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OBIETTIVO DEL CORSO Obiettivo del corso è l'acquisizione di conoscenze teoriche e metodologiche di base per l'analisi quantitativa nell'ambito degli studi empirici dei fenomeni sociali. CORSO DI FONDAMENTI E METODI PER L'ANALISI EMPIRICA NELLE SCIENZE SOCIALI Introduzione al corso Lezione 1: L analisi empirica nelle scienze sociali Stefania Taralli AA 2017/2018 Al termine del corso lo studente dovrebbe essere in possesso delle conoscenze fondamentali circa la metodologia dell'analisi empirica nella ricerca sociale, con particolare riguardo ai metodi quantitativi oggetto del corso, e dovrebbe essere in grado di comprendere e discutere analisi empiriche dei fenomeni sociali condotte con quei metodi. Durante il corso verranno illustrate, anche con applicazioni pratiche, le principali fonti statistiche di ambito socio-demografico e si forniranno nozioni di base sulla ricerca valutativa in ambito sociale 2 IL CORSO E LA PROFESSIONE IL CORSO E LA PROFESSIONE DI AS Accesso alla professione di Assistente sociale previo superamento dell Esame di abilitazione all esercizio della professione (sezione B dell Albo), attualmente regolamentato dal D.P.R. 328/2001; Accesso ad aree funzionali della pubblica amministrazione (Assessorati ai Servizi sociali degli Enti locali, Aziende Sanitarie Locali, Dipartimento per la Giustizia, ecc.) Accesso alla libera professione Opportunità di inserimento in amministrazioni, enti, organizzazioni pubbliche nazionali, sovranazionali e internazionali, organizzazioni non governative e imprese nel settore profit e non profit. 3 Le attività professionali indicate dal DPR n. 328 del 5 giugno 2001 (art. 21) sono: a) attività, con autonomia tecnico - professionale e di giudizio, in tutte le fasi dell'intervento sociale per la prevenzione, il sostegno e il recupero di persone, famiglie, gruppi e comunità in situazioni di bisogno e di disagio, anche promuovendo e gestendo la collaborazione con organizzazioni di volontariato e del terzo settore; b) compiti di gestione, di collaborazione all'organizzazione e alla programmazione; coordinamento e direzione di interventi specifici nel campo delle politiche e dei servizi sociali; c) attività di informazione e comunicazione nei servizi sociali e sui diritti degli utenti; d) attività didattico formativa connessa al servizio sociale e supervisione del tirocinio di studenti dei corsi di laurea della classe 6 - Scienze del servizio sociale; e) attività di raccolta ed elaborazione di dati sociali e psicosociali ai fini di ricerca. 4 Stefania Taralli Anno Accademico 2017/2018 1

METODOLOGIA DELLA RICERCA SOCIALE E PROFESSIONE DI AS SPECIALISTA (LAUREA MAGISTRALE) Attività professionali indicate dal DPR n. 328 del 5 giugno 2001 (art. 21) per i candidati Assistente Sociale Specialista sono: a) elaborazione e direzione di programmi nel campo delle politiche e dei servizi sociali ; b) pianificazione, organizzazione e gestione manageriale nel campo delle politiche e dei servizi sociali; c) direzione di servizi che gestiscono interventi complessi nel campo delle politiche e dei servizi sociali; d) analisi e valutazione della qualità degli interventi nei servizi e nelle politiche del servizio sociale; e) supervisione dell'attività di tirocinio degli studenti dei corsi di laurea specialistica della classe 57/S - Programmazione e gestione delle politiche e dei servizi sociali, modificata con l attuale Laurea Magistrale LM - 87 in Servizio Sociale e Politiche Sociali; f) ricerca sociale e di servizio sociale; g) attività didattico - formativa connessa alla programmazione e gestione delle politiche del servizio sociale. 5 PROGRAMMA DEL CORSO (5 CFU) Gli argomenti fondamentali del corso sono: 1. Analisi empirica nelle scienze sociali: Il disegno della ricerca, La rilevazione delle informazioni e le fonti dei dati. Metodi quantitativi, qualitativi e misti. 2. L'analisi quantitativa dei dati per la sintesi dei fenomeni: analisi monovariata e bivariata. Rappresentazioni grafiche e tabellari Misure delle relazioni tra caratteri. Gli indicatori statistici 3. Rassegna delle tecniche di analisi per dati quantitativi: Analisi della varianza Analisi della correlazione e della regressione lineare Analisi delle relazioni tra variabili cardinali e categoriali 6 (cenni). TESTI CONSIGLIATI (IN ALTERNATIVA) ORGANIZZAZIONE DEL CORSO 1. H.M. BLALOCK Jr Statistica per la ricerca sociale, Il Mulino Bologna 2011 Capitolo 17 - Correlazione e regressione (I), pp. 477-515; C 2. Piergiorgio Corbetta La ricerca sociale: metodologia e tecniche - Vol. II. Le tecniche quantitative Il Mulino Bologna 2003 Tutto il testo di circa 352 pagine, ad eccezione del capitolo 5 (la tecnica delle scale). 3. Piergiorgio Corbetta La ricerca sociale: metodologia e tecniche - Vol. IV. L'analisi dei dati Il Il Mulino Bologna 4. P. Corbetta, G.Gasperoni, M.Pisati Statistica per la ricerca sociale Il Mulino Bologna 2001 In alternativa ai testi 2) e 3). Tutto il testo di circa 300 pagine, ad eccezione del capitolo 10 (Inferenza statistica e campionamento). 7 Lezioni Mercoledì: 14-17 Aula 9 Laboratori da programmare Ricevimento Lunedì dalle ore 16 su appuntamento NB: VERIFICARE LUOGO: Sala riunioni piano terra di via Don Minzoni (SPOCRI) Aula docenti 3 piano Piaggia dell Università 2 (Dip.to di Giurisprudenza) email: stefania.taralli@libero.it 8 Stefania Taralli Anno Accademico 2017/2018 2

ANALISI EMPIRICA NELLE SCIENZE SOCIALI Il disegno della ricerca Metodi quantitativi, qualitativi e misti ANALISI EMPIRICA NELLE SCIENZE SOCIALI LEZIONE 1 La rilevazione delle informazioni Fasi dell indagine statistica Analisi primaria e secondaria 10 ANALISI EMPIRICA NELLE SCIENZE SOCIALI Il disegno della ricerca IL DISEGNO DELLA RICERCA: LE FASI 1. avvio della ricerca definizione del problema identificazione dell oggetto di studio delimitazione dell area territoriale dello studio formulazione delle ipotesi organizzazione della ricerca Metodi quantitativi, qualitativi e misti La rilevazione delle informazioni 2. rilevazione dei dati predisposizione (e sperimentazione) degli strumenti individuazione delle fonti (e campionamento) raccolta dei dati registrazione dei dati Fasi dell indagine statistica 3. elaborazione dei dati organizzazione delle ipotesi scelta delle tecniche applicazione delle tecniche Analisi primaria e secondaria 11 4. analisi dei risultati formulazione di generalizzazioni e uniformità controllo delle ipotesi di partenza confronto con il modello teorico di riferimento formulazione di nuove ipotesi 12 Stefania Taralli Anno Accademico 2017/2018 3

IL DISEGNO DELLA RICERCA: LO STUDIO DELLA LETTERATURA Preliminare a qualsiasi ricerca empirica L azione per scoprire quello che è già stato detto (sul piano teorico) e fatto (sul piano empirico) per decidere che cosa fare e come farlo aggiungendosi alle esperienze precedenti, attraverso l esplorazione delle pubblicazioni (la «letteratura») sull argomento studiato [Corbetta, 2015] La qualità e la completezza dello studio preliminare condiziona la rilevanza dei risultati empirici Fasi a) articolazione concettuale, messa a punto degli interrogativi di ricerca; b) rassegna delle principali ricerche condotte c) Definizione del disegno della ricerca e confronto con le ricerche già condotte IL PROCESSO DELLA RICERCA EMPIRICA FASI Teoria Ipotesi Raccolta dati Analisi dati PROCESSI Deduzione Operativizzazione (disegno della ricerca) Organizzazione dati Interpretazione Risultati Induzione Formulazione delle ipotesi O degli interrogativi di ricerca Scelta del metodo e della strategia 13 14 LA STRUTTURA DI UNA RICERCA QUANTITATIVA ATTENDIBILITÀ E VALIDITÀ DI UN INDAGINE La ricerca scientifica è un processo creativo di scoperta che si sviluppa secondo un itinerario prefissato e secondo procedure prestabilite che si sono consolidate all interno della comunità scientifica. (Corbetta, 1999) L attendibilità riguarda la riproducibilità di un risultato, e indica il grado con cui una certa procedura di traduzione di un concetto in variabile produce gli stessi risultati in prove ripetute con lo stesso strumento di rilevazione (stabilità); 1 a regola della ricerca empirica Controllo Deve svilupparsi all interno di un quadro collettivamente condiviso. I concetti e i procedimenti adoperati dal ricercatore devono essere standardizzati e i risultati delle sue intuizioni devono poter essere verificati anche da altri; La validità riguarda il grado con cui una certa procedura di traduzione di un concetto in variabile rilevi effettivamente il concetto che si intende esplorare. Cumulatività Se ho visto più lontano è perché stavo sulle spalle di Giganti (I. Newton). 15 16 Stefania Taralli Anno Accademico 2017/2018 4

SCIENTIFICITÀ Pur non lavorando in laboratorio con metodo sperimentale; Pur osservando solo un campione dell universo; Pur osservando spesso proprietà non misurabili e/o difficilmente quantificabili La scientificità è garantita dalla controllabilità empirica e dal controllo e ripetibilità da parte della comunità scientifica secondo norme, procedure e regole condivise. CONTROLLABILITÀ EMPIRICA L ipotesi è controllabile empiricamente quando indica una definizione operativa L insieme di regole per la sua traduzione in operazioni empiriche Occorre scendere lungo la SCALA DI ASTRAZIONE e gettare un ponte tra teoria e universo empirico, quindi i concetti vanno trasformati in proprietà direttamente osservabili 1 7 1 8 UN ESEMPIO DI CONTROLLABILITÀ EMPIRICA UN ESEMPIO DI CONTROLLABILITÀ EMPIRICA La teoria del suicidio di Durkheim La teoria del suicidio di Durkheim Più elevato è il tasso di individualismo in un determinato gruppo sociale, maggiore sarà il tasso di suicidi in quel gruppo Più elevato è il tasso di individualismo in un determinato gruppo sociale, maggiore sarà il tasso di suicidi in quel gruppo Proposizione causale Astratta (i concetti di individualismo, coesione sociale, suicidio sono costrutti astratti) Generale (la connessione proposta da Durkheim è pensata valida per un vasto insieme di società) Deriva da uniformità empiriche (Durkheim ha dedotto la sua teoria attraverso l analisi delle fonti statistiche del suo tempo) 19 Previsioni empiriche (permetteva di prevedere per l Irlanda un tasso di suicidi maggiore di quello dell Inghilterra) 20 Stefania Taralli Anno Accademico 2017/2018 5

UN ESEMPIO DI CONTROLLABILITÀ EMPIRICA La teoria del suicidio di Durkheim Più elevato è il tasso di individualismo in un determinato gruppo sociale, maggiore sarà il tasso di suicidi in quel gruppo Ipotesi 1: Ci si aspetta un minor tasso di suicidio fra le persone sposate e con figli Ipotesi 2: Ci si aspetta un minor tasso di suicidio quando una società attraversa un periodo di crisi politica ANALISI EMPIRICA NELLE SCIENZE SOCIALI Il disegno della ricerca Metodi quantitativi, qualitativi e misti La rilevazione delle informazioni Analisi primaria e secondaria 21 22 QUALY/QUANTY/MIXED METHODS LE INTERVISTE Metodo quantitativo: qualsiasi metodo di rilevazione progettato per produrre numeri Es: conteggio, misurazione, indagine statistica Metodo qualitativo: qualsiasi metodo di rilevazione progettato per produrre parole Es: analisi documentale, interviste ermeneutiche, Metodi misti: qualsiasi metodo di rilevazione che utilizza una combinazione di metodi quantitativi e qualitativi (Greene, Caracelli e Graham, 2007) 23 Dati quantitativi Dati qualitativi ogni forma di interazione fra un intervistatore ed un intervistato volta ad acquisire informazioni attraverso la proposta di domande (ma non necessariamente solo domande). L intervista deve essere palese e la sua finalità accettata dal soggetto rispondente; I tipi di intervista si possono definire in base alla direttività e alla standardizzazione, come si vede dalla figura. 24 Stefania Taralli Anno Accademico 2017/2018 6

LE INTERVISTE BR AINSTORMING Che cosa? Interviste strutturate con questionario (survey; rilevazioni; indagini). Si utilizzano nell ambito della ricerca quantitativa; producono una serie di informazioni codificate ex ante e organizzate in una matrice di dati, trattabili con strumenti statistici Presuppongono una elevata conoscenza ex ante dell oggetto di indagine per poter strutturare adeguatamente il questionatio Interviste semi-strutturate e non strutturate (interviste in profondità): una tecnica che incentiva la produzione di idee entro un gruppo di pari. L obiettivo è incentivare la produzione di un considerevole numero di idee senza preoccuparsi in prima istanza del loro valore e della loro capacità di portare a soluzione il problema Le regole: a) la critica è esclusa: il giudizio negativo sulle idee deve essere rimandato ad un secondo tempo; b) la corsa in folle è ben accetta: più é audace l idea meglio è; è più facile frenare che incoraggiare; c) si cerca la quantità: quanto maggiore sarà il numero delle idee tanto più probabile sarà trovarne di utili e di qualità; d) si cercano combinazioni e miglioramenti: oltre a contribuire con idee proprie, i partecipanti dovrebbero suggerire come le idee altrui possono essere trasformate in idee migliori o come due idee possono essere fuse in un altra idea ancora. si utilizzano quando è necessaria una esplorazione preliminare o se lo scopo principale è la comprensione approfondita dei fenomeni 25 Quello che interessa non è la ragione delle idee prodotte, ma la loro qualità in relazione allo scopo cognitivo che generalmente è la ricostruzione del campo semantico dell oggetto di studio 26 FOCUS GROUP Intervista rivolta a un gruppo omogeneo di 7/12 persone, la cui attenzione è focalizzata su un argomento specifico che viene scandagliato in profondità. Un moderatore indirizza e dirige la discussione fra i partecipanti e ne facilita l interazione. Ogni partecipante ha l opportunità di esprimere liberamente la propria opinione rispetto all argomento trattato; la comunicazione nel gruppo è impostata in modo aperto e partecipato, con un alta propensione all ascolto. Il contraddittorio positivo che ne consegue consente di far emergere i reali punti di vista, giudizi, pregiudizi, opinioni, percezioni e aspettative del pubblico in modo più approfondito di quanto non consentano altre tecniche di indagine; rispetto ad altre tecniche di intervista, il focus group si caratterizza per avere tutte le seguenti caratteristiche: un gruppo (non un singolo individuo) come fonte di informazione; interazione reale fra i partecipanti (riuniti in una sede); focalizzazione su uno specifico argomento; interesse del ricercatore verso l approfondimento, piuttosto che verso la generalizzazione; presenza di uno o più moderatori (detti anche facilitatori Perchè? OSSERVAZIONE (PARTECIPANTE) E un metodo per reperire informazioni non preesistenti senza interferire con l oggetto di studio e quindi senza introdurre stimoli nei confronti dell oggetto di studio (quali possono essere le domande di un intervista ad esempio). Ci sono molteplici approcci all osservazione, che può essere più o meno partecipata, con un maggiore distacco del ricercatore/osservatore fino alla totale immersione nel contesto osservato (tipica delle ricerche etnografiche). 27 28 Stefania Taralli Anno Accademico 2017/2018 7

METODI MISTI Sono disegni della ricerca in cui si utilizzano almeno un metodo quantitativo e almeno un metodo qualitativo, nessuno dei quali sia, tuttavia, intrinsecamente legato a un qualche specifico paradigma di ricerca (Greene, Caracelli e Graham, 2007, 273) varie forme di metodi misti a partire dagli scopi: triangolazione, come uso intenzionale di metodi (tecniche) diverse per una conferma di validità (convergenza dei dati); complementarietà (anche: multiplismo), per approfondire, arricchire e chiarire i risultati di un metodo attraverso un altro; sviluppo: utilizza in risultati di un metodo per sviluppare o informare le procedure di un altro; nuovo avvio: cerca con metodi diversi di cogliere un paradosso, una contraddizione, una nuova prospettiva di analisi; espansione: cerca di estendere la portata e l ampiezza di un indagine utilizzando metodi diversi per aspetti differenti della ricerca. 29 ANALISI EMPIRICA NELLE SCIENZE SOCIALI Il disegno della ricerca Metodi quantitativi, qualitativi e misti La rilevazione delle informazioni Fasi dell indagine statistica Analisi primaria e secondaria 30 LA MISURAZIONE NELLE SCIENZE SOCIALI LA MISURAZIONE E possibile misurare i fenomeni sociali? A quali condizioni? Con quali strumenti? miṡurazióne s. f. [der. di misurare]. L operazione del misurare, consistente nel confrontare una determinata grandezza fisica con la sua unità di misura, allo scopo di determinare il valore (o misura) della grandezza stessa: eseguire, compiere, effettuare la m. di una distanza, di una superficie, della pressione; fare la m. dell area di un terreno, ecc. 31 32 Stefania Taralli Anno Accademico 2017/2018 8

MISURAZIONE: CONOSCENZA QUANTITATIVA DEI FENOMENI COLLETTIVI La statistica è la tecnica che ha come scopo la conoscenza quantitativa dei fenomeni collettivi (G. Leti) La conoscenza dell aspetto quantitativo dell espressione di un fenomeno all interno di un collettivo di studio necessita di alcuni passaggi: OSSERVAZIONE del fenomeno RILEVAZIONE SINTESI delle osservazioni individuali RAPPRESENTAZIONE dei dati raccolti: Tabelle statistiche Grafici Cartogrammi 33 Fenomeni sociali e statistica sociale "La vita sociale è costituita da libere correnti che sono perpetuamente in via di trasformazione, e che lo sguardo dell osservatore non riesce a fissare. Perciò non è da questo lato che lo studioso può affrontare l esame della realtà sociale. Noi sappiamo che essa è suscettibile di cristallizzarsi, senza cessare di essere se stessa: al di fuori degli atti individuali che suscitano, le abitudini collettive si esprimono in forme definite, in regole giuridiche e morali, in detti popolari, in fatti di struttura sociale, ecc. Esistendo in modo permanente e non mutando con le diverse applicazioni che ne vengono fatte, queste forme costituiscono un oggetto fisso, un campione costante che è sempre a portata dell'osservatore e che non lascia alcun margine alle impressioni soggettive o alla osservazioni personali. Perciò, quando il sociologo si accinge ad esplorare un qualsiasi ordine di fatti sociali, egli deve sforzarsi di considerarli dal lato in cui si presentano isolati dalle loro manifestazioni individuali. E. Durkheim, Le regole del metodo sociologico 34 Statistica, opinioni e STATISTICA decisioni E FENOMENI COLLETTIVI QUAL E LA FUNZIONE DELLA STATISTICA? Passo 1 Alcuni punti fermi!!! Senza gli strumenti e i metodi statistici verrebbe meno la possibilità di estrarre informazione dai dati Fenomeni collettivi Decisioni??? Dati quantitativi STATISTICA Conoscenza Senza gli strumenti e i metodi statistici verrebbe meno un supporto fondamentale e imprescindibile per poter prendere decisioni. 35 36 Stefania Taralli Anno Accademico 2017/2018 9

STATISTICA E STUDIO DEL COLLETTIVO Lo studio del collettivo avviene attraverso diverse fasi distinte. 1. Individuazione del collettivo di interesse 2. Osservazione del collettivo per intero o solo in parte Non è detto che sia sempre possibile o conveniente procedere all osservazione del collettivo per intero. Ci sono dei casi in cui le osservazioni su tutto il collettivo non possono essere svolte; ad esempio, si pensi a popolazioni per le quali l osservazione del fenomeno comporta la distruzione dell unità (durata di accensione di una lampadina ) 37 Stefania Taralli Anno Accademico 2017/2018 10