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STRATEGIA D INVESTIMENTO Indicatori dell Asset Allocation Strategia d investimento (asset classes, valute, duration obbligazionarie) Bollettino mensile no. 1 gennaio 2011 A cura dell ufficio Ricerca e Analisi

STRATEGIA D INVESTIMENTO Indicatori dell asset allocation Indicatore Situazione attuale Aspettative tra 3 mesi Congiuntura ISM index (USA) Consumer confidence (USA) PMI index (Euroland) Condizioni monetarie Liquidità (M2/M3) Yield curve Corporate spread Valutazione azioni P/E Earnings yield gap Dinamica degli utili EPS momentum Sentimento Indice VIX (volatilità) Bear ratio Ripresa in ascesa in ribasso in ascessa Neutrali crescita debole regolare stabile Corretta legg. sottovalutato sottovalutato In rallentamento consolidamento Negativo al ribasso al ribasso Crescita moderata consolidamento in ripresa consolidamento Favorevoli movimento laterale in crescita In rallentamento consolidamento Strategia d investimento I risultati conseguita dalla Fed nell attuazione della fase 2 del quantitative easing sono stati al di sopra delle aspettative. In particolare abbiamo assistito a un forte rally sulle borse, a un aumento delle aspettative sull inflazione e a un miglioramento della fiducia. Si può parlare di una riaccelerazione della congiuntura statunitense. A questo punto bisogna capire se quanto visto negli ultimi mesi possa ripetersi anche nel 2011. Alcuni segnali ci fanno propendere per il si, in quanto i dati sugli initial jobless claims (nuove richieste di sussidio dei senza lavoro) sono risultati costantemente sotto la barriera di 450'000 richieste che avevamo battezzato come soglia al di sotto della quale, la creazione di lavoro riprende vigore e il circolo virtuoso, più occupazione, più consumo, più investimenti, innesca una solida ripresa congiunturale. Rispetto a questo svolgimento classico, la riluttanza delle banche nell elargire credito e l indecisione delle aziende americane ad assumere personale ci inducono a una certa prudenza. Confermiamo l'approccio caratterizzato dal mantenimento di una duration corta sui portafogli, sebbene la recente fase di correzione che ha portato i rendimenti a lunga sulla curva americana ed europea ad attestarsi rispettivamente al 3.5% e 3% apre la possibilità di un incremento tattico della stessa. Per i governativi europei periferici e i bancari si preferisce stare alla finestra finché non si chiariranno maggiormente le tematiche relative alla sostenibilità dei debiti sovrani europei. Preferiti i corporate di società al di fuori del finanziario e con forte generazione di cash flow. Continua il rally sulle borse, favorito dall ampia liquidità. Ai livelli attuali gli indicatori di sentimento segnalano un eccessivo positivismo e il movimento al rialzo dura ormai da settembre. L euforia potrebbe portare l indice S&P 500 oltre i 1300. Questa fase dovrà essere utilizzata per prendere profitto. Più in generale crediamo che le azioni daranno soddisfazioni nel 2011, in quanto attrattive rispetto alle obbligazioni e favorite dalla loro valutazione non eccessiva e dall alta redditività delle aziende. Focus sui paesi emergenti e sulle società occidentali con un esposizione a quell area. Le monete di diversificazione predilette rimangono sostanzialmente stabili rispetto alle scelte fatte nelle settimane passate. Tatticamente si decide di prendere profitto sulla corona norvegese, giunta contro euro ai massimi degli ultimi 5 anni e di dimezzare la posizione sul rublo. Non preoccupa, anzi viene vista come opportunità a medio termine il modesto indebolimento della lira turca conseguente alla riduzione dei tassi di interesse operato dalla banca centrale turca. Permane l impostazione costruttiva nei confronti delle divise emergenti: alle principali monete del sud est asiatico si aggiunge recentemente la valutazione di altre divise quali il peso cileno. ufficio Ricerca e Analisi Bollettino mensile no. 1 gennaio 2011 Pagina 2 / 9

STRATEGIA D INVESTIMENTO Asset Classes Asset Classes Strategia Cambiamento Liquidità *) Obbligazioni Azioni Strumenti alternativi *) Parte della liquidità può essere investita in operazioni tattiche (di trading) su attivi più rischiosi, prevalentemente azioni Valute Valute Strategia Cambiamento Euro Dollaro USA Franco svizzero Altre *) *) Lira turca, rublo, peso messicano, yuan Duration segmento reddito fisso Valute Duration consigliata Breve (<2 anni) Medio (2-5 anni) Lungo (>5 anni) Euro Cambiamento 2.75 Dollaro USA Cambiamento 2.75 Franco svizzero Cambiamento 2.75 Legenda: - fortemente sovraponderare = - sovraponderare = - neutrale = - sottoponderare = - fortemente sottoponderare = Cambiamento rispetto alla situazione precedente : ufficio Ricerca e Analisi Bollettino mensile no. 1 gennaio 2011 Pagina 3 / 9

Primo indicatore: la congiuntura USA: ISM Index 70.00 60.00 50.00 40.00 30.00 L indice ISM (inchiesta sulle prospettive economiche effettuata tra i direttori agli acquisti statunitensi) ha continuato il suo trend positivo, come sottolineato dal dato mensile. La ripresa nel 2010 è stata forte per i settori auto, metalli, macchinari, computers ed elettronica, mentre i comparti legati alle costruzioni sono apparsi meno brillanti. L accelerazione della ripresa economica globale e il dollaro debole contro le valute di parecchi partners commerciali hanno aiutato corporate America. USA: ISM Index Componente nuovi ordini 70.00 60.00 50.00 40.00 30.00 Secondo le correlazioni del passato tra l indice generale e l andamento economico, il valore dell indice generale nell anno 2010 corrisponde a una crescita del PIL statunitense del 5.1%. I nuovi ordini sono tornati a livelli potenti, tanto da far prevedere un ottimo momento dell attività manifatturiera nel primo trimestre dell anno. 20.00 USA: ISM Index - Componente prezzi 90.00 75.00 60.00 45.00 30.00 L indice dei prezzi è tornato a salire. Alla lunga l aumento delle quotazioni delle materie prime si tradurrà, in una diminuzione dei margini operativi, soprattutto nei settori ad alto utilizzo delle stesse. Non crediamo a un distruttivo impatto generale, in quanto le società sono costantemente attive nel migliorare i processi produttivi. 15.00 ufficio Ricerca e Analisi Bollettino mensile no. 1 gennaio 2011 Pagina 4 / 9

USA: Fiducia del consumatore 160.00 140.00 120.00 100.00 80.00 60.00 40.00 20.00 L indice sulla fiducia del consumatore continua a navigare su bassi livelli, in quanto la disoccupazione stenta a scendere. Il dato è parzialmente in contraddizione con le discrete vendite registrate durante il periodo natalizio che hanno visto una crescita non più registrata dal 2005. Per il 2011 crediamo che lentamente la disoccupazione negli Stati Uniti possa scendere e garantire un discreto aumento del consumo privato. Un freno viene dall aumento del prezzo dei derivati del petrolio e il debole stato del mercato immobiliare. Eurolandia: PMI Index 65 60 55 50 45 40 35 30 98 99 00 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 Sorprende ancora il dato sul PMI manifatturiero della zona euro che si attesta sui massimi dell inizio della ripresa. A fare da locomotiva la Germania, grazie alla competitività dei sui settori d esportazione e alla debolezza dell euro. Questo dovrebbe permettere ai paesi mediterranei di aumentare di riflesso la loro produzione industriale, malgrado la necessità di risparmi per tener sotto controllo deficit e debito pubblico. Manifatturiero Prospettive sulla crescita economica I risultati della fase 2 del quantitative easing della Fed sono stati al di sopra delle aspettative. In particolare abbiamo assistito a un forte rally sulle borse, a un aumento delle aspettative sull inflazione e a un miglioramento della fiducia. I dati sulle vendite al dettaglio sono stati incoraggianti per tutto il trimestre finale del 2010 e si può parlare di una riaccelerazione della congiuntura statunitense. A questo punto bisogna capire se quanto visto negli ultimi mesi possa ripetersi anche nel 2011. Alcuni segnali ci fanno propendere per il si, in quanto i dati sugli initial jobless claims (nuove richieste di sussidio dei senza lavoro) sono risultati costantemente sotto la barriera di 450'000 richieste che avevamo battezzato come soglia al di sotto della quale, la creazione di lavoro riprende vigore e il circolo virtuoso, più occupazione, più consumo, più investimenti, innesca una solida ripresa congiunturale. Rispetto a questo svolgimento classico la riluttanza delle banche nell elargire credito e l indecisione delle aziende americane ad assumere personale ci inducono a una certa prudenza. L aumento della domanda ha favorito per il momento la creazione di lavoro nei paesi emergenti e non ancora negli Stati Uniti. In effetti l Asia si trova nella posizione opposta rispetto all Occidente. La forte crescita economica ha creato chiari focolai d inflazione non solo in Cina, ma ancora più pesantemente in India e Indonesia. Le banche centrali di quei paesi stanno reagendo con aumenti dei tassi d interesse insufficienti rispetto alle necessità, in quanto hanno paura di strozzare le loro economie come è già successo in passato. Nell ultimo mese soprattutto le autorità cinesi sono corse ai ripari e hanno ripreso il controllo della situazione. ufficio Ricerca e Analisi Bollettino mensile no. 1 gennaio 2011 Pagina 5 / 9

Secondo indicatore: condizioni monetarie A) Massa monetaria USA: M2 (crescita annuale) 12.00 Eurolandia: ECB M3 (crescita annuale) 14.00 10.00 11.00 8.00 8.00 6.00 4.00 5.00 2.00 2.00 0.00-1.00 La crescita della massa monetaria M3 europea del credito in novembre è risultata migliore delle aspettative. Con la prima a far registrare +1.9% (da 0.9%) e la seconda +2%. Questi dati controbilanciano quelli dei due mesi precedenti improntati alla debolezza. La tendenza è incoraggiante in quanto ottenuta mentre la crisi del debito sovrano ha accusato un accelerazione. B) Scenario economico e Yield curve INFLAZIONE CRESCITA r r oggi sc sc Fase II Fase I r Fase III Fase IV r sc sc In due mesi la deflazione è sparita dai pensieri della comunità finanziaria e già si parla di un pericolo inflazionistico, se non imminente, comunque che si potrebbe materializzare se la ripresa economica in Occidente dovesse confermarsi. Grazie agli effetti del quantitative easing, anche le stime sul PIL statunitense sono state riviste al rialzo. Soprattutto negli Stati Uniti in ripresa i tassi d interessi a due anni, segno che gli investitori non vedono più cosi lontano un rialzo dei Fed funds (comunque difficile già nel 2011). Utilizziamo quest indicatore, in quanto esiste una chiara relazione tra lo scenario economico, espresso in crescita congiunturale e inflazione, con l inclinazione della yield curve e l andamento del mercato azionario. In questo contesto, la yield curve è definita come la differenza tra i rendimenti delle obbligazioni a 10 anni e i tassi d interesse a due anni. Possiamo definire quattro fasi del ciclo congiunturale, a cui corrispondono quattro forme della curve dei rendimenti. ufficio Ricerca e Analisi Bollettino mensile no. 1 gennaio 2011 Pagina 6 / 9

Yield Curve (differenza rendimento obbl. 10 2 anni) Stati Uniti Eurolandia 4.00 3.50 3.00 3.00 2.50 2.00 2.00 1.50 1.00 1.00 0.00 0.50 0.00-1.00-0.50 Sulla curva dei rendimenti sia in euro che in dollari statunitensi si è arrestato il movimento di flattening a causa del rialzo dei tassi a lungo, dovuto al nervosismo generalizzato. Confermiamo l'approccio caratterizzato dal mantenimento di una duration corta sui portafogli, sebbene la recente fase di correzione che ha portato i rendimenti a lunga sulla curva americana ed europea ad attestarsi rispettivamente al 3.5% e 3% apre la possibilità di un incremento tattico della stessa. Per i governativi europei periferici ed i bancari si preferisce stare alla finestra finché non si chiariranno maggiormente le tematiche relative alla sostenibilità dei debiti sovrani europei. C) Obbligazioni: corporate spread Credit spread obbligazioni corporate in EUR Permane una certa volatilità sugli spreads, soprattutto in virtù dei movimenti nel settore finanziario. Noi manteniamo immutata la nostra raccomandazione di rimanere investiti nel credito privato, approfittando di eventuali movimenti irrazionali per aumentare l esposizione. ufficio Ricerca e Analisi Bollettino mensile no. 1 gennaio 2011 Pagina 7 / 9

Terzo indicatore: la valutazione dei mercati azionari USA: P/E prospettico 12 mesi Europa: P/E prospettico 12 mesi 25 22 20 17 15 12 10 89 91 93 95 97 99 01 03 05 07 09 11 P/E -1 SD +1SD 7 89 91 93 95 97 99 01 03 05 07 09 11 P/E -1 SD +1 SD Fonte: Nomura I multipli di valutazione si sono dilatati soprattutto negli Stati Uniti, in particolare grazie alla continuazione del rally sulla borsa. Gli investitori stanno reagendo positivamente alle misure della Fed e delle autorità governative e si sono convinte che congiuntura e occupazione miglioreranno nel 2011. In questo caso il P/E potrà salire ancora, anche se manteniamo alcune riserve, a causa dell indebitamento degli Stati e di altre problematiche che potrebbero sopraggiungere, alla luce dei molti interrogativi ancora sul tappeto. Quarto indicatore: la dinamica degli utili (EPS Momentum) I primi risultati del 4 trimestre, pubblicati in settimana, sono di buon auspicio per il seguito. Di conseguenza, l EPS Momentum dovrebbe tornare ad innalzarsi, ma il recente rally di mercato ha già in gran parte prezzato questo andamento nei corsi. Non crediamo che l impulso per le borse possa arrivare dall andamento degli utili. Definizione: l EPS momentum indica il cambiamento della previsione degli utili aziendali nel tempo ed è espresso a lato come numero di revisioni degli utili al rialzo meno quelle al ribasso, il tutto diviso per il numero totale delle stime. Europa: EPS Momentum USA: EPS Momentum 15 10 5 0-5 -10-15 -20-25 20 10 0-10 -20-30 -40 Fonte: Nomura ufficio Ricerca e Analisi Bollettino mensile no. 1 gennaio 2011 Pagina 8 / 9

Quinto indicatore: il sentimento Indice VIX (volatilità) sul CBOE 90 80 70 60 50 40 30 20 La volatilità si mantiene ormai stabilmente sotto quota 20 e non sembra avere nessuna intenzione di tornare a salire. A questi livelli la volatilità segnala un ottimismo assoluto sullo sviluppo economico e sulla redditività aziendale. L indice VIX riflette una stima della volatilità futura dell S&P 500, basata su media ponderata della volatilità implicita di diverse sue opzioni (differenti strikes e scadenze). La linea tratteggiata corrisponde all indice S&P 500, da notare che ad alti valori del VIX è seguito un movimento della borsa al rialzo. 10 gen-02 gen-04 gen-06 gen-08 gen-10 Put/Call Ratio e Investitori Bear sul mercato azionario statunitense 1.25 80 1.00 60 0.75 40 0.50 20 0.25 gen-05 gen-06 gen-07 gen-08 gen-09 gen-10 gen-11 put/call ratio 0 gen-06 gen-07 gen-08 gen-09 gen-10 gen-11 % investitori ribassisti La percentuale di investitori ribassisti ha toccato il minimo degli ultimi anni, superato l ultima volta nel 2005, quando all orizzonte non c era alcun problema. Segnale di eccessivo positivismo. Il put/call ratio è ottenuto dividendo il numero del volume delle opzioni put con quello dei call. Un eccesso verso l alto indica negativismo da parte degli investitori e un possibile rimbalzo del mercato azionario. Un valore basso può preludere a un movimento al ribasso. L indicatore investitori bear mostra la percentuale di operatori ribassisti nell ottica di 6 mesi. Un valore alto è associato con un pessimismo elevato sull andamento borsistico. ufficio Ricerca e Analisi Bollettino mensile no. 1 gennaio 2011 Pagina 9 / 9