RELAZIONE SUL PERCORSO ESPERIENZIALE (prof. Trinchero) Ins. Margherio Guglielmina. Scuola Primaria di Mazzè. Classe Seconda. Anno scolastico 2013-2014 Gli incontri con il prof. Trinchero sono stati molto utili per promuovere competenze con i propri allievi. Nel progettare l attività didattica pertanto ho seguito il modello di ciclo esperienziale proposto, ma ho anche tenuto conto di alcune indicazioni : Partire da problemi tratti dal mondo reale dello studente. Mettere nella situazione di saper leggere e riflettere sul problema con un ruolo attivo e costruttivo. Imparare a scuola per poter vivere meglio la vita quotidiana, ma non si impara se non si è in Situazione. (pensata, preparata, vissuta, discussa ) Promuovere e guidare la riflessione sull esperienza perché non si impara dalla sola esperienza. Lavorare in gruppo perché ciò che non possiamo imparare da soli, possiamo impararlo insieme. Cercando di seguire queste linee guida ho ideato un percorso matematico in due unità didattiche sul concetto di Metà. Fare la metà è un espressione di uso comune nella vita di tutti i giorni, applicata in vari contesti, ma a volte in modo approssimativo e poco matematico ( per esempio si dice al bambino di fronte ad un piatto di minestra di mangiarne la metà.). Lavorando con i bambini mi sono accorta ancora di più di come viene vissuto questo concetto. Le unità di lavoro che presento sono: 1. UNO A META 2. LA META DI 1 EURO. Allego il modello di ciclo di apprendimento esperienziale a cui farò riferimento per illustrare ciascuna delle due esperienze.
UNO A META 0 La classe di 15 alunni è stata suddivisa in gruppi di 3 alunni ciascuno ed ogni gruppo ha ricevuto: un arancia, un cordino, un pacchetto di figurine chiuso, una figura in cartoncino blu a forma di quadrato, una figura in cartoncino rosso a forma di romboide, un pacchettino di biscotti. Consegna : Fare la metà di ognuno degli oggetti. 1 Gli alunni hanno trovato praticamente soluzioni per fare a metà il materiale dato. Osservazioni su questa fase di lavoro: i gruppi hanno lavorato in modo diverso. Alcuni, dopo aver chiesto forbici e coltello idonei, hanno tagliato rapidamente a metà tutto, l arancia, ma anche il pacchetto di figurine senza aprirlo; la metà è stata fatta senza riflettere ottenendo due parti visibilmente differenti. Alcuni non hanno concluso il lavoro per problemi di relazione all interno del gruppo: prevaricazione, litigio, isolamento, discussioni inconcludenti e sono dovuta intervenire parecchio. Altri però hanno trovato soluzioni valide: sbucciare l arancia e poi dividerla a spicchi, quindi contarli; aprire il pacchetto di figurine, contarle e distribuirle in parti uguali; misurare il cordino con il righello e fare un segno a metà; disegnare linee sulle figure, piegarle, ritagliarle, sovrapporle. Ecco come è stato dimezzato il romboide. 2 Un alunno di ogni gruppo, da me scelto, è diventato relatore e ha raccontato le difficoltà incontrate, le strategie usate, le soluzioni trovate alla classe. Così le idee di alcuni vengono valorizzate ed apprezzate anche dai componenti degli altri gruppi. 3 Giunto il momento di trovare i punti di forza ed i punti di debolezza del lavoro svolto si sono affrontati prima i problemi relazionali, poi si sono valutate e discusse le soluzioni trovate. 4Ricerca di soluzioni ottimali. Per cercare di risolvere i problemi relativi al lavoro in gruppo, sono state condivise con i bambini queste regole: Occorre parlare sottovoce. Non bisogna bisticciare, voler fare tutto o non voler fare niente. Bisogna collaborare, fare un po ciascuno. Bisogna ascoltarsi e decidere insieme. Bisogna decidere insieme cosa dirà il relatore alla classe. L esperienza è quindi stata un valido stimolo alla riflessione. Per l aspetto didattico le soluzioni migliori al problema hanno portato alla stesura del seguente testo, scritto prima alla lavagna e poi trascritto sul quaderno. Fare la metà vuol dire dividere in due parti perfettamente uguali. A volte si taglia, si piega, si misura, ma non basta, perché dopo bisogna controllare che le due parti combacino perfettamente. Altre volte tagliare non è la soluzione migliore perché bisogna contare e fare in modo che le due parti abbiano la stessa quantità, lo stesso numero.
5 Nei giorni successivi è stata proposta agli allievi una scheda mirata in cui dovevano individuare solo le figure tagliate a metà e colorarne la metà. Sono anche stati assegnati esercizi su quantità e numeri da dimezzare. Gli esercizi sono stati svolti bene da quasi tutti gli alunni. LA META CON L EURO Dopo 3 settimane, quando ormai i bambini sanno lavorare bene sulla metà di quantità e numeri viene presentata la seconda attività sempre seguendo il modello esperienziale del prof. Trinchero. 0 Viene data la seguente situazione problematica. LA META CON L EURO Carla e Paola hanno una sola moneta da 1 euro. Vogliono fare la metà. Sono al supermercato e decidono di chiedere alla cassiera un cambio. Disegna la situazione, usa un fumetto per scrivere la richiesta fatta alla cassiera: puoi iniziare dicendo Buongiorno signora, per favore posso avere 1 Lavoro a coppie per cercare la soluzione e disegnare il fumetto. 2 Un bambino per gruppo-coppia, da me scelto (quello più debole ) ha relazionato il lavoro svolto alla classe. Il lavoro è stato veramente interessante e valido. Tipi di errori più comuni: Do un euro a Carla ed un euro a Paola Penso sia un problema che non si può risolvere. Do alcuni centesimi ad una e alcuni centesimi all altra, ma non faccio parti uguali. Do una moneta da 2 uero a Carla ed anche a Paola. Molti riescono a risolvere in modo corretto e a disegnare la situazione con parole e particolari appropriati. Ecco un esempio:
3 Si individuano i punti di forza e di debolezza e si trova la soluzione ottimale Si parla di cambio e di uguale valore Per alcuni bambini cambiare vuol dire dare una cosa e prenderne un altra senza porsi il problema del valore. Dopo aver discusso si giunge a queste osservazioni trascritte alla lavagna e sul quaderno. Fare un cambio vuol dire dare alla cassiera dei soldi e ricevere lo stesso valore, ma in un altro modo. Non guadagno e non perdo niente. Carla e Paola vogliono fare la metà di 1 euro. Si può perché un euro vale 100 centesimi. Infine la cassiera dà 50 centesimi a testa, cioè una moneta da 50 a Carla e una moneta da 50 a Paola. 4 e 5 Si cercano e si sperimentano altre soluzioni per cambiare un euro, utilizzando anche praticamente le monete. Carla: 5 monete da 10 cent 5 X 10 = 50 Paola 5 monete da 10 cent 5 X 10 = 50 Oppure: 20 cent + 20 cent + 10 cent a ciascuna. Oppure: 50 monetine da 1 cent a ciascuna Considerazioni: Aspetti di debolezza: problemi relazionali e di mancata collaborazione durante il lavoro in gruppo. Difficoltà nell ascolto delle esperienze.durante l esposizione delle soluzioni, alcuni bambini partecipano, discutono ed ascoltano, altri non partecipano, ma ascoltano, molti però non riescono a mantenere l attenzione o non sono sufficiente motivati all ascolto dei coetanei. (E vero che siamo solo in seconda.) Aspetti di forza: Stimolo per il lavoro collaborativo e per la crescita come gruppo classe (Sicuramente hanno bisogno di esperienze di questo tipo, ma quanto tempo occorre dedicare a risolvere dispute di ogni genere!) Trascrizione con un linguaggio condiviso e costruito con i bambini, quindi alla loro portata, sicuramente più efficace di un argomentazione costruita solo dall insegnante, anche se matematicamente corretta. Aumentata fiducia nelle proprie capacità perché tutte le soluzioni vengono ascoltate ed è a poco a poco che quelle sbagliate e senza senso lasciano il posto a quelle efficaci, senza che ci siano giudizi negativi. Ruolo dell espositore affidata al bambino più debole del gruppo che così viene coinvolto e stimolato: alcuni bambini che, inizialmente erano restii a relazionare, hanno poi apprezzato questo ruolo e hanno chiesto autonomamente, alle insegnanti di classe, di diventare relatori in altre occasioni. E capitato che il relatore volesse parlare per mettersi in mostra senza saper cosa dire e senza essere il portavoce del lavoro fatto; in questa situazione I bambini hanno iniziano a rendersi conto della responsabilità che ha il relatore, ma anche della necessità di parlarsi per concordare cosa dire. CONCLUSIONE Questa metodologia è efficace e facilmente applicabile anche nella quotidianità. Oltre alle due esperienze riportate, progettate con cura, ho scoperto,con piacere, che questo tipo di apprendimento può essere anche improvvisato. Si tratta in questo caso di coinvolgere gli alunni nella ricerca di soluzioni ad una situazione problematica reale che si presenta, senza dare risposte preconfezionate ed immediate. Così, individuato il problema, li divido in gruppi, do una consegna mirata e stimolante, chiedo di disegnare, fare schemi, argomentare e poi esporre; insieme si trova la soluzione ottimale che viene condivisa e utilizzata da tutti. Penso che continuerò ad applicare l apprendimento esperienziale che aiuta i bambini, ma mi aiuta anche a migliorare il mio modo di lavorare con maggiore attenzione verso atteggiamenti e metodologie.