BORSA. Le azioni italiane di qualità che a questi prezzi vale la pena comprare & tenere LUX BOND TECH



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Transcript:

MENSILE ANNO 1 NUMERO 5 OTTOBRE 2011 5,00 4,00 BORSA Le azioni italiane di qualità che a questi prezzi vale la pena comprare & tenere PRIMO PIANO Paesi-rifugio: Hong Kong & Singapore, Svizzere d Oriente 28 LUX BOND 34 Obbligazioni AAA: sulla carta il meglio ma nei fatti non convengono TECH 58 Quasi quasi mi faccio la reflex: guida all acquisto della vera camera Geox, la svolta nel tech-fashion della scarpa che respira 69 POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - 70% - LO/MI

Sicurezze & opportunità di Lionello Cadorin Quando gli investimenti meno rischiosi arrivano a non rendere nulla, o addirittura vanno in negativo perché stanno sotto l'inflazione, come nel caso dei titoli di Stato tedeschi, significa che la sicurezza è diventata un costo. E che in fasi di mercato come queste stare alla finestra non paga. Meglio un po' di rischio - calcolato - per puntare a un guadagno. Se consideriamo il livello raggiunto dalle quotazioni di Borsa dopo le ripetute ondate di ribassi, che hanno colpito le azioni italiane più delle altre, determinando situazioni di oggettiva convenienza, ecco spiegata la nostra copertina "Buy Italy!". L'Italia non sta poi così male come sembra, hanno commentato all'indomani della riduzione del rating da parte di Standard & Poor's gli insospettabili analisti del Credit Suisse. Ma al di là della situazione generale dell'economia e delle sue prospettive certo non favorevoli, resta il fatto che nel listino italiano figurano molte società solidissime, forti nei loro mercati, molto internazionalizzate, poco indebitate. In altre parole: con tutte quelle caratteristiche che normalmente sono apprezzate dagli investitori in cerca di valore destinato a crescere nel tempo. Nessuno potrà mai affermare che una fase negativa della Borsa è arrivata ai minimi, ma che gli indici scendano o meno ancora un po' non cambia il giudizio di convenienza per l'acquisto dei titoli italiani che abbiamo giudicato "saldi di qualità". E' stato calcolato che i prezzi delle azioni italiane, a parità di parametri, risultano scontati del 13% rispetto a quelli delle azioni spagnole. E non abbiamo citato né un Paese né una Borsa che attraversino i loro momenti migliori. Con un traguardo temporale di medio-lungo periodo, quale deve essere per investimenti azionari non speculativi, abbiamo ritenuto di schierarci tra quanti vedono nel listino italiano buone opportunità. lionello.cadorin@browneditore.it 05

OTTOBRE BLOG Ma le banche del 2011 non sono la Lehman B. 10 Corone scandinave nuove valute-rifugio 12 Solare, il mercato italiano resterà tra i primi tre 14 IN COPERTINA 14 BORSA Le azioni italiane che vale la pena comprare & tenere Quanto rende il fotovoltaico se si investe con un fondo 16 Perchè ora la Borsa indiana può tornare a guadagnare 18 HOME COPERTINA Buy Italy, saldi di qualità 20 PRIMO PIANO Se gli euro migrano nelle Svizzere d Oriente 28 BOND TITOLI DI STATO E OBBLIGAZIONI Sulla carta sono il meglio, nei fatti non convengono 34 20 28 STARTUP METTERSI IN PROPRIO Venture capital, come creare lavoro di qualità 40 JOB PROFESSIONI & FINANZA Attuari: disoccupazione zero e posti di lavoro in aumento 46 07

Menu OTTOBRE 2011 TECH TECNOLOGIA & FINANZA La sicurezza informatica per le aziende è il primo rischio 50 Perché saltare in corsa a bordo dei veicoli a gas 56 58 LUX LUSSO & FINANZA della scarpa che respira 69 ETF Strumenti-rifugio per cercare sicurezza 74 82 50 I portafogli di ottobre 76 F ACADEMY Come investire nelle materie prime 78 CERTIFICATI ICA 2011, tutto il meglio 82 94 58 08

PERSONE & SOCIETÀ ANDREA BRUMGNACH 14 69 CERTIFICATI Come ingabbiare l Orso Sicuro come l oro 84 85 Se il sottostante va su 86 PERFORMANCE RENDIMENTI ALTERNATIVI Sterlina in corsa olimpica 88 Immobili, i fondi quotati perdono meno delle azioni 90 Se piove come a giugno, 94 WWW.FINANZAONLINE.COM Il meglio del Forum 96 BNP PARIBAS 10 CAMPARI 20 CANON 66 CAPELLO LUIGI 40 CAUDA UGO 94 CRÉDIT AGRICOLE 10 CRENCA GIAMPAOLO 46 CUMMINS INDIA 56 DAIMLER 56 DOHERTY SEAN 51 ENEL 20 ENERGY & STRATEGY GROUP 14 ENLABS 40 FERROVIE DELLO STATO 40 FRATTINI FEDERICO 14 FREIHERR VON CRAMM EGBERT 40 GEOX 69 HONDA 56 IMPREGILO 20 LA SCALA FILIPPO 16 MACQUARIE 84 MAKINGENERGY 14 MORETTI MAURO 40 MORETTI POLEGATO MARIO 69 NATALIZIA VALERIO 14 NIKON 66 ODDERO GIACOMO 94 PENTAX 66 PIAGGIO 20 PRESCA GIORGIO 69 PRYSMIAN 20 RIBOLI MARCO 50 ROYAL BANK OF SCOTLAND 85 SIGMA 66 SOCIÉTÉ GÉNÉRALE 10 SONY 66 SORIN 20 SWISS & GLOBAL AM SGR 16 SYMANTEC 50 TRICHET JEAN-CLAUDE 10 WOOD STEPHEN 20 09

BLOG Washington post Ma le banche del 2011 DI COLEMAN KENDALL ------------------ Economista americano, è consulente di banche e istituzioni f inanziarie negli Stati Uniti, in Giappone, in Svizzera e in Italia. Vive a Washington. Molti analisti di mercato hanno scarsa immaginazione. Piuttosto di studiare una nuova crisi per quello che è, spesso preferiscono indagare fra le crisi del passato alla ricerca di quella che più somiglia alla crisi di oggi. I maggiori quotidiani finanziari (Wall Street Journal, FT, Sole 24 Ore) sono pieni di articoli di paragone fra le banche europee in crisi nel 2011 (SocGen, BNP, Credit Agricole) e le banche d investimento americane nei guai del 2008 (Bear Stearns, Lehman). Il fallimento di Bear e Lehman ha rappresentato una problematica enorme, ma è piuttosto inverosimile che ciò si ripeta. L attenzione che viene riservata alla crisi del 2008 può essere definita strana a diversi livelli e, francamente, non è pratica in uso in quasi tutti gli altri settori. Si consideri ad esempio il calcio: se un analista volesse confrontare il campionato di Seria A nel 2011 con quello, ad esempio, del 2008, verrebbe probabilmente deriso per questo. L Inter non ha più il suo Special One in panchina, Kaka è ora in Spagna e così via. Un raffronto fra la Serie A del 2011 e la Bundesliga del 2008 apparirebbe ancor più bizzarro. Eppure, le pagine economiche dei giornali sono piene di articoli che suggeriscono un diretto paragone fra la crisi europea del 2011 e quella americana del 2008. Nel 2008 la Fed non poteva contare su poteri specifici per sostenere le banche in crisi. La banca centrale americana poté far ricorso alla discount window per concedere i prestiti d emergenza alle banche in difficoltà (Citibank e Bank of America incluse) ma non aveva l autorità per fare lo stesso con Bear Stearns e Lehman. La Fed e il Tesoro tentarono a questo punto di trovare un compratore per Lehman, ma ogni trattativa fallì; la storia che segue ha diverse versioni, con dettagli più o meno discordanti, ma è generalmente riconosciuto che i troppi vincoli che legarono le mani alla Fed portarono al collasso di Lehman e a una crisi peggiore di quella che si sarebbe potuto avere. Poco dopo il fallimento di Lehman, Morgan Stanley e Goldman Sachs divennero formalmente delle banche, in modo da poter usufruire degli aiuti negati a Lehman qualora se ne presentasse la necessità. Nel 2011, in Francia, non c è invece motivo perché la BCE e/o il governo francese permettano dei fallimenti nelle grandi banche d oltralpe. Questi istituti saranno probabilmente costretti a riconoscere le perdite sui bond (marking to market, finalmente); per azionisti, investitori in bonds e dipendenti le cose potrebbero andare 10

BLOG non sono la Lehman B. peggio ma un fallimento delle banche sembra scongiurato. In altre parole, si può immaginare una bancarotta dei grandi istituti di credito transalpini solo all interno di un contesto ben più catastrofico, tale da non lasciare alle banche in default i titoli da prima pagina. Non nascondo che, se ne avessi l autorità, metterei queste banche di fronte alle loro responsabilità, a dover fare i conti con le perdite causate dall imprudenza del passato. Acquistare dei bond greci per inseguire un piccolo extra-rendimento va bene, ma un manager che investe così tanto da mettere seriamente a rischio la solidità della banca dovrebbe essere persuaso a cambiare mestiere, come dovrebbero esserlo tutti i superiori che hanno permesso che assumesse quella posizione. Quegli azionisti che hanno comprato quote di un'azienda senza Jean - Claude Trichet Presidente uscente BCE capirne le politiche d investimento, così come i detentori di obbligazioni, potrebbero risentirne. Per i piccoli depositi, invece, non dovrebbe esserci pericolo. Le banche a questo punto dovrebbero essere costrette ai necessari aumenti di capitale, dismettendo quelle aziende più lontane dal loro core business. Le attività principali per una banca si presume infatti che siano la raccolta dei depositi e la concessione dei prestiti, e questi devono essere preservati, ma il mondo non sarà di certo peggiore se nel 2013 avremo banche ridimensionate rispetto ai livelli pre-crisi. L analisi dei mercati è un duro lavoro, e per sottrarsi a questo impegno qualche analista tenta di studiare la crisi corrente attraverso le crisi del passato. Troppo di sovente questi analisti indolenti guardano alla crisi del 2008 come se fosse solo una replica di quella del 1929, chiedendosi infine se ora siamo in una situazione tipo 1931 o 1938. Analisi semplicistiche come queste non valgono davvero la pena di essere lette. Se le crisi fossero veramente cicliche e tendessero a ripetersi, allora anche i policy makers (per non parlare degli investitori) potrebbero anticiparle ed evitare pesanti perdite. Le lezioni giunte dalla crisi del 2008 sono abbastanza chiare, e senz altro ben vive nella memoria delle autorità europee che difficilmente ripeteranno gli errori visti durante la crisi americana, anche se resta possibile che si tratti di situazioni diverse. Gli allenatori di calcio, così come gli analisti di mercato dovrebbero quindi spendere più tempo nello studio della situazione nel 2011, piuttosto che guardare i replay del 2008. F 11

BLOG SOLDI AL SICURO Corone scandinave nuove valute-rifugio Fuori causa il franco svizzero dopo che la Banca centrale ne ha limitato l'apprezzamento, le monete di Svezia e Norvegia hanno tutte le caratteristiche per prenderne il posto DI MASSIMO SALEZZE* n seguito al recente annuncio della Banca centrale svizzera di garantire un livello minimo del cambio euro/franco svizzero a 1,20, a costo di difenderlo con tutti i mezzi possibili, ci si chiede quale possa essere la nuova valuta in grado di prendere il posto del franco. Escludiamo lo yen giapponese, che non è una vera moneta rifugio, senza contare il rischio di un intervento della Bank of Japan per limitarne la re un rifugio la moneta di una delle economie emergenti, che nascondono sempre un rischio elevato legato - - po lontano: le nuove valute rifugio sono quelle scandinave, le scandies! PUNTI DI FORZA Sia la corona svedese (SEK) sia quella norvegese (NOK) godono di buona salute e ottime caratteristiche dal punto di vista fondamentale: - forte e robusta situazione economica; - bilancia commerciale in surplus; - solido bilancio; - tassi di interesse in crescita. SVEZIA rizzonte di tempo più breve, potrebbe avere un rendimento maggiore quella svedese: oltre che di forza economica, infatti, gode anche di momentum. Dall inizio dell an- rimasta costante e largamente sopra le attese: in particolare l ultimo dato pubblicato riferito al secondo trimestre ha visto il Pil salire al 5,3% contro le attese degli analisti sto una diminuzione della disoccupazione che rimane accompagnata da una forte intenzione di assumere. L ultimo tasso di disoccupazione reso noto è quello di luglio, che si attestava al 6,9%, ben al di sot- pretando le cosiddette intenzioni ad assumere, la media degli analisti vede la disoccupazione scendere al 6,8% al prossimo annuncio. Che il bilancio sia solido lo si nota osservando che per il secondo semestre sia le partite correnti (+61,3 miliardi di corone) sia la bilancia commerciale (+12,2 miliardi di corone) risultavano nettamente in surplus e molto migliori del trimestre precedente. Anche il mercato immobiliare risulta in crescita, sostenuto da una domanda interna. La crescita è evidente anche nei prez- su base mensile, ben oltre il target della banca centrale svedese (2%). Punto fondamentale a favore della corona svedese come bene rifugio sono i tassi di interesse: aumentarli è una delle manovre monetarie che permettono di combattere l aumento dei prezzi. Proprio ad inizio settembre la Riksbank ha confermato il costo del denaro al 2%, mentre nell incontro precedente di luglio aveva deciso un rialzo di 25 punti base (0,25%), dall 1,75% al 2%. NORVEGIA Lo stesso tipo di analisi si può fare con la moneta della Norvegia, e il risultato non cambia. L economia norvegese ha visto recentemente una forte espansione grazie alla produzione di energia idroelettrica e allo sfruttamento dei giacimenti petroliferi del Mare del Nord. La bilancia commerciale a luglio risultava in surplus con 38,1 miliardi di corone contro i 24,7 di giugno. Nel mercato del lavoro, la disoccupazione si è attestata sotto il 3% per tutto l anno: giugno ha registrato il 2,5%, luglio 2,8% e agosto 2,7%. Si pensi che in eurozona la disoccupazione è sopra al 9%, e anche negli Stati Uniti in agosto era pari al 9,1%. Ciò mostra come la Norvegia sia uno dei no più alto del mondo. Riguardo al tasso d interesse, ad agosto la banca centrale norvegese lo ha alzato al 2,5% dal 2,25% precedente. non siano monete in cui investire - - corona svedese e quella norvegese potranno assolvere questa funzione nei portafogli degli investitori. F * Saxo Bank Italia 12

Impianti fotovoltaici e parchi solari di grandi dimensioni Distributori di moduli e sistemi completi Consulenza individuale e gestione professionale La nostra forza - il vostro guadagno www.ae-photonics.com

BLOG ENERGIE RINNOVABILI Solare, il mercato italiano resterà tra i primi tre Leadership mondiale almeno sino al 2014, quando l'italia raggiungerà una potenza installata cumulata di 17GW. Le prospettive del business dell'energia fotovoltaica in una conferenza di SolarPlaza a Milano ' Italia rimarrà sicuramente uno dei primi tre mercati previsione di SolarPlaza, la piattaforma globale dedicata al fotovoltaico che organizza a Milano, il 6 e 7 ottobre (Hotel Nhow, via Tortona 35), la conferenza The Solar rico Frattini, ricercatore presso il Politecnico di Milano e tegy Group, tra i relatori del rà a sperimentare tassi di crescita piuttosto consistenti, con una nuova potenza installata - - delle stime, dipenderà molto dalle dinamiche dei prezzi dei - centi risultati comunicati dal - duatoria dei grandi impianti, mi sembra di poter dire che il mercato italiano del fotovoltaico non abbia sperimentato, fortunatamente, il blocco delle installazioni che alcu- - punto che molti esperti ritengono che in Italia sia prossimo il momento in cui coste- in modo tradizionale (la co- Federico Frattini: Bisogna tenere conto dei tantissimi pologia di impianto; se viene utilizzato per autoconsumo calizzazione; il prezzo di ac- - ty si raggiungerà prima - di- - 14

BLOG Informazione & networking SolarPlaza è una piattaforma internazionale che organizza conferenze, seminari e missioni commerciali in tutto il mondo. La piattaforma www.solarplaza. com fornisce e condivide conoscenze, opportunità di networking e servizi di informazione gratuita. SolarPlaza pubblica la newletter quotidiana gratuita SUN. La società, creata da Edwin Koot, 17 anni espoerienza nel settore, crede fermamente in un futuro rinnovabile costruito sulla potenza dell energia solare. Dal momento della sua fondazione, nel 2004, ha costruito una rete di migliaia di utenti tra amici, associati, operatori ed esperti del solare di grande valore. Ad oggi sono stati organizzati da SolarPlaza oltre 28 eventi internazionali dedicati al settore fotovoltaico. ti per soddisfare il fabbisogno di utenze industriali e commerciali localizzati nel Sud del Paese e che consumano molta energia elettrica in estate e du- - ni alla grid parity in alcune aree, come Secondo Valerio Natalizia, presiden- re alla conferenza milanese, i nu- specialmente in Italia, dove il ritmo delle installazioni sembra non avere - - di fronte ad un mercato che ha subito - possibili tagli alle tariffe - osserva acora Natalizia - hanno creato e creano ulteriore incertezza e mal si sposano con una politica industriale che invece necessiterebbe di certezze di lungo pe- bisogno di continuità e stabilità norma- - - le infrastrutture di trasmissione dell'e- progetti concreti con un reale piano di de italiane secondo Federico Frattini - avranno ancora margini di cresci- - gie che le aziende adotteranno per ripo- - - hanno puntato molto sul segmento dei - QUANTO CRESCE (GW) LA POTENZA INSTALLATA 2012 e 2013 +2-2,5 2014 +1,5 Potenza cumulata 2014 17 GW» Il mercato del fotovoltaico in Italia continuerà nei prossimi tre anni a crescere a ritmo consistente, sino a raggiungere nel 2014 una potenza installata cumulata di 17 GW.» Secondo molti osservatori ed esperti è ormai prossimo il punto di pareggio tra il costo dell'energia elettrica prodotta in modo tradizionale e quella fotovoltaica. L'obiettivo dovrebbe essere raggiunto prima nel Sud da impianti realizzati per soddisfare fabbisogni industriali e commerciali.» Le imprese italiane, dopo che il IV Conto energia ha penalizzzato i grandi impianti, devono sapersi riposizionare su quelli piccoli e medi, e di quote di mercato. imprese devono rapidamente riposizionarsi sul segmento dei piccoli-medi - - - italiani dovranno saper cogliere per far riconoscere le proprie eccellenze nel drea Brumgnach, direttore commer- gy, speaker alla conferenza di Milano - po, strutturare in modo rigoroso le attività di post vendita e guardare ai mer- F 15

BLOG Quanto rende il fotovoltaico se si investe con un fondo FILIPPO LA SCALA Amministratore delegato di Swiss & Global AM sgr P Perché un fondo specializzato nel fotovoltaico e non su altre tipologie di rinnovabili come eolico o idroelettrico? "Il criterio è stato quello del "minimo teorico, massimo pratico": l'italia ha più sole che vento quindi è soprattutto il fotovoltaico che massimizza le caratteristiche climatiche di un Paese dove l'irraggiamento solare è evidentemente più stabile e prevedibile rispetto alle dinamiche del vento. La costruzione dell'impianto fotovoltaico è inoltre meno problematica, costi di manutenzione. Anche il sistema degli incentivi pubblici è più semplice che riguarda altre fonti rinnovabili". Sinora sono stati realizzati nove impianti per una capacità complessiva di circa 9 Mwp. P er ora l opportunità è riservata agli investitori cosiddetti qualificati. Ma a Filippo La Scala, numero uno in Italia di Swiss & Global, la società di gestione del gruppo indipendente svizzero Julius Baer, piacerebbe molto che potessero partecipare anche i normali risparmiatori, oggi esclusi dalle normative che regolano questo tipo di investimenti. Il business è quello della produzione di energia solare, il cosiddetto fotovoltaico, che in Italia continua a diffondersi. La formula per investire in questo business è, nel caso di Swiss & Global, il fondo immobiliare. Si chiama Clean Energy One e investe in parchi fotovoltaici. Investe direttamente, nel senso che realizza i parchi, con i loro impianti per la produzione di energia solare, e gestisce il business. Per Swiss & Global, storicamente tra le prime case di investimento a innovare la gamma di prodotti con fondi tematici, la creazione di Clean Energy One, lanciato nel luglio 2010, rispondeva all esigenza di offrire a investitori istituzionali e qualificati l opportunità di un investimento sostenibile caratterizzato da rendimenti stabili e flussi costanti nel tempo. Soprattutto, un investimento a bassa volatilità slegato (decorrelato, come si dice in gergo) dall andamento dei mercati finanziari. Il business genera rendimento in base alla produzione di energia elettrica ottenuta dai raggi solari e venduta a prezzi incentivati al GSE, il Gestore dei Servizi Energetici. Insomma, se splende il sole e l impianto funziona bene si guadagna anche se le Borse precipitano e i famigerati spread 16

BLOG sui titoli di Stato schizzano in alto. Una manna, di questi tempi. L operazione messa in atto da Swiss & Global, Filippo La Scala tiene a sottolinearlo, non è speculativa, non è fatta con la logica di portare a casa gli incentivi. I business plan non sono troppo ambiziosi, le previsioni sono prudenziali. Nel rapporto con i nostri clienti spiega La Scala - cerchiamo di essere trasparenti e realistici. Per questo non facciamo troppo uso della leva finanziaria. Siamo al 50%, che vuol dire al massimo 5 euro a debito ogni 10 di capitale che mettiamo noi. E di questa pur limitata leva facciamo un uso oculato, con politiche da buon padre di famiglia, come si dice: tasso fisso per poter programmare la gestione finanziaria, e così via. E investiamo solo ciò che abbiamo, un passo dopo l altro. Proprio nei giorni scorsi Clean Energy One ha registrato l impegno a investire nel fondo da parte di due primari investitori istituzionali italiani, la Fondazione Banco di Sardegna e l Epap, l ente di previdenza pluricategoriale di agronomi, attuari, chimici e geologi. Le due nuove sottoscrizioni, per complessivi 20 milioni di euro, portano a 90 milioni i mezzi potenziali a disposizione del fondo. Rispetto al 7% medio dichiarato come obiettivo, dopo poco più di un anno Clean Energy One rende, al netto dei costi di gestione, tra il 9 e il 10,5%. Filippo La Scala, come ha ribadito a F, vorrebbe poter vendere quote accessibili, magari da 5 mila euro, anche agli investitori privati: Sì, mi piacerebbe dare l opportunità anche alle famiglie di investire in uno strumento solido, che offre ritorni stabili nel tempo e che dietro ha dei beni reali, che si toccano con Obiettivo (prudente): 7% Quanto può rendere Clean Energy One? Il rendimento (IRR) medio obiettivo del Fondo è pari al 7% su base annua, calcolato come media ponderata dei rendimenti obiettivo delle due classi di quote di cui si costituisce ogni blocco minimo di sottoscrizione (al netto dei costi). Le quote B sono assimilabili ad obbligazioni e prevedono la distribuzione di un rendimento del 6%. Le quote A si comportano come azioni: l'obiettivo di rendimento è il 12,67% all'anno. Al 30 giugno scorso il Nav, valore della quota, era 51.933,213 euro. "Mi piacerebbe dare l'opportunità anche alle famiglie di investire in uno strumento solido, che offre ritorni stabili e che dietro ha beni reali" mano e che avranno comunque sempre un valore. Avrebbero senso, secondo l amministratore delegato di Swiss & Global AM, anche obbligazioni indicizzate a questo tipo di investimento, e qui siamo invece nel campo del possibile. L unica avvertenza per il largo pubblico sarebbe la consapevolezza che l investimento deve durare quanto il fondo, e quindi almeno 25 anni salvo proroghe finali. Ma qual è l investimento minimo? In teoria sarebbe possibile sottoscrivere una sola quota, di tipologia A o B ciascuna, del valore nominale di 50.000 euro. In realtà, chiarisce La Scala, si accettano sottoscrizioni soltanto per blocchi di 20 quote, tre di tipologia A (150.000 euro nominali) e 17 di tipologia B (850.000). F 17

BLOG BRIC Perché ora la Borsa indiana può tornare a guadagnare Secondo Sanjiv Duggal, responsabile delle gestioni azionarie indiane di HSBC, la stretta creditizia sta per f inire. E da infrastrutture e consumi è in arrivo una nuova spinta al listino Quali sono le prospettive per - - - - - - - - - - - - - - - - - - portafoglio verso i settori ciclici. Qual è il settore preferito in automotive in - - - - - Quali temi attireranno gli inve- la - - - - - - - - - - - - - - F 18

HOME BORSA BUY ITALY, SALDI DI QUALITÀ Sei azioni di società italiane dagli ottimi fondamentali che ai prezzi attuali rappresentano autentiche occasioni in un'ottica di medio-lungo periodo 20

HOME L a forte discesa di Piazza Affari ha portato diversi titoli a quotazioni estremamente interessanti. Nessuno può garantire che i minimi siano già stati toccati. Ma in ottica di medio termine è tempo di comprare. Finanziari a parte. Meglio cercare tra gli industriali con marcata vocazione estera. Diciamo la verità. Seppur nel panico del crollo estivo di Piazza Affari qualche volta avete pensato: beh, a questi prezzi viene voglia di cominciare a comprare qualcosa!. Ma alla fine il tasto Invia del pc con cui inoltrare l'ordine di acquisto via Internet non lo avete premuto. Né avete aperto il cellulare per chiamare la banca e dire: Compro. qui, saggio. Adesso però potrebbe essere arrivato il momento di premere quel tasto. Per carità, nessuno può garantirvi a priori che il mercato azionario italiano abbia già toccato il minimo. Se qualcuno lo fa, ricordategli i molti guru che hanno perso la faccia, e soldi, con dei buy pieni solo di tanta speranza. Tuttavia si sta creando una miscela di fattori che può far ritrovare in tempi ragionevoli la via della risalita. Magari lenta, ma ricca di opportunità. Gli ingredienti? Fondamentali a sconto usando 21

HOME i numeri delle semestrali diffuse in estate, miglioramento del sentiment delle case d'affari, meno paura di una recessione mondiale, passaggio delle importanti scadenze tecniche trimestrali di settembre e, perché no, anche un calendario favorevole. Che ci ricorda che il semestre ottobre-marzo è statisticamente molto più generoso per le azioni rispetto a quello aprile-settembre. D'accordo, a ottobre tutti i proble- ziari non scompariranno improvvisamente. Però quasi tutti gli scenari peggiori sono ormai stati scontati dalle attuali quotazioni. Come dire, è vero che non c'è la certezza te dell'orso, ma se si ragiona con un'ottica di medio-lungo termine, alcuni degli attuali valori di Borsa rappresentano una grande occasione. A condizione di saper scegliere. LO STATO DELL'ARTE La correzione evidenzia- ta dai mercati azionari ad agosto è stata una delle più rapide mai registrate. Soltanto la crisi del 1987 e il fallimento di Lehman Brothers ave- vano causato crolli più pesanti in periodi più brevi. Forse una corre- STARE FERMI NON PAGA Nell'autorevole opinione di Stephen P.Wood, numero uno degli strategist di mercato della famosa casa americana Russell Investments, stare fermi in situazioni come questa non paga. Quando i mercati aprono con un 2% o 3% in più o in meno rispetto alla chiusura del giorno prima, ciò che i trader chiamano "gapping", la tentazione irrefrenabile - osserva Wood - è quella di andare liquidi e aspettare fino a che la fase di follia sia passata. Ma puntare sulla tranquillità non ha solo risvolti positivi. In questa fase, si paga un prezzo anche per tenere la testa sotto la sabbia. I bassi dividendi e i rendimenti dei Treasury al di sotto di qualsiasi ragionevole tasso di inflazione rappresentano un costo implicito troppo ele- vato solo per garantirsi la serenità". Secondo Stephen P.Wood que- sto è il preciso momento di mer- cato in cui è il caso di prendersi alcuni rischi. Si tratta di un ap- proccio che dà una nuova lettu- ra dell'ormai smitizzato clichè dei ("non andare contro la Fed!"). I tassi sono bassi, argomenta lo stratega di Russell Investments, proprio perché la Fed vuole che gli investitori vadano alla ricerca di investimenti alternativi. "Per chiarezza, rischio hanno bisogno di guanti di amianto persino in una buona giornata". Quanto alle scelte di investimento per il portafoglio azionario Wood chiarisce: "Attualmente siamo fuori tori che possono sopravvivere an- quindi siamo lunghi su alcuni titoli nell'healthcare e nel consumer, sia discretionary sia staples". "Interessanti anche le società esposte sui mercati emergenti che possono tranquillamente affrontare il rallentamento dell'economia globale dato che questi paesi hanno semplicemente registrato una correzione, passando da tassi di crescita fantastici a livelli molto, molto buoni. Con l'azionario che ha lasciato sul terreno circa il 15% rispetto ai massimi di alcuni mesi fa è anche facile prevedere che una decelerazione dei Un'ultima precisazione di Wood: "Il nostro orizzonte è a due o tre anni, focalizzandoci sul valore degli investimenti. E oggi, il rischio dà certamente più valore rispetto alla sicurezza. BOB KUNZE-CONCEWITZ Amministratore delegato SET 09 DIC MAR 10 GIU SET DIC MAR 11 GIU SET 6,2 5,7 5,2 4,7 4,2 3,7 3,2 2,7 2,2 1,7 1,2 22

HOME SET 09 18 DIC MAR 10 GIU SET DIC MAR 11 GIU SET 17 16 15 14 13 12 11 10 9 8 Tra chi vede del valore nelle Borse rientrano Credit Suisse ed Equita sim che in particolare punta su alcuni cavalli di razza del recinto di Piazza Affari. Ma andiamo con ordine. Gli analisti della banca elvetica nel complesso esprimono sulle azioni il giudizio «overweight»: sovrappesare, aumentare la quota, metterne in portafoglio un po' di più di quelle che di solito ave- della volatilità è un dato di fatto, ma si possono evincere fondamentali molto favorevoli. Il giudizio a livello macroeconomico è meno ottimistico, ma non implica nel contempo una recessione globale. E, concordano gli analisti di Credit Suisse, anche in Italia c'è del valore. L'importante è avere ben chiara la situazione. Durante le vacanze estive sono accaduti numerosi avveni- ca dei titoli di Stato che in quella dei titoli societari. Dal suo massimo di metà febbraio, il Ftse Mib ha perso il 40% circa e i mesi di luglio ( 8,7%) e agosto ( 19,77%) sono stati molto deludenti. Le revisioni dei pro- ve e la crescita degli utili aggregati per il biennio 2011/2012 è calata dal 23%/19% di inizio anno a un livello ora pari appena al 14%/17%. VALERIO BATTISTA Amministratore delegato EFFETTO-MANOVRA Ma, va detto, in particolare i tito- debole dinamica degli utili. Il governo italiano ha annunciato di recente delle misure di austerity per un totale di almeno 45,5 miliardi di euro, tra cui un rialzo delle imposte dell'iva e tagli alla spesa pubblica. Credit Suisse ritiene che le misu- re incidano sui consumi domestici, con un impatto negativo sui beni di consumo ciclici interni e sul setto- - - ri del mercato italiano, ipotizzano volatile e continui a essere trai- nato dal sentiment, sospinto in particolare dalle notizie provenienti dai Paesi periferici e dalle potenziali ripercussioni - L'aumento della volatilità del mercato azionario è un dato di fatto, ma si possono evincere fondamentali molto favorevoli mo pertanto ipotizzato oscillazio- ni piuttosto consistenti dei mercati le problematiche associate alla crisi del debito sovrano dei Paesi perife- rici europei. OBIETTIVO PIAZZA AFFARI «Il sell-off (forti vendite) cui abbia- mo assistito e la probabile pressio- ne al ribasso dall'abbassamento del rating sul debito Usa ci hanno sug- gerito di individuare alcuni titoli da accumulare con un orizzonte di medio termine», hanno conferma- to gli analisti di Equita. «Ci siamo concentrati su aziende che in virtù delle loro prospettive possono dare 23