venerdì 28 giugno 2013, 17:22



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A tutto Gas 1 Cambiare il mondo si può A tutto Gas Un modo semplice e rivoluzionario di fare la spesa venerdì 28 giugno 2013, 17:22 di Silvia Allegri

A tutto Gas 2

A tutto Gas 3

A tutto Gas 4

A tutto Gas 5 Si può cambiare veramente il mondo facendo la spesa? Pare proprio di sì. Ce lo spiega Sara Ragusa, nel suo libro A tutto gas. Come aprire un gruppo di acquisto solidale e vivere meglio (Terre di mezzo editore.) Si tratta di un manuale piacevole pieno di istruzioni per l uso: in sostanza, l autrice spiega cosa deve fare una persona che vuole creare un gruppo di acquisto solidale, aderire a gruppi già esistenti, e capire quanto questo modo di fare la spesa possa essere utile per cambiare, naturalmente in meglio, la vita propria, degli altri e dell ambiente. Un libro che fa eco a quanto pubblicato qualche anno fa a cura del giornalista Lorenzo Valera, intitolato GAS: Gruppi di acquisto solidali. Chi sono, come si organizzano e con quali sfide si confrontano i gruppi di acquisto solidali in Italia (edizione I libri di terre di mezzo, www.terre.it). Questo volume approfondiva il fenomeno dei GAS, allora nato da poco tempo, offrendo una panoramica generale su queste realtà e dandone un interpretazione sociologica ed economica. A distanza di qualche tempo, Silvia Ragusa riprende questo tema, offrendo soprattutto consigli pratici e una panoramica completa dei gruppi esistenti, e dei siti sui quali si possono avere informazioni dettagliate. I Gruppi di Acquisto Solidali (GAS) sono gruppi di persone che acquistano mettendosi insieme, creando gruppi piccoli, di poche persone, oppure grandi, arrivando a parecchie decine di nuclei famigliari. Fanno la spesa seguendo alcune regole: prima fra tutte, cercano di preferire i produttori piccoli e locali, che non hanno soldi per investire in marketing e pubblicità, ma che sono attenti a produrre nel rispetto dell ambiente, degli animali, dei lavoratori. Il concetto che sta alla base dei GAS è quello di favorire la filiera corta, ossia l avvicinamento fra produttore e consumatore finale, sia in termini geografici, privilegiando le aziende più vicine, sia in termini funzionali, tagliando gli intermediari quali i grossisti e i negozianti. Nel caso dei GAS la filiera è la più corta possibile, infatti i consumatori si rivolgono direttamente ai produttori. I criteri con cui gli aderenti ai GAS selezionano prodotti e produttori sono quelli classici del consumo critico, senza però mai perdere di vista la qualità del prodotto, che è normalmente di fascia medioalta. L obiettivo dei membri dei GAS non è quello di risparmiare, ma quello di acquistare prodotti rispettosi dell ambiente e delle persone: poi in ogni caso il fatto di farlo in gruppo e rivolgendosi direttamente ai produttori, porta anche ad una sostanziale riduzione del prezzo rispetto ad un prodotto delle medesime caratteristiche acquistato in negozio. I GAS sono nati nei primi anni 90, e nel 1999 è stato scritto un documento base, una sorte di Manifesto, col quale venivano raccolte e presentate le idee che stanno alla base di questo progetto. Fulcro dell idea di GAS è la parola solidale. Questo significa scegliere un nuovo modello di sviluppo, costruito dal basso, perché fare la spesa in realtà è un atto politico, quello del consumatore che può decidere, con piccoli gesti quotidiani e poco sforzo, di far girare l economia in un modo più equo. Insomma, alla base di questo modo di fare la spesa c è l idea che un piccolo gesto può cambiare il mondo, se fatto da tanti. Molte persone ancora non conoscono l esistenza dei GAS, e questo soprattutto nei paesi piccoli, dove c è un rapporto diverso col modo fare la spesa. Le persone infatti vanno sempre nel negozietto di fiducia vicino a casa, conoscono i negozianti e spesso hanno dei rapporti di amicizia con loro. Molto diverso invece è il caso delle grandi città, afferma Sara Ragusa. Dove tutti vanno a fare la spesa nei supermercati, per ragioni di praticità si trova tutto nello stesso posto ma anche per ragioni economiche: ovviamente i prezzi sono più bassi, ma spesso a discapito della qualità. Proprio dalle grandi città è partito l impulso a creare gruppi di acquisto solidale. Per varie ragioni: si risparmia tempo, organizzandosi a turno per andare a fare la spesa; si riesce ad accedere a prodotti di qualità più alta provenienti da piccoli produttori locali che non sono noti ma che lavorano con criteri di rispetto nei confronti dell ambiente. Non bisogna dimenticare che entra in gioco anche il fattore culturale: chi decide di aderire a un gas si pone prima delle domande: per cui fare la spesa non significa solamente portarsi a casa il necessario per mangiare e per bere, ma anche riflettere sulla provenienza dei prodotti, sull impatto ambientale. Non si coprano necessariamente prodotti biologici. E più importante la conoscenza del fornitore rispetto alla certificazione del prodotto biologico. Il prodotto piace anche se non è biologico certificato, perché conosciamo esattamente l area di provenienza e magari anche il coltivatore che ci porta frutta, verdura, miele, formaggio in tavola. Un altro criterio di acquisto è quello del chilometro 0: Si sceglie il prodotto proveniente da case e orti vicini. Ma quanto vale in termini economici il mercato che si è creato? L aumento dei GAS è stato rapidissimo, afferma la Ragusa. Secondo una statistica fatta nel 1997, i gruppi di acquisto solidale erano una quindicina. Adesso sono più di cento, sparsi in tutte le zone d Italia. E sono ormai una realtà talmente importante, dal punto di vista socio-economico, che sono nate addirittura delle fiere. La più importante è quella che si tiene ogni anno, in primavera, a Milano. Fa la cosa giusta! Fiera nazionale del consumo critico e degli stili di vita sostenibili, giunta quest anno alla sua decima edizione (www.falacosagiusta.terre.it). E sempre con lo stesso nome, si svolgono in giro per l Italia altre manifestazioni simili, anche in città piccole, come Trento, in cui però la sensibilità verso il consumo critico è particolarmente diffusa e sviluppata. Nelle fiere si trova di tutto: espositori di piccole aziende biologiche e non, piccoli agriturismi, giornalisti, relatori, negozi di vestiario equo e solidale. A conferma che i GAS non si limitano ai generi alimentari, ma spaziano nei più diversi settori. Esistono GAS che si occupano dell acquisto di libri, di abbonamenti a riviste, dell installazione di pannelli solari, di abbigliamento, ricorda la Ragusa. E chiaro che alla base di queste realtà vi sia una forte consapevolezza del ruolo di

A tutto Gas 6 responsabilità che le persone hanno nei confronti dell ambiente, dei propri figli, del proprio stile di vita. E dunque inevitabilmente entra in gioco un fattore culturale: chi è abituato a riflettere e a sentirsi responsabile verso il futuro si pone inevitabilmente delle domande, arrivando dunque a concepire il semplice gesto quotidiano di fare la spesa non più come un azione meccanica, ma come una scelta di vita consapevole che ha delle forti conseguenze anche sulla vita degli altri. Insomma, come dice lo slogan di Fa la cosa giusta, il futuro è di chi lo fa. di Silvia Allegri