Regolamenti regionali in tema di invarianza idraulica e scarichi idrici Novità e applicazioni

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Regolamenti regionali in tema di invarianza idraulica e scarichi idrici Novità e applicazioni IL RUOLO DEL GESTORE DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO A SUPPORTO DEI COMUNI Brescia, Lunedì 24 giugno 2019 Gianfranco Sinatra e Fausta Prandini

I numeri ed il territorio, oggi. Gestioni 92 Comuni 530.000 Abitanti 251 Segmenti: 80 Comuni con segmento acquedotto 84 Comuni con segmento fognatura 87 Comuni con segmento depurazione

Il Servizio Idrico Integrato (SII) e il Gestore del SII La legge 36/1994 Legge Galli ha permesso l accorpamento in un unico schema coordinato i servizi dei vari settori del ciclo delle acque (captazione, adduzione, distribuzione, collettamento fognatura e depurazione) Il Servizio Idrico Integrato è l insieme dei servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione d acqua ad usi civili, di fognatura e di depurazione delle acque reflue Il Gestore è il soggetto organizzato a cui è stata affidata, dalle Autorità di Ambito territoriali mediante convenzione, la gestione del servizio perseguendo obiettivi di: efficienza, efficacia ed economicità nonché di miglioramento della qualità ambientale Il Gestore ha la responsabilità di eseguire gli investimenti sulla rete e sugli impianti che sono stati definiti nella Convenzione e nel relativo Piano economico-finanziario quinquennale.

Il contesto urbanizzato e le motivazioni al cambiamento Molti territori italiani sono un esempio emblematico delle criticità idraulico-ambientali che derivano dalla massiccia impermeabilizzazione del suolo, in alcuni casi associata ad un inadeguatezza della rete di drenaggio urbano a smaltire i deflussi prodotti dalle superfici contribuenti. Le cause di questi fenomeni sono molteplici; da una parte si registra un incremento dei fenomeni meteorici di forte intensità e breve durata, dall altra si riscontra un continuo consumo di suolo per la creazione di nuove aree urbanizzate. Ne consegue un incremento del volume di deflusso da smaltire e, allo stesso tempo, una diminuzione del tempo di corrivazione e quindi un aumento della portata al picco. I problemi sono particolarmente rilevanti per le reti di tipo misto, dove le situazioni critiche, oltre a generare allagamenti localizzati, si riverberano anche nei corpi idrici recettori a valle dei punti di recapito degli sfioratori.

Il contesto urbanizzato e le motivazioni al cambiamento Di fronte all acuirsi dei problemi sopracitati, la tradizionale strategia di difesa idraulica del territorio, impostata sul potenziamento delle sezioni e il miglioramento delle caratteristiche idrauliche dei canali, e sulla realizzazione di vasche volano per aumentarne le capacità di convogliamento e di laminazione, non sembra più essere in grado di rispondere adeguatamente alle esigenze di salvaguardia idraulica, anche in relazione ai fabbisogni finanziari ed alla carenza di spazi disponibili. Negli ultimi decenni, quindi, anche nel nostro Paese vi è stata una spinta propulsiva verso l adozione di nuovi orientamenti basati su un approccio plurale ed integrato, che mirano tra le altre cose ad agire sull abbattimento dei deflussi meteorici all origine, ovvero mediante interventi di laminazione diffusa nell ottica di mantenere l invarianza idraulica e idrologica del territorio. Lo sviluppo di una rete di strategie atte a laminare localmente i deflussi di piena e ad incentivare l infiltrazione delle acque nel terreno (laddove possibile) è già da tempo incoraggiata a livello comunitario e da non molto avviata a livello locale con l introduzione di appositi regolamenti regionali che prevedono, nel caso di interventi edilizi significativi, l adozione di sistemi di drenaggio urbano sostenibile, quali ad esempio tetti verdi, aree verdi infiltranti, cunette filtranti, fossi d infiltrazione, pavimentazioni permeabili.

Cosa c entra il Gestore del SII con le acque meteoriche? ARERA Del. 917 Indicatore M4 Regolamento SII ATO Brescia Gestore del SII Regolamento RL 6/2019 Scarichi Regolamento RL Invarianza Idraulica

DELIBERA 917/2017 di ARERA QUALITA TECNICA ARERA Delibera 917/2017 ARERA definisce la disciplina della qualità tecnica del servizio idrico integrato, con un provvedimento che definisce livelli minimi ed obiettivi qualità tecnica Il modello di regolazione individuato è basato su un sistema di indicatori divisi in 3 categorie: prerequisiti: rappresentano le condizioni necessarie all'ammissione al meccanismo incentivante associato agli standard generali. Assenza prerequisiti Gestore escluso dai maccanismi di incentivazione standard specifici: identificano i parametri di performance da garantire nelle prestazioni erogate al singolo utente e il cui mancato rispetto prevede l'applicazione di indennizzi automatici; standard generali: sono ripartiti in macro-indicatori e indicatori semplici che descrivono le condizioni tecniche di erogazione del servizio a cui è associato un meccanismo incentivante. I macro-indicatori sono: M1 Perdite idriche M2 Interruzioni del servizio M3 Qualità dell acqua erogata M4 Adeguatezza del sistema fognario M5 Smaltimento fanghi in discarica M6 Qualità dell acqua depurata

DELIBERA 917/2017 di ARERA QUALITA TECNICA ARERA I macro-indicatori sono: M1 - "Perdite idriche" (cui è associato l'obiettivo di contenimento delle dispersioni, con efficace presidio dell'infrastruttura acquedottistica), definito tenendo congiuntamente conto sia delle perdite idriche lineari, sia delle perdite percentuali M2 - "Interruzioni del servizio" (cui è associato l'obiettivo di mantenimento della continuità del servizio, anche attraverso una idonea configurazione delle fonti di approvvigionamento), definito come rapporto tra la somma delle durate delle interruzioni annue e il numero totale di utenti finali serviti dal gestore M3 -"Qualità dell'acqua erogata" (cui è associato l'obiettivo di una adeguata qualità della risorsa destinata al consumo umano), definito, secondo una logica multi-stadio, tenendo conto: i) dell'incidenza delle ordinanze di non potabilità; ii) del tasso di campioni interni non conformi; iii) del tasso di parametri da controlli interni non conformi Reg. 7/17 Invarianza Reg. 6/19 Scarichi M4 - "Adeguatezza del sistema fognario" (cui è associato l'obiettivo di minimizzare l'impatto ambientale derivante dal convogliamento delle acque reflue), definito - anch'esso secondo una logica multi-stadio - considerando: i) la frequenza degli allagamenti e/o sversamenti da fognatura; ii) l'adeguatezza normativa degli scaricatori di piena; iii) il controllo degli scaricatori di piena M5 - "Smaltimento fanghi in discarica" (cui è associato l'obiettivo di minimizzare l'impatto ambientale collegato al trattamento dei reflui, con riguardo alla linea fanghi), definito come rapporto tra la quota dei fanghi di depurazione misurata in sostanza secca smaltita in discarica e la quantità di fanghi di depurazione misurata in sostanza secca complessivamente prodotta M6 - "Qualità dell'acqua depurata" (cui è associato l'obiettivo di minimizzare l'impatto ambientale collegato al trattamento dei reflui, con riguardo alla linea acque), definito come tasso di superamento dei limiti dei campioni di acqua reflua scaricata

ATO Regolamento ATO di Brescia e l invarianza idraulica

Regolamento ATO di Brescia ATO 3.3.1 Acque reflue domestiche Per ottenere l allacciamento alla rete fognaria di nuovi scarichi di acque reflue domestiche è necessario presentare domanda al Gestore della fognatura, corredata dalla richiesta documentazione che attesti in particolare la natura dell insediamento, la tipologia, il volume e la provenienza degli scarichi, nonché l idoneità delle reti fognarie interne, le quali devono rispettare le norme tecniche nonché le prescrizioni del Gestore. La domanda è supportata da elaborati cartografici riportanti la rappresentazione dell'insediamento e delle pertinenti superfici impermeabili servite dalla rete di raccolta e la planimetria della rete stessa. E facoltà del Gestore richiedere una relazione tecnica descrittiva della rete di raccolta delle acque reflue e di quelle meteoriche. Art. 3.10 Zone di espansione, piani di lottizzazione, piani attuativi, piani di completamento e piani di recupero edilizio Per le aree di ampliamento, completamento ed espansione residenziale o industriale deve essere realizzato, salva comprovata impossibilità in relazione alle caratteristiche dei suoli e della rete idrografica, il totale smaltimento in loco delle acque meteoriche, fermi restando gli obblighi di separazione e smaltimento delle acque di prima e seconda pioggia e di lavaggio. Per gli scarichi in pubblica fognatura da insediamenti previsti in piani di lottizzazione, piani attuativi, piani di completamento e piani di recupero edilizio di tipo residenziale, industriale, artigianale o misto nonché da nuovi scarichi di acque reflue industriali deve comunque essere richiesto da parte del lottizzante o della Ditta industriale, un parere tecnico preventivo vincolante di accettabilità all'ente Gestore della fognatura. omissis..

Regolamento ATO di Brescia ATO Art. 3.12 Immissione di acque di origine meteorica nelle fognature Per le nuove costruzioni e per i fabbricati oggetto di ristrutturazione, ampliamento e/o modifica degli impianti e delle reti idrico sanitarie da cui si originano scarichi domestici o assimilabili a domestici, è prescritta, al momento del rilascio del parere di competenza del Gestore sulle autorizzazioni edilizie, la realizzazione di reti interne separate per le acque reflue e per le acque di origine meteorica, anche se la zona è servita da fognatura pubblica di tipo unitario. Le acque meteoriche devono essere smaltite negli strati superficiali del sottosuolo, in subordine in corpo idrico superficiale o nelle reti di acque bianche. Il loro recapito in reti di fognatura mista è ammesso solo salva comprovata impossibilità in relazione alle caratteristiche dei suoli e della rete idrografica allo smaltimento in loco delle acque meteoriche, fermi restando gli obblighi di separazione e smaltimento delle acque meteoriche, meteoriche di prima pioggia e di lavaggio. Le disposizioni di cui sopra si applicano anche in caso di rinnovo dell ammissione allo scarico. omissis Le acque di origine meteorica diverse da quelle di prima pioggia devono, essere scaricate negli strati superficiali del sottosuolo, in subordine in corpo idrico superficiale e, se non disponibile, nelle reti di acque bianche. Qualora non sia possibile scaricare le acque di origine meteorica diverse da quelle di prima pioggia in recapito diverso dalla pubblica fognatura nera o mista, per motivi tecnici o per la mancanza di idoneo ricettore, il Gestore si riserva la possibilità di prescrivere l adozione, a spese del titolare dello scarico, di idonei sistemi per il contenimento delle portate di origine meteorica. Omissis [ prosegue]

Regolamento ATO di Brescia ATO Art. 3.12 Immissione di acque di origine meteorica nelle fognature [ prosegue da slide precedente] I progetti, di iniziativa pubblica e privata, che includono opere di fognatura destinate ad essere allacciate alle reti fognarie esistenti o in progetto del Servizio Idrico Integrato, devono prevedere la realizzazione di reti separate per le acque reflue e per le acque meteoriche, applicandosi alle reti stesse ed agli scarichi dei singoli edifici e stabilimenti le disposizioni del presente articolo. In caso di piani e progetti di iniziativa pubblica o privata, in aree di nuova urbanizzazione o di estensione/recupero di urbanizzazioni esistenti con incremento del carico urbanistico che comportino la realizzazione di nuove opere di fognatura oppure la ristrutturazione di opere esistenti, occorrerà verificare preventivamente alla loro realizzazione l impatto sulla gestione del servizio idrico integrato esistente e gli oneri complessivi dal punto di vista economico, dovendo al termine dei lavori il Gestore prendere in carico le nuove opere. La realizzazione delle opere sarà di norma eseguita a cura del Gestore con oneri a completo carico del soggetto proponente ad esclusione delle opere di fognatura interne all area oggetto dell intervento che possono essere eseguite direttamente dal soggetto proponente. In tal caso il progetto delle opere deve essere sottoposto, prima dell approvazione definitiva da parte degli Enti competenti, all esame del Gestore in modo che lo stesso possa verificare la capacità ricettiva dei collettori fognari e degli impianti di depurazione nonché la separazione delle reti nere da quelle meteoriche. Il Gestore rilascerà un nulla osta valutata altresì la conformità del progetto con le specifiche tecniche costruttive delle opere.

Revisione Regolamento RL n 6/2019 sugli scarichi delle acque reflue RL Il Regolamento Regionale 29 marzo 2019, n. 6: Disciplina e regimi amministrativi degli scarichi di acque reflue domestiche e di reti fognarie, in attuazione dell art. 52, comma 1, lettera a) della Legge Regionale 12 dicembre 2003, n. 26 nel rispetto delle disposizioni del D.Lgs. n. 152/2006 Disciplina in sintesi: Titolo II: Gli scarichi di acque reflue domestiche ed assimilate e di acque reflue urbane: - disposizioni per l allaccio alle reti fognarie - scarichi provenienti da agglomerati < 2000 AE o insediamenti isolati - trattamenti appropriati per agglom. < 2000 AE - scarichi in CIS destinati a balneazione/uso potabile/aree naturali protette - valori limite di emissione e efficienza di abbattimento ALL. D Titolo III: Reti e sfioratori: - per fognature di tipo unitario, le acque meteoriche di dilavamento devono essere prioritariamente smaltite in recapiti diversi dalla pubblica fognatura (art. 10 c. 1) - le acque parassite da contenere entro il 30% della Q nera media annua (art. 10 c. 3) - classifica, in relazione alla Q di soglia, gli sfioratori - modalità di gestione delle acque di sfioro accumulo ALL. E Titolo IV: Controllo degli scarichi Titolo V: Regime amministrativo e modalità di approvazione progetti impianti di depurazione - approvazione progetti degli impianti di depurazione - autorizzazione allo scarico

Revisione Regolamento RL n 6/2019 sugli scarichi delle acque reflue RL Il nuovo Regolamento regionale sulla disciplina degli scarichi delle acque reflue identifica ulteriori adempimenti in capo al gestore del SII, con necessità di investimento al momento non coperte (o coperte solo marginalmente) dall attuale Piano di interventi del Piano d Ambito della Provincia di Brescia, quali macroscopicamente: Realizzazione vasche di accumulo in testa ai depuratori Realizzazione vasche di accumulo o sistemi da trattamento (ora in attesa le Linee guida per la progettazione e realizzazione sistemi di trattamento acque sfiorate citate nell art. 13 e nell All. E) sulle acque di sfioro (per agglomerati > 2000 AE) Per fognature separate: avvio all impianto di trattamento acque di prima pioggia (1 L/(s ha) o realizzazione vasche p.p. o trattamenti conformi alle Linee Guida) Riduzione acque parassite (introdotto target 30%)

Regolamento Invarianza Idraulica Invarianza OBIETTIVI riduzione dei deflussi attenuazione del rischio idraulico riduzione dell impatto inquinante nei corpi ricettori STRUMENTI separazione e gestione locale delle acque meteoriche a monte dei ricettori indicazioni tecniche costruttive ed esempi di buone pratiche di gestione delle acque meteoriche integrazione tra pianificazione urbanistica comunale e previsioni del piano d'ambito Definisce ordine di priorità dello smaltimento dei volumi invasati (art. 5): 1. Riuso 2. Infiltrazione 3. Scarico in CIS con limiti di portata (entro capacità idraulica ricettore e max 10 o 20 L/s ha) 4. Scarico in fognatura con limiti di portata (entro capacità idraulica ricettore e max 10 o 20 L/s ha)

Regolamento Invarianza Idraulica Invarianza Il Gestore del SII viene chiamato in causa come soggetto coinvolto nell iter approvativo dell intervento edilizio e/o che affianca le amministrazioni comunali nell applicazione del principio dell invarianza idraulica Emettere pareri preventivi in caso di scarico in fognatura (art. 6 c. 2) Verificare la conformità quantitativa dello scarico al progetto (art. 6 c. 6) Imporre limiti idraulici allo scarico più restrittivi (di 10 o 20 L/s ha) se presenza di limitata capacità idraulica del ricettore (art. 8 c. 2) Integrazione tra pianificazione urbanistica comunale e previsioni del piano d ambito (art. 14), al fine del conseguimento degli obbiettivi di invarianza idraulica e idrologica I Comuni sono tenuti a redigere lo studio comunale di gestione del rischio idraulico e/o documento semplificato del rischio idraulico comunale - documenti rappresentano le attuali condizioni di rischio sulle quali individuare le misure strutturali e non strutturali di invarianza - (art. 14 comma 6) I costi di redazione dello studio comunale di gestione del rischio idraulico e del documento semplificato sono sostenuti dal Comune. Il gestore del Servizio idrico Integrato (SII) può contribuire in relazione all attuale perimetro di attività attribuito al gestore stesso dall ARERA in tema di acque meteoriche - (art. 14 comma 7 punto 5d) gli esiti delle elaborazioni vengono inviati dal Comune al gestore del SII ed all ente di governo d ambito (leggasi ATO) per le azioni di competenza

Contenuti del Documento del Rischio Idraulico Comunale Invarianza Il documento semplificato del rischio idraulico comunale contiene la determinazione semplificata delle condizioni di pericolosità idraulica che, associata a vulnerabilità ed esposizione al rischio, individua le situazioni di rischio, sulle quali individuare le misure strutturali e non strutturali. Contiene: - la delimitazione delle aree a rischio idraulico del territorio comunale definibili in base agli atti pianificatori esistenti, alle documentazioni storiche e alle conoscenze locali anche del gestore del servizio idrico integrato (art. 14 c. 7 e 8) - l indicazione delle misure strutturali di invarianza idraulica e idrologica, sia per la parte già urbanizzata del territorio che per gli ambiti di nuova trasformazione, e l individuazione delle aree da riservare per le stesse (art. 14 c. 7 e 8) Le misure strutturali sono individuate dal comune con la collaborazione del gestore del servizio idrico integrato (art. 14 c. 7 e 8) - l indicazione delle misure non strutturali a scala comunale, quale l incentivazione dell estensione delle misure di invarianza idraulica e idrologica anche sul tessuto edilizio esistente, le misure non strutturali per il controllo e la riduzione delle condizioni di rischio (come le misure di protezione civile e le difese passive attivabili in tempo reale) (art. 14 c. 7 e 8)

Contenuti del Documento del Rischio Idraulico Comunale Invarianza Gli INPUT per la definizione del documento del rischio idraulico comunale sono i seguenti: - analisi delle problematiche di tipo idraulico e idrologico già riportate all interno della Componente Geologica del PGT con verifica all interno dello stesso della eventuale presenza di aree a rischio - analisi delle problematiche di tipo idraulico e idrologico già riportate nel documento del Reticolo Idrografico Minore RIM e nel Piano Urbano Generale dei Servizi nel Sottosuolo PUGSS verificando la presenza dei corsi d acqua pubblici o privati che presentano situazioni di rischio già note anche a seguito di tratti tombinati, deviati, interrati o declassati di reticolo idrografico - analisi della rete fognaria Comunale verificando l eventuale presenza sulla rete di fognatura di tratti già noti al Gestore del SII, che presentano problematiche di funzionalità tali da aver comportato situazioni di rischio idraulico o idrologico. Anche mediante la sovrapposizione dei documenti relativi alla Componente Geologica del PGT e del RIM con i dati della rete fognaria e mediante l analisi dei dati forniti dal gestore su allagamenti, sversamenti avvenuti negli anni, etc - correlazione delle analisi di cui ai precedenti punti al fine di avere un quadro univoco sull attuale stato del rischio idraulico in base agli atti pianificatori, documentazioni storiche e conoscenze locali anche del gestore del SII, evidenziando le aree a rischio idraulico - indicazione su interventi strutturali e non strutturali di riduzione del rischio idraulico e idrologico ed in particolare sulle possibili misure strutturali (interventi su opere SII esistente; trincea drenante; pozzi perdenti e vasche accumulo e dispersione) e non strutturali (Protezione civile, accordi con gestore SII, manutenzioni straordinarie RIM.) per l attuazione dell invarianza idraulica sia per la parte già urbanizzata che per quella delle nuove urbanizzazioni - individuazione, da parte del Comune, di soluzioni con individuazione delle relative aree da riservare alle stesse unitamente alle indicazioni relative a tempistiche previsionali di realizzazione degli interventi per contiguità infrastrutturale e coerenza con l assetto di rete esistente

Conclusioni L integrazione tra pianificazione urbanistica comunale e previsioni del piano d ambito impatta significativamente sull intero sistema idrologico territoriale con conseguente benefici in termini di manutenzione e gestione anche sulle infrastrutture ed impianti del SII. Resta da determinare quali siano le opere in capo al servizio idrico integrato e quali in capo ai comuni sul sistema acque meteoriche anche alla luce dell entrata in vigore del nuovo regolamento sull invarianza idraulica del novembre 2017. Il SII non potrà assorbire tutto il fabbisogno di investimenti derivati dalla applicazione del regolamento stesso che, coerentemente, non si rivolge solo ai gestori del servizio idrico ma a tutti i soggetti competenti alla gestione del territorio, tra cui le amministrazioni comunali anche alla luce del Regolamento sull invarianza idraulica (ovviamente vale anche il viceversa). Un azione coordinata con i comuni e con i privati è necessaria affinché qualunque infrastruttura pianificata tenga conto delle azioni puntuali di riduzione del volume che ogni territorio deve trattenere e degli impatti che la tenuta del sistema fognario ha nella regimentazione delle acque meteoriche. Si tenga conto dell esigenza di coinvolgimento dei Consorzi di Bonifica, Enti con competenza e responsabilità in merito all allontanamento e smaltimento delle acque meteoriche, in una porzione significativa del territorio bresciano (oltre il 30% del territorio provinciale). Esigenza di coinvolgimento dell ATO da parte del Gestore nella definizione delle azioni di competenza del SII e quindi nelle proposte di collaborazione e supporto alle Amministrazioni Comunali sul tema delle acque meteoriche.

Conclusioni Possibile sviluppo nella collaborazione tra Gestore e Comuni (e i consorzi ove presenti): Collaborazione con i Comuni nell applicazione dei contenuti del Regolamento Regionale n.7/2017, ed in particolare nel primo adempimento posto a carico dei Comuni finalizzato alla redazione del documento semplificato del rischio idraulico, definendo modalità e contenuti del documento semplificato nel rispetto della normativa vigente, al fine di porre le basi per una uniforme redazione sul territorio bresciano Collaborazione con i Comuni alla redazione dello Studio Comunale di Gestione del Rischio Idraulico essendo una attività che impatta sicuramente anche sulla futura pianificazione degli investimenti sull indicatore M4 - oggi in parte parametrizzati - distinguendo quelli che sono inerenti al servizio idrico da quelli che invece ne saranno esclusi La partecipazione del Gestore del SII ha anche l obiettivo, avendo conoscenza organica del territorio, di supportare il Comune nell attività di progettazione e di realizzazione delle misure strutturali previste nella parte seconda del Documento Semplificato e degli interventi derivanti dalle nuove urbanizzazioni, soggette alle misure di invarianza idraulica e idrologica

Grazie per l attenzione L acqua è la materia della vita. E matrice, madre e mezzo. Non esiste vita senza acqua. (Albert Szent-Gyorgyi)