VAR. MET.: DERIVAZIONE PER MARATEA DN 250 (10 ) 75 bar RELAZIONE GEOLOGICA - TECNICA 1 Giu. 12 Emissione per variato tracciato Malito Cava Gf Barci 0 Feb. 12 Emissione Malito Cava Gf Barci Indice Data Revisione Redatto Controllato Approvato Cliente: Progettista: Comm. Prog.: 4101/429 Comm. Snam: Tavola: NR/11118/R-L01 RE-E-005
INDICE PREMESSA... 3 1 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO... 4 2 INQUADRAMENTO GEOLOGICO-STRUTTURALE... 4 3 GEOMORFOLOGIA... 5 3.1 STUDIO GEOMORFOLOGICO E CONSIDERAZIONI SUL SITO DI STUDIO... 6 4 IDROGRAFIA ED IDROLOGIA... 7 5 INQUADRAMENTO DELL AREA DI STUDIO NELL AMBITO DEL PIANO STRALCIO PER L ASSETTO IDROGEOLOGICO... 8 6 SISMICITA DELL AREA... 8 6.1 CLASSIFICAZIONE SISMICA DEI LUOGHI... 9 6.2 PROGETTAZIONE DI CONDOTTE INTERRATE ATTRAVERSANTI ZONE SISMICHE... 10 7 CONCLUSIONI... 11 ALLEGATI CARTOGRAFICI: DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA STRALCIO CARTA TOPOGRAFICA 1:10.000 STRALCIO CARTA GEOLOGICA 1:100.000 STRALCIO CARTA P.A.I. 1:25.000 CARTA INVENTARIO DELLE FRANE STRALCIO CARTA P.A.I. 1:10.000 CARTA DEL RISCHIO 2
PREMESSA La presente relazione geologica - tecnica è redatta come parte integrante al progetto relativo alla realizzazione della variante al metanodotto denominato Var. Met.: Derivazione per Maratea DN 250 (10 ) 75 bar. La variante si rende opportuna la fine di posizionare un tratto del suddetto metanodotto, sito in prossimità della sponda destra del Torrente Fiumicello, in una posizione geomorfologica più stabile rispetto all attuale ubicazione che risulta interessata da un movimento franoso. La variante in progetto ha una lunghezza di 508 m e interesserà il comune di Lauria in provincia di Potenza. In ottemperanza al D.M. del 14 Gennaio 2008 Norme Tecniche per le costruzioni, lo studio effettuato pone come obiettivo quello di dare un quadro complessivo delle caratteristiche geomorfologiche e strutturali dell area e la natura geologica, litologica e stratigrafica dei terreni affioranti. L opera sarà posta a una profondità variabile mai inferiore a 1,50 m dal piano campagna e comunque per una visione più specifica si rimanda alla planimetria e agli allegati progettuali di cui questa relazione fa parte. Ciò premesso, lo scopo della presente relazione, sarà quindi quella di verificare la stabilità del territorio dal punto di vista geologico geomorfologico e darne una descrizione riguardo gli aspetti inerenti la natura geologico - strutturale dell area. I risultati che verranno di seguito riportati e l analisi dei dati hanno trovato riscontro in seguito al susseguirsi di diverse fasi: ricerche bibliografiche e cartografiche; analisi aerofotogrammetrica di foto aeree; rilevamento geologico e geomorfologico. 3
1 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO L area esaminata si colloca geograficamente nella Basilicata Sud Occidentale, individuata sulla Tavola 521154 denominata Lauria della Carta Tecnica Regionale della Regione Basilicata, nonché nel Foglio 521 Sez. II Lauria della cartografia 1:25.000 dell I.G.M. La stessa area è individuabile nel Foglio 210 Lauria in scala 1:100.000 della Carta Geologica d Italia. 2 INQUADRAMENTO GEOLOGICO-STRUTTURALE La caratterizzazione geologica, geomorfologica e idrografica dell area in esame è stata condotta sulla base di un lavoro di letteratura La carta inventario delle frane del Foglio 521 Lauria (Italia Meridionale) di D. Guida e V. Siervo (2005). La zona è costituita prevalentemente da rocce sedimentarie riferibili a quasi tutte le unità stratigrafico - strutturali riconosciute nell Appennino campano-lucano, ad eccezione del suo settore sud-orientale, dove affiorano rocce metamorfiche di basso grado. Le formazioni affioranti vengono tradizionalmente raggruppate in: Unità Interne, derivate dalla deformazione di un area oceanica tetidea, ed Unità Esterne, derivate dalla deformazione del margine continentale apulo. In particolare, il Foglio comprende una delle massime culminazioni assiali della catena sud-appenninica, in cui affiorano, in finestra tettonica, le Unità Lagonegresi. Lungo i fianchi dell alto strutturale, si riscontrano unità tettoniche progressivamente più elevate. Il rilievo di M. Alpi, costituito dall omonima unità tettonica, rappresenta una struttura di tipo horst-finestra, la quale è considerata in assoluto la più profonda affiorante nel settore meridionale della catena. Le altre Unità Esterne (Unità Lagonegresi, Monti della Maddalena, Foraporta, Alburno-Cervati-Pollino e Bulgheria-Verbicaro) costituiscono un sistema di thrust and fold belt formato da coperture sedimentarie di età compresa tra Trias e Miocene ed originatosi dalla deformazione mio-pliocenica del margine continentale apulo, già articolato in bacini e piattaforme carbonatiche. Le Unità Interne sono rappresentate dalle sole Unità Liguridi, con successioni in facies bacinali, per lo più torbiditiche distali (Formazioni delle Crete Nere e Saraceno), con brandelli di crosta oceanica. 4
Figura 2: Carta delle unità tettoniche rappresentate nel Foglio 521 Lauria ; Schema dei rapporti geometrici e Sezione geologica interpretativa modificata da Mostardini & Merlin (1986); Legenda: 1: Quaternario; 2: Formazione di Albidona; 3: Unità Liguridi non metamorfiche; 4: Unità del Frido; 5: Unità Bulgheria-Verbicaro; 6: Unità Alburno-Cervati-Pollino; 7: Unità Monte Foraporta; 8: Unità Monti della Maddalena; 9:Unità Lagonegro II; 10:Unità Lagonegro I; 11: Unità Canale del Grillone; 12: Unità della Calda; 13. Unità Monte Alpi; 14: Contatti tra le unità. 3 GEOMORFOLOGIA Il paesaggio si presenta prevalentemente montagnoso, con morfologia acclive, soprattutto lungo i versanti dei massicci interni e costieri. Forme più dolci caratterizzano le depressioni morfologiche, dove sono localizzati i maggiori centri abitati tra cui Lauria, Lagonegro e Trecchina, per lo più occupate da terreni a prevalente componente pelitica e coperture detriticoalluvionali più o meno terrazzate. Tra i rilievi montagnosi, gran parte dei quali superano i 1.000 metri, si ricordano il Gruppo del M. Sirino (m 2.005), M. Alpi (m 1.900), Verro Croce (m 1.672) nel Gruppo del M. Raparo, M. La Spina (m 1.672), M. Zaccana (m 1.580) e M. Coccovello (m 1.512). Dal punto di vista morfologico si possono differenziare due settori: quello nord-orientale mostra un rilievo più continuo, interrotto solo da sistemi vallivi di prevalente incisione fluviale che dissecano le morfostrutture controllate da pieghe e sovrascorrimenti legati alla tettogenesi compressiva mio-pliocenica. Il settore sud-occidentale, invece, è contrassegnato da forme di dissezione fluviale che si associano a morfostrutture tipo horst-graben, almeno in parte legato alle fasi tettoniche distensive e transtensive plio-pleistoceniche. 5
3.1 STUDIO GEOMORFOLOGICO E CONSIDERAZIONI SUL SITO DI STUDIO Il settore di studio è ubicato in località San Filippo nel comune di Lauria, in corrispondenza dell attraversamento subalveo del Torrente Fiumicello. L analisi degli elementi geomorfologici, geolitologici e idrogeologici dell area in esame ha consentito di acquisire un quadro sufficientemente chiaro sulla dinamica e l evoluzione morfologica dell area, del fenomeno di dissesto nel corso del tempo e sulle cause scatenanti l instabilità dell intera zona. L azione morfogenetica delle frane che si verificano in zona si attua tramite lo spostamento lento o improvviso di una massa di roccia e/o terra sotto l effetto della gravità. L entità dello spostamento e le dimensioni della massa in movimento sono controllate da elementi diversi ed interdipendenti, che incidono in misura variabile. Nella maggior parte dei casi risulta complesso individuare la predominanza assunta da ciascun elemento nell alterazione dell equilibrio del pendio. Per l area in oggetto si può però affermare che la predisposizione al dissesto dei versanti è collegata direttamente al sovrapporsi casuale di alcuni fattori che interagiscono sulla stessa area, mentre la realizzazione del singolo fenomeno franoso è legata al verificarsi di più eventi occasionali e concomitanti. Specificatamente all area in oggetto, la morfologia è tipica di un ambiente montano. In quest area affiorano le unità più interne della dell Arco appenninico meridionale (Unità Nord Calabrese, Unità del Frido, Unità Sicilide) oltre che unità derivanti dalla deformazione dei domini di piattaforma e di margine della Piattaforma appenninica occidentale (Unità di Monte Foraporta e del Pollino) ed unità derivanti dalla deformazione del dominio deposizionale del Bacino di Lagonegro (Unità di lagonegro). In particolare, in corrispondenza dei rilievi dei Monti di Lauria e del Massiccio del Pollino si rinvengono successioni carbonatiche riferibili rispettivamente all Unità di Monte Foraporta ed all Unità del Pollino, costituite da calcari, calcari dolomitici, dolomie, brecce carbonatiche, in strati e banchi, talora intensamente fratturati. Le aree attraversate dal tracciato sono morfologicamente condizionate dalla presenza del Torrente Fiumicello che percorre il principale impluvio presente. La stessa zona ha numerosi impluvi e displuvi che assecondano una morfologia a tratti fortemente acclive. 6
4 IDROGRAFIA ED IDROLOGIA Il bacino del Torrente Fiumicello, oggetto del presente studio, ricade nel bacino idrografico del Fiume Noce. Il fiume Noce scaturisce dalle Murge del Principe (1398 m) e sfocia nel mar Tirreno, nella Piana di Castrocucco, a circa 8 km a sud di Maratea dopo un percorso di circa 50 km. E' il più importante corso d acqua del sistema montuoso Sirino-Papa che con le sue due vette, del monte Sirino (1907 m) e del monte Papa (2005 m), segna lo spartiacque appenninico tra i bacini dei fiumi Agri e Sinni ad est e dei fiumi Calore e Noce ad ovest. Il regime ideologico del fiume Noce è caratterizzato da una grande varietà delle portate dovuta, fra l'altro, alle rilevanti pendenze della rete idrografica e alla modesta ampiezza del bacino; nell'ambito dell'impluvio complessivo si riscontano vari sottobacini di una certa importanza aventi forme e caratteristiche diverse, definiti dagli affluenti del corso principale. Il corso d acqua ha una lunghezza di 47 km e l andamento del suo tracciato è condizionato dall assetto geologico-strutturale del bacino. L alveo è inciso per la maggior parte del suo sviluppo, solo nel tratto terminale assume i caratteri propri delle fiumare, originando alla foce un ampio apparato di conoide. Il fiume Noce riceve il contributo di numerose sorgenti alimentate dalle strutture idrogeologiche del massiccio del Sirino, di Monte Coccovello, dei Monti di Maratea, dei Monti di Lauria. Numerosi sono i piccoli affluenti che si immettono sull asta principale sia in destra che in sinistra idraulica: Vallone di Tinca, Vallone Vuriello, Canale del Torno, Vallone del Lupo, Torrente Bitonto, Vallone Sonante, Torrente Prodino Grande, Torrente Fiumicello, Torrente Pizzinno, Torrente del Serrieturo, Torrente Cannuso, Fiumarella di Tortora. Il bacino fluviale del Noce si inserisce nel contesto morfologico della regione Basilicata caratterizzata da un clima tipicamente mediterraneo con estati calde e siccitose mentre l inverno è mite nel versante ionico e più ricco di precipitazioni nelle zone più interne del versante tirrenico. In particolare il bacino del Noce, sul versante tirrenico, presenta una piovosità media annua che è circa il doppio dei tre bacini situati sul versante ionico. 7
5 INQUADRAMENTO DELL AREA DI STUDIO NELL AMBITO DEL PIANO STRALCIO PER L ASSETTO IDROGEOLOGICO In riferimento al Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico (che rappresenta lo strumento conoscitivo, normativo "L. 356/00 - L. 267/98" e di pianificazione mediante il quale l Autorità di Bacino della Basilicata, pianifica e programma le azioni e le norme d uso finalizzate alla salvaguardia delle popolazioni, degli insediamenti, delle infrastrutture e del suolo), l area oggetto di studio ricade parzialmente in aree perimetrale R3 (Aree a rischio idrogeologico elevato) ed in aree a Rischio R1 (Aree a rischio idrogeologico moderato). Alla luce di quanto detto, la scelta del tracciato è stata eseguita privilegiando quasi totalmente infrastrutture esistenti, le quali presentano già consolidate opere di difesa e di stabilizzazione del territorio. I muri e le altre opere di contenimento presenti, avendo funzione di stabilizzazione del territorio e consolidamento delle aree instabili ben si prestano alla più generale mitigazione del rischio e quindi alla salvaguardia dell opera in progetto. 6 SISMICITA DELL AREA Essendo l Italia una regione geografica ad elevata sismicità, è stata stilata una classifica dei comuni in base al rischio sismico. Secondo questa classificazione, il territorio nazionale è suddiviso in zone sismiche, ciascuna contrassegnata da un diverso valore del parametro ag (accelerazione orizzontale massima al suolo). Tabella: Schema secondo il quale sono state individuate le zone. Zona Accelerazione orizzontale con probabilità di superamento pari al 10% in 50 anni Accelerazione orizzontale di ancoraggio dello spettro di risposta elastico (Norme Tecniche) [a g /g] 1 0,25 0,35 2 0,15-0,25 0,25 3 0,05-0,15 0,15 4 0,05 0,05 8
Da ricerche effettuate, risulta che il territorio del comune di Lauria (PZ), ha una Classificazione sismica indicata nell ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n 3274/03, aggiornato al 16/01/2006 con le comunicazioni delle regioni, con Pericolosità sismica di Zona 2 (Livello medio). Fig. 5: Massime intensità macrosismiche. 6.1 CLASSIFICAZIONE SISMICA DEI LUOGHI Al comune di Lauria è stato assegnato valore di 0,75 1,00 g, in termini di accelerazione al suolo con probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni, riferita ai suoli rigidi (Vs30>800 m/s; cat. A, punto 3.2.1 del D.M. 14.09.2005, con riferimento all Ordinanza PCM del 28 Aprile 2006 n. 3519, all. 1b). Pertanto, nel comprensorio comunale andranno applicate le norme tecniche specifiche per le costruzioni in zone sismiche come da disposizioni di legge vigenti (D.M. 14.01.2008 -Norme Tecniche per le Costruzioni e sue modifiche ed integrazioni). 9
Figura 8: Valori della pericolosità sismica (da http://www.crisbasilicata.it/microzonazione/home.html) 6.2 PROGETTAZIONE DI CONDOTTE INTERRATE ATTRAVERSANTI ZONE SISMICHE Per quanto attiene la progettazione dei metanodotti in zona sismica non esistono requisiti specifici, né nelle Norme tecniche per il progetto, la valutazione e l adeguamento sismico degli edifici contenute nell Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 20 marzo 2003 n.3274, né nel precedente Decreto Ministero dei Lavori Pubblici 19 giugno 1984, Norme tecniche relative alle costruzioni in zone sismiche ne nelle nuove Norme tecniche per le costruzione di cui al D.M. 14/01/08 nel nuovo Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 16 Aprile 2008 inerente la progettazione di condotte per il trasporto di gas. In applicazione della Legge 2 Febbraio 1974 n.64 Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone sismiche fu emesso il Decreto Ministero Lavori Pubblici 12 Dicembre 1985, Norme tecniche relative alle tubazioni. Questa norma è particolarmente riferita alle tubature per trasporto acqua potabile e fognature per le quali in molti casi si utilizzano tubazioni in calcestruzzo armato collegate con giunti a bicchiere, particolarmente suscettibili a dare luogo a perdite nel caso di eventi sismici. 10
Ciononostante non vi sono requisiti particolari di progettazione relativamente alle azioni indotte dal sisma. Miglior comportamento nei confronti delle azioni sismiche è da attendersi per le tubazioni per il trasporto di gas, completamente in acciaio e unite mediante saldatura di testa a piena penetrazione. A riprova di ciò sta l ottimo comportamento mostrato dai metanodotti interessati dai sismi più devastanti verificatesi negli ultimi decenni (Friuli 1976 e Irpinia 1980), nei quali non si sono verificate rotture di condotte di trasporto gas presenti nelle zone interessate dal sisma. 7 CONCLUSIONI La presente relazione è di supporto al progetto relativo alla realizzazione della variante al metanodotto denominato Var. Met.: Derivazione per Maratea DN 250 (10 ). La variante si rende opportuna la fine di posizionare un tratto del suddetto metanodotto, in una posizione geomorfologica più stabile rispetto all attuale ubicazione. Dalla cartografia P.A.I. prodotta dalla competente Autorità di Bacino, infatti, l intera area interessata dai lavori, risulta perimetrata in parte come zona R1 (Rischio moderato) e in parte come zona R3 (Rischio elevato). L analisi degli elementi geomorfologici, geolitologici, idrogeologici, strutturali e geotecnici discussi in precedenza, ha consentito di acquisire un quadro sufficientemente chiaro sul grado di equilibrio geostatico posseduto dall area interessata dai lavori in progetto. Fermo restando le considerazioni fatte in precedenza, sulla base dei dati ottenuti, si esprime parere favorevole, per la fattibilità dell opera in progetto. La scelta progettuale di sviluppare la variante in parte e in prossimità della sede stradale nasce dalla considerazione che proprio quest ultima infrastruttura e le aree limitrofe, appaiono le più stabili e quindi meno interessate dai movimenti in atto. Fermo restando le considerazioni fatte in sede di stesura della Relazione Geologica, le criticità riscontrate restano evidenti per le aree identificate come R3; anche in queste però, il percorso scelto, mira a sfruttare infrastrutture già presenti, quali muri, cunette e opere di regimazione idraulica in genere, atte al contenimento dei potenziali fenomeni di dissesto idrogeologico e in generale alla mitigazione del rischio. 11
Le criticità riscontrate restano evidenti per le aree identificate come R3; anche in queste Zone però, il percorso scelto, sviluppandosi tutto su strada, sfrutta infrastrutture già presenti e atte al contenimento dei potenziali fenomeni di dissesto idrogeologico. I muri, le strade e le altre opere antropiche non presentano crepe o lesioni imputabili a fenomeni di dissesto in atto. 12
ALLEGATI CARTOGRAFICI 13