Corso di Finanza aziendale
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- Lucia Anna Maria Neri
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1 Basilea II Corso di Finanza aziendale Elementi del nuovo accordo di Basilea Basilea II? Si tratta della recente revisione del complesso di norme regolamentari che dal 1988 sono imposte alle banche dalla rispettive Autorità di Vigilanza; Norme che riguardano la dimensione minima e la composizione del patrimonio netto (p. di vigilanza) Il Comitato di Basilea Costituito dai rappresentanti delle Banche centrali del G10; opera dal 1974 presso la BRI L obiettivo delle autorità di vigilanza è garantire la stabilità delle banche a tutela dei depositanti Obiettivo: definire norme regolamentari per assicurare buon funzionamento e stabilità del sistema creditizio Norme recepite dalle Autorità di Vigilanza di oltre 100 Paesi. Il valore degli impieghi è a rischio DI VIGILANZA Funzione di cuscinetto a protezione della solvibilità Una premessa : di che cosa si occupano gli Accordi di Basilea? Perdita di valore economico degli impieghi
2 Perdita di valore economico degli impieghi La convenienza economica spinge a minimizzare i per 10 non erano sufficienti La convenienza economica spinge a minimizzare i ROE = UN / Basilea II Le autorità monetarie impongono una dotazione di capitale adeguata ai rischi La normativa proposta dal Comitato impone di dimensionare il patrimonio in funzione del livello dei rischi che caratterizzano gli attivi di bilancio delle singole banche; A maggiori rischi occorre far fronte con più elevati requisiti di capitale; 2
3 Accordo Basilea 1 ( oggi) Accordo Basilea 1 ( oggi) In base all Accordo del 1998 i mezzi patrimoniali delle banche devono essere almeno pari all 8% dei propri impieghi; Le voci dell attivo non devono essere valutate al loro valore nominale, ma in base ai rischi che vi gravano; L attivo viene quindi diviso in diverse categorie/classi; Per ogni classe esiste un fattore di ponderazione; Le classi sono determinate per tipologia di strumento, grado di liquidità, natura e rischio del destinatario, Paese di appartenenza. IORTO NOMINALE x PESO = IORTO A RISCHIO x 8% = REQUISITO DI CAPITALE Accordo Basilea 1 ( oggi) Esempio: prestito di 1000 (non garantito) ad impresa privata: x 100% x 8% = 80 euro Esempio: mutuo ipotecario di 1000: x 50% x 8% = 40 euro Indipendentemente dal reale rischio dell impresa che riceve il prestito DI VIGILANZA VINCOLO GESTIONALE > 8% dell attivo ponderato Si riconosce un minor rischio di perdita CRITICITA DELL ACCORDO DEL 1988 Basilea II I limiti dell accordo del 1988 possono essere individuati in: medesima ponderazione per ogni impiego ad imprese; non considera la maggioranza delle garanzie ed alcuni strumenti di mitigazione del rischio di credito; non considera la vita residua delle esposizioni; non considera la diversificazione del portafoglio. Nel giugno 2004 pubblicato il documento International Convergence of Capital Measurement anda Capital Standards. A Revised Framework ; Con la sottoscrizione dei documenti da parte dei Governatori delle banche centrali del Gruppo dei 10 è iniziato l iter procedurale. 3
4 L ITER PROCEDURALE DEL NUOVO ACCORDO (B2) COMITATO DI BASILEA Nuovo Accordo Testo definitivo giugno 2004 Il nuovo accordo Basilea 2 CONSIGLIO EUROPEO Applicazione 2007 / 2008 Direttiva STATI MEMBRI Innovazione: misurazione puntuale del rischio attraverso diverse variabili tra cui il RATING Obiettivo: accantonare quote di capitale in proporzione al rischio di ogni singolo credito BANCHE di fatto: 2005 Legge / regolamentazione nazionale Evoluzione dell analisi del rischio di credito Rating Dal naso dell analista (con molta soggettività e poca oggettività)... alla strutturazione delle informazioni ai sistemi di rating interno (permane peraltro la capacità/professionalità dell analista come vettore fondamentale) al calcolo puntuale del prezzo del rischio Con riferimento ai soggetti che, in base all Accordo, possono emettere rating si distinguono: Rating esterni Emessi da società specializzate o autorizzate ; Vi ricorreranno le banche che sceglieranno l approccio Standard dell Accordo; Rating interni Prodotti dalle stesse banche; Vi ricorreranno le banche che sceglieranno uno dei due approcci IRB (Internal( Rating Based) previsti dall Accordo. RISCHIO DI CREDITO - OPZIONI REGOLAMENTARI Flessibilità Metodo standard Benefici crescenti Standard Diversi metodi IRB Foundation IRB Advanced Complessità realizzativa e costi crescenti Non si discosta molto dall attuale; Vi sono ancora classi di impiego e coefficienti predefiniti; I coefficienti variano però in funzione del giudizio attribuito da una società di rating; Il collegamento tra rating e coefficienti è fatto dall Autorità di vigilanza; 4
5 Metodo standard In luogo di un solo coefficiente di ponderazione del rischio (100%), sono previsti coefficienti diversi a seconda del tipo di prenditore e del rating del medesimo (se presente). I crediti sono ponderati in base alla valutazione espressa da agenzie esterne di rating: da: AAA A+ BBB Inferiore a: AA- A- BB- a BB- Unrated pesi: 20% 50% 100% 150% 100% Metodo standard Esempio: Prestito di 1000 a un impresa AA Con Basilea II = accantonamento di: 16 = (1000 x 20% x 8%) A fronte degli attuali 80. In linea con il precedente accordo Metodo standard E per le imprese che non hanno rating? Il coefficiente rimane al 100%; Anche i metodi IRB determinano coefficienti di ponderazione diversi a seconda del tipo di prenditore e del suo specifico rating. E previsto il 75% per le piccole imprese che richiedano prestiti < di 1 milione e per le persone fisiche. Tuttavia la stima del rating è gestita direttamente dalle banche le metodologie di calcolo sono sviluppate internamente e validate dall autorità nazionale di vigilanza. Si tratta di quantificare e rendere compatibili i rischi creditizi assunti dalle banche sia sotto il profilo della probabilità della perdita sia sotto il profilo della dimensione attesa della stessa; Non riguarda solo le imprese in difficoltà; In Basilea II il rischio di insolvenza è identificato quantitativamente dalla perdita che la banca potrebbe subire al verificarsi dell inadempimento; La dimensione della perdita può essere ricondotta alle seguenti variabili: 5
6 Le componenti principali del rischio di credito Le componenti principali del rischio di credito (Probability of Default) È la probabilità che una controparte vada in default. L intervallo temporale di validità considerato dall Autorità di Vigilanza è di 12 mesi. Più bassa è la classe di rating più elevata è la PD. (Loss Given Default) È una stima percentuale della perdita in caso di default. Il valore di questo indicatore è fortemente correlato alla natura del finanziamento ed alle garanzie. (Exposure At Default) È l importo dell esposizione che la banca si troverà ad avere nei confronti di un determinato cliente nel momento in cui si verificherà il default. (Maturity) Si riferisce alla possibile perdita che si manifesta per l evoluzione del merito credito di una impresa a cui sia stato attribuito un certo rating e concesso un prestito a tasso fisso non rinegoziabile. Maggiore + lungo prestito e elevato rating Le 4 variabili sono i parametri fondamentali per la misurazione del capitale da accantonare a fronte della composizione e della dimensione dei portafogli prestiti; Con il metodo base : le banche stimano in autonomia solo PD; gli altri valori saranno dati dall autorità di vigilanza; Con il metodo avanzato: le banche stimano le 4 variabili (con metodi approvati dall autorità di vigilanza) La determinazione dei requisiti patrimoniali è: Semplice nell approccio standard: si applica l aliquota dell 8% agli attivi ponderati sulla base dei coefficienti predeterminati; Difficile nell approccio IRB: i valori delle quattro variabili devono essere inseriti in funzioni di ponderazione il cui risultato è il capitale da accantonare. Nella funzione di ponderazione: LGD e EAD entrano nel calcolo in maniera direttamente proporzionale al loro valore; M comporta invece requisiti crescenti in misura più che proporzionale all aumentare della durata del prestito e in funzione della classe iniziale di rating; PD presenta una relazione meno che proporzionale con il requisito di capitale (ved. Fig. successiva) Requisito Patrimoniale Requisiti patrimoniali per categoria di controparte in funzione della PD 30,00% 27,00% 24,00% 21,00% 18,00% 15,00% 12,00% 9,00% Requisito patrimoniale attuale fisso all 8% 6,00% 3,00% 0,00% 0,0% 2,0% 4,0% 6,0% 8,0% 10,0% 12,0% 14,0% 16,0% 18,0% 20,0% Probabilità di default Corporate fatt > 50 mil euro Corporate fatt < 5 mil euro Retail: mutui ipotecari Retail: altro 6
7 Seguendo l impostazione dei Credit Risk Model occorre prestare attenzione al calcolo della perdita; Non è sufficiente il calcolo della percentuale della perdita attesa; Si tenga conto che la perdita attesa è implicita nella concessione del prestito; Si tratta di un costo di cui tenere conto e da considerare nella individuazione del tasso attivo; Le rettifiche in bilancio del valore dei crediti rappresentano l imputazione della stessa; Il capitale di una banca ha pertanto la funzione di coprire le perdite inattese. Come calcolare le perdite inattese? A livello potenziale il loro massimo è uguale all importo del prestito; Si tratta di considerare una distribuzione di probabilità delle perdite e di identificare come perdita inattesa quella che si manifesta in corrispondenza di un certo livello di confidenza. Basilea II: Il calcolo della perdita inattesa è semplificato; E semplificato il processo con cui si tiene conto della diversificazione di portafoglio; La correlazione è funzione inversa della PD; Inoltre l impostazione prevede che i requisiti di capitale siano decrescenti in funzione della dimensione aziendale. Evoluzione dell analisi del rischio di credito >= 50 mln Euro Fatturato < 50 e >= 5 mln Euro < 5 mln Euro La banca deve effettuare una diagnosi documentata dello stato di salute dell impresa sulla base di un protocollo di analisi validato dalla banca centrale esposizione <= 1 mln Euro la diagnosi effettuata deve essere utilizzata per determinare il capitale di vigilanza CORPORATE PMI CORPORATE PMI RETAIL la diagnosi effettuata deve essere utilizzata per determinare fidi e tassi di interesse Requisiti di capitale decrescenti (effetto diversificazione) da analisi complesse ad analisi semplificate crescente automazione e standardizzazione dei processi 7
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