Origini costruttive della colonna greca. Documenti THÈSE N O 4696 (2010) PRÉSENTÉE LE 27 SEPTEMBRE 2010 À LA FACULTÉ ENVIRONNEMENT NATUREL, ARCHITECTURAL ET CONSTRUIT LABORATOIRE DE THÉORIE ET D'HISTOIRE 3 PROGRAMME DOCTORAL EN ARCHITECTURE ET SCIENCES DE LA VILLE ÉCOLE POLYTECHNIQUE FÉDÉRALE DE LAUSANNE POUR L'OBTENTION DU GRADE DE DOCTEUR ÈS SCIENCES PAR Maria Chiara BARONE acceptée sur proposition du jury: Prof. L. Ortelli, président du jury Prof. R. Gargiani, Prof. J.-P. Adam, directeurs de thèse Dr E. Cogato Lanza, rapporteur Prof. M. Fuchs, rapporteur Prof. M.-C. Hellmann, rapporteur Suisse 2010
Origini costruttive della colonna greca. Documenti I N D I C E D E I C O N T E N U T I Ringraziamenti Riassunto della ricerca Abstract III V IX Prefazione XI I. Sostegni verticali isolati tra VII e VI millennio 1 I.1 Basi a foro nel terreno, contrafforti e pilastri, dal Neolitico all Antica Età del Bronzo I.1.1 Abitazioni a pozzo, a graticcio, in mattoni crudi e in pietra 3 I.1.2 Contrafforti, setti murari isolati e pilastri 8 II. Comparsa delle prime colonne e diffusione dei sostegni verticali isolati dal tardo Neolitico al X secolo 13 II.1 Dalla base a foro nel terreno alla base lapidea: nascita della colonna II.1.1 Sesklo e Dimini: introduzione del sistema piedritti-porte-focolare-setti murari 15 II.1.2 Basi cilindriche, a toro, a disco e a lastra forata in epoca minoica 22 Basi lapidee a cilindro nelle abitazioni comuni e negli edifici monumentali 23 Basi lapidee a toro: nascita della modanatura curva 28 Basi lapidee a disco: sperimentazione di più varianti 29 Basi lapidee a lastra forata: i casi delle balaustre e dei pavimenti a lastre 32 Basi a disco modanate o scavate: due casi particolari 34 II.1.3 Basi a toro, a disco e a disco forato in epoca micenea 35 Base a toro: aumento dimensionale per colonne monumentali 35 Basi a disco modanate: lo sviluppo del gusto per il dettaglio 37 Basi a disco forato: un compromesso originale tra la base a foro e la base a disco 42 II.1.4 Trattamento del fusto e comparsa della colonna lapidea 45 Fusto fascicolato e scanalato 45 Colonna lapidea micenea: base a disco e a plinto, fusto rastremato liscio o decorato e capitello modanato 49 II.2 Raffigurazioni della colonna II.2.1 Pittura e artigianato 55 Colonne svasate, colorate con base a disco e capitello modanato 56 Colonne con capitello rettangolare 58 Colonne-albero e valenza simbolica nella rappresentazione minoico-micenea 60
Motivi decorativi applicati alle colonne 61 Basi in vasi e sculture 62 II.2.2 Modelli 63 II.3 Ritorno all uso delle basi a foro nel terreno nel corso del XII-X secolo e comparsa della peristasi II.3.1 Fori ad impronta negli edifici del XII-X secolo 68 II.3.2 Comparsa della peristasi con basi a foro ad impronta e a cavità 76 III. Incertezza e transizione nel processo di definizione del sostegno nei primi edifici di culto del X-VIII secolo 133 III.1 Basi a foro nel terreno e basi lapidee nel X-VIII secolo III.1.1 Basi lapidee a lastra irregolare 135 III.1.2 Basi a foro nel terreno 137 III.2 Basi lapidee nell VIII secolo III.2.1 Basi a lastra irregolare 140 III.2.2 Basi lapidee circolari 142 III. 2. 3 Basi a cilindro e a parallelepipedo, cave e piene, nel tholos 147 IV. Integrazione di strutture lapidee e strutture in legno nei templi del VII secolo 167 IV.1 Comparsa dello stilobate IV.1.1 Stilobate continuo e copertura fittile 169 IV.1.2 Stilobate lineare e ibrido 175 IV.2 Diffusione della peristasi e della copertura fittile nelle altre aree della Grecia, nella Grecia insulare e microasiatica IV.2.1 Dai sostegni assiali in un impianto absidato alla peristasi lapidea con copertura fittile 183 IV.2.2 Definitiva affermazione della peristasi nei santuari microasiatici e della Grecia insulare 189 IV.3 Sostegni lignei su basi lapidee e uso esteso delle terrecotte decorative IV.3.2 Telaio ligneo e rivestimento fittile a Himera 199 IV.3.3 Uso delle terrecotte architettoniche e rielaborazione dei modelli della Madrepatria 201
V. Il tempio lapideo nel VII-VI secolo 219 V.1 Definizione della colonna lapidea dorica V.1.1 Prime testimonianze di elementi architettonici dorici 221 V.1.3 Comparsa del capitello dorico, diffusione del fregio dorico lapideo e di nuovi impianti planimetrici nel Peloponneso e nella Grecia centrale 224 V.2 Definizione della colonna lapidea ionica, comparsa del capitello eolico e realizzazione dei primi grandi templi dipteri su stilobate ibrido V.2.1 La colonna ionica nella Grecia insulare e microasiatica 232 V.2.2 La colonna eolica a Smirne, Neandria e Klopedi 236 V.2.3 Affermazione dell uso dello stilobate ibrido nei templi dipteri di Samo ed Efeso 239 Schede tematiche 265 Schede del capitolo I 267 I.1.1.1 Pyrassos 269 I.1.1.2 Sesklo, abitazioni neolitiche 271 I.1.1.3 Argissa-Magoula 274 I.1.1.4 Cnosso, abitazioni neolitiche 275 I.1.1.5 Nea Nikomedeia 279 I.1.1.6 Elateia 283 I.1.1.7 Prodromos 285 I.1.1.8 Gediki 286 I.1.1.9 Achilleion 287 I.1.1.10 Magoulitsa 289 I.1.1.11 Otzaki-Magoula 290 I.1.1.12 Lerna 292 I.1.1.13 Nea Makri 295 I.1.1.14 Halai 298 I.1.2.1 Khirokitia 299 Schede del capitolo II 303 II.1.1.1 Sesklo, edificio principale 305 II.1.1.2 Dimini, edificio principale 308 II.1.2.1 Cnosso: palazzo 310 II.1.2.2 Festo, palazzo 317 II.1.2.3 Mallia, palazzo 324 II.1.3.1 Micene, Tomba di Agamennone e di Clitemnestra, Propilei e edificio principale 328 II.1.3.2 Tirinto, palazzo 337 II.1.3.3 Pilo, palazzo 343
Schede del capitolo III 349 III.1.1.1 Termo, Megaron A, Megaron B e Tempio di Apollo 351 III.1.2.1 Delos, Pre-oikos dei Nassi 355 III.2.1.1 Iria, Tempio I, II, III, IV 358 III.2.1.2 Samo, Heraion 361 III.2.2.1 Efeso, Artemision 365 III.2.2.2 Eretria: Daphnephoreion e Tempio di Apollo 368 III.2.2.3 Ano Mazaraki, Hecatompedon 371 III.2.3.1 Lathouriza, Tholos 373 Schede del capitolo IV 375 IV.1.1.1 Corinto, tempio del VII secolo 377 IV.1.1.2 Delfi, Thesauros 378 IV.1.1.3 Micene, Tempio di Hera 379 IV.1.2.1 Isthmia, tempio arcaico di Poseidon 381 IV.1.2.2 Delfi, Tempio di Apollo 382 IV.1.2.3 Argo, Tempio di Hera 384 IV.2.1.1 Kalapodi, Templi 386 IV.2.1.2 Sparta, Tempio di Artemis Orthia 388 IV.2.1.3 Corfù, Tempio di Hera a Mon Repos 389 IV.2.2.1 Paros, Koukounaries: Santuario di Atena 390 IV.2.2.2 Delos, Tempio di Artemide 391 IV.2.2.3 Prinias, Templi A e B 391 IV.2.2.4 Delos, Tempio di Hera 393 IV.3.1.1 Megara Hyblaia, edificio g e Tempio h 393 IV.3.2.1 Himera, Tempio A 395 IV.3.3.1 Corfù, Tempio di Artemide 396 IV.3.3.2 Crotone, Santuario presso S. Anna 397 IV.3.3.3 Siracusa, Tempio di Apollo 398 Schede del capitolo V 399 V.1.2.1 Argo: Stoa nord e Stoa nord-ovest 401 V.1.3.1 Olimpia, Tempio di Hera 402 V.1.3.2 Egina, Tempio arcaico di Aphaia e di Apollo 403 V.1.3.3 Delfi, Tempio di Atena Pronaia 404 V.1.3.4 Tegea, Tempio di Atena Alea 404 V.2.1.1 Delos, Oikos dei Nassi 405 V.2.2.1 Smirne, Tempio di Atena 406 V.2.2.2 Neandria, Tempio di Apollo 408 V.2.2.3 Klopedi, Tempio di Maloeis 408
Allegati 411 Carta con indicazione dei luoghi citati nel testo 413 Glossario dei termini architettonici 415 Bibliografia 421 Curriculum vitae 447
Riassunto della ricerca La testimonianza di Vitruvio sulla mitica origine lignea del tempio greco, riportata nel De Architectura, costituisce il punto di riferimento per questa ricerca che si pone l obiettivo di reperire ed analizzare la documentazione archeologica relativa all aspetto dei sostegni e delle colonne appartenenti agli edifici precedenti all epoca di Vitruvio. Quali sono i documenti su cui si basa l autore latino? Quali ulteriori informazioni possiamo ricavare dai recenti scavi archeologici? Attraverso lo studio delle possibili forme assunte dai sostegni verticali puntiformi, a partire dal Neolitico sino ad arrivare alla formazione delle prime colonne lapidee fra il VII ed il VI secolo, si sono individuate le varie fasi di sviluppo che portarono il semplice sostegno ligneo a divenire colonna. Il principale documento disponibile per la comprensione dell origine della colonna, sin dalle fasi più antiche di formazione dei primi edifici, è senza dubbio la base. Quest ultima diventa l elemento chiave nell analisi di tutte le fasi di sviluppo che conducono alla formazione definitiva della colonna e soprattutto permette di comprendere le ragioni che indussero i costruttori ad adottare progressivamente la pietra in sostituzione dei materiali deperibili. Nell ambito della progressiva evoluzione, che si compie con la definitiva formazione della colonna, emergono alcune fasi fondamentali che vengono trattate seguendo un ordine cronologico. Una fase iniziale di epoca neolitica e tardo-neolitica è caratterizzata dalla definizione di alcune soluzioni costruttive semplici, realizzate in materiali deperibili che costituiranno un linguaggio di base, impiegato anche in epoche più recenti (cap. I). A questa fase, ancora rudimentale, succede un periodo di grande splendore architettonico, quello minoico-miceneo. La premessa allo straordinario sviluppo di quest epoca si può intuire già in alcune costruzioni realizzate a Sesklo e a Dimini alla fine del Neolitico. Il periodo minoico-miceneo segna il momento della comparsa della prima colonna lapidea, caratterizzata da una funzione prettamente decorativa e monumentale. Il ruolo di questa colonna è fondamentalmente simbolico e strettamente legato alla funzione rappresentativa della costruzione nella quale viene realizzata (cap. II). La comparsa delle prime colonne minoico-micenee si inserisce in un periodo particolarmente avanzato nello sviluppo architettonico, sociale ed economico al quale succederà, nel corso dell XI-VIII secolo, una fase caratterizzata, al contrario, da una grande incertezza architettonica e dal ritorno all uso di tecniche primitive semplici. A questa diffusa tendenza al riflusso verso modelli costruttivi arretrati, si contrappone però anche una certa volontà di sperimentazione che diventa, col passare del tempo, - V -
sempre più evidente. È infatti in questo periodo che compaiono le prime peristasi di sostegni lignei e che si diffonde estensivamente l uso di basi in pietra anche alle abitazioni private (cap.iii). L introduzione della base lapidea, tra l XI e l VIII secolo, è intrinsecamente legata ad una problematica fondamentale che riguarda la soluzione della modalità di appoggio o incastro del sostegno ligneo all interno dell elemento lapideo. Con la comparsa della base in pietra, il sostegno non è più nel suolo, ma è sollevato su un elemento lapideo; il punto di contatto tra la base ed il sostegno assume una particolare importanza e deve essere trattato in modo tale da garantire la stabilità dell intera struttura verticale. Vengono così elaborate una serie di soluzioni, più o meno soddisfacenti, nelle quali la base lapidea può essere forata in diversi modi, per realizzare l incastro con l elemento ligneo; oppure, al contrario, rimane completamente liscia e costituisce un semplice elemento di appoggio. Queste soluzioni vengono applicate a costruzioni di piccole o medie proporzioni, ma la progressiva ricerca di una maggiore monumentalità provoca un aumento notevole delle dimensioni degli edifici religiosi mettendo in crisi le soluzioni strutturali adottate sino a quel momento. L uso della carpenteria lignea viene integrato alla ricerca di una più solida connessione tra le parti della costruzione. In altri casi, la carpenteria lignea viene completamente abbandonata optando per una radicale trasformazione delle componenti costruttive e l introduzione di nuovi elementi che segnano il momento del definitivo passaggio dall uso di un sistema strutturale ligneo a uno lapideo. In questa fase vengono realizzate colonne completamente lapidee, le prime dopo quelle di epoca micenea. Tuttavia, se le colonne lapidee delle tombe micenee svolgono piuttosto un ruolo simbolico che quello strutturale, quelle costruite a partire dalla fine dal VII secolo, al contrario, assolvono, oltre ad un importante valenza simbolica e rappresentativa, anche una funzione più specificatamente strutturale. Queste colonne sono ormai ben definite in ogni componente e nei dettagli decorativi (cap. IV). Il momento di svolta definitivo nel passaggio dalla costruzione lignea a quella lapidea è segnato dalla affermazione, nel corso del VII secolo, di un nuovo elemento architettonico, alternativo alla base che, tuttavia, svolge un ruolo in qualche modo analogo. Si tratta dello stilobate, una superficie orizzontale e continua, che sostituisce le basi lapidee isolate. La reiterazione delle basi a lastra forata o a plinto che si sviluppano lungo gli assi longitudinali e lungo le peristasi degli edifici realizzati tra il IX e il VII secolo, costituisce la fase precedente al processo di unificazione di tali basi isolate e alla creazione di un unico piano lapideo. Questa struttura lapidea continua si può estendere lungo una sola direzione preferenziale o in tutte - VI -
le direzioni, definendo un piano d appoggio per la struttura verticale puntiforme (cap. IV). La comparsa dello stilobate, anche se probabilmente posteriore alla riapparizione, dopo quella di epoca micenea, dei primi frammenti di colonne completamente in pietra, rappresenta una scelta costruttiva determinante per la diffusione dell uso della pietra. Questa nuova sorta di base estesa, infatti, costituisce la premessa fondamentale alla realizzazione di edifici completamente in pietra. Tale soluzione risolve il problema dell innalzamento del sostegno dal suolo; dunque, l uso di basi isolate poggianti sullo stilobate non sembra essere necessario, in quanto il ruolo della base è già svolto dallo stilobate. Non esistono infatti esempi certi di basi lapidee isolate disposte secondo questa configurazione. In questo modo, scompaiono progressivamente le basi isolate; gli stilobati diventano col passare del tempo sempre più estesi, ricostituendo un piano continuo al di sotto dell intero edificio e, salvo alcuni sporadici tentativi di inserzione di strutture verticali lignee all interno di questo piano orizzontale lapideo, si sviluppa una progressiva litificazione che, dalle colonne, si estende anche al resto della struttura del tempio. Se la comparsa della base lapidea isolata, dunque, già racchiude, in qualche modo, una premessa alla litificazione della colonna, che non si concretizza immediatamente disperdendosi nella ricerca di molteplici possibili soluzioni ibride; l avvento dello stilobate porta invece alla definitiva affermazione della architettura lapidea. Le modificazioni ingenerate dalla diffusione dello stilobate non avvengono istantaneamente, ma attraverso un lungo processo di integrazione e di progressiva sostituzione delle tecniche costruttive precedenti. In una fase iniziale, infatti, vengono realizzati una serie di edifici in cui le tecniche costruttive tradizionali, come l uso del legno e delle basi isolate, convivono con le moderne. In modo particolare, l uso dello stilobate lineare, disposto lungo il perimetro esterno dell edificio, in corrispondenza della peristasi, permette di mantenere soluzioni ancora arcaiche per la fondazione dei sostegni interni all edificio, probabilmente lignei, disposti lungo l asse centrale o in due file laterali. Le tecniche ed i materiali tradizionali sono utilizzati anche nella realizzazione dei muri della cella, che, pur essendo in molti casi già lapidei, vengono tuttavia integrati da una struttura a telaio ligneo a cui sono addossati. Solo nel corso del VI secolo si assisterà al completo abbandono del legno e allo sviluppo definitivo della tecnica costruttiva lapidea. In questa fase si formano in modo completo le colonne lapidee, ormai definite in tutte le - VII -
loro componenti e completamente assimilabili a quelle realizzate nei templi dell epoca classica. Parole chiave Colonna, base, Vitruvio, tempio dorico, origine lignea, trasformazione in pietra, documentazione archeologica, materiali costruttivi, logica strutturale, valenza simbolica. - VIII -
Abstract Despite the large number of writings on the Vitruvian theory relating to the mythical wood-worked origins of the Greek temple, there has been no recent writing on Ancient Greek buildings before De Architectura was published, in the period between the appearance of the first dwelling-houses and the definitive affirmation of the use of stone in the building of temples. Taking into consideration the fundamental constructive and symbolic element of the Greek temple, the column, this research analyses the evolution from the first rudimentary punctiform vertical structures used in Neolithic houses to the arrival of the complete transformation of the simple vertical support into a column, first realized in perishable materials and later in stone. The definitive statement of the architecture of whole temples entirely in stone constitutes the finishing post of this research. This study brings to light the principal firm data on which the reconstruction of the look of vertical punctiform structures rests, that is the column base. Such a construction element has been archaeologically documented from Neolithic buildings to those of the seventh century B.C. The column base will be interpreted with a wider meaning, including not only all the architectural supports on which a vertical support rests, but also the materials into which a support is driven. In this way, it has been possible to define as column supports all the natural dips in the land used to hold vertical supports, as well as stone foundations. Consequently, different sorts of columns bases, often in close relationship to the kinds of buildings adopted into them, have been singled out. Following the guiding thread of column-base development in different periods and geographical contexts, a line of development of the column base and its relative support takes us progressively towards the creation of the stone column. Key words: Column, base, Vitruvius, Doric temple, wood-worked origin, transformation into stone, archaeological documentation, construction materials, structural logic, symbolic value. - IX -