PIANO DI GESTIONE DELLE ACQUE River Basin Management Plan

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Distretto Idrografico delle Alpi Orientali PIANO DI GESTIONE DELLE ACQUE River Basin Management Plan Aggiornamento 2015-2021 Programma delle misure Volume 8 Dicembre 2015

Distretto Idrografico delle Alpi Orientali PIANO DI GESTIONE DELLE ACQUE River Basin Management Plan Aggiornamento 2015-2021 Programma delle misure Volume 8 Dicembre 2015

Distretto Idrografico delle Alpi Orientali Autorità di bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Livenza, Autorità di bacino del fiume Adige Piave, Brenta e Bacchiglione Piazza Vittoria 5-38122 Trento TN Cannaregio 4314-30121 Venezia VE Tel 0461 236000 - Fax 0461 233604 Tel 041 714444 - Fax 041 714313 PEC alpiorientali@legalmail.it - www.alpiorientali.it Comitato Tecnico dell Autorità di bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave, Brenta e Bacchiglione rappresentante: Ministero per l'ambiente e la Tutela del Territorio e del Mare arch. Rosina De Piccoli Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ing. Giampietro Mayerle Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Ministero per i Beni e le Attività Culturali arch. Ugo Soragni Dipartimento Protezione Civile dott. Angelo Corazza Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i Servizi Tecnici dott. Stefano Laporta Regione del Veneto ing. Tiziano Pinato Regione Autonoma del Friuli-Venezia Giulia Ing. Giorgio Pocecco Provincia Autonoma di Trento ing. Vittorio Cristofori Provincia Autonoma di Bolzano dott. Rudolf Pollinger esperto: prof. Aronne Armanini, arch. Luigi Chiappini, ing. Silvia Galli, ing. Gianluigi Giannella, ing. Arturo Magno, prof. Antonio Scipioni, dott. Giovanni Valgimigli Comitato tecnico dell Autorità di bacino del fiume Adige rappresentante: Ministero per l'ambiente e la Tutela del Territorio e del Mare ing. Fabio Trezzini Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ing. Giampietro Mayerle Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Ministero per i Beni e le Attività Culturali arch. Ugo Soragni Dipartimento Protezione Civile dott. Angelo Corazza Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i Servizi Tecnici dott. Stefano Laporta Regione del Veneto ing. Tiziano Pinato Provincia Autonoma di Trento ing. Vittorio Cristofori Provincia Autonoma di Bolzano dott. Rudolf Pollinger esperto: dott. Alessandro Alessandrini, prof. Aronne Armanini, ing. Luigi Chiappini, ing. Arturo Magno, dott.ssa Paola Polselli, prof. Antonio Scipioni Indirizzi generali: Ing. Roberto Casarin Coordinamento e sviluppo del Piano: Ing. Andrea Braidot Coordinamento con il Piano di gestione del rischio di alluvioni di cui alla direttiva 2007/60/CE: Ing. Francesco Baruffi Coordinamento cartografia, base dati e reporting: dott. Renato Angheben, in collaborazione con dott. Fabio Lazzeri Elaborazione dei documenti di Piano: dott. Livia Beccaro, dott. Alberto Cisotto, ing. Cristiana Gotti, dott. Sara Pasini, dott. Nicoletta Sanità, dott. Paola Sartori, dott. Marcello Zambiasi, dott. Laura De Siervo Coordinamento VAS e partecipazione pubblica, editing: dott. Matteo Bisaglia, in collaborazione con arch. Maria Muratto, dott. Laura Dal Pozzo, ing. Massimo Cappelletto Coordinamento aspetti giuridici: Avv. Cesare Lanna, in collaborazione con dott. Miriam Evita Ballerin Hanno inoltre collaborato: per la Provincia Autonoma di Bolzano: dott. Maria Luise Kiem, dott. Giovanni Moeseneder, dott. Daniela Oberlechner, geom. Ernesto Scarperi,dott. Paul Seidemann, dott. Thomas Senoner, dott. Valter Sommadossi, dott. Karin Sparber per la Provincia Autonoma di Trento: dott. Stefano Cappelletti, dott. Sergio Finato, dott. Gioacchino Lomedico, dott. Guido Orsingher, dott. Elisabetta Romagnoni, con il supporto dell ing. Mirko Tovazzi per l Agenzia provinciale per la protezione dell ambiente di Trento: dott. Raffaella Canepel, ing. Veronica Casotti, dott. Catia Monauni, ing. Andrea Pontalti, dott. Sabrina Pozzi per la Regione del Veneto: dott. Lisa Causin, dott. Mauro De Osti, dott. Maurizio Dissegna, ing. Flavio Ferro, dott. Barbara Lazzaro, dott. Matteo Lizier, dott. Sergio Measso, dott. Chiara Rossi, dott. Gianluca Salogni, dott. Corrado Soccorso, ing. Fabio Strazzabosco, dott. Giovanni Ulliana, dott. Mattia Vnedrame, ing. Doriano Zanette per l Agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale del Veneto: dott. Daniele Bon, ing. Cinzia Boscolo, dott. Manuela Cason, dott. Massimo Mazzola, dott. Marta Novello, dott. Paolo Parati, dott. Francesca Ragusa, ing. Italo Saccardo, dott. Ivano Tanduo, dott. Anna Rita Zogno per la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia: ing. Gianpietro Bortolussi, dott. Katia Crovatto, arch. Lucia De Colle, dott. Umberto Fattori, ing. Pietro Giust, ing. Daniela Iervolino, ing. Federica Lippi, ing. Roberto Shack, arch. Pierpaolo Zanchetta, ing. Alessandro Zucca per l Agenzia regionale per la protezione dell ambiente del Friuli Venezia Giulia: dott. Floriana Aleffi, dott. Davide Brandolin, dott. Anna Lutman, dott. Giorgio Mattassi, dott. Luisella Milani, dott. Claudia Orlandi, dott. Stefano Pison, dott. Pietro Rossin, dott. Baldovino Toffolutti, dott. Antonella Zanello per la Regione Lombardia: dott. Viviane Iacone, dott. Daniele Magni per l Agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale della Lombardia: dott. Pietro Genoni, dott. Massimo Paleari per il Ministero delle Infrastrutture - Provveditorato regionale alle opere pubbliche: ing. Fabio Riva, ing. Maria Adelaide Zito, con il supporto della dott. Patrizia Bidinotto, dell ing. Sebastiano Carrer e dell ing. Chiara Castellani Hanno collaborato inoltre: per l Autorità di bacino dei fiumi dell Alto Adriatico: Chiara Artusato, Irma Bonetto, Leonardo Danieli, Anna De Carlo, Erminio Dell Orto, Michele Ferri, Luigina Filippetto, Roberto Fiorin, Milena Fontebasso, Marco Gamba, Fabio Giuriato, Giorgio Gris, Roberta Longhin, Francesca Mastellone, Francesca Monego, Martina Monego, Daniele Norbiato, Roberta Ottoboni, Renelda Stocco, Giovanni Tomei, Cecilia Trevisan. per l Autorità di bacino del fiume Adige: Cristina Endrizzi, Giuseppe Fragola, Michele Giovannini, Luca Guarino, Donato Iob, Ciro Libraro, Paola Montesani, Guido Perghem, Alessandro Raneri, Daniele Rossi, Roberto Veltri, Antonio Ziantoni. Pubblicato a dicembre 2015 Copyright 2015 Autorità di bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave, Brenta e Bacchiglione e Autorità di bacino del fiume Adige. L opera in tutte le sue parti è tutelata dalla legge sul diritto d autore

Sommario 1 Introduzione al Programma delle misure... 11 1.1 Le misure di base... 11 1.2 Le altre misure di base... 11 1.3 Le misure supplementari... 12 1.4 Il Piano di azione agricoltura... 13 1.5 Approccio metodologico per la costruzione del programma delle misure... 13 1.6 Misure generali e misure individuali... 16 2 Misure di attuazione della Direttiva 2006/7/EC sulle acque di balneazione... 17 2.1 Cosa prevede la direttiva... 17 2.2 Inquadramento normativo statale e locale... 17 2.3 Stato di attuazione della direttiva... 20 2.5 Misure da attuare nel secondo ciclo di pianificazione... 24 2.5.1 Attività di monitoraggio dei parametri previsti dalla direttiva... 24 2.5.2 Valutazione e classificazione delle acque di balneazione... 24 2.5.3 Applicazione di obblighi a carico degli impianti di depurazione prossimi alla linea di costa... 24 2.5.4 Misure di attuazione del Piano di aziona nazionale per l uso sostenibile dei prodotti fitosanitari... 24 3 Misure di attuazione della Direttiva 79/409/CEE sugli uccelli selvatici e della Direttiva 92/43/CEE sugli habitat... 25 3.1 Cosa prevedono le direttive... 25 3.2 Inquadramento normativo statale... 27 3.3 Stato di attuazione della direttiva nel territorio distrettuale... 30 3.3.1 Livello nazionale... 30 3.3.2 Provincia Autonoma di Trento... 31 3.3.3 Attività di informazione/comunicazione... 33 3.3.4 Provincia Autonoma di Bolzano... 33 3.3.5 Regione Veneto... 35 3.3.6 Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia... 37 3.4 Misure da attuare nel secondo ciclo di pianificazione... 41 3.4.1 Attività di studio finalizzate alla identificazione degli obiettivi più rigorosi... 41 3.4.2 Studio di assetto morfologico ambientale della laguna di Marano e Grado... 41 3.4.3 Approvazione del piano di gestione per l ambito lagunare di Marano-Grado... 41 3.4.4 Designazione delle zone speciali di conservazione, con particolare riguardo a quelle correlate all'ambiente acquatico... 42 3.4.5 Adozione, per le zone speciali di conservazione correlate all'ambiente acquatico, delle misure di conservazione necessarie alla designazione delle zone speciali di conservazione, con particolare riguardo a quelle correlate all'ambiente acquatico... 42 4 Misure di attuazione della Direttiva 98/83/CE sulla qualità delle acque destinate al consumo umano... 43 Volume 8 Programma delle misure - Pag. 1

4.1 Cosa prevede la direttiva... 43 4.2 Inquadramento normativo statale e locale... 44 4.3 Stato di attuazione della direttiva nel territorio distrettuale... 45 4.3.1 Provincia Autonoma di Trento... 45 4.3.2 Provincia Autonoma di Bolzano... 46 4.3.3 Regione Veneto... 46 4.3.4 Regione Friuli Venezia Giulia... 49 4.4 Misure da attuare nel secondo ciclo di pianificazione... 50 4.4.1 Controlli esterni per la verifica della qualità dell acqua destinata al consumo umano... 50 5 Misure di attuazione della Direttiva 96/82/CE sugli incidenti rilevanti (Seveso) e successive... 51 5.1 Cosa prevede la normativa... 51 5.2 Inquadramento normativo statale e locale... 52 5.3 Stato di attuazione della direttiva nel territorio distrettuale... 55 5.3.1 Provincia Autonoma di Trento... 57 5.3.2 Provincia Autonoma di Bolzano... 57 5.3.3 Regione Veneto... 57 5.3.4 Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia... 61 5.4 Misure da attuare nel secondo ciclo di pianificazione... 62 5.4.1 Misure in materia di assetto del territorio e di controllo dell urbanizzazione... 62 6 Misure di attuazione della Direttiva 85/337/CEE e successive sulla valutazione di impatto ambientale... 63 6.1 Cosa prevedono le direttive... 63 6.2 Inquadramento normativo statale e locale... 63 6.2.1 Il Decreto del Ministero dell ambiente del 30 marzo 2015... 64 6.2.2 Linee guida per la predisposizione del Progetto di Monitoraggio Ambientale (PMA)... 65 6.3 Stato di attuazione della direttiva 2011/92/UE nel territorio distrettuale... 66 6.3.1 Provincia Autonoma di Trento... 66 6.3.2 Provincia Autonoma di Bolzano... 67 6.3.3 Regione del Veneto... 68 6.3.4 Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia... 69 6.4 Misure individuate nel secondo ciclo di pianificazione... 71 6.4.1 Adeguamento degli ordinamenti delle Regioni e delle Province Autonome alle linee guida ministeriali... 71 7 Misure di attuazione della Direttiva 86/278/CEE sulla protezione dell ambiente nell utilizzazione dei fanghi di depurazione... 72 7.1 Cosa prevede la direttiva... 72 7.2 Stato di attuazione della direttiva nel territorio distrettuale... 73 7.2.1 Provincia Autonoma di Trento... 74 7.2.2 Provincia Autonoma di Bolzano... 74 Volume 8 Programma delle misure - Pag. 2

7.2.3 Regione del Veneto... 74 7.2.4 Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia... 76 7.3 Misure da attuare nel secondo ciclo di pianificazione... 77 7.3.1 Definizione delle distanze di rispetto dai corpi idrici per l applicazione dei fanghi... 77 8 Misure di attuazione della Direttiva 91/271/CEE sul trattamento delle acque reflue urbane 78 8.1 Cenni sulla normativa comunitaria... 78 8.2 Inquadramento normativo statale... 79 8.3 Inquadramento normativo locale... 81 8.3.1 Provincia Autonoma di Trento... 81 8.3.2 Provincia Autonoma di Bolzano... 81 8.3.3 Regione del Veneto... 83 8.3.4 Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia... 85 8.4 Misure proposte nel secondo ciclo di pianificazione... 87 8.4.1 Interventi strutturali per il collettamento e la depurazione delle acque reflue urbane... 87 8.4.2 Recepimento della disciplina comunitaria nell ambito del Piano regionale di tutela delle acque... 88 9 Misure di attuazione della Direttiva 91/414/CEE relativa all'immissione in commercio dei prodotti fitosanitari... 89 9.1 Cosa prevede la direttiva... 89 9.2 Inquadramento normativo statale e locale... 89 9.3 Stato di attuazione della direttiva sul territorio distrettuale... 90 9.3.1 Piani di controllo dei prodotti fitosanitari... 90 9.3.2 Relazione annuale controllo ufficiale immissione in commercio e utilizzazione prodotti fitosanitari... 91 9.3.3 Misure di monitoraggio dei pesticidi... 91 9.3.4 Individuazione delle aree vulnerabili da prodotti fitosanitari... 93 9.4 Misure da attuare nel secondo ciclo di pianificazione... 94 9.4.1 Individuazione delle aree vulnerabili da prodotti fitosanitari... 94 9.4.2 Prosecuzione dei programmi di controllo... 94 10 Misure di attuazione della Direttiva 91/676/CEE sui nitrati... 95 10.1 Cosa prevede la direttiva... 95 10.2 Inquadramento normativo statale e locale... 95 10.2.1 Provincia Autonoma di Trento... 96 10.2.2 Provincia Autonoma di Bolzano... 97 10.2.3 Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia... 97 10.3 Stato di attuazione della direttiva nel territorio distrettuale... 97 10.3.1 Aggiornamento e revisione delle ZVN (zone vulnerabili ai nitrati)... 98 10.3.2 Programmi di azione adottati in ciascuna zona vulnerabile... 99 10.3.3 Codice di buona pratica agricola... 100 10.3.4 Ulteriori azioni intraprese per l attuazione della direttiva Nitrati... 101 Volume 8 Programma delle misure - Pag. 3

10.4 Misure già attuate o da attuare nel secondo ciclo di pianificazione... 101 10.4.1 Applicazione delle disposizioni relative alla costituzione di una fascia riparia... 101 10.4.2 Azioni intraprese per assicurare il coordinamento tra le amministrazioni competenti in materia di agricoltura e ambiente... 102 10.4.3 Sistema dei controlli di monitoraggio ambientale regionale e controllo dell attuazione delle norme... 103 10.4.4 Azioni di assistenza tecnica per sostenere l attuazione della direttiva... 104 10.4.5 Disciplina del regime di condizionalità per il periodo 2014-2020... 104 10.4.6 Standardizzazione delle metodologie di analisi... 105 10.4.7 Rafforzamento del coordinamento tra strutture regionali di Ambiente e Agricoltura nella messa a punto delle misure di attuazione della direttiva nitrati e della direttiva quadro sulle acque... 105 10.4.8 Rafforzamento e adeguamento dei Servizi di assistenza tecnica agli agricoltori... 106 10.4.9 Misure della nuova programmazione di sviluppo rurale (2014-2020) finalizzate a ridurre le pressioni dei nitrati... 106 10.4.10 Studi e progetti in corso finalizzati a rafforzare l integrazione tra attuazione direttiva nitrati e attuazione direttiva quadro acque 107 11 Misure di attuazione della Direttiva 96/61/CE e successive sulla prevenzione e la riduzione integrate dell inquinamento... 108 11.1 Cosa prevede la direttiva... 108 11.2 Inquadramento normativo statale e locale... 109 11.3 Stato di attuazione della direttiva sul territorio distrettuale... 111 11.3.1 Provincia Autonoma di Trento... 111 11.3.2 Provincia Autonoma di Bolzano... 111 11.3.3 Regione del Veneto... 112 11.3.4 Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia... 112 11.4 Misure da attuare nel secondo ciclo di pianificazione... 112 11.4.1 Misure di controllo degli impianti soggetti ad autorizzazione integrata ambientale... 112 12 Misure di applicazione del principio di recupero dei costi (art. 11.3.b della DQA)... 113 12.1 Cosa prevede la direttiva... 113 12.2 Inquadramento normativo statale e locale... 113 12.3 Cenni alla struttura dei prezzi dell acqua nel settore civile... 115 12.3.1 Struttura dei prezzi nella Provincia Autonoma di Trento... 115 12.3.2 Struttura dei prezzi nella Provincia Autonoma di Bolzano... 116 12.3.3 Strutture dei prezzi nelle regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia... 117 12.4 Struttura dei prezzi dell acqua nel settore agricolo... 119 12.5 Stato di attuazione dell art. 9 della direttiva quadro acque e delle politiche dei prezzi incentivanti... 120 12.5.1 Linee guida per la definizione dei costi ambientali e della risorsa... 120 12.5.2 Il documento di consultazione dell AEEGSI per l individuazione dei costi ambientali e della risorsa nel metodo tariffario idrico (MTI) 121 12.5.3 L individuazione ed esplicitazione dei costi ambientali e della risorsa con riferimento a quanto previsto nel metodo tariffario unico (MTI) per l anno 2015... 122 12.6 Misure da attuare nel secondo ciclo di pianificazione... 122 12.6.1 Definizione dei criteri generali per la determinazione, da parte delle regioni, dei canoni di concessione per l utenza si acqua pubblica 123 Volume 8 Programma delle misure - Pag. 4

12.6.2 Revisione dei canoni demaniali relativi alle concessioni di derivazione d acqua ed alle autorizzazioni all attingimento, tenendo conto dei costi ambientali e della risorsa... 123 12.6.3 Azioni specifiche da intraprendere a livello locale per l attuazione dell articolo 9 nel settore agricolo... 123 13 Misure per promuovere l uso efficiente e sostenibile delle acque (art. 11.3.c della DQA). 130 13.1 Cosa prevede la direttiva... 130 13.2 Inquadramento normativo statale e locale... 130 13.3 Stato di attuazione delle misure... 131 13.3.1 Misure generali finalizzate alla razionalizzazione ed al contenimento degli usi... 132 13.3.2 Misure per la tutela delle risorse idriche pregiate... 135 13.3.3 Misure per il contenimento dei prelievi dai laghi e dalle fasce lacuali... 138 13.3.4 Misure per preservare la permeabilità dei suoli... 138 13.3.5 Norme e misure volte a favorire il riciclo dell acqua ed il riutilizzo delle acque reflue depurate... 138 13.3.6 Disciplina dei pozzi per uso domestico allo scopo di garantire l equilibrio del bilancio idrico... 138 13.3.7 Disciplina in materia di restituzione delle acque utilizzate per la produzione idroelettrica, per scopi irrigui ed in impianti di potabilizzazione ai fini del raggiungimento degli obiettivi di qualità... 139 13.3.8 Definizione ed aggiornamento periodico del bilancio idrico... 139 13.3.9 Disciplina concernente l utilizzazione dell acqua invasata a scopi idroelettrici per fronteggiare situazioni di emergenza idrica... 140 13.3.10 Misure di tutela delle risorse idriche a specifica destinazione... 141 13.4 Misure da attuare nel secondo ciclo di pianificazione... 142 13.4.1 Misure generali finalizzate alla razionalizzazione ed al contenimento degli usi... 142 13.4.2 Misure per la tutela delle risorse idriche pregiate... 142 13.4.3 Misure per il contenimento dei prelievi dai laghi e dalle fasce lacuali... 142 13.4.4 Disciplina dei pozzi per uso domestico allo scopo di garantire l equilibrio del bilancio idrico... 143 13.4.5 Disciplina in materia di restituzione delle acque utilizzate per la produzione idroelettrica, per scopi irrigui ed in impianti di potabilizzazione ai fini del raggiungimento degli obiettivi di qualità... 143 13.4.6 Definizione ed aggiornamento periodico del bilancio idrico... 143 13.4.7 Rinnovo ed eventuale rivalutazione delle concessioni irrigue giunte scadenza... 143 13.4.8 Azioni finalizzate all aumento delle capacità di invaso... 144 13.4.9 Misure di razionalizzazione dei consumi e di eliminazione degli sprechi nell approvvigionamento idropotabile... 145 13.4.10 Adozione di sistemi di irrigazione ad alta efficienza... 147 13.4.11 Disciplina concernente l utilizzazione dell acqua invasata a scopi idroelettrici per fronteggiare situazioni di emergenza idrica... 148 13.4.12 Misure di tutela delle risorse idriche a specifica destinazione... 148 14 Misure per la protezione delle acque potabili (art. 11.3.d della DQA)... 149 14.1 Cosa prevede la direttiva... 149 14.2 Riferimenti normativi e stato di attuazione della misura... 149 14.2.1 Misure di indirizzo generale... 149 14.2.2 Misure di indirizzo speciale per la prevenzione dell inquinamento da nitrati e pesticidi... 150 14.2.3 Modalità di attuazione della misura a livello regionale/locale... 151 14.2.4 Studi ed approfondimenti sulla tutela delle acque potabili... 155 14.2.5 Misure per la tutela delle aree di salvaguardia nell ambito della programmazione di sviluppo rurale 2007-2013... 156 Volume 8 Programma delle misure - Pag. 5

14.3 Misure da attuare nel secondo ciclo di pianificazione... 157 14.3.1 Individuazione e delimitazione delle aree di salvaguardia e definizione della relativa disciplina... 157 14.3.2 Misure specifiche per la tutela dell acqua potabile rispetto all uso dei prodotti fitosanitari e dei relativi rischi... 158 15 Misure di controllo del prelievo di acque superficiali e sotterranee (art. 11.3.e della DQA) 159 15.1 Cosa prevede la direttiva... 159 15.2 Quadro ricognitivo delle misure già attuate... 159 15.2.1 Disciplina per il rilascio delle concessioni di derivazione d acqua... 159 15.2.2 Obblighi vigenti in materia di misurazione dei consumi idrici e delle modalità di attuazione a livello regionale/locale... 167 15.2.3 Ulteriori iniziative per il controllo e la conoscenza dei prelievi irrigui: il progetto SIGRIA e il sistema IRRIFRAME... 168 15.2.4 Linee guida per la regolamentazione, da parte delle regioni, delle modalità di quantificazione dei volumi idrici ad uso irriguo.. 168 15.2.5 Catasto degli arginamenti... 169 15.3 Misure da attuare nel secondo ciclo di pianificazione... 170 15.3.1 Applicazione dell obbligo di misura dei prelievi... 170 15.3.2 Costituzione della banca dati delle utilizzazioni in atto alla scala territoriale distrettuale... 171 15.3.3 Implementazione della banca dati delle pressioni idromorfologiche e degli arginamenti sulla base di criteri coordinati a scala distrettuale... 171 15.3.4 Regolamentazione, a scala regionale, delle modalità di quantificazione dei volumi idrici ad uso irriguo... 172 16 Misure di controllo del ravvenamento artificiale dei corpi idrici sotterranei (art. 11.3.f della DQA)... 173 16.1 Cosa prevede la direttiva... 173 16.2 Inquadramento normativo... 173 16.3 Quadro ricognitivo delle misure già in atto... 173 16.3.1 Il Progetto TRUST... 174 16.3.2 Il Progetto AQUOR... 174 16.3.3 Il Progetto MARSOL... 175 16.4 Misure da attuare nel secondo ciclo di pianificazione... 176 16.4.1 Individuazione dei criteri per il ravvenamento o accrescimento artificiale dei corpi sotterranei... 176 17 Misure di regolamentazione e controllo degli scarichi da fonti puntuali (art. 11.3.g della DQA)... 177 17.1 Cosa prevede la direttiva... 177 17.2 Quadro ricognitivo delle misure già attuate... 177 17.2.1 Disciplina degli scarichi di rilievo nazionale... 177 17.2.2 Disciplina degli scarichi di rilievo locale... 180 17.2.3 La disciplina speciale per Venezia... 185 17.2.4 Cenni alla disciplina per la gestione dei rifiuti... 189 17.2.5 Cenni alla disciplina della bonifica dei siti inquinati... 190 17.2.6 Disciplina delle attività di acquacoltura e piscicoltura... 192 17.2.7 Disciplina degli scarichi di acque reflue termali... 192 17.2.8 Disciplina delle restituzioni delle acque utilizzate per scambio termico... 193 Volume 8 Programma delle misure - Pag. 6

17.3 Misure da attuare nel secondo ciclo di pianificazione... 194 17.3.1 Misure per il contenimento dell impatto ambientale delle attività di acquacoltura e pescicoltura... 194 17.3.2 Disciplina degli scarichi industriali e degli scarichi di acque reflue termali... 194 17.3.3 Attività di controllo sugli scarichi, secondo la legislazione vigente... 194 17.3.4 Attività di controllo e di bonifica dei siti contaminati, secondo le procedure previste dal parte IV, Titolo V, del D.Lgs. 152/2006... 194 18 Misure di regolamentazione e controllo delle fonti diffuse di origine agricola (art. 11.3.h della DQA)... 195 18.1 Cosa prevede la direttiva... 195 18.2 Inquadramento normativo e stato di attuazione delle misure... 196 18.2.1 Disciplina delle attività di utilizzazione agronomica nelle zone ordinarie... 196 18.2.2 Il Piano nazionale per l uso sostenibile dei prodotti fitosanitari e prime misure applicative... 201 18.3 Misure da attuare nel secondo ciclo di pianificazione... 205 18.3.1 Applicazione degli impegni in materia di condizionalità... 205 18.3.2 Misure di prevenzione dell inquinamento da prodotti fitosanitari... 207 18.3.3 Misure di attuazione del Piano d azione nazionale riferite all ambiete acquatico... 211 18.3.4 Monitoraggio delle sostanze attive fitosanitarie nelle acque superficiali e sotterranee... 213 19 Misure di regolamentazione e controllo delle fonti diffuse da dilavamento urbano (art. 11.3.h della DQA)... 215 19.1 Inquadramento normativo e stato di attuazione delle misure... 215 19.1.1 Provincia Autonoma di Trento... 215 19.1.2 Provincia Autonoma di Bolzano... 215 19.1.3 Regione Veneto... 216 19.1.4 Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia... 217 19.2 Misure da attuare nel secondo ciclo di pianificazione... 218 19.2.1 Interventi strutturali... 218 19.2.2 Interventi non strutturali... 218 20 Misure per garantire condizioni idromorfologiche favorevoli al raggiungimento dello stato o potenziale ecologico prescritto (art. 11.3.i della DQA)... 219 20.1 Cosa prevede la direttiva... 219 20.2 Inquadramento normativo... 219 20.3 Quadro ricognitivo delle misure già in atto... 220 20.3.1 Disciplina del demanio idrico... 221 20.3.2 Disciplina del deflusso minimo vitale... 229 20.3.3 Misure di tutela idromorfologica degli ambiti fluviali... 235 20.3.4 Misure di tutela idromorfologica degli ambiti lacustri... 239 20.3.5 Misure di tutela dell assetto morfologico della Laguna di Venezia... 240 20.3.6 Misure di tutela dell assetto morfologico della Laguna di Marano e Grado... 247 20.3.7 Misure per la gestione sostenibile degli invasi artificiali... 247 20.3.8 Misure di tutela della continuità idrobiologica dei corpi idrici superficiali... 249 Volume 8 Programma delle misure - Pag. 7

20.3.9 Disciplina generale dei prelievi finalizzata al non deterioramento dello stato ecologico dei corpi idrici superficiali... 249 20.3.10 Disciplina speciale delle derivazioni idroelettriche finalizzata al non deterioramento dei corpi idrici superficiali... 250 20.3.11 Linee guida per il monitoraggio dei prelievi idroelettrici... 256 20.4 Misure da attuare nel secondo ciclo di pianificazione... 257 20.4.1 Disciplina del deflusso minimo vitale... 257 20.4.2 Disciplina delle fasce fluviali, lacuali e delle aree di pertinenza... 257 20.4.3 Disciplina di gestione degli invasi artificiali... 257 20.4.4 Disciplina generale dei prelievi finalizzata al non deterioramento dei corpi idrici... 257 20.4.5 Misure di tutela dei corpi idrici in relazione ai prelievi per l uso idroelettrico... 258 20.4.6 Linee guida per la manutenzione fluvio-torrentizia... 263 20.4.7 Misure di tutela dell assetto morfologico della Laguna di Venezia... 264 20.4.8 Misure specifiche per il fiume Isonzo... 264 20.4.9 Designazione dei corpi idrici fortemente modificati e del corrispondente potenziale ecologico... 264 21 Divieto di scarico diretto di inquinanti nelle acque sotterranee (art. 11.3.j della DQA)... 266 21.1 Cosa chiede la direttiva quadro acque... 266 21.2 Inquadramento normativo e stato di fatto... 266 22 Misure finalizzate ad eliminare l inquinamento di acque superficiali da parte delle sostanze prioritarie e per ridurre progressivamente l inquinamento da altre sostanze (art. 11.3.k della DQA)... 268 22.1 Cosa prevede la direttiva... 268 22.2 Inquadramento normativo statale e locale... 268 22.3 Iniziative intraprese a livello locale... 269 22.3.1 Iniziative intraprese dalla Provincia Autonoma di Bolzano... 269 22.3.2 Iniziative intraprese dalla Regione Veneto nell ambito del Piano di tutela delle acque... 270 22.3.3 L Accordo di Programma Quadro sul bacino del Fratta-Gorzone... 270 22.3.4 Interventi di salvaguardia di Venezia e della sua laguna nella zona di Porto Marghera... 271 22.3.5 Iniziative previste dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia nell ambito del progetto di Piano di tutela delle acque... 272 22.3.6 Primo inventario dei rilasci da fonte diffusa, degli scarichi e delle perdite da sostanze pericolose... 272 22.4 Misure proposte nel secondo ciclo di pianificazione... 274 22.4.1 Monitoraggio delle acque superficiali finalizzato alla classificazione dello stato chimico (art. 78, comma 2)... 274 22.4.2 Analisi di tendenza a lungo termine delle sostanze che tendono ad accumularsi nei sedimenti e nel biota... 274 22.4.3 Monitoraggio di sorveglianza finalizzato dei siti interessati da diffusa attività antropica... 274 22.4.4 Monitoraggio delle sostanze presenti nell elenco di controllo di cui alla decisione 2015/495... 274 22.4.5 Monitoraggio delle acque sotterranee finalizzato alla classificazione dello stato chimico... 274 22.4.6 Individuazione delle tendenze significative e durature all aumento delle concentrazioni di inquinanti nelle acque sotterranee... 275 22.4.7 Aggiornamento dell inventario dei rilasci da fonte diffusa, degli scarichi e delle perdite delle sostanze prioritarie e delle sostanze pericolose prioritarie... 275 22.4.8 Misure speciali per l ambito lagunare di Venezia... 275 23 Misure per evitare perdite significative dagli impianti tecnici e per evitare e/o ridurre l impatto degli episodi di inquinamento accidentale (art. 11.3.l della DQA)... 277 Volume 8 Programma delle misure - Pag. 8

23.1 Cosa prevede la direttiva... 277 23.2 Inquadramento normativo statale e locale... 277 23.2.1 Disciplina degli interventi di bonifica e di ripristino ambientale dei siti inquinati... 277 23.2.2 Misure per la disciplina ed il controllo dei depositi di sostanze inquinanti... 277 23.2.3 Piano operativo di pronto intevento per la difesa del mare e delle zone costiere dagli inquinamenti accidentali da idrocarburi e da altre sostanze nocive... 278 23.3 Misure proposte nel secondo ciclo di pianificazione... 279 23.3.1 Misure di coordinamento prevenzione e preparazione rispetto al rischio di alluvione... 279 23.3.2 Misure per l ambito lagunare di Venezia... 280 24 Misure supplementari... 281 24.1 La PAC e l integrazione con le misure del Piano di gestione, con particolare riguardo alla Programmazione regionale di sviluppo rurale... 281 24.1.1 Integrazione delle misure con il I pilastro... 281 24.1.2 Integrazione delle misure supplementari con il II Pilastro (PSR)... 281 24.2 Accordi negoziati in materia ambientale: i contratti di fiume e di foce... 292 24.2.1 Contratto di fiume Adige-Euganeo... 293 24.2.2 Contratto di fiume per il Marzenego... 293 24.2.3 Contratto di fiume del Meolo Vallio Musestre... 294 24.2.4 Contratto di fiume del Basso Piave... 294 24.2.5 Contratto di foce del Delta del Po... 295 24.2.6 Contratto di fiume dell Alto bacino del fiume Piave... 295 24.2.7 Piani integrati di bacino le esperienze della Ripartizione Opere idrauliche della Provincia Autonoma di Bolzano Alto Adige 295 24.3 Progetti educativi e studi... 298 24.3.1 Iniziative avviate dalla Regione Friuli Venezia Giulia... 298 24.3.2 Individuazione di approcci preliminari per l applicazione sperimentale di indicatori di qualità biologica e idromorfologica dei corpi idrici 299 Volume 8 Programma delle misure - Pag. 9

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1 Introduzione al Programma delle misure Il programma delle misure rappresenta l insieme delle azioni di carattere strutturale (opere) e non strutturale (norme e regolamenti) che devono essere messe in atto per il perseguimento degli obiettivi di qualità ambientale dei corpi idrici. In tal senso il programma delle misure deve tenere conto, al tempo stesso, dell attuale stato dei corpi idrici e degli impatti che le attività umane (i cosiddetti determinanti ) esercitano su tale stato, attraverso le pressioni. Il legislatore comunitario ammette che tali programmi di misure possano fare riferimento a misure derivanti dalla legislazione adottata a livello nazionale e applicabili all interno territorio di uno Stato membro. In base a quanto disposto dall art. 11 della direttiva quadro acque, ciascun programma di misure annovera le cosiddette misure di base e, ove necessario, le misure supplementari. Le misure di base rappresentano i requisiti minimi del programma. Concorrono a formare le misure di base: - le azioni già previste per attuare la normativa comunitaria in materia di protezione delle acque - ulteriori azioni volte alla tutela quali-quantitativa della risorsa idrica, come previste e declinate nella stessa direttiva quadro acque al comma 3, dai punti b) ad l). 1.1 Le misure di base Fanno pertanto parte del primo gruppo di misure di base: - le misure richieste dalla direttiva 76/160/CEE sulle acque di balneazione (tale direttiva, in realtà, è stata abrogata e sostituita dalla direttiva 2006/7/CE) - le misure richieste dalla direttiva 79/409/CEE sugli uccelli selvatici (anche tale direttiva è stata abrogata e sostituita dalla direttiva 2009/147/CE - le misure richieste dalla direttiva 80/778/CEE sulle acque destinate al consumo umano, modificata dalla direttiva 98/83/CE - le misure richieste dalla direttiva 96/82/CE sugli incidenti rilevanti (anche tale direttiva ha subito successive modifiche; l aggiornamento più recente, la cosiddetta direttiva Seveso III, è dato dalla direttiva 2012/18/UE); - le misure richieste dalla direttiva 85/337/CEE sulla valutazione di impatto ambientale (anche questa materia ha subito in realtà una lunga evoluzione che si è concretizzata in numerose direttive successive; la più recente è la direttiva 2014/52/UE); - le misure richieste dalla direttiva 86/278/CEE sulla protezione dell ambiente nell utilizzazione dei fanghi di depurazione; - le misure richieste dalla direttiva 91/271/CEE sul trattamento delle acque reflue urbane; - le misure richieste dalla direttiva 91/414/CEE sui prodotti fitosanitari; - le misure richieste dalla direttiva 91/676/CEE sui nitrati; - le misure richieste dalla direttiva 92/43/CEE sugli habitat - le misure richieste dalla direttiva 96/61/CE sulla prevenzione e la riduzione integrate dell inquinamento. 1.2 Le altre misure di base Fanno invece parte del secondo gruppo di misure le seguenti azioni: - le misure ritenute appropriate ai fini dell applicazione del principio del recupero dei costi relativi ai servizi idrici, sancito dall articolo 9 della direttiva; - le misure volte a garantire un impiego efficiente e sostenibile dell acqua, per non compromettere la realizzazione degli obbiettivi di qualità ambientale dei corpi idrici; Volume 8 Programma delle misure - Pag. 11

- le misure per la protezione delle acque utilizzate per l estrazione di acqua potabile, al fine di ridurre il livello della depurazione necessaria per la produzione di acqua potabile; - le misure di controllo dell estrazione delle acque dolci superficiali e sotterranee e dell arginamento delle acque dolci superficiali, compresi la compilazione di uno o più registri delle estrazioni e l obbligo di un autorizzazione preventiva per l estrazione e l arginamento; - le misure di controllo, compreso l obbligo di ottenere un autorizzazione preventiva per il ravvenamento o l accrescimento artificiale dei corpi sotterranei; - per gli scarichi da origini puntuali che possono provocare inquinamento, l obbligo di una disciplina preventiva, come il divieto di introdurre inquinanti nell acqua, o un obbligo di autorizzazione preventiva o di registrazione in base a norme generali e vincolanti, che stabiliscono controlli delle emissioni per gli inquinanti in questione; - per le fonti diffuse che possono provocare inquinamento, misure atte a impedire o controllare l immissione di inquinanti. Le misure di controllo possono consistere in un obbligo di disciplina preventiva, come il divieto di introdurre inquinanti nell acqua, o in un obbligo di autorizzazione preventiva o di registrazione in base a norme generali e vincolanti, qualora tale obbligo non sia altrimenti previsto dalla normativa comunitaria; - le misure volte a garantire che le condizioni idromorfologiche del corpo idrico permettano di raggiungere lo stato ecologico prescritto o un buon potenziale ecologico per i corpi idrici designati come artificiali o fortemente modificati. Le misure di controllo possono consistere in un obbligo di autorizzazione preventiva o di registrazione in base a norme generali e vincolanti, qualora un tale obbligo non sia altrimenti previsto dalla normativa comunitaria; - il divieto di scarico diretto di inquinanti nelle acque sotterranee, fatte alcune eccezioni; - le misure per eliminare l inquinamento di acque superficiali da parte delle sostanze prioritarie, e per ridurre progressivamente l inquinamento da altre sostanze che altrimenti impedirebbe agli Stati membri di conseguire gli obiettivi di qualità ambientale per i corpi idrici superficiali; - ogni misura necessaria al fine di evitare perdite significative di inquinanti dagli impianti tecnici e per evitare e/o ridurre l impatto degli episodi di inquinamento accidentale, ad esempio dovuti ad inondazioni, anche mediante sistemi per rilevare o dare l allarme al verificarsi di tali eventi, comprese tutte le misure atte a ridurre il rischio per gli ecosistemi acquatici, in caso di incidenti che non avrebbero potuto essere ragionevolmente previsti. 1.3 Le misure supplementari Nell ultimo gruppo di misure, le misure supplementari, il legislatore comunitario intende annoverare i provvedimenti studiati e messi in atto a complemento delle misure di base, per il conseguimento degli obiettivi di qualità ambientale dei corpi idrici superficiali e sotterranei. L allegato VI, parte B, della direttiva presenta un elenco, ancorchè non esaustivo di tali misure supplementari. i) provvedimenti legislativi ii) provvedimenti amministrativi iii) strumenti economici o fiscali iv) accordi negoziati in materia ambientale v) riduzione delle emissioni vi) codici di buona prassi vii) ricostituzione e ripristino delle zone umide viii) riduzione delle estrazioni ix) misure di gestione della domanda, tra le quali la promozione di una produzione agricola adeguata alla situazione, ad esempio raccolti a basso fabbisogno idrico nelle zone colpite da siccità x) misure tese a favorire l efficienza e il riutilizzo, tra le quali l incentivazione delle tecnologie efficienti dal punto di vista idrico nell industria e tecniche di irrigazione a basso consumo idrico Volume 8 Programma delle misure - Pag. 12

xi) progetti di costruzione xii) impianti di desalinizzazione xiii) progetti di ripristino xiv) ravvenamento artificiale delle falde acquifere xv) progetti educativi xvi) progetti di ricerca, sviluppo e dimostrazione xvii) altre misure opportune 1.4 Il Piano di azione agricoltura Un cenno particolare merita il cosiddetto Piano di azione agricoltura - Indirizzi strategici per la definizione ed attuazione del programma delle misure relative al settore agricolo nel secondo ciclo dei piani di gestione. Si tratta di un documento di indirizzo strategico che la Commissione Europea ha richiesto all Italia di predisporre per descrivere le misure di base e supplementari che saranno attuate nel secondo ciclo di pianificazione relativamente al settore agricolo. Il piano di azione rappresenta pertanto una linea guida strategica e una tabella di marcia per assicurare la piena attuazione delle misure di base e, ove necessario, l attuazione di misure supplementari nel secondo ciclo di pianificazione della Direttiva Quadro Acque (DQA) allo scopo di: affrontare adeguatamente gli impatti del settore agricolo e i relativi rischi (disegnare puntualmente le misure); individuare i possibili canali di finanziamento per la loro attuazione e criteri/indirizzi omogenei per la stima economica/finanziaria delle misure; migliorare il coordinamento Agricoltura-Ambiente in fase di programmazione PAC 2014-2020 per assicurare che siano adeguatamente considerati e utilizzati gli strumenti offerti per misure che possono contribuire alla tutela delle risorse idriche e al raggiungimento degli obiettivi di qualità dei corpi idrici e di tutela della biodiversità, sia nell ambito del primo pilastro (condizionalità, greening), sia del secondo pilastro (Piani di sviluppo rurale); rafforzare il coinvolgimento del settore agricolo nella fase di pianificazione dei piani di gestione distrettuale. Il piano di azione è stato predisposto in collaborazione dal Ministero dell Ambiente, dal Ministero delle Politiche Agricole, dalle Regioni e dalle Autorità di bacino incaricate del coordinamento delle attività per la predisposizione dei piani di gestione 2015 negli otto distretti idrografici individuati sul territorio nazionale. La concomitanza, nel periodo 2013-2015, delle attività relative alla pianificazione in materia di acque (secondo ciclo dei piani di gestione da pubblicare entro il 2015) e della pianificazione dei fondi di coesione e della politica agricola comunitaria per il periodo 2014-2020 offre un importante opportunità per sviluppare le sinergie tra i diversi livelli di pianificazione, nel rispetto delle competenze assegnate per i diversi ambiti. 1.5 Approccio metodologico per la costruzione del programma delle misure La redazione del Programma delle misure che costituirà parte integrante del primo aggiornamento del Piano di gestione (ciclo di pianificazione 2015-2021) costituisce esito di un percorso iniziato nei primi mesi del 2013 e che ha avuto quale primo stadio la revisione del quadro conoscitivo delle caratteristiche del distretto, ed in particolare l attualizzazione del quadro delle pressioni antropiche presenti, degli conseguenti impatti sull assetto qualiquantitativo della risorsa idrica, dello stato ambientale dei corpi idrici che fanno parte del territorio distrettuale. Una volta individuate, attraverso tale fase, cause e carenze di stato ambientale di ciascun corpo idrico, l elaborazione del Programma delle misure previsto dalla Direttiva Quadro Acque consente di fissare le azioni concrete (ma non necessariamente strutturali) con le quali si prevede di colmare tali carenze ed assicurare il raggiungimento degli obiettivi ambientali contestualmente stabiliti. Volume 8 Programma delle misure - Pag. 13

La definizione del quadro delle misure richiede pertanto la raccolta e l elaborazione, attraverso il contributo dellee Amministrazioni competenti, di un corposo set di informazioni relativo agli interventi che si intendono attuare, alle loro caratteristiche di costo, efficacia e capacità di mitigazione delle pressioni ambientali che le misure stessee sono orientate a mitigare. Allo scopo di raccogliere in manieraa rapida e organica la base informativa in questione, è stato progettato un apposito database accessibile via web, destinato a costituire lo strumento di riferimento per la raccolta e l estrazione dei dati utili. Il database delle misure è costruito secondo una logica coerente con l approccio sottesoo dallo schema DPSIR: le informazioni sono organizzate con riferimento ai corpi idrici e alle pressioni che vi insistono, rispetto alle quali sono organizzate tutte le informazioni relative alle misure di mitigazione previste. Il database si compone sostanzialmente di due parti, tra loro in relazione: Una prima struttura, detta banca dati Corpi idrici, che riassume e collega le informazioni cardine relativee ai corpi idrici affetti da pressioni significative, e dunque a rischio di non raggiungimento dell obiettivo di buonoo stato al 2021. In particolare, tale struttura contiene le seguenti informazioni: - Stato conoscitivo sui corpi idrici: il database riassume gli esiti della caratterizzazione e classificazione - debitamente aggiornate sulla base delle informazionii rese dalle amministrazioni competenti - dei corpi idrici; - Pressioni significative: per ciascun corpoo idrico sonoo rappresentati i risultati dell analisi delle pressioni e degli impatti ed è prevista l indicazione, per ciascunaa pressione, delle misure di mitigazione previste per la singola pressione. - Mitigabilità delle pressioni: per ciascun corpo idrico affetto da pressioni significative, è previsto uno spazio per la memorizzazione di un giudizio di mitigabilità, ovvero un giudizio sul grado e le tempistiche con cui si prevede la mitigazione delle pressioni significative complessivamente individuate sul corpo idrico, o eventualmente la previsione di non mitigabilità di una o più pressioni presenti. - Obiettivi ed eventuali esenzioni: in stretta relazione con la mitigabilità delle pressioni, nella banca dati sono inseribili gli obiettivi ambientali fissati per ogni singolo corpo idrico. Si tratta del punto di arrivo dell analisi alla base del Piano, poichè integra tutte le informazioni raccolte (pressioni, stato, misure) traducendole in obiettivi ambientali a scala di corpo idrico. Una seconda struttura, detta Anagrafica Misure, che richiede il maggior sforzo di compilazione, dal momento che raccoglie le informazioni di dettaglio sulle misure di mitigazione. Tali informazioni i riguardano la natura, la copertura geografica, le tempistiche di attuazione delle singole misure, nonché il costo e l efficacia delle stesse. L architettura del database, sopra descritta, è schematicamente rappresentata in Figura 1. Figura 1 - Struttura schematica del web-database per la raccolta dei dati finalizzati alla redazione del Programma delle misure Volume 8 Programma delle misure - Pag. 14

Nell ambito dei numerosi incontri con le Amministrazioni competenti (in primo luogo Regioni e Province Autonome) è stata sottolineata l importanza di mantenere l aderenza con l approccio DPSIR e quella che a livello comunitario è definito il filo logico, o storyline, della Direttiva, che raccorda pressioni, misure, mitigabilità e obiettivi ai corpi idrici, secondo un percorso logico e consequenziale. Nel mantenere tale filo logico, la scelta delle misure di mitigazione e il successivo giudizio rispetto a mitigabilità delle pressioni e obiettivi raggiungibili è tuttavia oggettivamente ostacolata da una serie di difficoltà, riconducibili alle questioni di seguito riassunte: Incertezze relative al finanziamento delle misure. La numerosità, la complessa articolazione e le tempistiche dei piani, programmi e strumenti finanziari che forniscono le risorse economiche destinate a finanziare le misure di mitigazione, rendono spesso non conoscibile, o conoscibile solo con scarso anticipo, la realizzabilità effettiva delle singole misure. Non è quindi possibile raccogliere in tempo utile per la redazione del progetto di Piano un quadro definito sulle misure che verranno effettivamente attuate. Questo si riflette inevitabilmente sul percorso di valutazione sopra descritto, poiché impedisce di stimare mitigabilità e obiettivi. Necessità di valutazioni costo-efficacia approfondite. L analisi delle pressioni e degli impatti a scala distrettuale ha messo in evidenza la presenza, specie in pianura, di corpi idrici affetti da una molteplicità di pressioni di varia natura, che agiscono simultaneamente, attraverso meccanismi non sempre chiari e prevedibili, compromettendo lo stato del corpo idrico e/o mettendo a rischio l obiettivo del buono stato. In tali situazioni sono spesso configurabili più tipologie di misure e non è facilmente individuabili priorità di azione. Pertanto, la scelta di un set di misure finalizzate al corpo idrico è un procedimento non immediato, che richiede approfondite valutazioni costo-efficacia e la conoscenza delle risorse disponibili. Per i motivi sopra esposti, e tenendo conto delle tempistiche previste per l aggiornamento del piano di gestione, si è stabilito, d intesa con le Regioni e le Province Autonome, di articolare in due fasi distinte il processo di revisione/integrazione del Programma delle misure e degli obiettivi ambientali a scala di corpo idrico (Figura 2). Prima fase Seconda fase Compilazione WebDatabase Definizione preliminare delle misure di mitigazione Definizione definitiva delle misure di mitigazione Elaborazione del progetto di Piano Consultazione Elaborazione del Piano di gestione ottobre 2014 dicembre 2014 Progetto di piano giugno 2015 dicembre 2015 Piano di gestione e Programma delle misure Figura 2 - Schema della procedura in due fasi per la compilazione del Programma delle misure del nuovo Piano di gestione. La prima fase è stata finalizzata alla definizione di un Programma preliminare. Volume 8 Programma delle misure - Pag. 15

In questa prima fase è stato comunque chiesto alle Amministrazioni competenti, nell azione di prima individuazione delle misure, di valutare la conseguente mitigabilità dei corpi idrici ai quali tali misure sono rivolte, evidenziando, eventualmente, la necessità di deroghe o proroghe al raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale determinati da oggettive considerazioni di fattibilità tecnica ovvero di condizioni naturali. In tale fase le Amministrazioni competenti (con la sola eccezione della Regione Veneto) hanno provveduto a selezionare le misure potenziali, a caratterizzarle negli elementi fondamentali (ciclo di attuazione, soggetto attuatore, costo, eventuali finanziamenti previsti) ed a collegarle alle pressioni significative individuate a scala di corpo idrico. In questa fase si è ritenuta ancora non matura l individuazione dell eventuale regime di esenzioni (deroghe e proroghe al raggiungimento degli obiettivi ambientali) da applicare ai singoli corpi idrici a rischio. Nella seconda fase, sviluppata nel corso del 2015, il Programma preliminare si è trasotto in un Programma definitivo, attraverso l integrazione delle azioni e linee di intervento ad oggi non ancora individuate e la considerazione di tutti gli aspetti che concorrono a formare il processo decisionale, inclusi quelli riferibili alla sostenibilità economica e sociale (tale valutazioni dovrebbero tradursi, nelle intenzioni del legislatore comunitario, nella valutazione dei cosiddetti costi sproporzionati ). La considerazioni di tutti questi aspetti costituiscono altresì presupposto per la definizione degli obiettivi dei corpi idrici a rischio, inclusa l individuazione, debitamente motivata, delle eventuali esenzioni. La consultazione pubblica, prevista a norma dell art. 14 della direttiva quadro acque, ed il confronto con le Amministrazioni competenti (in primo luogo Regioni e Province Autonome) hanno rappresentato il luogo privilegiato all interno del quale sono stati sviluppati sviluppati tali processi valutativi. 1.6 Misure generali e misure individuali La relazione che segue ripercorre l articolazione delle tipologie di misure individuate e descritte dall articolo 11, comma 3, della direttiva quadro acque. Per ogni tipologia di misura si è ritenuto di fornire anzitutto il quadro normativo di riferimento, di norma contestualizzato al livello statale ed in qualche caso al livello regionale e sub-regionale. Ampio spazio è dedicato al cosiddetto stato di fatto, cioè alla descrizione delle numerose iniziative, soprattutto di carattere normativo e regolamentare, che le diverse Amministrazioni già hanno intrapreso negli anni per dare concreta attuazione alle singole misure previste. Per dare attuazione alle specifiche sollecitazioni della Commissione Europea le misure propriamente possono essere misure generali o misure individuali. Le misure individuali, in buona parte di carattere strutturale (opere), costituiscono risposte specifiche, perciò rese a scala di corpo idrico, rispetto a pressioni e impatti individuati nell analisi condotta nella fase di elaborazione del piano e di cui si è data ampia descrizione nel Volume 3. Le misure generali costituiscono invece, tendenzialmente, azioni di carattere non strutturale: possono essere associate a singoli corpi idrici qualora riconosciute funzionali alla mitigazione delle pressioni riscontrate ma possono anche essere da questi decontestualizzati. L Allegato 8/A riporta l inventario delle misure, elaborato in base alle informazioni rese dalle Amministrazioni competenti; tale inventario si intende comprensivo delle misure generali e delle misure individuali. L Allegato 8/B, coerentemente allo schema concettuale DPSIR, lega insieme le pressioni individuate a livello di corpo idrico e le corrispondenti risposte in termini di misure di mitigazione (siano essere misure puntuali o misure generali). L Allegato 8/C propone infine un quadro ricognitivo dello stato di attuazione della normativa delle acque, elaborata a scala nazionale e locale, collegandola, per le iniziative non ancora attuate, con il codice misura prevista nell ambito del secondo ciclo di pianificazione. Rimane inteso che concorrono a formare il programma delle misure, ancorchè non espressamente citate nella presente relazione tutte le misure indicate nell Allegato 8/A. Volume 8 Programma delle misure - Pag. 16