Sistemi di welfare 10. UN NUOVO WELFARE. A.A. 2013-2014 Corso di Laurea Magistrale in Scienze dell Amministrazione



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A.A. 2013-2014 Corso di Laurea Magistrale in Scienze dell Amministrazione Sistemi di welfare 10. UN NUOVO WELFARE Maria Letizia Pruna SPS/09 Sociologia dei processi economici e del lavoro mlpruna@unica.it

Le posizioni sul welfare state C è chi si oppone a ogni cambiamento, appellandosi all inviolabilità dei diritti acquisiti C è chi aspira a modificare lo stato sociale in modo che risponda a bisogni e rischi effettivi e dia nuovo impulso all economia C è chi insiste nel sostenere che il solo modo per avviare una società migliore è smantellare lo stato sociale 2

Riedificare lo stato sociale «Ciò che è necessario fare non è estendere o ridurre lo stato sociale, ma procedere ad una complessiva riorganizzazione: riedificarlo, in modo che raggiunga un buon funzionamento.» (G. Esping-Andersen) Scegliere con attenzione i criteri in base ai quali impostare la riorganizzazione del welfare 3

Una strategia vincente per tutti Adottare una strategia vincente per tutti significa: - affrontare la nuova struttura dei rischi sociali in modo che nessun gruppo sociale sia destinato a risultare perdente (giovani e famiglie giovani) - dare un nuovo equilibrio in termini di benessere sociale al rapporto tra stato, mercato e famiglie (principio di giustizia rawlsiano) 4

I criteri principali Ottimalità paretiana Un miglioramento viene definito paretiano se un gruppo o una categoria trae vantaggio da un cambiamento mentre nessun altro perde. Equità Criterio rawlsiano Un miglioramento è definito rawlsiano (la più estesa libertà e la massima giustizia possibile) se il cambiamento assicura il massimo vantaggio a chi sta peggio Uguaglianza (Vilfredo Pareto, 1848-1923) (John Rawls, 1922-2002) 5

Il grande trade-off eguaglianza-occupazione Le due strade percorse finora nei contesti in cui si sono sviluppati i diversi modelli di welfare: aumentare l occupazione a scapito dell uguaglianza (Stati Uniti) sostenere l uguaglianza a scapito dell occupazione (Europa) 6

Dilemma post-industriale Una caratteristica distintiva delle economie post-industriali è che ad essere premiati sono in misura crescente i lavoratori specializzati e con un buon livello di istruzione, mentre tra i più penalizzati rientra chi ha un basso livello culturale, competenze obsolete e scarsa esperienza. I non qualificati incarnano il dilemma eguaglianza-occupazione 7

Il ruolo dello stato sociale nel mercato del lavoro Lo stato sociale è destinato a svolgere un ruolo sempre più importante nel mercato del lavoro: ammortizzatori sociali formazione professionale servizi per il lavoro pensioni e prepensionamenti regole e incentivi 8

I tre homines ideali del welfare In analogia con l homo oeconomicus, che definisce il comportamento dell attore economico, la sociologia può fare ricorso a tre homines ideali per spiegare le preferenze in termini di regime di welfare Homo liberalis Homo familisticus Homo socialdemocraticus Tutte le società comprendono i tre tipi ideali di homines e li combinano in modo diverso. 9

La cristallizzazione del welfare Le istituzioni come il welfare tendono a cristallizzarsi, resistendo a cambiamenti profondi. Per una società, dipendere dai percorsi istituzionali già tracciati (pathdependence) significa tendere a riprodurre di generazione in generazione l immagine originaria della società stessa. Ciò aiuta a spiegare perché anche di fronte ad un nuovo quadro di rischi sociali i diversi regimi di welfare tendono a riprodurre le soluzioni già sperimentate. 10

L egemonia di homines e feminae Gli ideali incarnati dai tre tipi ideali di homines (e feminae) sono sostenuti dal potere, dall azione collettiva, dalla cultura e dalle scelte dell elettore mediano. I tre principali modelli di welfare hanno mantenuto nel tempo le proprie logiche di sviluppo senza rilevanti deviazioni, anche con l avvicendamento di governi espressione di parti politiche diverse. 11

Che cosa bisogna ottimizzare Il mercato del lavoro: se l obiettivo è un forte ampliamento dell occupazione (dunque dei redditi delle famiglie) è necessaria una maggiore domanda di servizi ma anche una maggiore disuguaglianza salariale Le famiglie: se l obiettivo è aumentare la loro partecipazione al lavoro e migliorare i loro redditi occorre stimolare un offerta di servizi accessibili, garantire una protezione adeguata dal rischio di disoccupazione e povertà e maggiore istruzione e formazione per un migliore inserimento sociale e lavorativo Lo stato sociale: se l obiettivo è di renderlo sostenibile occorre allargare la base occupazionale da cui lo stato ricava le risorse finanziarie per alimentare le politiche di welfare, in modo da riattivare dinamiche demografiche più equilibrate (aumento del tasso di fecondità e riduzione dell incidenza della popolazione anziana sulla popolazione totale) e garantire una buona protezione sociale a tutti i cittadini 12

Le priorità Aumento dell occupazione: poiché sarà legato allo sviluppo del terziario produrrà una quota crescente di lavori poco qualificati, che dovranno essere retribuiti meno degli altri, altrimenti la crescita del terziario non sarà ampia abbastanza da dare occupazione e servizi a molte più famiglie Riduzione delle disuguaglianze: lo stato sociale dovrà integrare le retribuzioni più basse legate ai lavori meno qualificati e garantire un reddito minimo a tutti 13

Eguaglianze imprescindibili e disuguaglianze inevitabili Costruire una buona società in cui la protezione universalistica dai rischi sociali consenta di assorbire disuguaglianze transitorie che non compromettono le prospettive di vita ma consentono di attivare circuiti virtuosi per la creazione di occupazione e di servizi. 14

La sfida principale Fare in modo che i problemi sociali, le disuguaglianze di partenza o di percorso non diventino permanenti, e che i cittadini non restino intrappolati in situazioni di esclusione o di minori opportunità al punto che ne risultino compromesse o fortemente indebolite le loro prospettive di vita. 15