L agricoltura di domani. Una proposta tra tecnica, ambiente ed economia.



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L agricoltura di domani. Una proposta tra tecnica, ambiente ed economia.

L agricoltura di domani. Una proposta tra tecnica, ambiente ed economia pag. 2 AGRICOLTURA E AMBIENTE pag. 5 La biodiversità nell azienda agricola pag. 6 Il capitale naturale dell azienda agricola pag. 14 I bilanci dell azienda agricola pag. 18 TIPOLOGIE PRODUTTIVE DEL TERRITORIO pag. 27 Azienda risicola pag. 28 Azienda pioppicola pag. 30 Azienda cerealicola pag. 31 Azienda orticola pag. 33 Azienda frutticola pag. 34 Azienda viticola pag. 35 Azienda zootecnica pag. 36 ESPERIENZE DI SOSTENIBILITà AMBIENTALE pag. 39 Il marchio di Fornitore di Qualità Ambientale del Parco Fluviale del Po e dell orba (FQA) pag. 41 La Valutazione dei Comportamenti Sociali (VCS) pag. 45 Gli impegni ambientali: alcuni numeri pag. 48 Schede aziende pag. 51 Schede aziende pag. 54 Schede aziende pag. 57 Schede aziende pag. 60 Schede aziende pag. 63 Schede aziende pag. 66 Schede aziende pag. 69 Schede aziende pag. 72 Schede aziende pag. 75 Note bibliografiche pag. 79

L agricoltura di domani? Proposte tra tecnica, ambiente ed economia Introduzione È un parziale cambiamento di ruolo, integrando le attività produttive con altre di servizio, quel che le norme europee richiedono e la società si aspetta dal settore agricolo in Italia. Si tratta di un passaggio difficile per le aziende, chiamate a cercare modalità di sviluppo diverse, in una visione allargata dove le singole imprese devono interagire tra loro e con la collettività in funzione di una ruralità che include anche: occuparsi della manutenzione del territorio, offrire forme peculiari di turismo, contribuire alla tutela degli ambienti naturali. L agricoltura stenta a stare al passo con tali domande, soprattutto in una situazione di crisi economica, di scarsità di risorse finanziarie e di possibile rischio di una riduzione dei contributi che sostengono le aziende locali nel confronto con i mercati globalizzati. Si può prospettare una dimensione in cui competitività e sostenibilità ambientale riescano ad avere pari importanza, a trovare un equilibrio che le valorizzi entrambe? È l interrogativo di fondo al quale il libro risponde illustrando il percorso avviato dal Parco Fluviale del Po e dell Orba insieme ad alcune aziende agricole per ideare una proposta praticabile e soddisfacente, in grado di dare un futuro solido all agricoltura di questo territorio. Come tutte le proposte può essere approfondita e perfezionata, però ad oggi ha già ottenuto l adesione di una quindicina di imprese e l interesse di chi si occupa di conservazione della natura. Rivolto agli agricoltori e ai tecnici di formazione sia agronomica che naturalistica, il manuale è articolato in tre parti. La prima, di inquadramento generale, analizza il rapporto tra agroecosistema ed ecosistemi naturali, fornendo una serie di indicatori utili a quantificare i livelli di biodiversità nelle zone rurali e nelle aziende agricole. Passa poi a esaminare le risorse suolo, acqua e aria, che costituiscono il capitale naturale delle imprese, da gestire quindi con attenzione per non depauperarle. Da ciò derivano due bilanci: al 2

bilancio economico si affianca un ipotesi di bilancio ambientale, strutturato in base a uscite ed entrate tanto quanto quello classico, necessario all azienda agricola per valutare risultati e ritorni riguardo alle pratiche sostenibili adottate. Con la seconda parte si entra nel vivo dei territori dell Area Turistica del Parco Fluviale del Po e della Riserva Naturale del Torrente Orba, osservati attraverso le tipologie colturali e zootecniche presenti. Alla sintetica descrizione di ciascuna seguono alcuni aspetti-chiave atti sia a ridurre gli impatti, sia a mantenere e ad aumentare la biodiversità tramite interventi specifici, spiegando come e perché effettuarli. Protagoniste della terza parte sono le imprese agricole che hanno ottenuto la qualifica di Fornitore di Qualità Ambientale del Parco Fluviale del Po e dell Orba e il relativo Marchio. Il loro mettersi in gioco non si ferma al rispetto dei disciplinari e all applicazione del Progetto d Azione concertato con l Ente: va invece oltre, partecipando a studi sperimentali quali la Valutazione dei Comportamenti Sociali, che rileva l efficacia delle attività svolte a vantaggio della società e dell ambiente e individua ulteriori obiettivi per incrementarne gli effetti positivi. A dimostrazione - se mai ce ne fosse bisogno - di realtà aziendali disponibili e capaci di intraprendere strade nuove, spesso impegnative e non necessariamente finalizzate all erogazione di contributi. La pubblicazione pone forse più domande che risposte. In effetti, è da leggere solo in parte come una guida tecnica: le tecniche evolvono e le indicazioni contenute nel testo potrebbero presto essere superate. Qui ci limitiamo a fornire spunti e a gettare sassi negli stagni, che servano da stimolo verso una sostenibilità non di facciata ma di sostanza. Introduzione 3

4

AGRICOLTURA E AMBIENTE 5

La biodiversità nell azienda agricola di XXXXXXX I TERMINI DELLA BIODIVERSITÀ La biodiversità è «la variabilità tra gli organismi viventi e i complessi ecologici dei quali sono parte (sistemi terrestri, marini e altri sistemi acquatici) annoverando la diversità delle specie, tra le specie e degli ecosistemi» (MEA, 2005). Per questo motivo la biodiversità permette il funzionamento dei diversi tipi di ecosistemi i quali - secondo l Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) - garantirebbero tutta una serie di servizi collegabili in maniera più o meno stretta ai principali elementi di benessere per l uomo individuati dal già citato Millennium Ecosystem Assessment (MEA), vale a dire: il materiale di base per le esigenze della vita; la salute; la sicurezza; i buoni rapporti sociali; la libertà di scelta e azione. 6Agricoltura e ambiente Supporto ai processi vitali Ciclo dei nutrienti Formazione del suolo Produzione primaria Rinnovo dell aria Rinnovo dell acqua Regolazione Qualità acqua Qualità aria Clima Malattie Impollinazione BIODIVERSITÀ SERVIZI DEGLI ECOSISTEMI Approvvigionamento di risorse naturali Biomasse Risorse genetiche Medicine naturali Aria Acqua Culturali Estetici Spirituali Educazionali Ricreazionali (Tratto da: AA.VV. Indicatori di biodiversità per la sostenibilità in agricoltura, ISPRA, 2009) A differenza degli ecosistemi naturali, quelli organizzati dall uomo sulla base delle sue necessità raggiungono l equilibrio attraverso un elevato apporto di energia esterna. Tra gli ecosistemi modificati vi è l agroecosistema, dove si sviluppano poche specie (vegetali e animali) che forniscono una produzione valutabile in termini economici.

Anch esso è soggetto alle leggi degli ecosistemi naturali che regolano il flusso dell energia e la circolazione della materia: senza l intervento umano evolverebbe, nel medio e lungo periodo, a ecosistema naturale. La maggior parte dell energia viene introdotta dall esterno (lavoro, fertilizzanti, fitofarmaci, irrigazione, carburante per i macchinari, ecc.) e le produzioni ottenute richiedono un consumo alto, nonché la modifica di elementi naturali quali acqua, suolo, aria e in larga misura l utilizzo dei combustibili fossili. In particolare, le sostanze chimiche producono inquinamenti che influiscono sulle peculiarità e sull equilibrio degli habitat. Le principali caratteristiche degli agroecosistemi sono: l asportazione di biomasse vegetali ed animali come produzione, che non permette al sistema di automantenersi a causa della perdita di energia propria; la bassa variabilità di organismi presenti, in termini di numero di specie, e la conseguente scarsa complessità (base della biodiversità) di funzioni e interazioni; la maggior suscettibilità a parassiti, agenti atmosferici, presenza di infestanti e inquinamenti portata dall uniformità della popolazione; la semplificazione anche dell intorno del campo coltivato che riduce o annulla la biodiversità dell intero territorio aziendale; la perdita di habitat per specie utili all agricoltura come, ad esempio, predatori e parassiti di specie nocive. Con il termine habitat si individua il luogo fisico dove una popolazione di una specie (animale o vegetale) può vivere e svilupparsi poiché è presente un insieme di determinati caratteri ambientali, climatici, geologici, geografici, ecc. All interno di un habitat possono convivere più popolazioni di specie diverse: se viene alterato o distrutto, la popolazione di una specie può diminuire in numero di individui o estinguersi, favorendo in alcuni casi lo sviluppo di nuove specie o l incremento di quelle già presenti. L importanza degli habitat è riconosciuta dalla Direttiva 92/43/CEE del Consiglio del 21 maggio 1992, detta Direttiva Habitat e dalla Direttiva 79/409/CEE, detta Direttiva Uccelli, con le successive integrazioni di ambedue. La finalità è di contribuire alla protezione della biodiversità con la conservazione degli habitat naturali e seminaturali e di flora e fauna selvatiche nel territorio comunitario, tenendo conto delle diverse esigenze economiche, sociali, culturali. Da tale direttiva è nata la Rete Natura 2000 che fornisce gli indirizzi per individuare le azioni di salvaguardia del patrimonio naturale di interesse comunitario, mentre riguardo all applicazione pratica è stato definito il Regolamento Life, strumento finanziario per attuare progetti e iniziative di conservazione di habitat e specie. Bisogna anche dire che l attività agricola, con la creazione degli agroecosistemi e la trasformazione della porzione di territorio sulla quale insiste, nel tempo ha permesso di mantenere zone più naturaliformi e creato il cosiddetto paesaggio agrario, che attualmente si cerca di preservare nelle sue diverse componenti storiche. Agricoltura e ambiente 7

COME FUNZIONA UN ECOSISTEMA L ecosistema è un unità ecologica in equilibrio, costituito dall insieme dei componenti biotici (piante, animali, microrganismi) e abiotici (suolo, composti organici e inorganici, condizioni atmosferiche, roccia madre) che si trovano in un ambiente definito. Anche una zolla di terra, con i suoi microrganismi, è un esempio di ecosistema. L equilibrio dipende dalle relazioni che si instaurano fra esseri viventi e con l ambiente chimico-fisico, attraverso lo scambio continuo di materia ed energia: la sua modificazione da parte dell uomo - anche in uno solo dei suoi componenti - in modo più o meno profondo provoca un alterazione del funzionamento dell intero ecosistema. Secondo funzionalità e stabilità, un ecosistema può essere distinto in tre tipi. ecosistema generalizzato: è formato da un alto numero di specie animali e vegetali con una complessità di rapporti che mantengono un equilibrio con le componenti abiotiche. ecosistema specializzato: produce molto, ad esempio in termini agricoli con asporto di materia ed energia, ma impoverisce l ecosistema nel complesso. Il suo equilibrio si basa su un apporto elevato di energia e materia dall esterno. ecosistema fragile: ha un basso livello di biodiversità che in condizioni estreme (intossicazione, introduzione di specie diverse più aggressive, ecc.) risulta più debole e meno reattivo rispetto ad uno a biodiversità maggiore. 8Agricoltura e ambiente Gli indicatori DELLA BIODIVERSITÀ Il mantenimento della biodiversità presente e/o il suo incremento favoriscono e al contempo sono uno degli indicatori della riduzione degli impatti sull ambiente: per poter attuare azioni pratiche in suo sostegno è necessario trovare i punti di forza e di debolezza del sistema sui quali intervenire. Attualmente esistono alcuni modelli e sono stati individuati indicatori e indici per definire o quantificare il livello di biodiversità presente nel territorio rurale. Tali parametri possono venire utilizzati per analizzare la situazione e pianificare interventi a scala sovraziendale, per determinare interventi specifici a livello di singola azienda e, in maggior dettaglio, a livello del suolo affinché si riconosca la sua valenza nell agroecosistema e non venga considerato esclusivamente un substrato per la coltivazione. Gli indicatori non sono grandezze statiche, ma vanno adeguati alle nuove conoscenze tecniche e scientifiche, nonché alle attese e alle richieste del mondo extra-agricolo, quindi della società. Analisi a livello di paesaggio Nonostante le definizioni di paesaggio siano numerose, lo si può descrivere come il territorio al quale l azione dell uomo, direttamente o indirettamente, ha dato un nuovo assetto. E l agricoltura è la principale attività paesaggistica. La valutazione della biodiversità a tale livello può essere fatta utilizzando parametri numerici ottenuti attraverso formule matematiche. Risulta inoltre necessaria un analisi cartografica dei dati per una migliore comprensione delle criticità e dei possibili ambiti di intervento sul territorio.

Indicatori di biodiversità a livello di paesaggio Indicatori Unità di misura Valore Protezione Cosmesi Frammentazione Composizione Frequenza degli ecotopi* (numero) % da 0 a 100 Frequenza degli ecotopi (superficie) % da 0 a 100 Sostenibilità di uso del suolo numero > 0 Composizione ecotopica agraria numero > 0 Superficie media degli ecotopi ha > 0 Densità degli ecotopi numero x 100/ha > 0 Stabilità del sistema ecotonale numero > 0 Composizione ecotonica agraria numero > 0 Densità stradale km x 100/ha > 0 Densità delle siepi m/ha > 0 Densità dei corpi idrici km x 100/ha > 0 Lunghezza media degli ecotoni** m > 0 Incidenza aree protette % da 0 a 100 Superficie a rischio idrogeologico % da 0 a 100 Naturalità espressa unitaria numero da 0 a 1 Tratto da: AA.VV. Indicatori di biodiversità per la sostenibilità in a g r i c ol t u ra, ISPRA 2009 12 Analisi a livello aziendale La valutazione della biodiversità nell organizzazione aziendale è la principale, poiché da essa derivano il livello superiore paesaggio e quello campo coltivato. È anche la più complessa da affrontare, in quanto le ricadute positive o negative dell attività agricola dipendono da fattori quali le caratteristiche pedoclimatiche, i mezzi tecnici utilizzati, le fonti di inquinamento - interne o esterne all impresa - e, non ultime, le relazioni sociali ed economiche. I risultati ottenuti rapportati ai valori indicati nella tabella seguente vanno quindi considerati alla luce delle diverse tipologie aziendali. Parlando di agrobiodiversità bisogna distinguere tra la variabilità genetica e la partecipazione ai processi ecologici. La prima si riferisce ai vegetali coltivati e agli animali allevati, entrambi derivati da specie presenti in natura attraverso il miglioramento genetico. L estrema attenzione a massimizzare le produzioni ha portato a una perdita di caratteristiche utili e in particolare, all adattamento alla coltivazione e/o all allevamento in determinati ambienti. Il recupero delle riserve genetiche viene attuato, oggi, attraverso le banche del germoplasma e il mantenimento del materiale genetico autoctono di zone specifiche. Attraverso questi metodi si evita l erosione genetica, cioè la perdita di patrimonio genetico. * Ecotopo: in ecologia del paesaggio è il termine che individua una porzione di territorio con una copertura del suolo uniforme sia naturale (siepi, bosco, acque), sia come agroecosistema (coltivazioni arboree ed erbacee) e fino al massimo livello di trasformazione da parte dell uomo, quali ad esempio le costruzioni e la rete viaria. ** Ecotono: zona posta tra due ambienti con caratteristiche, in particolare biotiche, diverse. Generalmente è una fascia stretta e allungata dove convivono popolazioni (animali e vegetali) dei due ecosistemi confinanti, oltre a quelle proprie. Nel territorio agricolo gli ecotoni (bordi inerbiti dei campi, siepi campestri, fasce ripariali a confine dei corsi d acqua) sono aree ad elevata variabilità biologica. Agricoltura e ambiente 9

I processi ecologici sono fondamentali per la funzionalità dell ambiente, ma influiscono anche sulle coltivazioni. Tra questi vi sono: il riciclo degli elementi naturali; la degradazione dei composti chimici; la regolazione del sistema idrico e dei processi idrologici; il mantenimento della fertilità dei suoli. Il valore e l utilità di questo secondo livello di biodiversità non sono ancora riconosciuti pienamente e risulta necessario, se non fondamentale, lavorare per incrementare gli habitat e gli elementi strutturali naturaliformi, diversificando le colture agrarie e considerando la gestione del paesaggio nell ambito dell azienda agricola. Gli indicatori a livello aziendale sono divisi in due classi. Struttura: è composta dalla disposizione spaziale delle colture, dalle tecniche colturali adottate e dalla variazione di entrambe nel tempo. Come già detto, i sistemi sono diversi poiché variano le tipologie aziendali. Componenti: sono le specie animali e vegetali presenti nell agroecosistema. Esiste una relazione tra la struttura agraria e le differenti funzioni esplicate dai componenti (specie arboree ed erbacee, microrganismi del suolo, artropodi utili, impollinatori, ecc.). Indicatori di biodiversità a livello di paesaggio Agricoltura e ambiente Struttura Indicatori Unità di misura Tipo di indicatori Valore Densità colture arboree numero/ha IE X > 0,1 Densità colture erbacee numero/ha IE X > 0,3 Densità colture a leguminose in azienda numero/ha IE X > 0,02 Densità colture a leguminose poliennali numero/ha IE X > 0,01 Numero di specie animali aziendali numero IE --- Durata della rotazione numero IE X > 4 Grandezza appezzamenti ha IE 1 < X < 5 Rapporto lunghezza/larghezza appezzamenti numero IA X < 4 Adiacenza appezzamenti numero IA X = 1 Densità appezzamenti numero/ha IE X < 1 Diversità colturale numero IA X > 1 % aziendale di superficie ad habitat seminaturale % IE X > 5 Biodiversità delle siepi m/ha IE X > 0,2 Biodiversità delle aree boschive numero IE X > 0,1 10

Componenti Componente floristica Diversità delle specie (erbacee e arboree) nelle numero IA X > 2 infrastrutture ecologiche Ricchezza delle specie (erbacee e arboree) nelle numero IA X > 40 infrastrutture ecologiche Diversità delle specie erbacee a livello di numero IA X > 2 appezzamento Ricchezza di specie erbacee a livello di appezzamento numero IA X > 35 Fauna del suolo Diversità di specie target numero IS X > 2 Ricchezza di specie target numero IS X > 25 Diversità di specie a livello di ordine/famiglia numero IS X > 2 Ricchezza di specie a livello di ordine/famiglia numero IS X > 25 IE = indicatori essenziali; IA = indicatori addizionali; IS = indicatori specifici Tratto da: AA.VV. Indicatori di biodiversità per la sostenibilità in agricoltura, ISPRA 2009 Le specie target sono quelle attualmente individuate come bioindicatori, anche se non si è ancora giunti ad un identificazione ottimale. Tra le principali vi sono diversi tipi di insetti, aracnidi e crostacei. Alcuni studi ne evidenziano un maggior numero in aziende biologiche, in particolare predatori come i carabidi, gli stafinilidi e i ragni (Booij e Noorlander, 1992). Un indicatore recente è il Farmland Bird Index (FBI o Indice dell avifauna nelle aree agricole ), introdotto dalla Commissione Europea come uno dei valori che evidenziano l efficacia della realizzazione delle misure del Piano di Sviluppo Rurale. Infatti le specie di uccelli sono facilmente rilevabili: essi sono presenti in numerosi habitat e rispondono velocemente anche ai cambiamenti subiti da altre specie. Analisi a livello di suolo Il suolo può essere considerato un organismo vivente. Al suo interno soprattutto i microrganismi favoriscono le reazioni chimiche e le trasformazioni della sostanza organica e minerale. In un suolo risulta fondamentale non solo la fertilità chimica (presenza di elementi nutritivi), ma anche quella fisica (struttura del suolo) e biologica (microrganismi, artropodi, rettili, anfibi e piccoli mammiferi). La complessità di questa analisi richiede l uso di strumentazioni di laboratorio. Indicatori di biodiversità a livello di suolo Indicatori di I livello Unità di misura Carbonio organico totale % Sostanza organica % Azoto totale e minerale Azoto organico mineralizzabile, ammonio assimilabile (ambedue riserve azotate del suolo) Respirazione microbica g/kg di suolo g/kg di suolo mg C-CO2/kg suolo Agricoltura e ambiente 11

Respirazione basale (indica la decomposizione della sostanza organica) Biomassa microbica complessiva Quoziente metabolico Quoziente di mineralizzazione (indica l efficienza della metabolizzazione della sostanza organica da parte dei microrganismi) Rielaborato da: AA.VV. Indicatori di biodiversità per la sostenibilità in agricoltura, ISPRA 2009 mg C-CO2/kg suolo mg C/kg suolo Si ottiene dai valori della respirazione basale e microbica Per l analisi del suolo esistono anche indicatori di II e III livello, basati su estrazioni del DNA e analisi molecolari dei microrganismi. Infine può essere utilizzato un indicatore detto di IV livello, imperniato su un monitoraggio di tempo e spazio, ed effettuato quando i livelli precedenti rilevano stati di erosione della biodiversità (numero ridotto di specie microbiche), per individuarne le possibili cause e i tipi di microrganismi che si adattano alle caratteristiche del suolo esaminato. Il fattore erosivo deriva, solitamente, da condizioni sfavorevoli venutesi a creare per la presenza di inquinanti, scarsità di sostanza organica, squilibrio nel rapporto tra acqua ed aria. Un indicatore da evidenziare è la quantità di azoto e le forme (nitrico, ammoniacale, ecc.) sotto cui è presente: permette di razionalizzare la concimazione, essendo questo elemento uno dei maggiori problemi di inquinamento. A livello di suolo si può utilizzare per un primo esame anche l indice della Qualità Biologica del Suolo (QBS-ar) che - basandosi su valori di riferimento per singoli ambienti (bosco, arboricoltura da legno, diverse tipologie di coltivazione) - permette di valutare attraverso alcuni tipi di artropodi le alterazioni del terreno dovute a diserbanti, concimazioni e lavorazioni. % Agricoltura e ambiente 12 AZIONI PER LA BIODIVERSITÀ IN AGRICOLTURA Cosa può fare l azienda agricola per mantenere, favorire o incrementare la biodiversità? Dagli indicatori illustrati si vede che le possibilità sono numerose, alcune molto complesse e altre, come già detto, applicabili a seconda della tipologia aziendale. Nello schema sono riportati i possibili interventi per aumentare la biodiversità rispetto alle attività che ne provocano invece la riduzione. Un azione a favore della biodiversità è la creazione di siepi campestri: formate da specie arboree, arbustive ed erbacee autoctone lungo i confini degli appezzamenti, i bordi delle strade o i canali irrigui creano un habitat idoneo a molti organismi viventi, alcuni estremamente utili quali predatori di parassiti delle colture, e la necessaria variabilità floristica. Contemporaneamente le siepi sono habitat per l avifauna stanziale e zone di sosta per quella migratoria e fungono da connessione tra gli habitat naturali andando a rafforzare le reti ecologiche.

INCREMENTO DELLA BIODIVERSITÀ Fasce inerbite Colture di copertura Siepi e frangivento Rotazioni Consociazione Diversificazione habitat Gestione fertilità organica Lavorazione minima del terreno Gestione Agroecosistema Pratiche colturali Fitofarmaci Lavorazioni convenzionali Diserbo totale Concimazione chimica Monocoltura RIDUZIONE DELLA BIODIVERSITÀ (Tratto da: AA.VV. Indicatori di biodiversità per la sostenibilità in agricoltura, ISPRA, 2009) Esplicano la loro utilità anche nei confronti delle colture, in quanto svolgono diversi ruoli e funzioni: frangivento; protezione dall erosione; regolazione della temperatura e dell evapotraspirazione; mantenimento degli equilibri biologici ed arricchimento della diversità biologica; protezione da sostanze inquinanti dell aria. Nel caso di siepi poste lungo i canali irrigui è ridotta la temperatura dell acqua e limitata la luce: quale conseguenza si ha la riduzione dei processi di eutrofizzazione e di accumulo della sostanza organica nelle acque, con un miglioramento anche di quelle irrigue. Infine un aspetto da considerare è la produttività. La siepe può venire tagliata con un attento piano di ceduazione, ottenendo biomassa legnosa senza comprometterne le funzioni di habitat, di incremento della biodiversità e di valenza ambientale paesaggistica. PROBLEMATICHE LEGATE AL MANTENIMENTO DELLA BIODIVERSITÀ AZIENDALE La formazione di strutture che favoriscono la biodiversità - quali il mantenimento di infestanti o la creazione di siepi, zone umide, filari o boschetti - può in alcuni casi portare problemi alla coltura. Ad esempio la comparsa di nuovi parassiti, in particolare insetti, introdotti senza la presenza di predatori o limitatori naturali e che compiono parte del loro ciclo in zone cosiddette naturaliformi può disincentivare le attività a supporto della biodiversità. Agricoltura e ambiente 13

Il capitale naturale dell azienda agricola di XXXXXXX L uomo preleva le risorse naturali - minerarie, energetiche e biologiche - dall ambiente e le utilizza trasformandole. Nel caso dell impresa agricola, che basa la sua attività anche sull uso del capitale naturale impiegando direttamente una parte di queste risorse, la gestione di suolo, acqua e aria, e la tutela delle loro funzioni ecologiche sono collegate in maniera stretta alla conduzione aziendale e alle tecniche adottate nei vari processi produttivi. Agricoltura e ambiente Il suolo È una risorsa sensibile e sostanzialmente non rinnovabile: ha bisogno di lunghi periodi per formarsi, ma la sua distruzione può essere molto rapida, in particolare a causa del crescente utilizzo a fini edificabili. Il suolo è caratterizzato dalla presenza di un consistente numero di specie microbiche - per lo più batteri e funghi - che svolgono funzioni diverse: decomposizione della sostanza organica; azione di filtro biologico per la degradazione di agenti inquinanti; fissazione dell azoto atmosferico; formazione delle micorrize 1. Riveste un ruolo altrettanto importante la pedofauna che svolge un azione rimescolatrice tra la sostanza organica e la materia minerale, favorendo la formazione di aggregati e canalicoli, aumentando la porosità e, di conseguenza, migliorando l aerazione, la capacità d infiltrazione dell acqua e la disponibilità di quest ultima per gli apparati radicali delle piante. Un elemento basilare nella composizione del suolo degli ambienti naturali (boschi, praterie, ecc.) è l humus, che deriva dai processi di decomposizione dei residui organici attraverso l attività della flora microbica e degli agenti atmosferici. Il ruolo dell humus nei terreni agrari è parzialmente sostituito dall apporto di sostanza organica, che influisce positivamente sulle caratteristiche fisiche e chimiche del suolo, contribuendo ad assicurare una maggiore stabilità della struttura con la formazione di aggregati organico-minerali di dimensioni variabili che evitano la compattazione, 14 1 Sono simbiosi tra un fungo e l apparato radicale della pianta. La loro funzione è di accrescere la capacità di assorbimento degli elementi nutritivi, migliorando la produttività.

assicurano una migliore solubilizzazione degli elementi minerali, e una loro più facile assimilazione da parte delle piante. In ultimo la sostanza organica agisce favorevolmente sull attività dei microrganismi, rendendo loro disponibili elementi nutritivi. Nonostante l attività agricola favorisca la conservazione del suolo, l attuale tipo di agricoltura ne ha alterato le caratteristiche e la funzionalità con il compattamento, l erosione, la perdita di sostanza organica, l accumulo di principi attivi dei fitofarmaci e, in certi casi, l eccesso di alcuni elementi chimici presenti nei fertilizzanti. Negli anni le politiche di sviluppo rurale hanno cercato di introdurre nuove tecniche di gestione dei suoli agrari, anche attraverso l uso di strumenti di finanziamento. All agricoltura biologica e a quella integrata - che per prime hanno considerato gli aspetti ambientali - si sono aggiunte pratiche innovative come l agricoltura conservativa, i cui principi sono stati riconosciuti dall Unione Europea nel 2009 e che trovano già un applicazione nelle Regioni Veneto e Lombardia. Gli obiettivi dell agricoltura conservativa consistono nel preservare la struttura del suolo e la sua attività biologica, adottando tecniche quali la minima lavorazione, la semina su sodo, le coperture vegetali permanenti e gli avvicendamenti colturali. Con le minime lavorazioni o praticando la sola semina diretta e con la copertura permanente del suolo si può facilitare la presenza di sostanza organica e l accumulo di carbonio, evitando anche ulteriori emissioni di CO2 nell atmosfera. Inoltre si riduce il fenomeno di compattamento superficiale in quanto diminuiscono i passaggi in campo dei macchinari e - con il suolo meno disturbato - si favoriscono un attività biologica e una diversità microbica più elevate. Con la copertura permanente del terreno (colture di copertura, residui colturali, ecc.), oltre a ridurre l ossidazione della sostanza organica, lo si protegge dall azione della pioggia, riducendo il compattamento, i fenomeni erosivi, di percolazione dei diserbanti e di lisciviazione dei nutrienti (nitrati e fosfati). Quest ultima può essere contenuta ottimizzando le quantità di fertilizzanti in base alle esigenze della coltura e alle caratteristiche del suolo, distribuendoli solo lungo i solchi al momento della semina o interrandoli direttamente. Attualmente le limitazioni alla diffusione dell agricoltura conservativa sono legate alla necessità di un periodo di transizione di 5-7 anni prima che il sistema raggiunga l equilibrio, nei primi anni anche con una riduzione quantitativa delle rese. Inoltre c è da mettere in conto il significativo investimento iniziale in macchinari diversi rispetto all agricoltura tradizionale. l acqua L acqua rappresenta uno dei fattori determinanti per il risultato qualitativo e quantitativo delle produzioni agricole. Il fatto che sia un bene sempre più prezioso e oggetto di competizione con altri settori produttivi rende necessario razionalizzarne e ottimizzarne l uso, migliorando i sistemi irrigui aziendali, creando dei modelli per la stima del bilancio Agricoltura e ambiente 15

idrico suolo-coltura, valutando la scelta di colture e tecniche agronomiche. Tutto ciò porta anche a una gestione ottimale delle disponibilità d acqua a scala locale. Si sono sviluppate e sono in fase di continuo miglioramento tecniche quali la microirrigazione (sistema goccia a goccia) per aumentare l efficacia dell irrigazione e ridurre i volumi di adacquamento, al fine di limitare il dilavamento di nutrienti e molecole di sintesi dal terreno agrario a corpi d acqua superficiali o sotterranei. Oltre alla necessità di razionalizzare la quantità di acqua impiegata, risulta basilare la qualità restituita dall attività agricola al ciclo dell acqua. In quest ambito la Direttiva Nitrati (Direttiva europea 91/676/CEE) detta criteri, vincoli e divieti volti a tutelare le acque dall inquinamento dovuto all azoto di origine agricola. Attraverso l applicazione della Direttiva sono state individuate le Zone Vulnerabili da Nitrati di origine agricola (ZVN) e i relativi programmi d azione per mitigare l impatto in particolare delle aziende zootecniche. Per queste sono indicate specifiche caratteristiche degli impianti per lo stoccaggio di liquami e letami, mentre per tutte le imprese vincoli sui periodi di distribuzione e criteri agronomici per la fertilizzazione delle colture (apporti massimi consentiti di fertilizzanti azotati organici e di sintesi). Tra le possibili tecniche di abbattimento delle sostanze inquinanti ci sono la realizzazione di fasce tampone boscate o inerbite tra le aree coltivate e i corsi d acqua, oppure superfici per la fitodepurazione. In ambedue i casi l attività delle piante e dei microrganismi funge da filtro agli inquinanti e ai nutrienti presenti in eccesso. Al contempo le fasce tampone possono contenere l effetto deriva dei trattamenti fitosanitari sulle colture. Agricoltura e ambiente 16 l aria Rispetto alla risorsa aria, il settore agricolo ha un duplice rapporto: da un lato responsabile in parte per emissioni di gas climalteranti e di sostanze inquinanti, dall altro soggetto passivo di fronte ai loro effetti negativi. L agricoltura contribuisce all effetto serra con alcune emissioni gassose, quali ammoniaca (NH3), metano (CH4), protossido di azoto (N2O) e anidride carbonica (CO2). Le emissioni di ammoniaca, di metano e di protossido di azoto sono principalmente collegate all allevamento - per effetto della digestione degli animali e della gestione di liquami e letami -, mentre dal metodo di coltivazione del riso per sommersione derivano emissioni di metano, in quanto la materia organica del suolo viene decomposta in condizioni di terreno asfittico (anaerobiosi) dai batteri metanogeni. Per ridurre gli impatti prodotti dall attività zootecnica è possibile applicare la tecnica di produzione di energia tramite biogas da trattamento anaerobico. La miscela ottenuta (metano e anidride carbonica) può essere utilizzata per azionare un cogeneratore di energia elettrica e termica o per alimentare un bruciatore e produrre acqua calda e vapore. Per quanto riguarda l anidride carbonica - prodotta dall utilizzo di combustibili fossili per

le attività colturali - il saldo tra assorbimento ed emissioni risulta invece positivo, grazie all immagazzinamento nel suolo di carbonio e all assorbimento da parte dei vegetali di CO2. Infine, le tecniche colturali integrate, biologiche e conservative permettono la riduzione delle sostanze inquinanti quali i principi attivi e coformulati dei prodotti fitosanitari e dei diserbanti. Il paesaggio Le molteplici definizioni di paesaggio possono essere riassunte in quanto afferma il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio : «[ ] si intende una parte omogenea di territorio i cui caratteri derivano dalla natura, dalla storia umana o dalle reciproche interrelazioni. La tutela e la valorizzazione del paesaggio salvaguardano i valori che esso esprime quali manifestazioni identitarie percepibili» (D.L. 22 Gennaio 2004, n. 42, art. 131, commi 1 e 2). La norma dunque considera le azioni volte alla sua salvaguardia imprescindibili dal paesaggio stesso. Il paesaggio rurale somma gli aspetti produttivi a quelli ambientali e culturali: anche se non fa strettamente parte del capitale naturale, può essere considerato la risultante del suo utilizzo. Preservare e migliorare elementi quali suolo, acqua, aria e biodiversità permette di considerare le potenzialità del paesaggio rurale come produzione dell azienda agricola. Questo concetto vale in particolare per le imprese che si indirizzano verso attività multifunzionali: i servizi turistici (agriturismi, bed&breakfast, punti di appoggio per escursioni, ecc.), l accoglienza in cascina per la vendita delle proprie produzioni, le fattorie didattiche. Come già accennato nel capitolo precedente, il paesaggio si pone però a un livello superiore rispetto a quello della singola azienda agricola: di conseguenza gli interventi vanno valutati su una scala più ampia, coinvolgendo l intero territorio e gli enti preposti alla predisposizione e all applicazione degli strumenti pianificatori. Agricoltura e ambiente 17

I bilanci dell azienda agricola di XXXXXXX Agricoltura e ambiente 18 Come evidenziato nei capitoli precedenti, le scelte e gli indirizzi del settore agricolo non possono più prescindere dalla sostenibilità ambientale e dalla salvaguardia del capitale naturale. La motivazione è legata a: livello di degrado dell ambiente; richiesta dei portatori di interesse ( stakeholder), siano essi consumatori, cittadini, associazioni ambientaliste, enti locali, ecc.; normativa vigente; finanziamenti comunitari e nazionali indirizzati alla sostenibilità ambientale sotto ogni aspetto; opportunità di nuovi prodotti dell azienda agricola nell ambito della multifunzionalità. Ne consegue che l impresa si deve adeguare e considerare contemporaneamente il fattore ambiente un elemento della sua attività. Le diverse definizioni di agricoltura sostenibile hanno quali concetti fondamentali: assicurare il mantenimento nel tempo delle risorse naturali; garantire reddito e qualità della vita agli agricoltori per permettere loro la continuazione dell attività nel futuro; assicurare il mantenimento nel tempo delle funzioni sociali dell agricoltura: la produzione di cibo e la conservazione del territorio. Viene quindi a crearsi un rapporto stretto tra aspetti ecologici ed economici non divisibili, poiché la mancanza della redditività (aspetto economico) porterebbe alla cessazione dell attività e a quella della gestione del territorio da parte degli agricoltori. È necessario anche ricordare che fattori quali inquinamento atmosferico, delle acque superficiali e sotterranee, del suolo; rifiuti; degrado della biodiversità e del paesaggio causano all azienda un danno economico diretto: basti pensare alla perdita di fertilità di terreni sottoposti ad un carico di inquinanti elevato e prolungato. Il bilancio economico Poiché l azienda agricola è un attività imprenditoriale, le scelte - libere o imposte dall esterno

quali l adeguamento alle richieste degli stakeholder o alla normativa vigente - si devono basare su un risultato economico positivo. Anche se nella maggior parte dei casi il bilancio dell azienda agricola non è utilizzato per le imposizioni fiscali, dà una fotografia di quanto l imprenditore ha fatto per ottimizzare i fattori produttivi. Partendo quindi dalla tradizionale equazione di bilancio, dove sono inseriti i costi e i ricavi dell azienda, occorrerà - come vedremo in modo approfondito in seguito - individuare parallelamente misure fisiche che facciano comprendere se l azienda sta producendo reddito consumando, mantenendo o consolidando il suo capitale naturale ed eventualmente il suo patrimonio. L equazione di bilancio Plv-[(Sv+Q+Imp)+Sa+St+I+Bf]= ± T Il Tornaconto o profitto (T) rappresenta il compenso che spetta all imprenditore agricolo quale remunerazione per i rischi assunti nell attività. Tale voce può assumere valore positivo o negativo e, generalmente, tende a 0. Attivo La quota della produzione lorda totale ottenuta dall azienda e non reimpiegata è la produzione lorda vendibile (Plv), ovvero la voce attiva del bilancio che misura la capacità produttiva lorda di un fondo. Possono contribuire alla determinazione della Plv le entrate accessorie, cioè proventi che non derivano da una specifica attività, quali le erogazioni previste dalla politica agricola comunitaria (PAC) e le somme riscosse dalle imprese di assicurazione a compensazione dei danni subiti nel corso dell anno. Nella tabella sono riportate sinteticamente le differenze tra Plv e produzione lorda totale (Plt). Produzione lorda totale (Plt) Prodotti effettivamente venduti Prodotti reimpiegati nella produzione Passivo Produzione lorda vendibile (Plv) Produzioni erbacee, arboree e zootecniche Servizi forniti a terzi (noleggio macchinari aziendali, ospitalità rurale) Altre entrate (contributi PAC, premi per impegni agroambientali, premi assicurativi, finanziamenti, ecc.) Trasformazioni per prodotti finiti Variazione delle scorte (in attesa di vendita e di reimpiego) È composto da alcune voci sempre presenti, che comprendono le spese intraziendali quali spese varie (Sv), quote (Q) e imposte (Imp), interne all azienda e necessarie a svolgere l attività. Le altre voci passive sono correlate alla figura dell imprenditore agricolo. In particolare: salari (Sa) e stipendi (St) si riferiscono ai costi imputabili ai componenti l azienda agricola (costi impliciti non facilmente scorporabili) ma anche a soggetti esterni, quali manodopera salariata, amministratori esterni, ecc. Gli interessi (I) rappresentano la spesa relativa al calcolo dell interesse sul capitale agrario o di esercizio costituito dal capitale di scorta e dal capitale di anticipazione. Quest ultimo è costituito dalla somma necessaria a sostenere le spese di gestione, in agricoltura quasi sempre Agricoltura e ambiente 19

anticipate rispetto all incasso derivante dalla vendita dei prodotti ottenuti. Il beneficio fondiario (Bf) corrisponde al prezzo d uso del capitale fondiario (terra e miglioramenti fondiari): in altre parole, è il compenso spettante al proprietario del fondo, individuabile anche come canone d affitto. Spese varie (Sv) Quote (Q) Imposte e contributi (Imp) Salari (Sa) Stipendi (St) Interessi (I) Beneficio fondiario (Bf) Acquisto materiali e servizi (sementi, concimi, antiparassitari, carburanti, lubrificanti, spese veterinarie, energia elettrica, telefono, acqua potabile, ecc.) Reintegrazione (capitale fondiario, bestiame, macchinari) Manutenzione (capitale fondiario, macchinari) Assicurazione (capitale fondiario, macchinari, prodotti di scorta, produzioni attese e bestiame) IRAP, ICI, IVA, IRPEF, contributi consortili e assicurativi (INPS e INAIL) Retribuzione lavoro manuale Retribuzione lavoro intellettuale Interessi sul capitale agrario (capitale di scorta e di anticipazione) Prezzo d uso del capitale fondiario Una successiva elaborazione dei dati che tenga conto delle diverse figure che può ricoprire l agricoltore (proprietario, affittuario, capitalista o la loro combinazione) permette di conoscere i risultati economici della gestione e di interpretarli, valutando la capacità produttiva dell azienda o gli obiettivi che si è posta. Bisogna inoltre considerare che spesso le analisi sul reddito si fermano al confronto fra entrate ed uscite dell anno, senza tener conto della situazione patrimoniale, degli ammortamenti e in molti casi del costo del lavoro sia manuale sia intellettuale (scelte produttive, organizzazione, scelta dei mezzi tecnici, ecc.) svolto direttamente dall imprenditore e dai suoi familiari. Agricoltura e ambiente 20 IL BILANCIO AMBIENTALE E LE SUE FUNZIONI L inserimento dei costi ambientali (sopportati e/o generati) nei bilanci economici risulta abbastanza consolidato per quanto riguarda alcuni settori produttivi e gli enti locali, dove sono disponibili dati sulle interazioni positive e negative con l ambiente. Nell attività agricola, seppur strumento necessario per adeguarsi alle nuove richieste, le difficoltà nell individuazione delle voci da inserire e nella conseguente redazione del bilancio ambientale sono ancora molte. Questa redazione, oltre a fornire informazioni sulle criticità dell attività rispetto alla tutela dell ambiente, implica un approccio attivo suggerendo linee di sviluppo alternative per l azienda che può, in tal modo, migliorare le proprie performance riuscendo persino ad anticipare le prescrizioni normative sull inquinamento e il danno ambientale. IL BILANCIO AMBIENTALE NELL AZIENDA AGRICOLA Sulla base delle problematiche evidenziate, per avere un metodo che integri una serie di informazioni con la semplicità di raccolta dei dati, occorre partire definendo gli obiettivi che si vogliono ottenere, quindi la valutazione della redditività sostenibile dell azienda.

LA SOSTENIBILITÀ IN AGRICOLTURA SECONDO L UNIONE EUROPEA Nel 2001 l Unione Europea ha descritto la sostenibilità articolandola in tre aspetti. La dimensione economica analizza i risultati economici delle aziende riguardo all uso efficiente delle risorse, alla vitalità e competitività del settore, alla sua redditività, alla capacità di diversificazione del reddito delle famiglie contadine. La dimensione sociale pone l attenzione sul capitale umano, riferendosi principalmente alle pari opportunità (di genere, di area, ecc.) e alle opportunità di impiego nel settore. La dimensione ambientale esamina gli effetti delle attività agricole su suolo, aria, acqua, biodiversità e paesaggio. Lo strumento individuato deve essere: di compilazione relativamente semplice per accrescerne l applicabilità e, possibilmente, la diffusione fra le aziende; senza eccessive difficoltà nella raccolta delle informazioni, in quanto spesso nelle aziende agricole non sempre sono disponibili i dati del bilancio contabile; di chiaro e immediato riscontro sugli effetti ambientali dell attività; di facile interpretazione e leggibilità per l azienda e per chi si relaziona con essa. Per questo motivo occorre rinunciare ad acquisire alcune informazioni di dettaglio - che potrebbero assicurare un esame approfondito, ma riservato a pochi - sulle relazioni fra produzione agricola e conservazione dell ambiente. I bilanci sono composti da due strumenti di analisi: lo stato patrimoniale e il bilancio contabile. Il primo è indispensabile per verificare che il reddito non sia determinato dall erosione (consumo) dei fattori che lo hanno prodotto. Nelle aziende agricole fra gli elementi del patrimonio aziendale rientra anche il capitale naturale, cioè la dotazione in terreni, boschi, ecc. Quindi il reddito deve essere ottenuto mantenendolo quale parte del patrimonio stesso. Questo vale ad esempio per la perdita di fertilità di un suolo e della sua produttività che sono proporzionali al contenuto in sostanza organica. E gli esempi non si esauriscono qui, anzi l analisi potrebbe essere estesa anche ad altri elementi, quali la dotazione di macchine, valutandone l efficienza energetica, o gli edifici, verificandone il carattere storico. Come già anticipato, le variazioni annuali (in positivo e in negativo) consentiranno di comprendere se si sta producendo reddito consumando, mantenendo o consolidando il capitale naturale e di conseguenza il patrimonio. Una lettura e un interpretazione semplice dei dati, nonché una loro facile rilevabilità, richiedono dunque l utilizzo di misure fisiche e non economiche. Parallelamente è necessario integrare le informazioni con quelle relative all esercizio in corso (es. acquisto di concimi, fitofarmaci, ecc.) che possono migliorare o peggiorare la qualità del capitale naturale, da assumere partendo dai dati del bilancio contabile. In particolare, individuando strumenti in grado di fornire chiavi di lettura del proprio operato all imprenditore agricolo, è utile valutare come si modifica nel tempo la capacità dell azienda di spostare spese e ricavi verso pratiche sostenibili, ad esempio acquistando antiparassitari microbiologici al posto di quelli di sintesi chimica, oppure aumentando la quota delle entrate derivate da attività didattiche, ecc. Agricoltura e ambiente 21

Bisogna anche evidenziare che alcune scelte considerate come sostenibili sono dettate, ad esempio, da andamenti di mercato: una riduzione nell applicazione di concimi azotati può essere determinata da una maggiore convenienza economica nella coltivazione del frumento rispetto al mais. In questo caso dal bilancio ambientale si desume un effetto positivo sull ambiente. Tuttavia il risultato permette di approfondire motivazioni e rapporti costi/opportunità. PROPOSTA DI UN BILANCIO AMBIENTALE PER LE AZIENDE AGRICOLE Lo strumento per la definizione di un bilancio ambientale che sia di facile interpretazione da parte dell imprenditore agricolo deve comprendere: uno stato del patrimonio naturale ; un conto economico relativo a costi e ricavi riconducibili direttamente ad effetti di tipo ambientale; un set di indicatori che permetta un analisi dei risultati ambientali della conduzione aziendale nel tempo e in confronto ad altre realtà operative, definendo quali sono determinabili a livello di singola azienda sulla base delle raccolte dati previste e considerate possibili. La priorità nella scelta verrà assegnata agli indicatori stabiliti dall U.E. per la valutazione degli effetti ambientali (e sul territorio rurale) nelle diverse azioni di politica agricola. Agricoltura e ambiente 22 Patrimonio naturale Il patrimonio naturale può essere ricondotto ad alcuni elementi: il suolo, l acqua, la biodiversità e ad altri legati alla capacità dell azienda di fornire servizi di tipo strettamente ambientale o sociale, rivolti al mantenimento o al rafforzamento della ruralità. Capitale suolo e suo utilizzo La prima distinzione è tra suolo coltivato e non coltivato, anche se in entrambi i casi si tratta di una superficie gestita attraverso l attività agricola. La tabella riassume le informazioni da raccogliere per definire il capitale naturale suolo, le grandezze fisiche da utilizzare e alcune note in grado di perfezionare la qualità dei dati raccolti. Dati Unità di misura Informazioni aggiuntive Superficie totale ha ----- SAU di cui prati permanenti, pascoli ha ----- e prati pascoli, foraggere poliennali, marcite, prati ricchi di specie, altri prati caratteristici della zona SAU irrigua ha Suddividere la superficie in funzione del tipo di irrigazione/impianto irriguo Carico di bestiame UBA/ha ----- Boschi di cui ad alto fusto, cedui, con piano di gestione ha -----

Elementi lineari del paesaggio (*) di cui siepi, piantate, aree ripariali m Per ogni formazione lineare, in particolare per le siepi: numero di specie presenti; rapporto fra arboree/ arbustive; conoscenza della specie prevalente e della sua presenza in percentuale Zone umide ha Numero di zone umide presenti e per ognuna di esse: superficie e periodo di presenza dell acqua Piante isolate numero Identificazione delle piante in mappa Appezzamenti/corpi numero Per ogni appezzamento: distanza dal centro aziendale (m); contenuto in sostanza organica del suolo (*) Questo dato può essere ottenuto anche utilizzando foto aeree o satellitari e strumenti di misurazione disponibili sul web Capitale acqua Occorre far riferimento alla disponibilità di acqua irrigua per l azienda, soffermandosi solo sulla dotazione dell impresa senza considerare le risorse che derivano dall appartenenza a consorzi irrigui, sulle quali la singola azienda non ha possibilità e capacità di intervento. Dati Unità di misura Informazioni aggiuntive Pozzi numero Per ogni pozzo indicare la portata media annua (mc) Fontanili e risorgive numero Per ogni fontanile o risorgiva indicare la portata media annua (mc) Bacini di raccolta acqua numero Per ogni bacino indicare la capacità (mc) Capitale biodiversità Si riferisce sia all agroecosistema (informazioni raccolte nella tabella dedicata al capitale suolo), sia al materiale genetico vegetale ed animale che l azienda utilizza per le produzioni. Per quest ultimo si possono considerare i dati riportati di seguito. Dati Unità di misura Informazioni aggiuntive Specie coltivate numero Cereali ed ortaggi di vecchie varietà coltivati di cui di vecchie varietà numero locali Frutta e vite di vecchie varietà coltivati di cui di vecchie varietà locali numero Specie allevate numero Il numero di capi Razze a rischio di estinzione allevate di cui razze autoctone numero La superficie coltivata per ogni specie, possibilmente suddivisa per varietà allevati per ogni specie, possibilmente suddiviso per razze Capitale economico-sociale Come s è detto, la sostenibilità deve considerare anche gli aspetti economici e sociali. Nella costruzione dello stato patrimoniale dell azienda assume quindi importanza cercare di definire un patrimonio naturale sociale. Dati Unità di misura Informazioni Posti di lavoro in azienda ULU/anno Tipologie: a tempo pieno, a tempo parziale, a tempo determinato, indeterminato, categorie oggetto di discriminazione Fattoria didattica numero Numero di classi e di alunni per anno Agricoltura e ambiente 23