Tecnica Bancaria (Cagliari - 2016)

Documenti analoghi
Tecnica Bancaria (Cagliari )

Lezione 1. Uniformità sistema creditizio. Basilea 1. Basilea 2, fattori di ponderazione, il concetto di rating

Le regole di Basilea II per il credito immobiliare

Da più parti si sente dire e si legge che con Basilea 2 non serviranno più le garanzie o che esse avranno un ruolo ridotto.

Le funzioni della banca. Lezione 1 1

I crediti e la loro classificazione secondo gli IAS/IFRS

Vademecum Accordi di Basilea. Basilea 1 (Accordi in vigore dal 1998)

Agenda. Il Gruppo Cariparma Friuladria. Lo scenario economico e bancario. Da Basilea 1 a Basilea 2

26/10/2010. I processi di finanziamento. Processi di finanziamento. Processi di gestione monetaria. FABBISOGNO di mezzi finanziari

Finanziamento Immobiliare Finanziamenti strutturati, leasing, mezzanine e NPL

Risparmio e Investimento

REGOLAMENTO le Banche - anche in qualità di capofila di pool di banche con sede nel territorio della Provincia di Rimini;

Basilea 2: Vincere insieme la sfida del RATING

Corso di Finanza aziendale

Dai prestiti contro garanzie ai prestiti contro valore. La evoluzione del rapporto Banche/ PMI

Modello Interno di Rating del Segmento Retail

Lezione 2. Il rating. Il rating. Sistemi di rating, il rating esterno

Prof.ssa M. Intonti, Economia degli intermediari finanziari, Economia aziendale, a.a

Evoluzione dei modelli della banca e dell assicurazione. Corso di Economia delle Aziende di Credito Prof. Umberto Filotto a.a.

Il sistema monetario

FABBISOGNO DI FINANZIAMENTO

La gestione commerciale del rating Da sentenza a strumento di miglioramento della relazione con il cliente

Moody s Investors Service

Note per la corretta compilazione dell analisi finanziaria

L attività di intermediazione creditizia: LE OPERAZIONI DI IMPIEGO (Operazioni Attive) Università degli Studi di Teramo - Prof.

Tecnica Bancaria (Cagliari )

RENDICONTO FINANZIARIO

GLI ELEMENTI ANDAMENTALI DEL RATING AZIENDALE

DOMANDE a risposta multipla (ogni risposta esatta riceve una valutazione di due; non sono previste penalizzazioni in caso di risposte non corrette)

IL RISCHIO D IMPRESA ED IL RISCHIO FINANZIARIO. LA RELAZIONE RISCHIO-RENDIMENTO ED IL COSTO DEL CAPITALE.

ECONOMIA DEGLI INTERMEDIARI FINANZIARI I

Il factoring tra finanza e servizi

Bongini,Di Battista, Nieri, Patarnello, Il sistema finanziario, Il Mulino 2004 Capitolo 2. I contratti finanziari. Capitolo 2 I CONTRATTI FINANZIARI

MODI DI FINANZIAMENTO DELL ECONOMIA

Capitale & Ricchezza

IL MARKETING E QUELLA FUNZIONE D IMPRESA CHE:

INFORMATIVA AL PUBBLICO ANNO 2014

Capitale di credito PRESENTAZIONE DI EFFETTI SALVO BUON FINE

Leasing secondo lo IAS 17

Il Factoring e le piccole e medie imprese

Direzione Tecnica Vita Sistema di Offerta Vita e Previdenza Documento Commerciale ad uso interno. Report Gestionale IV Trimestre 2014 Pagina 0

L esperienza del Credito Italiano nelle gestione del rischio con metodi statistici - focus sul portafoglio small business -

Fondo di Garanzia per le piccole e medie imprese L. 662/96 L. 266/97

L analisi per flussi ed il rendiconto finanziario

Il Factoring, strumento di gestione e finanziamento del circolante

Economie regionali. L'andamento del credito in Sardegna nel quarto trimestre del Cagliari

Sulla base dei valori di riferimento indicati sono assegnati alle imprese i seguenti punteggi: A 100% 3 75% < A < 100% 2 0 < A 75% 1

INDICE. Pagina 1 di 11 Economia e gestione delle aziende ristorative 2 Selezione a cura di Marcello Sanci

IAS/IFRS: le implicazioni per il credit risk management

I contributi pubblici nello IAS 20

IL RUOLO DEL CENTRO FIDI TERZIARIO QUALI GARANZIE?

IL PROCESSO DI BUDGETING. Dott. Claudio Orsini Studio Cauli, Marmocchi, Orsini & Associati Bologna

SECONDA PARTE (Rischio di Credito)

Indice. Presentazione, di Roberto Ruozi. pag. xiii

ANTICIPI IMPORT EXPORT IN EURO E/O VALUTA ESTERA FINANZIAMENTI IN VALUTA ESTERA SENZA VINCOLO DI DESTINAZIONE

La gestione aziendale, il reddito e il patrimonio

Scheda prodotto. 100% dell importo nominale sottoscritto. 1 obbligazione per un valore nominale di Euro 1.000

PAS 2014 Mishkin Eakins Forestieri, Istituzioni e mercati finanziari, Pearson, Il mercato obbligazionario

Strumenti finanziari Ias n.32 e Ias n.39

Gli intermediari finanziari non bancari

FUSIONI E ACQUISIZIONI

GLI STRUMENTI ISMEA PER L ACCESSO AL CREDITO.

La BDCR Assilea per la valutazione del profilo di rischio delle imprese

12 AGGIORNAMENTO DELLA CIRCOLARE N. 217

Concetto di patrimonio

SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE

Le strategie delle piccole banche nel nuovo quadro regolamentare di Basilea 2

CONTABILITA GENERALE

CORSO DI TECNICA BANCARIA A.A

AVVISO COMUNE. Tutto quello che è utile sapere

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO

I - INFORMAZIONI SULLA BANCA EMITTENTE

TECNICHE DI STIMA DEL COSTO DELLE ALTRE FORME DI FINANZIAMENTO. Docente: Prof. Massimo Mariani

Modulo 8. Moneta e prezzi nel lungo periodo. UD 8.1. Il sistema monetario

INDAGINE SUI CREDITI VERSO LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 2011

LA GESTIONE PRESTITI

- Il rimborso dei prestiti e le spese da servizi per conto terzi -

GLI EFFETTI DELLA LOSS GIVEN DEFAULT SUL COSTO DEL CREDITO XXIII CONVEGNO RIDEFINIZIONE PROSPETTICA DEL RISCHIO BENE 18 OTTOBRE 2012

Progetto In.Volo. Iniziativa per il Volontariato in Lombardia

Capitolo VI. MODELLI DI RAPPRESENTAZIONE DELL ECONOMICITA

La gestione del debito dopo gli accordi di Basilea II

Le operazioni di leasing

L ANALISI PER INDICI

Basilea II; la costruzione di un modello di autodiagnosi dell impresa

Precisazioni. Circolare 154. Segnalazioni delle banche e dei gruppi bancari. Precisazioni sulla struttura delle voci

Il concetto di rischio

Corso di Finanza Aziendale

La politica monetaria ha effetti asimmetrici in realtà economiche non omogenee.

Commissione di Massimo Scoperto e Commissione di Mancato Utilizzo: cosa sono e come funzionano.

BILANCIO DI PREVISIONE PLURIENNALE PER IL TRIENNIO 2016/2018" IL CONSIGLIO REGIONALE ha approvato. IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE Promulga

19.4. La riserva di elasticità

INTRODUZIONE ALL ECONOMIA POLITICA (prof. C. Gnesutta) PARTE 5 La composizione degli stock finanziari: Capitolo 19: moneta e capitale.

Verso Basilea 2 Minacce in vista per le PMI?

TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 - INFORMATIVA AL PUBBLICO al 31 dicembre 2011

Lezione Introduzione

REGOLAMENTO PER LA MISURAZIONE E LA VALUTAZIONE DEL PERSONALE DEI LIVELLI

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI FANO

STRUMENTI FINANZIARI NEI PROGRAMMI

SCATTO. il prestito partecipativo di Fidi Toscana

LINEA INTERREGIONALITA. III Laboratorio

Transcript:

Tecnica Bancaria (Cagliari - 06) prof. Mauro Aliano mauro.aliano@unica.it

Seconda Parte Aspetti gestionali: scelte organizzative e distributive, la gestione dei rischi, il bilancio della banca

Argomenti I prestiti e la gestione del rischio di credito Da Basilea a Basilea Basilea 3 3

I prestiti e la gestione del rischio di credito a livello di portafoglio 4

I prestiti bancari e l efficienza allocativa Le ragioni della centralità dei prestiti nell attività bancaria vanno ricercate nelle seguenti circostanze. 3 I prestiti bancari costituiscono la principale e più importante fonte di copertura del fabbisogno finanziario esterno delle imprese; questa fonte, per sua natura, è di rapido accesso e, soprattutto, è flessibile (contratti di prestito non standardizzat) I prestiti sono il tramite più efficace per l avvio delle relazioni di clientela dalla cui intensificazione dipendono, fra l altro, anche le opportunità di sviluppo delle dimensioni di una banca (moltiplicatore dei depositi) e della sua attività di intermediazione. Alimentano sia il margine di interesse che quello di intermediazione (sempre più spesso i prestiti rappresentano il materiale sottostante ai processi di cartolarizzazione) I prestiti rappresentano l elemento fondamentale che giustifica, in generale, l esistenza degli intermediari. Una parte del finanziamento esterno delle imprese non può che essere assicurata da quegli intermediari che garantiscono una informazione di tipo riservato 5

Il problema fondamentale dell attività di prestito è duplice: da un lato, valutare la capacità di rimborso del singolo debitore (dunque il rischio associato alla singola operazione che può trasformarsi in perdita per la banca); dall altro realizzare la migliore combinazione possibile di operazioni, tenendo conto della relazione rischio rendimento di ciascuna di esse. Questi due elementi definiscono i due aspetti fondamentali dell attività di prestito di una banca: La valutazione del rischio della singola operazione (selezione dei prestiti) La costruzione del portafoglio prestiti nel suo complesso (politica dei prestiti), composta a sua volta dalla decisione sulla dimensione del portafoglio e dalla distribuzione al suo interno fra le singole operazioni (aspetti della diversificazione, della ripartizione e del frazionamento dei fidi). 6

Il rischio di credito: gli strumenti di analisi L attività di prestito espone la banca a rischi di perdita parziale o totale del capitale prestato in caso di insolvenza definitiva del debitore (rischio economico) o costi finanziari dovuti a tensioni impreviste nella gestione della liquidità, a seguito di ritardi nei pagamenti di capitale o interessi alle scadenze convenute (rischio finanziario). La congiunzione tra rischio economico e rischio finanziario concorre a determinare la qualità dei prestiti, secondo una scala che in ordine decrescente comprende prestiti vivi, partite incagliate, sofferenze e dubbi esiti. ispetto alla valutazione, assunzione e gestione del rischio cinque sono le fasi nelle quali avviene l elaborazione, da parte della banca, delle opportune informazioni: 7

Il rischio di credito: gli strumenti di analisi Selezione delle iniziative da finanziare (definizione del rating interno) Decisione di affidamento e scelta della struttura tecnica Definizione del tasso. Il tasso praticato viene definito in base al rischio sopportato (rating assegnato), della redditività attesa sul capitale di rischio assorbito dal prestito, nonché dei costi finanziari e operativi connessi all operazione; Gestione e monitoraggio (ovvero controllo e revisione periodica dei rapporti); Gestione di portafoglio La prima fase della valutazione del rischio coincide in larga misura con la tradizionale istruttoria di fido. L assegnazione di un rating sintetizza il rischio percepito dalla banca 8

La valutazione del rischio è sostanzialmente un problema di trattamento delle informazioni disponibili e va a costituire il nucleo centrale del criterio di valutazione dei fidi adottato da ciascuna banca, il quale si esplica nelle due seguenti fasi: Screening Monitoring Prima della concessione del prestito viene effettuata la selezione della domande di credito da soddisfare Durante la vita del prestito, consiste nell azione di sorveglianza che accompagna il prestito stesso Il rischio del singolo prestito, una volta valutato ed assunto, può essere gestito; si può cioè decidere se mantenerlo, perché si integra efficacemente col portafoglio prestiti posseduto, o trasferirlo (con la securitisation o col ricorso ai credit derivatives) qualora le sue caratteristiche non coincidano con le combinazioni rischio-rendimento desiderate. 9

La quantità e la qualità delle informazioni disponibili dipendono ovviamente: ) da molti fattori di natura istituzionale (l attendibilità dell informazione contabile disponibile; la disponibilità dell impresa a fornire informazioni di tipo riservato, la capacità della banca di produrre informazioni interne, la possibilità di consultare database informatici - come quello della Centrale ischi - per rilevare l esposizione debitoria del richiedente verso il sistema), ) dalle modalità specifiche che assume il rapporto banca-impresa e dall intensità del rapporto di clientela che lega la seconda alla prima. Le relazioni di clientela (customer relationship) indicano l esistenza di un rapporto d affari tra banca e cliente dal quale prende avvio uno scambio intenso e completo che si estendende ad una molteplicità di servizi bancari. Si possono così realizzare numerosi benefici per i contraenti, fra i quali i più importanti sono la stabilizzazione del costo dei finanziamenti per l impresa e l accesso alle informazioni riservate per la banca; questi benefici, infine, possono trasformarsi in altrettanti incentivi affinché il rapporto permanga nel tempo e si estenda a tutti i servizi possibili. (concetto di relationship banking) 0

La composizione del portafoglio prestiti In generale la composizione del portafoglio prestiti può avvenire secondo: la categoria di aziende beneficiarie la forma tecnica la scadenza e la denominazione dell unità di conto La composizione del portafoglio prestiti dipende dalle scelte aziendali in relazione, da un lato, alle dimensione e alla struttura organizzativa della banca, dall altro lato, alle caratteristiche della domanda di credito espressa dai mercati in cui la banca opera

La gestione del rischio a livello di portafoglio Il rischio di ciascun credito deve essere valutato assieme a quello degli altri crediti erogati ed è individuabile nel contributo marginale del nuovo credito al rischio complessivo del portafoglio. ischio complessivo di portafoglio Non dipende soltanto dal rischio di insolvenza di ciascun debitore considerato isolatamente, ma anche dalla misura in cui la capacità di rimborso di ognuno di essi è influenzata dall andamento economico generale, ovvero dalla misura in cui la solvibilità di ogni debitore è correlata con quella degli altri. Anzi, al crescere del frazionamento dei rischi, si dimostra che la componente importante è solo la correlazione tra le capacità di rimborso dei debitori

Pertanto un portafoglio di prestiti tende ad avere rendimenti più stabili (meno variabili) di quelli di ciascun prestito considerato singolarmente. La ragione di questo risultato sta nel fatto che le capacità di rimborso dei differenti prenditori sono influenzate in maniera differente dai medesimi eventi. Pertanto la valutazione delle nuove operazioni dovrebbe concentrarsi sul rischio marginale della singola operazione, cioè sul rischio addizionale che il finanziamento genera per il portafoglio prestiti della banca. 3

Sfortunatamente la misurazione dei coefficienti di correlazione tra i singoli prestiti pone problemi metodologici e pratici non ancora del tutto risolti. Pur non essendo possibile l esatta quantificazione del rischio sistematico di ciascuna operazione, la banca dispone ugualmente di regole di comportamento utili a ridurre il rischio del proprio portafoglio prestiti. A tale processo si fa riferimento nella dottrina aziendale con il termine di frazionamento del rischio. Il frazionamento del rischio a livello di portafoglio avviene con riferimento alle seguenti quattro direttrici: Per classi di importo dei fidi Diversificazione Per settori industriali di appartenenza degli affidati Geografica delle operazioni Per forme tecniche delle operazioni 4

Tipologie di prestiti I prestiti per cassa e a breve termine Apertura di credito in c/c Smobilizzo su crediti Anticipazione su pegno Operazioni su titoli finanziari I crediti di firma I prestiti alle famiglie Mutui ipotecari Credito al consumo Prestiti a medio lungo termine Il mutuo Il leasing I prestiti in pool 5

Il Moltiplicatore dei depositi (un esempio) La Banca Centrale genera nuova base monetaria per 00 M di euro. La base monetaria viene diffusa nel sistema attraverso le banche, le quali trattengono una percentuale, ad esempio il 0%, a titolo di riserva. Le banche, per ipotesi, prestano i restanti 80M di euro alle famiglie o alle imprese, le quali acquisteranno beni o pagheranno servizi. I produttori dei beni e i venditori dei servizi, incassati gli 80M di euro, decidono di depositare questa somma in banca Le banche diventano debitrici di 80M di euro, ma incassano le risorse e, messo da parte il 0% (6 M di euro), prestano i restanti 64M di euro Etc C è quindi una «moltiplicazione» della moneta in circolazione! Moltiplicatore = ΔBaseMonetaria x d Dove d=percentuale di riserva (in questo caso pari a 500M di euro) 6

Il ischio di credito Una prima accezione (restrittiva) di rischio di credito riguarda la possibilità che la controparte (la famiglia o l impresa alla quale ho erogato il prestito) non adempia alle proprie obbligazioni Una seconda accezione (più ampia) inserisce nella fattispecie del rischio di credito anche il peggioramento del merito creditizio In quest ultimo caso il peggioramento del merito creditizio avviene quando il rapporto è già in essere (ad esempio downgrade di un impresa alla quale ho prestato dei soldi. In altri casi, tipo per i piccoli prestiti, non esiste un ente terzo che definisce questa condizione di «peggioramento del merito creditizio», quindi dovrebbe essere la banca stessa a valutare/verificare lo status dei soggetti) Un tentativo in questo senso è stato fatto, attraverso il comitato di Basilea, con l approccio dei rating interni (Internal ating Based) attraverso il quale si ponderano (pesano) i rischi (di credito) presenti all interno della banca 7

All interno del rischio di credito ischio di default (insolvenza del cliente) e di migrazione, ovvero peggioramento del merito creditizio della controparte (perdita attesa); ischio di un evento inatteso, o non calcolabile a priori (perdita inattesa); ischio dovuto ad un esposizione creditizia, ovvero associato alle operazioni «fuori bilancio» (off-balance-sheet operation): garanzie, fideiussioni (in passato anche i derivati) 8

Il rischio di insolvenza isponde ad una accezione più restrittiva del rischio di credito Per stimare il il rischio di insolvenza con un approccio interno bisogna stimare: PD= Probability of Default. Ovvero la probabilità che il creditore non sia in grado (integralmente) di far fronte alle obbligazioni LGD= Loss Given Default. La perdita che la banca subirà al termine delle procedure di recupero del credito EAD= Exposure at Default. Ovvero, nel momento in cui si verifica il default quale era l esposizione della banca Siccome si tratta di grandezze stimate il risultato rappresenterà il valore atteso che la banca dovrà trovarsi a gestire L aspetto più critico e più problematico non riguarda tanto il valore atteso (perché di questo la banca ne è consapevole) ma la sua variabilità, ovvero la tendenza di questo valore (variabile aleatoria) ad assumere valori diversi rispetto a quello atteso 9

Stima della Perdita Attesa e la PD La stima della perdita attesa: Perdita Attesa= PD*LGD*EAD Come si stimano le diverse componenti? PD Soggettiva, ovvero sul giudizio qualitativo più che quantitativo del soggetto (per grandi prestiti di solito) Statistical, come ad esempio lo scoring (diffuso, anche se non in modo univoco) per il credito la consumo Ibrido rispetto ai due precedenti approcci 0

LGD Complicata da stimare in quanto, a seconda dei casi, si riferisce al valore del soggetto prenditore dei fondi nel momento del default Ad esempio, nel caso di un impresa inadempiente, la Loss Given Default si riferirà al valore che residua dalle procedure di riscossione del credito ( e quindi al valore dell impresa non al momento dell erogazione del prestito, ma nel momento di default) Questo valore può essere calcolato in modo più agevole qualora la controparte sia quotata e/o qualora siano quotate sia le attività sia le passività

EAD Nel caso di prestiti a media lunga scadenza si evince dal piano dei pagamenti a patto che si riesca a definire M (Maturity) ovvero quando si verifica la condizione di default Quindi, in sostanza, la EAD dipende molto dalla forma tecnica dell esposizione Approcci statistici vengono applicati nel credito al consumo rivolto alle famiglie

ischio Paese e rischio di credito Il più delle volte la condizione di peggioramento del merito creditizio o di default è dettata da condizioni, di tipo soggettivo, legata al prenditore di fondi Ad esempio, nel caso di un impresa, all andamento economico dell azienda o piuttosto che a questioni legate all equilibrio finanziario della stessa Quando un impresa opera sul mercato estero la condizione di default potrebbe essere determinata non da fattori endogeni ma esogeni. Ad esempio una condizione legata al rischio del paese nel quale opera (politico, macroeconomico, etc.) In questo caso si fa ricorso a strumenti derivati specifici appartenenti alla categoria dei CDS 3

E la perdita inattesa? appresenta il vero rischio di credito A livello di portafoglio, mentre la perdita attesa è data dalla somma delle perdite attese sui singoli prestiti; la variabilità della perdita più attesa è più bassa della somma della variabilità dei singoli prestiti Deve essere coperta dal capitale di rischio, perché rappresenta il vero rischio d impresa. Si gestisce, come il rischio di mercato, attraverso modelli Va 4

Perché costruire un portafoglio? Un portafoglio di titoli finanziari Un portafoglio di prestiti Il rendimento di un portafoglio è sempre uguale alla media ponderata dei rendimenti dei titoli che lo compongono e, pertanto, deve essere calcolato sommando tra loro il risultato ottenuto moltiplicando il rendimento di ciascun titolo per il peso che esso assume nel portafoglio; Il rischio complessivo di portafoglio non è di norma pari alla media ponderata dei rischi dei titoli inseriti nel portafoglio pertanto, non può essere calcolato semplicemente sommando tra loro i risultati ottenuti moltiplicando il rischio di ciascun titolo per il peso di quest ultimo nel portafoglio. 5

Varianza di portafoglio: esempio con due assets La varianza del portafoglio è semplicemente il valore atteso degli scarti quadratici dalla media ( p ) p p E )] ( [ E J J )] ( ) ( [ E J J ] ) ( ) )( ( ) ( [ E J J J J

Trasformando l espressione ] ) [( )] )( [( ] ) [( E E E J J J J p )] )( [( E J J Viene definita covarianza N j N j k k jk k j N j j j p Esempio ad «n» assets

Benefici relativi alla costruzione di un portafoglio La combinazione dei due assets presenta deviazione zero, perché i due assets si comportano in maniera inversa Quando due assets hanno andamenti inversi è sempre possibile trovare una combinazione dei due che porti ad avere lo stesso rendimento in ogni condizione di mercato Quando i rendimenti di diversi assets sono indipendenti tra loro un portafoglio composto da tali assets può avere una dispersione minore di entrambi gli assets 8

L andamento del debito privato in rapporto al Prodotto Interno Lordo 9

Il mercato immobiliare italiano 30

Composizione del portafoglio delle famiglie 3

L andamento dei prestiti bancari 3

endimento e durata dei titoli di stato italiani 33

Composizione della raccolta bancaria 34

La liquidità delle banche 35