Ministero della Pubblica Istruzione DOCUMENTO GENERALE DI INDIRIZZO PER L'INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI STRANIERI E PER L'EDUCAZIONE INTERCULTURALE



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Ministero della Pubblica Istruzione DOCUMENTO GENERALE DI INDIRIZZO PER L'INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI STRANIERI E PER L'EDUCAZIONE INTERCULTURALE Premessa Dicembre 2006 La presenza di alunni stranieri è un dato strutturale, in progressivo aumento anche nel segmento delle scuole superiori e coinvolge tutto il sistema scolastico. In Italia la presenza di alunni stranieri è di 430.000 unità, nell'anno scolastico 2005/2006. Un'incidenza, rispetto alla popolazione scolastica complessiva, di circa il 5%. La presenza di alunni stranieri è, tuttavia, molto disomogenea e differenziata sul territorio nazionale: è molto più elevata nelle aree del Centro e del Nord del Paese, in particolare nel Nord-Est ed investe non solo le grandi città ma anche i piccoli centri. Il cambiamento per la scuola italiana è stato rapidissimo: nel triennio 2004/2006 l'incremento è stato mediamente di 60/70 mila unità all'anno, e porterà, nell'anno scolastico 2006/2007, il totale degli alunni stranieri vicino alle 500 mila unità. I dati a disposizione ci segnalano, inoltre, una crescita della presenza di studenti stranieri nella scuola secondaria superiore, con una marcata tendenza verso gli istituti tecnici e professionali: sono presumibilmente 100 mila nell'anno scolastico in corso, di questi circa 80 mila iscritti nei tecnici e professionali. I dati e, soprattutto, le esperienze e le preoccupazioni che arrivano dalle scuole, ci segnalano situazioni di forte concentrazione in singole scuole e territori. Si sono formate, in alcuni istituti di grandi città, classi composte interamente da alunni stranieri. La "polarizzazione" in alcune scuole e la crescente presenza di alunni stranieri nelle scuole superiori rappresentano delle criticità da tenere sotto osservazione e su cui investire. L'Italia sta passando dalla prima fase, quella dell'accoglienza e per

certi aspetti dell'emergenza, ad una fase di valutazione di buone pratiche e strategie educative. L'Italia ha scelto, fin dall'inizio, (C.M. 205 /1990, "La scuola dell'obbligo e gli alunni stranieri. L'educazione interculturale") la piena integrazione di tutti nella scuola e l'educazione interculturale come dimensione trasversale, come sfondo integratore che accomuna tutte le discipline e tutti gli insegnanti. L'educazione interculturale rifiuta sia la logica dell'assimilazione, sia la costruzione ed il rafforzamento di comunità etniche chiuse. Favorisce e promuove l'eterogeneità delle cittadinanze nella composizione delle classi, piuttosto che formare classi omogenee per provenienza culturale o religiosa. Potremmo dire che queste caratteristiche definiscono una possibile via italiana all'integrazione, un percorso originale anche nel confronto con altri Paesi europei. 1 LA FORMAZIONE La complessità del nostro tempo, il pluralismo culturale e le trasformazioni della scuola nella dimensione multiculturale richiedono una continua crescita professionale di tutto il personale della scuola: dirigenti scolastici, insegnanti e anche il personale amministrativo che per primo, spesso, entra in contatto con le famiglie. C'è bisogno di una formazione mirata e specifica per i dirigenti delle scuole ad alta presenza di alunni stranieri e moduli di formazione diffusa, per tutto il personale scolastico, da definire d'intesa con gli Uffici scolastici regionali, gli Enti locali e le Università, ed in collaborazione con centri interculturali e associazioni È necessario che la formazione iniziale degli insegnanti comprenda nuovi approcci e contenuti nei Piani di studio previsti nei corsi di laurea per accedere alla professione insegnante. Prepararsi all'insegnamento nella prospettiva interculturale, più in generale in rapporto alle diversità, deve rientrare nell'obiettivo di una professionalità docente compiuta. È da potenziare, inoltre, la formazione in servizio nella prospettiva

interculturale e non vi è dubbio che quella centrata sulla singola scuola o su reti di scuole riveste una particolare importanza per la soluzione di aspetti concreti e non può che essere demandata alla capacità di ricerca che la comunità scolastica intende percorrere. Obiettivo prioritario: promuovere moduli di formazione specifica per i Dirigenti scolastici. Il focus sarà sulla "leadership" ovvero il ruolo dei Dirigenti scolastici, identificato come l'elemento chiave nella buona gestione delle scuole in contesti multiculturali e sulle competenze necessarie a condurre un progetto di istituto a lungo termine, che promuova inclusione sociale e successo formativo per tutti. Proposte: gli Uffici scolastici regionali - d'intesa con le Regioni, le Province e i Comuni - potranno predisporre moduli di formazione per i dirigenti scolastici da declinare in funzione dei bisogni reali dei diversi territori e da realizzare con il concorso delle Università, dei Centri interculturali, delle Associazioni. 2 L'INSEGNAMENTO DELL'ITALIANO E LA VALORIZZAZIONE DELLA LINGUA E DELLA CULTURA D'ORIGINE Promuovere una buona competenza nell'italiano scritto e parlato è uno degli obiettivi prioritari dell'integrazione e uno dei principali fattori di successo scolastico. L'apprendimento dell'italiano come seconda lingua deve essere al centro dell'azione didattica. È necessario arrivare ad una certificazione delle competenze in italiano come lingua seconda, sia dei ragazzi che degli adulti immigrati, una base linguistica che possa consentire un livello minimo di partecipazione sociale. La considerazione del bilinguismo e del plurilinguismo come fonte di vantaggi cognitivi deve portare al riconoscimento e alla valorizzazione delle lingue d'origine e del patrimonio linguistico e culturale dei ragazzi stranieri. È possibile proporre e promuovere, in via sperimentale e valorizzando alcune buone pratiche del territorio, l'insegnamento di alcune lingue "altre" (per esempio arabo, cinese, giapponese) nel programma scolastico.

È altresì importante riconoscere e valorizzare le competenze degli alunni stranieri in ambiti diversi da quello linguistico, in ambito tecnico matematico, o tecnologico o nell'utilizzo dei linguaggi non verbali. I fenomeni di abbandono e ritardo scolastico fra gli alunni stranieri e in particolare le difficoltà e il disagio degli adolescenti appena arrivati, alle prese con la scuola delle discipline in una lingua che non è la loro lingua materna, costituiscono una vera preoccupazione. A queste difficoltà, specificamente scolastiche, si aggiungono i problemi dell'essere adolescenti, età difficile per tutti, sospesi tra più mondi e culture, impegnati nella faticosa costruzione di un'identità plurale, fatta di elementi della cultura di origine ed elementi e parti della cultura o delle culture di accoglienza. Per sostenere gli insegnanti di fronte a queste nuove responsabilità vanno garantite sia adeguate risorse umane e finanziarie, sia organici di istituto funzionali per sostenere questo processo in modo da creare condizioni di crescita culturale per i singoli e più in generale per il territorio e la società. È necessario prevedere la presenza di nuove figure professionali: facilitatori linguistici, operatori interculturali, mediatori linguistici e culturali, in grado di accompagnare il processo di integrazione. Obiettivo prioritario: far raggiungere a tutti gli alunni stranieri una competenza di base nell'italiano scritto e parlato. Riconoscere le lingue d'origine e valorizzare il patrimonio linguistico dei ragazzi stranieri. Certificare le competenze in italiano come lingua seconda, sia dei ragazzi che degli adulti immigrati. Proposte: definizione di moduli di formazione di primo e secondo livello per l'insegnamento dell'italiano ad alunni stranieri e per la valorizzazione della lingua d'origine, anche utilizzando l'esperienza e le buone pratiche realizzate dai progetti ministeriali"italiano L2: lingua di contatto e lingua di culture" della Direzione per il Personale della scuola e"italiano Insieme", della Direzione per gli Affari Internazionali e l'esperienza in corso, in alcuni Uffici regionali, del progetto"insegnamento della lingua araba e della cultura marocchina" in applicazione dell'accordo Italia-Marocco.

Costituzione di un gruppo tecnico a tempo per la definizione degli indicatori per la certificazione delle competenze in italiano come lingua seconda, secondo i livelli minimi dei parametri europei. 3 IL COINVOLGIMENTO DEI GENITORI E DELLE FAMIGLIE; L'EDUCAZIONE DEGLI ADULTI Coinvolgere i genitori e le famiglie, sia italiane che straniere, anche in forme associate per orientare insieme gli alunni e promuovere scelte consapevoli e responsabili. Promuovere una campagna di alfabetizzazione nazionale, anche attraverso la RAI, sia RAI EDUCATIONAL,sia i canali generalisti, destinata ai ragazzi ma soprattutto ai genitori e agli adulti stranieri. Un "Non è mai troppo tardi" del nostro tempo Come è emerso anche dalla nostra indagine sugli esiti, la non padronanza della lingua italiana da parte dei genitori immigrati è un fattore di difficoltà e insuccesso scolastico per i loro figli. È opportuno valorizzare la funzione dei mediatori linguistici culturali (fermo restando che la funzione di mediazione è compito prioritario della scuola) nei compiti di accoglienza e facilitazione delle famiglie e del rapporto tra famiglie, docenti e allievi. Gli stranieri che frequentano i vari tipi di corsi organizzati dai Centri territoriali permanenti sono circa 180.000, nell'anno scolastico 2005/2006, su un totale di circa 500.000 frequentanti, con una forte prevalenza numerica al Nord dell'italia e una significativa presenza femminile. Tra questi vi sono anche molti giovani dai 16 anni in su, per i quali vengono predisposte misure di accompagnamento alla frequenza dei corsi di istruzione e formazione professionale promossi dalle scuole o dai centri di formazione professionale. Quest'ultimo aspetto richiama la necessità di azioni sinergiche nel processo di integrazione fra il sistema dell'istruzione e quello della formazione professionale per evitare il rischio di una precoce selezione sociale. I Centri territoriali permanenti sono 500, quasi tutti negli istituti scolastici. La loro azione sarebbe più efficace se fossero scorporati e resi autonomi. È necessario un Tavolo di lavoro interministeriale con i Ministeri delle Politiche sociali, Lavoro, Famiglia e le Regioni.

Obiettivi prioritari: Coinvolgere i genitori e le famiglie degli alunni stranieri nelle attività della scuola e nell'orientamento scolastico degli alunni e facilitare l'integrazione delle famiglie straniere nel tessuto sociale. Facilitare la prima alfabetizzazione e l'apprendimento dell'italiano da parte dei genitori degli alunni stranieri e degli adulti immigrati in generale. Proposte: costituzione di un gruppo tecnico di lavoro per definire proposte di trasmissioni televisive dedicate in modo specifico agli obiettivi succitati. Costituzione di un Tavolo di lavoro interministeriale con i Ministeri delle Politiche sociali, Lavoro, Famiglia, le Regioni per mettere in sinergia il sistema dell'istruzione e quello della formazione professionale. Incentivare le Autonomie scolastiche nel proporsi come luoghi di alfabetizzazione e di cultura per i genitori degli studenti immigrati. 4 L'EDUCAZIONE INTERCULTURALE NEI NUOVI CURRICOLI SCOLASTICI Occorre rivisitare i programmi, i contenuti, le discipline in chiave interculturale. I programmi di insegnamento di storia e geografia e i manuali scolastici come interpretano le sfide della globalizzazione, dei nuovi saperi, del meticciato culturale, del pluralismo religioso? Ma anche le altre discipline sono coinvolte ed hanno rilevanti implicazioni interculturali: scienze matematiche, diritto, economia, filosofia, storia dell'arte. Strumenti preziosi possono essere i libri in lingua originale, i libri bilingui o plurilingui,i video e i cd rom multimediali. I dizionari nelle diverse lingue e i portali informativi multilingue, gestiti da Organizzazioni Non Governative ( l'atlante di UniMondo, per esempio) L' editoria scolastica e non, anche multimediale, è un settore molto importante, perché fornisce gli strumenti di lavoro ad allievi ed insegnanti e sta cercando,in modo ancora insufficiente, di attrezzarsi alla sfida delle nuove conoscenze e dei diversi punti di vista nella società multiculturale e multilingue in continua trasformazione. È necessario inoltre un potenziamento delle biblioteche scolastiche anche in collaborazione con i servizi multiculturali delle biblioteche

pubbliche, con i centri di documentazione dedicati a questi temi e con le associazioni degli immigrati. Obiettivi prioritari: rivisitare i curricoli scolastici alla luce delle trasformazioni della nostra società e delle diverse e molteplici appartenenze culturali presenti nelle nostre scuole. Proposte: costituzione di un gruppo di lavoro con un preciso obiettivo a tempo con enti, associazioni disciplinari e organizzazione non governative per definire alcune proposte in merito all'editoria scolastica, e non scolastica,e a nuovi contenuti disciplinari nella prospettiva interculturale. 5 IL CONFRONTO CON ALTRI PAESI EUROPEI E CON I PAESI DI PROVENIENZA Il confronto costante con altri Paesi europei, di recente immigrazione, come la Spagna, o di lunga tradizione multiculturale, come Francia, Germania e Inghilterra è una dimensione irrinunciabile del nostro stare nell' Europa delle culture e delle differenze. Importante altresì il confronto e lo scambio con le organizzazioni internazionali e gli istituti di cultura, in Italia e in Europa, che si occupano di queste tematiche, (Commissione Europea, INDIRE, EURYDICE, British Council, OCSE, UNICEF..). I diversi modelli di integrazione oggi presenti in Europa e i drammatici punti di crisi evidenziati da alcuni di essi (gli attentati in Inghilterra, le rivolte giovanili nelle banlieues francesi) testimoniano quanto complesso sia l'obiettivo dell'integrazione. Altrettanto importante (e innovativo: su questo aspetto si è investito poco) potrebbe essere il confronto e gli accordi con i principali paesi di provenienza degli allievi stranieri nelle nostre scuole (Marocco, Albania, Romania, Cina, Serbia, Filippine, Ecuador). Obiettivi prioritari: promuovere il confronto con i modelli di integrazione e le strategie adottate dagli altri Paesi europei Stabilire accordi con i principali Paesi di provenienza degli alunni stranieri. Proposte: facilitare e attivare visite di studio e scambi di buone pratiche,di strumenti e metodologie didattiche tra dirigenti, docenti e allievi dei Paesi europei e dei Paesi di provenienza dei ragazzi stranieri.

NOTE 1. Le problematiche connesse all'integrazione degli alunni stranieri e all'educazione interculturale coinvolgono più Direzioni Generali del Ministero: Direzione Generale per lo studente Direzione Generale per la Formazione del Personale Direzione Generali per i Rapporti con i sistemi formativi delle Regioni e degli Enti Locali Direzione Generale Ufficio Studi e Programmazione Direzione Generale per le Relazioni internazionali Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici E' necessario che vi siano occasioni di raccordo interdirezionale, con i rappresentanti di queste diverse direzioni e di raccordo con i referenti per l'intercultura degli uffici scolastici regionali. 2. Per la stesura di questo documento di indirizzo si è tenuto conto di: 1. Eurydice, L'integrazione scolastica dei bambini immigrati in Europa, Bruxelles, 2004. 2. Pronuncia del CNPI, Problematiche interculturali, 20 Dicembre 2005. 3. Circolare Ministeriale n. 24, Linee guida per l'accoglienza e l'integrazione degli alunni stranieri, 1 Marzo 2006. 4. Ministero della Pubblica Istruzione, Alunni con cittadinanza non italiana. Presenze, esiti e confronti in Europa. Scuole statali e non statali Anno scolastico 2005/2006, dicembre, 2006.