BANCA D ITALIA E U R O S I S T E M A I sistemi produttivi locali Trasformazioni fra globalizzazione e crisi Massimo Omiccioli Centro Ricerche Economiche e Sociali Manlio Rossi-Doria Università Roma Tre - 29 ottobre 2014
Due precedenti Lo sviluppo locale. Un indagine della Banca d Italia sui distretti industriali Molte delle predizioni della teoria distrettuale, tradotte in specificazioni quantitative, sopravvivevano alla prova. In particolare, un effetto distretto sulla produttività e competitività delle imprese appariva evidente almeno in quei settori in cui il modello distrettuale era più diffuso. Economie locali e competizione globale. Il localismo industriale italiano di fronte a nuove sfide Cambia il contesto competitivo: «globalizzazione»; liberalizzazione scambi commerciali; riduzione dei costi di trasporto; nuove tecnologie ICT. Cambia l organizzazione dei sistemi produttivi a livello mondiale: unbundling, fragmentation, offshoring, global value chains.
I sistemi produttivi locali Trasformazioni fra globalizzazione e crisi Molti dei vantaggi dei distretti perdono rilevanza o mutano di segno nel nuovo ambiente competitivo. La diminuzione dei costi di trasporto rende conveniente spostare le lavorazioni standardizzabili verso paesi a basso costo del lavoro e l ICT facilita il coordinamento internazionale delle catene produttive. Le conoscenze tacite e non codificate, centrali nell organizzazione dei distretti, non aiutano a coordinare le catene globali. L importanza di interazioni dirette e conoscenze non codificabili si sposta dalla produzione materiale a quella immateriale, si intreccia con le capacità basate su istruzione formale e utilizzo di ICT.
Dalla frammentazione locale a quella globale: il caso dei distretti calzaturieri Localizzazione prevalente (a) Fase Fino alla fine degli anni Ottanta-inizio anni Novanta (Pre-delocalizzazione) Anni Novanta - inizio anni Duemila (Prima delocalizzazione) 2005-2010 (Seconda delocalizzazione) Preparazione del modello e del campionario Ingegnerizzazione del prodotto (customization) Taglio della tomaia o Europa Centro-orientale o Europa Centroorientale /Asia Preparazione della tomaia o Europa Centroorientale/Asia Orlatura della tomaia Europa Centro-orientale (Romania, Bulgaria) e Africa Mediterranea (Tunisia) Europa Centro-orientale ma sempre più Asia (Cina, Vietnam) Preparazione del fondo Montaggio (impresa finale o imprese intermedie) (impresa finale o imprese intermedie) e Asia (Cina) /Asia ed Europa Centro-orientale Finissaggio e imballaggio (impresa finale) (impresa finale) /Asia ed Europa Centro-orientale Marketing e commercializzazione (impresa finale) (impresa finale) (impresa finale)
I sistemi produttivi locali Trasformazioni fra globalizzazione e crisi Nei paesi avanzati i vantaggi localizzativi della specializzazione settoriale perdono importanza rispetto a quelli che hanno origine dalla specializzazione in determinate funzioni, trasversali a diversi settori in qualche modo affini. Questi segmenti (R&S, progettazione e design, innovazione, commercializzazione), assimilabili ad attività terziarie, richiedono maggiori dimensioni aziendali e risorse organizzative più complesse di quelle presenti nei distretti industriali. I distretti hanno tradizionalmente sfruttato le economie di specializzazione settoriale (che favoriscono le innovazioni incrementali) a scapito di quelle di diversificazione, proprie delle aree urbane (che agevolano invece le innovazione radicali). Se l omogeneità culturale, tipica della comunità locale dei distretti, rafforza la fiducia reciproca e riduce i costi di transazione, la diversità, caratteristica delle aree urbane, facilita la nascita di nuove forme di conoscenza e di attività innovative.
Distretti industriali e aree urbane 1995-2000 I vantaggi di produttività che in passato avevano caratterizzato le imprese distrettuali in Italia, in particolare le più piccole, sono fortemente diminuiti, dimezzandosi fra la seconda metà degli anni novanta e la prima degli anni duemila, sino quasi a scomparire. Nel caso delle aree urbane, invece, i vantaggi dell agglomerazione non si sono ridotti: sull intero periodo 1995-2006, si collocano tra l 8 e il 10 per cento, contro il 2-3 per cento dei distretti, a testimonianza dell importante ruolo delle città nel nuovo contesto competitivo.
Distretti industriali e aree urbane Le cause che spiegano la più elevata produttività nelle aree urbane non si trovano in una più accentuata concorrenza che lascia sopravvivere solo le imprese più efficienti, ma vanno individuate nella presenza di veri e propri vantaggi derivanti dall agglomerazione.
Perché tutto questo è importante? Le agglomerazioni industriali italiane nel confronto internazionale L incidenza delle agglomerazioni distrettuali sull industria italiana, in termini di addetti, è tripla rispetto a quella della Germania e superiore di dieci volte a quella della Francia. Nel complesso dei tre paesi, oltre due terzi dei sistemi locali agglomerati e oltre la metà degli addetti che vi lavorano sono localizzati in Italia. Ciò costituisce l altra faccia della peculiarità italiana in termini di struttura dimensionale delle imprese. I vantaggi e gli svantaggi specifici di questi sistemi produttivi, rispetto ad altri modelli di organizzazione della produzione, e la loro capacità di trasformarsi per affrontare i cambiamenti del mercato globale, sono particolarmente rilevanti per l industria italiana.
Le agglomerazioni industriali italiane: uno sguardo di lungo periodo 1911-1971: poche agglomerazioni, grandi imprese, grandi città, Nord-Ovest. 1971-1996: molte agglomerazioni, il baricentro si sposta verso piccole imprese, piccole città, Nord-Est e Centro, settori tradizionali. 1996- : l espansione dei distretti si arresta e poi si rovescia. Le agglomerazioni industriali italiane, seppure in modo tutt altro che omogeneo, modificano alcune loro caratteristiche tipiche: si rafforza il ruolo delle imprese più grandi; cresce la diversificazione settoriale; si riduce l autocontenimento del sistema produttivo locale.
Cosa emerge dal censimento 2011? Un immagine dell Italia in cui i meccanismi di ristrutturazione e innovazione, pur presenti all interno del sistema produttivo, non riescono a diffondersi e a tradursi a livello aggregato in estese trasformazioni strutturali: una sorta di dualismo, dove un gruppo di imprese innovative continua a coesistere con un insieme più vasto di imprese poco dinamiche. Qui si apre il campo della discussione sulle cause di questa insufficiente dinamica delle trasformazioni strutturali dell economia italiana e sulle politiche necessarie per favorirne l accelerazione.