LE PROSPETTIVE DEL COMPARTO ALIMENTARE: REDDITIVITA E INTEGRAZIONE DI FILIERA
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- Assunta Raimonda Di Gregorio
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1 SCENARI 2015 DELLA FILIERA AGROALIMENTARE ITALIANA LE PROSPETTIVE DEL COMPARTO ALIMENTARE: REDDITIVITA E INTEGRAZIONE DI FILIERA GUIDO PELLEGRINI (UNIVERSITA DI BOLOGNA) FEDERALIMENTARE-ISMEA-CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA settembre 2005
2 SCENARI 2015 DELLA FILIERA AGROALIMENTARE ITALIANA LE PROSPETTIVE DEL COMPARTO ALIMENTARE: REDDITIVITA E INTEGRAZIONE DI FILIERA GUIDO PELLEGRINI (UNIVERSITA DI BOLOGNA) FEDERALIMENTARE-ISMEA-CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA settembre 2005
3 LA NOVITA DEL MODELLO: L INTEGRAZIONE MICRO-MACRO Uno dei pregi del lavoro è di dettagliare l analisi e le previsioni per differenti settori e dimensioni aziendali del comparto alimentare. I risultati del modello macro vengono infatti utilizzati per simulare gli effetti degli scenari sui bilanci aziendali, aggregati per: piccole aziende (< 7 milioni di fatturato), medie aziende (da 7 a 40 milioni) grandi aziende (40+ milioni di fatturato).
4 Gli ingredienti del modello al 2015 Scenari Modello macro Dinamica di prodotto, prezzi, costo e quantità degli input Modello di simulazione di bilanci aziendali per i settori agroalimentari
5 I principali risultati al 2015: la compressione della redditività Indice MOL/Fatturato (%) nei diversi scenari 12,0 10,0 8,0 6,0 4,0 2,0 0,0 Anno 2003 Base Totale Piccole Medie Grandi
6 La compressione della redditività (2) La caduta della redditività è presente in tutti gli scenari e in tutti i settori Il vantaggio che l industria alimentare nazionale riceverebbe dall eventuale discesa dei prezzi delle materie prime agricole sul mercato internazionale non va quindi sopravvalutato perché più che assorbito dall aumento dei consumi intermedi Sulla redditività delle imprese di molti settori pesano maggiormente altri costi, come ad esempio il lavoro, i servizi, l energia, i trasporti
7 La compressione della redditività (3) In alcuni settori aumentano i rischi derivanti dall elevata quota di approvvigionamento di materia prima agricola nazionale che, in presenza del disaccoppiamento degli aiuti, in alcuni casi può rarefarsi, con un incremento dei prezzi (es. tabacco, olio, semi oleosi). Questi comparti sono quelli maggiormente tentati da rimodulazioni produttive, sia all interno che fuori il territorio nazionale.
8 Struttura del fatturato per classi dimensionali d impresa ,8 0,7 0,6 0,5 0,4 0,3 0,2 0,1 0 carni ortofrutta oli di olive e semi latte granaglie mangimi panificaz. e dolciumi pasta vini piccole medie grandi
9 I principali risultati al 2015: le differenze dimensionali Riduzione in %dell'indicatore MOL/Fatturato rispetto al Piccole Medie Grandi Base Più concorrenza Bassa crescita
10 I principali risultati al 2015: le differenze dimensionali (2) La riduzione della redditività risulta diversa a seconda della dimensione aziendale. Le imprese alimentari piccole e medie, vedono ridursi i margini di mercato molto più di quanto non ci si attenda per le grandi imprese. Questo risultato appare sufficientemente generalizzato fra i diversi settori.
11 I principali risultati al 2015: le differenze dimensionali (3) Le implicazioni sono importanti: le economie di scala risultano fondamentali per garantire la presenza e la competitività sui mercati nazionali e internazionali Questo risulta in modo particolarmente forte, ad esempio, in settori come la panificazione e la pasta, dove generano importanti spinte all accorpamento
12 L industria alimentare italiana è troppo frammentata per essere competitiva In Italia abbiamo imprese alimentari di cui (11%) con più di 9 addetti Di queste ultime, il 97% ha meno di 50 addetti. Gli addetti per impresa sono in media 14,1 in Europa, circa la metà (7,5) in Italia (19,4 la Germania, 9,0 la Francia)
13 Essere piccoli ha molti svantaggi La grande frammentazione consente al settore di valorizzare le infinite tradizioni produttive diffuse sul territorio ma. Riduce la capacità di competere adeguatamente sul mercato globale (poca R&S, poca capacità finanziaria, poca profittabilità, poche esportazioni) Riduce la capacità di resistenza alla forte pressione della Grande Distribuzione. Riduce la capacità innovativa basata su nuove tecnologie e nuovi prodotti, e quindi la crescita della produttività
14 I principali risultati al 2015: le sinergie di filiera Effetti sul MOL/Fatturato di aumenti settoriali di produttività 7,2% 7,0% 6,8% 6,6% 6,4% 6,2% 6,0% 5,8% 5,6% Tendenziale Base Crescita produttività agricoltura Crescita produttività industria alimentare Crescita produttività filiera
15 Gli scenari sviluppati mostrano come non vi sia concorrenza, ma una forte complementarietà tra la crescita del settore agricolo e di quello agroindustriale nazionale. In particolare, al crescere della produttività nel settore agricolo cresce la redditività di quello industriale Esiste un comune interesse per entrambi i settori allo sviluppo di maggiori sinergie e di politiche volte alla crescita di efficienza in tutta la filiera. I principali risultati al 2015: le sinergie nella filiera (2)
16 I principali risultati al 2015: gli effetti positivi della liberalizzazione Crescita della produzione (a prezzi costanti) per settore (%) Agricoltura Industria alimentare Base Più concorrenza Bassa crescita
17 Gli effetti positivi della moderata liberalizzazione (2) Lo scenario di liberalizzazione e concorrenza risulta particolarmente positivo per tutta la filiera La riduzione dei prezzi delle materie prime e finali aumenta la domanda, trascinando in tal modo la produzione industriale (anche se non i margini per unità di prodotto) e i redditi del settore agricolo. Sebbene gli effetti possano risultare differenti nei diversi settori, nel complesso l impatto di una politica di maggiore e graduale liberalizzazione risulta chiaramente positivo.
18 I principali risultati al 2015: l impatto sui settori Indice MOL/Fatturato (%) per settore TOTALE vini pasta panificaz. e dolciumi mangimi granaglie latte oli di olive e semi ortofrutta carni piccole medie grandi -2% 0% 2% 4% 6% 8% 10% 12% 14% 16% 18%
19 I principali risultati al 2015: l impatto sui settori (2) non c è nessun settore che modifica le sue performance tendenziali tra gli scenari, ovvero, non esistono settori che, nel complesso, dimostrano di avvantaggiarsi o, al contrario, di essere particolarmente penalizzati dall uno o dall altro degli scenari ipotizzati. I settori tendenzialmente più deboli, ovvero quelli con minore redditività in tutti gli scenari sono quelli dell ortofrutta e dell industria mangimistica.
20 Alcune considerazioni di sintesi Il futuro dell industria alimentare, che finora ha garantito crescita stabile e redditività costante, presenta forti rischi, con una riduzione della base produttiva e un indebolimento ulteriore della dinamica espansiva L analisi indica quindi la necessità di una correzione di rotta, per fronteggiare l attesa perdita di redditività e incrementare la produttività Il messaggio principale è quindi di innescare politiche di sviluppo innovativo, di aggregazioni d impresa e di riduzione dei costi esterni della filiera (agricoltura, industria e distribuzione) per poter anticipare e correggere l evoluzione meno favorevole prevista al 2015.
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