TASSAZIONE degli IMMOBILI in AMBITO INTERNAZIONALE



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Circolare informativa per la clientela n. 05/2010 del 21 ottobre 2010 TASSAZIONE degli IMMOBILI in AMBITO INTERNAZIONALE In questa Circolare 1. Immobili esteri di soggetti italiani 2. Immobili italiani di soggetti esteri 1

Nella presente Circolare viene sarà analizzata la disciplina fiscale inerente alla detenzione di immobili esteri da parte di soggetti italiani e di immobili italiani da parte di soggetti esteri. Verrà esaminata la tassazione sia in capo alle persone fisiche che in capo alle società di capitali. 1. IMMOBILI ESTERI di SOGGETTI ITALIANI Immobili detenuti da persone fisiche Immobili sfitti Gli immobili esteri scontano un regime impositivo differenziato a seconda che siano affittati o sfitti. In entrambi i casi, tuttavia, il reddito rientra nell alveo dei redditi diversi e non dei redditi fondiari. L art. 70, co. 2, D.P.R. 917/1986 precisa che «i redditi dei terreni e dei fabbricati situati all estero concorrono alla formazione del reddito complessivo nell ammontare netto risultante dalla valutazione effettuata nello Stato estero per il corrispondente periodo di imposta». Ciò significa che se lo Stato estero tassa gli immobili adibiti a «seconda casa», l Italia userà la stessa base imponibile; diversamente, se lo Stato estero non li tassa, saranno esenti anche in Italia. In quest ultimo caso, non essendo suscettibili di produrre un reddito tassabile nel nostro Paese, fino al 2009 non sussisteva l obbligo di segnalazione nel Modulo RW. Lo Stato estero potrebbe tassare l immobile sulla base di criteri forfettari (come, ad esempio, la rendita catastale in Italia), ma potrebbe anche esentare da imposte l immobile non locato. I classici esempi di scuola sono quello della Francia che non tassa gli immobili sfitti e quello della Spagna che li tassa. 2 IMMOBILI ESTERI SFITTI Regime impositivo Modulo RW Fino a Unico 2009 per il 2008 Modulo RW Da Unico 2010 per il 2009 Tassati nel Paese di ubicazione Tassabili in Italia con la medesima base imponibile Da segnalare sempre nel Modulo RW Non tassati nel Paese di ubicazione Non tassabili in Italia Non era necessario segnalare nel Modulo RW Da segnalare sempre nel Modulo RW In caso di assoggettamento a tassazione il rigo di interesse nel Mod. Unico 2010 PF era il rigo RL12. Immobili affittati Gli immobili affittati all estero sono comunque tassati in Italia in quanto, l art. 70, co. 2, ultimo periodo, D.P.R. 917/1986 precisa che «i redditi dei fabbricati non soggetti ad imposte sui redditi nello Stato estero concorrono a formare il reddito complessivo per l ammontare percepito nel periodo di imposta, ridotto del 15% a titolo di deduzione forfettaria delle spese». Si possono, quindi, verificare due casi:

lo Stato estero tassa i canoni; lo Stato estero esenta i canoni. Nel primo caso, in Italia, bisognerà utilizzare la stessa base imponibile dello Stato estero, mentre nel secondo caso si utilizzerà il canone di locazione ridotto del 15%. Anche in questo caso il rigo di riferimento del Mod. Unico 2010 era il rigo RL12. IMMOBILI ESTERI AFFITTATI Regime impositivo Modulo RW Fino a Unico 2009 per il 2008 Modulo RW Da Unico 2010 per il 2009 Tassati nel Paese di ubicazione Non tassati nel Paese di ubicazione Tassabili in Italia con la medesima base imponibile Tassabili in Italia per cassa sull 85% del canone di locazione Da segnalare sempre nel Modulo RW Tale disciplina non è derogata a livello convenzionale. Quadro RW 3 Il punto n. 2 della C.M. 43/E/2009 chiarisce che l esigenza di rendere più incisivi i presidi posti in ambito internazionale a tutela del corretto assolvimento degli obblighi tributari impone una revisione dell interpretazione della disposizione recata nell art. 4, D.L. 167/1990, conv. con modif. dalla L. 227/1990 nella parte in cui connota gli investimenti all estero da indicare nel Modulo RW come quelli «(...) attraverso cui possono essere conseguiti redditi di fonte estera imponibili in Italia (...)». Per tener conto di questa esigenza, viene data una nuova interpretazione secondo cui la segnalazione degli stock (e quindi dei flussi) vada, da ora in poi intesa, come riferita non solo a fattispecie di effettiva produzione di redditi imponibili in Italia ma anche ad ipotesi in cui la produzione dei predetti redditi sia soltanto astratta o potenziale. A partire dalla dichiarazione dei redditi relativa al 2009 (Mod. Unico 2010), i contribuenti sono, quindi, tenuti ad indicare nel Modulo RW non soltanto le attività estere di natura finanziaria ma anche gli investimenti all estero di altra natura, indipendentemente dalla effettiva produzione di redditi imponibili in Italia. Mandato a gestire Per evitare la compilazione del Modulo RW, i contribuenti italiani possono instaurare un mandato a gestire di tali beni con una fiduciaria italiana. La C.M. 10.10.2009, n. 43/E ha chiarito, infatti, in relazione allo scudo fiscale, che sono rimpatriabili anche quelle attività patrimoniali che, per loro natura, sono idonee a formare oggetto di un rapporto di custodia, deposito, amministrazione o gestione con gli intermediari abilitati. La circolare ha specificato che non è sufficiente un contratto di deposito a custodia di beni infungibili, assoggettato alla stessa disciplina civilistica della custodia in cassette di sicurezza di cui agli artt. 1839 e segg., c.c.; non si soddisfa, infatti, l esigenza di rendere possibile all intermediario l effettuazione degli adempimenti fiscali finalizzati al controllo delle operazioni che si realizzano successivamente al rimpatrio.

Diversamente, potrebbe risultare utile il contratto di amministrazione di beni per conto terzi stipulato con società fiduciarie residenti, riconducibile allo schema del mandato fiduciario. Con Circolare 5.2.2010, n. 12, Assofiduciaria ha chiarito come si effettua il mandato a gestire e ha anche predisposto uno schema contrattuale, in accordo con l orientamento dell Amministrazione finanziaria. Come consentito dalla C.M. 49/E/2009, il mandato a gestire non prevede che la società si intesti il bene. Il mandato, infatti, consiste nell esercizio dei diritti connessi ad un rapporto giuridicamente rilevante depositato presso la società fiduciaria da cui sorgono, a carico della società fiduciaria, obblighi concernenti il compimento degli atti giuridici previsti per l esecuzione del mandato stesso, ma correlativamente in capo al cliente obblighi, impegni e garanzie necessari per consentire alla società fiduciaria il corretto adempimento dell incarico ricevuto. Il mandato non comporta, dunque, obblighi di amministrazione discrezionale da parte della società fiduciaria che eseguirà, esclusivamente, le indicazioni del cliente. Si deve, tuttavia, ricordare che l immobile estero, se affittato o comunque se produttivo di reddito ancorché sfitto, dovrà trovare evidenza nel rigo RL12 del Mod. Unico 2010. Immobili detenuti da società Immobili strumentali Gli immobili strumentali risultano tassati analogamente a quanto accade per quelli nazionali. Pertanto, se sfitti, non produrranno alcun ricavo, mentre se affittati saranno tassati per competenza sui canoni. In ogni caso sono deducibili i costi ad essi inerenti. Potrà accadere, frequentemente, che lo Stato estero in cui gli immobili sono ubicati tassi i canoni di locazione. In questo caso l Italia concederà un credito a fronte delle imposte pagate all estero. 4 Immobili patrimonio I terreni e fabbricati, che non costituiscono beni strumentali per l esercizio dell impresa né beni alla cui produzione o al cui scambio è diretta l attività dell impresa, concorrono a formare il reddito secondo le risultanze catastali, per quelli situati nel territorio dello Stato, salvo il disposto degli artt. 37, co. 4-bis, e 18, D.P.R. 917/1986, e a norma dell art. 70, co. 2, D.P.R. 917/1986, per quelli situati all estero. In sostanza, l immobile viene tassato con criteri analoghi a quelli previsti per i privati. Nel caso degli immobili esteri dovranno, quindi, essere espunte le spese (variazione in aumento nel rigo RF12) e i proventi (variazione in diminuzione nel rigo RF39) ad essi relativi. Nel rigo RF11, infine, andrà indicato il reddito determinato catastalmente come per i privati. Disciplina convenzionale La disciplina convenzionale non contiene disposizioni di maggior favore rispetto alla normativa interna. I redditi derivanti dai beni immobili sono disciplinati dall art. 6 del Modello Ocse. Il paragrafo 3 precisa che la norma trova applicazione non solo in relazione ai redditi da locazione ma, altresì, ai redditi che derivano dalla utilizzazione diretta (ad esempio, il reddito determinato sulla base della rendita catastale in ipotesi di immobili sfitti). Il primo paragrafo accorda il diritto a tassare al Paese della fonte, ossia al Paese in cui l immobile è situato. Il mancato utilizzo dell avverbio «soltanto» non esclude la tassabilità nel Paese di residenza del soggetto che detiene l immobile. La Convenzione, in sostanza, non contempla un regime di tassazione più favorevole rispetto alla disciplina interna in quanto prevede sia la tassazione nel Paese in cui si trova l immobile,

sia nel Paese di residenza del proprietario, garantendo che quest ultimo conceda lo sgravio contro la doppia imposizione sottoforma di esenzione o di credito d imposta. ARTICOLO 6 MODELLO OCSE 1. I redditi che un residente di uno Stato contraente consegue da beni immobili (compresi i redditi delle attività agricole e forestali) situati nell altro Stato contraente sono imponibili in detto altro Stato. 2. L espressione beni immobili ha il significato che ad essa attribuisce il diritto dello Stato contraente in cui i beni stessi sono situati. L espressione comprende in ogni caso gli accessori, le scorte morte o vive delle imprese agricole e forestali, i diritti ai quali si applicano le disposizioni del diritto privato riguardante la proprietà fondiaria, l usufrutto di beni immobili e i diritti relativi a pagamenti variabili o fissi per lo sfruttamento o la concessione dello sfruttamento di giacimenti minerari, sorgenti ed altre risorse naturali; le navi, i battelli e gli aeromobili non sono considerati beni immobili. 3. Le disposizioni del comma 1 si applicano ai redditi derivanti dalla utilizzazione diretta, dalla locazione o da ogni altra utilizzazione di beni immobili. 4. Le disposizioni dei paragrafi 1 e 3 si applicano anche ai redditi derivanti da beni immobili di un impresa. 2. IMMOBILI ITALIANI di SOGGETTI ESTERI 5 Tassazione in Italia dei non residenti Può accadere che un soggetto estero, sia esso una società, una persona fisica, un trust o quant altro, detenga uno o più immobili in Italia. Va, innanzitutto, premesso come la normativa interna ne preveda la tassazione nel nostro Paese. L art. 23, co. 1, lett. a), D.P.R. 917/1986, infatti, annovera tra i redditi che i non residenti producono in Italia anche i redditi fondiari, ossia i redditi da terreni e fabbricati situati in Italia. Più in generale, la successiva lett. f) considera prodotti in Italia anche i redditi diversi derivanti da beni che si trovano nel nostro Stato. I redditi prodotti in Italia da persone fisiche e da società non residenti sono tassati secondo le disposizioni previste per le diverse categorie di reddito (redditi fondiari, redditi di capitale, redditi diversi, ecc.). Ciò significa che i canoni di locazione sono tassati, in linea generale, limitatamente all 85% del loro ammontare. Come già segnalato, nel caso inverso degli immobili detenuti all estero, le disposizioni convenzionali non prevedono una disciplina di maggior favore in quanto non escludono la tassazione in Italia. L art. 6 del Modello Ocse, infatti, prevede che i redditi che un non residente ritrae da beni immobili situati in Italia siano comunque imponibili nel nostro Paese. Le Istruzione (fascicolo 1) del Mod. Unico 2010 PF chiariscono che, per una delle unità immobiliari tenute a disposizione in Italia da contribuenti residenti all estero si utilizza il codice 12 (in pasato si usava il codice 9 altre unità immobiliari) in luogo del codice 2 (unità immobiliare a disposizione) senza quindi operare l aumento di un terzo della rendita catastale. Immobili detenuti da società offshore

Può accadere che un immobile sia detenuto da una società estera e, in particolare, da una società offshore. La R.M. 30.4.2002, n. 134/E considera «detenuti all estero» gli immobili ubicati in Italia posseduti per il tramite di un soggetto interposto residente all estero. Ad analoghe conclusioni giunge la C.M. 30.1.2002, n. 9/E (risposta 1.28) relativamente alle partecipazioni in società italiane detenute per il tramite di una società estera interposta. Nemmeno la recente C.M. 45/E/2010 ha chiarito se nel Modulo RW si debba indicare il bene sottostate o la società estera interposta. Si aderisce alla seconda tesi anche perché la tabella con i Paesi esteri riportata in appendice al fascicolo 1, non contiene il codice relativo all Italia. Una cosa è comunque certa: la segnalazione nel Modulo RW è necessaria. Spesso, tuttavia, si tratta di investimenti effettuati attraverso proventi non dichiarati per cui il contribuente non ha adempiuto agli obblighi connessi al monitoraggio delle attività estere. In questi casi, l unica via di uscita è stata quella dell adesione allo scudo fiscale che si è chiuso lo scorso 30 aprile. Immobili detenuti da trust esteri Può accadere che un immobile italiano sia detenuto da un trust internazionale, ossia da un trust con un trustee non residente in Italia. Relativamente a questa fattispecie, la C.M. 45/E/2010 chiarisce, correttamente, che l obbligo di compilazione del Modulo RW sussiste ogni qualvolta il trust sia un semplice schermo formale, e la disponibilità dei beni che ne costituiscono il patrimonio sia in realtà da attribuire ad altri soggetti, disponenti o beneficiari del trust. L interposizione è esaminata nella C.M. 43/E/2009. Il punto 1 della circolare appare interessante laddove fornisce alcune esemplificazioni di trust fittiziamente interposti che legittimano la regolarizzazione dei beni sottostanti (si veda la tabella sottoriportata). ESEMPI di TRUST INTERPOSTI 6 Caso Fattispecie Effettivo titolare dei beni 1 Il disponente (o il beneficiario) può far cessare liberamente il trust in ogni momento, generalmente a proprio vantaggio o anche a vantaggio di terzi disponente o beneficiario 2 Il disponente è titolare del potere di designare in qualsiasi momento se stesso come beneficiario disponente 3 Il disponente (o il beneficiario) è titolare di significativi poteri in forza dell atto istitutivo, in conseguenza dei quali il trustee, pur dotato di poteri discrezionali nella gestione ed amministrazione del trust, non può esercitarli senza il suo consenso disponente o beneficiario 4 Il disponente è titolare del potere di porre termine anticipatamente al trust, designando se stesso e/o altri come beneficiari (cd. «trust a termine») disponente 5 Il beneficiario ha diritto di ricevere anticipazioni di capitale dal trustee beneficiario Immobili detenuti da una Soparfi lussemburghese

Regime di tassazione Dott. Claudio Miglio Va ricordato che i soggetti non residenti sono tassati in Italia sulla base delle diverse categorie reddituali previste per le persone fisiche. Il co. 2 dell art. 152, D.P.R. 917/1986, stabilisce, infatti, per i soggetti non residenti, che «in mancanza di stabili organizzazioni nel territorio dello Stato, i redditi che concorrono a formare il reddito complessivo sono determinati secondo le disposizioni del Titolo I, relative alle categorie nelle quali rientrano (...)». Si precisa, inoltre, che l immobile detenuto in Italia dalla società estera, ancorché affittato, non costituisce stabile organizzazione. La R.M. 13.12.1989, prot. n. 460196 ha chiarito che in una simile fattispecie la struttura immobiliare non sembra concretizzare una stabile organizzazione, trattandosi di un bene patrimoniale non avente una distinzione organizzativa e contabile dalla casa-madre. Non sembra, pertanto, possibile individuare una precipua funzione attiva svolta dalla struttura in Italia per la produzione di reddito, essendo questo di fatto prodotto da un complesso organizzativo che opera al di fuori dello Stato. Per l esistenza di una stabile organizzazione occorre l effettiva istituzione di un autonoma e funzionale struttura nazionale rispetto alla società estera. L autonomia deve manifestarsi sia sul piano gestionale che su quello contabile e deve costituire, sul piano imprenditoriale, un entità economica operativa dotata di autonomia di gestione. Il successivo art. 153, co. 2, D.P.R. 917/1986 stabilisce che «Si considerano prodotti nel territorio dello Stato i redditi indicati nell articolo 23 (...)». Il co. 1 dell art. 23 chiarisce, a sua volta, che «ai fini dell applicazione dell imposta nei confronti dei non residenti si considerano prodotti nel territorio dello Stato» sia «i redditi fondiari», sia «i redditi diversi derivanti (...) da beni che si trovano nel territorio stesso». Ciò comporta che in base alla normativa interna risultano assoggettati a tassazione in Italia sia i redditi fondiari conseguibili dalla detenzione o locazione dell immobile, sia le plusvalenze conseguite in occasione della cessione dello stesso. L aspetto di particolare interesse è costituito dal fatto che il rinvio alla disciplina prevista per le persone fisiche fa sì che la rivendita di un fabbricato posseduto per un periodo maggiore di 5 anni non generi una plusvalenza tassabile. Poiché la nozione di abitazione principale è incompatibile con una società estera, l unica ipotesi in cui la cessione dell immobile non dà luogo a plusvalenza tassabile è quella dell alienazione di un fabbricato detenuto da più di 5 anni. Diversamente, gli affitti risulteranno regolarmente tassabili in Italia sull 85% del loro ammontare. Il profilo di interesse della società lussemburghese risiede nel fatto che la Convenzione tra Italia e Lussemburgo prevede il metodo dell esenzione in luogo del credito di imposta. Ciò significa che le plusvalenze non risulteranno, in ogni caso, tassate in Lussemburgo. 7 Conferimento nella Soparfi degli immobili italiani Appurata la convenienza della società lussemburghese, è utile un breve cenno al regime di tassazione dell operazione di conferimento dei beni immobili. Il conferimento di immobili in una società italiana da parte di persone fisiche sconta l imposta di registro in misura proporzionale; il valore di computo è costituito dal netto tra il valore dell immobile e le passività accollate. Secondo l Amministrazione finanziaria e la Cassazione, inoltre, le imposte ipotecaria e catastale si computano su una base imponibile al lordo delle passività accollate. La Nota IV, Tariffa, Parte Prima, art. 4, D.P.R. 131/1986 stabilisce espressamente che gli atti di cui alla lett. a), ossia gli atti di costituzione e aumento del capitale o patrimonio, sono soggetti all imposta nella misura fissa di 168 euro se la società destinataria del conferimento ha la sede legale o amministrativa in altro Stato Ue.

Si tratta di una norma che offre opportunità di pianificazione piuttosto interessanti in quanto consente di «inscatolare» un bene immobile a fronte di un prelievo fiscale modesto. In questi casi le imposte ipotecaria e catastale sono dovute in misura proporzionale ed il loro pagamento avviene in Italia in sede di recepimento dell atto estero. 8