UBI PRAMERICA Società di Gestione del Risparmio S.p.A.

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UBI PRAMERICA Società di Gestione del Risparmio S.p.A. Bilancio 2012.

Bilancio al 31 dicembre 2012 UBI PRAMERICA Società di Gestione del risparmio S.p.A. Sede Legale in Bergamo P.zza Vittorio Veneto, 8 Sede Amministrativa in Milano Via Monte di Pietà, 5 Capitale Sociale 19.955.465 Interamente versato Partita Iva Codice Fiscale e numero di iscrizione R.I. di Bergamo 02805400161 Iscritta all Albo delle SGR cod. 106 Gruppo UBI Banca Albo Gruppo n. 03111.2 Soggetta all attività di direzione e coordinamento di UBI Banca

Indice Composizione degli organi sociali pag. 6 Relazione del Consiglio di Amministrazione sulla gestione dell esercizio 2010 pag. 7 Schemi del Bilancio dell impresa Stato Patrimoniale pag. 26 Conto Economico pag. 28 Prospetto della Redditività Complessiva pag. 29 Prospetto delle Variazioni del Patrimonio Netto pag. 30 Rendiconto finanziario pag. 32 Nota Integrativa Parte A Politiche contabili pag. 36 Parte B Informazioni sullo Stato Patrimoniale pag. 61 Parte C Informazioni sul Conto Economico pag. 86 Parte D Altre informazioni pag. 98 Allegati al Bilancio pag. 113 Prospetto corrispettivi Società di Revisione Relazione della Società di Revisione Relazione del Collegio Sindacale Deliberazione dell Assemblea Bilancio 2012 5

UBI Pramerica UBI Pramerica: cariche sociali Consiglio di Amministrazione Dott. Giorgio Frigeri Dott. Andrea Pennacchia Dott.ssa Suzanne Rohe Dott. Diego Paolo Cavrioli Dott. Glenwyn P. Baptist Prof. Piero Mella Prof. Sergio Paci Sig. Marco Pedussia Dott. Christopher David Sciglitano Presidente Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Collegio Sindacale Dott. Giuseppe Deiure Dott. Fulvio Albini Dott. Giovanni Napodano Dott.ssa Patrizia Ferrari Presidente Sindaco effettivo Sindaco effettivo Sindaco supplente Direzione Generale Dott. Andrea Pennacchia Dott. Emilio Franco Dott.ssa Suzanne Rohe Direttore Generale Vice Direttore Generale Vice Direttore Generale Società di revisione Deloitte & Touche S.p.A 6 Bilancio 2012

RELAZIONE SULLA GESTIONE Bilancio 2012 7

UBI Pramerica Relazione del Consiglio di Amministrazione sulla gestione dell esercizio 2012 Scenario macroeconomico Dopo un moderato rafforzamento nel corso del primo trimestre del 2012, favorito da un temporaneo allentamento delle tensioni sui mercati finanziari internazionali, a partire dal secondo trimestre dell anno il ciclo economico internazionale è tornato a indebolirsi. Il peggioramento del quadro macroeconomico è stato particolarmente accentuato per la zona Euro, in seguito all impatto negativo sulla fiducia delle famiglie e delle imprese derivante dal riacutizzarsi dei timori sull evoluzione della crisi del debito sovrano, a causa della difficile situazione di alcuni paesi della periferia, come la Spagna e la Grecia. A questo si sono aggiunti gli effetti restrittivi sulla crescita derivanti dai programmi di austerità fiscale. Inoltre, sebbene l attività economica abbia continuato a mostrare dinamiche fortemente eterogenee, l aggravarsi della recessione dei paesi periferici e semi-periferici ha iniziato a contagiare anche le economie core, che hanno fornito segnali di rallentamento. Allo stesso tempo, anche i dati resi noti per gli Stati Uniti hanno sorpreso in negativo, a causa principalmente delle difficoltà evidenziate dal mercato del lavoro a stabilizzarsi su una traiettoria di solida creazione di occupazione, e hanno innescato una revisione al ribasso delle stime sulla crescita da parte degli analisti. A partire dal secondo trimestre l attività produttiva è tornata a indebolirsi anche in Giappone, dopo il rimbalzo dei primi mesi dell anno, in seguito al graduale esaurirsi degli impulsi derivanti dalle spese per la ricostruzione dopo il terremoto dello scorso anno. L indebolimento della domanda nei paesi avanzati, unitamente agli effetti ritardati delle politiche restrittive attuate lo scorso anno, hanno contribuito a un estensione della fase di rallentamento anche ai paesi emergenti. Nel corso dei mesi estivi la decelerazione della crescita globale si è ulteriormente accentuata e il quadro economico complessivo è rimasto fragile anche negli ultimi mesi dell anno, sebbene caratterizzato da andamenti diversificati e da segnali di rafforzamento in alcune Economie Emergenti e negli Stati Uniti. In tale contesto un impatto positivo è venuto dal significativo allentamento delle tensioni sui mercati finanziari grazie ai progressi nella gestione della crisi del debito europeo. L annuncio del programma OMT (Outright Monetary Transactions, volto all acquisto di titoli di debito sovrano dei paesi in difficoltà) da parte della Banca Centrale Europea nel corso dell estate e l avvio di un processo per la definizione di un meccanismo unico di vigilanza bancaria hanno favorito una riduzione delle pressioni sui mercati finanziari, contribuendo a frenare il deterioramento del quadro di fiducia delle imprese e dei consumatori. Tuttavia, le condizioni dell area Euro sono rimaste difficili e l attività economica ha continuato a perdere vigore nell ultimo trimestre del 2012. I paesi della periferia e semiperiferia sono entrati in una recessione profonda, da mettere in relazione agli effetti delle manovre di consolidamento dei bilanci, al restringimento delle condizioni creditizie e alla crisi di fiducia di imprese e consumatori. Il peggioramento della fase congiunturale ha contagiato anche l economia tedesca che ha fornito segni di rallentamento via via più evidenti. I dati disponibili hanno suggerito che negli ultimi mesi dell anno l attività economica sia diminuita ulteriormente anche nel Regno Unito e in Giappone, sebbene in modo meno marcato rispetto al terzo trimestre. Al contempo, negli Stati Uniti la ripresa è proseguita a ritmi modesti, frenata dal rallentamento del ciclo delle scorte e dall incertezza legata alle trattative per il rinnovo di una serie di incentivi fiscali in scadenza a fine anno, il cosiddetto Fiscal Cliff, che ha avuto un impatto negativo sulla fiducia di imprese e consumatori. Indicazioni positive sono venute, invece, dal mercato immobiliare e da quello creditizio, che hanno fornito solidi segnali di ripresa, mentre il mercato del lavoro ha segnato solo un moderato miglioramento. Infine le economie 8 Bilancio 2012

emergenti hanno fornito qualche segnale di recupero. In Cina e in Brasile la crescita ha segnato una moderata accelerazione, riflettendo l effetto delle politiche espansive attuate nel corso del 2012, mentre in India è apparsa in fase di stabilizzazione. La debolezza della fase ciclica nel corso del 2012 ha favorito un generale contenimento delle pressioni inflazionistiche sia nelle economie avanzate che in quelle emergenti. Il rallentamento dell inflazione, in un contesto caratterizzato dalla presenza di significativi rischi al ribasso per la tenuta della ripresa internazionale, ha spinto le principali Banche Centrali, sia dei paesi avanzati che emergenti, ad allentare ulteriormente l orientamento delle politiche monetarie. All interno di questo scenario la BCE ha ridotto il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali allo 0,75% e ha annunciato una serie di nuove operazioni di rifinanziamento per il sistema bancario, fino alla metà di gennaio del 2013, a tasso fisso e piena allocazione delle richieste, ampliando ulteriormente il novero dei titoli ammissibili come garanzia. Inoltre la BCE ha annunciato un nuovo programma di acquisto di titoli di debito sovrano dei paesi in difficoltà, Outright Monetary Transactions, volto a riattivare il meccanismo di trasmissione della politica monetaria ormai non più correttamente funzionante e sostenere così l economia. Per quanto riguarda il programma OMT la BCE non ha fissato limiti ex ante, di entità o di durata, e ha specificato che gli acquisti saranno subordinati a una stretta condizionalità: alla richiesta di accesso al programma da parte dei paesi interessati, all accettazione di condizioni specifiche e al mantenimento degli impegni assunti nel tempo. La Federal Reserve ha mantenuto i tassi ufficiali sui minimi (nell intervallo 0-0,25%) e nella riunione di giugno ha deciso di estendere di 267 miliardi di Dollari la cosiddetta Operation Twist, l operazione che prevede la vendita di titoli di stato a breve scadenza e l acquisto di un ammontare analogo di titoli a scadenza medio/lunga. A questo annuncio è seguito, in settembre, quello di un nuovo programma di acquisto di titoli legati ai mutui per 40 miliardi di Dollari al mese, che non è stato vincolato a un orizzonte temporale predefinito né a un ammontare determinato. Infine in dicembre la FED ha comunicato che da gennaio l Operation Twist, giunto al termine, sarebbe stato sostituito da un programma di acquisto di obbligazioni del Tesoro a lungo termine per 45 miliardi di dollari al mese. Inoltre, la Banca Centrale americana, per la prima volta, ha reso espliciti i parametri che regolano le decisioni di politica monetaria, dichiarando che i tassi di riferimento saranno mantenuti invariati finché il tasso di disoccupazione rimarrà sopra il 6,5% e le stime sull inflazione a uno o due anni rimarranno al di sotto del 2,5%. Nel corso dell anno anche la Banca del Giappone e la Banca d Inghilterra hanno deliberato un ampliamento dei programmi di acquisto di attività finanziarie, mantenendo i tassi di riferimento sui minimi. Infine, le banche centrali dei principali paesi emergenti, in risposta al deterioramento del quadro congiunturale e a fronte dell attenuazione delle pressioni inflazionistiche, hanno proseguito il graduale allentamento delle condizioni monetarie. La Banca Centrale Cinese, dopo avere ridotto l aliquota di riserva obbligatoria per le banche in due occasioni, ha tagliato per due volte il tasso ufficiale di riferimento sui prestiti di 56 punti base, portandolo al 6%. In Brasile la Banca Centrale, manifestando forti preoccupazioni circa il rallentamento dell economia, ha ripetutamente ridotto i tassi ufficiali per un totale di 3,75%; infine, anche la Banca Centrale Indiana ha ridotto i tassi, dello 0.5% all 8%. Andamento dei mercati 1 Nel corso 2012 i mercati finanziari hanno evidenziato una significativa volatilità, risentendo in maniera preponderante delle tensioni derivanti dalla crisi dei debiti sovrani, dei timori sull evoluzione del quadro di crescita globale e dell incertezza in merito alla politica di bilancio degli USA. Dopo un primo semestre caratterizzato dall emergere di nuove 1 Tutte le variazioni percentuali degli indici sono espresse in valuta locale Relazione sulla gestione 9

UBI Pramerica preoccupazioni circa le prospettive di alcuni paesi dell area Euro e dei timori per l entità del rallentamento dell economia globale, nel corso della seconda parte dell anno le tensioni sui mercati finanziari si sono parzialmente stemperate. In questa fase, il miglioramento del clima di fiducia è avvenuto molto probabilmente grazie alla pubblicazione di notizie migliori dal fronte macroeconomico e, soprattutto, all annuncio di nuove modalità di intervento da parte delle principali Banche Centrali, unito ad alcune decisioni politiche ed istituzionali in ambito europeo. Al termine dell anno gli asset ritenuti maggiormente rischiosi, come le azioni e le emissioni sovrane dei paesi cosiddetti periferici, registravano variazioni positive rispetto alla chiusura del 2011. Mercati Azionari Nella prima parte dell anno i principali mercati hanno beneficiato di una maggiore propensione al rischio da parte degli investitori, favorita dall allentamento delle tensioni derivanti dalla crisi dei debiti sovrani, reso possibile, soprattutto, dalle misure straordinarie di sostegno alla liquidità adottate dalla BCE (Long Term Refinancing Operation) che hanno ridotto in maniera significativa il rischio percepito di una grave crisi bancaria. Il clima di fiducia ha risentito positivamente anche del miglioramento delle prospettive economiche globali, con notizie abbastanza confortanti dagli USA e dal Giappone e segnali di tenuta dell espansione nelle principali economie emergenti. La tendenza al rialzo dei listini azionari si è interrotta dalla metà di marzo in un contesto caratterizzato da percezioni di rischio crescenti. L umore degli investitori è mutato allorché è divenuto sempre più evidente che i soli interventi di politica monetaria non sarebbero bastati a risolvere in maniera definitiva i problemi economici dell area Euro. Le incertezze degli operatori sono aumentate in seguito alla crisi bancaria spagnola e al drammatico stallo politico in Grecia, che ha intensificato i timori per un eventuale uscita del paese dall area Euro con i suoi potenziali effetti a livello sistemico. Inoltre, una serie di dati macroeconomici peggiori del previsto ha destato ulteriori dubbi sulla tenuta della ripresa a livello mondiale. In questo contesto i listini azionari hanno evidenziato pesanti ribassi, concentrati prevalentemente sul comparto bancario. Nel corso dell estate gli operatori hanno mostrato una maggiore propensione al rischio e i listini sono rimbalzati, iniziando un trend rialzista che è durato, a fasi alterne, fino alla fine dell anno. Il mutamento del clima di fiducia, molto probabilmente, è da ricondurre al maggiore interventismo delle Banche Centrali per rilanciare la crescita e per ridurre drasticamente i rischi sistemici legati alla crisi dell area Euro. La FED, infatti, ha lanciato una nuova fase di Quantitative Easing attraverso l acquisto mensile di 40 mld di MBS, ai quali si sono successivamente aggiunti acquisti per 45 mld di Treasury, senza limiti temporali; la BCE, invece, ha delineato l OMT (Outright Monetary Transactions), il programma che prevede l acquisto potenzialmente illimitato di titoli di stato con durata tra uno e tre anni, a condizione che i governi beneficiari si impegnino preventivamente a seguire un programma di aggiustamento economico. Inoltre, nella parte finale dell anno si è registrato un consolidamento dei segnali congiunturali positivi per la Cina e, in misura minore, per gli USA. Per quanto concerne i singoli mercati, nel primo trimestre dell anno le borse statunitensi hanno evidenziato un trend rialzista molto marcato; in questo periodo lo Standard & Poors 500 (l indice composto dalle 500 società a maggiore capitalizzazione del mercato USA) ha guadagnato circa il 12%, mettendo a segno il maggiore incremento trimestrale degli ultimi dieci anni. Nel secondo trimestre lo scenario è mutato in maniera significativa e i listini hanno evidenziato un andamento negativo, risentendo molto probabilmente delle tensioni derivanti dalla crisi dell area Euro e della pubblicazione di alcuni dati macro più negativi del previsto, soprattutto, sul mercato del lavoro. Nel secondo semestre il mercato statunitense ha generalmente mostrato un impostazione rialzista, anche se nell ultima parte dell anno, malgrado il crescente ottimismo per l attività economica, la propensione al rischio degli operatori è stata frenata dalla protratta incertezza circa la soluzione del problema del Fiscal Cliff. A fine anno lo Standard & Poors 500 segnava una variazione positiva del 13,41% con i 10 Bilancio 2012

migliori settori rappresentati dai finanziari, dai consumi ciclici, dai farmaceutici e dai tecnologici; unico settore in perdita quello delle utilities. L andamento dei mercati europei è stato strettamente connesso con le tensioni nei mercati del debito sovrano e con la problematica definizione di una soluzione strutturale ed organica alla crisi. Nella prima parte dell anno l escalation delle tensioni relative al debito sovrano ha pesato in maniera significativa sulle banche e ha inciso maggiormente sui corsi azionari dei paesi più coinvolti in questa crisi, che hanno adottato politiche di risanamento molto profonde con ricadute recessive sull evoluzione del quadro congiunturale. Il successivo miglioramento del clima di fiducia sui mercati europei ha riflesso, oltre al nuovo approccio adottato dalla BCE, le iniziative tese alla risoluzione della crisi dei debiti sovrani tra cui quelle per il rafforzamento della stabilità finanziaria tramite una nuova unione bancaria, i progressi nella ristrutturazione del settore bancario spagnolo e l accordo sul programma di salvataggio finanziario della Grecia. L indice Euro Stoxx ha chiuso il periodo di riferimento con un guadagno del 15,40%; a livello di singoli paesi, ottime performance per i paesi core, con il DAX tedesco che ha messo a segno un incremento del 29,19%, mentre fra i maggiori paesi periferici, il FTSEMIB ha ampiamente recuperato le forti perdite del primo semestre, chiudendo l anno con un +7,79%. Dopo un primo semestre di ripresa, l economia giapponese ha evidenziato una marcata decelerazione causata principalmente dal progressivo esaurimento dell effetto positivo derivante dalla ricostituzione delle scorte nel settore automobilistico e dalle nuove misure di stimolo fiscale. Nonostante questo scenario, nella seconda parte dell anno il listino nipponico ha mantenuto un impostazione rialzista ed ha chiuso l anno con un guadagno del 22,89%, risentendo molto probabilmente delle attese per una politica fiscale e monetaria molto più espansiva rispetto al passato. Relativamente alle aree emergenti, nella prima parte dell anno il deterioramento del quadro macroeconomico della Cina e di alcuni paesi dell America Latina, come il Brasile, si è riverberato sui principali listini della regione che hanno evidenziato un andamento molto volatile. Successivamente, in un contesto maggiormente tranquillizzante per la tenuta del quadro di crescita dell area, soprattutto, considerando il graduale venir meno di uno scenario di hard landing per la Cina, i listini hanno evidenziato un impostazione analoga a quella espressa dai listini dei paesi maggiormente sviluppati. L indice MSCI Emerging Markets espresso in dollari ha chiuso il 2012 con un guadagno del 15,24%. Mercati Obbligazionari Durante l anno l andamento dei mercati obbligazionari ha rispecchiato le perduranti tensioni derivanti dalla crisi dei debiti sovrani e il mutamento delle prospettive sull evoluzione del quadro congiunturale a livello mondiale. Nel corso del primo trimestre dell anno i rendimenti dei titoli di stato dei paesi periferici, soprattutto dell Italia, sono calati in maniera considerevole rispetto ai livelli toccati nella parte finale del 2011. Questa discesa dovrebbe essere riconducibile agli ingenti acquisti effettuati dalle banche italiane e spagnole in seguito alle operazioni di rifinanziamento effettuate dalla BCE (LTRO), ma anche all attenuarsi dei timori degli investitori circa l evoluzione della crisi dei debiti sovrani. La discesa dei rendimenti è stata particolarmente significativa in Italia, dove il tasso a due anni è passato dal 5,10% ad un minimo dell 1,74% e quello decennale dal 7,15% al 4,80%. Dalla metà di marzo l ottimismo degli operatori ha cominciato a deteriorarsi sulla scia dei rinnovati timori per la situazione dell area Euro e per l incapacità dei policy makers di concordare soluzioni efficaci e condivise. L aumento dell avversione al rischio, unito all esaurirsi degli effetti delle operazioni di rifinanziamento della BCE, ha penalizzato nuovamente i titoli dei paesi ritenuti maggiormente a rischio, con un significativo allargamento degli spread rispetto ai titoli tedeschi. Gli spread si sono allargati ulteriormente dalla metà di maggio, quando sono aumentati i timori circa la situazione del sistema bancario spagnolo e la possibile uscita della Grecia dall area Euro con i suoi potenziali effetti a livello sistemico. Questa tendenza sui mercati obbligazionari è continuata fino a luglio, quando il tasso a due Relazione sulla gestione 11

UBI Pramerica anni italiano ha superato ancora la soglia del 5% e quello spagnolo ha raggiunto massimi storici al 6,64%. In questo scenario la fuga verso asset più sicuri ha continuato a sostenere le emissioni ritenute maggiormente affidabili che hanno raggiunto minimi storici; sulla curva tedesca il tasso a due anni e quello a dieci anni hanno toccato rispettivamente il -0,09% e l 1,16%, mentre sulla curva statunitense le stesse scadenze hanno visto ridursi i rendimenti fino allo 0,20% e all 1,38%. La situazione ha cominciato a mutare dopo la fine di luglio, quando i vertici della BCE hanno chiaramente espresso la volontà di attuare tutte le misure previste dal mandato dell istituto per preservare l Unione Monetaria ed hanno tratteggiato un nuovo piano di acquisto di titoli di stato, che è stato perfezionato nel corso del Consiglio Direttivo del 6 settembre. Il programma OMT (Outright Monetary Transactions) prevede che la BCE acquisti titoli di stato dell area Euro con vita residua di 1-3 anni e accetti di avere lo stesso rango degli altri creditori, a condizione che i governi beneficiari si impegnino preventivamente a seguire un programma di aggiustamento macroeconomico. Queste decisioni hanno contribuito a stemperare le tensioni derivanti dalla crisi dei debiti sovrani ed hanno ridotto in maniera considerevole il rischio di una fine disordinata dell Unione Monetaria. In questo nuovo scenario i premi per il rischio sovrano dei paesi periferici e semiperiferici hanno evidenziato una riduzione significativa che è durata, seppure in modo parzialmente difforme fra i vari paesi, fino al termine dell anno. Il miglioramento del clima di fiducia degli operatori è stato sostenuto anche dai progressi delle politiche nazionali di consolidamento di bilancio, dalle nuove misure di sostegno finanziario alla Grecia e, seppure fra numerose difficoltà, dal primo accordo sull istituzione di un meccanismo unico di vigilanza bancaria, volto ad impedire il circolo vizioso fra debito sovrano e condizioni del sistema bancario. Nonostante questi elementi positivi, però, i rendimenti delle obbligazioni emesse dai paesi finanziariamente più solidi non hanno registrato movimenti significativi di rialzo ed hanno oscillato attorno a valori storicamente molto bassi, evidenziando ancora la presenza di numerosi elementi di incertezza. Per quanto concerne le variazioni dei tassi, sul mercato statunitense il tasso a due anni ha chiuso sullo stesso livello di fine 2011, allo 0,24%, mentre il decennale ha subito un leggero calo dall 1,87 all 1,75%. La ricerca di sicurezza da parte degli operatori ha premiato ancora la curva tedesca che ha evidenziato un calo dei rendimenti sulla maggior parte delle scadenze; il tasso a due anni, infatti, ha chiuso l anno in territorio negativo, -0,02%, mentre il decennale ha subito un calo ancora più marcato passando dall 1,81% all 1,31%. Sul mercato italiano si è registrata una significativa volatilità; ad una prima fase di discesa dei tassi dai livelli particolarmente elevati toccati nell ultima parte del 2011, è seguita una fase di risalita che si è interrotta solo nel corso dell estate a favore di un movimento di ridimensionamento dei rendimenti durato in maniera alterna fino alla fine dell anno. Il bilancio annuale per il mercato italiano è, comunque, ampiamente positivo perché il tasso a due anni si è ridotto dal 5,04% all 1,95% e quello decennale è diminuito dal 7,02% al 4,48%. Sul mercato spagnolo i tassi sono saliti, soprattutto, nel corso dell estate e nei mesi successivi si sono gradualmente ridotti, soprattutto, sulla parte a breve della curva; a fine anno il tasso a due anni era al 2,78% dal 3,16 di fine 2011 e il decennale, invece, al 5,23% dal 5,04%. Per quanto concerne il mercato inglese, la discesa dei rendimenti ha interessato maggiormente la parte più a lunga della curva, con il decennale che è sceso dall 1,97 all 1,82% mentre il due anni è rimasto stabile intorno al livello dello 0,31%. In leggero calo anche i tassi giapponesi, con il decennale che ha chiuso l anno allo 0,79% dallo 0,98% e il due anni allo 0,09% dal precedente 0,13%. Nel corso dell anno, con i rendimenti sovrani dei paesi core ai minimi storici, gli operatori si sono rivolti in misura crescente ad attività diverse dai titoli di stato, alla ricerca di investimenti ragionevolmente sicuri in grado di offrire una remunerazione maggiore. Le obbligazioni societarie sono state interessate da una riduzione degli spread nel momento in cui la propensione al rischio è aumentata ed hanno beneficiato di cospicui afflussi di capitale. In questo scenario, nei paesi avanzati i rendimenti delle obbligazioni societarie sia investment grade sia ad alto rendimento sono scesi ed hanno toccato minimi storici. Questa tendenza ha interessato anche i mercati emergenti, dove sia le obbligazioni societarie che quelle 12 Bilancio 2012

emesse da soggetti sovrani hanno evidenziato un ridimensionamento dei rendimenti. Mercati Valutari e Commodities I movimenti del tasso di cambio dell Euro sono rimasti in larga misura connessi al mutare della percezione degli operatori circa le prospettive economiche e di bilancio dei paesi dell area dell euro in relazione a quelle delle altre principali economie, oltre che all evoluzione dei differenziali di rendimento attesi tra l area e le altre economie avanzate. Dopo un miglioramento del clima di fiducia del mercato finanziario nel mese di marzo, a partire da aprile l Euro ha continuato a deprezzarsi, molto probabilmente come conseguenza dei persistenti timori riguardo alle prospettive di bilancio di alcuni paesi dell area. Questo movimento si è interrotto a fine luglio ed ha lasciato spazio ad un rafforzamento della valuta comune, che ha molto probabilmente riflesso il rapido attenuarsi dell incertezza sulla solidità dell Unione Monetaria e l intonazione più espansiva della politica monetaria negli USA e in Giappone. A fine anno l Euro guadagnava l 1,87% rispetto al Dollaro,chiudendo il periodo di riferimento all 1,31 dopo aver toccato anche un minimo di 1,20 durante l estate. Il movimento dell Euro nei confronti dello Yen è stato abbastanza simile, anche se l apprezzamento nella seconda parte dell anno è stato molto più marcato, portando la valuta comune a 114,45 con un recupero del 14,85% rispetto ai livelli di fine 2011. Nel primo trimestre dell anno i corsi del greggio di qualità Brent sono saliti, sostenuti molto probabilmente dall intensificarsi delle tensioni geopolitiche in Medio Oriente e dall accumulo di scorte effettuato dai maggiori paesi emergenti, ed hanno superato il livello di 125 Dollari al barile. Dalla fine di marzo le quotazioni hanno iniziato a scendere ed hanno mantenuto un trend ribassista fino al mese di giugno sullo sfondo delle incertezze circa le prospettive di crescita dell economia mondiale, raggiungendo un minimo a 89 Dollari al barile. Successivamente i corsi petroliferi hanno invertito questa tendenza ribassista ed hanno ripreso a salire, mantenendosi fino al termine dell anno all interno di un range compreso fra 106 e 116 Dollari al barile. Ciò è avvenuto all interno di uno scenario nel quale si sono manifestate spinte al ribasso provenienti dalla debolezza del quadro congiunturale mondiale, controbilanciate dagli effetti delle rinnovate tensioni geopolitiche in Medio Oriente. Al termine del periodo di riferimento il greggio di qualità Brent quotava a 111 Dollari al barile, con una incremento del 2,87% rispetto ai valori di fine 2011. Andamento molto altalenante anche per l oro che ha chiuso l anno a 1675 Dollari l oncia, in recupero del 6,9% rispetto a fine 2011. Quadro di riferimento dell industria del risparmio gestito Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio (O.I.C.R.) Il dato del patrimonio rappresentativo di Fondi comuni e Sicav, di diritto italiano ed estero, a fine Dicembre 2012, relativo al Sistema Italia, ha raggiunto i 486,7 miliardi di euro. Per UBI Pramerica SGR S.p.A. (di seguito UBI Pramerica SGR) il patrimonio, inclusi i valori dei prodotti relativi alla Sicav Lussemburghese UBI Sicav è di quasi 17,7 miliardi di euro. Relazione sulla gestione 13

UBI Pramerica PATRIMONIO GESTITO VALORI DI MERCATO BASATI SU REPORT ASSOGESTIONI Consuntivo anno 2012 comp% Consuntivo anno 2011 comp% var var % AZIONARI 99.397 20,4% 92.811 22,1% 6.586 7,1% BILANCIATI 25.607 5,3% 20.062 4,8% 5.545 27,6% OBBLIGAZIONARI 248.233 51,0% 181.637 43,3% 66.596 36,7% FONDI DI LIQUIDITA' 34.106 7,0% 48.810 11,6% (14.704) -30,1% FLESSIBILI 67.235 13,8% 60.918 14,5% 6.317 10,4% FONDI HEDGE 7.272 1,5% 9.495 2,3% (2.223) -23,4% NON CLASSIFICATI 4.821 1.0% 5.345 1,3% (524) -9,8% TOTALE 486.670 100,0% 419.078 100,0% 67.592 16,1% PATRIMONIO GESTITO GRUPPO UBI BANCA Consuntivo anno 2012 comp% Consuntivo anno 2011 comp% var var % AZIONARI 2.276 12,9% 2.362 14,3% (86) -3,7% BILANCIATI 1.270 7,2% 1.293 7,8% (23) -1,8% OBBLIGAZIONARI 11.309 64,0% 9.387 56,9% 1.922 20,5% FONDI DI LIQUIDITA' 2.214 12,5% 2.782 16,9% (568) -20,4% FLESSIBILI 615 3,5% 612 3,7% 4 0,6% FONDI HEDGE 0 0,0% 68 0,4% (68) NON CLASSIFICATI 0 0,0% 0 0,0% 0 TOTALE * 17.684 100,0% 16.504 100,0% 1.180 7,2% Dati relativi alle masse gestite da UBI Pramerica SGR Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio (O.I.C.R.) Per quanto riguarda i dati patrimoniali al 31 dicembre 2012 la massa dei fondi comuni e delle Sicav promossi da UBI Pramerica e dalla controllata UBI Management Company SA si attesta a quasi 17,7 miliardi di euro, con un incremento di circa 1,2 miliardi di euro rispetto agli analoghi aggregati al termine del 2011. Gestioni Patrimoniali individuali destinate a clientela di tipologia retail e private A fine Dicembre 2012 il patrimonio investito in gestioni patrimoniali individuali della società, sia in titoli che in fondi, direttamente gestite dalla SGR, si è attestato a circa 6,9 miliardi di 14 Bilancio 2012

euro. Da inizio anno si è rilevato un saldo positivo di 79 milioni di euro rispetto al patrimonio di fine 2011. I rapporti in gestione in essere a fine esercizio erano circa 22.200. Eventi gestionali dell esercizio 2012 Di seguito vengono descritti i principali eventi gestionali che hanno caratterizzato l esercizio 2012. Anche l anno 2012 è stato segnato da difficoltà di carattere economico e finanziario che hanno inevitabilmente prodotto i loro effetti sull industria del risparmio gestito e di riflesso sulla Società. In particolare per quanto riguarda la dinamica delle sottoscrizioni/rimborsi netti relativi a clientela retail e private (escludendo quindi la clientela istituzionale) di fondi comuni e gestioni patrimoniali individuali si è registrata una sostanziale compensazione dei flussi di sottoscrizione rispetto ai flussi di riscatto (46 milioni di euro di deflussi netti). Tale dinamica, seppur non ancora soddisfacente, rappresenta comunque una significativa inversione di tendenza rispetto al trend fatto registrare negli anni immediatamente precedenti, in particolare il 2011, nel quale di era dovuto registrare un deflusso netto di circa 3,9 miliardi di euro, relativamente ai mercati retail e private. L anno appena trascorso si è invece caratterizzato per un significativo apprezzamento degli asset in gestione per effetto delle positive dinamiche di mercato. L effetto complessivo finale è stato pari a circa 2,2 miliardi di euro (pari a circa il 9,1% del totale degli attivi in gestione ad inizio 2012), tale da compensare più che ampiamente la riduzione di valore degli asset fatto registrare nel 2011. Per quanto riguarda i nuovi prodotti è da segnalare che è continuata l attività della società come distributore principale per l Italia dei comparti della UBI Sicav. Nel corso dell anno 2012 sono stati infatti offerti al pubblico sei nuovi comparti della UBI Sicav, con il meccanismo del collocamento a finestra, per un ammontare di raccolta complessiva pari a circa 2,9 miliardi di euro. In particolare l offerta commerciale dell anno è stata così articolata: Due comparti della categoria Cedola Certa ; in particolare UBI Sicav Cedola Certa 2013-2016 e UBI Sicav Cedola Certa 2013-2017 che hanno originato sottoscrizioni complessive per circa 1,7 miliardi di euro. E da sottolineare che il solo comparto Cedola Certa 2013-2016 ha raccolto 924 milioni di euro, nel periodo febbraio-marzo 2012, rappresentando uno dei migliori lanci commerciali a livello europeo di tutto il 2012; Un comparto denominato UBI Sicav Protezione & Crescita 2017, che permette, tramite specifiche tecniche di gestione, di coniugare in un unico strumento esigenze diverse e complementari tra loro quali la protezione del capitale investito e la crescita dello stesso; tale comparto ha fatto registrare una raccolta positiva pari a 135 milioni di euro. Un comparto denominato UBI Sicav Cedola Mercati Emergenti che ha come politica di investimento l impiego di una parte considerevole degli attivi in valute e titoli a reddito fisso denominati in valute locali di mercati emergenti. Tale lancio commerciale ha raccolto sottoscrizioni pari a circa 575 milioni di euro. Un comparto denominato UBI Sicav Focus Italia, che ha come obiettivo fornire ai propri investitori un rendimento stabile e costante su un orizzonte temporale di medio termine operando prevalentemente in strumenti finanziari emessi in euro e da enti italiani. Tale prodotto ha fatto registrare una raccolta di 280 milioni di euro. Un comparto denominato UBI Sicav Global Dynamic Allocation il cui periodo di collocamento si è aperto nel mese di dicembre 2012 e chiuso il successivo mese di gennaio 2013. Alla data di chiusura del bilancio al 31/12/2012 il comparto era stato sottoscritto per un ammontare pari a circa 157 milioni di euro, mentre al termine della Relazione sulla gestione 15