Attività in corso di conservazione ex situ della biodiversità vegetale

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Transcript:

Attività in corso di conservazione ex situ della biodiversità vegetale nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona, Campigna Dott. Agronomo Stefano Braccini (borsista Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona, Campigna) Prof. Graziano Rossi (Università di Pavia) Banca del Germoplasma Vegetale dell Università di Pavia www.labecove.it

Landraces, ANTICHE CULTIVAR LOCALI Una CULTIVAR locale [ ] è identificabile e usualmente ha un nome locale, non è stata oggetto di miglioramento genetico formale, è caratterizzata da un adattamento specifico alle condizioni ambientali di un area di coltivazione [ ] ed è strettamente associata con gli usi [ ] di una popolazione che sviluppa e continua la sua coltivazione. da: Piano Nazionale sulla Biodiversità di Interesse Agricolo MIPAAF 2012 Zucca cappello da prete (MN, PV) 1928-2014

BIODIVERSITA FRUTTO DELLA SELEZIONE DA PARTE DELL UOMO L uomo, in circa 10.000 anni di agricoltura, ha creato una notevole diversità in cultivar, con entità molto diversificate e legate ai diversi territori di coltura (adattate a suolo e clima locale). Molte esistono ancora attualmente..altre no

Negli ultimi 50-60 anni.. Forte sviluppo di nuove selezioni genetiche («ibridi»), rivoluzione verde. Decisamente più produttivi!! E LE CULTIVAR TRADIZIONALI, LOCALI?

75% delle varietà scomparse dal 1900 in Italia e EU

90 % delle cultivar tradizionali scomparse negli USA Da Slow Food

PERCHE PREOCCUPARSI? Un patrimonio ancora potenzialmente utile! SONO IN GENERE RUSTICHE, RESISTONO A SICCITA E MALATTIE (ideali per agricoltura biologica) PRODUCONO MENO, MA FORSE NON TANTO MENO RISPETTO ALLE VARIETA MODERNE, SE NON BEN AZOTATE E IRRIGATE FONTE DI VARIABILITA GENETICA PER I BREEDERS (geni utili), NUOVE CULTIVAR POTENZIALI (sotto questo aspetto sono interessanti anche i progenitori selvatici delle piante coltivate CWR Crop Wild Relatives) I CONSUMATORI CHE LE CONOSCONO LE APPREZZANO PER IL SAPORE PARTICOLARE, SONO IN GENERE PIU BUONE, SAPORITE, DI QUELLE STANDARD

NUOVO INTERESSE DEL MERCATO? -Legate per lo più a vendita diretta e Km 0 (ideale!) -A volte di interesse anche della grande distribuzione -Un mercato in forte espansione

Antiche Cultivar, nuovo prodotto Esempi in Emilia-Romagna Agriturismo «Poderone», Parco Naz. Foreste Casentinesi (App. Tosco-Romagnolo); Forlì. Produzione di farina di mais antico.

Antiche Cultivar, nuovo prodotto Esempi in Toscana Az. Agricola «Fragaiola», Bibbiena Arezzo. Produzione di frumento antico varietà «Verna»

L Italia è un immenso serbatoio di antiche cultivar soprattutto al sud, ma anche al nord (es. Mais, Riso) molte già abbandonate o in via di scomparsa. Alcune ancora coltivate..o in depositi di semi. Cardo di Romagna Melone rampichino di Bagnacavallo Fondamentale il ruolo dei centri di ricerca agronomici e banche del germoplasma che conservano queste varietà.

Banca del Germoplasma vegetale (Orto Botanico Università di Pavia) Progetto conservazione a lungo termine Ex situ Landraces italiane: crioconservazione a -18 C previa disidratazione (3-4% di contenuto in acqua)

Alcuni esempi: QUANTO A LUNGO SOPRAVVIVE UN SEME IN BANCA? FRUMENTO (Triticum aestivum) da 2-3 anni in condizioni normali ad almeno 50 anni in banca RISO (Oryza sativa) da 2-3 anni in condizioni normali ad almeno 50 anni in banca MAIS (Zea mays) da 2-5 anni in condizioni normali ad oltre 250 anni in banca

Progetto di conservazione ex situ della biodiversità vegetale nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona, Campigna: Rivolto alla ricerca di antiche varietà cerealicole (in particolare mais) ed orticole coltivate nei Comuni del Parco, oltre a CWR - progenitori selvatici delle piante coltivate presenti allo stato spontaneo. Iniziato nel mese di marzo 2015, attualmente in corso. La priorità: salvare quanta più possibile risorsa genetica attraverso processi di conservazione ex situ Le prospettive: estendere le attività a progetti di conservazione in situ / on farm

Potenzialità del progetto: Il comprensorio del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi si presta particolarmente alla ricerca di antiche varietà coltivate: territorio prevalentemente montano; mancato sviluppo dell agricoltura intensiva (anzi, all opposto vi è il problema di un mancato ricambio generazionale e dell abbandono delle attività agricole); sopravvive la pratica di autoprodursi le sementi (in particolare per il mais con finalità di produzione per polenta e alimentazione avicoli); le aree coltivate sono generalmente piuttosto limitate ed isolate tra loro (particolare importante soprattutto per evitare fenomeni di ibridazione nel caso di specie ad impollinazione anemofila, come il mais..). ci sono concrete possibilità di recuperare varietà antiche non ibridate

Come si è proceduto? Inizialmente tramite ricerche storiche e bibliografiche Successivamente con la collaborazione di enti e istituzioni locali (es. Unione dei Comuni Montani del Casentino) Informazioni utili sono state ottenute anche da attività locali (ad esempio molini..) Fondamentali la ricerca svolta tramite numerosi sopralluoghi volti a coprire il più possibile il comprensorio, il passaparola e una buona conoscenza del territorio..

La ricerca sul campo.. Come si è proceduto?

La ricerca sul campo..

Come sono stati raccolti i dati? Tutti i coltivatori sono stati intervistati, seguendo un apposita scheda pre-impostata allo scopo

Come sono stati raccolti i dati? I campioni raccolti sono quindi stati conferiti alla Banca del Germoplasma Vegetale dell Università di Pavia Per il mais si è proceduto alla raccolta delle pannocchie intere, per una migliore comparazione dei caratteri fenotipici Il materiale di propagazione raccolto per le CWR è stato conferito anche alla Millennium Seed Bank di Kew, Regno Unito

Che cosa è stato trovato fin ora? Landraces: mais, fagioli, ceci, vari tipi di ortaggi.. CWR: Avena sterilis, Hordeum murinum, Vicia bithynica, Lathyrus sp...

CWR: Avena sterilis In campo..

CWR: Lathyrus sp. In campo..

In campo..

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In campo..

..in banca

..in banca

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In campo..

In campo..

In campo..

..in banca

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Considerazioni finali Il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi rappresenta un importante serbatoio di biodiversità, anche di tipo agricolo; Allo stesso tempo vi sono problematiche legate al contesto territoriale, compresi i danni da fauna selvatica e soprattutto al mancato ricambio generazionale: molte di queste varietà sono tutt ora coltivate in forma non professionale da persone anziane e il rischio che vadano perse è reale; elevato inoltre il rischio di ibridazione con varietà moderne; E fondamentale riuscire a recuperare tempestivamente quanto più germoplasma possibile, attraverso il proseguimento di interventi di conservazione ex-situ (conferimento a banca del seme) e di specifiche attività di ricerca.

Prospettive Le antiche cultivar sono tornate di interesse dei consumatori, rappresentano una concreta possibilità di mercato per le aziende agricole locali, in particolare per quelle biologiche; E auspicabile lo sviluppo e la promozione di progetti che coinvolgano le aziende agricole del territorio nella conservazione in farm del germoplasma locale (agricoltori custodi), nello sviluppo di reti di impresa e di specifiche filiere; Nella realizzazione di questi progetti risulta fondamentale una supervisione scientifica, garantita da istituzioni di ricerca e tecnici specializzati che seguano con costanza le aziende coinvolte allo scopo di evitare il rischio di possibili ibridazioni ed assicurare il corretto svolgimento della filiera produttiva.

Conserviamo la biodiversità in Natura e in Agricoltura! GRAZIE PER L ATTENZIONE Prof. Graziano Rossi Dott. Agronomo Stefano Braccini

In campo..

In campo..

..in banca

..in banca