EVALUATION ENVIRONNEMENTALE DES PLANS ET PROGRAMMES

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Union Européenne Programme Interreg IIIB FEDER Méditerranéen Occidental EVALUATION ENVIRONNEMENTALE DES PLANS ET PROGRAMMES Fase I STUDI A 1.3 ANALISI DELLE ESPERIENZE UTILI DI VALUTAZIONE AMBIENTALE DI PIANI E PROGRAMMI Regione Lombardia Junta de Andalucía Govern de les Illes Balears Generalitat de Catalunya Regione Emilia Romagna Regione Liguria Región de Murcia Regione Piemonte Regione Toscana Regione Autonoma Valle d Aosta 0

INDICE 1. PREMESSA 4 2. CRONOPROGRAMMA DELL ATTIVITA A1.3 5 3. GRIGLIA DI ANALISI DELLE ESPERIENZE UTILI DI VALUTAZIONE AMBIENTALE DI PIANI E PROGRAMMI 6 4. ELENCO DELLE ESPERIENZE UTILI 8 5. ANALISI DELLE ESPERIENZE UTILI 11 5.1 Elementi generali... 11 5.2 Il caso della Regione Autonoma Valle d Aosta... 16 6. REGIONE EMILIA-ROMAGNA 22 6.1 Valutazione Ambientale Strategica del Documento Unico di Programmazione dei Fondi Strutturali OB. 2, 2000-2006... 22 6.2 Valutazione di Sostenibilità Ambientale e Territoriale del Piano di Tutela delle Acque... 30 6.3 Valutazione di Sostenibilità Ambientale e Territoriale del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Parma... 38 6.4 Valutazione di Sostenibilità Ambientale e Territoriale del Piano Strutturale Comunale del Comune di Cavezzo... 50 7. REGIONE LIGURIA 57 7.1 Manuale per le Verifiche di Sostenibilità Ambientale delle Previsioni dei Piani Urbanistici Comprensoriali ai sensi della L.R. 4 settembre 1997, n.36... 57 7.2 Sostenibilità Ambientale del Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti della Provincia di Genova... 63 7.3 Analisi di Sostenibilità Ambientale del Piano della Gestione Integrata dei Rifiuti Urbani della Provincia di Imperia... 68 7.4 Analisi di Sostenibilità Ambientale del Piano per l Organizzazione del Sistema Integrato di Gestione dei Rifiuti Urbani nella Provincia della Spezia... 73 7.5 Studio di Sostenibilità Ambientale del Piano di Gestione dei Rifiuti Solidi Urbani della Provincia di Savona... 78 8. REGIONE LOMBARDIA 83 8.1 Valutazione Ambientale Strategica delle Alternative Gestionali del Piano per l Organizzazione dei Servizi di Raccolta, Riciclaggio, Recupero e Smaltimento dei Rifiuti Urbani e Assimilabili della Provincia di Cremona... 83 8.2 Proposta di Indirizzi per il Piano Regionale della Mobilità e dei Trasporti della Regione Lombardia... 89 9. REGIONE PIEMONTE 95 9.1 Valutazione Ambientale Strategica del Programma per le Olimpiadi Invernali del 2006... 95 10. REGIONE TOSCANA 113 10.1 Valutazione Ambientale Strategica del Documento Unico di Programmazione dei Fondi Strutturali OB. 2, 2000-2006... 113 10.2 Valutazione Ambientale del Piano Strutturale del Comune di Rosignano Marittimo... 119 1

11. REGIONE AUTONOMA VALLE D AOSTA 124 11.1 Valutazione di Impatto Ambientale del Piano Territoriale Paesistico della Valle d Aosta... 124 11.2 Valutazione di Impatto Ambientale del Piano Generale Regionale delle Attività Estrattive relative al Prelievo di Massi Naturali di Cava... 129 11.3 Valutazione di Impatto Ambientale del Piano Energetico Regionale della Valle d Aosta... 135 11.4 Valutazione di Impatto Ambientale della Variante n. 3 al Piano Regolatore Comunale di Antey-Saint-André... 140 11.5 Valutazione di Impatto Ambientale della Variante n. 2 al Piano Regolatore Comunale di Ayas... 146 11.6 Valutazione di Impatto Ambientale del Piano Regolatore Comunale di Champorcher... 151 11.7 Valutazione di Impatto Ambientale della Variante Specifica al Piano Regolatore Comunale di Courmayeur... 156 11.8 Valutazione di Impatto Ambientale della Variante Generale al Piano Regolatore Comunale di Doues... 161 11.9 Valutazione di Impatto Ambientale della Variante n. 1 al Piano Regolatore Comunale di Ollomont... 166 11.10 Valutazione di Impatto Ambientale del Piano Regolatore Comunale di Oyace... 172 11.11 Valutazione di Impatto Ambientale della Variante n. 1 del Piano Regolatore Comunale di Saint-Rhémy-En-Bosses... 177 11.12 Valutazione di Impatto Ambientale della Variante Generale al Piano Regolatore Comunale di Sarre... 183 11.13 Valutazione di Impatto Ambientale della Variante n. 4 del Piano Regolatore Comunale di Valtournenche... 189 11.14 Valutazione di Impatto Ambientale del Piano Urbanistico di Dettaglio Arco Augusto (Aosta)... 195 11.15 Valutazione di Impatto Ambientale del Piano Urbanistico di Dettaglio della Zona F8 bis (Aosta)... 201 11.16 Valutazione di Impatto Ambientale del Piano Urbanistico di Dettaglio della Zona ZTD2 (Aosta)... 207 11.17 Valutazione di Impatto Ambientale del Piano Urbanistico di Dettaglio detto PUD des Chèvres (Courmayeur)... 213 11.18 Valutazione di Impatto Ambientale del Piano Urbanistico di Dettaglio della Zona ai2/b2 (La Magdeleine)... 220 11.19 Valutazione di Impatto Ambientale del Piano Urbanistico di Dettaglio della Zona D3a (Quart)... 225 11.20 Valutazione di Impatto Ambientale del Piano Urbanistico di Dettaglio della Zona A6 Bruil (Rhemes-Notre-dame)... 231 11.21 Valutazione di Impatto Ambietale del Piano Urbanistico di Dettaglio della Zona E1Xa (Rhemes-Notre-Dame)... 237 11.22 Valutazione di Impatto Ambientale del Piano Urbanistico di Dettaglio della Zona FS6 Breuil-Cervinia (Valtournenche)... 243 11.23 Valutazione di Impatto Ambientale del Piano Urbanistico di Dettaglio della Zona PEC3 Cielo Alto Cervinia (Valtournenche)... 249 12. JUNTA DE ANDALUCÍA 255 12.1 Guía para la evaluación de impacto ambiental del planeamiento urbanístico... 255 2

13. GOVERN DE LES ILLES BALEARS 260 13.1 Informe ambiental del Plan Territorial Insular de Menorca 260 14. GENERALITAT DE CATALUNYA 269 14.1 Informe ambiental de la revisión del Plan General de Ordenación Urbana (PGOU) del municipio de Santa Maria d Oló (Barcelona)... 269 14.2 Estudio de Impacto Ambiental y Participación Ciudadana del Plan de ordenación urbanística municipal de Olot... 278 14.3 Informe Ambiental y Participación Ciudadana del Plan de ordenación urbanística municipal de Terrassa... 286 14.4 Estudio básico ambiental para el desarrollo del Plan parcial del Centro Direccional de Cerdanyola del Vallès... 296 14.5 Evaluación Ambiental del suelo no urbanizable de Sant Sadurní d Anoia... 305 14.6 Modificación de Normas subsidiarias de planeamiento de Cassà de la Selva para la regulación de los usos del suelo no urbanizable... 312 14.7 Introducción de criterios medioambientales en la definición del mapa de implantación de la energía eólica en Cataluña... 321 15. REGIÓN DE MURCIA 329 15.1 Evaluación de Impacto Ambiental del Plan Estratégico de Desarrollo de la Región de Murcia (2000-2006)... 329 15.2 Evaluación ambiental de las Directrices y Plan de Ordenación Territorial del Suelo Industrial de la Región de Murcia... 337 15.3 Evaluación de Impacto Ambiental de las Directrices y Plan de Ordenación Territorial del Litoral de la Región de Murcia... 344 15.4 Evaluación ambiental del Plan General de Ordenación Urbana de Murcia... 351 15.5 Evaluación de Impacto del Plan General Municipal de Ordenación Urbana de Lorca... 358 15.6 Evaluación de Impacto Ambiental del Plan General de Ordenación Urbana de Mula... 365 15.7 Evaluación ambiental del Plan de los Residuos Urbanos y de los Residuos No Peligrosos de la Región de Murcia... 372 15.8 Evaluación de Impacto Ambiental del Plan de Residuos Peligrosos... 380 15.9 Evaluación de Impacto Ambiental del Plan de Saneamiento... 387 3

1. PREMESSA Nell ambito della fase di studi preliminari, il progetto Interreg IIIB-MEDOC ENPLAN Valutazione ambientale di piani e programmi prevede l attività di analisi delle caratteristiche principali delle esperienze utili condotte sul tema dell integrazione della dimensione ambientale all interno di piani e programmi già effettuate nell ambito delle Regioni e delle Comunidades Autónomas partecipanti al progetto. Le esperienze utili sono state analizzate focalizzando l attenzione su alcune voci relative a temi particolarmente significativi per la materia trattata. Il successivo capitolo 3 riporta una tabella commentata, concordata con i partner di progetto, contenente tale livello di informazione. Il capitolo 4 elenca le esperienze utili di valutazione ambientale di piani e programmi che ciascuna Regione ha scelto di schedare. Il capitolo 5 contiene un commento sulle esperienze utili schedate, mentre i capitoli successivi riportano le varie schede, sottoforma di griglia, in cui ciascuna voce significativa è seguita dall elenco dei possibili valori attribuibili alla voce stessa in fase di compilazione. Le schede sono riportate dapprima per le Regioni italiane, in ordine alfabetico, poi per le Regioni spagnole, sempre seguendo l ordine alfabetico. 4

2. CRONOPROGRAMMA DELL ATTIVITA A1.3 L analisi delle esperienze utili già effettuate dalle Regioni partecipanti in materia di valutazione ambientale di piani e programmi corrisponde alla attività A1.3 della Fase A del progetto ENPLAN, come mostra il quadro seguente. Attività 2002 2003 2004 A1.1 A1.2 A1.3 A1.4 A2 B1 B2 B3 C1 C2 D1 D2 E1 E2 E3 F1 F2 F3 5

3. GRIGLIA DI Di seguito si presenta lo schema di analisi concordato con i partner di progetto per la schedatura di ciascuna esperienza utile di valutazione ambientale di piani e programmi: TITOLO ESPERIENZA DENOMINAZIONE PIANO O PROGRAMMA CATEGORIA PIANO O PROGRAMMA SETTORE PIANO O PROGRAMMA NAZIONE REGIONE ENTE O ISTITUZIONE STATO DI AVANZAMENTO ANNO NATURA DI PP LIVELLO TERRITORIALE AMBITO TERRITORIALE TIPOLOGIA DEL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE AMBIENTALE STRUTTURA DELLA VALUTAZIONE AMBIENTALE EFFETTI AMBIENTALI E TERRITORIALI DEGLI OBIETTIVI DI PP EFFETTI AMBIENTALI E TERRITORIALI DELLE PREVISIONI DI PP Nome del piano o programma Classificazione di piani e programmi all interno del quadro di pianificazione In relazione ai settori di piani e programmi schedati nel quadro di pianificazione Ente che commissiona la valutazione ambientale o che ne ha la responsabilità In relazione all iter burocratico-amministrativo della valutazione ambientale In relazione allo stato di avanzamento Componente prevalente di piano o programma Zona o area interessata dalla valutazione ambientale Riferito al documento di valutazione ambientale, rispetto ai documenti di piano Indice ragionato/schema metodologico della valutazione ambientale Descrizione degli effetti ambientali stimati di strategie e obiettivi di PP Descrizione degli effetti ambientali stimati delle previsioni di PP 6

METODI E MODELLI DI STIMA DEGLI EFFETTI AMBIENTALI E TERRITORIALI DEGLI OBIETTIVI DI PP METODI E MODELLI DI STIMA DEGLI EFFETTI AMBIENTALI E TERRITORIALI DELLE PREVISIONI DI PP ALTERNATIVE DI PIANO O PROGRAMMA MONITORAGGIO VALUTAZIONE DA PARTE DI UN SOGGETTO INDIPENDENTE STRUMENTI DI GESTIONE DELLA PARTECIPAZIONE Fonte: ENPLAN Descrizione di metodologia ed eventuali modelli utilizzati per stimare gli effetti ambientali degli obiettivi di PP Descrizione di metodologia ed eventuali modelli utilizzati per stimare gli effetti ambientali delle previsioni di PP Elenco e descrizione delle alternative considerate Presenza e tipologia di monitoraggio Intervento o previsione di intervento di un valutatore esterno indipendente Strumenti, sia istituzionali che non, utilizzati per gestire la partecipazione, nell ambito della valutazione ambientale 7

4. ELENCO DELLE ESPERIENZE UTILI Di seguito si riporta l elenco, suddiviso per Regione, delle esperienze utili di integrazione della dimensione ambientale all interno di piani e programmi già sperimentate nei diversi contesti regionali ed analizzate da ciascun partner di progetto. Regione Esperienze utili 1 Valutazione Ambientale Strategica del Documento Unico di Programmazione dei Fondi Strutturali OB. 2, 2000-2006 2 Valutazione di Sostenibilità Ambientale e Territoriale del Piano di Tutela delle Acque Emilia Romagna 3 Valutazione di Sostenibilità Ambientale e Territoriale del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Parma 4 Valutazione di Sostenibilità Ambientale e Territoriale del Piano Strutturale Comunale del Comune di Cavezzo 1 Manuale per le verifiche di sostenibilità ambientale delle previsioni dei Piani Urbanistici Comunali, ai sensi della l.r. 4 settembre 1997, n. 36 (incluso nel Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di La Spezia) 2 Sostenibilità Ambientale del Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti della Provincia di Genova Liguria 3 Analisi di sostenibilità ambientale del Piano della gestione integrata dei rifiuti urbani della Provincia di Imperia 4 Analisi di sostenibilità ambientale del Piano per l organizzazione del sistema integrato di gestione dei rifiuti urbani nella Provincia della Spezia 5 Studio di Sostenibilità Ambientale del Piano di Gestione dei Rifiuti Solidi Urbani della Provincia di Savona 1 Valutazione Ambientale Strategica delle Alternative Gestionali del Piano per l Organizzazione dei Servizi di Raccolta, Lombardia Riciclaggio, Recupero e Smaltimento dei Rifiuti Urbani e Assimilati della Provincia di Cremona 2 Proposta di Indirizzi per il Piano Regionale della Mobilità e dei Trasporti della Regione Lombardia Piemonte 1 Valutazione Ambientale Strategica del Programma per le Olimpiadi Invernali del 2006 1 Valutazione Ambientale Strategica del Documento Unico di Programmazione dei Fondi Strutturali OB. 2, 2000-2006 Toscana 2 Valutazione Ambientale del Piano Strutturale del Comune di Rosignano Marittimo 8

Valle d Aosta Andalucía 1 Valutazione di impatto ambientale del Piano territoriale paesistico della Valle d Aosta 2 Valutazione di impatto ambientale del Piano generale regionale delle attività estrattive relative al prelievo di massi naturali di cava 3 Valutazione di impatto ambientale del Piano Energetico Regionale della Valle d Aosta 4 Valutazione di impatto ambientale della Variante n. 3 al Piano Regolatore Comunale di Antey-Saint-André 5 Valutazione di impatto ambientale della Variante n. 2 al Piano Regolatore Comunale di Ayas 6 Valutazione di impatto ambientale del Piano Regolatore Comunale di Champorcher 7 Valutazione di impatto ambientale della Variante specifica al Piano Regolatore Comunale di Courmayeur 8 Valutazione di impatto ambientale della Variante generale al Piano Regolatore Comunale di Doues 9 Valutazione di impatto ambientale della Variante n. 1 al Piano Regolatore Comunale di Ollomont 10 Valutazione di impatto ambientale del Piano Regolatore Comunale di Oyace 11 Valutazione di impatto ambientale della Variante n. 1 al Piano Regolatore Comunale di Saint-Rhémy-En-Bosses 12 Valutazione di impatto ambientale della Variante generale al Piano Regolatore Comunale di Sarre 13 Valutazione di impatto ambientale della Variante n. 4 al Piano Regolatore Comunale di Valtournenche 14 Valutazione di impatto ambientale del Piano Urbanistico di Dettaglio Arco d Augusto (Aosta) 15 Valutazione di impatto ambientale del Piano Urbanistico di Dettaglio della zona F8 bis (Aosta) 16 Valutazione di impatto ambientale del Piano Urbanistico di Dettaglio della zona ZTD2 (Aosta) 17 Valutazione di impatto ambientale del Piano Urbanistico di Dettaglio detto PUD des Chèvres (Courmayeur) 18 Valutazione di impatto ambientale del Piano Urbanistico di Dettaglio della zona ai2/b2 (La Magdeleine) 19 Valutazione di impatto ambientale del Piano Urbanistico di Dettaglio della zona D3a (Quart) 20 Valutazione di impatto ambientale del Piano Urbanistico di Dettaglio della zona A6 Bruil (Rhemes-Notre-Dame) 21 Valutazione di impatto ambientale del Piano Urbanistico di Dettaglio della zona E1Xa (Rhemes-Notre-Dame) 22 Valutazione di impatto ambientale del Piano Urbanistico di Dettaglio della zona FS6 Breuil-Cervinia (Valtournenche) 23 Valutazione di impatto ambientale del Piano Urbanistico di Dettaglio zona PEC3 Cielo Alto - Cervinia (Valtournenche) 1 Guía para la evaluación de impacto ambiental del planeamiento urbanístico 9

Illes Balears Catalunya Murcia 1 Informe ambiental de la revisión del Plan General de Ordenación Urbana (PGOU) del municipio de Santa Maria d Oló (Barcelona) 2 Estudio de Impacto Ambiental y Participación Ciudadana del Plan de ordenación urbanística municipal de Olot 3 Informe Ambiental y Participación Ciudadana del Plan de ordenación urbanística municipal de Terrassa 4 Estudio básico ambiental para el desarrollo del Plan parcial del Centro Direccional de Cerdanyola. 5 Evaluación Ambiental del suelo no urbanizable de Sant Sadurní d Anoia 6 Modificación de Normas subsidiarias de planeamiento de Cassà de la Selva para la regulación de los usos del suelo no urbanizable 7 Introducción de criterios medioambientales en la definición del mapa de implantación de la energía eólica en Cataluña 1 Evaluación de Impacto Ambiental del Plan Estratégico de Desarrollo de la Región de Murcia (2000-2006) 2 Evaluación ambiental de las Directrices y Plan de Ordenación Territorial del Suelo Industrial de la Región de Murcia 3 Evaluación de Impacto Ambiental de las Directrices y Plan de Ordenación Territorial del Litoral de la Región de Murcia 4 Evaluación ambiental del Plan General de Ordenación Urbana de Murcia 5 Evaluación de Impacto del Plan General Municipal de Ordenación Urbana de Lorca 6 Evaluación de Impacto Ambiental del Plan General de Ordenación Urbana de Mula 7 Evaluación ambiental del Plan de los Residuos Urbanos y de los Residuos No Peligrosos de la Región de Murcia 8 Evaluación de Impacto Ambiental del Plan de Residuos Peligrosos 9 Evaluación de Impacto Ambiental del Plan de Saneamiento 10

5. ANALISI DELLE ESPERIENZE UTILI 5.1 Elementi generali Lo schema di analisi delle esperienze utili prende in considerazione alcuni degli aspetti principali di interesse per la valutazione ambientale di piani e programmi; oltre alle informazioni anagrafiche, si analizzano in particolare i seguenti aspetti: - la tipologia del documento di valutazione ambientale; - la struttura della valutazione ambientale; - gli effetti ambientali e territoriali di obiettivi/previsioni di piano/programma; - i metodi e i modelli di stima degli effetti ambientali e territoriali di obiettivi/previsioni di piano/programma; - le alternative di piano/programma; - il monitoraggio; - la presenza di valutazione da parte di un soggetto indipendente; - gli strumenti di gestione della partecipazione. Nei paragrafi seguenti si analizza ciascuno degli aspetti sopra indicati. 5.1.1 La tipologia del documento di valutazione ambientale Per tipologia del documento di valutazione ambientale si intende indagare in quale fase del processo di formazione del piano/programma interviene la valutazione ambientale. Al riguardo, si ricorda che la Direttiva comunitaria 2001/42/CE lascia un margine di discrezionalità, asserendo che la valutazione ambientale di cui all art. 3 deve essere fatta durante la fase preparatoria del piano o del programma ed anteriormente alla sua adozione o all avvio della relativa procedura legislativa. Al fine di comprendere il tipo di rapporto esistente tra documento di valutazione e il processo di piano/programma sono state proposte tre possibili opzioni: documento di valutazione ambientale esterno al piano e programmma e con diverso iter: il rapporto ambientale segue un iter proprio, indipendente e spesso quasi completamente scorrelato rispetto al piano. Nella maggior parte dei casi questa separazione fa sì che la valutazione incida poco o per nulla sui contenuti di piano e che il documento valutativo rimanga inefficace; documento di valutazione ambientale interno al piano e programma e con medesimo iter: la valutazione ambientale segue più o meno di pari passo l elaborazione del piano e il documento di valutazione diventa parte del piano stesso, seppur costituendo un documento a sé stante, con genesi separata. La valutazione talvolta incide sul piano stesso durante la sua elaborazione. L approvazione del piano comprende quindi anche l approvazione implicita del documento di valutazione; 11

documento di valutazione ambientale integrato e coincidente con il piano o programma: il processo di valutazione ambientale coincide il processo di piano. E il caso in cui si registra la massima incidenza della valutazione rispetto ai contenuti di piano, poiché consente di considerare subito alla pari in modo integrato la variabile ambientale e le variabili classiche socioeconomiche di piano. Dall esame delle schede si evince che la scelta compiuta dalle amministrazioni è stata assai discrezionale, con una prevalenza di documenti di valutazione ambientale interni al piano/programma ad esempio in allegato e con medesimo iter (come avviene nella totalità dei casi riportati da Emilia- Romagna e Liguria). Pochissimi sono i casi in cui la valutazione ambientale è integrata e coincidente con lo strumento di pianificazione. In alcuni casi, infine, qualche Regione, pur facendo ricadere la valutazione in una delle tre categorie proposte, sottolinea come la tipologia del documento di valutazione ambientale non possa essere propriamente riconducibile ad una delle tre tipologie (ad esempio la Valle d Aosta, la cui legge regionale prescrive che che lo studio di impatto ambientale sia interno al piano ma con differente iter procedurale). 5.1.2 Effetti ambientali e territoriali degli obiettivi e delle previsioni di piani e programmi La direttiva europea stabilisce che nel caso sia necessaria una valutazione ambientale [ ] deve esserre redatto un rapporto ambientale in cui siano individuati, descritti e valutati gli effetti significativi che l attuazione del piano o del programma potrebbe avere sull ambiente. Attraverso gli incontri con i partner di progetto, preliminari allo svolgimento della presenta attività A1.3, è emersa la difficoltà di individuare, per taluni piani o programmi, quali fossero gli effetti ambientali e territoriali generati direttamente dagli obiettivi di piano; pertanto è stata predisposta l ulteriore voce riguardante gli effetti ambientali e territoriali delle previsioni di piano. In alcuni casi è stato possibile indicare, per uno stesso strumento, gli effetti sia di obiettivi sia di previsioni. Spesso è comunque possibile distinguere, nei documenti di valutazione ambientale, sia gli effetti degli obiettivi sia quelli delle previsioni di piano. Nel caso in cui una sola delle due voci sia stata compilata, in genere si riferisce agli effetti delle previsioni di piano. Se si analizza il grado di approfondimento degli effetti ambientali e territoriali, si può osservare che nella maggior parte dei casi la descrizione è effettuata in modo prevalentemente sintetico, specialmente nel caso degli effetti degli obiettivi. Solo in misura inefriore gli effetti sono trattati in modo analitico, con una prevalenza per gli effetti delle previsioni. Questo fatto può indurre a concludere come spesso non si raggiunga un grado di approfondimento 12

soddisfacente nella valutazione degli effetti indotti dagli strumenti pianificatori/programmatori sul territorio e sull ambiente. 5.1.3 Metodi e modelli di stima degli effetti ambientali e territoriali degli obiettivi e delle previsioni di piani e programmi Indagando questo aspetto si è inteso comprendere quali metodologie siano state adottate per la stima degli effetti ambientali e territoriali degli obiettivi e delle previsioni, in particolare sulla tipologia delle stesse (qualitative/quantitative) e sul loro grado di approfondimento della loro descrizione nel documento di valutazione ambientale. La maggioranza delle schede riportate non contiene informazioni sul tipo di strumento adoperato per la stima degli effetti di piano. Tra le metodologie più diffuse si osservano tecniche di tipo qualitativo o semi-quantitativo, quali matrici di controllo e schede di valutazione di sostenibilità, seguite da carte di sensibilità del territorio e carte di potenzialità. L uso di metodologie quantitative è assai poco frequente, eccezion fatta per l utilizzo di modelli (ad esempio, modelli di emissione e modelli ideologici). Il dettaglio con cui vengono descritti gli strumenti metodologici è leggermente differente a seconda che si descriva la metodologia per la stima degli effetti degli obiettivi piuttosto che delle previsioni di piano. Per quanto riguarda il primo caso, la descrizione è prevalentemente di tipo sintetico, come è naturale immaginare trattandosi spesso di obiettivi di piano non quantificati e quindi di tipo qualitativo, che impediscono una stima analitica degli effetti. Nel secondo caso, invece, si ricorre in maniera più sistematica a una descrizione analitica delle metodologie per la stima degli effetti delle previsioni dello strumento. 5.1.4 Alternative di piano o programma La direttiva comunitaria in materia di valutazione ambientale strategica afferma che nella predisposizione del rapporto ambientale gli effetti delle azioni di piano devono essere individuati, descritti e valutati sia in rapporto allo stato attuale dell ambiente (alternativa do-nothing) sia in rapporto ai possibili effetti futuri, attraverso l individuazione di ragionevoli alternative. La predisposizione/generazione di alternative di piano e programma è dunque uno degli aspetti irrinunciabili del processo di valutazione ambientale. Nelle schede delle esperienze utili tuttavia l informazione relativa a questo aspetto risulta spesso carente, in quanto in un grande numero di casi si dichiara che sono state prese in considerazione alternative di piano ma la loro descrizione e le modalità di generazione delle stesse risulta assente, sia nel piano che nel documento di valutazione. Il processo quindi risulta del tutto non trasparente. Laddove le alternative sono dichiarate, spesso la descrizione è di tipo sintetico e qualitativo, ovvero le alternative non sono descritte con un 13

grado di dettaglio pari alla alternativa effettivamente adottata nel piano. Talvolta si dà adito all impressione che, laddove esista una forte volontà di realizzazione del progetto o di una politica di trasformazione del territorio, l intervento prefigurato tragga sempre giustificazione d essere, al più adottando delle misure mitigative o compensative, senza tuttavia far emergere delle reali alternative strategiche di trasformazione territoriale e senza dare voce a tutti i soggetti potenzialmente impattati dalle decisioni di piano. Le alternative eventualmente indicate appaiono talora costruite ad arte per essere scartate, in quanto non ragionevoli o non fattibili dal punto di vista tecnico. 5.1.5 La valutazione da parte di un soggetto indipendente In linea teorica, in un processo ideale di pianificazione la fase di valutazione dovrebbe essere condotta da un autorità o soggetto indipendente rispetto a quello che pianifica. Nella maggior parte degli strumenti schedati la valutazione non risulta essere stata condotta da un soggetto esterno al processo di piano, tuttavia esistono delle eccezioni (ad esempio, il Comitato scientifico per l ambiente della Regione Autonoma Valle d Aosta o il Comitato tecnico regionale della Regione Liguria). 5.1.6 Il monitoraggio Attualmente la tendenza più diffusa è ancora quella di considerare i piani e programmi quali strumenti statici. Una volta fissate previsioni e politiche di intervento, queste produrranno degli effetti che potranno essere modificati solo attraverso lo strumento della variante di piano o quando si procederà alla revisione generale dello stesso. Non risulta quindi istituzionalizzata un attività di monitoraggio e/o di riorientamento degli strumenti pianificatori/programmatori e non esiste una fase di verifica del grado di attuazione delle previsioni di piano e dell efficacia delle azioni stesse: in sintesi, non è prevista la fase di feedback sul piano, in grado di correggere il tiro dello strumento qualora le sue decisioni si rivelino non adeguate o non più aggiornate alla situazione esistente. L'indagine sul tipo di monitoraggio previsto dagli strumenti schedati vuole approfondire come è stata intesa fino ad ora questa attività, nei casi in cui peraltro è stata prevista. In generale, le schede delle esperienze utili analizzate mostrano come il tipo di monitoraggio più frequentemente impostato sia quello di piano/programma, mentre in pochi casi è previsto il monitoraggio ambientale. Vi è però una quota di strumenti che prevede entrambe le tipologie di monitoraggio. Oltre agli aspetti socioeconomici ed ambientali l attività di monitoraggio e di riorientamento delle azioni dovrebbe analizzare anche gli effetti cumulativi delle politiche e degli interventi e dovrebbe estendersi ad un ambito territoriale che 14

travalica i confini amministrativi dell ente locale che pianifica, in quanto gli impatti potrebbero estendersi anche oltre detti confini. Su questo argomento le schede tuttavia non contengono approfondimenti. 5.1.7 Gli strumenti di gestione della partecipazione Attualmente la partecipazione pubblica nell ambito dei processi pianificatori/programmatori è per lo più intesa come fase che interviene tardi nel processo, a decisioni già formulate, che incide quindi scarsamente sul piano. Il meccanismo tradizionale prevede infatti la pubblicazione del piano/programma adottato per un determinato periodo di tempo, durante il quale chiunque può prendere visione del documento e formulare delle osservazioni e/o opposizioni, alle quali l amministrazione competente deve contrapporre delle controdeduzioni. Secondo la direttiva comunitaria, uno degli elementi fondamentali costituenti la valutazione ambientale è rappresentato dalla partecipazione/consultazione, tesa a far emergere le voci di tutti i soggetti e gruppi sociali potenzialmente coinvolti dagli effetti delle decisioni di piani e programmi. La consultazione in particolare diventa parte integrante del processo valutativo e di essa deve essere reso conto pubblicamente attraverso il rapporto ambientale. La partecipazione dovrebbe interessare il processo di pianificazione fin dalle sue prime fasi, quando non sono ancora compiute le scelte strategiche di piano. Dalla partecipazione dovrebbero quindi scaturire strategie ed obiettivi condivisi, dal momento che i soggetti coinvolti dalle amministrazioni intervengono nel processo di formazione del piano prima della sua approvazione. Questo processo di codecisione e co-partecipazione dovrebbe infatti limitare l insorgenza di conflitti durante la fase di attuazione del piano o programma. Dall analisi delle schede delle esperienze utili si è cercato di verificare quali fossero gli strumenti di gestione della partecipazione maggiormente utilizzati e che grado di incidenza questi stessi avessero avuto sul processo di piano. Lo strumento maggiormente utilizzato rimane comunque quello tradizionale delle osservazioni al piano, prima che questo sia approvato dall'amministrazione competente. Altro strumento molto diffuso è costituito dalla conferenza di pianificazione e dalla conferenza degli Enti Locali. Una media diffusione possiedono gli strumenti dei tavoli interistituzionali e dei tavoli di concertazione, nonché le delle presentazioni pubbliche; solo in rari casi le amministrazioni hanno invece fatto ricorso all organizzazione di forum, ad interviste, ad inchieste pubbliche, alla richiesta di contributi tecnicoscientifici. In una quota non trascurabile di esperienze, infine, non si è utilizzato alcuno strumento per la gestione della partecipazione. 15

Riguardo invece all incisività di detti strumenti, generalmente essi non sono stati in grado di modificare obiettivi ed azioni di piano, dato che nella quasi totalità dei piani la partecipazione è avvenuta in una fase successiva all elaborazione dello strumento. 5.2 Il caso della Regione Autonoma Valle d Aosta Le esperienze condotte dalle Regioni sono piuttosto diversificate, sia nella quantità che nella tipologia; ciò è ovviamente dovuto anche alle differenti prescrizioni circa l introduzione della dimensione ambientale nei piani e programmi introdotte dalle singole amministrazioni nel proprio corpo legislativo. Da un primo esame della tabella riportata nel capitolo 4, che elenca le esperienze utili analizzate, si nota immediatamente come la Regione Autonoma Valle d Aosta in particolare ne indichi un gran numero, in rapporto alle rimanenti Regioni italiane partner. Ciò è dovuto essenzialmente all anticipo con cui tale Regione ha introdotto all interno del proprio corpo normativo l obbligo di Valutazione di Impatto Ambientale di determinati piani e programmi, che vige dal 1991 e che se non può essere comunque paragonato alla Valutazione Ambientale Strategica richiesta dalla Direttiva 2001/42/CE ha in ogni caso condotto la Valle d Aosta ad accumulare un notevole bagaglio di esperienze nell ambito dell integrazione della dimensione ambientale nei piani e programmi. In base a queste considerazioni, si ritiene opportuno dunque, nel panorama regionale italiano, compiere un approfondimento particolare su tale Regione. 5.2.1 Riferimenti alla legge urbanistica e alla legge sulla VIA regionali Per la realizzazione della presente attività si sono presi in esame tre tipi di piano soggetti a valutazione di impatto ambientale: - piani regolatori generali comunali; - piani urbanistici di dettaglio; - piani strategici (Piano Cave, Piano Territoriale Paesistico, Piano Energetico). Secondo la legge regionale 14/99 questi strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica, e le loro varianti, devono contenere come loro parte integrante uno studio di impatto ambientale. L obbligo di una valutazione ambientale su piani e programmi è in vigore in Valle d Aosta dal settembre 1991, pur se nel corso degli anni sono state apportate alcune modifiche marginali rispetto al testo originario. 16

Lo strumento generale di pianificazione urbanistica è costituito dal piano regolatore generale comunale urbanistico e paesaggistico (PRG), formato e approvato ai sensi della normativa regionale in materia urbanistica e di pianificazione territoriale (legge regionale 11/98), di cui tutti i Comuni sono dotati. E il piano regolatore comunale che stabilisce quando è necessario redigere un piano urbanistico di dettaglio (PUD). Il PUD è quindi uno degli strumenti attuativi del PRG; esso può essere di iniziativa privata oppure di iniziativa pubblica. Le varianti sostanziali ai piani regolatori generali comunali ed intercomunali sono sottoposte a VIA secondo le disposizioni di cui all'articolo 15 della legge regionale 6 aprile 1998, n. 11 (Normativa urbanistica e di pianificazione territoriale della Valle d'aosta). Le varianti non sostanziali ai piani regolatori generali comunali ed intercomunali invece non sono sottoposte a VIA. La Valle d Aosta ha anticipato i tempi, avendo introdotto una valutazione ambientale per i piani già con la L.R. 6/91 (legge regionale 4 marzo 1991, Disciplina della valutazione di impatto ambientale), che prescriveva all art. 6 l obbligo di un accurata analisi degli impatti ambientali sugli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica, nonché su una serie di strumenti di programmazione settoriale. La più recente legge quadro regionale sulla VIA (legge regionale 18 giugno 1999, Nuova disciplina della procedura di valutazione di impatto ambientale. Abrogazione della legge regionale 4 marzo 1991, Disciplina della valutazione di impatto ambientale) non ha di fatto modificato in modo sostanziale quanto precedentemente normato. Rispetto alla VAS delineata dalla Direttiva europea, la valutazione d impatto ambientale dei piani e dei programmi previsti dalla normativa regionale non fa riferimento allo sviluppo sostenibile né viene richiesto che la problematica ambientale sia integrata al processo di pianificazione fin dalle prime fasi. 5.2.2. Criteri di selezione dei piani La scelta dei piani da selezionare per la presente attività si è basata innanzitutto sulla tipologia dei piani, quindi, come già individuato nell ambito dell attività a.1.2, le tipologie sono tre: - piani urbanistici generali (piani regolatori comunali e varianti sostanziali ai piani); - piani e programmi operativi (piani urbanistici di dettaglio); - piani e programmi territoriali di coordinamento o direttori (piani strategici: PTP, piano cave, piano energetico). Fino alla data del 31 dicembre 2000 sono stati presentati, presso la struttura regionale competente in materia di valutazione di impatto ambientale, complessivamente 223 studi di impatto legati a strumenti di pianificazione e programmazione (sui 953 studi di impatto complessivamente sottoposti a valutazione). Di questi 121 si riferivano a varianti 17

a piani regolatori regionali (PRG), 94 a PUD, i rimanenti a strumenti di programmazione (piano territoriale paesistico, piano delle attività estrattive, piano energetico). Risulta pertanto evidente come gli strumenti di pianificazione siano preponderanti in termini numerici rispetto a quelli di programmazione. La LR 6/91 prevedeva l obbligo di attivazione della procedura di valutazione di impatto ambientale per tutte le varianti ai PRG, anche per quelle minime, per le quali l analisi era di fatto limitata ad una breve descrizione dell intervento, e a una forma di dichiarazione di assenza di impatti sull ambiente, vista l oggettiva esiguità delle modifiche proposte. Al momento in cui la LR 6/91 entrava in vigore (settembre 1991), 73 comuni della Regione Autonoma Valle d Aosta sui 74 complessivi si erano già dotati di PRG. E stato pertanto possibile esaminare solo un caso di PRG ex novo (PRG di Oyace). Trattandosi di un piccolo comune, con previsioni di sviluppo turistico modeste, e oggettive limitazioni nell uso del territorio (molte aree inedificabili per possibili fenomeni valanghivi e/o franosi), la redazione dello SIA non ha presentato particolari difficoltà, e la sua valutazione si è limitata a prendere atto della cartografia degli ambiti inedificabili, delle esigenze espresse dal Comune, e a mediare questi fattori. Quindi nella categoria piani urbanistici generali le altre griglie si riferiscono tutte a varianti di piani regolatori. Per quanto riguarda i PUD si sono selezionati quei piani che presentavano elementi strategici (localizzazione particolare degli interventi e delle zone oggetto di piano, finalità e obiettivi strategici) e che quindi non fossero meri progetti. 5.2.3. Indicazioni emerse dalle schede Secondo la legge regionale 14/99, i piani analizzati e loro varianti devono contenere come loro parte integrante uno studio di impatto ambientale, ma studio di impatto e piano seguono un iter diverso. I piani per essere approvati devono, tra l altro, contenere uno studio di impatto ambientale. L approvazione dello studio di impatto ambientale è quindi una delle condizioni essenziali per il proseguo dell iter approvativi di piano. Dall analisi dei piani è emerso come a volte la redazione dello SIA non abbia presentato particolari difficoltà, e la sua valutazione si sia è limitata a prendere atto della cartografia degli ambiti inedificabili, delle esigenze espresse dal Comune, o dal privato nei casi di PUD ad iniziativa privata. Lo SIA di fatto rappresenta spesso, per le varianti ai piani analizzati, una giustificazione un po forzata delle scelte obbligate del comune, e lo studio di impatto evidenzia quindi, in alcuni casi, una certa inconsistenza delle scelte proposte. Talvolta relazione illustrativa di piano e studio di impatto sono un unico documento e non è sempre un bene che vengano 18

combinati aspetti urbanistici e aspetti ambientali perché il processo valutativo non è sufficientemente esplicitato; in questo caso il documento di studio di impatto ambientale diventa di difficile consultazione e comprensione. Alcuni studi, in una fase preliminare, sono stati giudicati insufficienti come documentazione e sono quindi state richieste le necessarie integrazioni, ed in mancanza delle quali la procedura non è stata avviata. Nella maggioranza dei casi, tuttavia, anche per i progetti approvati è stato inoltrato alla Giunta un parere condizionato. Sono infatti state richieste alcune modifiche al progetto presentato, volte a ridurre ulteriormente gli impatti ambientali di un intervento o di un azione considerata comunque nel suo complesso come accettabile ai fini della protezione dell'integrità dell'ambiente. Infatti la conclusione del processo di valutazione consiste in un giudizio di compatibilità, risponde cioè alla domanda se l intervento, analizzato sotto ciascun aspetto ambientale, è compatibile con le più generali esigenze di tutela e conservazione delle risorse. Diverso è il caso degli strumenti di programmazione (PTP, Piano Cave e Piano Energetico). Ognuno di quelli sottoposti a valutazione di impatto ambientale merita una descrizione a parte. Il piano territoriale paesistico aveva tra i propri elaborati una relazione che di fatto rappresentava uno studio di impatto, in quanto l obiettivo principale dello strumento di pianificazione era quello dello sviluppo sostenibile della regione. In tal caso l analisi ambientale era risultata completa ed esaustiva, e le conclusioni erano del tutto condivisibili. Completamente diversa l esperienza del piano energetico regionale, che in poche decine di pagine ha cercato di affrontare un tema delicato e importante, non riuscendo di fatto a raggiungere nessuna conclusione valida, e non rappresentando di conseguenza (come avrebbe invece dovuto essere) uno strumento per i professionisti e gli amministratori al fine di orientare in maniera ambientalmente compatibile le loro scelte future. Lo SIA risentiva ovviamente di tali lacune e risultava di conseguenza insufficiente, come il Comitato valutatore ha evidenziato nel suo parere negativo. Ancora diversa la terza e ultima esperienza nell ambito della valutazione degli strumenti di programmazione. Il primo piano cave presentava lacune simili a quelle menzionate nel piano energetico. Si trattava di fatto di un elenco di siti (alcuni già interessati da precedenti coltivazioni, altri vergini) di cui si chiedeva l inserimento nel piano per consentire una nuova coltivazione. Il giudizio del comitato valutatore aveva evidenziato la carenza di una reale strategia di pianificazione (peraltro possibile, valutando le necessità medie annuali di materiale da costruzione, la distribuzione delle attività di cava sul territorio ecc.) ed era stato nel complesso negativo, autorizzando unicamente coltivazioni in siti già compromessi in modo da rappresentare un incentivo economicamente appetibile per il loro recupero. Le osservazioni del comitato 19

valutatore sono state opportunamente recepite, e i successivi piani cave presentati sono risultati essere veri strumenti di programmazione, che affrontavano in modo opportuno le strategie di uso della risorsa in oggetto. In questo caso pertanto l'applicazione della valutazione ambientale ha consentito di migliorare la qualità della programmazione, facendo sì che la stessa tenesse nel dovuto conto anche i parametri legati alla tutela dell'ambiente e all'uso sostenibile della risorsa. 5.2.4. Conclusioni Uniformare, nel limite del possibile, il livello di informazioni contenute negli studi di VIA (mediante l'uso di indicatori ambientali individuati dalla Comunità Europea, adattati alla realtà dimensionale valdostana) si è rivelata una scelta positiva, contribuendo nel complesso a migliorare la completezza di analisi dei vari studi di impatto ambientale, anche se è necessario ammettere che, fra gli studi analizzati, quelli veramente completi e che abbiano consentito un esame dei contenuti delle pratiche agevole, rapido e oggettivo, sono pochi. L uniformità dello schema metodologico della valutazione ha fatto sì, però, che molti degli studi di impatto si assomiglino molto e non riescano a focalizzare sufficientemente le peculiarità del territorio considerato e del piano incidente su di esso. Il quadro è eterogeneo, in alcuni casi la relazione è voluminosa, ma concretamente poco convincente dal punto di vista della reale valutazione degli effetti e dei rischi che l intervento apporterebbe una volta eseguito. Manca quasi sempre l individuazione degli effetti ambientali e territoriali degli obiettivi di piano. Spesso vengono fornite indicazioni di carattere generale in merito alle azioni di mitigazione, più spesso vengono indicate delle buone pratiche per mitigare gli effetti in fase di realizzazione e basta. In altri casi sono state fornite prescrizioni preliminari alla definizione delle zone di PRG, una sorta di guida ad una pianificazione sostenibile e quindi non sono mai state analizzate le singole scelte di piano. Anche la cartografia o la relazione geologica sono molto diverse da studio a studio. Il rapporto di sintesi non riesce a costituire un vero e proprio documento chiaro di riferimento. Difficilmente il documento è esaustivo, raramente vi si elencano gli effetti ambientali delle previsioni di piano e si descrivono le scelte previste e i relativi effetti ambientali, nonché le modalità di attuazione. Gli indicatori quantitativi nella stima degli effetti ambientali e territoriali delle previsioni di piano non vengono praticamente mai utilizzati. Tutte le valutazioni degli effetti ambientali sono fatte qualitativamente e in modo sintetico. Le alternative non vengono quasi mai prese in considerazione e se lo sono non vengono analizzati gli effetti ambientali. Troppo poco spesso 20

si trovano nella relazione delle tabelle riassuntive degli effetti ambientali complessivi per ogni azione concessa dal piano con le relative mitigazioni. Un altra segnalazione da fare riguarda la composizione dei raggruppamenti di professionisti incaricati di redigere lo SIA, che a volte sono sprovvisti di esperti nel campo della valutazione ambientale, così che spesso si trascurano componenti biologiche importanti per la valutazione. Dal quadro complessivo emerge quindi una situazione molto differente a seconda dei casi. Sicuramente gli studi di valutazione di impatto relativi a piani e progetti nati negli ultimi anni presentano una qualità maggiore, nel senso che vengono valutati meglio gli aspetti ambientali e sono comunque supportati da una cartografia più esaustiva. Anche nei raggruppamenti dei professionisti si nota come sempre di più il gruppo presenti diverse competenze nei vari settori che devono essere valutati nello studio. Per quanto riguarda la partecipazione, sono praticamente inesistenti le presentazioni pubbliche e altre forme di contatto diretto con la cittadinanza. Solo in un caso si segnalano strumenti interessanti per la gestione della partecipazione (PUD di Fontainemore, analizzato nell attività B2). Gli studi di impatto presentati all ufficio regionale competente per il parere di merito sono elencati, con l indicazione dell oggetto e della localizzazione dell intervento, nonché dell iter approvativo, sul sito della Regione Valle d Aosta nella sezione dedicata alla Valutazione di Impatto ambientale. Il monitoraggio è inoltre un altro aspetto, per il momento, inesistente nella pianificazione valdostana e dovrà essere il prossimo obiettivo da perseguire. 21

6. REGIONE EMILIA-ROMAGNA 6.1 Valutazione Ambientale Strategica del Documento Unico di Programmazione dei Fondi Strutturali OB. 2, 2000-2006 TITOLO ESPERIENZA DENOMINAZIONE PP Valutazione Ambientale Strategica del Documento Unico di Programmazione dei Fondi Strutturali OB. 2, 2000-2006 DocUP Documento Unico di Programmazione programmazione dei Fondi Strutturali OB. 2, 2000-2006 CATEGORIA PP X piani e programmi complessi e programmazione negoziata SETTORE PP agricoltura foreste e incendi caccia e pesca X mobilità e trasporti X energia telecomunicazioni industria X turismo X servizi e commercio X acqua aria X suolo X aree protette e biodiversità X rifiuti X aiuti alle imprese 22

NAZIONE X Italia REGIONE X Emilia-Romagna ENTE O ISTITUZIONE X Regione Emilia-Romagna STATO DI AVANZAMENTO proposta adottata X approvata ANNO 2001 NATURA DI PP X strategico strutturale X attuativo Il programma ha natura programmatica, sviluppa obiettivi e strategie a livello subregionale a partire dalle criticità e potenzialità territoriali. Definisce tipologie di azioni ammissibili a finanziamento, demandando al complemento di programmazione la determinazione più precisa degli interventi. Non definisce in particolare azioni territorializzate. LIVELLO TERRITORIALE X subregionale AMBITO TERRITORIALE Le aree interessate dal Piano e dalla relativa VAS sono quelle considerate in ritardo di sviluppo rispetto alle aree forti della via 23

Emilia, ed in particolare: area orientale area appenninica area a sostegno transitorio della pianura. TIPOLOGIA DEL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE AMBIENTALE esterno a PP e con iter diverso X interno a PP e con medesimo iter integrato e coincidente con PP DocUP e VAS del DocUP hanno avuto lo stesso iter d approvazione. Entrambi sono stati approvati con decisione della Commissione Europea del 14/11/2001. 24

STRUTTURA DELLA VALUTAZIONE AMBIENTALE 1. Situazione ambientale di riferimento 1.1. Energia e clima 1.2. Qualità dell'aria 1.3. Acque superficiali e sotterranee 1.4. Il sistema marino - costiero 1.5. Il dissesto idrogeologico e la pianificazione di bacino 1.6. Natura e paesaggio 1.7. Rifiuti 1.8. Traffico e rumore 2. Sintesi degli obiettivi e della strategie ambientali 2.1. Stato di applicazione delle principali direttive in materia ambientale 2.2. Rassegna degli obiettivi assunti dal DocUP in materia ambientale 3. Valutazione ambientale delle misure 3.1. Asse 1- misura 1-1: Sviluppo delle attività produttive 3.2. Asse 1- misura 1-2: Innovazione e qualificazione imprenditoriale della piccola impresa 3.3. Asse 1- misura 1-3: Riqualificazione e sviluppo delle imprese turistiche e commerciali 3.4. Asse 1- misura 1-4: Sviluppo dell'autoimprenditorialità e della microimpresa 3.5. Asse 1- misura 1-5: Sostegno allo start up di imprese innovative 3.6. Asse 1- misura 1-6: Sviluppo di progetti di innovazione e di ricerca 3.7. Asse 2- misura 2-1: Rafforzamento competitivo dell'area orientale 3.8. Asse 2- misura 2-2: Valorizzazione della risorsa montagna 3.9. Asse 2- misura 2-3: Qualificazione avanzata del sistema produttivo dell'area a sostegno transitorio della pianura 25

EFFETTI AMBIENTALI E TERRITORIALI DEGLI OBIETTIVI DI PP Descrizione: analitica X sintetica assente Il livello strategico del programma di finanziamento, così come delineato nel DocUP, non ha permesso la stima quantificata dell'impatto atteso della strategia (obiettivi) e delle misure. Gli effetti ambientali delle diverse tipologie d azioni proposte con il DocUP sono stati sinteticamente e qualitativamente riassunti in schede di misura, così costituite:! nella prima colonna sono sinteticamente indicati gli obiettivi specifici che il DocUP associa alle misure di riferimento;! nella seconda colonna sono indicate, in modo qualitativo, le problematiche e gli effetti ambientali attesi (positivi o negativi) dall'attuazione della misura e degli interventi;! nella terza colonna sono indicati gli obiettivi operativi ambientali, direttamente riferiti ai criteri di sostenibilità, da perseguire nell'attuazione della misura. La puntuale definizione di indicatori di programma, esplicitati nell'ultima colonna, permetterà di effettuare, in fase di attuazione delle misure, un monitoraggio ed un diretto controllo sul livello di conseguimento degli obiettivi suddetti;! nella quarta e quinta colonna sono indicate le disposizioni volte ad integrare la dimensione ambientale nella misura. In particolare nella quarta colonna si indicano i temi ed i contenuti ambientali compresi all'interno delle misure predisposte nella programmazione. Nella quinta colonna, invece, si indicano le disposizioni, ossia i criteri di selezione, i meccanismi premiali, le modalità di modulazione dell'intensità finanziaria, per l'attuazione prevista degli interventi;! nella sesta colonna sono riportati gli indicatori associabili agli interventi/misure da monitorare nelle prossime fasi di valutazione del programma (in itinere ed ex-post). 26