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La preoccupazione come MMG rispetto l epidemiologia oncologica (I numeri del cancro 2015 di AIOM e AIRTUM)

tra i miei assistiti, nel corso della loro vita, avrà la probabilità di ammalarsi di tumore 1 uomo ogni 2 ed 1 donna ogni 3

tra i miei assistiti, nel corso della loro vita, la probabilità di morire a causa di un tumore sarà per gli uomini di 1 ogni 3 e per le donne di 1 ogni 6

Dopo 5 anni dalla diagnosi di tumore potrò attendermi che circa il 60% dei miei assistiti sarà vivo ( lungosopravviventi ) e dopo 10 anni dalla diagnosi circa il 35%. Tra tutti gli assistiti ammalatisi di tumore il 27% guarirà (sarà tornato ad avere la stessa aspettativa di vita della popolazione generale).

Se il 60% dei miei assistiti con diagnosi di tumore è un «lungosopravvivente» a 5 anni e il 35% a 10 anni, dovrò affrontare: potenziali difficoltà di gestione legate alla «CRONICITA» oncologica

Piano nazionale della cronicità (luglio 2016) BPCO e insufficienza respiratoria cronica, Malattie renali croniche e insufficienza renale, Malattia di Parkinson e parkinsonismi, Insufficienza cardiaca cronica, Artrite reumatoide, Rettocolite ulcerosa e malattia di Crohn.

Il Piano nazionale della cronicità sottolinea la complessità e il forte impegno assistenziale che accomuna la cronicità.

Complessità economiche Reddito Facilitazioni economiche Consumo di risorse Complessità socio-ambientali Nucleo famigliare e care giver Persone che forniscono aiuto Abitazione Territorialità e servizi Complessità psico-esistenziali Persona unico portatore del sapere legato alla sua Storia, ai suoi Valori, al Senso della sua vita, alla sua Qualità di vita e di morte Complessità assistenziali Perdita dell autonomia/disabilità Presidi e ausili Persone che forniscono assistenza Complessità sanitarie Severità della patologia Polipatologia Interferenze tra patologie Compliance nei confronti della cura

Potrò inoltre attendermi che il 40 % dei miei assistiti morirà entro 5 anni dalla diagnosi di tumore e il 65% dopo 10 anni la difficoltà di gestione del fine vita

Sguardo all epidemiologia della medicina generale

Courtesy of dr Brignoli

Un MMG con in carico 1500 assistiti/anno dovrà attendersi che: Circa 15 assistiti necessiteranno di cure di fine vita, di cui circa il 30% con terminalità oncologica (si stimano 4/6 pazienti/anno) Circa 60 assistiti necessiteranno di cure complesse a media/alta intensità

Courtesy of dr Lora Aprile TRAIETTORIE DI MALATTIA CRONICA

Prima analisi Problema Analisi Soluzione Il malato complesso è quel malato per il quale un singolo professionista non è più sufficiente da solo ad erogare le cure adeguate, indipendentemente dalle sue conoscenze, abilità e predisposizioni : è necessario che le cure siano erogate da più professionisti: Medico di Medicina Generale, Medici specialisti, infermieri, psicologi, fisioterapisti,

Courtesy of dr Lora Aprile

Una delle sfide più grandi è la comunicazione e l integrazione fra i vari professionisti

E una SFIDA DI SISTEMA: andare oltre i limiti dei singoli professionisti e superare i «pregiudizi».

Seconda analisi Problema Analisi Soluzione E fondamentale un identificazione precoce delle persone che necessitano di cure palliative da parte di tutti gli attori del sistema.

IDENTIFICAZIONE PRECOCE (EARLY PALLIATIVE CARE) delle persone alle quali il SSN garantisce le cure palliative (art. 23 del nuovo decreto di aggiornamento dei LEA) : «persone affette da patologie ad andamento cronico ed evolutivo per le quali non esistono terapie o, se esistono, sono inadeguate o inefficaci ai fini della stabilizzazione della malattia o di un prolungamento significativo della vita»

Courtesy of dr. Peruselli Flow Chart per l identificazione dei malati che si «avvicinano alla fine della vita» e per il loro successivo percorso di cura (adattata da «The GSF Prognostic Indicator Guidance» sett.2011)

Terza analisi Problema Analisi Soluzione E fondamentale la capacità di stimare i bisogni di un malato complesso: la VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE

Il modello organizzativo sul quale si sono modellati la maggior parte dei Servizi di Cure Palliative, oggi è in evoluzione e presenta criticità non necessariamente collegate alla durata dei percorsi di cure palliative. Murray S.A., BMJ 2005

Courtesy of dr Lora Aprile

Courtesy of dr Lora Aprile

Courtesy of dr Lora Aprile

Trattamento Un modello organizzativo in evoluzione Morte Area di intervento cure oncologiche Area di intervento cure palliative Tempo

Courtesy of dr Lombardi E il MMG che assume nelle cure domiciliari la responsabilità clinica dei processi di cura, garantendo il coordinamento degli apporti professionali forniti dagli operatori coinvolti nell assistenza. Questa sua centralità è sottolineata sia nel Piano nazionale cronicità che nei nuovi LEA.

LE CURE PALLIATIVE DOMICILIARI Sono erogate dalle UNITA DI CURE PALLIATIVE (UCP). Si articolano su due livelli, distinti sulla base della complessità dei bisogni, in Cure palliative di base coordinate dal MMG Cure palliative specialistiche gestite dall equipe dedicata dell UCP, in collaborazione con il MMG

Courtesy of dr Lora Aprile

Courtesy of dr Lora Aprile

peggioramento MMG, Ospedale, Strutture residenziali, Utente UOCP VMD - PAI Paziente a bassa complessità Cure palliative di base (coordinate da MMG) Paziente a elevata complessità Cure palliative specialistiche gestite da UCP in collaborazione con MMG peggioramento Paziente oncologico avanzato in tx antitumorale Cure palliative simultanee gestite da Oncologo, UCP, MMG Ambulatorio, Domicilio Domicilio, Hospice (Ospedale di Comunità) Ambulatorio Domicilio

Modified from dr Lombardi VM D Nuova valutazione? PAI CHEC K

Courtesy of dr Lombardi

E NELLA NOSTRA ULSS CHI SI OCCUPA DI CURE PALLIATIVE?

ATTORI COINVOLTI NELL ULSS 22 NELLA GESTIONE DEI PAZIENTI ONCOLOGICI CON NECESSITA DI CURE PALLIATIVE Medicina Generale Servizio di Assistenza Domiciliare Dipartimento di Cure Palliative (Dr. Trivellato) Associazione convenzionata: AMO BALDO GARDA Altre Associazioni: ANT, L ACERO DI DAPHNE OSPEDALE DI COMUNITA REPARTI OSPEDALIERI DI ONCOLOGIA CASE DI RIPOSO RSA

Rete???

Perché ci sia una rete è indispensabile un coordinamento UCP

Perché la RETE funzioni è indispensabile che l UCP abbia un idea precisa e puntuale di ciò che può essere offerto dal punto di vista strutturale, organizzativo, delle risorse umane e dei servizi.

Perché la RETE funzioni, dovrà avere Una MODALITA ORGANIZZATIVA, che premi e valorizzi le professionalità, la storia delle persone e delle loro competenze, la storia delle Strutture e delle Istituzioni e ne preservi l autonomia.

LA RETE e REALIZZABILE e puo funzionare Se si investirà sul COORDINAMENTO Attività costosa ed impegnativa, ma INDISPENSABILE e se si garantirà la CONTINUITA DELL ASSISTENZA H24 e 7/7

Grazie