LA VITE N 4 del 7 giugno 2016 Fase fenologica L andamento vegetativo risulta ritardato di circa 5-7 giorni rispetto alla passata stagione: nella maggior parte dei vigneti ci si trova nella fase fenologica tra bottoni fiorali separati - inizio fioritura (fasi 57 61 della scala BBCH) nelle zone più tardive e fioritura inizio allegagione (fasi 65 71 della scala BBCH) nelle zone e per le varietà più precoci. I giallumi della vite ed i loro vettori Parlando di giallumi della vite si intendono alcune malattie causate da fitoplasmi, microrganismi unicellulari senza parete considerati una forma intermedia tra i virus ed i batteri in grado di sopravvivere solo all interno delle piante (solitamente nel floema, cioè nei vasi che trasportano la linfa elaborata) o negli insetti che fungono da loro vettore. Queste patologie sono essenzialmente due: il Legno Nero, causato dall agente patogeno Candidatus Phytoplasma solani e trasmesso dalla cicalina Hyalesthes obsoletus Signoret, un rincote omottero auchenorrinco della famiglia dei Cixiidae molto polifago e che si trova solo occasionale sulla vite, che non rappresenta per l insetto né una pianta ospite né una pianta con funzioni alimentari (solitamente questa cicalina vive su altre specie erbacee spontanee presenti nel vigneto o nelle sue vicinanze, tra cui soprattutto convolvolo e ortica); la Flavescenza Dorata, provocata dal fitoplasma Candidatus Phytoplasma vitis e diffusa dalla cicalina Scaphoideus titanus Ball., specie strettamente ampelofaga che, pur avendo una sola generazione all anno, può acquisire il fitoplasma della FD già negli stadi giovanili (mese di giugno) e può trasmetterlo a tutte le piante di vite che visita nel corso della sua vita (fino ai primi di ottobre). Allo stato attuale delle conoscenze, questo è l unico insetto accertato in grado di trasmettere il fitoplasma. Tra queste due malattie, che hanno una sintomatologia molto simile e quindi indistinguibili senza idonee tecniche diagnostiche (per maggiori dettagli si rimanda al Bollettino Regionale VITE
n.4/2015), la più pericolosa è sicuramente la Flavescenza Dorata, per la sua capacità di diffondersi molto velocemente grazie alla elevata efficienza di trasmissione che le garantisce il suo vettore. Variabilità di espressione dei sintomi di giallumi osservabile su vitigni diversi Difesa dalla Flavescenza dorata Dal momento che non esistono principi attivi efficaci nel controllo di virus e fitoplasmi, la difesa da questi patogeni (e quindi anche contro FD) è esclusivamente di tipo preventivo e si basa essenzialmente sull impiego di materiale di propagazione sano, sulla distruzione delle piante risultate infette e sul controllo chimico dell insetto vettore. Si ricorda che, vista l elevata pericolosità della malattia, è stato emanato ed è ancora pienamente in vigore il D.M. del 31 maggio del 2000 Misure per la lotta obbligatoria contro la flavescenza dorata della vite", recepito da Regione Lombardia con la D.g.r. 03/08/2000 n. 904 Modalità di applicazione nella Regione Lombardia del decreto ministeriale per le Politiche Agricole e Forestali del 31.05.2000 inerente Misure per la lotta obbligatoria contro la Flavescenza Dorata della vite (http://www.regione.lombardia.it/shared/ccurl/412/255/al_20090412_dgr904-00_agr_ms.pdf), a cui si rimanda per la visione completa di quanto prescritto. In questa sede ricordiamo solo che, ai sensi del decreto, tutto il territorio della regione è considerato zona di insediamento per Flavescenza dorata, ad eccezione di gran parte della provincia di Sondrio che è invece ancora zona indenne e di alcuni comuni della stessa provincia, che sono classificati come zona focolaio. Tra gli interventi previsti, oltre all estirpo delle piante sintomatiche (obbligatorio nelle zone definite focolaio e consigliato per ridurre l inoculo del fitoplasma nelle altre zone) e dei vigneti in stato di abbandono (per l eventuale segnalazione degli stessi è stata approvata un apposita procedura, visionabile al seguente link: http://www.ersaf.lombardia.it/servizi/gestionedocumentale/ricerca_fase03.aspx?id=18097), sono indispensabili ed obbligatori i trattamenti insetticidi per il contenimento dell insetto vettore. Il
numero ed il momento di tali interventi insetticidi, stabilito annualmente e differenziato per le diverse aree viticole sulla base dei monitoraggi delle popolazioni di S. titanus, della sua fase di sviluppo nell anno corrente e sulla diffusione locale di FD, viene indicato tramite apposito comunicato pubblicato sulla pagina del Servizio Fitosanitario Regionale sul portale internet della D.G Agricoltura. Anche in questo caso, per un corretto impiego dei formulati insetticidi è necessario conoscerne le caratteristiche e le modalità di azione, sia per sfruttarne al massimo le potenzialità che per evitare eventuali rischi di resistenza nei confronti degli stessi. La tabella sottostante riporta i principi attivi impiegabili per il controllo di S. titanus inseriti nel Disciplinare regionale di Difesa Integrata. Sostanza attiva Classificazione in base alla modalità di azione (MoA) giovani Efficacia adulti persistenza Buprofezin 16 +++ - +++ Indoxacarb 22A -/++ +/++ + Caratteristiche Inibitore della biosintesi della chitina. Da applicare quando la popolazione è costituita prevalentemente da giovani di 1-3 età Ossadiazina, agisce prevalentemente per ingestione e contatto. Indicazioni contrastanti sull efficacia Clorpiriphos etile +++ +++ ++ 1B Clorpiriphos metile +++ +++ + Organofosforici, efficaci anche contro gli adulti. Poco selettivi Thiametoxam Acetamiprid 4A +++ +++ ++ Neonicotinoide, sistemico, agisce per ingestione e per contatto. ATTENZIONE: altamente tossico per le api, fare attenzione ad eventuali erbe fiorite nel vigneto Neonicotinoide, sistemico, agisce per ingestione e per contatto. Meno tossico del precedente per gli impollinatori Fonte: modificato da Quaderno Arsia 3/2005 Nella scelta degli insetticidi da inserire nei programmi di difesa integrata è importante considerare alcuni aspetti: l impiego eccessivo di prodotti poco selettivi può disturbare eccessivamente i nemici naturali dei parassiti, con conseguente comparsa di infestazioni dannose (es. ragno rosso);
è bene alternare il più possibile i principi attivi sulla base della loro modalità d azione (MoA), per ridurre i rischi di resistenza; i principi attivi devono essere posizionati in modo da esaltarne l efficacia. Tenendo conto di quanto detto, nonché di quanto prescritto dal decreto di lotta obbligatoria, la strategia per il controllo di S. titanus potrebbe essere la seguente: nei comuni vitati dove sono obbligatori due trattamenti, il primo deve essere mirato sulle prime forme giovanili ed effettuato preferibilmente con buprofezin o indoxacarb, mentre per il secondo è necessario impiegare un principio attivo efficace anche sugli adulti (clorpirifos, clorpirifos metile, tiametoxam o, meglio, acetamiprid); nei comuni dove è previsto un unico trattamento obbligatorio, è necessario impiegare un prodotto ad elevata azione abbattente (clorpirifos, clorpirifos metile, tiametoxam o, meglio, acetamiprid). È comunque indispensabile attenersi scrupolosamente alle prescrizioni riportate sulle etichette per quanto riguarda i tempi di utilizzo, i dosaggi ad ettolitro e ad ettaro, gli intervalli e le cadenze fra i trattamenti, nonché eventuali altre indicazioni. La difesa contro S. titanus in agricoltura biologica In agricoltura biologica i mezzi a disposizione per combattere lo scafoideo sono più ridotti e caratterizzati, in generale, da un efficacia rivolta soprattutto verso forme giovanili e da una persistenza molto ridotta. Ciò costringe ad anticipare ed aumentare il numero dei trattamenti, per coprire una fascia più ampia del ciclo dell insetto. Tra i principi attivi impiegabili ricordiamo: piretro naturale: agisce prevalentemente per contatto con azione neurotossica, può essere impiegato sia contro le forme giovanili che contro gli adulti ma ha bassissima persistenza e deve essere distribuito verso sera in quanto si degrada molto velocemente in presenza di elevate temperature ed alta insolazione. Il ph della miscela deve essere neutro o acido, in caso contrario si verifica una sua precoce neutralizzazione: se l acqua usata per il trattamento dovesse essere alcalina con un ph superiore a 7, bisogna preventivamente acidificarla aggiungendovi un po di aceto o acido citrico (meglio se controllando il ph con un ph-metro o una cartina di tornasole per non scendere sotto il valore di 4, causando così problemi di fitotossicità). Sali potassici degli acidi grassi: sono sostanze di origine vegetale che agiscono per contatto sciogliendo le cere presenti nella cuticola degli insetti bersaglio. Risultano maggiormente efficaci se impiegati contro le forme giovanili e sono dotati di elevato potere abbattente ma scarsa attività residuale. Vengono rapidamente biodegradati nell ambiente e risultano quindi
molto selettivi per gli insetti utili e gli impollinatori se questi non vengono colpiti direttamente. Per la preparazione della miscela non bisogna impiegare acque dure contenenti ione metallo (calcio, magnesio, ferro, ecc.) in quantità superiore a 300 ppm. Le possibili strategie di impiego possono essere le seguenti: due interventi con sali potassici di acidi grassi a distanza di 7-8 giorni contro le prime età dell insetto; due interventi a distanza di 7-10 giorni con piretro naturale posizionati contro gli adulti; un trattamento con sali potassici di acidi grassi contro le forme giovanili seguito da uno con piretro naturale contro gli adulti. Soprattutto in presenza di popolazioni elevate ma anche nelle altre situazioni a scopo cautelativo, è necessario prevedere un ulteriore terzo intervento (con piretro naturale) distanziato di una quindicina di giorni, per migliorare il controllo dell insetto. Andamento meteorologico Gli ultimi dieci giorni sono risultati instabili sulla Lombardia, per la presenza, sull'europa centrale, di una vasta area depressionaria. Per più giorni si sono registrate precipitazioni, al più sottoforma di rovesci o temporali, che in alcune occasioni si sono presentate di forte intensità. In questo contesto, sebbene con una notevole variabilità spaziale, localmente si sono raggiunti o superati i 100 mm di precipitazione tra il 29 maggio e il 6 giugno (134 mm a Milano, 131 mm a Filago-BG, 121 mm a Como, 96.8 mm a Castiglione delle Stiviere-MN). Le temperature hanno risentito della frequente copertura nuvolosa presentandosi, nelle massime, sovente inferiori alla media attesa per questo periodo: in particolare sui settori nordoccidentali della regione (17.6 C a Como il 30.05, 17.8 C a Bergamo il 30.05, 18 C a Busto Arsizio il 31.05, 18.2 C a Milano il 30.05, 19.9 C a Samolaco-SO il 31.05). Nei prossimi giorni ancora tempo instabile, sebbene un po' più mite, con maggiore stabilità solo nella giornata di venerdì 10 prima di una fase probabilmente più perturbata tra sabato 11 e lunedì 13. Per ulteriori informazioni sull andamento agrometeorologico dell ultima settimana, e le previsioni meteorologiche più aggiornate fare riferimento, rispettivamente, ai due link presenti all interno del sito istituzionale di ARPA Lombardia: http://www2.arpalombardia.it/siti/arpalombardia/meteo/bollettinoagrometeorologici/pagine/agrometeosettimana.aspx
(aggiornato ogni martedì); http://www2.arpalombardia.it/siti/arpalombardia/meteo/previsionimeteo/meteolombardia/pagi ne/default.aspx (aggiornato tutti i giorni alle 13.00 tranne la domenica). A cura del Servizio Fitosanitario Regionale in collaborazione con CO.PRO.VI. Casteggio, CO.DI.MA. Mantova, Fondazione Fojanini Sondrio, Condifesa Lombardia Nord-Est, Consorzio Tutela Valcalepio, Consorzio Volontario Vino D.O.C. San Colombano e ARPA Lombardia.