LA GUERRA ITALO-TURCA



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la libia la libia Ad una fase particolarmente acuta del lavorio diplomatico e dei maneggi che le nazioni europee misero in campo nella contesa coloniale (fine Ottocento/inizio Novecento), anche l Italia - pur se fu tardiva la sua partecipazione - prese parte. Alcuni inequivocabili segni ne furono la premessa. Nel 1887 (12 febbraio) tra Italia e Gran Bretagna venne stipulato un accordo per il mantenimento dello status-quo nel Mediterraneo, nell Adriatico, nell Egeo e nel Mar Rosso. Nei fatti, in caso di intervento di una terza potenza, la Gran Bretagna avrebbe sostenuto la politica italiana sul litorale mediterraneo africano, in particolare in Tripolitania e in Cirenaica e l Italia avrebbe appoggiato la Gran Bretagna sulla questione egiziana (gli interessi inglesi nell area mediterranea potevano contare su possedimenti strategici quali Gibilterra, Malta, Cipro e miravano a Egitto e Palestina). Il trattato della Triplice Alleanza (tra Austria e Italia, e tra Italia e Germania), rinnovato a Berlino il 6 maggio 1891 per la durata di 12 anni, prevedeva la cooperazione italo-tedesca quando si fosse reputato impossibile mantenere lo status-quo in Africa. L Italia si assicurava in tal modo la possibilità di occupare Tripoli (indipendentemente da manovre espansionistiche francesi). Dieci A lato, nella cartolina dell epoca sono illustrati (ricorrendo ad un fotomontaggio) gli aeroplani per la prima volta in servizio di guerra. In alto, manifesto che celebra la vittoria italiana e la conquista della Tripolitania. 67

La memoria rimossa anni più tardi l Italia riceve assicurazioni francesi che escludevano che l espansione francese nel Sahara potesse riguardare Tripolitania e Cirenaica e, a sua volta, l Italia dichiara che se la Francia espanderà i suoi possessi al Marocco, si riterrà in diritto di estendere la propria sovranità su Tripolitania e Cirenaica. Un accordo italofrancese stipulato il 30 giugno 1902 prevedeva la reciproca neutralità nel caso che una delle due potenze fosse stata coinvolta in guerra e riconosce ai due paesi libertà d azione in Tripolitania, Cirenaica, Marocco. Qui sotto, aereo italiano in volo sopra i tralicci della stazione radiotelegrafica di Derna. Sotto a destra, una cartolina che ritrae la Flottiglia Aviatori Volontari. LA GUERRA ITALO-TURCA Ci si avvicina al momento dell azione. In un pro-memoria segreto per il re e per il Primo Ministro Giolitti, Antonio di San Giuliano, ministro degli esteri, ritiene probabile che entro pochi mesi l Italia possa essere costretta a compiere la spedizione militare in Tripolitania. Per tutta una serie di ragioni ritiene il momento internazionale favorevole all impresa. La stessa Francia, impegnata a far accettare alla Germania il suo dominio sul Marocco (avviato il 21 maggio 1911), rispetterà l accordo con l Italia concluso il 30 giugno 1902. Anche le pressioni interne italiane (del Banco di Roma, che aveva investito sulla penetrazione italiana in Libia e della stampa nazionalista) consiglierebbero di affrettare l impresa. 68

la libia Così il 14 settembre 1911, il Presidente del Consiglio dei Ministri Giolitti e il ministro degli Esteri di San Giuliano, in un colloquio privato, decidono di entrare in guerra. La notizia dell imminente invio di armi e munizioni a Tripoli col piroscafo Derna da parte del governo turco fa precipitare la situazione (Tripolitania e Cirenaica erano sotto il dominio ottomano). L ultimatum alla Turchia (26/27 settembre), viene seguito il 29 settembre dalla dichiarazione di guerra. Il corpo di spedizione italiano, formato inizialmente da 35.000 uomini (saliti poi a 100.000), agli ordini del generale Carlo Caneva (dotato dei primi aeroplani impiegati dall Italia per scopi bellici), sbarca sulle coste libiche l 11 ottobre concentrandosi soprattutto a Tripoli e dintorni. Tanto Tripoli che Bengasi erano già state occupate in precedenza (5 ottobre 1911), dopo aspri combattimenti. Entro il 21 ottobre i principali centri costieri delle due regioni saranno occupati dagli italiani. Il 23 ottobre un attacco turco a Sciara Sciat provoca quasi 400 morti tra i bersaglieri italiani. Seguirà - da parte italiana - una feroce rappresaglia che suscita un eco negativa anche sulla stampa internazionale e che, creando episodi di guerriglia, non agevola i progressi dell occupazione italiana. Il 4 dicembre 1911 viene con- Qui sotto, la copertina della Domenica del Corriere, opera di Achille Beltrame, dedicata alla sbarco di truppe italiane, nel 1912, a Zuara. In basso, immagini del conflitto italo-turco: una trincea italiana e (a sinistra) un reparto di soldati ascari. 69

La memoria rimossa quistata Aïn Zara, nelle vicinanze di Tripoli. Più lenta, a causa di difficoltà, è l avanzata in Cirenaica. Nell aprile del 1912, alcune località al confine con Tunisi e nei pressi di Misurata, vengono conquistate dalle truppe italiane. Preliminari di pace con la Turchia sono tentati il 10 giugno 1912 da Giuseppe Volpi, industriale veneziano. Le trattative ufficiose di pace tra Italia e Turchia si protraggono a Losanna dal 12 luglio al 18 ottobre 1912. Intanto la guerra prosegue: viene conquistata Zuara, mentre la penetrazione in Tripolitania e Cirenaica è Qui sopra, un Draken, pallone frenato utilizzato per ricognizioni ed esplorazioni. Sopra a destra, Tripoli italiana: il Lungomare Antonio Volpi. In alto, una postazione di artiglieria dell esercito italiano. ancora limitata. Viene intanto firmato - tra Italia e Turchia - un accordo preliminare di pace. In esso, il sultano turco riconosce l autonomia della Tripolitania e della Cirenaica e si riserva di nominare un capo religioso per le due province. Il trattato di pace di Losanna (detto anche pace di Ouchy, dal sobborgo di Losanna in cui fu concordato), impone il ritiro delle truppe e dei funzionari turchi da Tripoli e dalla Cirenaica e il ritiro delle truppe italiane dalle isole dell Egeo (vedi capitolo seguente). A conclusione della guerra (costata all Italia 3431 morti), l Italia ottiene dal governo turco la rinuncia ad amministrarla ed occuparla militarmente (non una cessione formale della Libia). In seguito alla conquista il governo italiano creerà il 70

la libia Ufficiali italiani e indigeni libici durante il conflitto italo-turco. ministero delle Colonie. Il tacito riconoscimento del possesso italiano della Libia figura anche nel trattato della Triplice Alleanza, nel quale vengono introdotte alcune aggiunte (scadenza 8 luglio 1914). Ottenuta la conquista, unitamente al riconoscimento internazionale, l Italia prosegue nel non facile compito di normalizzare i tanti focolai di resistenza sparsi nell immenso territorio libico, particolarmente nelle zone interne rispetto alla fascia costiera. La conquista delle aree interne procede a rilento, ed è limitata al punto di far dubitare del suo completamento. Nel 1918 l occupazione italiana in Tripolitania è circoscritta alle zone di Tripoli, Quara e Homs; in Cirenaica alla costa e ai porti di Bengasi, Derna, Cirene e Tobruck. Mentre con la legge fondamentale della Tripolitania (1 giugno 1919) è concessa agli indigeni la cittadinanza italiana (però solo nei territori della colonia), nel novembre 1921 la situazione per l Italia si fa critica. Si decide di ristabilire con la forza l occupazione (anche se più voci in Italia chiedono l abbandono della Libia). A inizio 1922 sono rioccupate Misurata Marina, Azzizia, Zauia e tutto il Gebel. Il 21 aprile Agedabia e il 27 dicembre Beni Ulid. Il 23 novembre 1924 è ripresa Sirte. Un accordo del 6 dicembre 1925 tra Italia ed Egitto risolve la delimitazione della frontiera orientale della Cirenaica: all Italia vengono assegnate le oasi di 71

La memoria rimossa La copertina della Domenica del Corriere che celebra l ingresso delle truppe italiane a Giarabub. Sopra a destra, scorcio di Bengasi. Marada, Augila, Gialo, Gichezza e Giarabub. Non per nulla questa fase, che si protrae fino agli inizi degli anni 30 viene da taluni definita la riconquista della Libia o la vera conquista della Libia. A portarla a termine è il vice-governatore della Cirenaica, generale Rodolfo Graziani, militare non privo di determinazione e di inflessibilità. Vinto ed eliminato il capo della resistenza araba Omar-el-Muktar (catturato e impiccato dopo un processo sommario il 31 settembre 1931), e con esso i gruppi ribelli contrari alla dominazione coloniale italiana (uno dei principali centri della resistenza senussita era l oasi di Cufra visitata nel 1879 dall esploratore tedesco Gerhard Rohlfs e che venne raggiunta e occupata dagli italiani a gennaio 1931), si intensificano gli interventi sul territorio (opere pubbliche, infrastrutture, canalizzazioni, comprensori agrari, ecc.) con una intensità che raggiunge il suo culmine con la nomina - nel 1934 - di Italo Balbo a governatore generale della Tripolitania e della Cirenaica, in sostituzione di Pietro Badoglio. Italo Balbo promosse un grande sviluppo nelle opere pubbliche e la sua azione non mancò di attirare un forte afflusso di coloni verso la Libia. Ma la situazione internazionale inizia a surriscaldarsi. Il 5 maggio 1936, con l ingresso delle truppe in Addis Abeba, l Italia porta a termine la conquista dell Etiopia. Il 16 marzo 1937 si svolge in Libia non lontano dal confine egiziano alla pre- 72

la libia senza di Benito Mussolini, una imponente esercitazione navale, e due giorni dopo, a Tripoli, il Duce si ergerà a difensore dei popoli musulmani e dei loro interessi, suscitando preoccupazioni soprattutto in Gran Bretagna, considerati gli interessi che questo paese ha sul versante egiziano e mediorientale. Il 25 ottobre 1938 la Libia è dichiarata parte integrante dell Italia e con decreto del 9 gennaio 1939 il suo territorio viene diviso nelle province di Tripoli, Misurata, Bengasi e Derna, e in un territorio militare, il Sahara. A complicare le cose per l Italia, il 28 giugno 1940, a guerra appena iniziata (la dichiarazione di guerra a Francia e Gran Bretagna era avvenuta il 10 giugno 1940), l aereo su cui viaggiava Italo Balbo viene abbattuto per errore dalla contraerea italiana nel cielo di Tobruk, in Cirenaica. Al suo posto viene nominato Rodolfo Graziani. Qui sopra, una scolara italiana tra un gruppo di coetanee arabe. In alto, vita sociale nel cuore di Derna e (in alto a sinistra) il porto della città nel 1912. Il 13 settembre le forze italiane muovono all offensiva lungo la strada litoranea e il 16 settembre conquistano la cittadina di Sîdi Barrani, ma il 25 dicembre 1940 viene dato l ordine di ripiegamento generale su Bardia, al confine tra Libia ed Egitto, che, attaccata il 1 gennaio 1941, cadrà il 5 gennaio. Saranno fatti prigionieri più di 120.000 uomini dell armata cirenaica italiana. Le forze restanti si raggruppano intorno ad Homs (limite occi- 73

La memoria rimossa Un grupo di carri armati italiani M.13 in azione in Cirenaica. dentale del golfo della Sirte) in attesa di rinforzi. Il 22 gennaio gli inglesi riconquistano Tobruk e il 6 febbraio entrano in Bengasi. Dal dicembre 1940 gli inglesi sono avanzati per 400 km, hanno respinto gli italiani dal territorio egiziano e riconquistato la Cirenaica. La controffensiva italo-tedesca sotto il comando unico del generale Erwin Rommel, prende consistenza a partire dal 24 marzo 1941e porterà - nel giro di un mese - al recupero della Cirenaica, ma già il 4 aprile gli italo-tedeschi riconquistano Bengasi. Per tutto il 1941 la guerra che oppone gli italo-tedeschi alle forze inglesi (o più esattamente del Commonwealth), prosegue con risultati alterni. L offensiva di Rommel si arresta al confine tra Egitto e Cirenaica, mentre a Tobruk un forte contingente britannico resiste ai violenti attacchi portati dalle forze dell Asse. Un offensiva inglese sferrata il 15 giugno, viene fermata dopo tre giorni di scontri e gli italo-tedeschi distruggono un ingente quantitativo di mezzi corazzati nemici. Il 18 novembre 1941 un offensiva britannica coglie di sorpresa le forze italo-tedesche impegnate nell attacco a Tobruk. Dopo una prima fase alterna, con gravi perdite da entrambe le parti, gli inglesi riescono a rompere l assedio. Il 7 dicembre 1941 le forze dell Asse iniziano una ritirata 74