burnout professioni sanitarie e di aiuto
operatori e utenti indicano pressappoco le medesime difficoltà relazionali operatori sanitari vissuti emotivi suscitati dalla relazione irritazione provata dal contatto con l utente scarsità di informazioni offerte dall utente scarsa osservanza alle prescrizioni utenti mancanza di informazioni su diagnosi/prognosi scarsa comprensione dei termini tecnici lacune nella comunicazione con gli operatori difficoltà di memorizzare informazioni e prescrizioni scarsa partecipazione emotiva del medico ai loro problemi ruolo passivo conferito loro
attenzione! conoscere le emozioni che gli altri provano è un informazione utile per una comunicazione efficace e una buona comprensione del messaggio intelligenza emotiva= abilità di riconoscere le emozioni proprie e altrui, percepirle, cogliere informazioni, essere in grado di gestirle
quando abbiamo a che fare con i problemi delle persone se non abbiamo cura di noi stessi non possiamo avere cura degli altri
la salute dell operatore il lavoro occupa gran parte di tempo della vita sperimentare vissuti negativi sul lavoro essere esposti a situazioni rischiose per la salute RISCHIO: compromettere l equilibrio biopsicosociale degli individui di per sé il lavoro non èfonte di sofferenza un attività lavorativa gratificante è importante per il benessere (soddisfazione e autostima) tuttavia il lavoro può essere vissuto come negativo, ostacolando il benessere dell individuo e la sua qualità di vita in questo caso si parla genericamente di lavori stressanti che logorano fisicamente e psichicamente l individuo
relazione di aiuto aspetti soggettivi personali e professionali che entrano in gioco: valori, bisogni, fantasie, opinioni, pregiudizi... non tutte le richieste possono essere soddisfatte: per mancanza di mezzi, limitatezza dei servizi, mancanza di organizzazione, formulazioni improprie o ambigue...
relazione di aiuto anche l operatore prova delle emozioni! rabbia, tristezza, disagio, paura, emozioni attivatedalla relazione di aiuto (ricordi, sentimenti, i vissuti legati alla malattia, o alla morte ecc.) queste, unite a difficoltà legate alla propria vita, si riflettono nel lavoro considerare questi aspetti significa essere chiari con se stessi riguardo valori e motivazioni e permette di distinguere gli utenti da sé!
burnout patologia professionale che colpisce gli operatori di aiuto: difficoltà a mantenere equilibrio tra richieste ed energie è una vera e propria sindrome costellazione di segni e sintomi somatici, cognitivi, emotivi e comportamentali 3 fasi di sviluppo (maslach e jackson, 1984) esaurimento emotivo: inaridimento, svuotamento, calo energie depersonalizzazione: investimento emotivo negativo sul pz, percezione distaccata e disumanizzata ridotta realizzazione personale: percezione di inadeguatezza, perdita di efficacia, motivazione, controllo sul lavoro, autostima, senso di fallimento personale
burnout sintomi fisici: rottura dell equilibrio e chiari segni di fatica (affanno, insonnia, ipersonnia, disturbi viscerali, vertigini...) sintomi psicologici: tensione emotiva, ansia, nervosismo, rigidità, noia, distacco, perdita di funzionalità, scarsa empatia... fasi che tipicamente conducono al burnout: entusiasmo idealistico: esordi della carriera lavorativa stagnazione: delusione per obiettivi idealistici non raggiunti frustrazione: momento più critico, pensiero dominante di inutilità, crisi di valori fondamentali apatia: esito del graduale disimpegno emozionale, disinvestimento professionale
probabili cause predisponenti aspetti organizzativi caratteristiche della mansione lavorativa (rischio da stress lavoro-correlato: vedi decreto legge 81/2008 e correttivo 106/2009) eccesso di lavoro (fisico e psichico) rispetto alle proprie possibilità mancanza di soddisfazioni: la fatica non corrisponde a gratificazioni aspetti individuali caratteristiche temperamentali e comportamentali (ambizione, competitività, aggressività, controllo impulsi, ansia nevrotica, super-io rigido, perfezionismo...) aspettative irrealistiche locus of control interno scarsa autostima
possibili rimedi cambiamenti personali acquisire consapevolezza cambiamenti strutturali-organizzativi comunicazione nel gruppo lavorare sulle strategie di coping
copinge burnout problemfocusedcoping: adattivo soprattutto in associazione con rivalutazione positiva controllo: adattivo per situazioni lavorative difficili ricerca di sostegno sociale: adattivo soprattutto in associazione con rivalutazione, autocontrollo, problem-solving evitamento/ fuga: disadattivo anche per la salute fisica talvolta adattivo (distrazione) distanziamento: disadattivo quando il problema sarebbe affrontabile temporaneamente adattivo (mantenere la concentrazione)
gli infermieri in pronto soccorso (galati e fassio, 2006) pronto soccorso = ambiente lavorativo con elevati livelli di stress turni lavorativi 77.3% li ritiene accettabili, in linea con gli impegni contrattuali 22.7% li ritiene eccessivi funzioni richieste in linea con le proprie competenze 51.5% sì / 48.5% non sempre motivazioni prevalenti: lavoro dinamico / aiutare gli altri / ambiente stimolante aspetti emotivi emozioni prevalentemente suscitate dai pazienti: 52% interesse / 18% serenità / 16% empatia / 12% altre emozioni / 2% nessuna con il passare delle ore di lavoro, l umore peggiora emerge il bisogno di poter parlare con qualcuno delle proprie emozioni, soprattutto per emozioni di lunga durata ed elevata intensità l organizzazione del servizio influisce sul tono dell umore emozioni positive e buona motivazione rendono il lavoro stimolante, ma a volte non sono sufficienti
infermieri in servizio sulle autoambulanze (galati e fassio, 2006) operatori estremamente esposti allo stress, ai disordini post-traumatici da stress, a reazioni disadattive come la ruminazione mentale, la rimozione, i pensieri intrusivi, l evitamento motivazioni prevalenti: aiutare gli altri / attività positiva e meritoria / realizzazione personale aspetti emotivi con il passare delle ore di lavoro, l umore peggiora emerge il bisogno di poter parlare con qualcuno delle proprie emozioni emerge la consapevolezza di vivere situazioni di disagio emotivo, spesso gestito con difficoltà rispetto al lavoro di emergenza ospedaliera: ambiente di lavoro differente, luoghi destrutturati, situazioni di incertezza tempo di intervento differente, maggiore velocità e dinamismo, minore contatto frustrazione per la mancata conoscenza dell evoluzione del paziente