DALLA NEUROESTETICA ALLA NEUROBIOLOGIA DELLA BELLEZZA A cura del Prof. Elio Pinchera
INTRODUZIONE La Neuroestetica è una nuova area di ricerca che coniuga Arte e Scienza per studiare IL CERVELLO VISIVO. Essa cerca di comprendere quali sono i meccanismi biologici correlati alle emozioni e al gradimento estetico del bello. Si serve dell arte per conoscere meglio le funzioni del cervello.
Promotore di questa nuova disciplina è Semir Zeki, professore di Neurobiologia alla University College di Londra, esperto dei processi del cervello visivo. Nel suo Libro «Visione dall Interno» esplora l attività cerebrale che sta alla base della creatività e del godimento dell arte. Nel 2001 fonda l istituto di Neuroestetica.
SEMIR ZEKI
Egli afferma che: < le arti visive seguono le leggi del cervello visivo; < mediante le arti visive, quali estensione del cervello visivo, si può indagare sulla conoscenza emotiva e sulle implicazioni del cervello. (scrive Arte e cervello )
IL CERVELLO VISIVO Quando osserviamo un opera di Vermeer, ad esempio, in alcune aree del cervello si creano delle brain imagings, ovvero come un effetto neuroni specchio, in un rapporto empatico con l opera.
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LA TESSITRICE LA LATTAIA
LEZIONE DI MUSICA
Ciò è possibile grazie alle nuove tecnologie mediche, quali LA RISONANZA MAGNETICA FUNZIONALE (fmri) e la PET. Grazie alla PET possiamo attribuire alla corteccia orbito-frontale mediale il ruolo di chiave della percezione estetica del bello.
Essa ci consente di visualizzare la attività del cervello visivo proprio mentre guardiamo un opera d arte, ci emozioniamo e godiamo della bellezza fino a sperimentare la Sindrome di Stendhal. Con la fmri si è scoperto che ci sono aree che elaborano stimoli specifici.
L ambiguità è la certezza che dinanzi all opera d arte si possono avere interpretazioni diverse e tutte plausibili. Ovvero essa è la chiave estetica sia della Gioconda che del non finito di Michelangelo. Cezanne afferma che Il lavoro si completa nella mente dello spettatore
I PRIGIONI DI MICHELANGELO. Lascerò qualcosa di non finito fin quando non mi arriverà la Ispirazione Celeste.
Ma l interpretazione di una figura ambigua o non finita può essere anche unica e plausibile, quando influenzata da un area cerebrale superiore: come nel Triangolo di Kanizsa.
Semir Zeki, nella sua prima opera Arte e cervello raccoglie le immagini visive artistiche. Il cervello visivo è composto da una corteccia visiva primaria, situata nella parte occipitale del cervello che riceve i segnali della retina. La sua lesione causa la cecità.
Intorno a quest area ci sono altre aree Visive specializzate a percepire e ad elaborare stimoli sensoriali diversi: colore, forma, movimento Si tratta di aree occipito-parietali. Ovvero aree diverse che analizzano ciò che l occhio vede e che vengono stimolate dall arte e dalla bellezza.
La teoria zekiana si rifà in un certo senso a Kant, il quale affermava esserci un doppio sistema di conoscenza: una percezione passiva sensoriale e la sua elaborazione attiva, mediata dal cervello visivo. Egli passa dalla Neuroestetica alla Neurobiologia della bellezza.
Secondo Zeki due leggi regolano la creazione ed il godimento estetico del bello: < la legge di costanza; < la legge di astrazione. Il bello osservato produce una Risonanza Emozionale, come risultato di processi costanti presenti nel nostro cervello.
Ad esempio. Una foglia rimane verde anche se vista al mattino, alla sera, al tramonto, se è nuvoloso Ciò si spiega grazie ad un sistema di elaborazione del cervello determinato geneticamente. Ad oggi conosciamo il meccanismo relativo ai colori, ma non alla forma.
La riflettanza è la percentuale di luce che una data superficie è in grado di riflettere a seconda della lunghezza d onda. Ad esempio la superficie verde riflette Il 70% dell onda media della luce incidente.il 20% dell onda lunga Il rosso.
La legge di astrazione Secondo Zeki il cervello enfatizza il generale a spese del particolare. Ovvero noi vediamo con il cervello e non con la retina, che fa da filtro, da canale verso il cervello, che poi costruisce l immagine a seconda dei suoi vissuti, cultura e di ciò che l immagine stessa evoca.
Pertanto il cervello visivo non è come un lettore di DVD, bensì un network in grado di costruire l immagine a seguito di una elaborazione di dati archiviati, correlati alle emozioni percepite ed al godimento della bellezza.
Vedere non è un processo passivo, ma attivo e creativo (Matisse). Ad esempio per me il viso della ragazza dall orecchino di perla di Vermeer, è bello poiché rappresenta un viso di donna ideale, registrato nel mio cervello: di tante donne delle quali ho selezionati gli elementi belli condivisi ed introiettati.
Ergo la Laura di Petrarca, come pure la Beatrice di Dante ( gloriosa donna della mia mente ) rappresenta la sintesi, l ideale di tutte le belle donne da loro viste e conosciute.
Laura Beatrice
Conclusioni In passato tanti studiosi, da Platone a Kant, hanno cercato una risposta ai misteriosi meccanismi biologici implicati nel godimento della bellezza. L a scuola di Zeki ci dà una risposta che è bene conoscano tutti coloro che operano nell estetica del bello.
Siano essi Medici Estetici, Chirurghi Plastici, Estetiste Sono conoscenze formative che arricchiscono il loro corredo professionale. E questo l obiettivo della mia relazione.
Pertanto, alla luce delle nuove conoscenze, il concetto di bellezza è così tanto evoluto che ho preferito parlare non tanto di Biologia della Bellezza, quanto di Neuroestetica, ovvero di Neurobiologia della Bellezza.
Concludo con un pensiero di Voltaire Il bello estetico è troppo spirituale per darsi direttamente ai sensi:esso deve nascere nella immaginazione di chi guarda, anche se attraverso un immagine ideale.
Ad oggi purtroppo i dictat della moda corrente e del Marketing, a differenza del mondo animale, interferiscono negativamente sulla naturale evoluzione biologica della bellezza.
Come pure certi sedicenti medici estetici e chirurghi plastici che profanano l etica della Medicina Estetica con certe brutture e interventi di cattivo gusto, come vediamo nelle immagini che seguono.
Gabriel Garko prima di finire nelle mani dei Black Block
GRAZIE PER L ATTENZIONE