Imprese: Internazionalizzazione e Globalizzazione

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1 Imprese: Internazionalizzazione e Globalizzazione Eunomia GIORGIA GIOVANNETTI 4 MARZO2016

2 Obiettivi: Identificare le tendenze principali dell economia mondiale Le imprese italiane nel contesto Europeo e mondiale Come identificare i mercati interessanti : gli strumenti esistenti (focus su Italia) (mercati e settori) Il Rapporto ICE-Prometeia, le export maps (ITC & SACE: e investment maps (ITC), le mappe dei rischi, il Rapporto SACE sull export. [L Italia e gli altri paesi EU (specializzazione, problemi del modello italiano) Qualche dato]

3 Pil e commercio mondiale Produzione e commercio mondiali Variazioni percentuali in volume (¹) 2015 (¹) 2016 (¹) Prodotto interno lordo (ai tassi di cambio di mercato) Scambi di merci e servizi Prodotto interno lordo (media ) Scambi di merci e servizi (media ) (1) Stime e previsioni Fonte: elaborazioni Ice su dati Fmi Lieve accelerazione del commercio nel 2015 e 2016

4 Ma molti rischi per l economia mondiale

5 In questo contesto, la recessione italiana è stata più grave della media dell area dell euro Grafico Differenziale tra la dinamica del Pil dell'area dell'euro e dell'italia Variazioni percentuali Area Euro Differenziale crescita Italia Differenziale Pil Italia Pil Area euro (18) Fonte: elaborazioni Ice su dati Eurostat e Istat

6 e la ripresa resta inferiore a quella degli altri paesi dell Eurozona Italia

7 Nel tempo le quote di mercato delle esportazioni dell Italia sono scese e la competitività peggiorata Prezzi correnti Prezzi costanti

8 Anche se l export è stato in questi anni la componente più strategica per la crescita delle imprese italiane

9 Come identificare i mercati interessanti : gli strumenti esistenti Il Rapporto ICE-Prometeia, le export maps (ITC & SACE: e investment maps (ITC), le mappe dei rischi, il Rapporto SACE sull export. Esistono alcuni elementi: dati «certi» e «in previsione», breve e lungo periodo PIL, crescita, livello del PIL pro capite (perché?), popolazione, età della popolazione (perché?), importazioni Importante capire specializzazione e competitività in EU (i concorrenti dell Italia sono spesso altri paesi EU) (siamo sicuri? Che ne pensate?) (è molto diverso se il concorrente principale è la Germania o la Cina )

10 Per le imprese contano i mercati e i settori le prospettive 2016 delle diverse aree

11 Elementi di forza e debolezza degli EM7

12 Mercati interessanti: Asia

13 Mercati interessanti: Africa Sub Sahariana

14 L Italia è il paese EU con il maggior numero di esportatori manufatturieri

15 Ma sono tutte imprese piccole: il 3/4 esporta meno di 250 mila euro Il Problema della dimensione

16 Le conseguenze di esportazioni per singola impresa troppo ridotte Sono indici di un internazionalizzazione passiva, a traino di un singolo ordine o di un unico cliente. Non consentono di superare i sunk cost per entrare nei mercati esteri. Non giustificano investimenti sul mercato (promozione, distribuzione, assistenza post vendita) sempre più rilevanti per imprese che vendono qualità. Non offrono i vantaggi e le tutele legate alla diversificazione in un quadro dei mercati sempre più volatile.

17 E in effetti nel periodo della crisi sono stati gli esportatori che esportano più del 10% a sfruttare meglio le opportunità dell internazionalizzazione Esportatori strutturati

18 Riassumendo Indubbiamente i cambiamenti nel contesto esterno (che possiamo considerare shock esogeni ): globalizzazione: nuovi attori con costi di produzione relativamente bassi integrazione europea con adozione dell euro: impossibilità di ricorrere a svalutazioni competitive rivoluzione tecnologica (ICT).. hanno reso inadeguate struttura e politiche del passato: Questi «shock esogeni» hanno aumentato la pressione competitiva per i paesi UE; Fra questi, alcuni hanno reagito meglio di altri

19 Italia- Germania: quote di export A offerta specializzata tradizionali

20 Francia e Spagna: quote di export, modello molto diverso, concorrenza inferiore

21 UK e USA: quote di export USA forte nei settori a offerta specializzata

22 La competitività

23 Il punto è capire che fare Si deve intervenire per fermare o invertire il trend al declino del settore manufatturiero europeo (italiano)? Se si, come? Come può la UE restare all avanguardia fra i paesi che hanno una leadership tecnologica a livello mondiale? Che tipo di aggiustamento dovrebbe aver luogo per sostenere la sfida della pressione competitiva dei paesi emergenti? Come si devono affrontare gli andamenti divergenti nelle posizioni competitive dei diversi paesi europei che sono, almeno parzialmente collegate alle forti tendenza all agglomerazione della manifattura europea?

24 Che fare? Che tipo di politiche può essere usato per fronteggiare queste sfide? Quali sono le variabili da tenere d occhio? A che livello dovrebbero essere applicate le politiche (EU, nazionale, o regionale) per essere più efficaci? Quali sono/ possono essere I trade off fra le altre politiche e le politiche industriali? Ci sono trade-off di diverse politiche che inducono ad avere un coordinamento a livello europeo?

25 EU, i vuoti lasciati dalla crisi distanza dai picchi pre crisi nel 4 trimestre 2013 Italia e Spagna perdono più degli altri

26 Il modello di specializzazione internazionale dell industria italiana Punti di forza settori tradizionali (ad alta intensità di lavoro): esempi: tessile, mobili, alimentare. settori ad offerta specializzata (a media intensità di capitale fisico): meccanica, macchine per. Punti di debolezza settori con forti economie di scala (ad alta intensità di capitale fisico): automobili, chimica, petrolio etc settori ad alta intensità di ricerca: elettronica, aviazione

27 Il dibattito sul modello di specializzazione internazionale dell economia italiana Caratteristiche generali del modello di specializzazione peculiarità rispetto agli altri paesi industriali rigidità polarizzazione Caratteristiche dei settori di specializzazione poco innovativi a basso valore aggiunto a domanda poco dinamica a domanda molto sensibile ai prezzi protetti

28 Peculiarità rispetto agli altri paesi industriali: perché l Italia è ancora specializzata in settori tradizionali? L Italia del dopoguerra: un paese ad alta dotazione di lavoro che si specializza in settori ad alta intensità di lavoro. Negli anni del miracolo economico la dotazione relativa di lavoro si riduce, ma il modello di specializzazione non si modifica. In altri paesi (Spagna, Giappone, Sud-est asiatico) invece l accumulazione di capitale induce mutamenti rilevanti nei modelli di specializzazione. Una possibile spiegazione: l aumento del costo relativo del lavoro è più che compensato dalle economie esterne dei distretti industriali, che caratterizzano la struttura economica italiana.

29 Rigidità Tutti i modelli di specializzazione dei principali paesi industriali sono abbastanza rigidi, perché dipendono da fattori strutturali che si modificano lentamente. Il modello italiano sta subendo una graduale trasformazione: rovesciamento dei vantaggi comparati tra merci e servizi indebolimento dei vantaggi comparati nei settori tradizionali rafforzamento dei vantaggi comparati nei settori ad offerta specializzata attenuazione della debolezza in alcuni settori con forti economie di scala e/o ad alta intensità di ricerca

30 Italia: Indici di specializzazione Grafico 2 - Italia - Indici di specializzazione commerciale netta Raggruppamenti settoriali 0,4 0,3 0,2 0,1 0-0,1-0,2-0,3 Settori dell'industria tradizionale Settori a offerta specializzata Settori a elevate economie di scala Settori a elevata intensità di ricerca e sviluppo Fonte: elaborazioni Ice su dati Eurostat

31 Germania: indici di specializzazione 0,4 Grafico 3 - Germania - Indici di specializzazione commerciale netta Raggruppamenti settoriali 0,3 0,2 0,1 0-0,1-0,2-0,3 Settori dell'industria tradizionale Settori a offerta specializzata Settori a elevate economie di scala Settori a elevata intensità di ricerca e sviluppo Fonte: elaborazioni Ice su dati Eurostat

32 Polarizzazione Ci sono ragioni a priori per preferire un modello di specializzazione equilibrato rispetto a uno polarizzato? La polarizzazione del modello italiano si è progressivamente attenuata, seguendo una tendenza comune a tutti i principali paesi industriali

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34 Settori poco innovativi L Italia è l unico paese EU con un forte disavanzo commerciale nei settori ad alta intensità di ricerca. R&S: le innovazioni di prodotto sono generate spesso da R&S; la dipendenza dalle tecnologie importate sottrae margini di profitto e rendite da innovazione; il controllo della tecnologia è essenziale per prevalere nella competizione oligopolistica mondiale; i benefici di R&S si diffondono in settori diversi da quelli in cui esse si svolgono; La contrapposizione schematica tra settori tradizionali e moderni spinge a inglobare tra i primi i settori ad offerta specializzata, malgrado l alta intensità tecnologica dei loro prodotti. Spesso i settori tradizionali hanno elevata intensità di innovazioni incrementali, non rilevabili da indicatori di R&S standard. Talvolta il carattere innovativo dei settori tradizionali non riguarda i prodotti, ma l organizzazione dei processi produttivi.

35 Settori a basso valore aggiunto Vantaggi comparati nei settori a basso valore aggiunto implicano una ragione di scambio internazionale non favorevole. Una struttura produttiva più orientata verso i settori ad alto valore aggiunto facilita la crescita del reddito pro-capite. il divario salariale tra un paese e RdM riflette un divario di produttività generale e non deriva necessariamente da una particolare allocazione settoriale delle risorse; non sempre i settori ad alto valore aggiunto sono quelli con alti salari e profitti; talvolta sono semplicemente quelli ad alta intensità di capitale; Il valore aggiunto delle esportazioni italiane è basso anche perché spesso le imprese non controllano i servizi collegati alla vendita dei prodotti. Le imprese dei distretti industriali hanno un rapporto valore aggiunto/fatturato inferiore rispetto alle imprese isolate, perché sono poco integrate verticalmente e fanno grande uso di beni intermedi, ma proprio per questo sono più produttive. In altri termini, il valore aggiunto complessivo del distretto è elevato.

36 Settori a domanda poco dinamica L inefficienza macroeconomica del modello di specializzazione rende più stretto il cosiddetto vincolo esterno alla crescita. L ipotesi che i settori di specializzazione delle esportazioni italiane siano destinati a crescere lentamente è arbitraria. Tuttavia potrebbe essere in corso un cambiamento profondo dei modelli di consumo delle famiglie, con implicazioni negative per il modello italiano.

37 Tasso di crescita medio annuo della domanda mondiale Italia: quote di mercato sulle esportazioni mondiali e dinamica della domanda 10 9 Media dei manufatti: 4,3% 8 Settori a tecnologia medio-bassa Media dei manufatti: 4,7% Settori ad alta tecnologia Area delle bolle: valore totale delle esportazioni mondiali 4 3 Settori a tecnologia medio-alta Settori a bassa tecnologia Quote dell'italia sulle esportazioni mondiali (media )

38 Ma proprio negli anni della crisi globale le partecipazioni italiane in imprese estere sono aumentate Partecipazioni di controllo italiane in imprese estere Tassi di crescita medi annuali in percentuale Imprese Addetti Fatturato IMPRESE ADDETTI FATTURATO Fonte: elaborazione su banca dati Reprint, ICE-Politecnico di Milano

39 Settori a domanda molto sensibile ai prezzi L elevata elasticità ai prezzi della domanda di prodotti tradizionali renderebbe le esportazioni italiane più vulnerabili alla concorrenza dei paesi emergenti, che spesso sono specializzati negli stessi settori. Il problema potrebbe essersi aggravato con l unificazione monetaria europea, che preclude la possibilità di usare il deprezzamento del cambio per recuperare competitività nell area dell euro. Tuttavia i prodotti del made in Italy si scambiano spesso su segmenti di mercato molto qualificati, diversi da quelli su cui operano le imprese dei paesi emergenti. Inoltre nei settori tipici del made in Italy hanno grande importanza i fattori di competitività diversi dal prezzo.

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