Comitato scientifico Tommaso Bellini. Università degli Studi di. Milano. Marco Bersanelli. Università degli Studi di. Milano



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Che cos è l uomo perché te ne ricordi? Comitato scientifico Tommaso Bellini Università degli Studi di Milano Paolo Grillo IRCCS Fond. Os. Maggiore, Mangiagalli e R. Elena, Milano Luca Sangiorgi Istituto Ortopedico Rizzoli, Bologna Marco Bersanelli Università degli Studi di Milano Marco Pierotti Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori, Milano Pierluigi Strippoli Università degli Studi di Bologna Genetica e natura umana nello sguardo di Jérôme Lejeune Domenico Coviello Ente Ospedaliero Ospedali Galliera, Genova Ombretta Salvucci National Institute of Health National Cancer Institute, USA mostra realizzata per la XXXIII edizione del Meeting per l amicizia fra i popoli A cura di Associazione Euresis Fondazione Jérôme Lejeune In collaborazione con Associazione Medicina e Persona Centro Culturale Crossroads Coordinamento di Mario Gargantini giornalista scientifico, direttore di Emmeciquadro Carlo Soave Università degli Studi di Milano Collaboratori Amerigo Barzaghi Centro di Documentazione Interdisciplionare di scienza e Fede (DISF) Mario Boioli Associazione Euresis Benedetta Cappellini Istituto Nazionale di Astrofisica, Milano Lorenzo Mazzoni Emmeciquadro Irene Murgia Università degli Studi di Milano Annamaria Naggi Istituto di Ricerche Chimiche e Biochimiche G. Ronzoni Emanuele Ortoleva Università degli Studi di Milano Filippo Peschiera Centro di Documentazione Interdisciplinare di Scienza e Fede (DISF) Giovanni Tempra Sanofi Aventis Riccardo Aletti Giorgia Alvisi Marco Baia Giacomo Bertazzoni Anna Bonadimani Giulia Cinquina Giuseppe Damiano Simone Di Leo Lorenzo Fiorica Paola Lasi Romano Mancastroppa Chiara Pennacchi Beatrice Piazza Anna Politi Marta Maria Poggi Monica Romanò Giuditta Rurale Thomas Teatini Andrea Zannoni Laura Zucchelli Università degli Studi di Milano Traduzioni Inglese Ombretta Salvucci Mark Basik Joep van Keeken Paolo Caimi Pierluigi Strippoli Nazzarena Labo Elisabetta Seratoni Chiara Mezzalira Sara Civini Tricia Branagan Laurence Normand-Rivest Francese Alessandra Guerra Matteo Guerra Héloïse Brochier Isabelle Rey-Herme Spagnolo Elisa Beltramini REALIZZAZIONE MOSTRA Progetto architettonico Fiorenza Matteoni Laura Basini Alessandro Ferrari Breandan O Donnell Progetto grafico Lorenzo Morabito Allestimento Francesca Bartoli Francesca Borsello Luci Gianfranco Branca Impianti Tecnologici Sound D-Light srl Video e animazioni Emauele Ortoleva Limina s.r.l. Stampa Millennium Vision Si ringraziano Elio Sindoni Paolo Cappelletti Saul Garavaglia Piero Morandini per la disponibilità di immagini, materiale, strumentazione e ospitalità per i seminari la Fondazione Jérôme Lejeune il Dipartimento di Biologia dell Università degli Studi di Milano la Pontificia Accademia delle Scienze, la Fondazione CEUR Con il contributo di REALIZZAZIONE catalogo A cura di Associazione Euresis Progetto grafico Lorenzo Morabito Stampa Italgrafica, Novara Coordinamento Mario Gargantini Carlo Soave Editore Frimedia s.r.l. Noleggio mostra Meeting Mostre info@meetingmostre.com www.meetingmostre.com

Che cos è l uomo perché te ne ricordi? Genetica e natura umana nello sguardo di Jérôme Lejeune Un indagine sulla natura umana a partire dalla testimonianza di Jérôme Lejeune, medico, scopritore della trisomia 21, pioniere della genetica clinica e strenuo difensore della vita umana. Lo straordinario sviluppo della genetica ha aperto grandi possibilità e aspettative ma ha acuito l interrogativo: conoscere per curare o per selezionare?. Mentre le più recenti acquisizioni della biologia evoluzionista rendono difficile pensare ai viventi, e soprattutto all uomo, come a esseri totalmente determinati dai geni, riaffiora l idea, cara a Lejeune, che ogni uomo sia unico e insostituibile e come tale vada guardato.

Il 22 agosto 1997, in occasione della giornata mondiale della gioventù a Parigi, Papa Giovanni Paolo II cambia il programma già stabilito per potersi recare a pregare sulla tomba dell amico ( mon frère ) Jérôme Lejeune. Chi è Jérôme Lejeune e perché il Papa ha voluto fermarsi sulla sua tomba?

Papà ha soprattutto uno sguardo. I suoi occhi azzurri scintillano di intelligenza e di umorismo e vi guardano con infinita tenerezza. Sono tuttavia esigenti perché amano la verità. Cercano instancabilmente il perché e il come di ciò che vedono. Clara Lejeune

Il servo di Dio Jérôme Lejeune 13/6/1926 nasce a Montrouge a sud di Parigi 15/6/1951 si laurea in medicina e chirurgia 1/5/1952 sposa Birthe Bringsted, da cui avrà 5 figli 1952 entra a far parte dell équipe del professor Raymond Turpin come stagista di ricerca del CNRS 1957 è nominato dal governo francese esperto sugli effetti delle radiazioni atomiche presso il Comitato Scientifico delle Nazioni Unite 26/1/1959 l Accademia delle Scienze francese pubblica Les chromosomes humains en culture de tissus dove, per la prima volta, si documenta la presenza di un cromosoma 21 soprannumerario in tre casi di pazienti affetti da sindrome di Down 1962 riceve il premio Kennedy per le sue scoperte sulla trisomia 21 1963 pubblica «Trois cas de déletion partielle du bras courte d un chromosome», scoperta alla base della sindrome del «Cri du chat» 1964 diventa titolare della prima cattedra (creata apposta per lui) di genetica fondamentale alla Facoltà di Medicina dell Università di Parigi 1965 diventa direttore dell unità di citogenetica all Ospedale Necker Enfants Malades a Parigi 1969 vince il William Allan Memorial Award istituito dall American Association of Human Genetics 1974 è nominato membro della Pontificia Accademia delle Scienze dal Papa Paolo VI 1981 è inviato dalla Pontificia Accademia delle Scienze in missione in URSS per informare Breznev dei pericoli della guerra atomica 1989 testimonia al processo di Maryville (USA) affermando la piena umanità degli embrioni congelati

Le professeur Lejeune a laissé le témoignage véritablement éclatant de sa vie comme homme et comme chrétien. Jean-Paul II 1993 redige lo statuto della Pontificia Accademia per la Vita voluta dal Papa Giovanni Paolo II e della quale diventa primo Presidente il 26 febbraio 1994 3/4/1994 qualche mese dopo la diagnosi di un tumore polmonare, muore il mattino del giorno di Pasqua 22/8/1997 in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù a Parigi, Papa Giovanni Paolo II visita la tomba del «frère Jérôme» a Châlo-Saint-Mars 28/6/2007 l arcivescovo di Parigi apre la causa di beatificazione e canonizzazione di Jérôme Lejeune 11/4/2012 nella cattedrale di Notre Dame a Parigi si chiude l inchiesta per la causa diocesana di beatificazione e canonizzazione Il vescovo ausiliare di Parigi, Mgr Eric de Moulins-Beaufort, sigilla le casse contenenti i documenti dell inchiesta per la beatificazione.

Gli inizi Nel 1952 Jérôme Lejeune, giovane laureato in medicina e stagista del CNRS (Centre National de la Recherche Scientifique), entra nell équipe di ricerca di Raymond Turpin alla Facoltà di Medicina dell Università di Parigi. Turpin lo indirizza a studiare le cause della sindrome di Down. Cos è la sindrome di Down? È una malattia congenita, nota da secoli ma descritta per la prima volta nel 1846 da Édouard Seguin, un giovane medico francese impegnato a curare le disabilità mentali. Seguin descrive per primo i sintomi di quella che sarà poi chiamata sindrome di Down a seguito di uno studio pubblicato vent anni dopo dal medico inglese John Langdon Down. Down era interessato soprattutto alla classificazione delle disabilità mentali congenite e nel suo lavoro fornisce un accurata descrizione dei sintomi della malattia definendola mongolismo, in quanto i caratteri facciali dei pazienti ricordano in parte quelli dei popoli mongoli. Negli ambienti intellettuali inglesi di fine Ottocento questa definizione suona con una punta di razzismo. Appena sette anni prima Darwin aveva pubblicato L origine delle specie e i concetti dell evoluzione biologica cominciavano a diffondersi. La razza bianca (in particolare gli inglesi) era considerata la più evoluta e i mongoli una razza primitiva: le persone affette da sindrome di Down erano quindi uno stadio meno evoluto del genere umano. Down affermava che la sindrome non dipendeva da incidenti intervenuti dopo la vita uterina ma era piuttosto dovuta a malattie infettive (tubercolosi, malattie veneree) dei genitori; si domandava anche se fosse possibile fare qualcosa per quei malati. Dovranno però passare quasi cento anni prima di capire la vera causa della sindrome.

L intelligenza degli indizi Lejeune è colpito da due indizi: le irregolarità dei dermatoglifi palmari nei soggetti affetti da sindrome di Down e la diversa presenza della sindrome nei gemelli monovulari e biovulari. Dermatoglifi Entrambi portano a ipotizzare delle alterazioni molto precoci nello sviluppo embrionale. Ma alterazioni di che cosa? Su consiglio di Turpin, Lejeune studia i dermatoglifi palmari, cioè i disegni che i rilievi della pelle formano sui polpastrelli delle dita, sulle palme delle mani e sulle piante dei piedi. Questi rilievi si formano entro il 4 mese della vita fetale. Nei bambini affetti da sindrome di Down si riscontrano alterazioni nelle linee che compongono i dermatoglifi: di conseguenza la sindrome deve iniziare precocemente durante lo sviluppo embrionale. Gemelli Già nel 1934, il pediatra americano Adrian Bleyer aveva scritto nessuna gravidanza biovulare è stata segnalata nella quale i due gemelli sono ambedue affetti da mongolismo, mentre lo sono (quasi sempre) i gemelli monoovulari. Questi fatti suggeriscono che le alterazioni del mongolismo inizino con la fertilizzazione o siano già iniziate durante la maturazione dell oocita o dello spermatozoo.

I dermatoglifi palmari di soggetti normali (a destra) e con sindrome di Down (sopra): si noti l andamento più orizzontale dei rilievi nei pazienti affetti da sindrome di Down. Dall articolo di Turpin e Lejeune del 1953. Gemelli biovulari (sinistra) e monoovulari (destra).

Rumors Il laboratorio di Turpin era l ambiente culturale adatto per orientare la ricerca delle possibili cause della sindrome di Down. Lejeune in laboratorio con allievi e colleghi. Nel laboratorio di Turpin c era già qualche idea sulle possibili cause della sindrome di Down. Scrive Turpin nel 1937: L ipotesi di un mongolismo associato a una anomalia cromosomica sembra accettabile come per esempio è stato dimostrato nella mutazione Bar nella mosca Drosophila melanogaster. D altra parte anche l oculista olandese Peter Waardenburg, scopritore della malattia congenita detta sindrome di Waardenburg, aveva esortato i ricercatori a vedere se il mongolismo non potesse essere dovuto a una anomalia cromosomica. La mosca Drosophila melanogaster, organismo modello della genetica classica. Perché i cromosomi? Nel 1865 l Abate Gregor Mendel aveva dimostrato che il patrimonio ereditario era costituito da elementi discreti (i geni). Solo all inizio del 900 però le sue ricerche verranno confermate e si dimostrerà, in Drosophila melanogaster, che i geni sono contenuti nei cromosomi (Thomas Morgan, 1910). In seguito Albert Blakeslee dimostrerà (1922) che nella pianta Datura stramonium (lo stramonio o noce spinosa) un cromosoma 2n 3n 3n Capsule normali (2n) e trisomiche (3n) di Datura stramonium. in più o in meno provoca alterazioni nella forma dei frutti. C erano quindi tutti i presupposti perché Lejeune indirizzasse la sua ricerca sui cromosomi delle persone affette da sindrome di Down.

Anomalie cromosomiche I cromosomi sono strutture cellulari che contengono il patrimonio genetico degli organismi viventi e ne assicurano la trasmissione ereditaria. A volte però non tutto procede per il verso giusto. Nei cromosomi è contenuto il patrimonio genetico degli organismi viventi. Essi sono costituiti da un filamento di acido desossiribonucleico (il DNA) ricoperto da proteine. Nel nucleo delle cellule i cromosomi sono presenti in coppie (gli omologhi): un elemento della coppia è di origine materna, l altro di origine paterna. Quando la cellula deve dividersi, i cromosomi si duplicano e migrano nelle due cellule figlie. Nelle cellule germinali (i gameti) le cose però vanno un po diversamente. Le cellule che danno origine ai gameti non duplicano i cromosomi ma, al momento della divisione cellulare (1 a divisione meiotica o meiosi I), i due omologhi si separano e si ripartiscono tra le due cellule figlie che vengono ad avere quindi solo un elemento di ciascuna coppia. Segue una seconda divisione cellulare (meiosi II) che però è regolare: ciascun cromosoma si duplica e le due copie si ripartiscono nelle due cellule figlie. Alla fine quindi da ogni cellula progenitrice si generano quattro gameti ciascuno contenente un corredo cromosomico dimezzato costituito da un omologo di ciascuna coppia. La fusione di un gamete femminile con uno maschile origina lo zigote dove si riformano le coppie di omologhi. Può accadere che al momento della meiosi I, i due cromosomi omologhi di una coppia non si separino tra loro (non si disgiungano) e migrino tutti e due in una sola delle cellule figlie. Di conseguenza, una cellula figlia verrà a mancare di un cromosoma, l altra invece ne avrà uno in più. La conseguenza è che alla fecondazione avremo uno zigote in cui manca un elemento di una coppia cromosomica (monosomico, solitamente non vitale) e un altro zigote con un elemento in più (trisomico).

Cellula in corso di divisione: i cromosomi (in blu) si dispongono appaiati sul piano equatoriale. MEIOSI regolare non disgiunzione GAMETI -1-1 +1 +1 ZIGOTI normali monosomici trisomici Schema di divisione cellulare che porta alla produzione dei gameti. In alto: cellula progenitrice con i cromosomi duplicati (cromatidi) e con gli omologhi che si fronteggiano sul piano equatoriale. A sinistra: alla prima divisione meiotica gli omologhi si separano e migrano ciascuno in una delle due cellule figlie. A destra, gli omologhi non si separano (non disgiungono) e la coppia migra in una sola delle due cellule figlie. Si generano, quindi, zigoti monosomici (in genere letali) e trisomici.

Quanti sono i cromosomi umani? É necessario studiare a fondo i cromosomi umani, ma già contarli non è cosa semplice. All epoca non era ancora chiaro quanti fossero i cromosomi umani: c è chi diceva 46, altri 47, ma il numero più accreditato era 48. La difficoltà stava nel fatto che nelle preparazioni istologiche i cromosomi tendevano a sovrapporsi e aggrovigliarsi tra loro. Il problema fu superato nel 1952 quando, al posto di sezioni istologiche, si utilizzarono cellule isolate immerse in una soluzione diluita che le faceva scoppiare: in questo modo i cromosomi si disperdevano all esterno senza sovrapporsi o aggrovigliarsi. Il miglioramento decisivo però fu realizzato da Joe Hin Tjio, un giovane di origine cinese, prigioniero dei giapponesi durante la 2 a guerra mondiale e portato in Olanda dalla Croce Rossa come profugo di guerra. Nel laboratorio di Albert Levan a Lund (Svezia), che frequentava durante le vacanze, introdusse due importanti modifiche: aggiungeva alle cellule la colchicina, una sostanza estratta dal Colchicum autumnale, che tiene separati i cromosomi bloccando il fuso mitotico e poi acido acetico e acetocarminio per fissare e colorare i preparati. Con questa tecnica Tjio riuscì a preparare e fotografare il cariotipo (l immagine dei cromosomi) di 261 cellule umane e contare i cromosomi: erano indubitabilmente 46. Il risultato fu pubblicato nel 1956.

COLCHICINA AGGIUNTA DI ACQUA I GLOBULI ROSSI SEDIMENTANO E SONO ELIMINATI GLOBULI BIANCHI ARRESTO DELLE CELLULE IN METAFASE LE CELLULE SCOPPIANO FISSAGGIO CON ACIDO ACETICO E COLORAZIONE SINGOLI CROMOSOMI INGRANDITI E RITAGLIATI CELLULE IN METAFASE SCOPPIATE, OSSERVATE AL MICROSCOPIO E FOTOGRAFATE CROMOSOMI IN LUNGHEZZA DECRESCENTE INCOLLATI CON I CENTROMERI SULLA STESSA LINEA Preparazione del cariotipo

La scoperta della trisomia 21 Nel 1959 la conferma: nei bambini affetti da sindrome di Down i cromosomi non sono 46 ma 47. C è un cromosoma in più nella coppia 21. Per la prima volta si dimostra nell uomo che una malattia congenita è dovuta ad una anomalia cromosomica. È nata la citogenetica clinica. La tecnica di Tjio è quanto serve a Lejeune e alla collega Marthe Gauthier per studiare i cromosomi dei soggetti affetti da sindrome di Down. L attrezzatura però non è delle migliori: il laboratorio manca di acqua corrente (bisogna andare a prenderla nella piccola cucina adiacente), il microscopio è uno strumento scartato dai patologi perché ha la vite macrometrica usurata e, per mantenere il fuoco, bisogna bloccarla con un po di carta argentata dei cioccolatini; non c è apparecchiatura fotografica e bisogna usare quella dei patologi (non più di due ore alla settimana). Il primo preparato osservato (giugno 1958) mostra la presenza nel cariotipo di 47 particelle cromosomali (invece di 46): potrebbe essere che un cromosoma si sia frammentato durante la preparazione oppure che sia un vero cromosoma soprannumerario. Tra gennaio e febbraio 1959 altri 9 casi confermano la presenza di 47 particelle e l analisi paziente del cariotipo non lascia dubbi: c è un cromosoma in più e appartiene alla coppia 21. I risultati sono pubblicati nei Comptes Rendus de l Académie de Sciences con il titolo: E tude de chromosomes somatiques de neuf enfants mongoliens par J. Lejeune, M. Gauthier, R. Turpin. Da quel momento i pazienti affetti da sindrome di Down diventano trisomici 21.

Lejeune analizza pazientemente il cariotipo con la tecnica del taglia e incolla, disponendo i cromosomi omologhi uno a fianco dell altro.

Analisi cariotipica di paziente affetto da trisomia 21 Qual è il cromosoma soprannumerario? Cariotipo eseguito da Lejeune nel 1959. Con le tecniche moderne l analisi del cariotipo diventa molto più semplice. Il bandeggio colorato che si osserva sui cromosomi è ottenuto mediante sonde fluorescenti che si legano a specifiche sequenze di DNA presenti nei cromosomi. L individuazione dei cromosomi omologhi è quindi molto facilitata.

Un musicista in più I geni producono gli enzimi che sono alla base del metabolismo dell organismo: Lejeune ipotizza che nella trisomia 21 possa esserci una produzione in eccesso di qualche enzima che alteri il processo metabolico. Con la sua semplicità Lejeune spiega così la differenza fra il genoma umano normale e quello di un bambino affetto da trisomia 21. I geni sono abbastanza simili a dei musicisti che leggono i loro spartiti e gli spartiti sono scritti nelle basi puriniche e pirimidiniche del DNA che è una molecola lunga un metro in una cellula riproduttrice e due metri in qualunque altra cellula del corpo. Questa è la partitura e, se tutto va bene, tutti leggono alla stessa velocità e l orchestra segue il maestro, ma se c è un musicista in più, ed è il caso della trisomia 21, è come se questo musicista andasse troppo veloce; se al contrario manca un musicista, è come se ce ne fosse uno troppo lento. Quando un musicista va troppo veloce, e va troppo veloce in un solo, allora trasforma un andante in un allegretto, cioè un orecchio troppo piccolo e delle dita troppo corte; se al contrario va troppo lento, trasforma l allegretto in un largo e farà delle dita troppo lunghe e delle orecchie troppo grandi. Così egli avrà cambiato un tratto, senza distruggere la sinfonia, ma se ora il musicista che va troppo veloce o troppo lento suona in un tutti, nel momento in cui tutta l orchestra è concertante, non importa se egli suona più o meno veloce degli altri, produrrà comunque una cacofonia. L intelligenza umana è la rappresentazione superiore della materia animata ed è evidente che per l intelligenza umana, deve essere tutta l orchestra a suonare bene nello stesso momento e non un solo gene adibito a creare un dito o un orecchio. Tutta la difficoltà della ricerca è come scoprire il musicista discorde, perché l orchestra della vita ha circa cinquantamila musicisti.

Un bene per tutti Ogni volta che si fa un esperienza di verità, si solleva un velo, si apre un nuovo orizzonte. È un fatto entusiasmante per chi fa la scoperta. E diventa un bene per tutti. Una cascata di nuove scoperte Con la scoperta della causa della sindrome di Down si dimostra per la prima volta nell uomo che una malattia congenita è dovuta a un anomalia cromosomica e, ancora per la prima volta, si collega una disabilità intellettiva, presente nelle persone affetti da sindrome di Down, con l alterazione cromosomica. Si apre una nuova strada, viene analizzato il cariotipo delle persone con altre malattie congenite e le scoperte Coppia cromosomica 5 uno dei due cromosomi risulta più corto per la perdita della parte terminale che si osserva nei pazienti affetti dalla sindrome del cri du chat. giungono a cascata. Lejeune è in prima fila. Nel 1963 scopre la causa della sindrome del cri du chat, dovuta a una perdita (delezione) di una parte del cromosoma 5. Ed è grazie alla strada da lui aperta che vengono individuate le cause della sindrome dell X fragile, della sindrome di Turner, della sindrome di Klinefelter. L obiettivo principale di Lejeune tuttavia non è solo quello di scoprire : è quello di trovare il modo di guarire i suoi piccoli pazienti. Se dovessi trovare la cura per la trisomia 21, allora questo porterebbe a scoprire una cura per tutte le altre malattie che hanno un origine genetica. I miei pazienti mi stanno aspettando Troveremo, è impossibile non trovare. È uno sforzo intellettuale molto meno difficile che mandare un uomo sulla Luna. È con questa idea in mente che promuove l uso dell acido folico come prevenzione della spina bifida, una rara malformazione della colonna vertebrale che colpisce il feto.

Arrivano anche i riconoscimenti 1962 Premio Kennedy Lejeune riceve dalle mani del presidente John Fitzgerald Kennedy il premio per le sue ricerche sulle disabilità mentali. 1969 William Allan Award Viene insignito dalla American Society of Human Genetics del William Allan Award, premio conferito a chi si è distinto nelle ricerche sulla genetica umana. 1974 Paolo VI lo nomina membro della Pontificia Accademia delle Scienze. 1994 Giovanni Paolo II lo nomina primo Presidente della Pontificia Accademia per la Vita.