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Novembre 211 Osservatorio trimestrale sulla crisi di impresa Terzo Trimestre 211

Nel 211 già persi 7 mila posti di lavoro in imprese fallite nei primi nove mesi dell anno Secondo gli archivi di Cerved, nel terzo trimestre del Non scende la febbre da fallimenti nel terzo trimestre I fallimenti Rallenta ma non si ferma la corsa dei fallimenti. Con le 2.27 procedure aperte tra luglio e settembre 211 (+6,6% rispetto allo stesso periodo del 21), sono addirittura quattordici i trimestri consecutivi (dal secondo trimestre 28) in cui si rileva un aumento delle procedure rispetto allo stesso periodo dell anno precedente. I fallimenti risultano in crescita nel terzo trimestre anche su base destagionalizzata: +2,3% rispetto al periodo marzogiugno. Con il dato del periodo lugliosettembre, il numero dei default aperti nei primi nove mesi dell anno si avvicina alle 9 mila unità, per un incremento pari al 9,7% rispetto allo stesso periodo del 21. L insolvency ratio, che misura la frequenza di fallimenti su 1 mila imprese operative, è passato da 14,2 punti (primi nove mesi 21) a 15,3 (primi nove mesi 211). Stime basate sui dati di bilancio indicano che nel 211 sono stati già persi circa 7 mila posti di lavoro nelle 9 mila aziende che hanno dovuto dichiarare bancarotta (v. focus). L aumento dei fallimenti dei primi nove mesi del 211 è comune a tutte le forme giuridiche: la crescita è più sostenuta tra le società di capitali (+1,6% rispetto allo stesso periodo del 21), rispetto a quanto si osserva tra le società di persone (+7,7%) e nelle altre forme giuridiche (+7%). Il dato conferma un trend di lungo periodo, da cui consegue un sempre maggior peso delle società di 4. 3.5 2.5 1.5 5 6% 4% 2% % 2% 4% 6% 7. 6. 5. 4. 21 25 dati grezzi 22 23 Il numero di fallimenti (21 211, dati trimestrali) destagionalizzati e corretti per le giornate lavorative 26 +17,6% 24 27 25 26 28 27 29 28 L'andamento dei fallimenti tassi di variazione sul trimestre dell'anno precedente +7% +27% +1,6% 29 21 21 I fallimenti per forma giuridica numero di procedure e tassi di variazione sullo stesso periodo dell'anno precedente 211 11,7% 13,9% 7,5% 6,6% 211 1q3q 29 1q3q 21 1q3q 211 +14,8% +7,7% Altre Forme Società di Capitali Società di Persone 2 211 Cerved Group Spa Tutti i diritti riservati Riproduzione vietata

capitali tra le imprese che devono portare i libri in tribunale. A fallire più frequentemente sono proprio le società di capitale e, tra queste, quelle con un attivo (tre anni prima rispetto all apertura della procedura) compreso tra 2 e 5 milioni di euro, che evidenziano un insolvency ratio maggiore di 9; più rari i fallimenti tra le società di capitale di dimensione minore (5,3 per quelle con attivo di bilancio inferiore a 2 milioni e 58,4 per quelle senza bilancio) e tra le società maggiori (3,3 per quelle con un attivo superiore a 5 milioni di euro). In termini di variazioni, la situazione per classi dimensionali è molto eterogenea: rispetto ai primi nove mesi del 21, aumentano di oltre un quarto i fallimenti tra le società senza bilancio, del 13,7% tra quelle con un attivo compreso tra 1 e 5 milioni, del 5,8% tra le microimprese con un attivo inferiore a 2 milioni, mentre diminuiscono leggermente (,7%) tra quelle con attivo compreso tra 2 e 1 milioni di euro e con un tasso del15,4% tra le società maggiori (attivo oltre i 5 milioni). Dal punto di vista settoriale, i fallimenti aumentano tra le imprese che operano nei servizi (+13,3%) e nelle costruzioni (+7,7%), ma non nell industria, che fa registrare un calo del 2,8% rispetto allo stesso periodo del 21. L industria rimane però il comparto in cui sono più frequenti i fallimenti: nonostante il calo, si contano 29 default su 1 imprese operative nella manifattura, contro un insolvency ratio vicino a 22 punti nell edilizia e a 13,4 nel terziario. Fallimenti per dimensione dell'impresa insolvency ratio e tassi di variazione sull'anno precedente fallimenti aperti nei primi nove mesi 211, solo società di capitale* insolvency ratio tasso di variazione sull'anno precedente 58,4 26,9% 5,3 5,8% 91,7 93,3,7% 13,7% 3,3 15,4% no bilancio minore di 2 mil tra 2 e 1 mil tra 1 e 5 mil maggiore di 5 mil Nota: valori di bilancio di tre anni prima rispetto all'apertura della procedura; escluso le società finanziarie 4.5 4. 3.5 2.5 1.5 5 23,3 I fallimenti per macrosettore valori dei primi nove mesi di ogni anno e tasso di crescita sull'anno precedente 3, 1q3q 29 1q3q 21 1q3q 211 +7,7% +27,1% 2,8% +24% +21,2% +13,3% +29,5% +28,2% industria costruzioni servizi altri settori 29,1 Insolvency ratio per macrosettore fallimenti su 1 mila imprese operative nel macrosettore 16,5 2,5 21,8 1, 12,1 13,4 4,8 1q3q 29 1q3q 21 1q3q 211 industria costruzioni servizi altri settori 5,9 7,6 3 211 Cerved Group Spa Tutti i diritti riservati Riproduzione vietata

Il miglioramento osservato nell industria non è diffuso a tutti i settori manifatturieri. Peggiora la situazione nella produzione di prodotti intermedi (l insolvency ratio passa da 46,2 a 52 punti, il massimo osservato in un singolo settore), nell industria del mobile (da 37,9 a 43), nei mezzi di trasporto (da 31,7 a 38,6), nell hi tech (da 21,6 a 22,6) e nel largo consumo (da 8,4 a 8,6). In calo invece gli insolvency ratio delle imprese che operano nella meccanica (da 51,1 a 43,9), nella chimicafarmaceutica (da 4,6 a 38,9), nel sistema moda (da 37,6 a 33,5), nella siderurgia (da 36,3 a 29,4) e negli altri beni di consumo (da 18,6 a 17,2). Al di fuori della manifattura, gli insolvency ratio risultano in crescita in tutti i settori, con l unica eccezione della filiera informazionecomunicazione intrattenimento (in cui passano da 19,7 punti a 18,4). Particolarmente elevata (e in crescita) la diffusione dei fallimenti nella logistica e nei trasporti (25,6). Nei primi nove mesi del 211 i fallimenti sono cresciuti ovunque con tassi a due cifre, con l eccezione del Nord Est, in cui l aumento è stato del 3,4% e l insolvency ratio si è attestato a 15,6 punti. Il Nord Est beneficia del calo dei fallimenti registrato in Veneto (4,8%) e in Trentino Alto Adige (4,5%), mentre le procedure risultano in crescita in Friuli (+7,4%) e soprattutto in Emilia Romagna (+15,4%). Nel Nord Ovest, l area con il maggiore insolvency ratio (18,4) si contano 2.7 fallimenti, un valore dell 11,5% maggiore rispetto a quello dei primi nove 52, 51,1 46,2 43,9 43,1 4,6 37,9 38,9 38,6 37,6 36,3 31,7 33,5 29,4 pr. intermedi 21,7 2.5 1.5 5 12,4 25,6 logistica e trasporti meccanica Industria: insolvency ratio per settore fallimenti su 1 mila imprese operative nel settore sistema casa +22,1% +3,4% chimica e farmaceutica mezzi di trasporto +25,7% +11,5% sistema moda metalli e lavorazione dei metalli 21,622,6 18,617,2 elettrotecnica e informatica +12,5% +22,4% 1q3q 21 1q3q 211 altri beni di consumo I fallimenti per area geografica valori dei primi nove mesi di ogni anno e tasso di crescita sull'anno precedente 15,2 19,7 18,4 informazione, comunicazione e intrattenimento 1q3q 29 1q3q 21 1q3q 211 8,4 8,6 largo consumo +1,5% +23,6% Nord Est Nord Ovest Centro Sud e Isole 15,6 Servizi e altri settori: insolvency ratio fallimenti su 1 mila imprese operative nel settore 13,9 14,7 distribuzione Insolvency ratio per area geografica fallimenti su 1 mila imprese operative nell'area 13,4 16,7 13, 11,9 12,5 1,1 immobiliari 18,4 carburanti, energia e utility 12,1 14,7 1, 8,5 servizi non finanziari 16,2 7,7 6,3 servizi finanziari e assicurativi 9,1 1q3q 21 1q3q 211 1q3q 29 1q3q 21 1q3q 211 11,1 Nord Est Nord Ovest Centro Sud e Isole,8,9 aziende agricole e di prima trasformazione 12,1 4 211 Cerved Group Spa Tutti i diritti riservati Riproduzione vietata

mesi del 21, con aumenti diffusi a tutte le regioni dell area. Il Centro Italia segna un incremento del 12,5%, soprattutto per gli aumenti registrati in Umbria (+27%) e nel Lazio (+26%), mentre la dinamica è stata più debole in Toscana (+5%). Le Marche risultano invece in controtendenza (8,4%). Continua l aumento dei fallimenti nel Mezzogiorno Basilicata Abruzzo Marche Veneto Trentino Alto Adige Sicilia Toscana Friuli Lombardia Calabria Sardegna Piemonte Emilia Romagna Liguria Campania Puglia Lazio Umbria Valle d'aosta Molise L'andamento dei fallimenti nelle regioni tassi di crescita, primi nove mesi 211 rispetto allo stesso periodo del 21 37,5% 16,6% 8,4% 4,8% 4,5% 2,2% 5,% 7,4% 9,7% 1,% 1,5% 14,2% 15,2% 19,6% 21,1% 21,7% 26,7% 27,4% 5,% 89,5% e nelle Isole (+1,5%). In forte crescita le procedure in Molise (+89%), in Puglia (+22%) e in Campania (+21%), mentre evidenziano un calo la Basilicata (37,5%) e l Abruzzo (16,6%). I dati indicano che nei primi nove mesi del 211 le regioni con la maggiore frequenza di fallimenti risultano la Lombardia (insolvency ratio pari a 21,6), il Friuli (18,3), e, nonostante la tendenza positiva, le Basilicata Valle d'aosta Trentino Alto Adige Sardegna Molise Calabria Sicilia Puglia Abruzzo Liguria Piemonte Emilia Romagna Campania Umbria Lazio Toscana Veneto Marche Friuli Lombardia Insolvency ratio per regione fallimenti su 1 mila imprese operative nella regione, primi nove mesi 211 5,1 6,8 7,9 1,4 1,7 1,9 11,2 11,4 12,4 12,4 14,5 15,2 15,3 15,3 15,7 16,4 17, 17,7 18,3 21,6 Marche (17,7). I concordati preventivi Nel terzo trimestre del 211 le imprese italiane hanno presentato 22 domande di concordato 35 3 25 2 15 Domande di concordato preventivo (25211, dati trimestrali) preventivo, un valore leggermente superiore 1 rispetto allo stesso periodo del 21 (+4,7%). Nei primi nove mesi dell anno, però, le domande di 5 25 26 27 28 29 21 211 concordato sono in calo rispetto allo stesso periodo del 21 (2,8%). Anche nel caso dei concordati preventivi, l industria conferma i segnali positivi emersi sul fronte dei 35 3 25 Concordati preventivi per macrosettore 8,2% +32,2%,4% 15,5% 1q3q 29 1q3q 21 1q3q 211 fallimenti: il numero di domande presentate da società manifatturiere risulta infatti in forte diminuzione rispetto allo scorso anno (15,5%), beneficiando dei miglioramenti del sistema moda 2 15 1 5 +9,1% +11,7 +46,2% % costruzioni industria servizi altri settori 5 211 Cerved Group Spa Tutti i diritti riservati Riproduzione vietata

(1,7%), del sistema casa (5,3%) e soprattutto della I settori in cui sono stati aperti più concordati preventivi meccanica (3,6%). In crescita invece i concordati nelle costruzioni, che fanno segnare un +9,1% 14 12 3,9% 1q3q 21 1q3q 211 rispetto ai primi nove mesi del 21. Nei servizi, i concordati si attestano sui livelli già elevati dei primi nove mesi del 21 (,4%): la riduzione osservata nella distribuzione (3,9%) e tra le società immobiliari (3%) è controbilanciata dal forte 1 8 6 4 2 3% 1,7% +48,1% distribuzione immobiliari sistema moda servizi non finanziari 5,3% sistema casa 3,6% meccanica incremento dei servizi non finanziari (+48,1%). Concordati preventivi per area geografica Le tendenze osservate nel Nord del Paese si distinguono nettamente da quelle del Centro e del Mezzogiorno: i concordati preventivi si riducono con tassi a due cifre sia nel Nord Ovest (13,2%), che 3 25 2 15 1 +6,7% 1,7% +19,1% 13,2% +18,6% 14,9% 1q3q 29 1q3q 21 1q3q 211 +59,3 +2,1% nel Nord Est (1,7%), aumentano leggermente nel 5 Sud e nelle Isole (+2,1%) mentre fanno segnare un forte incremento nell Italia Centrale (+18,6%). Nel Nord spiccano i cali della Lombardia (19,9%), del Veneto (8,1%) e dell Emilia Romagna (14,5%), mentre il Piemonte si segnala per un andamento in controtendenza rispetto all area di cui fa parte (+36,8%). Sull incremento dei concordati del Centro, pesano invece soprattutto le dinamiche della Toscana (+32,2%) e delle Marche (+44,4%). L utilizzo del concordato preventivo è diminuito nel periodo analizzato in tutte le fasce dimensionali considerate, con l unica eccezione delle imprese con un attivo compreso tra 2 e 1 milioni di euro (+1,7% ) e tra le società maggiori (+36,7%). Il calo è del 44,4% tra le società senza bilancio, del 17,4% tra le microimprese con attivo compreso tra e 2 2 18 16 14 12 1 8 6 4 2 3 25 2 15 1 5 19,9% Nord Est Nord Ovest Centro Sud e Isole Concordati preventivi per dimensione di impresa in base al totale dell'attivo* 44,4% +32,2% I concordati preventivi per regione regioni in cui sono stati aperti più concordati, numero di domande e tassi di crescita 8,1% 17,4% 14,5% Lombardia Toscana Veneto Emilia Romagna +1,7% +44,4% +36,8% 12,7% 1q3q 21 1q3q 211 +12% 8% Marche Piemonte Campania Puglia 1q3q 21 1q3q 211 +36,7% milioni di euro e del 12,7% tra quelle della fascia 15 milioni. no bilancio minore di 2 mil tra 2 e 1 mil tra 1 e 5 mil maggiore di 5 mil Nota: valori di bilancio di tre anni prima rispetto all'apertura della procedura; escluso le società finanziarie 6 211 Cerved Group Spa Tutti i diritti riservati Riproduzione vietata

Più di 1 mila gli addetti in aziende che hanno chiesto un concordato preventivo Persi 3 mila posti di lavoro in imprese fallite il focus L ondata di fallimenti e concordati preventivi che ha colpito le imprese italiane dopo l inizio della recessione del 28-9 ha avuto un impatto non trascurabile sui livelli occupazionali. In base alle stime 1 fatte sugli archivi di Cerved Group, il numero di addetti impiegati in imprese fallite dopo lo scoppio della crisi del 28 è pari a 297 mila unità. La serie storica indica chiaramente che tra 27 e 21 è cresciuto a ritmi elevati il costo in termini occupazionali dei default, fino a toccare un massimo nel 21, anno in cui sono fallite più di 11 mila imprese che impiegavano 17 mila addetti (un valore del 65% maggiore rispetto al massimo osservato in un singolo anno nel periodo pre-crisi). Le procedure fallimentari aperte nei primi nove mesi del 211 riguardano aziende con 7 mila lavoratori. Le imprese che hanno fatto ricorso al concordato preventivo sono mediamente di dimensione maggiore rispetto a quelle fallite: nonostante la minore frequenza dei concordati, gli impatti occupazionali possono essere di non poco conto. Dal secondo trimestre del 28 hanno fatto richiesta di concordato 3 mila imprese, in cui lavoravano 18 mila addetti. Anche in questo caso è stato toccato un massimo nel 21 (35 mila addetti in imprese con un concordato), che ha di poco superato il dato del 29 (33 mila addetti). Le imprese che hanno fatto domanda di concordato nei primi nove mesi del 211 impiegano circa 24 mila lavoratori. Industria e servizi sono i settori in cui si conta il maggior numero di addetti in imprese che dopo la crisi hanno aperto un fallimento o hanno fatto domanda di concordato preventivo. Dei 297 mila posti di lavoro in imprese fallite, 118 mila sono stati persi in aziende del terziario, 95 mila nell industria, 62 mila nell edilizia e 22 mila in altri settori. Dei 18 mila addetti in aziende che hanno fatto domanda di concordato preventivo, a serio rischio dato lo scarso successo dei concordati, 6 mila si riferiscono a imprese industriali, 26 mila ad aziende dei servizi, 2 mila a società che operano nelle costruzioni e il resto in altri settori. 12. 1. Addetti in società fallite o in concordato preventivo addetti tre anni prima dell'apertura della procedura o nell'ultimo anno disponibile fallimento concordato preventivo 14. 12. Addetti in società fallite o in concordato per settore addetti in imprese che hanno aperto un fallimento o chiesto un concordato preventivo tra il secondo trimestre 28 e il terzo trimestre 211 fallimento concordato preventivo 8. 1. 6. 8. 4. 6. 4. 2. 2. 21 22 23 24 25 26 27 28 29 21 211 1q3q altro costruzioni industria servizi 1 I dati si riferiscono al numero di addetti da bilancio tre anni prima dell apertura della procedura. In mancanza del dato, si stima il numero di addetti in base al costo del lavoro iscritto al bilancio (nello stesso anno) oppure si considera il numero di addetti relativo all ultimo anno disponibile (fonte di bilancio o Inps) prima del fallimento. Per le società per cui non è disponibile nessun dato, si è stimato il numero di addetti in base alla forma giuridica delle fallite. 7 211 Cerved Group Spa Tutti i diritti riservati Riproduzione vietata