Sigla deliverable DG1



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Realizzazione Studi di Settore al fine di facilitare l'emersione di cluster di imprese operanti nel settore ICT Intervento SD07B) CLUOS Sigla deliverable DG1 Specificità della presenza di Grandi Imprese ICT in Campania e ruolo assunto nella formazione dei cluster Dipartimento di Ingegneria Data 21.06.08 Pagina 1 di 122

Indice 1. Premessa... 4 2. Le agglomerazioni di imprese ed i cluster Hi-Tech... 6 2.1. Introduzione... 6 2.2. Definizione di cluster ai fini del report... 6 2.3. Agglomerazioni territoriali ed elementi costitutivi del Cluster... 8 2.4. I vantaggi di un cluster...10 2.5. L evoluzione dei cluster...12 2.6. Fattori di successo di un cluster e loro misura...13 2.7. Descrizione dei cluster High-Tech...16 3. Esempi di cluster di successo nelle ICT...18 3.1. Introduzione...18 3.2. Silicon Valley...18 3.2.1. Il capitale umano e la nascita delle grandi imprese...18 3.2.2. Il ruolo delle università...25 3.2.3. Il ruolo della conoscenza...29 3.2.4. Il ruolo dei Venture Capitalist...31 3.2.5. Conclusioni...32 3.3. Il cluster tecnologico di Cambridge...34 3.3.1. Introduzione...34 3.3.2. Le origini del distretto...35 3.3.3. Il ruolo dell Università di Cambridge...39 3.3.4. Il cluster di Cambridge...41 3.3.5. La cultura manageriale ed il ruolo delle grandi imprese...42 3.3.6. Conclusioni...44 3.4. Silicon Wadi...45 3.4.1. Introduzione...45 3.4.2. Le origini del successo...46 3.4.3. Lo sviluppo del cluster...50 3.4.4. Conclusioni...53 3.5. Il cluster Finlandia: il ruolo delle grandi imprese (NOKIA)...54 3.6. I distretti tecnologici in Italia (Torino Wireless, Sardegna ICT)...58 3.6.1. Il distretto tecnologico Torino Wireless in Piemonte...58 3.6.2. Le attività del distretto ed il ruolo della fondazione Torino Wireless 60 3.6.3. Il distretto Sardegna ICT...61 3.7. Conclusioni...63 4. Le grandi imprese ICT in Campania...66 4.1. Introduzione...66 4.2. Il caso STMicroelectronics...69 4.2.1. L azienda...69 4.2.2. L insediamento in Campania...71 4.2.3. Attività, tecnologie, risorse e mercati di sbocco della sede campana 72 4.2.4. Rapporti con le università ed altre istituzioni...75 4.2.5. Conclusioni...78 4.3. Il caso EDS...79 4.3.1. L azienda...79 4.3.2. L insediamento in Campania...80 4.3.3. Attività, tecnologie, risorse e mercati di sbocco della sede campana 81 4.3.4. Rapporti con le università ed altre istituzioni...83 Pagina 2 di 122

4.3.5. Conclusioni...84 4.4. Il caso Seven One Solution...86 4.4.1. L azienda...86 4.4.2. L insediamento in Campania...87 4.4.3. Attività, tecnologie, risorse e mercati di sbocco della sede campana 88 4.4.4. Rapporti con le università ed altre istituzioni...91 4.4.5. Conclusioni...92 4.5. Il caso T-Systems Italia...93 4.5.1. L azienda...93 4.5.2. L insediamento in Campania...94 4.5.3. Attività, tecnologie, risorse e mercati di sbocco della sede campana 94 4.5.4. Rapporti con le università ed altre istituzioni...96 4.5.5. Conclusioni...96 4.6. Il caso TELECOM ITALIA...97 4.6.1. L azienda...97 4.6.2. L insediamento in Campania...99 4.6.3. Attività, tecnologie, risorse e mercati di sbocco delle sede campana 99 4.6.4. Rapporti con le università ed altre istituzioni...101 4.6.5. Conclusioni...102 5. Modelli di cluster nel settore ICT...103 5.1. Distretti industriali e cluster...103 5.2. Modelli di cluster...104 5.3. Emersione e sviluppo del cluster...107 5.4. L intervento pubblico e le politiche di sostegno al cluster...108 5.5. Proposte per un cluster Hi-Tech in Campania...110 5.6. Conclusioni...114 Bibliografia...117 6. Indice delle Figure...121 7. Indice delle Tabelle...122 Pagina 3 di 122

1. Premessa L oggetto di tale deliverable è quello di proporre dei modelli di cluster nel settore ICT per la regione Campania e lo studio del possibile ruolo che la grande impresa possa assumere affinché tale cluster si sviluppi. Tale deliverable rappresenta l ultimo anello di un percorso di analisi che ha avuto inizio nei deliverable DM2 e DM4. Questi ultimi costituiscono le premesse metodologiche sulla base delle quali sono state condotte le analisi contenute nel deliverable in esame. In particolare, il deliverable DM2 ha come oggetto la definizione del settore ICT per la regione Campania ed il deliverable DM4 quello di illustrare la metodologia adottata per individuare le grandi imprese ITC presenti nel settore. Tali imprese costituiscono l oggetto di analisi di questo deliverable. In particolare una volta individuate le grandi imprese ICT presenti in Campania, queste imprese hanno sono state oggetto di una ricerca empirica sulla base della quale si è cercato di analizzare quale potrebbe essere il ruolo che le stesse dovrebbero assumere al fine di facilitare l emersione di un cluster Hi-Tech nella regione Campania. Il contenuto di tale deliverable può essere così sintetizzato. Nel primo capitolo viene proposta una rassegna sulla letteratura sui cluster e sulle agglomerazioni di imprese ripercorrendo le varie definizioni che nel corso del tempo gli studiosi hanno attribuito a tale fenomeno. Successivamente (secondo capitolo) sono stati analizzati i principali cluster Hi-tech a livello internazionale ripercorrendo le ragioni storiche che hanno portato allo sviluppo del cluster nonché le caratteristiche insite in ciascuno di essi che li contraddistinguono l uno dagli altri. Nel terzo capitolo vengono illustrati i principali risultati che sono emersi dall indagine avente ad oggetto le grandi imprese ICT individuate attraverso la metodologia illustrata nel deliverable DM4. Pagina 4 di 122

In particolare sono stati redatti 5 case study aventi ad oggetto le realtà più significative per il contesto campano. In questi case study vengono non solo spiegate le ragioni storiche che hanno portato tali imprese ad insediarsi sul territorio campano ma anche le competenze ICT di cui dispongono, i rapporti che hanno con le università ed i centri di ricerca ed infine la loro disponibilità a collaborare congiuntamente con gli altri attori del sistema campano delle ICT. Nel quinto ed ultimo capitolo vengono illustrati alcuni suggerimenti metodologici che le autorità locali dovrebbero tenere conto nell ambito ai fini dell adozione di politiche regionali finalizzate a far sì che un aggregazione territoriale di imprese Hi-Tech possa manifestare appieno i vantaggi che essa comporta in termini di sviluppo dell economia locale. In particolare viene analizzato il ruolo che la grande impresa ICT potrebbe assolvere in tale processo di aggregazione e le linee di policy che le istituzioni locali dovrebbero intraprendere per assicurare che ciò avvenga nel pieno raggiungimento degli obiettivi comuni a tutti gli attori del cluster. Pagina 5 di 122

2. Le agglomerazioni di imprese ed i cluster Hi-Tech 2.1. Introduzione In questa sezione verranno, in un primo momento, passate in rassegna le principali definizioni di cluster che nel corso degli anni sono state adottate da economisti ed esperti di settore. Successivamente verranno analizzate da un punto di vista teorico le principali caratteristiche tipiche di un cluster industriale, la sua evoluzione ed i vantaggi che queste aggregazioni di imprese apportano all economia locale e non. 2.2. Definizione di cluster ai fini del report I primi studi sui cluster industriali risalgono al contributo di Marshall (1920) sulle economie di localizzazione. Da allora molti economisti industriali, come Porter, Sabel e Krugman, si sono interessati al fenomeno, considerato uno dei fattori chiave per la crescita economica e la competitività. In merito ai fattori che contribuiscono alla nascita dei cluster industriali, Rosenfeld (1997) enfatizza l importanza dell infrastruttura sociale, dei flussi di informazione e della collaborazione tra le imprese, e definisce un cluster come una concentrazione geograficamente delimitata di attività collegate o complementari, comprendente canali attivi per le transazioni economiche e la comunicazione tra le imprese, che condividono infrastrutture specializzate, mercati e servizi, e si ritrovano ad affrontare le stesse minacce ed opportunità. Una definizione che va più in profondità è quella fornita da Jacobs e De Long (1996), in quanto prende in considerazione oltre al raggruppamento spaziale e geografico delle attività economiche, anche le relazioni orizzontali e verticali tra diversi settori industriali, la presenza di un attore che abbia un ruolo centrale nello sviluppo del Pagina 6 di 122

cluster, la cooperazione tra le imprese ed il ruolo dell interazione sociale. Anche Porter e Schwab (2002) sottolineano l importanza delle relazioni sia verticali (con clienti e fornitori) sia orizzontali (con altre imprese del cluster), definendo questa tipologia di agglomerazione industriale come una concentrazione geografica di imprese interconnesse, fornitori specializzati, fornitori di servizi, imprese appartenenti a settori industriali tra loro collegati ed istituzioni associate, che competono ma al tempo stesso cooperano. Ai fini del report risulta interessante analizzare le agglomerazioni regionali di imprese. Secondo Porter (1990), un cluster regionale è la concentrazione di imprese indipendenti in una piccola area geografica in una particolare regione. In riferimento ai fattori che sono alla base della nascita e dello sviluppo dei cluster industriali, in particolare di quelli regionali, molti economisti ritengono che essi siano legati a particolari condizioni locali, come ad esempio le caratteristiche della domanda locale (Enright, 1993); altri riconoscono l importanza delle economie esterne, della divisione locale del lavoro, dell influenza delle strutture sociali sul clima competitivo locale (Piore e Sabel, 1984). Ad ogni modo, è opinione comune che non esiste una legge generale sulle modalità di sviluppo dei cluster. Tra i fattori più comunemente riconosciuti è possibile indicare i seguenti: - Presenza di un impresa leader intorno alla quale crescono altre imprese. L esempio tipico è fornito dalla Silicon Valley (Porter, 1998); - Investimenti in ricerca e sviluppo. La presenza di laboratori di ricerca è responsabile della nascita di cluster ad alta intensità di conoscenza (Porter, 1998); - Domanda locale e tipologia del mercato sono ritenuti responsabili della nascita di cluster che ottengono solo in seguito un elevato livello di competitività internazionale. Pagina 7 di 122

Una interessante classificazione delle tipologie di cluster è quella che si basa sullo stadio di sviluppo del cluster (Enright, 2001); a tale proposito si distinguono: - I cluster potenziali, caratterizzati dall esistenza di opportunità ed elementi chiave per lo sviluppo che non sono ancora sfruttati completamente; - I cluster latenti, costituiti da un elevato numero di imprese che però hanno un basso livello di interazione dovuto alla mancanza di fiducia, ad una bassa cooperazione e ad elevati costi di transazione; - I working cluster, che rappresentano agglomerazioni completamente sviluppate che operano in maniera interdipendente. Sulla base delle definizioni e delle classificazioni presenti in letteratura, l analisi delle caratteristiche delle Grandi Imprese ICT campane è volta dunque ad individuare l esistenza di fattori che possano favorire la nascita e lo sviluppo di cluster a livello regionale. A tale scopo nel seguito si illustrano le principali caratteristiche e quelli che sono ritenuti i più importanti fattori per il successo di un cluster. 2.3. Agglomerazioni territoriali ed elementi costitutivi del Cluster In termini di relazioni interorganizzative, è possibile distinguere diverse tipologie di agglomerazioni regionali di imprese: 1. le classiche aree metropolitane (come ad esempio Parigi o Londra) con un alto livello di attività economica in generale; 2. i sistemi di produzione regionali, costituiti nella maggior parte dei casi da industrie affini o comunque basate su tecnologie simili, che hanno come obiettivo principale la massimizzazione dell efficienza, essendo caratterizzati da piccole dimensioni e basse quote di mercato; 3. le regioni imprenditoriali, con un elevata concentrazione di Pagina 8 di 122

nuove imprese; si tratta di regioni economicamente floride che non necessariamente formano un cluster; 4. i cluster, caratterizzati da imprese agglomerate sulla base dell utilizzo di tecnologie simili. In molti casi si tratta di imprese che lottano per realizzare prodotti knowledge-based, il cui obiettivo principale non è una produzione standardizzata (di massa), né il raggiungimento di efficienza ed efficacia nei costi, bensì innovazione e crescita. In generale si possono individuare i seguenti elementi costitutivi di un cluster: 1. le istituzioni; 2. l infrastruttura e il contesto socio-economico della regione; 3. l attrattività del cluster. Le principali istituzioni di un cluster si individuano nelle seguenti: imprese collegate o di supporto. L esistenza di piccole imprese in fase di crescita comporta dinamiche locali all interno del cluster; imprese emergenti, per esempio sulla base di nuove tecnologie, necessitano di collaborare con altri attori del cluster. In tal modo si crea un elevato livello di attività. Nello stesso tempo aziende multinazionali che competono a livello mondiale introducono nuove risorse di capitale ed informazioni riguardo agli sviluppi di nuovi prodotti all interno del cluster; comunità di ricerca. Molti cluster sono nati nei pressi di università ed istituti di ricerca; spesso, infatti, istituti di ricerca privati collaborano con università pubbliche e/o altre imprese. Un altro gruppo di comunità di ricerca è costituito dai dipartimenti industriali di ricerca e sviluppo; istituzioni finanziarie. I cluster costituiscono l ambiente ideale per la crescita degli affari. Molti investitori istituzionali trovano in essi potenziali opportunità di investimento; Pagina 9 di 122

governo. Le agenzie governative facilitano i rapporti tra le imprese del cluster e gli attori politici ed amministrativi. Le istituzioni locali spesso supportano le pubbliche relazioni del cluster a livello internazionale e/o forniscono specifica assistenza alle imprese emergenti; imprese di servizi. Forniscono servizi di supporto alle imprese appartenenti al cluster, quali ad esempio servizi di segreteria, finanziari, di stampa. Inoltre facilitano i rapporti con gli stakeholder esterni. Il secondo elemento costitutivo di un cluster è rappresentato dall infrastruttura della regione. Questa include l accessibilità fisica al cluster (strade, aeroporti, stazioni ferroviarie) e l infrastruttura tecnica (disponibilità di reti a banda larga, ad esempio). Un altro fattore importante è il contesto socio-economico. In molti casi questo dipende anche dal sistema legislativo (sistema di tassazione, disponibilità di capitali, possibilità di investimenti). Il terzo elemento costitutivo riguarda la capacità del cluster di attrarre personale qualificato. Questa dipende da diversi fattori, quali la presenza di scuole per un educazione di elevata qualità, di club ed istituzioni culturali per attività del tempo libero, la possibilità di impiego per gli altri membri della famiglia. Il numero e la qualità degli impiegati con diverse esperienze è molto importante per le dinamiche di un cluster; inoltre queste caratteristiche attraggono personale altamente qualificato a livello internazionale. 2.4. I vantaggi di un cluster Secondo il rapporto Structure of the Software, Systems, and IT Services Industries in the European Union (2006), realizzato da CapGemini, per le imprese che operano all interno di un cluster regionale si possono individuare alcuni fondamentali vantaggi: Pagina 10 di 122

la prossimità delle imprese comporta l affluenza di personale specializzato da altre regioni e settori; di conseguenza le imprese appartenenti ad un cluster possono accedere più facilmente al mercato dei lavoratori e dei fornitori; la collaborazione di imprese vicine comporta l utilizzo comune di servizi e/o la realizzazione di progetti e processi congiunti, come ad esempio l approvvigionamento collaborativo; all interno dei cluster la disponibilità di informazioni (formali ed informali) e di tecnologie (infrastrutture a banda larga, servizi IT) è generalmente elevata. Tutto questo comporta un incremento della produttività delle imprese e delle possibilità di esplorazione di nuove aree di business. Inoltre gli incontri e gli scambi di informazioni per la creazione di nuove alleanze sono semplificati in quanto non necessitano di grandi spostamenti. Grazie alla concentrazione locale di imprese, le informazioni riguardo alla crescita delle imprese, alla creazione di alleanze ed allo sviluppo del mercato, sono facilmente reperibili; inoltre le barriere di ingresso ai mercati sono più basse. In definitiva, il principale vantaggio di un cluster può essere considerato l accresciuto livello di innovazione. In effetti, le imprese di un cluster: hanno una migliore visione del mercato rispetto ai propri concorrenti che sono regionalmente isolati; il continuo dialogo con i partner, i fornitori ed i clienti permette di avere una comprensione più profonda; utilizzano collegamenti sia formali che informali per acquisire conoscenza sulle nuove tecnologie; possono mettere in comune le risorse utili per la ricerca e sviluppo. Sebbene i cluster si concentrino in piccole aree geografiche, i cluster Pagina 11 di 122

di successo innovano e competono a livello mondiale. Per questo motivo, quando si parla di competitività mondiale, essi costituiscono un importante fattore da tenere in considerazione. 2.5. L evoluzione dei cluster Lo sviluppo nel tempo e le dinamiche sia interne che esterne di un cluster costituiscono da sempre una questione aperta. In generale i cluster necessitano di dieci o più anni per svilupparsi e guadagnare un vantaggio competitivo a livello mondiale (Rapporto CapGemini, 2006). Nascono inizialmente come piccoli nuclei di imprese che a volte si trovano per caso localmente vicine; naturalmente, devono esistere fattori di supporto alla nascita del cluster, come l ambiente naturale e l infrastruttura. Il grado di interazione tra gli attori del cluster è molto basso all inizio; elementi di sviluppo, quali la disponibilità di capitali di rischio, lo sviluppo di prodotti innovativi, o la fertile collaborazione tra le imprese, innesca importanti dinamiche che possono portare all acquisizione di vantaggio competitivo. Se il grado di interazione raggiunge livelli elevati, la collaborazione tra le imprese ed altre istituzioni diventa più organizzata, l interazione diventa più pianificata e formale. In tal modo il processo si intensifica: successi commerciali stimolano altri successi commerciali, i prodotti innovativi di un impresa spronano servizi innovativi di altre imprese, nuovo personale specializzato è attratto verso quei cluster che sono portatori di nuovi metodi ed idee. Questi processi cumulativi si sviluppano a diversi livelli: contatti individuali; collaborazione istituzionale tra imprese, istituti di ricerca, etc.; dialogo pubblico: l evoluzione dei cluster diventa argomento di eventi pubblici, articoli di stampa etc. Pagina 12 di 122

Con il passare degli anni, la cooperazione tra le imprese del cluster migliora l efficienza economica di tutti i partner. Inoltre l investimento di grandi imprese multinazionali nei cluster aumenta l affluenza di impiegati provenienti da altre nazioni e favorisce il dialogo internazionale. 2.6. Fattori di successo di un cluster e loro misura Per capire se, a partire dalle singole imprese localizzate in una determinata regione, è possibile far emergere un cluster, e quindi un agglomerazione di imprese le cui performance risultino maggiori della somma delle prestazioni delle singole parti, è necessario individuare quali sono quei fattori, se esistono, che contribuiscono al successo del cluster. Come evidenziato nel già citato rapporto CapGemini (2006), si possono individuare tre fattori di successo fondamentali per un cluster regionale. 1. I cluster di successo sono sempre reti socio-economiche. Questo indica che i cluster sono reti caratterizzate da parametri, come il governo d impresa, basati sulle relazioni sociali, sulla fiducia, sulla condivisione delle risorse. Le relazioni sociali sono la base per un flusso di informazioni ottimale. In altre parole, il concetto di cluster si poggia su una più ampia e più dinamica nozione di competizione tra imprese. I collegamenti all interno di un cluster influenzano la crescita e l innovazione molto più delle singole imprese. La teoria dei cluster si concentra sull eliminazione delle restrizioni alla produttività, sulla collaborazione tra le imprese e sull innovazione. Inoltre essa enfatizza i miglioramenti dinamici piuttosto che la condivisione del mercato (Porter 2002; Swann 2004). 2. I cluster di successo sono sempre specializzati. La specializzazione può avvenire per specifici settori, tecnologie o Pagina 13 di 122

attività. È un requisito fondamentale in quanto l innovazione è il risultato dello scambio di informazioni e della collaborazione, che entrambi hanno senso all interno di una specifica area di conoscenza. 3. La vicinanza è molto importante per il successo di un cluster, non solo in termini di prossimità spaziale tra le imprese, ma anche intermini di intensità dei rapporti con i clienti, in modo da fornire prodotti e servizi conformi alle esigenze. Nella figura seguente sono mostrati alcuni fattori chiave per il successo di un cluster. I più importanti risultano essere la rete di alleanze, la tecnologia innovativa e la disponibilità di capitale umano. Figura 1 Fattori critici di successo per un cluster individuati in letteratura (in percentuale degli articoli che menzionano tali fattori come di successo) Rete di alleanze Tecnologia innovativa Capitale umano Infrastruttura fisica Presenza di grandi imprese Imprenditorialità Accesso ai finanziamenti Servizi specializzati Accesso ai mercati Accesso ai servizi di Concorrenza Accesso alle informazioni Reti di comunicazione Leadership Disponibilità ICT Impatti economici esterni 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 Fonte: Elaborazione CLUOS da CapGemini (2006) Nel corso dei diversi stadi di evoluzione di un cluster, i fattori critici di successo assumono diversa importanza. Di conseguenza, il successo di un cluster non dovrebbe essere misurato con lo stesso indicatore nel tempo, ma deve essere adattato alla fase di evoluzione. Se il nucleo di un cluster è ad esempio il dipartimento di Ricerca e Sviluppo di una rinomata università, un possibile indicatore è dato dallo sviluppo del cluster intorno ad una nuova tecnologia. Un campione di possibili fattori di successo può fornire indicazioni Pagina 14 di 122

riguardo alla forza del cluster. Di seguito vengono indicati in ordine di importanza tali fattori: prossimità (indice di concentrazione); frequenza dei contatti fisici (face-to-face); accesso alle informazioni (affidabili, corrette, tempestive); senso di collettività; miglioramenti qualitativi e quantitativi della produttività; innovazioni qualitative e quantitative; frequenza di nuovi prodotti e servizi delle imprese; mobilità del personale (all interno del cluster); collaborazione esplicita; Libero flusso delle informazioni. Di seguito sono inoltre elencati alcuni indicatori di performance dei cluster (CapGemini, 2006): numero di imprese emergenti (derivate, esterne); creazione di lavoro (all interno/all esterno del cluster); crescita annuale (interna, esterna); importanza nell economia nazionale (dimensione); esportazione (nazionale, internazionale, mondiale); investimenti delle imprese locali in imprese esterne; presenza di imprese estere (Joint Ventures, etc.); brevetti; bresenza di un marchio proprio; sviluppo di nuovi prodotti e/o processi (assenza di concorrenti/imitatori); concorrenza basata sulla differenziazione. Pagina 15 di 122

2.7. Descrizione dei cluster High- Tech Quando si parla di cluster High-Tech si fa riferimento alle agglomerazioni spaziali di attività ad alto contenuto tecnologico, che si distinguono da quelle specializzate nella produzione di beni tradizionali con tecnologie standardizzate. Un esempio di cluster High-Tech è costituito da imprese di software, sistemi e servizi IT. In generale, esistono pochi esempi di cluster costituiti da imprese che si occupano solo di software. Nella maggior parte dei casi tali imprese fanno parte di un più ampio cluster ICT. Per capire le relazioni tra le imprese che appartengono ad un cluster High-Tech, consideriamo la catena del valore dello sviluppo di un software (Figura 2). Figura 2: Catena del valore di un cluster high-tech Fonte: elaborazione CLUOS da CapGemini (2006) I confini del cluster (1) comprendono imprese provenienti da diversi settori High-Tech; in questo caso è possibile parlare di cluster multisettoriale. Le imprese di software (2) spesso sono racchiuse in un più ampio Cluster High-Tech regionale, mentre le imprese di servizi IT (3) sono generalmente imprese di supporto, ossia non costituiscono un Pagina 16 di 122

cluster autonomo. Ulteriori imprese di supporto (4) operano a monte del cluster per facilitare lo sviluppo del software, mentre a valle troviamo imprese clienti/utilizzatrici (5). Ulteriori imprese (equivalenti) (6) si collocano all interno della catena del valore e dell infrastruttura di supporto. Secondo il rapporto CapGemini (2006), esiste una scarsa evidenza statistica riguardo alla percentuale della creazione di valore derivante dalla produzione di tecnologie informatiche o specificamente di software all interno del cluster. Il motivo principale è che le tecnologie informatiche si prestano ad un utilizzo generalizzato. Infatti sono tecnologie abilitanti che vengono applicate in tutti i settori dell economia. Inoltre le imprese solitamente non raccolgono né pubblicano dati sul valore creato dalla produzione di software, per cui se tali dati sono disponibili, generalmente si basano su stime. Pagina 17 di 122

3. Esempi di cluster di successo nelle ICT 3.1. Introduzione In questa sezione descriveremo gli elementi essenziali dei principali cluster industriali nel panorama internazionale sottolineando le determinati del loro successo. In particolare, coerentemente con gli obiettivi del deliverable, analizzeremo il ruolo che le grandi imprese hanno avuto nel processo di formazione e di sviluppo del cluster. 3.2. Silicon Valley 3.2.1. Il capitale umano e la nascita delle grandi imprese L area geografica che va sotto il nome di Silicon Valley 1 rappresenta senza ombra di dubbio l esempio di maggiore successo di cluster industriale ad alta tecnologia. Con tale nome si fa riferimento ad una vasta zona geografica (circa 1300 chilometri quadrati) situata nella Contea di Santa Clara, circa 70 km a sud di San Francisco e a 670 km a nord di Los Angeles. La popolazione della Silicon Valley è cresciuta del 450% passando pressappoco da 500 mila abitanti nel 1960 a circa 2,8 milioni di abitanti nel 2005. Sempre nel 2005 il 60% della popolazione attiva lavora nella Silicon Valley ed il reddito pro-capite, il più alto tra le città degli Stati Uniti d America, ammontava a circa 42.000 dollari. Le origini del successo di quest area geografica, in quanto promotrice di uno sviluppo tecnologico senza precedenti, risalgono ai primi anni trenta quando Frederick Terman, professore di ingegneria presso l Università di Stanford diede vita, contribuendo personalmente, alle prime grandi imprese Hi-Tech dell area. Il ruolo assunto da Terman fu quello di coinvolgere i suoi migliori 1 Il nome Silicon Valley fu utilizzato per la prima volta nel 1971 dal giornalista Don C. Hoefler, per indicare la fortissima concentrazione di imprese legate alla produzione di semiconduttori basati sul silicio. Pagina 18 di 122

studenti nello sviluppo di progetti ad alto contenuto tecnologico che traevano origine dagli ambienti di ricerca accademici. Tutto ciò avveniva attraverso la creazione di apposite imprese, il cui successo manifestato nel tempo fu da attribuirsi proprio agli stretti legami che le stesse conservarono con gli ambienti universitari di Stanford. Imprese quali: la Litton Industries (1932), la Hewlett-Packard (1937) e la Varian Associates (1948) sono state le prime forme di attività imprenditoriali di successo che hanno contribuito, almeno inizialmente, allo sviluppo e alla crescita economica della Silicon Valley, dando luogo ad una trasformazione radicale di un area contrassegnata prevalentemente da attività a carattere agricolo. Oggi la Silicon Valley è una delle aree geografiche del mondo a più alta concentrazione di imprese Hi-Tech. Tuttavia, la spinta decisiva verso una crescita sempre più vertiginosa avvenne nel corso della seconda guerra mondiale a causa della crescente domanda di equipaggiamenti elettronici richiesti dalle autorità governative per fini militari. Durante quel periodo e per gli anni che seguirono incominciò a diffondersi tra gli imprenditori, autorità governative ed istituti di ricerca un nuovo modo di condivisione e trasmissione delle informazioni basato su relazioni di tipo informali grazie alle quali fu possibile accrescere notevolmente il tasso di innovazione tecnologica i cui vantaggi economici, che da esso scaturivano, potevano essere condivisi da tutti gli attori coinvolti. Durante gli anni 50 e 60 si assistette, inoltre, ad una dislocazione verso la Silicon Valley di quei centri di ricerca facenti capo a quelle imprese che avevano localizzato le loro attività sulla costa orientale quali la Ibm, la Westinghouse, la Philco-Ford e la Sylvania. In questo periodo, infatti, ebbe inizio quella spinta all aggregazione tipica dei cluster tecnologici che si concretizzò attraverso una concentrazione di imprese Hi-Tech sia di nuova costituzione, sia precedentemente costituite in zone geografiche diverse dalla Silicon Valley. In quello stesso periodo il silicio fece il suo primo ingresso nella valle Pagina 19 di 122

di Santa Clara grazie a William Shockley 2, il quale insieme a Bardeen e Brittain 3 dopo aver sviluppato inizialmente i primi semiconduttori presso i Laboratori Bells di At&T sulla costa orientale, decise di spostarsi nella Contea di Santa Clara dando vita alla Shockley Semiconductor Laboratory con l intento di produrre e commercializzare semiconduttori. Un anno dopo la nascita di tale impresa (1957), otto dei migliori collaboratori di Shockley lasciarono la Shockley Semiconductor Laboratory per costituire una nuova impresa con l intento di sviluppare un progetto legato allo sviluppo di transistor a doppia diffusione di silicio al quale Shockley non aveva mostrato molto entusiasmo. Grazie all aiuto di una banca di investimenti di New York e a Sherman Fairchild, un ingegnere proprietario della Fairchild Camera and Instruments Corporation, il quale mostrò uno spiccato interesse per l idea portata avanti dagli otto ex-collaboratori di Shockley, questi diedero vita alla Fairchild Semiconductor Company, la quale acquisì, grazie soprattutto alla spinta in termini di domanda da parte dell aviazione americana, una posizione di leadership nella produzione di una tipologia di transistor molto più efficiente di quella già esistente. Tuttavia, l elemento cruciale che portò la Silicon Valley ad assumere un ruolo decisivo nell ambito dell innovazione tecnologica non fu esclusivamente la costituzione di un impresa a carattere sicuramente innovativo quale la Fairchild Semiconductor Company, bensì la generazione, ad opera di quest ultima, di una serie di operazioni di spin-out 4 che portarono alla nascita di diverse realtà imprenditoriali di 2 Precedentemente, i semiconduttori venivano prodotti in Texas e nella California del Sud. 3 I tre furono insigniti del premio Nobel per la Fisica nel 1956. 4 Con tale termine si è soliti indicare la costituzione di una nuova impresa ad opera di un gruppo di dirigenti/lavoratori di una data impresa, i quali abbandonando la loro azienda, danno vita ad una realtà imprenditoriale Pagina 20 di 122