Università IULM 25 maggio 2016 Retail: un esercizio di cristallomanzia Luca Pellegrini, Università IULM
La richiesta di Popai: ragionare sul nuovo concetto di retail nel mondo: quali settori tocca, con quali impatti e secondo quali logiche. Quali caratteristiche assume e in quali comparti Come rispondere? Back to basics: a che serve il retail? Per mettere a disposizione dei consumatori i beni e i servizi che desiderano con le modalità più appropriate: nel modo più efficiente ed efficace possibile Quindi? Quali macro trend nelle richieste dei consumatori? Più servizi finali e meno beni In contesti più stimolanti, esperienziali Con una relazione fluida e personalizzata on e offline Possibilmente a prezzi contenuti
Più servizi finali e meno beni E una tendenza generalizzata, in parte prodotto della crescita economica (meno fai-da-te e più mercato) e in parte anche della demografia (famiglie piccole con basse economie di scala) Incidenza % di beni e servizi sui consumi correnti delle famiglie italiane Implicazioni Vendere beni e anche servizi, altrimenti si perde fatturato e valore aggiunto Ibridazioni Fonte: Istat
In contesti più stimolanti e esperienziali Non vogliamo più usare il nostro tempo per reperire ciò di cui necessitiamo facendo fatica: altrimenti lo ordiniamo da Amazon Implicazioni Vogliamo trovarlo facilmente: prossimità fisica e virtuale Vorremmo un po di confort e un po di intrattenimento Giocare Imparare qualche cosa
Con una relazione fluida e personalizzata on e offline Omnicanalità e interazione social a patto che ci siano contenuti reali e un offerta in grado di coinvolgerci sui nostri interessi e di risolvere i nostri problemi Implicazioni Omnicanalità Attenzione e contenuti Competenze su aree di bisogno rilevanti Google Trend: «omnichannel», interesse nel tempo, mondo intero, 18 maggio 2016
Possibilmente a prezzi contenuti Non siamo tutti ricchi, ma abbiamo le stesse aspirazioni: qualche volta siamo disposti a spendere molto, più spesso vogliamo convenienza. Intelligente Implicazioni Dal low price al low cost Coerenza fra pricing e contesto Attenzione allo stile: non implica per forza lusso
Fisiognomiche del retail che vogliamo: Chi corrisponde all identikit? Deve offrire beni, ma anche servizi, meglio se su aree di bisogno importanti Un offerta facilmente reperibile e coerente on e offline In un contesto stimolante (un po di teatro), confortevole, in continuo rinnovo Dimostrando empatia verso il cliente con una disponibilità facile e fluida Con una proposta di valore trasparente e credibile
Quindi Grandi superfici: basta big boxes di puro approvvigionamento Piccole superfici: inserimento coerente in concentrazioni di offerta «centri commerciali» - con un regista forte Fine dei «formati» fotocopia: l elemento di continuità è il brand, lo «stile» e la capacità di adattarlo ai luoghi Controllo di tutti i parametri dell offerta: integrazione verticale con monomarca o con assortimenti editati con forza: ecosistemi chiusi Più showroom e meno negozi in un contesto omnichannel: meno «metri» e presenza nelle location che contano: selezione e polarizzazione Le tecnologie vengono dopo: prima frame of mind e empatia
Good luck!!