Entro l anno, la nuova viabilità per il Parco di Stupinigi e la Palazzina di caccia La Provincia di Torino, fin dagli anni 90, ha investito importanti risorse progettuali, finanziarie e in termini di promozione per la riqualificazione dell area del Parco di Stupinigi. Il complesso, di enorme valenza storico artistica, comprende un patrimonio che va dalla Palazzina di Caccia e i poderi juvarriani, fino al sistema delle cascine e delle rotte di caccia dei Savoia ed ha goduto della salvaguardia quasi totale grazie al fatto di ricadere sotto l unica proprietà dell Ordine Mauriziano. Il progetto di rivoluzione della viabilità, che punta a restituire continuità di paesaggio ai terreni agricoli e dignità ai monumenti tramite l eliminazione del traffico veicolare, è lo strumento principe concordato nel Piano d area del Parco e già contenuto nel PTC del 1999.
Studi sulla riqualificazione dell area sono stati affidati agli architetti Gabetti & Isola e Momo, al fine di progettare gli interventi coerentemente con la preesistenze storico-architettoniche. A fine 2002 si tenne il convegno I pioppi di Juvarra, una giornata di studi dedicata alla questione del progetto e della gestione del nuovo parco, che riunì esperti del mondo accademico e scientifico, tra i quali il responsabile del restauro del Parco di Versailles, devastato da un tornado nella notte di capodanno del 2000.
E la viabilità il punto forte sul quale la Provincia di Torino gioca la carta della valorizzazione del complesso di Stupinigi: la modifica alla rete viaria porterà entro l autunno prossimo all eliminazione del traffico veicolare dall area del parco, per permettere la fruizione resa oggi difficoltosa dalla separazione fisica delle aree costituita dal tracciato della SS. 23 (rosso) e delle Provinciali 142 (viola) e 143 (giallo).
La nuova viabilità che sta per essere completata attorno alla Palazzina di Stupinigi comprende alcune opere collegate tra di loro, per un impegno totale di oltre 20 milioni di euro: la variante già in esercizio alla ex-ss.23 con partenza dallo svincolo del Debouchè per rendere possibile la chiusura del tracciato storico della 23, all interno del parco, nel tratto fino oltre l IRCC; la circonvallazione di Candiolo, in variante alla SP.142 (già realizzata); la circonvallazione all abitato di Borgaretto, in variante alla SP.143 (in completamento entro l autunno 2012. la prima parte apre al traffico l 11 giugno). La variante di Borgaretto Appaltata in due lotti distinti, la variante dell abitato di Borgaretto è l ultima opera che consente di completare il progetto della nuova viabilità intorno alla palazzina di Stupinigi. In autunno sarà possibile chiudere al traffico i due bracci della attuale SP. 143 e la rotatoria che circonda la Palazzina di Caccia, eliminando il traffico dall intera area parco. Per quanto riguarda i mezzi pubblici, gli interventi rientrano nelle competenze dell Agenzia per la Mobilità Metropolitana; in una prima fase si dovrebbe provvedere con un servizio di bus navetta; se i flussi turistici dovessero come è auspicabile aumentare considerevolmente, si potrebbe prevedere un prolungamento della linea tranviaria 4, che consentirebbe di servire anche l abitato di Borgaretto. Una prima e importante prefigurazione di questo futuro assetto è stata attivata a gennaio 2010 grazie alla realizzazione -da parte dell Anas- della variante a sud della SP.23 è stato possibile chiudere al traffico un significativo tratto di strada (1).
A seguito della chiusura si è proceduto alla dismissione della sede stradale della SP.23, nel tratto compreso tra la progressiva kilometrica 0.0 e l incrocio con la SP.142, da rinaturalizzare e derubricare ad appezzamento del parco. Anche il tratto seguente, a lato del Centro per la Ricerca sul Cancro, è stato interessato dalla chiusura. Nello scenario in via di definizione, legato anche alla scelta della destinazione d uso dei diversi edifici ed alle modalità di fruizione del parco, si può ipotizzare una circolazione ciclo pedonale all interno dell area lasciata libera, fatta salva la necessità di parcheggi di attestamento alle porte dell area storico monumentale e sui bordi del parco stesso: gruppi di visitatori e clienti delle attività insediate dovranno poter usufruire di forme di accesso diversificate, a basso o nullo impatto ambientale. Si otterranno benefici significativi per i grandi cambiamenti che, a partire da Stupinigi e dalla Venaria Reale, riguarderanno la cosiddetta Corona di delizie costituita dai grandi parchi delle residenze Sabaude: sarà l occasione per ripensare radicalmente il rapporto tra i cittadini e questi straordinari monumenti, anche nell ottica di un deciso rilancio del turismo d arte e di cultura. Recentemente la Consulta per la valorizzazione dei beni artistici ha cominciato a finanziare e realizzare il reimpianto delle alberate storiche di Stupinigi, rimosse in passato a causa delle malattie e incompatibili con il codice della strada, dichiarando di voler recuperare le vedute settecentesche dei dipinti del Cignaroli e dello Sclopis. Tutto sembra dunque andare nella direzione di ridare lustro e dignità ad un complesso rimasto per troppo tempo ai margini della città e dell offerta turistica. Ad esempio, l area di Stupinigi, con il suo maestoso viale d accesso ed il parco che conserva le rotte di caccia settecentesche, appare quanto mai adatta all uso del cavallo e delle carrozze, una delle possibili attrattive da ipotizzare per un offerta turistica qualificata.
Ultima suggestione, ma non certo marginale, che ci riporta dal 700 ai giorni nostri: portare il capolinea della linea tranviaria 4 sulla soglia di Stupinigi, a fianco dell abitato di Borgaretto. Questo consentirebbe non solo di favorire l uso turistico culturale del complesso, per il quale si può ipotizzare un affluenza del tutto comparabile con quella riscontrata a Venaria, ma anche di assicurare ai poderi juvarriani ed agli altri fabbricati presenti un accessibilità tale da candidarli ad ospitare attività di altissimo profilo. La presa di coscienza collettiva dell immenso patrimonio artistico e naturale alle porte della capitale piemontese è dunque un passo necessario, cui la Provincia di Torino lavora ormai da anni attraverso un attenta opera di pianificazione e progettazione del paesaggio e a una nuova concezione dell infrastruttura che coniuga all utilità collettiva le istanze del rispetto ambientale.