Neurotrasmissione in omeopatia. Fecondo punto di partenza



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Neurotrasmissione in omeopatia Fecondo punto di partenza

Premessa Il neurone svolge, essenzialmente, tre funzioni: propagazione del potenziale d'azione (quindi dell impulso) lungo il proprio assone; trasmissione di questo segnale da un neurone all'altro; trasmissione dell impulso a un effettore cellulare (muscoli, ghiandole, etc.).

Impulso La conduzione di impulsi lungo un assone è di tipo elettrico ed è provocata dagli scambi di ioni Na + e K + attraverso la membrana neuronale. La trasmissione da un neurone a un altro neurone o a un effettore cellulare dipende dall'azione di specifici neurotrasmettitori su specifici recettori.

Conduzione Un neurone, sotto stimolo, genera sempre lo stesso potenziale d'azione e lo conduce a una velocità fissa lungo l'assone. La velocità dipende dal diametro assonale e dalla mielinizzazione. Per le fibre mieliniche, la velocità (m/s) è circa 3,7 volte il diametro (m); p. es., per una grande fibra (20 m), la velocità raggiunge quasi i 75 m/s. Per una fibra non mielinica, la velocità è di 1-4 m/s.

Trasmissione Un neurone riceve simultaneamente molti stimoli positivi e negativi da altri neuroni e li integra in vari tipi di scariche. Gli impulsi nervosi viaggiano lungo gli assoni fino alla sinapsi successiva. Una volta iniziata la propagazione assonale, i farmaci o le tossine sono in grado di modificare la quantità del neurotrasmettitore rilasciato dall'assone terminale. Per esempio, la tossina botulinica blocca il rilascio di acetilcolina. Altri fattori chimici possono inoltre influenzare l'effetto della trasmissione mediante modificazioni di un recettore. Nella miastenia gravis, gli anticorpi bloccano il recettore nicotinico dell'acetilcolina.

Sinapsi Le sinapsi si formano tra neurone e neurone e, perifericamente, tra neurone ed effettore (p. es., un muscolo). Il contatto funzionale tra due neuroni può avvenire tra assone e corpo cellulare, assone e processo dendritico, corpo cellulare e corpo cellulare o fra dendrite e dendrite. L'entità della neurotrasmissione varia a seconda delle condizioni fisiologiche. Molte malattie neurologiche e psichiatriche sono causate da iperattività o ipoattività patologiche della neurotrasmissione.

Sintesi Il corpo della cellula nervosa produce gli enzimi per la sintesi della maggior parte dei neurotrasmettitori a partire da precursori molecolari. Nella parte terminale del nervo, il neurotrasmettitore è immagazzinato in vescicole, le quali contengono quanta di molecole (dell ordine di migliaia).

Esocitosi e non Alcuni neurotrasmettitori sono liberati continuamente, ma in modo insufficiente a generare una risposta. Ma, se un potenziale d azione raggiunge la parte terminale del nervo, può attivare le correnti di calcio e determinare il rilascio di molte vescicole contemporaneamente, mediante la fusione della membrana vescicolare con quella della parte terminale dell'assone. In questo modo, si forma un'apertura e il neurotrasmettitore è espulso per esocitosi nel solco sinaptico.

Recettori I neurotrasmettitori diffondono attraverso il solco sinaptico, si legano per breve tempo ai recettori, li attivano e provocano una risposta fisiologica. A seconda del recettore, la risposta può essere eccitatoria (cioè, che provoca un nuovo potenziale d'azione) o inibitoria (cioè, che inibisce un nuovo potenziale d'azione).

Interazione recettoriale L'interazione tra neurotrasmettitore e recettore deve essere rapidamente interrotta, in modo che gli stessi recettori possano essere attivati in modo ripetuto. Il neurotrasmettitore è prontamente riassorbito all'interno dei terminali nervosi presinaptici mediante un processo attivo (reuptake) e successivamente distrutto per via enzimatica o inattivato. Le anomalie di sintesi del neurotrasmettitore, del suo immagazzinamento, rilascio e degradazione, oppure le alterazioni del numero e dell'affinità dei recettori, compromettono la neurotrasmissione e sono responsabili di patologie cliniche.

Neurotrasmettitore Un neurotrasmettitore è una molecola selettivamente rilasciata da un terminale nervoso a seguito di un potenziale d'azione. Essa interagisce con uno specifico recettore posto su di una struttura adiacente, generando una risposta fisiologica specifica, qualora la sua quantità sia sufficiente.

Patologie da neurotrasmettitori Malattia di Alzheimer, caratterizzata da perdita di neuroni nel sistema limbico, incluso l'ippocampo e nell'area corticale associativa; alcune di queste aree sintetizzano e utilizzano l'acetilcolina. Ansia, la quale può riflettere una ridotta attività del GABA, probabilmente per lo squilibrio degli inibitori endogeni o degli stimolatori del recettore GABA. Autismo, per una possibile iperserotoninemia, presente nel 30-50% dei soggetti autistici, senza evidenti anomalie della 5-HT centrale.

Patologie da neurotrasmettitori Danno cerebrale, associato a crisi comiziali prolungate, trauma o ipossia-ischemia. Il danno stimola un rilascio eccessivo di glutammato, che comporta aumenti del calcio e del sodio e morte neuronale. Depressione, caratterizzata da ridotti livelli di norepinefrina e di 5-HT nonché da un aumento del numero dei recettori - adrenergici e 5-HT2. I recettori presinaptici α2-adrenergici, che regolano il rilascio della norepinefrina, possono essere iperattivi, riducendo il livello di norepinefrina nel solco sinaptico. Sono stati implicati nella genesi della depressione l'acetilcolina e alcuni ormoni.

Patologie da neurotrasmettitori Epilessia, con crisi dovute a scariche sincrone ad alta frequenza, da parte di gruppi di neuroni in determinate aree cerebrali, anche per ridotta attività del GABA. Dolore, che implica vari induttori (come bradichinine e prostaglandine) e neurotrasmettitori nei tratti neuronali; i neurotrasmettitori possono stimolare (come la sostanza P, che trasmette lo stimolo) o inibire (come encefaline e endorfine, che interferiscono con l impulso nervoso) Parkinsonismo, per inibizione del sistema dopaminergico dovuta al blocco dei recettori dopaminergici da parte di farmaci antipsicotici.

Patologie da neurotrasmettitori Malattia di Parkinson, per degenerazione dei neuroni dopaminergici della substantia nigra (pars compacta) e di altre aeree, con riduzione dei livelli di dopamina e metionina-encefalina, con iperfunzione conseguente del sistema colinergico. Schizofrenia, per aumento del rilascio presinaptico o della sintesi di dopamina e/o aumentata sensibilità o densità dei recettori postsinaptici per la dopamina. Discinesia tardiva, dovuta a recettori dopaminergici ipersensibili per il blocco cronico mediante farmaci antipsicotici.

Patologie da disfunzione recettori Myastenia gravis, la quale riflette l'inattivazione dei recettori per l'acetilcolina e alterazioni istochimiche post-sinaptiche a livello della giunzione neuromuscolare, a causa di risposte immuno-mediate.

Patologie da ridotta ricaptazione Sclerosi laterale amiotrofica, con possibile distruzione dei motoneuroni per aumentata stimolazione da glutammato, che induce la produzione di ossido d'azoto e conseguente tossicità neuronale.

Patologie da disfunzione dei canali Atassia episodica, dovuta a difetti dei canali voltaggiodipendenti per il potassio, con miochimie distali e incoordinazione motoria. Paralisi periodica iperkaliemica, per diminuita inattivazione dei canali del sodio, con conseguente ipostenia episodica. Paralisi periodica ipokaliemica, per canali voltaggiodipendenti per il calcio difettosi, con prolungata depolarizzazione di membrana. Sindrome di Lambert-Eaton, per la presenza di anticorpi, frequentemente generati dal carcinoma polmonare a piccole cellule, i quali antagonizzano i canali del calcio della parte presinaptica della giunzione neuromuscolare, con conseguente riduzione del rilascio di acetilcolina.

Avvelenamenti Botulismo, con inibizione del rilascio di acetilcolina dai motoneuroni da parte della tossina delclostridium botulinum. Amanita muscaria, con inibizione dell anticolinesterasi e blocco dei recettori per Ach, da parte dei derivati di isossazolo. Organofosfati, con inibizione irreversibile dell'acetilcolinesterasi e notevole aumento dei livelli di acetilcolina nel solco simpatico. Veleno di serpente (α-bungarus), con blocco dei recettori di Ach nella giunzione neuromuscolare, per mezzo della tossina.

Neurotrasmettitori Un neurotrasmettitore è una molecola selettivamente rilasciata da un terminale nervoso a seguito di un potenziale d'azione, la quale interagisce con uno specifico recettore posto su una struttura adiacente, generando una risposta fisiologica specifica, qualora la sua quantità sia sufficiente. Si ritiene che dal 25 al 40% delle sinapsi cerebrali riconosca una neurotrasmissione da aminoacidi, ossia una quantità molto più elevata, rispetto a quella colinergica o monoaminergica (6,5-11,5% del totale).

Neurotrasmettitori inibitori β-alanina, concentrata soprattutto nel tronco cerebrale; γ-aminobutirrato (GABA), concentrato maggiormente nell amigdala, globus pallidus, ipotalamo, substantia nigra; basse concentrazioni nel liquor; glicina, nel midollo spinale e bulbo; taurina, nella pineale, retina, bulbi olfattori, corpi ginecolati, striato, molto poco nel midollo; alte concentrazioni periferiche nel cuore.

Neurotrasmettitori eccitatori glutammato, molto diffuso e con basse concentrazioni nel liquor; aspartato, concentrato maggiormente nel midollo spinale. Gli aminoacidi glutammato e aspartato sono i principali neurotrasmettitori eccitatoridel SNC. Essi sono presenti nella corteccia, nel cervelletto e nel midollo spinale.

GABA e glicina L'acido gamma-aminobutirrico (GABA) è il principale neurotrasmettitore inibitorio nell'encefalo. Il GABA deriva dall'acido glutammico, il quale è decarbossilato dalla glutammato decarbossilasi. Dopo l'interazione con i propri recettori, il GABA è riassorbito attivamente nei terminali assonali e quindi metabolizzato. La glicina, che presenta un'azione simile al GABA, si trova principalmente negli interneuroni del midollo spinale.

Sintesi e accumulo del GABA Il GABA si forma per decarbossilazione dell'acido glutammico. Questa reazione è catalizzata dalla GAD (Glutamico Acido Decarbossilasi), enzima altamente specifico che ha come cofattore il piridossal-fosfato (vitamina B6) L'accumulo vescicolare del GABA è effettuato da un trasportatore specifico che utilizza, come fonte di energia, sia il gradiente elettrico, sia il gradiente di ph presente tra lume vescicolare e citoplasma e generato dalla H + -ATPasi (pompa protonica) vescicolare.

Degradazione del GABA Il GABA è degradato dall'enzima GABA-chetoglutaricotransaminasi (GABA-T), che lo deamina a semialdeide succinica, la quale è ossidata ad acido succinico per una semialdeide-succinico-deidrogenasi NADdipendente e infine entra a far parte del ciclo di Krebs. Il gruppo aminico è trasferito dalla GABA-T a una molecola di -chetoglutarato per formare l'acido glutammico, riutilizzato per la sintesi di nuovo GABA.

Anti-epilettici Il catabolismo del GABA può essere bloccato da sostanze che inibiscono l'attività dell'enzima GABA-T, quali il - vinil-gaba o vigabatrina, l'acido valproico, il valproato di sodio e la valpramide. Queste sostanze, prolungando l'emivita del GABA, sono provviste di attività antiepilettica.

Liberazione e ricaptazione GABA Studi in vitro hanno dimostrato che il GABA è liberato sia spontaneamente, sia in seguito a stimolazione nervosa. La liberazione di GABA indotta dalla depolarizzazione, a differenza di quella spontanea, è Ca 2+ -dipendente. A livello delle sinapsi GABAergiche esistono specifici processi di ricaptazione, che rimuovono rapidamente il GABA dallo spazio sinaptico, ponendo così fine alla sua azione inibitoria postsinaptica.

5-HT La serotonina (5-idrossitriptamina o 5-HT) è generata a livello dei nuclei del rafe e dai neuroni mediani del ponte e del tronco encefalico alto. Il triptofano è idrossilato dalla triptofano idrossilasi in 5-idrossitriptofano e quindi decarbossilato in serotonina. I livelli di serotonina sono controllati mediante la captazione del triptofano e dalla monoamino ossidasi intraneuronale.

Acetilcolina L'acetilcolina rappresenta il principale neurotrasmettitore dei motoneuroni bulbospinali, delle fibre autonome pregangliari, delle fibre colinergiche postgangliari (parasimpatiche) e di molti neuroni del SNC (p. es., gangli della base, corteccia motoria). È sintetizzata dalla colina e dall'acetil coenzima A di derivazione mitocondriale, per mezzo della colina transferasi. Una volta rilasciata, l'acetilcolina stimola specifici recettori colinergici, un'interazione che è rapidamente interrotta mediante l'idrolisi locale dell'acetilcolina in colina e acetato da parte dell'acetilcolinesterasi. I livelli di acetilcolina sono regolati dalla colina acetiltransferasi e dalla captazione della colina.

EVENTI SINAPTICI ACETILCOLINA Sintetizzata dalla COLINA+ CoA Contenuta in vescicole(5000-10000 molecole di Ach ogni vescicola) Viene liberata in QUANTA Ogni PdA si liberano 200-400 quanta di Ach che rappresenta il 0.2-0.5% delle vescicole presenti all interno della terminazione dell assone. Questo meccanismo è di sicurezza per assicurare la liberazione di Ach nella contrazione sostenuta.

EVENTI VALLO SINAPTICO All interno del vallo sinaptico si trova una membrana basale sulla quale si trova adeso l enzima ACETICOLINESTERASI Tale enzima è prodotto dai miotubuli delle cellule nevose Idrolizza rapidamente la molecola di acetilcolina I prodotti di degradazione vengono riassorbiti dalle terminazioni nervose e riutilizzate per la risintesi dell ACh

EVENTI MUSCOLARI Il legame dell ACh con il recettore nicotinico post-sinaptico determina l insorgenza di depolarizzazione della placca motrice con conseguente e progressiva depolarizzazione della fibra muscolare striata anche per attivazione dei canali Na + voltaggio dipendente localizzati al di fuori della placca motrice; questo determina mobilizzazione del Ca ++ dai tubuli T e dal reticolo sarcoplasmatico e conseguente contrazione per legame del Ca ++ con le proteine contrattili muscolari (actina, miosina.)

IL RECETTORE ACETILCOLINERGICO RECETTORE NICOTINICO PLACCA NEUROMUSCOLARE SNC GANGLI AUTONOMI RECETTORE MUSCARINICO SNA: fibre pregangliari simpatico fibre pre e postgangliari parasimpatico SNC RECETTORE IONOTROPICO: la sua attivazione causa un rapido aumento della permeabilità al Na + RECETTORE METABOTROPICO: sono accoppiati alle proteine G e quindi ad un secondo messaggero intracellulare

RECETTORE MUSCARINICO M 1 terminazioni nervose: miosi per costrizione del muscolo sfintere pupillare, blocco riflesso dell accomodazione, dolore oculare, congestione congiuntivale, riduzione della vista, spasmo ciliare. M 2 cuore : effetto cronotropo negativo sul nodo seno atriale, negativo su velocità di conduzione e periodo refrattario. marcata vasodilatazione ms. liscia, per liberazione di edrf (fattore rilassante derivante dall endotelio=no). albero bronchiale: contrazione muscolatura liscia e secrezione ghiandolare. gastrointestinale: anoressia, nausea e vomito, crampi addominali e diarrea secrezioni e motilità. rilassamento degli sfinteri. M 3 ghiandole e muscolatura liscia: estrema salivazione, sudorazione, lacrimazione stimola attività secretoria delle ghiandole sudoripare, lacrimali e nasofaringee. M4-5 snc: i circuiti colinergici centrali sono implicati nelle funzioni cognitive superiori come la memoria, la regolazione del sonno-veglia, per cui la stimolazione dei recettori provoca sonnolenza e depressione generale del snc.

RECETTORE NICOTINICO giunzione neuromuscolare: affaticabilita e debolezza, contrazioni involontarie, fascicolazioni sparse e paralisi. eccitazione asincrona e fibrillazione del muscolo, per distruzione del sincronismo tra la depolarizzazione della placca e lo sviluppo dei potenziali d azione, fino al blocco della trasmissione dovuto a depolarizzazione protratta. snc: stato confusionale, atassia, confusione verbale, perdita dei riflessi, respiro di cheyne-stokes, convulsioni generalizzate, coma.

Dopamina La dopamina rappresenta il neurotrasmettitore di alcuni nervi periferici e di molti neuroni centrali (p. es., nella sostanza nera, nel mesencefalo, nell'area tegmentale ventrale e nell'ipotalamo). L'aminoacido tirosina viene captato dai neuroni dopaminergici e convertito dalla tirosino idrossilasi in 3,4-diidrossifenilalanina (dopa), la quale viene decarbossilata dalla l-aminoacido-decarbossilasi aromatica in dopamina. Dopo il rilascio, la dopamina interagisce con i rettori dopaminergici; le molecole residue vengono riassorbite attivamente (reuptake) nei neuroni presinaptici. La tirosino idrossilasi e la monoamino ossidasi regolano i livelli di dopamina nei terminali assonali.

Noradrenalina La noradrenalina è il neurotrasmettitore della maggior parte delle fibre simpatiche post-gangliari e di molti neuroni centrali (p. es., nel locus caeruleus e nell'ipotalamo). Il precursore tirosina è convertito in dopamina, la quale viene idrossilata dalla dopamina g-idrossilasi in noradrenalina. Quando viene rilasciata, la noradrenalina interagisce con i recettori adrenergici, un processo interrotto mediante il suo riassorbimento all'interno dei neuroni presinaptici e degradazione successiva ad opera della monoamino ossidasi e mediante l'azione della catecol-o-metiltrasferasi (COMT), che è localizzata principalmente al di fuori dei neuroni. La tirosino idrossilasi e la monoamino ossidasi regolano i livelli intraneuronalici della noradrenalina.

βendorfina βendorfina e altre endorfine sono polipeptidi attivanti un gran numero di neuroni centrali (p. es., nell'ipotalamo, nell'amigdala, nel talamo e nel locus caeruleus). Nei corpi cellulari è presente il precursore di molti neuropeptidi (p. es., a-, b- e g-endorfine), un grande polipeptide, denominato pro-opiomelanocortina. Questo polipeptide è trasportato lungo l'assone e diviso in frammenti specifici; uno di questi è la βendorfina, costituita da 31 aminoacidi. Questa, dopo il rilascio e l'interazione con i recettori oppiodi, viene idrolizzata dalle peptidasi in peptidi più piccoli, non attivi e quindi in aminoacidi.

Encefaline La metencefalina e la leucoencefalina sono piccoli peptidi presenti in molti neuroni centrali (p. es., nel globo pallido, nel talamo, nel caudato e nel grigio centrale). Il loro precursore, la proencefalina, viene prodotto nel corpo cellulare e quindi suddiviso da peptidasi specifiche in peptidi più piccoli. I frammenti risultanti comprendono due encefaline, ognuna composta di cinque aminoacidi e contenente terminali di metionina o leucina. Dopo il rilascio e l'interazione con i recettori peptidergici, le encefaline sono idrolizzate in peptidi più piccoli, non attivi e aminoacidi, quali le dinorfine e la sostanza P.

Altri Le dinorfine sono un gruppo di sette peptidi con sequenze aminoacidiche simili. Coesistono geograficamente con le encefaline. La sostanza P è un peptide, che si trova nei neuroni centrali (abenula, sostanza nera, gangli della base, bulbo e ipotalamo) e in alta concentrazione nei gangli delle radici dorsali. Viene rilasciata mediante gli stimoli afferenti di dolore intenso.

E altri ancora Neurotrasmettitori aventi un ruolo meno specifico sono l'istamina, la vasopressina, il peptide vasoattivo intestinale, la carnosina, la bradichinina, la colecistochinina, la bombesina, la somatostatina, il corticotropin releasing factor, la neurotensina e l'adenosina.

Recettori I recettori per i neurotrasmettitori sono complessi proteici disposti lungo la membrana cellulare. I recettori accoppiati a un secondo messaggero sono generalmente monomerici e sono costituiti da tre parti: la parte extracellulare, dove avviene la glicosilazione; la parte transmembranosa, che forma una tasca dove sembra che agisca il neurotrasmettitore e la parte intracitoplasmatica, dove avviene il legame G-proteico o la regolazione mediante la fosforilazione del recettore. I recettori dei canali ionici sono multimerici. In alcuni casi, l'attivazione del recettore comporta la modificazione della permeabilità del canale ionico. In altri casi, l'attivazione di un secondo messaggero provoca alterazioni della conduttanza dei canali.

Conseguenze I recettori stimolati continuamente dai neurotrasmettitori o da farmaci (agonisti) diventano iposensibili (down-regulated); quelli non stimolati dai propri neurotrasmettitori o cronicamente bloccati da farmaci (antagonisti) diventano ipersensibili (upregulated). La up- o down-regulation dei recettori condiziona fortemente lo sviluppo della tolleranza e la dipendenza fisica. L'astinenza consiste in genere in un fenomeno di rimbalzo dovuto all'alterata affinità o concentrazione recettoriale. Questi concetti sono particolarmente importanti nei trapianti d'organo o di tessuti, nei quali i recettori sono privati dei neurotrasmettitori fisiologici a causa della denervazione.

Localizzazione La maggior parte dei neurotrasmettitori interagisce principalmente con i recettori postsinaptici. Alcuni recettori si localizzano sui neuroni presinaptici, per consentire un fine controllo del rilascio del neurotrasmettitore.

Recettori colinergici I recettori colinergici sono classificati come nicotinici N 1 (nella midollare surrenale adrenergica e nei gangli del sistema autonomo) o N 2 (nel muscolo scheletrico); oppure muscarinici M 1 (nel sistema nervoso autonomo, nello striatum, nella corteccia e nell'ippocampo) o M 2 (nel sistema nervoso autonomo, nel cuore, nel muscolo liscio intestinale, nel rombencefalo e nel cervelletto).

Adrenergici e dopaminergici I recettori adrenergici sono classificati come α 1 (postsinaptici nel sistema simpatico), α 2 (presinaptici nel sistema simpatico e postsinaptici nell'encefalo), β 1 (nel cuore) o β 2 (in altre strutture a innervazione simpatica). I recettori dopaminergici vengono classificati come D 1, D 2, D 3, D 4 e D 5. D 3 e D 4 hanno un ruolo nel controllo del pensiero (limitano i sintomi negativi nei processi schizofrenici), mentre l'attivazione dei recettori D 2 controlla il sistema extrapiramidale.

Recettori GABA I recettori per il GABA sono classificati come GABA A (attivanti i canali del cloro) e GABA B (potenzianti la formazione dell'ampc). Il recettore per il GABA A comprende diversi polipeptidi specifici e rappresenta il sito d'azione di molti farmaci neuroattivi, compresi le benzodiazepine, gli anticonvulsivanti di recente introduzione (p. es., la lamotrigina), i barbiturici, la picrotossina e il muscimolo.

Recettori serotoninergici I recettori serotoninergici (con almeno 15 sottotipi) sono classificati come 5-HT 1 (con quattro sottotipi), 5-HT 2 e 5-HT 3. I recettori 5-HT 1A, localizzati in sede presinaptica nei nuclei del rafe (inibenti la reclutazione presinaptica del 5-HT) e nell'ippocampo in sede postsinaptica, modulano l'adenilciclasi. I recettori 5-HT2, localizzati nel quarto strato della corteccia, vengono coinvolti nell'idrolisi della fosfoinositide. I recettori per il 5-HT 3 risiedono in sede presinaptica nel nucleo del tratto solitario.

Recettori glutammato I recettori per il glutammato vengono classificati come recettori NMDA ionotrofici (N-metil-daspartato), che legano l'nmda, la glicina, lo zinco, il Mg ++ e il fenciclide (il PCP, conosciuto anche come polvere degli angeli) e condizionano l'afflusso di Na +, K +, Ca++ e dei recettori non NMDA, che legano il quiscolato e il cainato. I canali non NMDA sono permeabili al Na + e al K + ma non al Ca ++. Questi recettori eccitatori mediano importanti effetti tossici mediante l'aumento del calcio, dei radicali liberi e delle proteinasi. Nei neuroni, in risposta al glutammato, aumenta la sintesi del monossido di azoto (NO), con coinvolgimento della NO sintetasi.

Recettori oppiacei I recettori per le endorfine encefaline (oppiacei) sono classificati come m 1 e m 2 (condizionanti l'integrazione sensorimotoria e l'analgesia), d 1 e d 2 (influenzanti l'integrazione motoria, la funzione cognitiva e l'analgesia) e k 1, k 2, e k 3 (condizionanti la regolazione dell'equilibrio idrico, l'analgesia e l'assunzione di cibo). I recettori σ, attualmente classificati come non oppiacei e principalmente localizzati nell'ippocampo, legano la PCP.

I trasportatore Il carrier di raccolta, localizzato nei neuroni presinaptici e nelle cellule plasmatiche, spinge i neurotrasmettitori dallo spazio extracellulare all'interno della cellula. Garantisce il rifornimento di neurotrasmettitori, aiuta a interrompere l'azione del neurotrasmettitore e, per quanto riguarda il glutammato, mantiene la quantità del neurotrasmettitore al di sotto dei livelli tossici. L'energia richiesta da queste pompe è fornita dall'atp.

II trasportatore L'altro tipo di trasportatore, localizzato sulla membrana delle vescicole, concentra il neurotrasmettitore all'interno delle vescicole stesse, rendendolo disponibile per la successiva esocitosi. Questi trasportatori sono potenziati dal ph citoplasmatico e dal gradiente elettrico della membrana vescicolare. Durante l'anossia o l'ischemia, si altera il gradiente ionico transmembranoso e il glutammato viene trasportato dalle vescicole all'interno del citoplasma, aumentando la concentrazione intracellulare di glutammato a livelli letali.

II messaggero I sistemi a secondo messaggero sono rappresentati da proteine G regolanti e da proteine catalitiche (p. es., l'adenilato ciclasi, la fosfolipasi C), che si legano ai recettori e agli effettori. Un secondo messaggero può rappresentare il trigger per una reazione a catena o il bersaglio di un sistema di regolazione.

Informazioni Lo scambio di informazioni tra cellule è alla base del funzionamento di organi e apparati. Il segnale inviato da una cellula, mediante una molecola denominata 1 messaggero, è recepito dalla cellula bersaglio con un recettore esterno. Una volta attivato, il recettore invia una risposta, all interno della membrana, chiamata trasduzione. Nonostante l elevata varietà di segnali, le risposte si realizzano con processi relativamente poco numerosi.

1 messaggero Le molecole che funzionano da 1 messaggero sono molteplici, quali ormoni, neurotrasmettitori e sostanze paracrine. La risposta, indotta dal legame tra 1 messaggero e recettore, permette di trasferire (trasdurre) il segnale dall esterno all interno della membrana, il cui risultato finale è spesso rappresentato dalla fosforilazione di una proteina, specifica per una specifica funzione, mediante un enzima denominato proteinchinasi. Le proteinfosfatasi, invece, catalizzano la perdita di fosforo dalle proteine.

Diversi 1 messaggeri Sono i molteplici ligandi naturali extracellulari, che attivano i recettori di membrana, cui si legano, all esterno della cellula. Possono avere molteplici funzioni: ormoni, neurotrasmettitori, neuropeptidi, fattori di crescita, mediatori dell infiammazione, sostanze vasoattive, etc.

2 messaggero La trasduzione del segnale comporta, subito all interno della membrana, l attivazione dei cosiddetti 2 messaggeri, quali AMPc, GMPc, GTP, Ca++, inositolo trifosfato, calmodulina (lega 4 ioni C) e alcuni di-gliceridi. I 2 messaggeri attivano, a loro volta, le proteinchinasi, mediante una serie di passaggi successivi. Ad esempio: le proteinchinasi C sono attivate dal carbonio (C, appunto), dai di-gliceridi e dai prodotti di degradazione di alcuni fosfolipidi.

Altri Le proteine G, invece, legano GTP come 2 messaggero, a seguito della trasduzione dovuta a gran parte degli ormoni e dei neurotrasmettitori. I sistemi di trasduzione possono essere integrati fra loro, ricevendo segnali molteplici, pur producendo una risposta univoca.

Esempi la somatostatina, identificata dapprima come agente ipotalamico, che sopprime la secrezione di ormone della crescita, da parte dell ipofisi, agisce nel sistema nervoso centrale come neurotrasmettitore, oltre a essere un agente paracrino del pancreas e un ormone per il fegato; il coenzima ATP e il metabolita cellulare del glutammato sono neurotrasmettitori, quando secreti a livello delle sinapsi; gli ormoni gastrina, colecistochinina e secretina, prodotti dall intestino, sono presenti anche nel sistema nervoso centrale, agendo come modulatori di vari neurotrasmettitori; la trombina è un fattore di crescita, ma è coinvolta anche nella coagulazione e nella attivazione delle piastrine.

Trasduzione diretta Una classe a parte di 1 messaggeri è rappresentata da alcuni ormoni, tiroidei e steroidei, i quali, per la componente idrofobica, sono in grado di passare la membrana e legarsi a recettori intracellulari. Tale legame permette la trascrizione di particolari segmenti di Dna, che si esprime con produzione di enzimi. In questi casi, il processo è lento e richiede ore, per avere un effetto. Questo paradigma è valido anche per altre sostanze, come l acido retinoico e la vitamina D, proprio per le loro caratteristiche lipofiliche.

Legami deboli Il legame del 1 messaggero con il recettore non è mai covalente e, per questo, è sempre reversibile. Ciò si realizza per concentrazioni estremamente basse, dell ordine di 1x10-12/litro e anche più.

Trasduzione del segnale È il passaggio di informazione dall esterno all interno di una cellula. Nel caso dell immunità innata, la trasduzione si verifica, ad esempio, quando i fagociti entrano in contatto con i batteri, coinvolgendo aree distinte della membrana plasmatica, denominate microdomini lipidi o lipid rafts (zattere lipidiche). Queste zone sono ricche in sfingolipidi e colesterolo e hanno la funzione di concentrare le molecole coinvolte nella trasduzione del segnale.

Molecole coinvolte Le molecole coinvolte sono, in genere, proteine che contengono residui di tirosina, treonina, serina e istidina, i quali possono essere fosforilati o defosforilati. L aggiunta o la perdita di fosforo inducono diverse attività enzimatiche e permettono il legame della proteina coinvolta con altre proteine. Le molecole proteiche in grado di fosforilare altre proteine sono chiamate chinasi (ad esempio: tirosin-chinasi), mentre quelle che permettono la defosforilazione sono definite fosfatasi. Di conseguenza, si determina un processo a cascata all interno della cellula, che permette al segnale di propagare ulteriormente.