Il progetto Alcol e Lavoro dell Azienda USL di Modena: dall esperienza locale al progetto regionale



Documenti analoghi
MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO.

Premessa. Di seguito le nostre principali aree aree di intervento

IL FATTORE DI RISCHIO ALCOL NEGLI STILI DI VITA DEI LAVORATORI : I RISUL- TATI DI UN INDAGINE

R e g i o n e L a z i

La Promozione della Salute come strategia di intervento territoriale

Il manuale per la valutazione e gestione del rischio stress lavoro correlato

PO 01 Rev. 0. Azienda S.p.A.

Progetto Dos Edu: Drugs on Street Educational

LA FORMAZIONE COME STRUMENTO ELETTIVO PER LA DIFFUSIONE DELLA CULTURA DELLA SICUREZZA, DELLA DIFFUSIONE DELLE CONOSCENZE

b) Il responsabile del servizio di prevenzione e protezione dai rischi;

La sicurezza e salute sui luoghi di lavoro in Regione Toscana

Camera dei Deputati 5 Senato della Repubblica PREFAZIONE

PROGETTO ALCOL E LAVORO SAN PELLEGRINO SpA : LA VALUTAZIONE DELL INTERVENTO FORMATIVO

Vigilanza sull applicazione della Legge 125/2001

PROGETTO CITTADINANZA E COSTITUZIONE

La valutazione dello stress lavoro-correlato nell ASS N. 1 Triestina

DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO STRESS DA LAVORO CORRELATO

PREVENZIONE USO DI SOSTANZE LEGALI ED ILLEGALI:ALCoL E TABAGISMO

METODOLOGIA PER L INDAGINE E LA VALUTAZIONE DELLO STRESS LAVORO CORRELATO

PROGRAMMA PROVINCIALE SPERIMENTALE SULLA DISABILITA (L.R. 41/96 ARTT. 5 21) TRIENNIO PIANO DI ATTUAZIONE

OGGETTO: Linee guida Progetto PERCORSO DI ORIENTAMENTO in collaborazione con la FS Prof. Sergio.

A cura di Giorgio Mezzasalma

L OSS NEL SERVIZIO DI INTEGRAZIONE SCOLASTICA. L integrazione dell alunno con disabilità: l operatore socio sanitario

ALLEGATO B. Nel corso degli anni il monitoraggio ha previsto nelle diverse annualità:

Progetto Comes, sostegno all handicap

Portale Acqua e Salute

Contatto Provincia CPI Visita congiunta CPI / SIL in azienda. sensibilizzazione e di promozione del progetto,

PIANO REGIONALE DELLA PREVENZIONE

Benessere Organizzativo Interventi di promozione della salute e del benessere psicofisico nelle organizzazioni

Istituto Comprensivo di Positano e Praiano C.A.F. 2014

IL PROGETTO "INCROCI PERICOLOSI"

SVILUPPO, CERTIFICAZIONE E MIGLIORAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA SECONDO LA NORMA BS OHSAS 18001:2007

PERCORSO DI VALUTAZIONE DELLO STRESS LAVORO CORRELATO. Spisal ULSS 18 Rovigo dott.ssa Mara Cristofori

D. LGS 81/2008. Informazione ai lavoratori

Valutazione dello Stress Lavoro Correlato: cosa fare se

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

SISTEMA DI GESTIONE SICUREZZA

Ministero della Salute

AREA ANALISI, PREVENZIONE E PROMOZIONE DELLA SALUTE DIPARTIMENTO DI SANITÀ PUBBLICA

PROMECO SERT- AUSL FERRARA

Monitoraggio dell attuazione della legge 440/97 Analisi di contesto e Gantt delle operazioni

Gli standard HPH e il sistema di qualità

BENESSERE ORGANIZZATIVO IN UN AZIENDA SANITARIA

Preso atto che la somma da destinare alla formazione prevista nel bilancio di previsione dell Unione, è pari a 9.600,00 per l anno 2014;

Progetto IDENTITAS: Formazione agli operatori di Bilancio di Competenze

Allegato B: modello di presentazione

PROGETTO LUOGHI DI LAVORO SENZA ALCOL SE LAVORO NON BEVO

Aggiornamento sulla costruzione del questionario Passi 2012

L ASSEMBLEA LEGISLATIVA DELLE MARCHE

STATO DI AVANZAMENTO PREVENZIONE DELL OBESITÀ NELLA REGIONE LAZIO SINTESI ATTIVITA GENNAIO DICEMBRE 2007

Progetto benessere organizzativo MODALITA DI COINVOLGIMENTO DEI DIPENDENTI

Palazzo delle Stelline Milano 25 novembre ore ATTI DEL SEMINARIO

E possibile prevenire l abuso di alcolici? I risultati della sperimentazione del progetto PAASS

Il ruolo del Veneto nella strategia del CCM per il controllo del tabacco

Il lavoro di comunità e l organizzazione dei servizi sociali nei nuovi assetti istituzionali

AREA LEGALE. RAPPRESENTANTI DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA (RLS) (Cod. 01LEG)

SISTEMA NAZIONALE DI VALUTAZIONE - AUTOVALUTAZIONE ANNAMARIA BIANCO

IL FINE VITA APPARTIENE ALLA VITA: I PROGETTI E LE ESPERIENZE DELLE CURE PALLIATIVE

FORMAZIONE A COSTO ZERO PER FAR CRESCERE LA SICUREZZA PER LE IMPRESE DI TUTTI I SETTORI

REGIONE VENETO - Prevenzione e contrasto dei fenomeni di mobbing e tutela della salute psico-sociale della persona sul luogo del lavoro

RESPONSABILE DEL PROGETTO

PROFESSIONISTI DELL'AIUTO E SICUREZZA SUL LAVORO: IL RISCHIO DI VIOLENZA E AGGRESSIONE VERSO GLI ASSISTENTI SOCIALI II EDIZIONE

Workshop ALCOHOL PREVENTION DAY MESE DI PREVENZIONE ALCOLOGICA. 17 aprile Istituto Superiore di Sanità

17. SISTEMA COMUNICAZIONE E MARKETING

Il progetto regionale di ricerca MACONDO

La Dichiarazione di Verona sugli investimenti in salute (The Verona Declaration on Investment for Healt)

REGIONE LIGURIA Dipartimento Salute e Servizi Sociali Servizio Prevenzione SORVEGLIANZA E PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI STRADALI

Andrea Petromilli Ordine degli Psicologi del Veneto.

Centro Polifunzionale di Gavirate. Centro di Accoglienza di Cittiglio. Fondazione FELICITA MORANDI. Associazione IL PASSO onlus

Ruolo e attività del punto nuova impresa

Programmazione e qualità della produzione statistica

NUOVI FATTORI di RISCHIO nel SETTORE TRASPORTI

Sviluppo di comunità

IDENTIKIT delle FATTORIE DIDATTICHE della Regione EMILIA-ROMAGNA

Paolo Lauriola Direttore Struttura Tematica di Epidemiologia Ambientale ARPA EMILIA ROMAGNA

SA CERTIFICAZIONE ETICA I Sistemi di Responsabilità Sociale coinvolgono le cosiddette Parti Interessate e cioè:

I percorsi con la scuola dei bambini e dei ragazzi adottati e delle loro famiglie

I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO: OHSAS AV2/07/11 ARTEMIDE.

4 Politica per la sicurezza e salute sul lavoro

LA GESTIONE DELL ATTIVITÀ FIERISTICA PRESENTAZIONE DEL PROGETTO FIERE A MEDIDA A CURA DELLA CCI - BARCELLONA

SCELTA DELL APPROCCIO. A corredo delle linee guida per l autovalutazione e il miglioramento

Visita il sito

CORSO PER OPERATORI DEI CANILI E DEI GATTILI DELLA PROVINCIA DI BOLOGNA ANNI 2009/2010

PROMUOVERE LA SALUTE NEI PRIMI ANNI DI VITA

Protocollo d Intesa. tra

GESTIONE DELLE NON CONFORMITÀ E RECLAMI

Ipotesi di procedura per la rilevazione degli incidenti e degli infortuni mancati

TIPS Training on Individual Placement Support

Alcol nei luoghi di lavoro: il ruolo degli attori della prevenzione aziendale e delle istituzioni

_ SICUREZZA nella SCUOLA Incontro di Formazione per i lavoratori della scuola_i.c. Busnago a.s. 2007/08_

FORUM P.A. SANITA' 2001

Istituto di Istruzione Secondaria Superiore "Giovanni Maria Sforza" PALAGIANO (TA)

Realizzato Dall ins. Guadalupi Francesca

PIANO REGIONALE DELLA PREVENZIONE

La valutazione degli aiuti alle imprese per le attività di ricerca e sviluppo Marta Scettri Serv. statistica e valutazione degli investimenti

SiRVeSS. Il Sistema di Riferimento Veneto per la Sicurezza nelle Scuole. Silvia Rosin Direzione Regionale per la Prevenzione

FAMIGLIE AL CENTRO: Dott. Paola Mosa Roma 24 maggio 2013

Le vaccinazioni eseguite in autonomia da infermieri-assistenti sanitari: stato dell arte

!!!!!!!!!!!!!! !!!!!! SISTEMI GESTIONALI !!!!!!!!!!!!! CATALOGO CORSI !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! ! 1!

TURISMO SCHEDA DI VALUTAZIONE SULL AVANZAMENTO DELLE AZIONI PREVISTE DAL PIANO DI AZIONE REGIONALE

Transcript:

Tra benessere aziendale e benessere individuale IX giornata informativa sulla promozione della salute nei luoghi di lavoro Il progetto Alcol e Lavoro dell Azienda USL di Modena: dall esperienza locale al progetto regionale Dr. Renato Di Rico Bologna, 19/12/2006

Le premesse La rilevanza del problema in termini di salute I consumi e le modalità del bere pur in presenza di una diminuzione costante dei consumi, in parte stabilizzata negli ultimi anni, si sono modificati alcuni importanti indicatori di rischio: Sono aumentati i consumatori Si è abbassata l età di inizio Il consumo sta coinvolgendo sempre di più anche il sesso femminile Si sta diffondendo la cultura del binge drinking I danni Il dato delle patologie alcol correlate è impressionante; ad es.: 30.000 decessi/anno in Italia sono attribuiti al consumo di alcol Il 25 % degli incidenti stradali è legato al consumo di alcolici 10.000 morti/anno in UE per incidenti stradali alcol correlati E la prima causa di morte per i giovani tra i 15 e i 29 anni

Consumi in Italia (WHO Global Status Report on Alcohol 2004)

Le premesse Le sollecitazioni provenienti da varie fonti UE: ad es. nella Strategia comunitaria per ridurre i danni derivanti dal consumo di alcol (24/10/06) si citano: riduzione del numero di morti e feriti per incidenti stradali causati dall alcol; prevenzione dei danni alcol-correlati negli adulti e limitazione delle ripercussioni negative sul lavoro; informazione, educazione e sensibilizzazione dei cittadini sulle conseguenze di un consumo nocivo e pericoloso di alcol e su corretti modelli di consumo; PSN 2006-2008: l adozione di politiche e azioni che intervengano sulla percezione culturale del bere, al fine di rendere evidenti le diverse implicazioni di rischio connesse ai diversi comportamenti, trasmettendo in proposito univoci e adeguati orientamenti; accrescere la disponibilità e l accessibilità di efficaci trattamenti, nei servizi pubblici o accreditati, la promozione di stili di vita sani negli ambienti di lavoro nei riguardi di fumo, alcol e droghe quali possibili cofattori nella genesi degli infortuni;

Le premesse Modificazioni dei quadri di rischio (e le patologie associate) negli ambienti di lavoro Sono diminuite (di numero e di gravità) le patologie da lavoro in senso stretto Sono aumentate quelle a genesi multifattoriale e/o correlate al lavoro L alcol è uno di questi fattori

Gli obiettivi L ambiente di lavoro come luogo privilegiato per campagne di promozione della salute Quindi non solo un messaggio strettamente legato al lavoro (alla prevenzione della patologia professionale) Ma anche messaggio più UNIVERSALE rivolto a modificare stili di vita (dentro e fuori l ambiente di lavoro, per sé e per gli altri) L obiettivo principale rimane l aumento della consapevolezza di ogni soggetto coinvolto, ai fini di una più efficace AUTOTUTELA

Le ragioni di un incontro tra i 2 Servizi SPSAL SERT È insito nel loro mandato (istituzionale e culturale): 1) recepire la domanda, esaminare i bisogni Per SPSAL: dai medici competenti, RLS, durante i sopralluoghi. Per SERT: ambulatori alcologici, M.C., MMG. 2) organizzare le risposte

Costruzione del progetto (anno 2000) Ricercate alleanze: In termini di risorse (Regione, Comuni) In termini di supporto strategico (Enti Locali, OO.SS., Associazioni datoriali, Associazioni di Auto-Mutuo Aiuto) L intero progetto, costruito insieme, è stato sottoposto ad una fase di valutazione preliminare da parte del tavolo di lavoro

Sperimentazione Il modello di intervento è stato verificato in un azienda di media dimensione (circa 300 dipendenti), dove si sono messi a punto gli strumenti di indagine utilizzati nel progetto (intervista e questionario della salute). Abbiamo potuto verificare e ritarare i tempi, modificare gli strumenti, acquisire consapevolezza circa i ruoli possibili, prendere atto delle criticità organizzative.

Fasi successive Mappatura aziende del territorio e programmazione interventi (ricercaintervento all interno di ogni stabilimento) Applicazione del modello ad un campione di aziende Valutazione statistica dei dati raccolti e stesura report di fine progetto

Obiettivi e azioni COSTRUIRE, attraverso attività di FORMAZIONE, un GRUPPO DI PROGETTO IN OGNI AZIENDA COINVOLTA (DIRIGENTI, PREPOSTI, MEDICI COMPETENTI, RSPP, RLS) a cui affidare il compito di gestire le situazioni problematiche e dare un seguito all opera di prevenzione RILEVARE OPINIONI E COMPORTAMENTI RELATIVI AD ALCOL E LAVORO per migliorare le conoscenze in merito al problema nel territorio COINVOLGERE MEDICO COMPETENTE e RLS nel monitoraggio e gestione delle problematiche alcol correlate nei luoghi di lavoro SENSIBILIZZARE I LAVORATORI sui rischi connessi all assunzione di bevande alcoliche, sia durante l attività lavorativa che extralavorativa, nell ottica di migliorare la qualità della vita individuale e collettiva AUMENTARE LE CONOSCENZE dei lavoratori sulle misure preventive adottate in azienda per affrontare il problema dei consumi alcolici alla luce della LEGISLAZIONE vigente

HANNO PARTECIPATO AL PROGETTO 14 COMUNI dei Distretti di Sassuolo e Pavullo: Maranello, Fiorano Modenese, Formigine, Frassinoro, Montefiorino, Palagano, Prignano s/s, Sassuolo Pavullo n/f, Fanano, Montecreto, Polinago, Serramazzoni, Sestola Il Servizio di Epidemiologia del Dipartimento di Sanità Pubblica, AUSL di Modena Le associazioni di auto-mutuo aiuto attive sul territorio: Alcolisti Anonimi (A. A.), Club Alcolisti in Trattamento (C.A.T.), Associazione familiari Alcolisti Anonimi (Al-Anon)

Metodologia di intervento (1) Costituzione, nelle imprese di dimensioni superiori ai 100 addetti, di un gruppo di progetto aziendale composto da alcuni dirigenti, dal medico competente, RSPP, RLS e RSU Somministrazione di intervista semi-strutturata, al gruppo tecnico aziendale e ad un campione di lavoratori, per individuare opinioni ed atteggiamenti relativi al fenomeno strumento qualitativo per approfondire il tema alcol e sensibilizzare le figure chiave dell azienda e base da cui partire per orientare la formazione Raccolta di un questionario auto-somministrato e anonimo sui temi della salute e degli atteggiamenti relativi al consumo di alcolici Strumento quantitativo di indagine sui consumi alcolici, su fumo, attività fisica, percezione del proprio stato di salute, sulle conoscenze della legislazione, delle strutture del territorio

Metodologia di intervento (2) Corso formativo Incontri di informazione - sensibilizzazione Diffusione di materiale informativo di educazione sanitaria legato ai rischi dell alcol e alle modalità di accesso ai servizi Questionario di valutazione dell intervento da somministrare al gruppo tecnico aziendale al termine del programma di prevenzione Protocollo di approcci e strategie operative da consegnare al gruppo di progetto aziendale Analisi statistica dei dati raccolti Restituzione dei dati emersi, con possibili ipotesi di lettura, allo staff di progetto aziendale

Equilibrio tra le parti In questo tipo di intervento bisogna contemperare i 2 aspetti: 1.promozione della salute (valenza attiva) 2.rispetto degli obblighi normativi (valenza per lo più passiva, soprattutto secondo un approccio italiano ) Verifica di efficacia Valutazione del rischio In realtà il Sistema 626 prevede una completa responsabilizzazione dell azienda, in piena autonomia, secondo uno schema Predisposizione e messa in atto delle misure

Risultati dei primi 3 anni di attività (2001-2004) INTERVENTO: 20 AZIENDE COINVOLTE 5.200 LAVORATORI INTERESSATI 114 INCONTRI REALIZZATI NELLE AZIENDE RICERCA: 168 INTERVISTE SEMI-STRUTTURATE 1.043 QUESTIONARI DELLA SALUTE 372 SCHEDE DI VALUTAZIONE

Una descrizione dettagliata dei principali dati emersi è contenuta nella seconda parte del Manuale pubblicato all inizio dell anno Risultati

Le è capitato di vedere persone consumare bevande alcoliche durante l attività lavorativa? NO 38% SI' 62%

Conoscenza infortuni avvenuti in azienda nell ultimo anno attribuibili all alcol Sì 8,3% No 91,7%

Ha lavorato dopo aver bevuto alcolici nelle due ore precedenti? 76% 24% Sì No

Guida dopo aver consumato alcolici 78,7 % 21,3 % Sì No Il 28,8 % dichiara di aver bevuto troppo

Valutazione di processo Numero di: Aziende coinvolte Interviste somministrate Questionari compilati dai lavoratori coinvolti Incontri di formazione realizzati Incontri di informazione - sensibilizzazione realizzati e lavoratori coinvolti

Valutazione di risultato (da mettere in atto) Partendo da una linea base, dopo aver messo a punto opportuni indicatori Si valutano i cambiamenti delle conoscenze, delle attitudini, dei comportamenti e della percezione del rischio A livello di azienda si possono valutare l entità di assenteismo, il numero di infortuni alcol-correlati, i costi sanitari per le cure delle patologie correlate, gli interventi disciplinari, la produttività..

Dal Progetto locale al Progetto Regionale Il Progetto presentato si inserisce nel quadro costituito dai 6 sottoprogetti della Regione Emilia-Romagna nell ambito della prevenzione dell alcolismo: prevenzione dei problemi alcol correlati (PAC) nei luoghi pubblici e di lavoro Esso trova collegamento e condivisione di intenti con il Progetto Nazionale del Ministero della Salute, capofila l Azienda USL 10 di Firenze, che vede la partecipazione di numerose regioni italiane ed ha l obiettivo di prevenire l uso inadeguato di alcol tra i lavoratori

Azioni del progetto regionale Costituzione di un gruppo di coordinamento regionale Alcol e Lavoro presso l AUSL di Modena, per la ricerca, la programmazione, l intervento in tema di prevenzione dei problemi alcol correlati negli ambienti di lavoro Definizione di modelli di intervento per l attuazione di progetti di prevenzione dei problemi alcol correlati negli ambienti di lavoro Costituzione in ogni AUSL che aderirà al progetto di una équipe multidisciplinare per realizzare e gestire gli interventi di prevenzione nelle aziende del territorio Formazione degli operatori Supporto tecnico-professionale per la progettazione e l attuazione dei progetti regionali (fornitura di un kit operativo) Sviluppo di integrazione e collaborazione tra Servizi Dipendenze Patologiche (Ser.T) e Servizi Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (SPSAL)

Un motivo di successo La novità percepita dai lavoratori: Si sono riappropriati di un concetto di gruppo E stata offerta un occasione per migliorare lo stato di salute (recuperando un ruolo attivo del singolo e del gruppo) Sono stati forniti degli elementi che aiutassero a ricostruire una continuità tra il dentro e il fuori della fabbrica

Un motivo di insuccesso L estrema difficoltà a coinvolgere le piccole aziende e le nuove forme di lavoro che risultano dai processi di destrutturazione in atto

Unità locali d'impresa per classe di addetti Fonte: ISTAT, VIII Censimento industria e servizi (ottobre 2001) 1-9 10-49 50-99 100-249 250 TOTALE PROVINCE N % N % N % N % N % N Piacenza 21.185 94,8 1.041 4,7 56 0,3 43 0,2 25 0,1 22.350 Parma 33.514 94,3 1.786 5,0 139 0,4 66 0,2 34 0,1 35.539 Reggio Emilia 38.413 93,5 2.302 5,6 199 0,5 104 0,3 53 0,1 41.071 Modena 53.986 93,0 3.574 6,2 242 0,4 148 0,3 75 0,1 58.025 Bologna 79.086 94,1 4.317 5,1 351 0,4 179 0,2 107 0,1 84.040 Ferrara 25.949 95,5 1.074 4,0 77 0,3 37 0,1 22 0,1 27.159 Ravenna 27.575 94,7 1.340 4,6 110 0,4 62 0,2 28 0,1 29.115 Forli'-Cesena 30.415 93,9 1.758 5,4 121 0,4 73 0,2 26 0,1 32.393 Rimini 29.320 95,7 1.200 3,9 67 0,2 33 0,1 14 0,0 30.634 EMILIA-ROMAGNA 339.443 94,2 18.392 5,1 1.362 0,4 745 0,2 384 0,1 360.326

Addetti alle unità locali di impresa per classe di addetti Fonte: ISTAT, VIII Censimento industria e servizi (ottobre 2001) 1-9 10-49 50-99 100-249 250 TOTALE PROVINCE N % N % N % N % N % N Piacenza 44.052 51,7 22.006 25,8 6.119 7,2 9.243 10,8 3.851 4,5 85.271 Parma 70.898 47,3 36.671 24,5 11.652 7,8 12.336 8,2 18.310 12,2 149.867 Reggio Emilia 80.767 44,9 49.670 27,6 15.864 8,8 19.054 10,6 14.588 8,1 179.943 Modena Bologna 121.638 45,1 73.065 27,1 22.834 8,5 25.658 9,5 26.287 9,8 269.482 165.217 43,9 93.862 24,9 29.557 7,9 39.352 10,5 48.490 12,9 376.478 Ferrara 52.917 52,0 22.828 22,4 7.290 7,2 6.879 6,8 11.811 11,6 101.725 Ravenna 57.416 49,0 27.930 23,8 10.001 8,5 11.452 9,8 10.360 8,8 117.159 Forli'-Cesena 65.056 49,7 35.227 26,9 9.686 7,4 9.722 7,4 11.258 8,6 130.949 Rimini 59.171 61,2 22.419 23,2 4.586 4,7 6.889 7,1 3.698 3,8 96.763 EMILIA ROMAGNA 717.132 47,6 383.678 25,4 117.589 7,8 140.585 9,3 148.653 9,9 1.507.637 73,0 19,2

Avviamenti al lavoro in provincia di Modena, per tipo di rapporto di lavoro (2001-2005) Tipo di rapporto Tempo indet. Tempo determ. Interin/ Somm. 2001 2002 2003 2004 2005 37,2 35,4 29,3 28,9 25,4 39,8 39,8 44,8 47,5 49,3 8,8 12,7 14,4 13,8 15,4 Apprend. 10,5 9,1 9,1 9,1 9,0 Formaz/ lavoro 3,5 2,5 2,1 0,1 0,0 TOTALE 106.030 110.386 102.213 104.170 100.589

Obiettivi a lungo termine del progetto regionale Dopo una prima fase che può essere considerata sperimentale, Sulla base di opportune verifiche dei risultati ottenuti I programmi territoriali avviati proseguano come attività programmate all interno dei piani di prevenzione messi in atto dalle singole AUSL