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TAVOLO ABBIGLIAMENTO SISTEMA PERSONA DOCUMENTO FINALE 1. INTRODUZIONE Gli Stati Generali del comparto internazionalizzazione si pongono l obiettivo di individuare strumenti e priorità di intervento a sostegno dei comparti produttivi italiani nelle sfide poste dall attuale contesto globale. Il Tavolo abbigliamentosistema persona è un occasione di confronto apprezzata da tutti i partecipanti, a vario titolo attori dell internazionalizzazione di questo fondamentale settore del Made in Italy. Dalle tre giornate di lavoro sono emerse posizioni comuni e posizioni contrastanti, che il presente documento programmatico non mancherà di segnalare. La composizione del tavolo è apparsa piuttosto eterogenea per la presenza di associazioni di categoria rappresentative di imprese con dimensione aziendale diversa ed interessi specifici non necessariamente coincidenti, peraltro non tutte rientranti nel comparto Abbigliamento/Sistema persona. Il principale elemento da evidenziare è che, in un momento così difficile per l economia mondiale, l internazionalizzazione si è rivelata una strategia di crescita premiante, soprattutto per le piccole e medie imprese che stanno trovando nei mercati internazionali la risposta alla flessione della domanda domestica. Mai come ora, quindi, aziende e imprenditori devono poter contare su un sostegno ai loro sforzi di internazionalizzazione, al fine di aumentare e migliorare la propria competitività sui mercati esteri. Silvana La Bella/ Maria Teresa Bastiani Pagina 1

Tale considerazione deve indurci a fare una serie di valutazioni atte a ridisegnare il sistema pubblico a supporto dell internazionalizzazione delle imprese. Vero è, infatti, che la sempre minore disponibilità di risorse finanziarie da destinare ai progetti di internazionalizzazione delle imprese ed il recente dibattito sulle forme che dovranno assumere gli interventi di carattere promozionale a seguito della chiusura dell ICE rendono necessaria l individuazione di temi condivisi tra soggetti pubblici e privati che portino ad una programmazione armonica degli interventi sui mercati esteri. La concentrazione delle risorse su alcune linee di intervento condivise, ben definite e il più possibile mirate, associata ad una collaborazione di carattere pubblico/privato nella quale i ruoli e gli impegni siano ripartiti secondo le reciproche competenze, renderebbero gli interventi più efficaci. 2. OBIETTIVI I principali obiettivi da perseguire possono sintetizzarsi nei seguenti punti: diversificare i mercati di sbocco, partendo dalle Linee Direttrici del MISE che individuano chiaramente i paesi focus per il triennio 2008-2011 (sulla base di valutazioni geopolitiche e in considerazione delle opportunità di carattere economico-commerciale), integrate da proposte e suggerimenti provenienti dalla base e a seconda delle specificità dei singoli settori. Di assoluto interesse appaiono molti dei Paesi emergenti, tra cui la Cina che si sta dimostrando uno dei mercati di massimo sbocco per i prodotti made in Italy del fashion ed è dotata da anni di piattaforme usate anche da imprese italiane. Silvana La Bella/ Maria Teresa Bastiani Pagina 2

presidiare i mercati maturi, quali Canada, Europa, Giappone e USA, attraverso una politica di mantenimento delle quote di mercato già acquisite, più che con azioni di penetrazione commerciale; realizzare azioni promozionali realmente rispondenti alle esigenze delle imprese; operare una selezione accurata delle fiere, al fine di indirizzare le imprese verso le manifestazioni fieristiche di maggiore rilievo, anche attraverso una collaborazione più stretta con le associazioni di categoria; progettare iniziative promozionali differenziate a seconda del Paese e delle sue caratteristiche di consumo (progetti paese/mercato); sviluppare un partenariato pubblico-privato che coinvolga, oltre alle associazioni di categoria, anche altri soggetti pubblici come le Regioni; individuare nuove forme di finanziamento per le attività di internazionalizzazione; assicurare la crescita della cultura e della dimensione aziendale, anche attraverso un attività di formazione imprenditoriale mirata a creare figure con competenze specialistiche in materia di internazionalizzazione; assicurare alle imprese la possibilità di competere con le aziende straniere su un piano di parità; sostenere, sia a livello europeo sia multilaterale, la conclusione di accordi commerciali volti alla riduzione dei dazi e delle barriere non tariffarie (NTB), così da favorire un reale, maggiore accesso ai mercati dei paesi terzi; garantire la continuità degli strumenti di difesa commerciale a livello europeo, al fine di tutelare le imprese in assenza di regole chiare a livello internazionale. diffondere il marchio Made in Italy come marchio di qualità [obiettivo non condiviso da tutte le Federazioni/Associazioni partecipanti]. Silvana La Bella/ Maria Teresa Bastiani Pagina 3

3. CRITICITA Al momento attuale, la maggiore preoccupazione degli imprenditori è rappresentata dalla soppressione dell ICE, dato che alcune delle fondamentali attività a sostegno della competitività e dell internazionalizzazione erano svolte proprio dall Istituto. Fino ad oggi, la maggior parte delle PMI italiane, nella dimensione competitiva globale, hanno saputo individuare opportunità in mercati particolarmente difficili grazie anche al sostegno del Governo, del Ministero per lo Sviluppo Economico e dell ICE. Al di là dell effettiva esigenza di razionalizzazione e di eliminazione delle inefficienze, oltre che di maggiore coordinamento, si ritiene necessaria la presenza di una struttura pubblica che gestisca le risorse destinate a sostenere l internazionalizzazione delle imprese, anche alla luce del fatto che molti altri paesi europei si avvalgono di strutture governative dedicate alla promozione sui mercati più difficili. E quindi indispensabile agire con rapidità affinché si torni a destinare sufficienti risorse finanziarie alla progettualità, a sostegno delle imprese che intraprendono un percorso di internazionalizzazione. Infine, si ritiene necessario dare corso alle attività promozionali che erano già state approvate e per le quali le singole associazioni sono già impegnate, possibilmente mantenendo l attuale struttura operativa fino a che non sarà stata individuata una soluzione alternativa, per evitare che i paesi concorrenti approfittino del vuoto legislativo per sottrarre quote di mercato alle aziende italiane, vanificando così gli investimenti finora profusi sui mercati internazionali. A tal riguardo, estrema importanza rivestono i tempi di pianificazione e di realizzazione delle iniziative, soprattutto con riferimento all anno 2012. Si auspica che il nuovo organismo, o agenzia per l internazionalizzazione, sia a capitale pubblico, ma dotato della necessaria autonomia gestionale, amministrativa e finanziaria per poter operare con rapidità e fungere da braccio operativo per la realizzazione dei progetti promozionali (fiere, Silvana La Bella/ Maria Teresa Bastiani Pagina 4

missioni, eventi, ecc.) finanziati con le risorse pubbliche destinate alla promozione del Made in Italy. La natura pubblica assicurerebbe inoltre a tale ente una maggiore credibilità nei confronti delle istituzioni straniere, oltre ad una certa rilevanza nei confronti delle istituzioni nazionali. Sarà altresì importante assicurare che la nuova struttura intrattenga un dialogo più stretto con il mondo delle imprese e delle Associazioni di categoria, anche quelle meno strutturate. Potrebbero essere individuate modalità che salvaguardino e recuperino le tante, valide competenze interne all ex ICE, mettendole a disposizione del sistema delle imprese. Ad esempio, gli ex direttori ICE, che oggi ricoprono la carica di Addetti alla promozione degli scambi nell organigramma delle Ambasciate, potrebbero assumere il ruolo di referenti locali per le varie iniziative, concentrandosi anche sulle attività di business scouting e monitoraggio del mercato. Ad ogni modo, la definizione delle priorità e delle strategie dovrà essere il compito della neo-costituita Cabina di Regia, cui spetterà tenere conto delle necessità delle diverse realtà imprenditoriali e dei territori. A tal fine, sarebbe importante che la Cabina di Regia fosse effettivamente rappresentativa di tutte le realtà che compongono il Sistema Paese. A tale organo dovrà inoltre essere affidata anche la realizzazione di una attività di monitoraggio, onde individuare gli strumenti di sostegno e di promozione effettivamente rispondenti alle esigenze delle imprese. Le Camere di Commercio Italiane all estero, cofinanziate dal Ministero dello Sviluppo Economico, propongono che venga ulteriormente valorizzato il proprio ruolo a sostegno delle imprese nelle fasi di accesso e permanenza sui mercati esteri (organizzazione di missioni imprenditoriali, ricerca di controparti locali, accompagnamento di delegazioni alle principali manifestazioni fieristiche in Italia e all estero, ecc.). Silvana La Bella/ Maria Teresa Bastiani Pagina 5

Infine, si dovrà giungere, in tempi rapidi, ad una scelta definitiva sul Ministero competente a gestire l internazionalizzazione e la promozione all estero del Sistema Italia. Un altra criticità è da ricercare nell assenza di una visione strategica dell internazionalizzazione e nella pluralità di soggetti pubblici e privati che, a vario livello (nazionale e locale), gestiscono iniziative di promozione. A tal riguardo, si ritiene prioritaria, per lo sviluppo della competitività delle nostre imprese, la realizzazione di un effettivo coordinamento degli stessi, al fine di portare sui mercati esteri l immagine di un Sistema Italia coordinato e unitario, consentendo altresì un effettiva razionalizzazione delle risorse esistenti ed eliminando duplicazioni e sovrapposizioni. Anche il gran numero di missioni istituzionali e imprenditoriali che vengono effettuate periodicamente e a diverso titolo disorientano l interlocutore estero interessato al Sistema Italia, creando sovrapposizioni di ruoli e di competenze. La stessa selezione di partner nell organizzazione dei B2B presenta un altissima percentuale di inefficacia e necessiterebbe di una adeguata revisione della formula che presti maggiore attenzione alla tipologia della piccola impresa (spesso trascurata a favore della dimensione media) e al follow up degli incontri, elemento da considerare prioritario. Il problema della contraffazione è una questione sulla quale alcune associazioni vorrebbero puntare l accento. Secondo i dati forniti, nel triennio 2006-2008 l'italia è stato il terzo Paese europeo per numero di prodotti contraffatti, con 44.516.772 articoli sequestrati, pari all'11,5% del totale europeo. Esiste un iniziativa parallela portata avanti dal Comitato nazionale anticontraffazione, con la quale ci si potrebbe raccordare per individuare delle soluzioni comuni atte a garantire e valorizzare il nostro patrimonio manifatturiero. [Altre associazioni presenti al tavolo ritengono che vi siano altre sedi, tra le quali appunto il CNAC, peraltro già operativo, più adatte a trattare il problema della contraffazione]. Silvana La Bella/ Maria Teresa Bastiani Pagina 6

Il proliferare di misure protezionistiche, sotto forma di dazi e di barriere non tariffarie, conseguente alla crisi economica, contribuisce ad alimentare il mercato parallelo/illegale, oltre a rappresentare un ulteriore ostacolo all accesso al mercato per le nostre imprese. La loro rimozione deve costituire l obiettivo primario di qualsiasi accordo commerciale con i Paesi terzi. L esistenza di una pluralità di fonti informative e di informazioni specializzate crea un problema di gestione delle stesse. L accesso alle informazioni rappresenta una priorità per le piccole imprese che si trovano inondate da notizie difficilmente utilizzabili. Potrebbe essere utile avviare programmi di formazione e cooperazione con le associazioni di rappresentanza delle PMI per utilizzare la loro rete capillare sul territorio. Analogamente, la fruizione degli strumenti pubblici di sostegno può essere agevolata attraverso un maggiore raccordo con le organizzazioni di rappresentanza, interpreti per eccellenza dei bisogni e delle istanze delle imprese. Si ritiene utile rivedere l impostazione degli strumenti stessi, in particolare per quanto riguarda gli strumenti finanziari e assicurativi che non risultano adeguati alla piccola dimensione aziendale. Infine, va rilevata, nel mondo imprenditoriale, l assenza di figure qualificate (ad es. export manager) e la difficoltà a costruire una rete di contatti internazionali. PROPOSTE OPERATIVE Assicurare una effettiva promozione e valorizzazione del Made in Italy sui mercati internazionali attraverso le seguenti azioni: o garantire il coordinamento di tutti gli interventi di promozione del Made in Italy nel mondo, facendo sì che le risorse a disposizione sia dell amministrazione centrale che di quelle locali siano considerate nel loro complesso, vengano destinate ad interventi importanti e non siano oggetto di azioni troppo frammentarie; Silvana La Bella/ Maria Teresa Bastiani Pagina 7

o predisporre piani di promozione pluriennali e se possibile multisettoriali, ovvero che coinvolgano settori omogenei del Made in Italy; o realizzare ricerche e studi dei mercati emergenti e dei mercati potenziali per ciascun comparto ed effettuare valutazioni dei punti di forza/debolezza dei mercati consolidati, anche al fine di individuarne gli effettivi fabbisogni in vista della realizzazione di fiere di settore e di azioni mirate ai gusti del consumatore finale; o valorizzare le manifestazioni leader di settore organizzate in Italia, anche attraverso la partecipazione di imprese di altri Paesi, favorendo l afflusso di buyer e il coinvolgimento della stampa specializzata; o sostenere le azioni di promozione del Made in Italy a favore di imprese prive di brand o con brand minore che trovino nelle missioni commerciali internazionali, fiere e workshop il punto di partenza per muoversi sui mercati internazionali; o razionalizzare le missioni all estero, tarandole sulle reali esigenze delle imprese e mettendo concretamente in relazione uno o più settori interessati; o realizzare programmi di comunicazione del Made in Italy trasversali ai diversi sottosettori del comparto; o promuovere le missioni incoming di operatori stranieri (quale utile strumento per far conoscere le nostre produzioni e i nostri territori) sulla base di una selezione affidabile e ad alto livello e con il concorso di accordi tra le associazioni imprenditoriali dei diversi paesi che possano offrire garanzie alle imprese coinvolte; o favorire la presenza di investitori stranieri in Italia. Per quanto riguarda più specificamente le azioni da intraprendere per favorire la distribuzione dei prodotti Made in Italy sui mercati esteri: o analizzare distintamente tutti i canali distributivi disponibili ed individuare quelli più adeguati alle dimensioni e alle capacità produttive delle imprese Silvana La Bella/ Maria Teresa Bastiani Pagina 8

italiane, distinguendo tra grande distribuzione organizzata e distribuzione specializzata; o promuovere gli incontri B2B con i distributori locali, onde evidenziare la loro capacità di assicurare alla distribuzione un premium price e di supportare strategie di differenziazione e di posizionamento rispetto ad altri retailer; o realizzare accordi con la distribuzione locale per la creazione di corner italiani e con le case di produzione media ed audiovisivi per veicolare l immagine del gusto italiano nel sistema persona. Diffondere la cultura del sistema di rete tra aziende non appartenenti al medesimo comparto ma unite da un elemento comune (ad esempio l appartenenza alla stessa Regione), che vogliano intraprendere un processo di internazionalizzazione e siano disposte a consorziarsi per creare maggiori sinergie. A tale scopo, si rileva l esigenza di: o favorire l aggregazione tra singole realtà produttive per mettere in comune risorse, idee, competenze, strumenti tecnologici. Si auspica, a tal fine, una riforma della L. 83/89 che allarghi i beneficiari anche alle reti di impresa e doti lo strumento di maggiori risorse finanziarie; o promuovere i processi aggregativi tra PMI, onde valorizzarne le potenzialità di internazionalizzazione; o promuovere sia gli accordi commerciali tra imprese che gli accordi interassociativi finalizzati a incentivare la complementarietà dei distretti e salvaguardare gli accordi commerciali stipulati tra le imprese. Promuovere la formazione come strumento fondamentale per la crescita delle imprese [Tra i partecipanti al Tavolo, non tutte le associazioni rappresentate avvertono come stringente questa necessità). Silvana La Bella/ Maria Teresa Bastiani Pagina 9

o Promuovere la formazione quale asset importante soprattutto per le PMI, in quanto l internazionalizzazione ha sempre più a che fare con la conoscenza delle culture, dei mercati, dei settori, dei partner e dei prodotti; o incentivare la formazione di profili professionali nuovi, quali i coordinatori di rete (già previsti dalla legge 122/2010), in grado di coniugare una visione olistica delle imprese con la conoscenza dei mercati internazionali, della cultura, delle lingue e di svolgere mansioni di promozione delle reti all estero. o creare la "Banca delle Idee" ove giovani stilisti creativi possano offrire le loro innovazioni a imprenditori intraprendenti per la creazione di jointventures. Individuare nuove forme di finanziamento e riorganizzare quelle esistenti: o Diffondere la conoscenza di istituti quali il Fondo italiano di investimento, in grado di intervenire nel capitale sociale delle piccole imprese favorendone l internazionalizzazione; o riformulare quegli strumenti di finanziamento che si sono dimostrati idonei per le piccole imprese (L. 83/89 agevolazioni per consorzi export), ponendo l attenzione sul progetto di internazionalizzazione oltre che sulle azioni commerciali; o studiare nuovi strumenti finanziari sul modello della recente misura di finanziamento per promuovere l internazionalizzazione delle aziende artigiane (ex DM 4 gennaio 2011); o approfondire il ruolo che possono svolgere i consorzi fidi in tale ambito; o assicurare aiuti tangibili alle imprese che intendono internazionalizzare (agevolazioni fiscali, credito d imposta, assistenza tecnica, assistenza legale); nello specifico, si potrebbero prevedere misure fiscalmente premianti per le imprese che esportano per una quota preponderante del proprio fatturato; Silvana La Bella/ Maria Teresa Bastiani Pagina 10

o agevolare e tutelare le PMI meritevoli che registrino marchi e brevetti per produzioni innovative e ad alto valore creativo; o sviluppare l'attività di merchant-banking cioè di Banche che non si limitino a finanziare l impresa contro interessi ma che, apprezzandone l'idea innovativa ed il progetto, entrino come socie nel capitale di rischio in cambio di una quota di profitto. Continuare ad esercitare le necessarie azioni, a livello comunitario e di negoziati bilaterali e multilaterali, atte a sostenere la conclusione di accordi commerciali con i paesi terzi che mirino a garantire condizioni di reciprocità nell accesso ai mercati e l eliminazione delle barriere tariffarie e non tariffarie negli scambi. o Per quanto riguarda le barriere non tariffarie, assicurare una maggiore informazione tra gli operatori circa la possibilità di avvalersi dell attività dell apposita unità (UAMPI Unità per l Accesso al Mercato dei Prodotti Italiani nei paesi terzi), presente presso il Ministero dello Sviluppo Economico, per comunicare eventuali ostacoli (di natura non tariffaria, sussidiaria o regolamentare) rilevati sui mercati internazionali dalle imprese italiane, in particolare dalle PMI; sensibilizzare le PMI in merito alla possibilità di accedere alla banca dati del Comitato Consultivo per l Accesso al Mercato (Market Access Advisory Committee) della UE, nonché di segnalare direttamente nuove barriere non tariffarie tramite il sito del Ministero (http://www.mincomes.it/ostacoli_mercati/indice_ostacoli.htm). Continuare ad adoperarsi affinché, a livello europeo, venga adottato il Regolamento europeo sull'etichettatura obbligatoria per i prodotti importati da paesi extraeuropei (c.d. Made in) o A tal riguardo, è essenziale che il nostro Governo continui ad adoperarsi affinché l argomento dell obbligatorietà del marchio Made in resti nell agenda delle discussioni comunitarie, nel tentativo di trovare soluzioni Silvana La Bella/ Maria Teresa Bastiani Pagina 11

condivise dagli altri Stati membri tali da consentire l adozione del Regolamento. Promuovere la cultura della proprietà intellettuale e assicurare il rispetto delle norme che ne assicurano la tutela a livello multilaterale. o In ambito WTO, resta fondamentale garantire una costante opera di supervisione e di controllo dell applicazione delle disposizioni stabilite dall Accordo sugli aspetti dei diritti di proprietà intellettuale attinenti al commercio (Accordo TRIPs). Creare un portale contenente tutte le informazioni relative alla documentazione, alle barriere tariffarie e ai sistemi di controllo doganale esistenti nei Paesi, al fine di facilitare gli esportatori. o A tal riguardo, grande rilevanza potrebbe avere il progetto denominato ITH Italia, ideato nell ambito di un accordo tra MiSE e ABI, che prevede la creazione di una piattaforma digitale destinata a razionalizzare, facilitandoli, tutti i processi collegati all attività di import-export e internazionalizzazione: marketing, autorizzazioni e licenze, logistica e trasporto, pagamenti internazionali, diritti doganali, ecc., attraverso l archiviazione, con validità legale, di tutte le operazioni effettuate e i relativi documenti. La tracciabilità delle produzioni potrebbe rappresentare uno strumento atto a promuovere la collaborazione tra istituzioni pubbliche e imprese, nell ottica di favorire progetti condivisi da tutto il settore. [Alcune associazioni di categoria presenti al tavolo non condividono la necessità di rendere operativa tale proposta declinata nei quattro punti sottoriportati - e lo hanno fatto presente in tutte e tre le sedute del tavolo, chiedendo espressamente che tale posizione fosse evidenziata nel verbale e nel documento programmatico]. Silvana La Bella/ Maria Teresa Bastiani Pagina 12

o attraverso la tracciabilità, le specificità delle produzioni locali potrebbero trovare spazio e valorizzazione come declinazione di un patrimonio collettivo; o la tracciabilità, coinvolgendo tutti gli attori di una filiera, ne potrebbe favorire la messa in trasparenza evitando il ricorso a laboratori illegali; o nelle principali filiere produttive del manifatturiero tradizionale, si potrebbe prevedere eventualmente una promozione mirata a quelle aziende che si caratterizzano per un offerta di qualità unbranded e che, quindi, hanno il loro punto di forza nel produrre italiano, certificato attraverso la tracciabilità volontaria delle loro produzioni; o si potrebbero anche prevedere delle forme di sostegno per quelle imprese che, su base volontaria, si rendano disponibili a certificare l origine delle diverse fasi produttive. Al fine di monitorare lo stato di fatto delle azioni proposte e approfondire nuove soluzioni alle tematiche relative all internazionalizzazione, oltre a promuovere il confronto, lo scambio di informazioni e il coordinamento dell attività tra i rappresentanti degli Enti riuniti intorno al Tavolo, si propone una istituzionalizzazione, presso il MiSE, dello stesso Tavolo Abbigliamento/Sistema persona che potrà riunirsi, su richiesta, con cadenza semestrale. Silvana La Bella/ Maria Teresa Bastiani Pagina 13