Francia, Svezia) sono di proprietà non degli atenei, bensì di imprese private - In Italia e Francia, hanno un grande peso gli enti pubblici di ricerca - In Svezia, dove vige ancora il privilegio accademico, pesano significativamente i brevetti di proprietà individuale degli scienziati - Gli USA mostrano un andamento opposto: la maggior parte dei brevetti accademici è trattenuta dalle università - I dati dimostrano che non esiste un ritardo europeo nel trasferimento tecnologico università-industria rispetto agli Stati Uniti: ma esiste una diversa distribuzione proprietaria 11 dei brevetti accademici
3. Un confronto internazionale dei brevetti accademici: quanti sono e chi li possiede? (3) - Peso dei brevetti accademici sul totale dei brevetti domandati da inventori residenti nei quattro paesi considerati: * USA e Svezia mostrano pesi simili e più alti (circa 6%) * minore il peso di Francia (3%) e Italia (4%) 12
4. I brevetti accademici italiani: analisi per tecnologie e discipline (1) Classi tecnologiche in cui prevalgono i soli brevetti accademici: * chimica (30%), farmaceutica (28%), strumentazione (17%), elettronica (14%), processi industriali (6%) * sono molto carenti le attività brevettuali accademiche nella meccanica/trasposti (3%) e nei beni di consumo (1,5%), in quanto sono settori meno legati alla ricerca scientifica Classi tecnologiche in cui prevalgono i brevetti totali: * processi industriali (21%), meccanica/trasposti (20%), beni di consumo (15%), elettronica (14%), chimica (13,5%) * minore intensità brevettuale nelle classi tecnologiche della strumentazione (10%) e della farmaceutica (5,8%) - Il profilo di specializzazione della brevettazione accademica è 13 piuttosto disgiunto da quello del sistema innovativo italiano nel suo complesso
4. I brevetti accademici italiani: analisi per tecnologie e discipline (2) - Questo risultato suggerisce che la produzione di brevetti accademici rifletta molto di più gli indirizzi tipici della ricerca accademica che non la domanda di tecnologia espressa dall industria italiana - Su questo andamento incide non solo la composizione settoriale dell industria italiana ma anche quella dimensionale che vede prevalere le piccole e medie imprese - Queste ultime hanno maggiori resistenze a brevettare per via dei costi e della difficoltà di gestire un portafoglio brevettuale Evoluzione temporali dei brevetti accademici tra il 1978-1990 e il 1991-2004 - Significativa perdita di peso della Chimica (-12%) e della strumentazione (-8%) 14
4. I brevetti accademici italiani: analisi per tecnologie e discipline (3) - Aumenta il peso dei brevetti nei settori dell Elettronica (+10%) e della farmaceutica (+12%) * All interno del comparto dell elettronica, le tecnologie informatiche risultano essere trainanti * nel comparto della farmaceutica si intensifica il numero di brevetti nelle biotecnologie Distribuzione degli inventori accademici per disciplina scientifica - Per esplorare questa distribuzione viene calcolato l indice di Intensità di Docenti Inventori (IDI): rapporto tra il numero di inventori e il numero totale dei docenti per disciplina scientifica - I docenti del settore scientifico disciplinare della Chimica risultano essere quelli più portati a produrre invenzioni 15 brevettabili (IDI=10,8%)
4. I brevetti accademici italiani: analisi per tecnologie e discipline (4) - Seguono i docenti di ingegneria industriale e civile (IDI=5,2%) - Molto bassa è l attività brevettuale dei docenti in discipline quali: scienze della terra (IDI=0,3%), medicina (IDI=1,9) e fisica (IDI=2,7%) - L analisi della produttività degli inventori accademici (numero di brevetti per inventore) rivela che: * Gli ingegneri sono inventori occasionali, con meno di un brevetto a testa (0.36 per ingegneri industriali/civili, 0.6 per ingegneri informatici) * I più produttivi sono i chimici, con due brevetti a testa (2.06) * Seguono gli scienziati della terra (1.7), i medici (1.45) e i biologi (1.41) 16
5. I brevetti accademici italiani: analisi per ateneo e proprietà (1) - I docenti che hanno firmato il maggior numero di brevetti tra il 1979 e il 2004 appartengono alle seguenti università: A) Università di Milano (245 brevetti), Politecnico di Milano (210 brevetti), Università di Bologna (188 brevetti), La Sapienza (136 brevetti) - I docenti che hanno firmato il minor numero di brevetti tra il 1979 e il 2004 appartengono alle seguenti università: B) Università di Palermo-Bari-Napoli-Brescia (20 brevetti), San Raffaele di Milano (21 brevetti), Università di Siena-Salerno (22 brevetti), Università di Verona (23 brevetti) - E normale scoprire che le università più produttive in termini di brevetti (A) sono anche le più grandi (maggior numero di docenti di ruolo) 17
5. I brevetti accademici italiani: analisi per ateneo e proprietà (2) - Per neutralizzare l effetto dimensionale viene applicato l indice di Intensità Brevettuale Universitaria (IBU) ottenuto dal prodotto tra l indice IDI e la produttività dei docenti in una certa università - Sulla base di tale indice, ai primi due posti compaiono due Università molto piccole, ma orientate in modo marcato alla ricerca: Scuola Superiore Sant Anna di Pisa (59.3%) e il San Raffaele di Milano (36.2%) - Tra gli atenei di maggiore dimensione rimangono nelle posizioni alte della classifica il Politecnico di Milano, l Università di Milano e quella di Pavia - L Università di Bologna è superata da tre atenei di minore dimensione: Trento, Venezia e Catanzaro - Le altre università che precedentemente stazionavano nelle prime posizioni della graduatoria mostrano IBU molto bassi: Pisa (7.2%), 18 Padova (7%) e La Sapienza (5%)
6. La specializzazione brevettuale delle università per disciplina scientifica (1) Biologia - Le prime due università mostrano un forte differenziale nel numero complessivo di brevetti, nonostante abbiano lo stesso numero di docenti di ruolo: l Università di Milano (43 brevetti); La Sapienza (19 brevetti) - Le università di Catanzaro, Verona, Modena e Reggio Emilia sono piccoli atenei, ma caratterizzati da un alta performance (indice IBU molto elevato) Chimica - Le prime quattro posizioni sono occupate da tre grandi sedi (università di Milano, Bologna e La Sapienza) eccetto il Politecnico di Milano di dimensioni molto più ridotte - Il Politecnico di Milano anche se di dimensioni ridotte mostra la maggiore produttività (10 brevetti per docente, contro una 19 media per questa disciplina pari a due
6. La specializzazione brevettuale delle università per disciplina scientifica (2) Ingegneria - Il Politecnico di Milano svolge un ruolo di primo piano nelle discipline ingegneristiche: è prima in graduatoria nell Ingegneria Industriale (72 brevetti), seguita dal Politecnico di Torino (37 brevetti); è seconda in graduatoria nell Ingegneria informatica (51 brevetti) - L università di Pavia detiene il maggior numero di brevetti nell ingegneria informatica (70) e anche la più elevata intensità brevettuale (IBU: 118) - Sempre nell Ingegneria informatica, l università di Catania si posiziona al terzo posto per numero di brevetti (26) - La Scuola Superiore S. Anna di Pisa mostra la più alta performance nell ingegneria industriale (IBU=266) 20
6. La specializzazione brevettuale delle università per disciplina scientifica (3) - Il successo delle università di Pavia e Catania si spiega con la loro partnership con la STMicroelectronics - Infatti, la STMicroelectronics detiene 154 brevetti accademici in tutta Italia, il 38% dei quali a Pavia e il 17.5% a Catania Medicina - Le università con il maggior numero di brevetti sono quelle di Milano (57 brevetti) e Bologna (27) - Seguono gli atenei di Firenze (23 brevetti), dell Aquila e Perugia (17 brevetti) - L università dell Aquila mostra anche la produttività più elevata dei docenti (8 brevetti per inventore) - Infine, il San Raffaele si caratterizza per il più alto tasso di partecipazione dei suoi docenti all attività brevettuale (IDI=13) 21
7. Gli atenei italiani in un confronto internazionale (1) - Obiettivo: estendere l analisi dei brevetti accademici vista per l Italia ad altri Paesi Europei quali Francia e Svezia - Confrontando la specializzazione tecnologica della brevettazione accademica nei tre paesi emergono i seguenti risultati: * Italia e Francia mostrano specializzazioni molto simili, con una grande rilevanza delle tecnologie chimiche e farmaceutiche * In Svezia, invece, la Chimica ha un peso molto inferiore, mentre le tecnologie legate all Elettronica hanno una quota che si aggira intorno al 30%, più del doppio rispetto agli altri due paesi * In tutti e tre i paesi l università risulta specializzata negli Strumenti scientifici e di misura, nella Chimica e nella Farmaceutica 22
7. Gli atenei italiani in un confronto internazionale (2) * Le università in tutti e tre i paesi risultano de-specializzate nei Processi industriali, nella Meccanica/Trasporti e nei Beni di Consumo * L unica classe ad assumere valori significativamente diversi nei tre paesi è l Elettronica, dove: A) l università svedese vanta una chiara specializzazione B) l università italiana si muove in linea con il dato nazionale C) l università francese risulta de-specializzata: un dato, quest ultimo, che dipende soprattutto dalla forte specializzazione nazionale in questo settore * I dati sulla specializzazione sono influenzati dalla composizione dei brevetti accademici delle maggiori università di ciascun paese 23
7. Gli atenei italiani in un confronto internazionale (3) * In tutti e tre i paesi considerati, infatti, la distribuzione dei brevetti è concentrata in pochi atenei * In Italia e Svezia, i sei maggiori atenei producono più del 50% dei brevetti accademici totali * In Francia, i sei maggiori atenei producono più del 30% dei brevetti accademici totali 24