San Tommaso d Aquino Summa Theologiae II-II, 179 Divisione della vita in attiva e contemplativa. Divisione della vita in attiva e contemplativa

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Transcript:

San Tommaso d Aquino Summa Theologiae II-II, 179 Divisione della vita in attiva e contemplativa Divisione della vita in attiva e contemplativa Prooemium Proemio [46084] IIª-IIae, q. 179 pr. Consequenter considerandum est de vita activa et Ubi quadruplex consideratio occurrit, quarum prima est de divisione vitae per activam et contemplativam; secunda, de vita contemplativa; tertia, de vita activa; quarta, de comparatione vitae activae ad Circa primum quaeruntur duo. Primo, utrum vita convenienter dividatur per activam et Secundo, utrum divisio sit sufficiens. [46084] IIª-IIae, q. 179 pr. Veniamo ora a esaminare la vita attiva e quella In proposito tratteremo quattro argomenti: primo, la divisione della vita in attiva e contemplativa; secondo, la vita contemplativa; terzo, la vita attiva; quarto, confronto tra la vita attiva e quella Sul primo argomento si pongono due quesiti: 1. Se sia giusto dividere la vita in attiva e contemplativa; 2. Se questa divisione sia adeguata. Se sia giusto dividere la vita in attiva e contemplativa Articulus 1 Articolo 1 [46085] IIª-IIae, q. 179 a. 1 arg. 1 Ad primum sic proceditur. Videtur quod vita non convenienter dividatur per activam et Anima enim est principium vitae per suam essentiam, dicit enim philosophus, in II de anima, quod vivere viventibus est esse. Actionis autem et contemplationis principium est anima per suas potentias. Ergo videtur quod vita non convenienter dividatur per activam et [46085] IIª-IIae, q. 179 a. 1 arg. 1 SEMBRA che non sia giusto dividere la vita in attiva e Infatti: 1. L'anima è principio di vita con la sua essenza, secondo l'affermazione del Filosofo, "per i viventi vivere è essere". Invece principio dell'agire e del contemplare è l'anima mediante le sue potenze. Dunque non è giusto dividere la vita in attiva e

[46086] IIª-IIae, q. 179 a. 1 arg. 2 Praeterea, inconvenienter dividitur prius per differentias posterioris. Activum autem et contemplativum, sive speculativum et practicum, sunt differentiae intellectus, ut patet in III de anima. Vivere autem est prius quam intelligere, nam vivere inest viventibus primo secundum animam vegetabilem, ut patet per philosophum, in II de anima. Ergo inconvenienter dividitur vita per activam et [46087] IIª-IIae, q. 179 a. 1 arg. 3 Praeterea, nomen vitae importat motum, ut patet per Dionysium, VI cap. de Div. Nom. Sed contemplatio consistit magis in quiete, secundum illud Sap. VIII, intrans in domum meam, conquiescam cum illa. Ergo videtur quod vita non convenienter dividatur per activam et [46088] IIª-IIae, q. 179 a. 1 s. c. Sed contra est quod Gregorius, super Ezech., dicit, duae sunt vitae in quibus nos omnipotens Deus per sacrum eloquium erudit, activa videlicet et [46089] IIª-IIae, q. 179 a. 1 co. Respondeo dicendum quod illa proprie dicuntur viventia quae ex seipsis moventur seu operantur. Illud autem maxime convenit alicui secundum seipsum, quod est proprium ei, et ad quod maxime inclinatur. Et ideo unumquodque vivens ostenditur vivere ex operatione sibi maxime propria, ad quam maxime inclinatur, sicut plantarum vita dicitur in hoc consistere quod nutriuntur et generant; animalium vero in hoc quod sentiunt et moventur; hominum vero in hoc quod intelligunt et secundum rationem agunt. Unde etiam et in hominibus vita uniuscuiusque hominis videtur esse id in quo maxime delectatur, et cui maxime intendit, et in hoc praecipue vult quilibet convivere amico, ut dicitur in IX Ethic. Quia ergo quidam homines praecipue intendunt contemplationi veritatis, quidam principaliter intendunt exterioribus actionibus, inde est quod vita hominis convenienter dividitur per [46086] IIª-IIae, q. 179 a. 1 arg. 2 2. Non è ragionevole dividere ciò che è anteriore con le differenze di ciò che è posteriore. Ora i termini attivo e contempativo, ossia speculativo e pratico, sono differenze dell'intelletto, come insegna Aristotele. Ma la vita è anteriore all'intellezione: infatti la vita a detta del Filosofo è nei viventi primieramente in forza dell'anima vegetativa. Dunque non è ragionevole dividere la vita in attiva e [46087] IIª-IIae, q. 179 a. 1 arg. 3 3. Il termine vita implica moto, come spiega Dionigi. Invece la contemplazione consiste piuttosto nella quiete, secondo le parole del Savio: "Rientrando in casa, mi riposerò presso di lei". Perciò non è giusto dividere la vita in attiva e [46088] IIª-IIae, q. 179 a. 1 s. c. IN CONTRARIO: S. Gregorio afferma: "Due sono i generi di vita nei quali l'onnipotente Iddio ci forma mediante la Sacra Scrittura: la vita attiva e quella contemplativa". [46089] IIª-IIae, q. 179 a. 1 co. RISPONDO: Propriamente si dicono viventi quegli esseri che si muovono e operano per se stessi. Ora, ciò che soprattutto conviene per se stesso a una cosa è quanto le è proprio ed è oggetto della sua più forte inclinazione. Perciò in ogni vivente la vita si desume dall'operazione che più gli è propria e alla quale è più inclinato: la vita delle piante, p. es., si fa consistere nella nutrizione e nella riproduzione; quella degli animali nella sensibilità e nel moto; e quella degli uomini nell'intellezione e nel fatto che agiscono secondo ragione. Quindi anche tra gli uomini la vita individuale di ciascuno sembra consistere in ciò che più lo rallegra e che egli maggiormente ricerca, e di cui, a detta di Aristotele, "vuol godere con gli amici". Ora, siccome alcuni tendono soprattutto alla contemplazione della verità, altri invece alle occupazioni esterne, è giusto che la vita umana sia divisa in attiva e

activam et [46090] IIª-IIae, q. 179 a. 1 ad 1 Ad primum ergo dicendum quod propria forma uniuscuiusque faciens ipsum esse in actu, est principium propriae operationis ipsius. Et ideo vivere dicitur esse viventium ex eo quod viventia per hoc quod habent esse per suam formam, tali modo operantur. [46091] IIª-IIae, q. 179 a. 1 ad 2 Ad secundum dicendum quod vita universaliter sumpta non dividitur per activam et contemplativam, sed vita hominis, qui speciem sortitur ex hoc quod habet intellectum. Et ideo eadem est divisio intellectus et vitae humanae. [46092] IIª-IIae, q. 179 a. 1 ad 3 Ad tertium dicendum quod contemplatio habet quidem quietem ab exterioribus motibus, nihilominus tamen ipsum contemplari est quidam motus intellectus, prout quaelibet operatio dicitur motus; secundum quod philosophus dicit, in III de anima, quod sentire et intelligere sunt motus quidam, prout motus dicitur actus perfecti. Et hoc modo Dionysius, IV cap. de Div. Nom., ponit tres motus animae contemplantis, scilicet rectum, circularem et obliquum. [46090] IIª-IIae, q. 179 a. 1 ad 1 SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. La forma propria, che dà a ciascun essere di esistere in atto, è anche il principio delle sue operazioni. Ecco perché si dice che nei viventi la vita è l'essere: perché la forma che dà loro l'essere dà loro anche il modo di operare. [46091] IIª-IIae, q. 179 a. 1 ad 2 2. Non la vita in generale si divide in attiva e contemplativa, ma la vita dell'uomo, il quale riceve la sua specie dall'esser dotato di intelligenza. Ecco perché la divisione della vita umana s'identifica con quella dell'intelletto. [46092] IIª-IIae, q. 179 a. 1 ad 3 3. La contemplazione è quiete rispetto al moto esterno: ma lo stesso contemplare è un moto dell'intelletto, nel senso che si dice moto qualsiasi operazione; cioè nel senso in cui il Filosofo afferma che sono moti, il sentire e l'intendere quali "atti di ciò che è perfetto". Cosicché Dionigi può distinguere tre moti nell'anima contemplativa, e cioè: "retto", "circolare", ed "elicoidale". Se la divisione della vita in attiva e contemplativa sia adeguata Articulus 2 Articolo 2 [46093] IIª-IIae, q. 179 a. 2 arg. 1 Ad secundum sic proceditur. Videtur quod vita non sufficienter dividatur per activam et Philosophus enim, in I Ethic. dicit quod tres sunt vitae maxime excellentes, scilicet voluptuosa, civilis, quae videtur esse eadem activae, et [46093] IIª-IIae, q. 179 a. 2 arg. 1 SEMBRA che la divisione della vita in attiva e contemplativa non sia adeguata. Infatti: 1. A detta del Filosofo, tre sono le forme più appariscenti di vita, e cioè: "la voluttuosa", "la civile", che coincide con la vita attiva, e "la contemplativa". Perciò la divisione della

Insufficienter ergo dividitur vita per activam et [46094] IIª-IIae, q. 179 a. 2 arg. 2 Praeterea, Augustinus, XIX de Civ. Dei, ponit tria vitae genera, scilicet otiosum, quod pertinet ad contemplationem; actuosum, quod pertinet ad vitam activam; et addit tertium ex utroque compositum. Ergo videtur quod insufficienter dividatur vita per activam et [46095] IIª-IIae, q. 179 a. 2 arg. 3 Praeterea, vita hominis diversificatur secundum quod homines diversis actionibus student. Sed plura quam duo sunt humanarum actionum studia. Ergo videtur quod vita debeat in plura membra dividi quam in activum et contemplativum. [46096] IIª-IIae, q. 179 a. 2 s. c. Sed contra est quod istae duae vitae significantur per duas uxores Iacob, activa quidem per Liam, contemplativa vero per Rachelem; et per duas mulieres quae dominum hospitio receperunt, contemplativa quidem per Mariam, activa vero per Martham; ut Gregorius dicit, in VI Moral. Non autem esset haec congrua significatio si essent plures quam duae vitae. Ergo sufficienter dividitur vita per activam et [46097] IIª-IIae, q. 179 a. 2 co. Respondeo dicendum quod, sicut dictum est, divisio ista datur de vita humana, quae quidem attenditur secundum intellectum. Intellectus autem dividitur per activum et contemplativum, quia finis intellectivae cognitionis vel est ipsa cognitio veritatis, quod pertinet ad intellectum contemplativum; vel est aliqua exterior actio, quod pertinet ad intellectum practicum sive activum. Et ideo vita etiam sufficienter dividitur per activam et [46098] IIª-IIae, q. 179 a. 2 ad 1 Ad primum ergo dicendum quod vita voluptuosa ponit finem in delectatione corporali, quae communis est nobis et brutis. Unde, sicut philosophus ibidem dicit, est vita bestialis. Propter quod, non comprehenditur sub praesenti divisione, prout vita humana vita in attiva e contemplativa non è adeguata. [46094] IIª-IIae, q. 179 a. 2 arg. 2 2. S. Agostino distingue tre generi di vita, e cioè: vita "di ozio", che si riduce alla contemplativa; "di attività", che s'identica con l'attiva; e aggiunge come terzo genere la vita "mista di entrambe". Dunque non è sufficiente dividere la vita in attiva e [46095] IIª-IIae, q. 179 a. 2 arg. 3 3. La vita umana si distingue secondo le varie occupazioni cui gli uomini si dedicano. Ma le occupazioni cui si dedicano gli uomini sono più di due. Perciò la vita va divisa in più membri che non nella divisione suddetta. [46096] IIª-IIae, q. 179 a. 2 s. c. IN CONTRARIO: Le due vite suddette, attiva e contemplativa, sono state prefigurate rispettivamente nelle due spose di Giacobbe Lia e Rachele; e dalle due donne che ospitarono il Signore, e cioè da Marta e da Maria, come spiega S. Gregorio. Ora, questa prefigurazione non sarebbe esatta, se i generi di vita fossero più di due. Dunque la divisione della vita in attiva e contemplativa è adeguata. [46097] IIª-IIae, q. 179 a. 2 co. RISPONDO: Questa divisione riguarda come abbiamo detto, la vita umana, la quale viene specificata dall'intelletto. Ora, l'intelletto si divide in (pratico) attivo, e (speculativo) contemplativo: poiché il fine della conoscenza intellettiva, o è la conoscenza stessa della verità, che appartiene all'intelletto speculativo, oppure un'azione esterna, che appartiene all'intelletto pratico. Perciò anche la vita è divisa adeguatamente in attiva e [46098] IIª-IIae, q. 179 a. 2 ad 1 SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. La vita voluttuosa mette il proprio fine nei piaceri del corpo, che sono comuni a noi e alle bestie. Ecco perché, come il Filosofo afferma, essa è da considerarsi una vita "bestiale". E quindi è estranea a questa nostra

dividitur in activam et [46099] IIª-IIae, q. 179 a. 2 ad 2 Ad secundum dicendum quod media conficiuntur ex extremis, et ideo virtute continentur in eis, sicut tepidum in calido et frigido, et pallidum in albo et nigro. Et similiter sub activo et contemplativo comprehenditur id quod est ex utroque compositum. Et tamen, sicut in quolibet mixto praedominatur aliquod simplicium, ita etiam in medio genere vitae superabundat quandoque quidem contemplativum, quandoque vero activum. [46100] IIª-IIae, q. 179 a. 2 ad 3 Ad tertium dicendum quod omnia studia humanarum actionum, si ordinentur ad necessitatem praesentis vitae secundum rationem rectam, pertinent ad vitam activam, quae per ordinatas actiones consulit necessitati vitae praesentis. Si autem deserviant concupiscentiae cuicumque, pertinent ad vitam voluptuosam, quae non continetur sub vita activa. Humana vero studia quae ordinantur ad considerationem veritatis, pertinent ad vitam divisione della vita umana in attiva e [46099] IIª-IIae, q. 179 a. 2 ad 2 2. Le quantità intermedie risultano dalla combinazione degli estremi contrapposti: così ciò che è tiepido risulta dal caldo e dal freddo, e il color grigio dal bianco e dal nero. E quindi nei termini attivo e contemplativo è inclusa anche la loro mistura. Tuttavia, come in ogni misto predomina una qualità semplice, così in ogni genere intermedio di vita predomina, o la vita contemplativa, o la vita attiva. [46100] IIª-IIae, q. 179 a. 2 ad 3 3. Tutte le occupazioni umane, se sono ordinate alle necessità della vita presente secondo la retta ragione, appartengono alla vita attiva, che ha il compito di provvedere a tali bisogni. Se invece mirano a soddisfare una qualsiasi concupiscenza, appartengono alla vita voluttuosa, che è estranea alla vita attiva. Le occupazioni poi che sono ordinate alla contemplazione della verità appartengono alla vita