PROGETTO PRELIMINARE AZIONE A1



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PROGETTO PRELIMINARE AZIONE A1 LIFE+ POSEIDONE MISURE URGENTI DI CONSERVAZIONE DELLE PRATERIE DI POSIDONIA DEL LAZIO SETTENTRIONALE Studio Preliminare Ambientale Dicembre 2011

INDICE 1 INTRODUZIONE 2 2 DESCRIZIONE DEL PROGETTO 4 2.1 FASE DI CANTIERIZZAZIONE 4 2.2 FASE DI FUNZIONAMENTO 6 2.3 FASE DI MANUTENZIONE 6 3 RAPPORTI DEL PROGETTO CON LA PIANIFICAZIONE E LA VINCOLISTICA DEL TERRITORIO 7 4 INQUADRAMENTO AMBIENTALE 8 4.1 PRATERIA DI POSIDONIA OCEANICA 8 4.2 LE BIOCENOSI BENTONICHE 11 4.3 I POPOLAMENTI ITTICI DEMERSALI 14 4.4 IDENTIFICAZIONE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI 16 4.5 INDIVIDUAZIONE DEGLI IMPATTI 17 4.6 DESCRIZIONE DEGLI IMPATTI 18 4.6.1 Impatti derivanti dall ancoraggio dei mezzi nautici 18 4.6.2 Impatti derivanti dall immersione dei tetrapodi 18 4.6.3 Impatti derivanti dall azione antistrascico dei tetrapodi 19 4.6.4 Impatti derivanti dalla presenza fisica dei tetrapodi sul fondo 19 5 CONCLUSIONI 20

1 INTRODUZIONE Il presente studio di prefattibilità ambientale, previsto dall art. 93 del D.lgs 163/2006 comma 3, è redatto al fine di verificare la presenza di eventuali impatti ambientali provocati dai lavori previsti dal Progetto LIFE+ POSEIDONE Misure urgenti di conservazione delle praterie di Posidonia del Lazio settentrionale, che prevede la messa a mare di n. 550 strutture antistrascico tipo tetrapodi a protezione del limite inferiore delle praterie di Posidonia antistanti Montalto di Castro (VT) codici SIC IT6000001 Fondali tra le foci del Fiume Chiarone e Fiume Fiora e IT6000002 Fondali antistanti Punta Morelle (Fig. 1.1). Il presente studio, quindi, coincide con lo Studio Preliminare Ambientale (SPA) previsto dal D.Lgs. 152 del 3 aprile 2006, come modificato dal D.Lgs. 4 del 16 gennaio 2008, necessario per l ottenimento del parere VIA da parte dell Autorità Competente. L intervento citato, infatti, potrebbe rientrare, in via del tutto cautelativa dato il carattere conservazionistico del progetto stesso, nell elenco delle tipologie progettuali riportate in allegato IV del D.Lgs. 4/2008, ed in particolare al punto 7/ n) opere costiere destinate a combattere l erosione e lavori marittimi volti a modificare la costa, mediante la costruzione di dighe, moli ed altri lavori di difesa del mare. L intervento, inoltre, è soggetto a procedura di Valutazione d Incidenza Ambientale ai sensi del D.P.R. n.357/ 1997, data l adiacenza dell intervento con le due zone SIC marine a Posidonia oceanica IT6000001 Fondali tra le foci del Fiume Chiarone e Fiume Fiora e IT6000002 Fondali antistanti Punta Morelle. Lo studio relativo alla Valutazione d Incidenza Ambientale viene trattato in un documento a parte per l ottenimento del relativo parere da parte dell Autorità Competente. Va in ogni caso ricordato che l intervento si inquadra come azione specifica del progetto di conservazione dell habitat a Posidonia oceanica, approvato e cofinanziato nel 2009 dalla Commissione Europea nell ambito del Programma LIFE+ rif. LIFE09 NAT/IT/000176 POSEIDONE Misure urgenti di conservazione delle *Praterie di Posidonia del Lazio settentrionale. 2

Fig. 1.1 Planimetrie delle aree di intervento e posizionamento dei tetrapodi (punti rossi) 3

2 DESCRIZIONE DEL PROGETTO Al fine di descrivere in modo significativo i caratteri tecnici dell opera e le relazioni degli stessi con l uso di risorse e la produzione di residui che potrebbero avere un influenza sull ambiente circostante, l intervento viene scomposto nelle fasi di realizzazione, funzionamento ed eventuale smantellamento. Nel caso specifico, l intervento può essere suddiviso in una fase di cantierizzazione, una di funzionamento (che coincide con l azione di difesa dell habitat a Posidonia nei confronti della pesca a strascico illegale) e una fase eventuale di manutenzione. 2.1 Fase di cantierizzazione Come riportato nella relazione generale del progetto preliminare, l area di cantiere coinciderà con lo specchio acqueo antistante (verso mare aperto) il limite inferiore delle due praterie di Posidonia oggetto dell intervento, poiché le strutture antistrascico (tetrapodi) verranno prodotte in specifici bacini/cantieri a terra dell impresa appaltatrice e trasportate via mare direttamente nell area di immersione. Nell eventualità che l impresa vincitrice non disponga di tali bacini/cantieri, e necessiti pertanto della predisposizione di cantieri a terra per lo stoccaggio e/o montaggio delle strutture antistrascico, gli stessi verranno adeguatamente confinati e messi in sicurezza, creando degli accessi ai mezzi appropriati e controllati. Le strutture antistrascico verranno quindi trasportate via mare dal bacino di produzione/assemblaggio verso le aree di immersione dei tetrapodi, seguendo il percorso più breve e rimanendo sempre e comunque al di fuori della perimetro delle praterie di Posidonia. Giunto in prossimità delle aree di immersione, il pontone verrà ancorato esternamente al limite inferiore della prateria di Posidonia e le strutture antistrascico verranno calate singolarmente rispettando i posizionamenti come da progetto. Le strutture antistrascico (tetrapodi) sono prefabbricati in calcestruzzo per un volume unitario pari a 15 mc (Fig. 2.1) e di peso tra le 12 e le 14 tonnellate: se si considera che la forza trainate di un peschereccio durante l attività di pesca è pari a circa 8 t e che il minore dei valori tra la resistenza al ribaltamento e la resistenza al trascinamento è comunque superiore a tale tiro, il modulo avrà la capacità di strappare i cavi senza subire spostamenti significativi. 4

I moduli antistrascico saranno calati uno ad uno con una disposizione geometrica tipo quella di Fig.XX, spaziati tra loro di una distanza compresa tra i 50-200 m, per una superficie totale occupata superiore ai 500,00 ha. Le strutture saranno depositate sui fondali ad un profondità compresa tra i - 15,00 m e i -30,00 m. La scelta progettuale si basa su di una ricerca di mercato, uno studio di efficacia, e sul confronto tra le soluzioni già adottate per la lotta allo strascico illegale: l esperienza del progetto LIFE+ Co.Me.Bis, in particolare, che ha previsto il posizionamento di strutture simili in Calabria all interno dell area protetta di Capo Rizzuto, è stato un riferimento affidabile ed essenziale durante tutta la fase di progettazione dell intervento. Come indicato nella Relazione Generale del progetto, il programma dei lavori tiene conto dei tempi necessari per l attività di realizzazione e posa in opera dei 550 tetrapodi, dei tempi di rilievo 1 e 2 pianta, e apertura-chiusura cantieri, per un totale di 392 gg lordi. Fig. 2.1 tetrapode tipo e diposizione geometrica areale dei moduli antistrascico 5

2.2 Fase di funzionamento La fase di funzionamento dell opera coincide con l azione di difesa dell habitat a Posidonia nei due SIC prescelti, come esercitata dall intervento stesso rispetto alla pesca antistrascico illegale. Il posizionamento delle strutture svolgerà sia una funzione passiva deterrente, sia una funzione attiva: le strutture a tetrapodi, infatti, posizionate come da progetto, ostacolano fisicamente il passaggio delle reti a strascico disincentivando la pesca illegale sulla Posidonia. Tale fase di funzionamento, pertanto, non prevede produzione di emissioni e consumo di risorse, mentre la produzione di residui potrebbe contestualizzarsi con l accumulo di reti impigliate e/o strappate dalle strutture antistrascico. Questa evento verrà stimato grazie ad un monitoraggio ad hoc, effettuato anche a fini scientifici, ad intervalli temporali opportuni. La possibilità che la presenza delle strutture antistrascico modifichi l idrodinamica di fondo nell area (e quindi i tassi di sedimentazione) è ritenuta minima per le elevate profondità alle quali verranno posizionati i tetrapodi, e sarà comunque valutata tramite il confronto tra la situazione idrodinamica attuale rilevata grazie allo studio specifico sulle correnti marine e sulla dinamica dei sedimenti predisposto per il presente progetto (All. A04 del progetto definitivo) e i risultati di indagini in corso d opera per stabilire il comportamento idrodinamico dei blocchi antistrascico e valutare i possibili effetti e variazioni sulla dinamica sedimentaria. 2.3 Fase di manutenzione Le componenti di questa fase sono le stesse della fase di cantierizzazione, ma si presuppone che quantitativi, processi e tempi siano di grandezza, scala e durata molto inferiori. La manutenzione dell intervento, infatti, potrebbe coincidere con la rifioritura e/o ripristino delle strutture antistrascico qualora dal monitoraggio post operam risultassero dei deterioramenti naturali e/o antropici delle strutture a discapito dell efficacia dell opera stessa. 6

4 INQUADRAMENTO AMBIENTALE È inequivocabile che l area di intervento sia caratterizzata da un elevata sensibilità ambientale, data la presenza dei due estesi psic a Posidonia oceanica beneficiari dell intervento di conservazione. Si descrivono di seguito le componenti ambientali presenti che potrebbero risentire delle attività previste dall intervento, e una previsione dei possibili impatti sulle stesse. 4.1 Prateria di Posidonia oceanica La Posidonia oceanica è una pianta marina superiore endemica del Mediterraneo, attualmente in fase di regressione in tutto il bacino a causa, soprattutto, del peggioramento della qualità delle acque marine e degli impatti fisici antropici diretti sull habitat (pesca a strascico, ancoraggio) Fig. 4.1. Fig. 4.1 Esempio di dettaglio della restituzione Side Scan Sonar. Le linee sul fondo sono segni lasciati dai divergenti delle reti a strascico (fonte Università la Sapienza di Roma, Rapporto II Fase -versione provvisoria- giugno 2009). 8

Le aree oggetto dell intervento, i psic IT6000001 Fondali tra le foci del Fiume Chiarone e Fiume Fiora e IT6000002 Fondali antistanti Punta Morelle, sono caratterizzati dalla presenza della fanerogama marina, come riportato nelle rispettive schede Natura 2000 aggiornate al giugno 2009, con una copertura dell habitat dichiarata per entrambi al 100% (annesso A). Al fine di garantire una definizione migliore e più accurata dell habitat per la progettazione ottimale dell intervento, nonché di fornire alla Regione Lazio una caratterizzazione di dettaglio delle praterie di Posidonia del Lazio e aggiornare così le relative schede Natura 2000, la Direzione Ambiente- Centro Monitoraggio GIZC ha avviato nel 2008 una convenzione con l Università della Sapienza di Roma Dip. Biologia dell Animale e dell Uomo per la riperimetrazione e la caratterizzazione di dettaglio di tutte le praterie antistanti la costa regionale. Nello specifico, le praterie oggetto dell intervento risultano aggiornate al 2010-2011 sia nel posizionamento dei limiti superiore ed inferiore, sia nella caratterizzazione di dettaglio del substrato dell habitat (Fig. 4.2); da un analisi preliminare della nuova caratterizzazione, si può rilevare infatti che l habitat a Posidonia nei due SIC IT6000001 Fondali tra le foci del Fiume Chiarone e Fiume Fiora e IT6000002 Fondali antistanti Punta Morelle ha una distribuzione interna variabile e comprendente le seguenti coperture: Posidonia su matte o sabbia, Posidonia su roccia, Posidonia su matte, Posidonia su matte e matte morte, Posidonia a fasci isolati e matte morte, Matte morta, Cymodocea nodosa, Roccia e Sabbia. Non è significativo un confronto in merito alla conservazione dell habitat tra la nuova caratterizzazione e la cartografia disponibile, risalente alla pubblicazione Il Mare del Lazio del 1996, in quanto le scale di indagine e di restituzione grafica (1:5.000 contro 1:100.000), nonché le metodologie di acquisizione utilizzate, risultano sostanzialmente diverse e perciò i relativi risultati non sono confrontabili. La nuova cartografia delle praterie alla scala 1:5.000, una volta acquisita ufficialmente dalla Regione Lazio, potrà quindi essere utilizzata come base informativa di riferimento per i futuri monitoraggi regionali sullo stato di conservazione dell habitat a Posidonia. 9

10

Fig. 4.2 Riperimetrazione e caratterizzazione di dettaglio delle praterie di Posidonia delle aree di intervento (fonte Università La Sapienza di Roma, rappresentazione preliminare 2011). 4.2 Le biocenosi bentoniche Le comunità bentoniche, costituite dall insieme degli organismi che popolano il fondo marino e che sono ad esso strettamente legati, grazie alla loro scarsa vagilità, agli stretti rapporti con il fondo e ai cicli vitali relativamente lunghi, forniscono informazioni complete e a lungo termine circa le condizioni globali dell ambiente. Esse, mantenendo una memoria storica e spaziale dei fenomeni naturali e di perturbazione avvenuti nell ambiente, possono descrivere efficacemente specifiche condizioni ambientali e sono generalmente considerate la memoria biologica degli ecosistemi marini ed i più adeguati descrittori sintetici dell ambiente. La caratterizzazione della distribuzione delle principali biocenosi bentoniche nell area dell intervento si basa sui risultati degli studi ambientali effettuati sulla piattaforma laziale da ISPRA (ex ICRAM) per la Regione Lazio sin dal 2000, a supporto delle attività di ricerca e sfruttamento dei depositi sabbiosi marini del Lazio. L area di intervento rientra nella macroarea denominata negli studi ISPRA Montalto di Castro (Fig. 4.3), caratterizzata da un assetto morfologico e batimetrico estremamente articolato che influisce 11

sulla distribuzione del popolamento bentonico, il quale risulta altrettanto complesso. Gli organismi bentonici, infatti, sono strettamente legati alla tipologia dei fondali. Fig. 4.3 Macroarea Montalto di Castro, dal Lago di Burano (GR) a Tarquinia Lido (VT) (Cartografia Tematica dei Fondali Marini Laziali, ISPRA 2010) La rappresentazione delle biocenosi bentoniche fa riferimento al Manuale di bionomia bentonica del Mar Mediterraneo di Pérès e Picard (1964). Gli studi di ISPRA evidenziano una zonazione delle biocenosi bentoniche fortemente dipendente dal substrato e dalla profondità (Fig. 4.4): nel dettaglio, nei campionamenti a 20m di profondità è presente Posidonia oceanica su sabbia o su roccia, mentre in corrispondenza delle foci del fiume Arrone e del fiume Marta la fanerogama risulta assente e il popolamento bentonico presente è quello tipico di fondi sabbiosi e riconducibile alla biocenosi delle sabbie fini ben calibrate (SFBC), anche se la presenza di alcune specie fangofile indicano la copresenza di materiale fine. A 30m è presente prevalentemente matte morta, ad eccezione delle aree prospicienti le foci dei fiumi Arrone e Marta in cui è presente un fondale fangoso. 12

I popolamenti presenti a 40m sono risultati principalmente di due tipi: uno, caratteristico di sedimenti fangosi, e l altro tipico di sedimenti detritici infangati. All aumentare della profondità il popolamento bentonico risulta più omogeneo e presenta elementi strettamente legati a fondi fangosi, intercalati da altri tipici di sedimenti detritici infangati. Fig. 4.4 Principali Biocenosi Bentoniche, dal Lago di Burano (GR) a Tarquinia Lido (VT) (Cartografia Tematica dei Fondali Marini Laziali, ISPRA 2010) In generale, il popolamento bentonico risulta particolarmente ricco e diversificato. Per quanto concerne le specie più abbondanti nell area di studio, gli studi ISPRA (ex ICRAM) 13

riportano che il taxon maggiormente rappresentato è quello dei policheti e le specie più abbondanti sono Notomastus aberrans, Metasychis gotoi e Glycera rouxii. Anche i molluschi sono ben rappresentati, e in particolare il gasteropode Turritella communis e il bivalve Timoclea ovata sono le specie più abbondanti. Per i crostacei, Apseudes echinatus è la specie dominante, mentre l ofiura Amphiura chiajei lo è per gli echinodermi. 4.3 I popolamenti ittici demersali Anche per la descrizione della distribuzione dei popolamenti ittici demersali si fa riferimento ai risultati degli studi ambientali effettuati sulla piattaforma laziale da ISPRA (ex ICRAM) per la Regione Lazio sin dal 2000, a supporto delle attività di ricerca e sfruttamento dei depositi sabbiosi marini del Lazio, e in particolare delle campagne di pesca effettuate nel 2002 nella macroarea denominata negli stessi studi Montalto di Castro (Fig. 4.3). Come per il benthos, anche la distribuzione dei popolamenti ittici è fortemente dipendente dalla natura dei fondali della fascia costiera laziale, la quale risulta assai eterogenea da un punto di vista morfologico: ciò comporta che i popolamenti ittici risultino assai diversificati, mostrando un elevata diversità, con gruppi di specie più bentoniche (legate quindi alle diverse biocenosi presenti) e specie a più larga ripartizione ecologica, distribuite anche tra i diversi intervalli batimetrici. Su questi popolamenti vengono esercitate numerose attività di pesca e in particolare, per la fascia più costiera della platea -ovvero tra la linea di costa e i 100 m di profondità- operano tre grandi raggruppamenti di attrezzi da pesca: fino ai 10 m di profondità, su fondi mobili, si rileva l uso di rastrelli e turbosoffianti per la pesca dei molluschi bivalvi; reti da posta e palangresi sono impiegati su fondi molli e duri in tutto l intervallo batimetrico, mentre sui fondi mobili oltre le 3 miglia dalla costa o i 50 m di profondità operano i motopescherecci a strascico. Lo strascico è senza dubbio la principale delle attività di pesca del Lazio come fatturato complessivo. Durante le campagne di pesca scientifica del 2002 effettuate in quest area sono state campionate in totale 83 specie tra pesci, cefalopodi e crostacei, contro le 69 catturate nelle stesse campagne ad Anzio e le 64 a Gaeta. Nelle zone più costiere, le specie nectoniche più importanti in biomassa sono in gennaio la triglia Mullus barbatus e il polpo Octopus vulgaris, in maggio a queste specie si aggiungono il merluzzo Merluccius merluccius e il fragolino Pagellus erytrhinus, in settembre dominano ancora la triglia e il 14

merluzzo, assieme al polpo. Spostandoci verso il largo, diminuisce l abbondanza del polpo e aumenta quella del merluzzo e del moscardino rosso Eledone cirrhosa. Si tratta di specie di notevole interesse commerciale per la pesca a strascico della regione. Va tuttavia sottolineato come pur nella loro importanza relativa, queste costituiscono soltanto una frazione di una complessa pesca multispecifica tipica della gran parte della attività a strascico condotta sulla platea continentale mediterranea. Infatti, tra le diverse decine di specie normalmente catturate, sono presenti anche specie di scarso valore commerciale, come Spicara flexuosa, Trachurus mediterraneus, Boops boops. La triglia, il merluzzo, il fragolino, il moscardino rosso e il polpo sono oggetto di intenso sforzo di pesca e in molte aree sono ormai in condizione di sovrappesca. Per zerri, sugarelli e vope non vi sono elementi che facciano ipotizzare uno stato di sofferenza della risorsa. In generale, è possibile evidenziare nell area marina antistante Montalto di Castro una presenza rilevante di giovanili di specie importanti quali la triglia (periodo settembre gennaio), il merluzzo (periodo maggio settembre), il fragolino (periodo gennaio maggio, ma ancora fino a settembre), e ancora sugarelli, zerri e polpi (da settembre a gennaio), vope, sarde e moscardini (gennaio), sparaglioni (maggio), calamari e totani (settembre). In particolare, la zona di Montalto evidenzia un alta presenza di giovanili di merluzzo e triglia, da cui si evince l importanza dell area di Montalto per il mantenimento dei cicli biologici di specie ittiche di notevole importanza commerciale. 15

4.4 Identificazione delle componenti ambientali L analisi critica degli studi ambientali e delle informazioni disponibili relativamente al tratto di mare oggetto dell intervento consente di selezionare le seguenti componenti ambientali che potrebbero essere i recettori degli effetti dell intervento: Ambiente sommerso - Morfologia del fondo - Chimica-fisica della colonna d acqua (torbidità) - Popolamento bentonico - Popolamento ittico - Posidonia oceanica L ambiente emerso non sarà interessato dalle operazioni, al di là ovviamente della navigazione dei mezzi nautici di cantiere verso e da le aree di immersione, che aumenterà temporaneamente il traffico marittimo nel tratto antistante Montalto di Castro. Nel capitolo seguente, le componenti ambientali sopra elencate verranno confrontate con le componenti progettuali identificate nei capitoli precedenti, al fine di fornire delle indicazioni sugli eventuali impatti potenziali dell intervento stesso e proporre delle relative misure di mitigazione. 16

4.5 INDIVIDUAZIONE DEGLI IMPATTI In questo capitolo si identificano e descrivono i probabili effetti delle componenti progettuali sulle componenti ambientali. Preme tuttavia sottolineare che l intervento si inquadra come azione specifica del progetto di conservazione dell habitat a Posidonia oceanica, approvato e cofinanziato nel 2009 dalla Commissione Europea nell ambito del Programma LIFE+ rif. LIFE09 NAT/IT/000176 POSEIDONE Misure urgenti di conservazione delle *Praterie di Posidonia del Lazio settentrionale. Nel presente studio l individuazione degli impatti viene presentato in forma tabellare (Tab. 4.1), grazie all incrocio e al confronto critico delle componenti progettuali individuate e delle componenti ambientali potenzialmente sensibili nell area oggetto dell intervento. COMPONENTI PROGETTUALI Fase di cantierizzazione (e manutenzione) - Ancoraggio dei mezzi nautici (pontone, imbarcazione di supporto) - Immersione dei tetrapodi sul fondale Fase di funzionamento - Azione antistrascico (accumulo di reti da pesca tra le strutture) - Presenza fisica delle strutture sul fondale (effetti sull equilibrio idrodinamico/sedimentazione) COMPONENTI AMBIENTALI Ambiente sommerso - Morfologia del fondo - Chimica-fisica della colonna d acqua (torbidità) - Popolamento bentonico - Popolamento ittico - Posidonia oceanica 17

opererà accompagnando l immersione dei tetrapodi per mezzo di un argano fino alla massima profondità tecnicamente raggiungibile. Pertanto, il rischio che l eventuale nuvola di sedimento fine in risospensione arrivi sulla Posidonia oceanica si ritiene mitigato dall attenzione scrupolosa alle indicazioni progettuali. Tuttavia, al fine di fornire indicazioni progettuali ed operative, nonché verificare e quindi stimare quantitativamente l impatto dei tetrapodi sulla torbidità, è in corso (e durerà per tutto il periodo della progettazione definitiva e esecutiva) uno studio specifico sull idrodinamica e la torbidità dell area oggetto dell intervento, mentre verranno effettuati dei monitoraggi in situ durante e dopo le operazioni di immersione dei tetrapodi finalizzati alla verifica dell impatto stesso. Infine, l area del fondale sottratta dai tetrapodi alle popolazioni bentoniche verrà riacquistata grazie alla nuova (maggiore) superficie dei tetrapodi stessi, che verrà certamente colonizzata dagli organismi marini della zona. 4.6.3 Impatti derivanti dall azione antistrascico dei tetrapodi Come già anticipato, questa componente progettuale in fase di funzionamento non comporta impatti sulle componenti ambientali identificate, al di là del possibile accumulo di reti da pesca strappate e/o impigliate nelle strutture antistrascico. Il progetto prevede delle campagne di monitoraggio e rimozione delle eventuali reti impigliate nei tetrapodi. 4.6.4 Impatti derivanti dalla presenza fisica dei tetrapodi sul fondo La presenza dei tetrapodi modifica inevitabilmente la morfologia del fondo, creando una fascia di strutture antistrascico parallela al limite inferiore delle praterie oggetto dell intervento, con un elevazione massima di 4,20 m dal fondo marino. Tale presenza non comporta modifiche dell idrodinamica e della torbidità dell area oggetto dell intervento, soprattutto verso le praterie di Posidonia, così come risulta dallo studio sull idrodinamica e sedimentologia effettuato ad hoc per questo progetto (All. A04 del progetto definitivo). La stessa strutturazione a braccia del tetrapode, nonché la disposizione delle 550 strutture, non impediscono il naturale idrodinamismo delle masse d acqua, grazie alla semitrasparenza dell opera e agli ampi varchi lasciati tra i corpi di tetrapodi come previsto da progetto. La presenza dei tetrapodi creerà un nuovo ambiente sommerso dotato di tane ed anfratti artificiali che saranno utilizzati dalla specie ittiche della zona come rifugio e riparo, soprattutto dei giovanili, aumentando e garantendo la presenza di tali specie in quest area. 19

5 CONCLUSIONI L intervento oggetto del presente Studio Preliminare Ambientale si inquadra come azione specifica del progetto di conservazione dell habitat a Posidonia oceanica, approvato e cofinanziato nel 2009 dalla Commissione Europea nell ambito del Programma LIFE+ rif. LIFE09 NAT/IT/000176 POSEIDONE Misure urgenti di conservazione delle *Praterie di Posidonia del Lazio settentrionale. I possibili impatti delle componenti progettuali individuate sulle componenti ambientali sensibili a tali operazioni sono stati individuati e corredati dalle relative misure di mitigazione, che nella pratica verranno garantite semplicemente attenendosi alle indicazioni progettuali. I risultati degli studi specifici e dei successivi relativi monitoraggi ambientali effettuati ah hoc per questo progetto saranno forniti appena disponibili all Autorità Competente. 20