DIPARTIMENTO DI SOSTEGNO



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DIPARTIMENTO DI SOSTEGNO Anno scolastico 2012/2013

L integrazione scolastica degli alunni con bisogni educativi speciali Premessa Linee essenziali per l integrazione degli alunni con bisogni educativi speciali Indicazioni ministeriali per un adeguato svolgimento del percorso scolastico dell alunno con bisogni educativi speciali Valutazione dell alunno con bisogni educativi speciali Organizzazione del lavoro: Docente di sostegno/èquipe Pedagogica Iniziative di Continuità/Accoglienza/Orientamento Competenze e attività del docente specializzato sul sostegno PREMESSA Le istituzioni scolastiche, secondo i principi sanciti dalla Costituzione ed alla luce della Legge 59/1997 e del D.P.R. 275/1999, promuovono il diritto allo studio, predispongono le condizioni e realizzano le attività utili al raggiungimento del successo formativo di tutti gli studenti. Il concetto tradizionale di disabilità, focalizzato solamente sul deficit della persona, risulta ormai superato. Infatti, sia la Convezione ONU per i diritti delle persone con disabilità, sia l ICF International Classification of Functioning, Disability and Health ( Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute ), concordano nel riconoscere la disabilità come determinata dall interazione tra il deficit di funzionamento della persona e il contesto sociale ( modello sociale della disabilità ). La persona non va considerata soltanto dal punto di vista sanitario, ma nella sua globalità e complessità, come insieme di potenzialità e risorse, la cui espressione è fortemente condizionata dal contesto in cui vive e opera. In questa nuova prospettiva la scuola è chiamata ad attivarsi per definire il grado della Qualità della Vita delle persone con disabilità attraverso l individuazione di problematiche e proposte di intervento per 2

una effettiva ed efficace integrazione che coinvolga in modo attivo tutti i soggetti interessati (personale della scuola, Enti Locali, ASL, famiglie). LINEE ESSENZIALI PER INTEGRAZIONE/INCLUSIONE DEGLI ALUNNI CON BES Un integrazione scolastica, sostanziale e non formale, richiede una vigorosa leadership gestionale e relazionale da parte del Dirigente Scolastico e una attiva collaborazione di tutto il personale della scuola. Ai fini della piena integrazione scolastica e sociale degli alunni con BES, si riconosce nella figura del Dirigente Scolastico il garante dell Offerta Formativa progettata e attuata dal nostro Istituto. In tale prospettiva, per la realizzazione delle attività concernenti l integrazione scolastica, il Dirigente Scolastico: Valorizza progetti che attivano strategie orientate a potenziare il processo di integrazione/inclusione; Guida e coordina le azioni/iniziative/attività connesse con le procedure previste dalle norme di riferimento: presidenza del G.L.H. d Istituto, formazione delle classi, utilizzazione degli insegnanti per le attività di sostegno; Indirizza l operato dei singoli consigli di classe affinché promuovano e sviluppino le occasioni di apprendimento, favoriscano la partecipazione alle attività scolastiche e collaborino alla stesura del P.E.I.; Coinvolge attivamente le famiglie e garantisce la loro partecipazione durante l elaborazione del P.E.I.; Cura il raccordo con le diverse realtà territoriali; Attiva specifiche azioni di orientamento per assicurare continuità nella presa in carico del soggetto da parte della scuola successiva; Intraprende le iniziative necessarie per individuare e rimuovere eventuali barriere architettoniche e/o senso-percettive. L attività del Dirigente scolastico, in materia di integrazione scolastica degli alunni con BES, si concretizza anche mediante l istituzione del G.L.H. d Istituto (Gruppo di Lavoro per l Handicap), al quale sono affidati i seguenti compiti: 3

Analisi della situazione complessiva nell ambito dell Istituto (numero di alunni con bisogni educativi speciali, tipologia degli handicap, classi coinvolte); Analisi delle risorse, sia umane sia finanziarie, a disposizione dell Istituto; Formulazione di una proposta di calendario per gli incontri dei gruppi tecnici; Verifica periodica degli interventi. Pertanto il GLH, sulla base dell esperienza maturata nel corso degli anni e delle indicazioni contenute nelle Linee Guida per l Integrazione Scolastica degli Alunni con BES, ritiene opportuno innalzare il livello qualitativo degli interventi formativi ed educativi attraverso un piano di lavoro che possa agevolare ed allo stesso tempo monitorare il percorso reale dell integrazione socio-scolastica. Il Gruppo di Lavoro, pur nel rispetto delle variabili connesse con l individualità di ciascun caso, ritiene altresì necessario fissare un iter metodologico-didattico comune che sia il più omogeneo possibile, fornendo e indicando condizioni e modalità attuative, materiali e azioni atte a garantire un attività educativa e didattica proficua e adeguata alla situazione. A tale proposito, il G.L.H. fornisce agli insegnanti specializzati le seguenti indicazioni operative: a) Ricognizione del tipo di handicap di cui è portatore l alunno; b) Acquisizione dei dati attraverso lo studio del corredo documentario dell alunno: Diagnosi Clinica; Diagnosi Funzionale; Profilo Dinamico Funzionale; P.E.I. elaborato nell anno precedente; Relazione Finale elaborata nell anno precedente; c) Rilevazione della situazione di partenza; d) Elaborazione del PEI e del PDF. Il punto di partenza dell attività progettuale è quindi rappresentato dalla rilevazione della situazione di partenza dell alunno effettuata attraverso l osservazione sistematica delle abilità e delle potenzialità, oltre che dei deficit. A tale riguardo, l insegnante di sostegno si doterà di materiali strutturati ad hoc e di strategie ed interventi concordati con gli insegnanti curricolari nell ottica della piena collaborazione. In ogni caso, ad una prima indagine potranno sempre seguire 4

ulteriori osservazioni aggiuntive e/o integrative, qualora se ne ravvisi la necessità, soprattutto per gli alunni inseriti nella classi prime, la cui analisi della situazione di partenza presenta maggiori difficoltà e richiede tempi più lunghi. Al fine di rendere più efficace l attività di sostegno in questa prima fase osservativoricognitiva, si ritiene opportuno procedere nel seguente modo: Esaminare la documentazione pervenuta dalla A.S.L. di competenza (Diagnosi Funzionale) e dall istituto o Classe di provenienza (Fascicolo Personale; Profilo Dinamico Funzionale; Piano Educativo Individualizzato); Utilizzare una griglia di osservazione da integrare eventualmente con annotazioni libere sui comportamenti e sulle abilità nelle varie situazioni (nel gruppo classe, in presenza dell insegnante di sostegno, nelle attività individuali, ecc.); Prendere contatto con gli insegnanti dell istituto o Classe di provenienza, con i genitori, con l Èquipe Socio-Psico-Pedagogica, con i referenti dei centri socioassistenziali specializzati eventualmente frequentati dall alunno. Le informazioni raccolte, riunite e coordinate nel registro personale dell insegnante di sostegno, saranno poi elemento di base, assieme alle risultanze della Diagnosi Funzionale, per la stesura della programmazione educativo-didattica individualizzata, del Profilo Dinamico Funzionale e del Piano Educativo Individualizzato. Il P.D.F. e il P.E.I. restano di fatto gli strumenti essenziali attraverso i quali si esercita il diritto all istruzione e all educazione dell alunno con bisogni educativi speciali. Da ciò il rilievo che assume la realizzazione di tali documenti, effettuata mediante il coinvolgimento dell istituzione scolastica, degli enti pubblici che hanno come finalità la cura della persona e la gestione dei servizi sociali e, naturalmente, delle famiglie. Una serie di adempimenti previsti dalla legge, infatti, riconosce la partecipazione delle famiglie degli alunni con BES al processo di integrazione (L. 104/92, art. 12). La Legge del 5 febbraio 1992, n. 104, che rappresenta il punto di riferimento sostanziale in materia di integrazione scolastica e sociale delle persone con disabilità, enfatizza l atteggiamento di cura 5

educativa nei confronti degli alunni diversamente abili che si realizza attraverso un percorso formativo alla cui individuazione e condivisione partecipano più soggetti istituzionali, in primis scuola e famiglia. INDICAZIONI MINISTERIALI PER UN ADEGUATO SVOLGIMENTO DEL PERCORSO SCOLASTICO DELL ALUNNO CON BES Nella scelta del percorso scolastico più idoneo per l alunno con disabilità bisogna partire da due considerazioni di fondo: L idea che si ha dell alunno: l analisi delle sue reali capacità. L alunno nel suo cammino di integrazione scolastica e sociale: è o sarà in grado di spendere in modo autonomo le competenze acquisite nel triennio? Si possono seguire due percorsi scolastici: a) una programmazione globalmente riconducibile agli obiettivi minimi previsti dai programmi ministeriali; b) una programmazione differenziata. a) PRIMO PERCORSO: Programmazione riconducibile agli obiettivi minimi previsti dai programmi ministeriali, o comunque ad essi globalmente corrispondenti (O.M. n. 90 del 21/05/2001, art. 15, comma 3). Per gli studenti che seguono obiettivi riconducibili ai programmi ministeriali è possibile prevedere: un programma minimo con la ricerca dei contenuti essenziali delle discipline; un programma equipollente con la riduzione parziale e/o sostituzione dei contenuti, ricercando la medesima valenza formativa (D.L.vo 297/1994, art. 318). Sia per le verifiche che vengono effettuate durante l anno scolastico, sia per le prove che vengono effettuate in sede di esame, possono essere predisposte prove equipollenti, che verifichino il livello di preparazione raggiunto e le abilità sviluppate al termine del percorso di studio.le prove equipollenti possono essere effettuate con l ausilio di mezzi diversi o con modalità diverse: 6

MEZZI DIVERSI: le prove possono essere, ad esempio, svolte con l ausilio di apparecchiature informatiche; MODALITÀ DIVERSE: il Consiglio di Classe può predisporre prove utilizzando modalità diverse (ad esempio questionari a diversa tipologia di item: risposta multipla, Vero/Falso, ecc.). Gli alunni possono usufruire di tempi più lunghi nelle prove scritte (dell O.M. n. 90 del 21/05/2001, art. 15, comma 9; D.L.vo n. 297/94, art. 318, comma 3). Gli assistenti dell autonomia e comunicazione possono essere presenti durante lo svolgimento solo come facilitatori della comunicazione (D.M. 25 maggio 95, n. 170). Gli alunni partecipano a pieno titolo agli esami finali e acquisiscono il titolo di Studio. b) SECONDO PERCORSO: Programmazione differenziata in vista di obiettivi didattici formativi non riconducibili ai programmi ministeriali. Questo percorso richiede necessariamente il consenso della famiglia (O.M. n. 90 del 21/05/2001, art. 15, comma 5). Il Consiglio di Classe, infatti, deve dare immediata comunicazione per iscritto alla famiglia, fissando un termine per manifestare un formale assenso. In caso di mancata risposta, si intende accettata dalla famiglia la valutazione differenziata; in caso di diniego scritto, invece, l alunno deve seguire la programmazione di classe. La programmazione differenziata consiste in un piano di lavoro personalizzato per l alunno, stilato sulla base del P.E.I. da ogni docente del Consiglio di Classe per ogni singola materia. Gli alunni vengono valutati con voti decimali, che sono relativi unicamente al P.E.I. ed hanno valore legale solo ai fini della prosecuzione degli studi. Per gli alunni che seguono un P.E.I. differenziato, ai voti riportati nello scrutinio finale e ai punteggi assegnati in esito agli esami si aggiunge, nelle certificazioni rilasciate, l indicazione che la votazione è riferita al P.E.I. e non ai programmi ministeriali (O.M. 90 del 21/05/2001, art. 15, comma 6). 7

VALUTAZIONE DELL ALUNNO CON BES La valutazione dell alunno, al di là di ogni discorso relativo a soggettività ed oggettività, deve essere innanzitutto educativa, aperta e disponibile all ascolto e al dialogo, testimonianza privata e pubblica di valori, condivisione empatica di esperienze, problemi e scelte, significatività del proprio ruolo di adulti e di insegnanti. Conoscenze e competenze professionali diventano, in tale prospettiva, le occasioni che consentono di leggere al meglio i bisogni e i disagi dei preadolescenti in difficoltà e di intervenire prima che si trasformino in malesseri conclamati, disadattamenti e etichette. Il punto di forza in questa strategia è rappresentato dal coinvolgimento delle famiglie: i genitori, infatti, sono chiamati in prima persona a confrontarsi non solo con gli eventi scolastici dei figli, ma anche e soprattutto con l evoluzione della loro personalità. Laddove tale coinvolgimento venisse a mancare, la scuola stessa è chiamata ad affrontare questo punto di debolezza, utilizzando tutte le risorse a propria disposizione, a cui si aggiungono quelle delle istituzioni della società civile presenti sul territorio, per realizzare elementi concreti per progettare, attuare correttamente e verificare interventi educativi e didattici mirati. La valutazione delle abilità di base sarà effettuata seguendo una griglia di osservazione per la cui compilazione si porranno in essere attività di osservazione sistematica. La griglia di osservazione è utile per stabilire i livelli di partenza nelle varie abilità e risulta una guida sistematica per una valutazione esaustiva ed oggettiva. Essa fa oggetto di analisi tutta la personalità del soggetto cogliendone, nella loro interdipendenza, i diversi settori e per ciascuno di questi le molteplici componenti. La valutazione delle abilità con la griglia di osservazione va eseguita in tre momenti: 1. all inizio dell anno scolastico per valutare la situazione di partenza allo scopo di poter elaborare la programmazione e i progetti didattici più idonei per i soggetti diversamente abili; 8

2. al termine del primo quadrimestre per verificare e valutare il raggiungimento degli obiettivi al fine di poter effettuare interventi adeguati, rapidi e puntuali; 3. alla conclusione dell anno scolastico per verificare i progressi compiuti rispetto alla situazione iniziale. La valutazione va effettuata in decimi e rapportata al P.E.I., che rappresenta il punto di riferimento costante dell attività educativa; essa, pertanto, va considerata come valutazione dei processi formativi e non solo come valutazione della performance scolastica. È essenziale, nel progetto di lavoro con il soggetto diversamente abile, che vengano considerate le capacità dell alunno più che le difficoltà presenti per valorizzarne le potenzialità. A tale proposito si ritiene opportuno, previo accordo con i docenti curricolari e in relazione alla singolarità del caso, declinare i criteri di valutazione in base ai bisogni e agli obiettivi prefissati per il soggetto. In questa prospettiva il P.E.I., affinché sia strumento concreto ed efficace di integrazione scolastica e sociale, potrà subire modifiche anche in itinere per renderlo più rispondente ad eventuali nuovi bisogni ed emergenze rilevate. ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO: DOCENTE DI SOSTEGNO/ÈQUIPE PEDAGOGICA L obiettivo fondamentale della Legge 104/92, in ambito scolastico, è lo sviluppo degli apprendimenti mediante la comunicazione, la socializzazione e la relazione interpersonale. A tale riguardo, il nostro Istituto si propone di portare gli alunni con bisogni educativi speciali al pieno sviluppo delle proprie potenzialità, articolando l attività di insegnamento secondo le modalità più idonee per il raggiungimento del successo formativo. Ad inizio anno scolastico tutto il personale docente, curricolare e per le attività di sostegno, è impegnato nella programmazione educativa e didattica, che definisce gli obiettivi di apprendimento per gli alunni con disabilità in correlazione con quelli previsti per l intera classe. Gli obiettivi saranno raggiungibili mediante la collaborazione e il coordinamento di 9

tutte le componenti in questione nonché attraverso una puntuale pianificazione degli interventi educativi, formativi e riabilitativi, così come previsti nella programmazione educativo-didattica individualizzata. L insegnamento di sostegno verrà impostato tenendo conto delle attività della classe e delle esigenze dell alunno secondo un quadro orario che conterrà le indicazioni delle ore in cui interviene l insegnante specializzato e delle modalità di intervento (rapporto individuale, a piccoli gruppi, compresenza, ecc.). Tale quadro orario, per essere strumento di programmazione e di lavoro efficace, sarà vincolante, ma al tempo stesso avrà la caratteristica della flessibilità, per cui potrà essere modificato ogni qualvolta se ne ravvisi la necessità educativodidattica (per esempio per effettuare particolari attività che occupino periodi di tempo limitati, per esigenze dell alunno diversamente abile o del gruppo classe, per consentire la realizzazione di attività di laboratorio, attività interdisciplinari, attività a classi aperte, ecc.). L attività del sostegno si realizzerà mediante: a) l individuazione dell insegnamento e dell apprendimento nella classe; b) l organizzazione di appositi spazi di attività di lavoro in gruppi di livello, classi aperte orizzontali e verticali, ove possibile. Spazi di lavoro: Classe, palestra, laboratori, ambiente esterno (uscite didattiche). Attività progettate: Le attività progettate (recupero didattico, attività di sviluppo, ecc.) sono strettamente relazionate al soggetto, considerato in rapporto alle attività di classe. Interventi individualizzati: All interno di ogni quadro disciplinare si prevede un apposito spazio destinato all indicazione degli interventi individualizzati attuati, affinché tutti gli alunni e non solo quelli con problemi di apprendimento possano seguire itinerari didattici personalizzati ed adeguati quanto a metodologia, tempi, supporti e qualità delle 10

esperienze educative. Tali interventi possono caratterizzarsi in attività di recupero, di consolidamento, di sviluppo, di potenziamento. Non si tratta soltanto di progettare attività aggiuntive o integrative a quelle curricolari (comunque da ricondurre ad un progetto didattico unitario), ma di incidere positivamente sulle condizioni che possono favorire e facilitare processi di apprendimento adeguati per tutti gli alunni. Motivazioni delle attività e scelte operative conseguenti Gli interventi didattici ed educativi per l alunno con BES riguarderanno: promozione delle capacità comunicative: spazio dato ai linguaggi non verbali accentuazione del processo di passaggio dal concreto (materiali oggetti, vissuti) all astratto:attività di manipolazione per giungere alla fase grafica accrescimento dei ritmi di attenzione e dell adeguamento alla realtà:promozione dell impegno continuato di lavoro sviluppo del processo di socializzazione, al fine di favorire l integrazione e la presa in carico da parte del gruppo: attività di gruppo possibilità di inserimento nell ambito del lavoro di gruppo:attività in cui sia possibile strutturare uno spazio di lavoro adeguato ai bisogni dell alunno (es: dècoupage, ecc.) accentuazione dei ritmi attentivi e di memorizzazione : utilizzo di sussidi didattici e di software rispetto dei bisogni dell alunno:spazio adeguato alle personalità mediante l attivazione delle molteplici attività espressive Tempi tecnici e indicazione sintetica delle attività relative al sostegno La progettazione e l attuazione di interventi educativi e didattici per una concreta inclusione scolastica e sociale dell alunno con bisogni educativi speciali richiede la collaborazione di tutte le istituzioni presenti sul territorio (scuola, Enti Locali, ASL, famiglia). Si tratta di un attività complessa che, nell ottica della 11

corresponsabilità educativa, va effettuata attraverso incontri/confronti tra i diversi soggetti coinvolti in tale processo. A titolo indicativo, si prospettano i tempi tecnici per la convocazione delle riunioni afferenti all area Handicap e le competenze delle Èquipe Pedagogiche. Ottobre: Convocazione dell Èquipe Pedagogica con la presenza dei genitori per la stesura del P.E.I. ed eventuale aggiornamento del P.D.F. Novembre: Costituzione del Gruppo di Lavoro composto dal Dirigente Scolastico, da uno o più insegnanti, da membri dell Èquipe specialistica della ASL competente per il territorio, da un esperto dei problemi degli alunni portatori di handicap, da un rappresentante del servizio sociale, dai rappresentanti dei genitori degli alunni disabili, secondo quanto previsto dalla C.M. 262 del 22/09/89, la legge 104/92, la C.M. 122 del 11/04/94; Riunione programmatica del Gruppo H in concomitanza con le riunioni dipartimentali; iniziative di accoglienza degli alunni diversamente abili. Gennaio- Febbraio: Iniziative di continuità e orientamento. Incontro con i docenti delle SMS e in collaborazione con la F.S. dell area specifica. Maggio: Stesura della Relazione Finale. INIZIATIVE DI ACCOGLIENZA, CONTINUITÀ E ORIENTAMENTO Nell ottica della continuità e dell accoglienza sono previsti momenti di collaborazione e di incontro tra le SMS del territorio e il nostro Istituto. Nel corso dell anno scolastico, infatti, si prenderanno contatti con i docenti delle SMS ai fini di rendere il più armonico possibile l ingresso degli alunni nella Scuola 12

Secondaria di II grado; sarà, inoltre, possibile effettuare presso il nostro Istituto visite e incontri tesi a favorire lo scambio delle informazioni, il confronto di metodi e strategie, la conoscenza da parte degli alunni del nuovo ambiente, degli operatori e degli insegnanti. Al momento dell Accoglienza sarà premura dei docenti di classe, in collaborazione con il docente di sostegno, predisporre attività gestite, iniziative di tutoring da parte dei compagni di classe, attività che promuovano l integrazione del gruppo classe. Per quanto riguarda, invece, l Orientamento, momento chiave del progetto di vita dell alunno, un contributo importante all orientamento dei diversamente abili è dato dal Progetto d Istituto, che ha come obiettivo quello di individuare in modo sinergico tra alunno, famiglia, docenti di scuola media inferiore e superiore, operatori ed educatori il percorso scolastico più idoneo nella prospettiva della piena integrazione sociale e di un effettivo avvicinamento al mondo del lavoro. A tale proposito, il Gruppo H collabora col Consiglio di Classe nel prospettare alcune ipotesi orientative per il prosieguo dell iter scolastico degli alunni e partecipa attivamente agli incontri, presentando i vari casi ed esponendo le problematiche connesse. Tale attività si propone le seguenti finalità: Orientare gli alunni diversamente abili rispetto alle opportunità offerte dal contesto di riferimento sia a livello scolastico sia a livello professionale; Favorire lo sviluppo di abilità cognitive; Permettere la crescita ed il consolidamento delle potenzialità della persona con disabilità in termini di autonomia e di relazioni. COMPETENZE E ATTIVITÀ DEL DOCENTE SPECIALIZZATO SUL SOSTEGNO La figura del docente specializzato sul sostegno è resa indispensabile dalla presenza dell alunno con bisogni educativi speciali ed è diritto del soggetto usufruire pienamente della sua assistenza. Si auspica, pertanto, che al 13

docente di sostegno non si affidi sia l alunno sia la classe, salvo particolari esigenze dell organizzazione interna dell Istituto. La presenza dell'insegnante di sostegno si concreta attraverso la sua funzione di coordinamento della rete delle attività previste per l'effettivo raggiungimento dell'integrazione. In tale prospettiva, il docente specializzato sul sostegno: 1. Accoglie l alunno diversamente abile; 2. Analizza la situazione di partenza; 3. Prepara ed informa il gruppo classe sulle problematiche relative all handicap specifico; 4. Inserisce l alunno diversamente abile nei progetti di classe, secondo modalità e strategie adeguate alla tipologia dell handicap; 5. Individua le aree fondamentali del curricolo; 6. Stabilisce gli obiettivi: Potenziare le abilità attentive; Perfezionare le condotte motorie; Accrescere l autostima; 7. Sviluppare le abilità cognitive (attività rivolta alla produzione comunica tiva, verbale e/o alternativa ; lettura e scrittura funzionale; matematica funzionale, ecc.); 8. Far acquisire una autonomia personale che renda l alunno in grado di gestire indipendentemente il maggior numero possibile di ambienti e la possibilità di integrazione sociale; 9. Sviluppare e potenziare le abilità sociali per l acquisizione di comportamenti socialmente accettabili. 10. Produce verifiche in itinere, orali e scritte; 11. Produce la verifica sommativa. L integrazione scolastica si realizza nella sua concretezza quando si effettuano esperienze e si attivano apprendimenti insieme agli altri, condividendone obiettivi e strategie di lavoro; essa, pertanto, non può essere lasciata al caso o all iniziativa 14

degli insegnanti di sostegno, che operano come organi separati dal contesto della classe e della comunità educante. Si ribadisce quindi il dovere di eliminare l atteggiamento di delega nei confronti dell insegnante specializzato, il quale risulta a tutti gli effetti contitolare, assieme ai docenti curricolari, dell azione formativa rivolta sia all alunno disabile sia all intera classe, in tutti i suoi momenti progettuali, attuativi e valutativi. Si ricorda, infine, che il docente di sostegno partecipa a pieno titolo alle operazioni di valutazione periodica e finale degli alunni della classe con diritto di voto. A tale proposito allegherà al proprio registro l elenco recante i nomi di tutti gli alunni della classe di cui è contitolare. Note E ancora poco diffusa e spesso non adeguata, la conoscenza del nuovo approccio culturale e metodologico alla disabilità proposto dall OMS: l ICF. Il modello proposto dall ICF, superando la classica relazione menomazione/disabilità/handicap, descrive la disabilità come la conseguenza o il risultato di una complessa relazione tra la condizione di salute di una persona, i fattori personali e quelli ambientali. Rappresenta, infatti, un capovolgimento di logica che pone al centro la qualità della vita delle persone affette da una patologia, e proponendo, inoltre, un modello biopsicosociale ed inclusivo della disabilità, riesce ad ovviare alla contrapposizione tra il modello puramente medico e quello puramente sociale di disabilità. L ICF apporta una vera e propria rivoluzione culturale, in quanto non propone più una classificazione della disabilità, come accadeva con l ICIDH del 1980, in base al quale, al danno anatomico o funzionale (minorazione), conseguivano, in modo lineare, l incapacità della persona di svolgere un azione o un compito, ed infine lo svantaggio esistenziale o handicap, ma propone una definizione di disabilità quale condizione di salute in un ambiente sfavorevole. Questa definizione fa comprendere che è stato superato il vecchio concetto che sosteneva che dove finiva la salute iniziava la disabilità e che aveva inteso le persone con disabilità un gruppo separato dal resto della società. Passaggio culturale reso possibile grazie: -alla consapevolezza che qualunque persona in qualunque momento della vita può avere una condizione di salute che in un ambiente sfavorevole diventa disabilità; -al riconoscimento delle differenze e alla loro valorizzazione alla comprensione della nostra individuale multidimensionalità; -al ritorno a concepire il corpo come intero e non come insieme di organi; -all elaborazione di riflessioni che ci hanno indicato quanto sia inscindibile la relazione che instauriamo con l ambiente. L ICF, strumento universale che misura non solo la disabilità ma anche lo stato di salute del singolo o dell intera popolazione, introduce quindi, il concetto di disabilità inteso come discrepanza tra le richieste ambientali e le prestazioni di un singolo individuo. La disabilità, 15

non è più da intendersi come qualcosa di statico ed immodificabile ma, viceversa, suscettibile di sostanziali modifiche mediante specifici interventi anche sul contesto. Con l ICF, abbiamo finalmente un linguaggio standardizzato, unificato, che consente la comunicazione in materia di salute e di disabilità in tutto il mondo e tra le varie scienze e discipline. La diagnosi dello stato di salute o di disabilità viene formulata raccogliendo in primis le informazioni in merito alle strutture anatomiche e alle relative funzioni del soggetto da esaminare. Gli aspetti negativi del corpo prendono il nome di menomazione (termine con il quale si intende indicare il difetto o la perdita di una struttura corporea o di una funzione fisiologica). Di seguito, si raccolgono le informazioni inerenti al funzionamento personale e sociale dell individuo, indicate con i termini di attività e partecipazione (Ove per attività si intende l esecuzione di un compito o di un azione da parte di un individuo, e per partecipazione, il suo coinvolgimento in una situazione di vita). Le restanti informazioni si riferiscono all ambiente dove vive la persona. Informazioni che riguardano le tecnologie, i servizi presenti, gli aspetti architettonici, il sistema normativo, la cultura, etc. All interno dell ambiente è possibile individuare gli aspetti positivi, che facilitano l attività e la partecipazione, e gli aspetti negativi, definiti barriere o ostacoli. I dati vengono raccolti in maniera indipendente per analizzare in seguito le associazioni e le relazioni sussistenti e misurare lo stato di salute globale. L ICF riflette i cambiamenti di prospettiva nella disabilità attraverso i suoi tre principi fondamentali: universalismo, approccio integrato, modello interattivo e multidimensionale del funzionamento e della disabilità. La parola handicap, che in uno studio condotto dall OMS, ha connotazione negativa, non sarà più utilizzata. L ICF può avere, pertanto, ricadute di grande portata sulla pratica medica e sulle politiche sociali e sanitarie internazionali. La disabilità non è il problema di un gruppo minoritario ma una condizione che ognuno può sperimentare durante la propria vita, e l ambiente, quale fattore determinantenel definire la disabilità, può essere una barriera o un facilitatore. Il Piano dell Offerta Formativa (POF) è inclusivo quando prevede nella quotidianità delle azioni da compiere, degli interventi da adottare e dei progetti da realizzare la possibilità di dare risposte precise ad esigenze educative individuali;in tal senso, la presenza di alunni disabili non è un incidente di percorso, un emergenza da presidiare, ma un evento che richiede una riorganizzazione del sistema già individuata in via previsionale e che rappresenta un occasione di crescita per tutti. L integrazione/inclusione scolastica è, dunque, un valore fondativo, che richiede una vigorosa leadership gestionale e relazionale da parte del Dirigente Scolastico, figurachiave per la costruzione di tale sistema. L'autonomia funzionale delle istituzioni scolastiche ha ridotto il peso delle indicazioni normative ed istituzionali, favorendo una maggiore discrezionalità nell'elaborazione della progettazione educativa rivolta al successo formativo di tutti gli alunni. Tale dimensione richiede però un buon livello organizzativo, inteso come definizione di una serie di punti fermi, definiti sulla base di principi garantiti per legge, entro i quali sviluppare la progettualità aperta della scuola autonoma. Il contributo del Collegio dei docenti e del Consiglio di istituto deve assicurare l'elaborazione del Piano dell'offerta Formativa che descrive, fra l'altro, le decisioni assunte in ordine all'integrazione scolastica. Il Dirigente ha il compito di rendere operative tali indicazioni, che ha condiviso con gli Organi collegiali, con proprie azioni, finalizzate all'attuazione del Piano in questione. Resta fermo il ruolo del Dirigente come stimolo, promotore di iniziative e di attività educative, anche alla luce della responsabilità 16

dirigenziale in ordine ai risultati del servizio di istruzione. Per la realizzazione operativa delle attività concernenti l'integrazione scolastica, il Dirigente Scolastico può individuare una figura professionale di riferimento (funzione strumentale), per le iniziative di organizzazione e di cura della documentazione, delle quali tale figura è responsabile e garante. Il progetto di vita, parte integrante del P.E.I., riguarda la crescita personale e sociale dell'alunno con disabilità ed ha quale fine principale la realizzazione in prospettiva dell'innalzamento della qualità della vita dell'alunno con disabilità, anche attraverso la predisposizione di percorsi volti sia a sviluppare il senso di autoefficacia e sentimenti di autostima, sia a predisporre il conseguimento delle competenze necessarie a vivere in contesti di esperienza comuni. Il progetto di vita, anche per il fatto che include un intervento che va oltre il periodo scolastico, aprendo l'orizzonte di un futuro possibile, deve essere condiviso dalla famiglia e dagli altri soggetti coinvolti nel processo di integrazione. Risulta inoltre necessario predisporre piani educativi che prefigurino, anche attraverso l'orientamento, le possibili scelte che l'alunno intraprenderà dopo aver concluso il percorso di formazione scolastica. Il momento in uscita, formalizzato a monte al momento dell'iscrizione, dovrà trovare una sua collocazione all'interno del Piano dell'offerta Formativa, in particolare mediante l'attuazione dell'alternanza scuola-lavoro. E ormai convinzione consolidata che non si dà vita ad una scuola inclusiva se al suo interno non si avvera una corresponsabilità educativa diffusa e non si possiede una competenza didattica adeguata ad impostare una fruttuosa relazione educativa anche con alunni con disabilità. La progettazione degli interventi da adottare riguarda tutti gli insegnanti perché l intera comunità scolastica è chiamata ad organizzare i curricoli in funzione dei diversi stili o delle diverse attitudini cognitive, a gestire in modo alternativo le attività d aula, a favorire e potenziare gli apprendimenti e ad adottare i materiali e le strategie didattiche in relazione ai bisogni degli alunni. Non in altro modo sarebbe infatti possibile che gli alunni esercitino il proprio diritto allo studio inteso come successo formativo per tutti, tanto che la predisposizione di interventi didattici non differenziati evidenzia immediatamente una disparità di trattamento nel servizio di istruzione verso coloro che non sono compresi nelle prassi educative e didattiche concretamente realizzate. Conseguentemente il Collegio dei docenti potrà provvedere ad attuare tutte le azioni volte a promuovere l inclusione scolastica e sociale degli alunni con disabilità, inserendo nel Piano dell'offerta Formativa la scelta inclusiva dell Istituzione scolastica e indicando le prassi didattiche che promuovono effettivamente l inclusione (gruppi di livello eterogenei, apprendimento cooperativo, ecc.). I Consigli di classe si adopereranno pertanto al coordinamento delle attività didattiche, alla preparazione dei materiali e a quanto può consentire all'alunno con disabilità, sulla base dei suoi bisogni e delle sue necessità, la piena partecipazione allo svolgimento della vita scolastica nella sua classe. Tutto ciò implica un lavoro che tiene in considerazione: Il clima della classe Gli insegnanti devono assumere comportamenti non discriminatori, essere attenti ai bisogni di ciascuno, accettare le diversità presentate dagli alunni disabili e valorizzarle come arricchimento per l intera classe, favorire la strutturazione del senso di appartenenza, costruire relazioni socio-affettive positive. Le strategie didattiche e gli strumenti La progettualità didattica orientata all inclusione comporta l adozione di strategie e metodologie favorenti, quali l apprendimento cooperativo, il lavoro di gruppo e/o a coppie, il tutoring, l apprendimento per scoperta, la suddivisione del tempo in tempi, l utilizzo di 17

mediatori didattici, di attrezzature e ausili informatici, di software e sussidi specifici. Da menzionare la necessità che i docenti predispongano i documenti per lo studio o per i compiti a casa in formato elettronico, affinché essi possano risultare facilmente accessibili agli alunni che utilizzano ausili e computer per svolgere le proprie attività di apprendimento. A questo riguardo risulta utile una diffusa conoscenza delle nuove tecnologie per l'integrazione scolastica, anche in vista delle potenzialità aperte dal libro di testo in formato elettronico. E' importante allora che i docenti curricolari attraverso i numerosi centri dedicati dal Ministero dell'istruzione e dagli Enti Locali a tali tematiche acquisiscano le conoscenze necessarie per supportare le attività dell'alunno con disabilità anche in assenza dell'insegnante di sostegno. L apprendimento-insegnamento Un sistema inclusivo considera l alunno protagonista dell apprendimento qualunque siano le sue capacità, le sue potenzialità e i suoi limiti. Va favorita, pertanto, la costruzione attiva della conoscenza, attivando le personali strategie di approccio al sapere, rispettando i ritmi e gli stili di apprendimento e assecondando i meccanismi di autoregolazione. Si suggerisce il ricorso alla metodologia dell apprendimento cooperativo. 18

SCHEDA PEDAGOGICA DI OSSERVAZIONE.. QUADRIMESTRE ANNO SCOLASTICO 20 / Alunno/a: Classe: Sez: Interazione con il gruppo classe: Aggressività: Isolamento: Noia: Stanchezza: Disagio: Risposte ai rinforzi: 19