CONSORZIO di CASAL PALOCCO ROMA RELAZIONE FITOSANITARIA E FITOSTATICA per la messa in sicurezza delle alberature di VIALE GORGIA DA LEONTINI COMPLETAMENTO RELAZIONE TECNICA ALLEGATI: Tabelle Carta degli abbattimenti previsti Carta dei Nuovi Impianti Schede tecniche Dr. For. Vittorio De Cristofaro Roma li 30 gennaio 2015
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Dott. For. Vittorio De Cristofaro Largo Nearco 8 00124 Casal Palocco - ROMA Tel. 50931850 338/1568316 decristofaro.vittorio@tin.it RELAZIONE TECNICA Premessa Il sottoscritto Dott. For. Vittorio De Cristofaro, iscritto all Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali di Roma con n 1311, ha ricevuto incarico dal Consorzio di Casal Palocco, committente, di redigere una Relazione Tecnica sulle condizioni vegetative e fitostatiche delle piante presenti sull aiuola spartitraffico di Viale Gorgia di Leontini. Dopo una prima indagine, svolta nel mese di Agosto 2014 sul tratto di viale compreso tra Via Chilone/Via Pericle e Via di Casal Palocco, è stato deciso di estendere le Valutazioni di Stabilità a tutta l aiuola centrale di Viale Gorgia di Leontini, prendendo in considerazione un totale di 859 esemplari arborei. Per l indicazione delle piante si adotta la numerazione dell Inventario del Verde del Consorzio di Casal Palocco 2013. L estensione e la densità arborea dell area oggetto di studio richiedono un approccio di tipo selvicolturale: le dinamiche all interno di un popolamento arboreo di tali dimensioni non sono infatti dissimili da quelle di un piccolo bosco misto coetaneo pluristratificato. Allo scopo di migliorare le condizioni di sicurezza dell intera area e per evitare danni a cose o persone, la presente Perizia valuta la possibilità di ridurre il numero di piante presenti, mediante l abbattimento delle piante malformate, inclinate o sovrannumerarie, alcune delle quali insistono su strade di pubblico scorrimento. Per la ubicazione delle singole alberature vedasi l allegata cartografia con indicazione del Vincolo Paesaggistico ai sensi del D.Lgs. 42/04. Ogni pianta di cui viene prescritto l abbattimento sarà sostituita con nuovo impianto. Per la descrizione delle singole alberature si allegano inoltre le Schede Tecniche con relativa documentazione fotografica. Polizza professionale "Collettiva" CONAF - Consiglio dell Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali/AIG N. IFL0006723 in ottemperanza all art. 5, comma 1, del D.P.R. n. 137 del 7/08/2012. 3
IL VERDE DI CASAL PALOCCO Il contesto storico ambientale Il paesaggio naturale del litorale romano, prima della formazione delle lagune costiere, era certamente differente dall attuale, con la probabile preponderanza di cenosi forestali tipiche della macchia mediterranea, intervallate da praterie. In seguito, con l arretramento della linea di costa, la formazione dei cordoni dunali ad essa paralleli racchiuse ambienti lagunari salmastri. Un paesaggio che, con esclusione dei limitati tratti di macchia di origine spontanea pure presenti, è per il resto interamente conformato a seguito delle opere di bonifica. Attualmente il paesaggio rurale dell area vasta in cui si inserisce il territorio in esame è costituito esclusivamente da terra di bonifica: una pianura livellata, con differenze di quota quasi impercettibili, solcata da un reticolo ortogonale di canali di drenaggio, alcuni dei quali bordati da filari di eucalipti o di pioppi. I terreni sabbiosi derivati dalle formazioni incoerenti del Quaternario antico, sub-acidi, fortemente dilavati e poveri di sostanza organica, erano utilizzati con coltivazioni estensive di cereali e foraggere e con il pascolo degli ovini. Quasi nulle le alberature, rappresentate da limitati esemplari di Quercia da sughero rimasti dopo la trasformazione della macchia in terreni lavorativi pascolativi. E in questo contesto che negli anni 60 la Società Generale Immobiliare affidò a Maria Teresa Parpagliolo Shephard la progettazione paesaggistica di una nuova Città- Giardino, posta lungo la via Cristoforo Colombo tra il quartiere dell EUR ed il mare, poco distante dalla Tenuta presidenziale di Castel Porziano; la Parpagliolo già negli anni precedenti si era distinta per le progettazioni paesaggistiche che interessarono l EUR, soprattutto in sinergia con Raffaele De Vico. 4
Caratteristiche vegetazionali attuali La vegetazione utilizzata nel progetto originale era omogenea e rispondeva ad una determinata e precisa soluzione paesaggistica: il paesaggio della costa tirrenica, da cui la Progettista ha trovato ispirazione, le cui componenti essenziali erano appunto costituite da un alto fusto di Pinus pinea e da un sottostante ceduo di Quercus ilex. Nella composizione di questo paesaggio trasportato a Casal Palocco, la Parpagliolo inserisce altri elementi arborei, tipici del contesto paesaggistico in cui la Città-Giardino è inserita, e un ricco corteggio arbustivo. Gli elementi arborei inseriti sono: Quercus robur, Quercus palustris, Cupressus sempervirens nelle varietà pyramidalis ed horizontalis, Cercis siliquastrum, Fraxinus excelsior, forme arboree di Laurus nobilis per citarne alcune. Gli elementi arbustivi che arricchiscono il progetto di paesaggio sono: Phyllirea angustifolia, Laurus nobilis, Viburnum tinus, Myrtus tarentina e Tamarix parviflora, accompagnati da una vegetazione erbacea costituita essenzialmente da Helichrysum italicum e da varie specie di Gazania. L accrescimento degli alberi negli anni ha fatto sì che le piante occupassero tutto lo spazio a loro disposizione: la competizione all interno del popolamento alla ricerca di luce, ha determinato una stratificazione verticale, con piante in posizioni più favorevoli nello strato dominante e piante meno favorite ad occupare lo strato dominato sottostante. Il diverso accrescimento si riflette anche sulle diverse dimensioni diametriche dei fusti. La ricerca di luce, inoltre, ha determinato per le piante sottomesse fusti spesso sbilanciati, inclinati o contorti. I Pini presentano chiome alte e disordinate, spesso intersecate, sbilanciate e sovraccariche di rami piegati o contorti; i Lecci, aduggiati sotto la copertura dei Pini, hanno chiome filate, disordinate e con sesti d impianto troppo ravvicinati, che ne hanno provocato accrescimenti confusi nel tempo. 5
ANALISI dei LINEAMENTI CLIMATICI UNITA FITOCLIMATICHE Lo studio delle prevalenti caratteristiche climatiche in accordo alla tipologia vegetazionale potenziale di una determinata area, ossia lo studio del suo fitoclima, assume un importanza fondamentale per individuarne le potenzialità biologiche. Per tale motivo il fitoclima diviene lo strumento conoscitivo di base indispensabile per pianificare attività importanti quali la riforestazione, la riabilitazione ed il recupero ambientale (C. Blasi Fitoclimatologia del Lazio : Roma 1994 - Università degli studi La Sapienza Regione Lazio). Facendo riferimento al diagramma ombrotermico di Bagnouls-Gaussen di seguito riportato può innanzitutto osservare che la curva della piovosità e quella della temperatura si intersecano nel periodo estivo. Le caratteristiche fitoclimatiche di questo tratto di campagna romana ne permettono l inquadramento nell unità della REGIONE MEDITERRANEA. In considerazione della maggiore vicinanza all area oggetto di studio, si riportano in tabella i valori medi di: precipitazioni mensili (P), temperature medie mensili (Tmed), temperature massime mensili (Tmax), temperature minime mensili (Tmin), riferiti al trentennio 1955-1985, raccolti dalla stazione termo-pluviometrica di Monte Mario (m 139) (C. Blasi: Fitoclimatologia del Lazio Appendice 2 Roma, 1994) Roma Fiumicino 1955-1985 G F M A M G L A S O N D P 81.60 74.99 72.05 47.24 30.45 13.35 6.76 33.07 76.54 96.94 110.04 92.69 Tmed 8.47 9.00 10.63 13.04 16.79 20.73 23.28 23.49 20.92 17.07 12.84 9.51 Tmax 12.92 13.60 15.28 17.84 21.92 25.84 28.48 28.60 26,03 22.02 17.33 13.80 Tmin 4.02 4.40 5.97 8.23 11.66 15.63 18.07 18.38 15.82 12.12 8.35 5.22 6
Il sottostante diagramma ombrotermico di Bagnouls-Gaussen deriva dalla elaborazione di questi dati. Dall analisi dei dati termo-pluviometrici e facendo riferimento alla già citata Carta Fitoclimatica del Lazio di C. Blasi, si è potuto stabilire che la zona indagata risulta completamente inclusa (sebbene al limite con la confinante Regione Mediterranea di transizione; unità fitoclimatica 9) con la Regione Mediterranea; unità fitoclimatica 13 - Termotipo mesomediterraneo inferiore; Ombrotipo secco superiore/subumido inferiore; Regione xeroterica (sottoregione termomediterranea/ mesomediterranea). Il paesaggio forestale è caratterizzato principalmente dalla fisionomia delle scelofille sempreverdi. Nelle sottozone media e fredda del Lauretum, che in termini vegetazionali corrispondono alla fascia mesomediterranea, la specie più significativa è il Leccio (Quercus ilex) a cui si accompagna una flora tipica sempreverde (ad es. viburno, alloro, fillirea, erica, corbezzolo). La sughera (Quercus suber), favorita dall uomo, rientra nella costituzione di sistemi agroforestali nel settore tirrenico, mentre le conifere mediterranee (Pinus pinaster, Pinus pinea, Pinus halepensis, Cupressus sempervirens) sono state utilizzate principalmente nei rimboschimenti. 7
RELAZIONE SULLE STATO DELLE PIANTE Sull aiuola spartitraffico di Viale Gorgia di Leontini si sono verificati nei mesi passati due schianti di Pini in condizioni vegetative apparentemente buone. Allo scopo di migliorare le condizioni di sicurezza dell intera area e per evitare danni a cose o persone, è stata realizzata la presente indagine, prendendo in considerazione sia le possibili patologie in atto, sia la storia selvicolturale del popolamento. Nel caso in questione, infatti, non si può non tenere conto del fatto che un popolamento coetaneo, seppure di impianto artificiale e realizzato per scopi ornamentali, a causa della sua densità ed estensione, segue nel suo sviluppo un percorso evolutivo simile a quello di un bosco naturale, secondo le leggi della selvicoltura forestale. Per quanto riguarda la storia selvicolturale del popolamento, va sottolineato che, dopo l impianto realizzato più di 50 anni fa, le cure colturali si sono limitate a potature saltuarie, senza una reale valutazione della densità del popolamento e delle dinamiche in atto al suo interno. La competizione tra le piante, alla ricerca di spazio e luce, fa sì che alcuni Pini, più favoriti, crescano in altezza e vigore e si trovino in uno strato cosiddetto dominante. Altri Pini, trovatisi in condizioni di luce meno favorevole, appaiono più deperienti ed hanno un minor vigore vegetativo. La ricerca di luce durante l accrescimento può portare a sbilanciamento delle chiome o dei fusti. Ad un minore sviluppo della parte epigea corrisponde inoltre uno sviluppo radicale meno vigoroso e, in definitiva, una minora stabilità dell intera pianta. 8
Considerazioni agronomiche generali Dovendo valutare le condizioni in cui vegeta un determinato esemplare arboreo di impianto artificiale, è necessario innanzi tutto fare alcune considerazioni sulla scelta della specie impiegata. Il PINO DOMESTICO (Pinus pinea) è albero mediterraneo per eccellenza, il cui areale si estende dalla Crimea al Portogallo e all'algeria; molto diffuso in Italia, soprattutto con la coltivazione da antichissima data, a formare pinete litoranee di grande importanza. Specie eliofila e termofila, predilige i litorali marittimi ed i colli assolati, e prospera in terreni sciolti, sabbiosi e freschi. Penetra poco nell'entroterra e soffre i rigori dell'inverno. L'apparato radicale del Pino domestico è robusto e profondo: dal seme sviluppa un fittone, che si approfondisce per un metro e anche più; successivamente si espande in lunghe radici laterali e superficiali, con configurazione diversa secondo il suolo e gli eventuali ostacoli incontrati durante lo sviluppo. Utilizzato dal Lauretum fino al Castanetum caldo a quote di 500-600 m slm al nord, fino a 1000 m slm al centro-sud, a scopo industriale produttivo (pinoli), per rimboschimenti protettivi, per consolidamento delle dune, per l estrazione della resina. Gli aspetti selvicolturali del pino domestico si differenziano a seconda della destinazione. Un rimboschimento con funzioni non di produzione, presenta in genere una densità elevata, con piante che tendono alla ramosità. Nelle pinete da pinoli, invece, la densità è molto minore, si va dalle 100 alle 200 piante ad ettaro. La densità influenza la durata della pineta, pinete più dense permetteranno di avere raccolte immediate più abbondanti, ma anticipato declino. Pinete più rade permetteranno una maggiore durata della produzione. Il turno complessivo di una pineta da pinoli può arrivare a 100 120 anni dopodiché viene effettuato un taglio raso e conseguente rinnovazione artificiale. Per l impianto la densità iniziale è di 1500-2000 piante ad ettaro (distanze: m 2,00-2,50 x 2,50-3,00), ridotta con successivi diradamenti a 100-200 per assecondare il temperamento nettamente eliofilo della specie. 9
Considerazioni sul caso specifico Oggetto della presente Perizia sono le alberature presenti sull aiuola spartitraffico posta tra le due corsie di Viale Gorgia di Leontini. Nell area in questione vegetano 859 alberi, di questi 226 sono Pini domestici (Pinus pinea) ), 351 sono Lecci (Quercus ilex). Presenti alcuni esemplari di Cerro (Quercus cerris), Quercia rossa (Quercus rubra), Cipresso (Cupressus sempervirens) Tamerice (Tamarix gallica). Per la loro ubicazione precisa si veda la cartografia allegata. Per quanto riguarda i Pini in esame, le indagini effettuate hanno evidenziato alcuni elementi connessi ai seguenti fattori: - le piante sono spesso collocate a breve distanza dalla sede stradale; - le chiome di alcuni pini, cresciuti sotto l ombreggiamento degli esemplari dominanti, presentano un vistoso sbilanciamento giustificato dalla ricerca di spazio e luce; - lo sbilanciamento delle chiome, accentuato dallo sbilanciamento del fusto, comporta una riduzione della stabilità dell intera pianta; - le abbondanti piogge dell annata in corso, hanno determinato una generale imbibizione dei terreni con conseguenti ristagni di umidità, possibile fonte di marciumi radicali (Heterobasidion annosum, Armillaria sp.); - per una reale messa in sicurezza dell intera area è necessario accompagnare l eliminazione delle piante soprannumerarie da un intervento di potatura delle chiome dei Pini restanti. Gli alberi possono crescere inclinati per diversi motivi, come ad esempio la vicinanza di edifici con conseguente effetto di ombreggiamento, o la presenza di venti costanti durante l accrescimento. Gli alberi inclinati sopportano naturalmente carichi più elevati e devono utilizzare più materiale di sostegno, specialmente legno di reazione, per impedire un aumento dell'inclinazione, per opporsi alla caduta. Questi alberi non solo sopportano il carico oscillante di piegamento del vento, ma anche un piegamento statico in seguito alla eccentricità del baricentro rispetto alla chioma. Si crea pertanto una situazione critica, poiché il legno potrebbe "slittare" sotto carichi 10
statici e, se la vitalità dell'albero diminuisce, i meccanismi di compensazione possono fallire. Di estrema importanza risultano quindi le condizioni vitali degli apparati radicali. L indole del Pino domestico a mantenere le radici superficiali (specie nel caso di terreni compatti ed asfittici) costituisce di norma un problema per i manufatti murari con cui le radici vengono in contatto; in casi come quello in questione (terreno di cattiva qualità, ristagni di umidità che favoriscono marciumi radicali) questa caratteristica costituisce di per se' un fondato motivo di forte preoccupazione per la stabilità degli alberi. Non si può quindi escludere che, date le dimensioni, l'età e la posizione dei pini in oggetto, i fusti non più correttamente sorretti dalle radici non tendano sotto il proprio peso ad aumentare l'inclinazione, fino a stroncare improvvisamente e rovinosamente a seguito di eventi meteorici di una certa rilevanza, come peraltro già successo ad altri Pini del comprensorio. 11
IL PERCORSO METODOLOGICO Alla luce delle considerazioni su esposte, è stata realizzata un analisi fitostatica dettagliata per la Valutazione di stabilità con Metodo V.T.A., a carico dei soggetti meno vigorosi, inclinati o deperienti, tenendo conto del loro grado di competizione intraspecifica. La necessità di poter individuare ogni situazione di pericolo potenziale ha imposto l esame di tutti gli alberi dell area, anche se solo una percentuale di questi ultimi, avevano caratteristiche oggettive che potevano lasciar temere per la loro stabilità. Sono stati esclusi dal successivo percorso diagnostico tutti gli alberi che, per la rilevanza dei difetti manifesti o per l assenza di questi ultimi, non hanno richiesto alcun ulteriore approfondimento. Con la presente indagine sono stati sottoposti a VTA n 109 alberi su 859. La Valutazione di stabilità degli alberi con Metodo V.T.A. consiste in un ispezione visiva e comporta un accurato esame dell'albero per l individuazione dei sintomi che indicano la presenza di difetti meccanici e di avversità fitopatologiche. L ispezione visiva deve essere effettuata, nei limiti del possibile, anche all apparato radicale. Dopo una prima indagine visiva, ogni difetto riscontrato a carico dell'albero viene accuratamente analizzato in rapporto alle possibili conseguenze dirette e indirette sulla resistenza meccanica e sulla vitalità dell'albero stesso. Se necessaria, viene effettuata una verifica strumentale, mediante l'impiego di uno dei tre principali strumenti previsti dal metodo VTA: il martello ad impulso elettronico, il dendrodensimetro ed il frattometro. In relazione ai sintomi/danni riscontrati ed alle misurazioni strumentali eventualmente effettuate, viene fornito un giudizio sintetico sulla stabilità meccanica dell'albero esaminato, secondo una scala di propensione al cedimento: (classe VTA: trascurabile (A), bassa (B), moderata (C), elevata (C-D), estrema (D). 12
La Valutazione del rischio (S.I.A. Società Italiana di Arboricoltura: Norme di Buona Pratica - Valutazione del Rischio connesso alla presenza di alberi) Nel caso della valutazione di stabilità degli alberi, parlando di rischio ci si riferisce sia alla potenzialità che un albero o una parte di esso possa cadere, sia alla possibilità che si verifichino dei danni a cose o persone. In altre parole, nel valutare un albero si determina la sua propensione al cedimento, secondo una classificazione appropriata. Una volta definita la pericolosità di un singolo albero è necessario chiarire il danno potenziale che questo può provocare. La valutazione del rischio viene, quindi, esplicitata mediante una procedura logica sequenziale, tesa a mettere in evidenza la probabilità del verificarsi di un cedimento (pericolosità), l entità di ciò che è soggetto a cedimento (fattore di danno) e l importanza del bersaglio che potrebbe essere colpito dal cedimento dell albero (fattore di contatto). Il fattore di contatto evidenzia la natura del possibile bersaglio e, quindi, in sostanza, il grado di frequentazione del sito in cui l albero vegeta e l entità dei danni materiali provocabili da un suo eventuale cedimento. Il rischio è cioè il prodotto logico di questi tre aspetti. Il procedimento è illustrato in Tabella 1 La valutazione del rischio permette al valutatore di definire compiutamente le cure colturali e/o la terapia da adottare ed il programma di monitoraggio per gli alberi oggetto di studio. La realizzazione degli interventi prescritti può e deve modificare il giudizio di rischio: ad esempio, un intervento di riduzione della chioma può contribuire, se correttamente realizzato, a modificare il giudizio di pericolosità dell albero e conseguentemente quello di rischio. 13
INTERVENTI DA REALIZZARE Con il fine di perseguire la messa in sicurezza dell area a verde considerata, e di consentire contestualmente la fruibilità sia pedonale che veicolare, si prevede di realizzare: l abbattimento di n 35 Pini che si trovano in precarie condizioni fito-vegetative o sono pericolosamente inclinati, elencati in Tabella 2; un intervento di potatura di manutenzione su n 74 Pini, anch essi elencati in Tabella 2, presentanti chiome disordinate, sbilanciate, pericolosamente malformate; l impianto di n 50 esemplari arborei delle specie e delle dimensioni indicate in Tabella 3. Abbattimenti L intervento selvicolturale previsto è orientato in senso fitosanitario e di messa in sicurezza, ovvero la selezione è stata operata tenendo presente lo sviluppo del futuro popolamento. Il criterio base sul quale operare la scelta delle piante da eliminare è il loro grado di vigoria vegetativa e stabilità, determinate essenzialmente dalla competizione intraspecifica. Si dovrà, quindi, perseguire una selezione, a carico dei soggetti sopraffatti nella competizione con le piante di maggiore sviluppo e naturalmente, di quelli deperienti e malformati, che risultano più deboli nei confronti degli agenti meteorici. Il taglio dovrà essere organizzato in modo da arrecare il minore disturbo possibile, garantendo una pronta ed efficiente asportazione dei pini selezionati, da effettuarsi per di più in condizioni di piena sicurezza sul lavoro. La cernita delle piante (cosiddetta martellata) è stata realizzata con scrupolo e le piante da eliminare sono state elencate in Tabella 2. L abbattimento dei pini andrà realizzato con le opportune cautele (depezzamento dall alto) al fine di evitare per quanto possibile il danneggiamento delle piante da rilasciare. L allontanamento del materiale legnoso dal letto di caduta, andrà realizzato 14
facendo uso di attrezzature meccaniche specifiche (trattori forestali) in grado di ridurre fortemente l azione dello strascico e del calpestio. I mezzi di trasporto dovranno essere esclusivamente gommati. Per la sicurezza in cantiere occorrerà dare particolare peso all uso del casco e delle protezioni individuali mentre, lungo il perimetro dell area andranno collocati i cartelli monitori per evitare eventuali intrusioni non autorizzate. Potature di manutenzione L intervento successivo indicato per il miglioramento del polamento arboreo è la potatura di manutenzione dei Pini rimanenti. Tale azione ha come scopi primari l'eliminazione di una grossa quantità di massa legnosa pericolante, il miglioramento della percorribilità in sicurezza, l'aumento dei valori di luminosità al terreno e quindi una maggiore possibilità di accrescimento per le piante dello strato dominato. La potatura, da effettuarsi secondo la tecnica del taglio di ritorno, consente di rimuovere fino al 30% della vegetazione senza che la bellezza dell albero sia alterata. L effetto finale è armonioso e sano, la pianta appare integra, benché più leggera e più sicura. La tecnica comprende due fasi successive: si eliminano tutti i rami secchi, le branche morte, morenti, malate, in competizione con altre branche, in soprannumero, con inserzioni deboli o con scarso vigore; si prosegue col diradamento della chioma: tale procedura consiste nell eliminazione di una piccola parte dei rami secondari vivi e di piccolo diametro, accorciando le cime fino ad un rametto laterale o un apice secondario di dimensioni appropriate. Le due fasi favoriscono una maggiore illuminazione interna, fondamentale per tenere in vita gli aghi dei rametti laterali. Questo fogliame, anche se di scarso vigore, rappresenta un potenziale ramo apicale del futuro e garantisce, a livello architettonico e biomeccanico, conicità all intera struttura-albero. Inoltre, la vegetazione diradata ed alleggerita, offre una minore resistenza al vento evitando quindi l effetto vela e le rotture dei rami. Il risultato deve essere una chioma uniformemente distribuita su rami ben spaziati tra loro. Il diradamento non modifica né la dimensione né la forma dell albero. 15
Nuovi impianti Infine, quale opera di mitigazione e compensazione ambientale, come indicato dal Servizio Giardini del Comune di Roma, è prevista la realizzazione di 50 nuovi impianti, come indicato in Tabella 3. L ubicazione dei nuovi impianti è indicata nella allegata cartografia. CONFORMITÀ ALLA PIANIFICAZIONE VIGENTE Le 35 piante giudicate da eliminare, come evidenziato nella cartografia allegata, si trovano tutte in aree non sottoposte a Vincolo Paesaggistico ai sensi del D.Lgs. 42/04, come indicato dal Dipartimento Tutela Ambientale e del Verde Protezione civile di Roma Capitale, (ai sensi art. 134C-136, 142 e 146 del D.Lgs n 42 del 22/01/04). 16
CONCLUSIONI Allo scopo di migliorare le condizioni di sicurezza dell intera area interessata dalla presente indagine e per evitare danni a cose o persone, si ritiene quanto mai urgente la riduzione del numero di piante presenti, mediante l abbattimento delle piante malformate, inclinate o sovrannumerarie, alcune delle quali insistono su strade di pubblico scorrimento. Le 35 piante giudicate da eliminare sono elencate in Tabella 2 ed evidenziate in cartografia. Per la riduzione del rischio, è della massima importanza anche l intervento di potatura delle chiome di altre 74 piante, anch esse elencate in Tabella 2, allo scopo di ottenere chiome più leggere, sane ed equilibrate ed evitare stroncature e caduta di rami di grandi dimensioni. Quale opera di mitigazione e compensazione ambientale si prevede la sostituzione delle piante abbattute con altri individui arborei considerati più idonei, secondo le indicazioni del Servizio Giardini del Comune di Roma. Gli alberi mettere a dimora sono elencati in Tabella 3. L ubicazione dei nuovi impianti è indicata nella allegata cartografia. Vittorio De Cristofaro Dottore Forestale Roma li 30 gennaio 2015 Polizza professionale "Collettiva" CONAF - Consiglio dell Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali/AIG N. IFL0006723 in ottemperanza all art. 5, comma 1, del D.P.R. n. 137 del 7/08/2012. 17
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CONSORZIO di CASAL PALOCCO ROMA RELAZIONE FITOSANITARIA E FITOSTATICA per la messa in sicurezza delle alberature di VIALE GORGIA DA LEONTINI TABELLE RIASSUNTIVE - TABELLA 1: Procedura di Valutazione del Rischio - TABELLA 2: Riepilogo degli esiti delle VTA effettuate - TABELLA 3 Elenco Nuovi Impianti 2015 Dr. For. Vittorio De Cristofaro Roma li 30 gennaio 2015 19
TABELLA 1: Procedura di Valutazione del Rischio PROPENSIONE AL CEDIMENTO Improbabile: albero o branca non dovrebbero cadere nemmeno in condizioni meteorologiche gravi. Possibile: il cedimento può avvenire, ma è difficile che avvenga in condizioni meteorologiche normali. Probabile: ci si deve aspettare cedimento anche con condizioni meteorologiche normali. Imminente: è molto probabile che si verifichi cedimento entro breve anche in condizioni normali (Questa classe si verifica raramente e richiede azioni immediate per proteggere le persone). PROBABILITA' COLPIRE BERSAGLIO Molto bassa: è difficile che la branca che sta cadendo colpisca il bersaglio (sito raramente frequentato o sito utilizzato occasionalmente ma con una protezione (alberi o strutture) tra l'albero valutato e il bersaglio). Bassa: è difficile che l'albero o la branca in caduta possano colpire il bersaglio (strade di servizio poco utilizzate vicino all'albero da valutare. Strade pubbliche trafficate con filari che separano zona dell'albero da valutare). Media: l'albero o la branca che cadono possono o meno colpire il bersaglio con la medesima probabilità. Alta: l'albero o la branca che cadono colpirà molto probabilmente il bersaglio 20
RISULTATO DELLA PROPENSIONE AL CEDIMENTO PER LA PROBABILITA' DI COLPIRE UN BERSAGLIO Propension Probabilità di colpire un bersaglio e al cedimento Molto bassa bassa media alta Imminente Inverosimile Talora verosimile verosimile Molto verosimile Probabile Inverosimile Inverosimile Talora Verosimile verosimile Possibile Inverosimile Inverosimile Inverosimile Talora verosimile Improbabile Inverosimile Inverosimile Inverosimile inverosimile PROBABILITA' COLPIRE BERSAGLIO Trascurabili: danni di basso valore che possono essere riparati e non determinano ferite a persone (es.: piccola branca che colpisce recinzione; branca media che colpisce degli arbusti). Minime: danni da basso a medio valore, modeste distruzioni alle infrastrutture viarie o di comunicazione, o ferite molto contenute (es.: piccola branca che colpisce un tetto; branca media che colpisce un tavolo da un'altezza modesta; grande porzione che colpisce struttura ma crea danni economici moderati; una distruzione moderata della viabilità locale). Significative: danni a proprietà di medio o elevato valore, distruzioni considerevoli, o ferite a persone (es.: porzione di albero di medie dimensioni che colpisce auto senza persone; grande porzione che colpisce una struttura e determina danno economico elevato; distruzione di infrastrutture elettriche; distruzione di viabilità secondaria). Gravi: ferite gravi o morte, danni a proprietà di elevato valore, o distruzione di attività importanti. 21
RANGO DEL RISCHIO RELATIVO ALL'ALBERO Propension Conseguenze e al Trascurabili Minime Significative Gravi cedimento Molto Basso Moderato Elevato Estremo verosimile Verosimile Basso Moderato Elevato Elevato Talora Basso Basso Moderato Moderato verosimile Inverosimile Basso Basso Basso Basso Estremo: cedimento imminente, elevata probabilità di colpire bersaglio, conseguenze gravi (interdire immediatamente l'area di potenziale caduta per evitare danni alle persone). Elevato: prescrivere misure di mitigazione che dipendono dalla tolleranza che il proprietario ha nei confronti del rischio; Moderato: raccomandare interventi di mitigazione o di restrizione dell'area e il monitoraggio. La decisione sul tipo di mitigazione e sul momento del trattamento dipende dalla tolleranza che il proprietario o il gestore dell'albero ha nei confronti del rischio; Basso: di solito non son necessarie misure mitigazione o conservazione immediate. Il valutatore può raccomandare di conservare e monitorare questi alberi come pure può prescrivere interventi di mitigazione che non includono la rimozione dell'albero 22
TABELLA 2: RIEPILOGO degli esiti delle VTA effettuate Pianta N Classe Fitostatica NOTE 3150 C 3153 C 3155 C 3174 C 3175 C 3191 C/D 3234 C 3275 C 3285 C 3286 C 3287 C 3293 C 3294 C/D 3295 C 3298 C 3299 C/D 3300 C 3306 C 3308 C 3321 C 3322 C 3326 C 23
3376 C 3382 C 3384 C 3395 C 3396 C 3398 C 3406 C 3407 C 3410 C 3411 C 3423 C 3427 C 3428 C 3436 C 3438 C 3445 C 3446 C 3596 C 3644 C 3674 C 3675 C 3676 C 3677 C 3702 C 3704 C 24
3705 C/D 3706 C 3708 C 3709 C 3710 C 3711 C/D 3734 C 3735 C 3765 C 3782 C/D 3797 C 3805 C 3807 C 3808 C 3809 C 3826 C/D 3832 C/D 3857 C 3863 C 3878 C 3879 C 3880 C/D 3881 C/D 3883 C/D 3888 C 25
3892 C/D 3900 C 3901 C 3902 C/D 3904 C/D 3905 C/D 3908 C/D 3911 C/D 3920 C 3922 C/D 3925 C/D 3937 C/D 3977 C 3993 C/D 3994 C/D 3995 C/D 3996 C 3997 C 4006 C/D 4011 C 4014 C 4018 C 4019 C/D 4022 C/D 4027 C/D 26
4031 C/D 4032 C/D 4038 C/D 4039 C/D 4040 C/D 4061 C/D 4063 C/D 5863 C/D TOTALE PIANTE ESAMINATE N 109 TOTALE PIANTE DA ABBATTERE N 35 TOTALE PIANTE DA POTARE N 74 27
TABELLA 3: NUOVI IMPIANTI 2015 DIMENSIONI Quantità SPECIE altezza m Circonferenza cm N Leccio Quercus ilex 3,50-4,00 30-35 4 Sughera Quercus suber 3,50-4,00 35-40 4 Pino domestico Pinus pinea 4,00 5,00 35-40 4 Pioppo bianco Populus alba 2,00 2,50 18 20 6 Albero di Giuda Cercis siliquastrum 2,00 2,50 18 20 6 Frassino ossifillo Fraxinus angustifolia 2,00 2,50 18 20 6 Eucalipto Eucalyptus sp 2,00 2,50 16-18 10 Canfora Cinnamomum canfora 2,00 2,50 18-20 5 Falso pepe Schinus molle 2,00 2,50 16-18 5 totale 50 28
CONSORZIO di CASAL PALOCCO ROMA RELAZIONE FITOSANITARIA E FITOSTATICA per la messa in sicurezza delle alberature di VIALE GORGIA DA LEONTINI COMPLETAMENTO ALLEGATI CARTOGRAFICI Carta degli abbattimenti previsti con indicazione del Vincolo Paesaggistico ai sensi del D.Lgs. 42/04 Quadro d unione Tav. 1 Nord Tav. 2 Sud Carta dei nuovi impianti 2015 Tav SW Tavola Centro Tavola NE Roma li 30 gennaio 2015 Dr. For. Vittorio De Cristofaro 29
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