STRUTTURAZIONE DEL SERVIZIO



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STRUTTURAZIONE DEL SERVIZIO Riferimenti legislativi Legge adozioni internazionali 31 dicembre 1998, n.476; Legge adozione 4 maggio 1983, n.184 e successive modifiche D.P.C.M. 14.2. 2001 Delibera Regionale n. 1627 del 28/12/2001; Protocollo operativo tra Enti, servizi e T.M., allegato alla suddetta delibera. Compiti istituzionali: Fornire informazioni sulla legislazione e sulle procedure inerenti l adozione nazionale ed internazionale, non solo alle coppie aspiranti all adozione ma a tutti i cittadini, al fine di favorire la promozione dei diritti dei minori, attraverso la crescita della consapevolezza del valore di tale scelta. Svolgere attività di indagine psico-sociale su mandato del T.M., al fine di acquisire elementi sulla situazione personale e familiare della coppia aspirante all adozione, sul loro ambiente di vita, sulle motivazioni che li determinano, sull attitudine a farsi carico di una adozione internazionale, sulla capacità di rispondere in modo adeguato alle esigenze dei minori, sulle eventuali o particolari caratteristiche dei minori che intendono accogliere. La relazione è inviata al TM Predisporre servizi di preformazione e formazione per le coppie che hanno intrapreso il percorso adottivo. Tenere aggiornati i documenti ed i fascicoli relativi alla coppia, raccogliendo notizie relative all iter adottivo delle singole coppie. Svolgere, su richiesta, attività di sostegno al nucleo adottivo al momento dell ingresso del minore, raccogliendo informazioni su esso e attivando momenti di supporto ed accompagnamento sulla base delle problematiche che emergeranno, riferendo al T.M. in merito, inviando se stabilito relazioni periodiche per i paesi d origine. Seguire la coppia nell anno di affidamento pre-adottivo come previsto dalla legge 184/83. Mantenere contatti diretti con i T.M. e con le Associazioni.

Svolgere indagine sociale, su richiesta del T.M. in situazioni inerenti ex art. 44 lex 184/83 e successive modifiche. Effettuare approfondimenti su mandato della Commissione Nazionale delle Adozioni. Promuovere e favorire la partecipazione degli operatori all attività formativa e predispone un archivio per raccolta documentazione ed una biblioteca specifica. Competenze territoriali e personale di riferimento Il servizio adozioni è funzionante per i Comuni dei Distretto Socio Sanitario n.18 spezzino e il Distretto Socio Sanitario n.17 Riviera Val di Vara e Distretto Socio Sanitario n.19 Val di Magra Nello svolgimento delle proprie funzioni si avvale di personale sociale messo a disposizione dai Comuni dei Distretti Socio Sanitari (ex Zone Sociali) e di personale sanitario messo a disposizione dalla ASL. In particolare il servizio adozioni è composta da: - N.1 A.S. Comune della Spezia: Fanfani Valeria Responsabile del Servizio Adozioni - N. 1 A.S. Comune di Arcola: Veronese Simonetta, coordinatore dell equipe del Distretto 19 - N.3 A.S Distretto Socio Sanitario n. 18: Figoli M. Grazia e Carnicina Alessandra Boracchia Barbara - N.1 A.S. Distretto Socio Sanitario n. 17: Petacchi Francesca - N.4 A S Distretto Socio Sanitario 19 : Maineri Marina (Iannone Lisa in eventuale sostituzione), Centi Valeria (Ercolini Domenica in eventuale sostituzione), Carchini Antonella, Calabrese Stefania - N.4 psicologi ASL 5 Spezzino : Borghini O. Neide, Maloni Flavia e Forcieri Glauco del Nucleo Consultoriale, Faietti Elena del Modulo di Neuropsichiatria Infantile Organizzazione Le coppie che desiderano informazioni sull adozione possono telefonare o presentarsi al servizio accoglienza (per i Distretti 17 e 18) o presso le sedi dei Servizi Sociali dei comuni di residenza (per il Distretto 19).

Gli operatori che accoglieranno le richieste dovranno trasmettere i nominativi ai referenti del Servizio adozioni in base alla residenza dei richiedenti. Il Servizio adozioni si riunisce di norma ogni 3 mesi il lunedì dalle 9.00 alle 11.00 per concertare gli aspetti organizzativi. Le equipes operative a livello Distrettuale si riuniscono almeno 1 volta al mese per la verifica e l aggiornamento dei casi. I dati sono conservati presso le sedi del servizio adozioni. Per le coppie residenti nel Distretto Socio Sanitario n.17 e 19 possono essere predisposte doppie cartelle, in modo da garantire un archivio anche in tali sedi. Compiti e funzioni degli operatori La responsabile del servizio: - garantisce l applicazione del Protocollo Operativo; - coordina e convoca il servizio adozioni; - prende parte al Gruppo Regionale istituito con delibera; - mantiene contatti con gli Enti, le Regioni, la Commissione; - favorisce la partecipazione alle attività formative; - tiene i rapporti con la Asl ed i Distretti Socio Sanitario n. 17 e 19; - verifica che il materiale documentativo e l archivio risultino aggiornati; - organizza i gruppi per famiglie adottive e per il post-adozione; Il Coordinatore dell equipe del Distretto 19 - Collabora con la responsabile del servizio adozioni nello svolgimento delle funzioni ed è il referente del Servizio per la Val di Magra - Coordina e convoca l equipe operativa della Val di Magra L Assistente Sociale del Comune di residenza per il Distretto 19: - effettua il primo colloquio; - fornisce modulistica e informazione alle coppie che lo richiedono; La A.S. referente per ATS - fa parte dell equipe adozioni - prende in carico la coppia aspirante all adozione su mandato del T.M.;

- effettua colloqui e visite domiciliari congiunte con la psicologa ; - redige la parte sociale della relazione - collabora con la psicologa alla stesura della relazione di sintesi - aggiorna lo schedario; - partecipa ai gruppi di formazione ed ai seminari informativi rivolti alle coppie - segue i gruppi di auto mutuo aiuto - partecipa alle iniziative formative per gli operatori; - monitora la coppia nel post-adozione. La psicologa clinica - fa parte dell équipe adozioni; - effettua colloqui e visite domiciliari congiunte con l Assistente Sociale; - redige la parte psicologica della relazione - collabora con l Assistente Sociale alla stesura della relazione di sintesi; - svolge interventi ritenuti opportuni nella fase del post adozione - segue la coppia nel periodo post-adottivo; - conduce gruppi formativi per la coppia; - partecipa alle iniziative formative; - prende parte al Gruppo Regionale istituito con delibera; Modello tecnico Il modello tecnico ha come punto di riferimento l equipe di base composta da assistente sociale individuata dal Distretto Socio Sanitario e psicologa clinica dell Asl 5 Spezzino. Ogni coppia che effettua domanda di adozione è accompagnata da un assistente sociale di riferimento che svolge un primo incontro. I successivi incontri sono tenuti congiuntamente, con la figura dello psicologo clinico. L operatività dell equipè, a seconda delle specifiche competenze disciplinari, si struttura come segue: la psicologa clinica avvalendosi di tutti gli strumenti che concretamente possono essere utili nel raccogliere informazioni circa l oggetto di studio: colloquio clinico, questionari, tests reattivi congruenti con il caso in esame, attiva nell ambito dei

colloqui congiunti con l assistente sociale un percorso conoscitivo che non ha come unico scopo quello di rilevare o inquadrare nosograficamente un eventuale funzionamento psicopatologico, ma implica una complessa attività di analisi e osservazione dell individuo della coppia. Questo processo di conoscenza si articola nelle seguenti prestazioni: 1. colloquio psicologico clinico e osservazione clinica individuale; 2. colloquio psicologico clinico e osservazione di coppia; 3. colloquio psicologico di indagine clinico familiare qualora siano presenti figli o altri membri della famiglia; 4. indagine psicologica per la valutazione dell inserimento ambientale del minore ( visita domiciliare con l assistente sociale ) L assistente sociale, come da proprie competenze utilizzando tecniche di osservazione, lettura di atteggiamenti, approccio biografico-narrativo, raccoglie notizie in merito alla 1. storia individuale dei coniugi ed evoluzione della coppia 2. organizzazione della vita familiare attuale ed in previsione dell arrivo del bambino 3. atteggiamenti della coppia e dei familiari nei confronti dell adozione 4. analisi delle risorse presenti nella coppia e nella loro rete relazionale 5. riflessioni sulla storia del bambino e sul rispetto delle origini, sul modo di affrontare le differenze biologiche, somatiche, etniche e culturali, sul valore di un approccio interculturale Al termine dei colloqui è svolta da parte dell equipe visita domiciliare al fine di verificare sia le condizioni ambientali, gli spazi fisici per l accoglienza del bambino ed osservare la coppia nel proprio contesto di vita. Alla fine del percorso viene svolto un colloquio congiunto di restituzione sia della storia individuale che di coppia. Questo spazio ha lo scopo di offrire all utente la possibilità di sperimentarsi come soggetto attivo e costituisce una possibilità di riflessione sul percorso che la coppia ha intrapreso e sui suoi significati. I dati raccolti durante lo svolgimento della valutazione sono elaborati e organizzati in una rappresentazione coerente e personalizzata peculiare per quell individuo e quella coppia e redatti in una relazione che verrà inviata al Tribunale per i Minorenni. Il percorso può prevedere la formazione di gruppi di informazione, formazione ed auto mutuo aiuto.

CONTENUTI DEL SERVIZIO Il servizio, oltre che una modalità di tipo organizzativo si è strutturato dandosi anche dei contenuti sul piano operativo, partendo infatti dalla considerazione che l adozione si struttura come un percorso si sono considerate delle fasi precise, preadozione, istruttoria, attesa e post adozione per le quali si sono definiti i destinatari, il modello operativo, gli operatori coinvolti. Fase 1.Istruttoria Questa fase si configura come la fase fondamentale sia perché deve attenersi a tempi e dettati legislativi sanciti sia perchè è il momento attraverso il quale al coppia entra in contatto con l equipe, stabilisce con questa un legame che sarà da riferimento per tutto l itinerario adottivo, anche dopo l arrivo del bambino. Dal punto di vista metodologico è preso a riferimento il protocollo regionale integrato dalle metodologie operative del Servizio stesso in quanto si sofferma sia sulle modalità di svolgimento e sia sui contenuti del colloquio. L equipe lavoro espressamente su mandato dell autorità giudiziaria Da dettato legislativo tale fase deve concludersi in 120 giorni, sono ammesse proroghe sino a 120 giorni, solo se motivate Destinatari I destinatari sono le coppie che hanno presentato richiesto l idoneità all adozione internazionale o hanno dato la propria disponibilità all adozione nazionale. Metodologia Per ogni coppia che effettua domanda di adozione è assegnato un A.S. di riferimento che effettua il primo colloquio e che in seguito è affiancato da una psicologa. Sono svolti un minimo di 6 colloqui, una visita domiciliare ed un colloquio di restituzione.. Le aree tematiche dei colloqui vertono su:

situazione individuale, familiare e sanitaria di ciascuno dei coniugi, storia e dinamiche interpersonali di coppia, risorse parentali ed ambiente sociale, motivazioni all adozione e conseguenti atteggiamenti, caratteristiche particolari del minori da accogliere, il bambino ideale e quello reale, loro definizione ed il loro progetto di genitorialità. A fine della fase istruttoria è redatta una relazione congiunta da inviare al Tribunale per i Minorenni Risorse necessarie Per un buon svolgimento di tale fase sono necessarie le seguenti figure: assistenti sociali e psicologhe La media delle coppie è di circa 50 all anno, per ogni coppia sono richieste 10 ore Fase 2. L attesa Conseguente alla fase iniziale è necessario un percorso che si inserisce nella fase dell attesa, quando la coppia, espletata l istruttoria, si trova in un momento di transito che non deve essere passivo ma deve servire per stimolare ed approfondire gli aspetti cruciali connessi all adozione intesa non più solo come iter burocratico ma come aprirsi di un nuovo modo di essere famiglia. In questa fase il progetto prevede l introduzione di cicli di gruppi a temi specifici orientati ad accrescere nelle coppie conoscenze di tipo relazionale, sulla comunicazione, sulla genitorialità adottiva e sul valore dell accoglienza, sul primo incontro, sul rispetto delle origini, sul patto adottivo, sul bambino che verrà e dell accettazione nella famiglia allargata. Prevede inoltre l attivazione di gruppi di automutuoaiuto e di confronto con le famiglie che già hanno vissuto l esperienza dell adozione nonché incontri con i rappresentanti degli Enti che si occupano di Adozione Internazionale. Destinatari

Coppie, residenti nei comuni delle tre Zone Sociali, che hanno ottenuto il decreto di idoneità. Metodologia Finalizzata a sostenere ed accompagnare le famiglie nel periodo dell attesa attraverso incontri di gruppo condotti da operatori qualificati e la somministrazione di questionari redatti da personale specializzato utili a capire il grado di coinvolgimento e di investimento delle coppie ed a valutare l interiorizzazione di contenuti. Sono predisposti gruppi formativi a cicli a favore delle coppie che hanno terminato la fase istruttoria che verteranno sulle seguenti tematiche: - L adozione e l attesa; - La genitorialità adottiva come genitorialità speciale, - Bambino ideale-bambino reale; - Accoglienza, accettazione, valore della famiglia allargata; - Il patto adottivo; - Il valore della narrazione nel post adozione; - Riflessioni conclusive con la somministrazione di questionari. Risorse necessarie Per la realizzazione di cicli di 5 incontri da 2 ore ciascuno rivolti alle coppie e per la preparazione dei gruppi si prevede l utilizzo delle seguenti figure professionali: N. 1 Psicologo per n.. 25 ore annuali N.1 Assistente Sociale per n. 25 ore annuali Fase 3. Post adozione Con l arrivo del bambino si entra in una nuova dimensione. In questo momento del percorso adottivo siamo a diretto contatto con il bambino in carne ed ossa, con i suoi bisogni emotivi e relazionali, con la sua storia di deprivazione fisica ed affettiva, spesso travagliata e complessa, con il suo patrimonio

culturale e con una sua identità etnica specifica. Il desiderio adottivo si è incarnato in un soggetto reale, concreto, anch egli carico di aspettative, ansie e diffidenza. Siamo anche di fronte ad una nuova famiglia che comincia a funzionare come sistema. La coppia si pone in una nuova realtà: integrare al proprio interno l immagine di sé come genitore e verificare il reale atteggiamento verso il figlio adottivo. Inoltre, deve possedere la consapevolezza delle difficoltà e soprattutto deve essere in grado di capire quando i momenti problematici siano dovuti a situazioni contingenti o siano presenti elementi di maggior disturbo. Diventa quindi fondamentale elaborare un progetto di accompagnamento da parte dei servizi per favorire una migliore costruzione dell integrazione del bambino nel nuovo nucleo e nel nuovo contesto sociale e per insegnare alla famiglia come capirlo, accoglierlo ed accettarlo. Con questa consapevolezza è stato elaborato un ulteriore intervento che prevede di supportare le nuove famiglie nell accoglimento ed accudimento del minore, ponendo particolare importanza alla relazione con i bambini da qualsiasi contesto culturale essi provengano; in particolare dando supporto nella costruzione di una narrazione condivisa ed interiorizzabile che permetta al bambino di dare significato a ciò che è stato prima dell adozione e ad attribuire significati rassicuranti all esperienza adottiva. In questa fase si prevedono gruppi di sostegno al nuovo nucleo familiare come aiuto alla crescita (della famiglia adottiva) in considerazione del nodo critico dell adozione legato alla duplice appartenenza del bambino al quale vengono trasmessi cura ed affetto, insieme al patrimonio famigliare, pur nel riconoscimento della sua diversa appartenenza biologica, etnica e culturale Destinatari Coppie, residenti nei comuni dei due Distretti Socio Sanitari(ex Zone Sociali), che hanno già un bambino adottivo all interno del proprio nucleo familiare e che sono interessate ad approfondire i temi attinenti all adozione internazionale, che vogliono condividere la propria esperienza con altre coppie. Metodologia

Finalizzata a sostenere, sia a livello individuale che di gruppo, i genitori nei diversi livelli di adattamento alla genitorialità adottiva e integrazione del bambino all interno del sistema familiare e sociale, fornendo ai genitori strumenti idonei a non identificare la componente culturale come eventuale disagio psicopatologico, favorire l accoglienza dei minori adottati nella scuola e nel tessuto sociale, in un ottica di valorizzazione delle differenze, attraverso: - colloqui individuali di sostegno e verifica - gruppi formativi e di automutuo aiuto per le coppie - incontri con altri genitori adottivi in qualità di testimoni privilegiati; - somministrazione di questionari alle coppie; - sostegno individuale ai genitori adottivi; - incontri formativi agli insegnanti. Sono previsti incontri con i docenti per conoscere il reale grado di consapevolezza in merito agli aspetti dell inserimento scolastico di minori in adozione. Risorse necessarie Per gli interventi sopra descritti si intende utilizzare i seguenti operatori: N. 2 Assistenti sociali per n. 60 ore annuali complessive, per colloqui, organizzazione gruppi, riunioni N. 1 Psicologo per 30 ore annuali complessive Un arricchimento del lavoro con le famiglie può giungere anche dall apporto di referenti degli enti autorizzati, di esperti del settore, volontari e famiglie adottive MODALITÀ DI VERIFICA DEL SERVIZIO

La verifica viene effettuata direttamente dall equipe adozioni, attraverso griglie di indicatori sull efficacia ed efficienza del progetto, con la somministrazione di questionari di soddisfazione, la registrazione delle presenze, l intensità della frequenza.