L Italia digitale e le imprese



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AZIONI E PROPOSTE IBRID ZIONE L Italia digitale e le imprese 2

Così come l energia è la base della vita stessa, e le idee la fonte dell innovazione, così l innovazione è la scintilla vitale di tutti i cambiamenti, i miglioramenti e il progresso umano. Theodore Levitt

Sommario Premessa... 3 Il digitale per un nuovo rinascimento italiano... 5 Perché?... 5 Obiettivi... 6 Come?... 7 L indagine... 7 Le proposte... 12 Le possibili azioni... 15 Appendice - L indagine CNA... 18

Premessa Il nostro paese vive, e ne siamo tutti consapevoli, un forte gap digitale sia in termini culturali che di infrastruttura, divario che non ci consente di concorrere ad armi pari con i competitor europei e ancor meno con quelli dei paesi di nuovo sviluppo. Il nostro sistema di micro e piccole imprese soffre in maniera particolare della spinta che il digitale potrebbe loro fornire in termini sia produttivi che di mercato. Un processo di digitalizzazione delle imprese, oltre che supportare le nostre migliori produzioni sui mercati esteri, sul cosiddetto sesto continente costituito dall economia di internet e sempre più popoloso, potrebbe migliorare in termini più che proporzionali il concepimento della produzione stessa. Siamo sostenitori quanto fautori della necessità di una ibridazione della manifattura italiana, valorizzare la nostra millenaria tradizione innestando le nuove tecnologie di prototipazione e produzione nella concezione stessa del fare impresa. La necessità dunque di contaminarsi, di mettere a confronto contenuti e contenitori è quanto mai necessaria per l imprenditoria italiana, spesso legata ad approcci individualistici che hanno fatto spegnere quella spinta creativa quanto innovatrice che, da sempre, l hanno caratterizzata. Il 2015 è l anno che ha evidenziato, se pur timidamente, dei segnali di ripresa economica, soprattutto per quel che riguarda alcuni settori principalmente legati all export ed al Made in Italy, oltre ad una forte spinta dell economia digitale e delle imprese più innovative. È necessario far ripartire la domanda interna e allo stesso tempo provare a riformulare alcune concezioni legate al fare impresa, ad alcuni criteri di produzione e di fornitura di servizi più vicini ad elementi di innovazione. Riposizionare la ricerca italiana verso la piccola e micro impresa è sempre più essenziale per supportare l evoluzione economica che il nostro paese sta subendo. Theodore Levitt affermava che l economia italiana sarebbe stata più di altri investita dai processi di globalizzazione a causa delle sue produzioni frammentate e dei mercati di nicchia a cui si riferivano. Per sfruttare tale processo sarebbe stato necessario rendere più mainstream tali nicchie di mercato, rendere alcune produzioni tipicamente italiane di maggior diffusione (un po come sta avvenendo sul food), staccarle dai marchi traino (strategia usata fino ad adesso) e rendere la produzione stessa elemento distintivo. È ovvio che per aumentare la diffusione di alcune produzioni bisognerebbe render meno costose le produzioni stesse. Su questo punto è l innovazione e la ricerca che possono supportare le micro imprese nel processo di ibridazione che in parte sta già avvenendo. CNA vuole supportare questo passaggio e vuole soprattutto sostenere la nascita di nuove imprese da competenze sempre più legate a nuove logiche di produzione e fornitura. 4

Il digitale per un nuovo rinascimento italiano Sono passati oramai troppi anni da quando l Italia aveva una leadership culturale globale: cinema, moda, cibo erano i nostri ambasciatori nel mondo. Oggi si rincorrere, si gioca di rimessa, non si riesce più a riempire di significati originali le parole lavoro, impresa, sostenibilità, innovazione. Sono necessari un progetto condiviso di futuro e una cultura che sia in grado di concepirlo. Abbiamo provato tante strade, tanti modelli, inseguendo miti e mutuando di volta in volta schemi da mondi completamente diversi. Siamo invece convinti che la nostra via sia chiara e vogliamo tracciarla riprendendoci tre parole: Artigianalità, come idea di lavoro e di innovazione: la passione del fare le cose con le proprie mani, di farle per bene, di imparare e insegnare. Una parola che oggi ha una nuova vita: le startup tecnologiche, l advanced manufacturing, le aziende che ibridano manifattura e digitale sono tutte artigiane nel DNA e conferiscono vigore al termine artigianato. Made in Italy, che deve reinventarsi nelle forme e nell immaginario internazionale: Le imprese che producono Italia partono dalle nostre tradizioni e devono rinascere in rete. Non possono farlo senza il saper fare, il territorio e una forte trazione digitale. Competenze, stravolte dalla cultura digitale: non si può prescindere da una scuola nuova, dall ideologica unione tra mani e cervello, umanesimo e tecnologia, analogico e digitale, oltre che da una piena valorizzazione delle idee, del merito, del talento e della qualità. Gli artigiani, le piccole imprese di questo Paese, le grandi piattaforme digitali, gli innovatori della scuola, le istituzioni intelligenti, i cittadini tutti, devono contribuire a costruire una nuova economia fondata sulle competenze digitali che rappresentano la chiave per ripensare l eccellenza italiana portandola a pieno titolo nella modernità, puntando sui suoi asset strategici. Il digitale come struttura, non come semplice mezzo. Perché? Perché parlare di economia digitale come se fosse un settore di mercato suona come se, cento anni fa, avessimo parlato di economia elettrica. Perché chi diffonde la paura del digitale frena il Paese per mantenere interessi particolari. E che la rete sia lo strumento per valorizzare le diversità produttive e culturali e non lo strumento per creare nuovi monopoli. Perché il digitale e l innovazione non sono commodity della manifattura, non sono accessori. Sono invece la spina dorsale delle nuove imprese, culturalmente digitali, fatte da imprenditori che reinventano ogni giorno il made in Italy, alleandosi con i maestri artigiani, con quelli del cibo, della moda, del design, della meccanica di precisione. 5

Obiettivi L obiettivo principale di questa attività è la diffusione tra le micro e piccole imprese di visioni differenti dello stesso fare impresa, far loro comprendere l importanza dei processi di innovazione ed evoluzione tecnologica avuti negli ultimi anni in relazione alle produzioni manifatturiere e non, trasmettere l utilità e le potenzialità del web come strumento di diffusione, racconto e possibile vendita delle nostre produzioni e servizi. CNA, in seguito all indagine sviluppata sul campione di oltre 3mila piccole e micro imprese, ha verificato lo stato dell arte dell economia di questa dimensione d impresa e tende ad avviare un azione importante di spinta verso una nuova manifattura, un diverso utilizzo delle tecnologie, un miglior posizionamento nei mercati esteri grazie alla forza di internet. Costruire dunque una cassetta degli attrezzi composta di tanti arnesi, metodi, esperienze, che costituiscano un progetto per connettere le mille idee ed energie che spuntano ovunque nel nostro Paese. Miriamo a far emergere un idea sfidante di Paese che abbia capacità di crescita e sostenibilità economica, con policy chiare e strategie di lungo termine a supporto di un economia in continua evoluzione. CNA vuole dunque costruire una grande aggregazione di contenuti e proposte coinvolgendo in questo le imprese quanto le piattaforme abilitanti, le istituzioni quanto i designer e le comunità di innovatori, in un processo virtuoso che porti valore aggiunto al sistema delle imprese e riconoscibilità delle nostre produzioni quanto dell Italia stessa. La necessità è quella di indirizzare, instradare verso potenziali percorsi validi e nel contempo contribuire a formare l humus migliore nei territori dove le stesse aziende si instaureranno, provando a trasmetter loro una cultura ancorata sì alla tradizione ma con logiche di export e di attenzione ai mercati stranieri. CNA si propone dunque di consegnare al Governo un insieme di possibili azioni da realizzare in tempi brevissimi per la crescita digitale delle micro e piccole imprese italiane, vero fulcro della nostra economia e potenziali elementi di un vero, nuovo, rinascimento italiano. In questo lavoro la Confederazione ha posto tre possibili obiettivi da raggiungere sfidando il Governo nell attuazione di azioni e strategie atte a soddisfare tali obiettivi. CNA propone poi tre possibili strade da perseguire nel vantaggio alle imprese per colmare il gap digitale che caratterizza, speriamo ancora per poco, le imprese italiane. Come? Irrorando di digitale il sistema delle piccole e micro imprese italiane per supportare un processo di crescita e di posizionamento sui mercati internazionali quanto mai più urgente e necessario. Mettendo in contatto le aziende più tradizionali con quelle che del digitale ne hanno fatto mestiere e facendoli confrontare su processi di collaborazione e percorsi comuni. 6

Inserendo nel sistema delle imprese italiane giovani disposti a formare e formarsi in uno scambio di competenze digitali vs tradizionali. Contribuendo a costruire luoghi fisici e virtuali di contaminazione, di co-progettazione e prototipazione, di design dal basso o diffuso, di innovazione quanto di ricerca, di collaborazione alla produzione e produzione distribuita. Luoghi atti a far crescere reti e sensibilità differenti in un processo di crescita di nuove classi dirigenti imprenditoriali pronte ad affrontare il futuro, quel futuro che cambia ogni giorno. L indagine La scarsa diffusione delle tecnologie digitali nelle imprese italiane è spesso indicata come uno dei fattori strutturali da cui origina la bassa crescita della nostra economia. Il deficit digitale risulterebbe particolarmente marcato nelle imprese di più piccola dimensione che, tuttavia, rappresentano una realtà non osservata dalla statistica ufficiale. Infatti, annualmente l Istat effettua una rilevazione dedicata alla diffusione delle tecnologie digitali nel sistema imprenditoriale nazionale utilizzando però un campione che esclude le imprese fino a 10 addetti. Di fatto, dunque, non esistono numeri ufficiali in grado di evidenziare quale è l effettivo livello di digitalizzazione delle micro-imprese. CNA si è proposta di colmare questa lacuna promuovendo un indagine mediante la somministrazione di un questionario a un campione composto da 3.056 imprese di cui l 85,3% del totale ha meno di 10 addetti. Oltre la metà delle imprese del campione (52,9%) appartiene all industria in senso stretto (25,7% manifattura e 27,2% edilizia costruzioni e impiantistica), il 4,1% opera nel settore dei trasporti mentre il restante 43,0% nei settori dei servizi (30,6% servizi per la persona e 12,4% servizi per le imprese). Presentiamo qui una breve descrizione dell indagine, i cui dati troverete in forma completa in allegato e dalla quale emerge immediatamente che il livello di digitalizzazione nelle micro e piccole imprese è tutt altro che irrilevante. Presenza su web Internet è ormai un patrimonio di tutte le imprese, ma purtroppo solo una parte delle micro dispone di un proprio sito internet. La presenza di internet quale strumento di lavoro (ad esempio per il reperimento di informazioni, per effettuare pagamenti on-line o interagire con la PA) è rilevata nel 95% delle imprese del campione e non dipende dalla dimensione delle stesse. La dimensione aziendale diventa invece un fattore discriminante quando si considera la capacità delle imprese a utilizzare il web in maniera attiva mediante l adozione di un proprio sito internet con il quale, ad esempio, promuovere le proprie attività. Se, infatti quasi il 98% delle imprese con più di 20 dipendenti dispone di un proprio sito web, questa percentuale si riduce col diminuire della dimensione dell impresa e si attesta al 61% tra le imprese fino a 9 addetti e a quasi all 87% in quelle appartenenti al segmento dimensionale 10-20 addetti. 7

Anche la motivazione che spinge le imprese a dotarsi di un proprio sito internet sembra dipendere dalla dimensione aziendale. In particolare la maggioranza delle imprese, a prescindere dalla loro dimensione, si dotano di un proprio sito internet per sviluppare l immagine dell impresa e dei suoi prodotti. La mancata dotazione di un sito internet, soprattutto tra le micro imprese, dipende più dai costi finanziari o dai costi opportunità (e, in particolare, dedicare personale alla gestione del sito) che dalla percezione dell utilità derivante dallo strumento che invece rimane alta. In termini di dotazioni hardware per la connettività, dall indagine si evince che ancora oggi circa un 12% di imprese non possiede un computer e un 23% non possiede un pc portatile, addirittura oltre il 50% delle imprese non possiede un tablet mentre è più frequente l uso di smartphone, infatti soltanto il 20% delle imprese non lo utilizza. Tali dati rimangono pressoché invariati analizzando soltanto le dotazione delle micro imprese. La difficoltà delle piccole imprese a digitalizzarsi a causa di vincoli di natura finanziaria viene confermata quando si considerano la spesa per corsi di aggiornamento/formazione a favore dei dipendenti e l impiego di consulenti esterni specializzati in ICT, infatti solo il 16% delle imprese con meno di dieci addetti ha svolto formazione in materia di tecnologie ICT a favore dei dipendenti nell ultimo anno, contro il 41% di quelle con più di 20 addetti, e solo il 35,4% si avvale di consulenti esterni esperti in materia. 8

Il commercio elettronico Il commercio elettronico è un altro elemento trattato dall indagine CNA dalla quale emerge che il 26,5% delle imprese del campione sono attive nel commercio elettronico con differenze poco significative nelle varie classi dimensionali. In realtà la dimensione aziendale diventa rilevante a seconda che le imprese operino come acquirenti o come venditori. Nel caso degli acquisti, di nuovo, la dimensione aziendale è ininfluente: le imprese che comprano on-line sono circa il 25% in tutte le classi dimensionali. Nel caso delle vendite, invece, solo il 12% circa delle micro-imprese ha colto l opportunità di operare on-line contro il 21% circa delle imprese con più di 20 addetti. Dai dati fin qui commentati risulta dunque evidente che le imprese italiane percepiscono pienamente le potenzialità offerte dalla presenza sul web. Ciò nonostante vi è ancora una grande parte di imprese micro che non dispone di questo strumento. La rinuncia al web non dipende da un ritardo culturale delle imprese più piccole quanto dalla loro impossibilità di sostenere il costo in investimenti ICT. Questa circostanza appare evidente considerando che, a prescindere dalla dimensione, la quasi totalità delle imprese ( oltre il 94% in tutte le classi dimensionali) utilizza almeno un social media, ovvero uno strumento internet che permette loro di essere presente sul web con costi sostenibili. 9

La fabbricazione digitale Nel 2014 una micro-impresa manifatturiera (il 26,2%) su quatto ha utilizzato strumenti di fabbricazione digitale. Si tratta di una quota significativa ma ancora lontana rispetto al 44,4% delle imprese con più di 20 addetti. Nelle micro imprese il dato è più basso e scende sotto il 15%. Tra gli strumenti, certamente quelli di prototipazione, di più facile utilizzo, risultano quelli più scelti, ma si distanziano davvero di poco dalle stampanti 3D, le fresatrici e le tagliatrici laser. Un dato confortante è quello che riguarda i luoghi di contaminazione e co-produzione, infatti un impresa su cinque risulta aver frequentato un fablab o un makerspace come luogo di confronto, approfondimento, progettazione e prototipazione. La digitalizzazione della PA L urgenza di innalzare qualitativamente il livello di informatizzazione emerge con evidenza dall indagine CNA. Mentre risulta chiaramente quali sono le attività più tradizionali che maggiormente riguardano l utilizzo di strumenti informatici all interno dell impresa, con una preponderanza per contabilità, fatturazione, gestione della clientela e fatturazione. L attuale livello di informatizzazione delle PA è giudicato del tutto inadeguato rispetto alle necessità delle imprese da circa il 53% delle imprese con meno di 10 addetti. L inadeguatezza del livello di informatizzazione della PA si evince anche considerando il numero di pratiche burocratiche effettuate on-line. In media, solo una micro-impresa su tre (il 28,3%) riesce a sbrigare più della metà delle pratiche per via telematica. 10

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Le proposte Crediamo fermamente sia necessario costruire e realizzare un Piano Straordinario per la Digitalizzazione della micro e piccola impresa italiana, che consenta di incrementare i livelli di produttività e meglio posizionare la stessa nei confronti dei competitor stranieri. Lo Stato deve attuare il più grande piano di contaminazione e diffusione della cultura digitale in Italia. Soltanto partendo dalle micro imprese, vera forza numerica e propulsiva della nostra economia, si potranno raggiungere risultati importanti in termini di aumento della produttività del lavoro e del posizionamento delle nostre produzioni nei principali mercati di sbocco. L innovazione tecnologica e digitale, un più stretto dialogo tra le amministrazioni pubbliche e il mondo produttivo, oltre ad importanti azioni di sostegno e supporto alla micro imprenditoria potranno spingere l economia italiana verso una nuova frontiera globale. Tale piano deve avere un tempo di realizzazione brevissimo per accelerare il più possibile il processo di digitalizzazione e avanzamento tecnologico, colmando così quanto prima il gap digitale delle imprese italiane. Non partiamo dall anno zero, è chiaramente apprezzabile l impegno negli ultimi anni dei Governi sulle tematiche del digitale focalizzando poco però l attenzione sui piccoli segmenti del panorama imprenditoriale. Le proposte che tracceremo qui di seguito mirano ad impegnare più attori in un processo di sviluppo potenziale. I corpi intermedi, quale la stessa confederazione, in azioni di diffusione di cultura digitale e di contaminazione tra imprese, trasmettendo e accompagnando loro alle potenzialità del digitale su tutti gli ambiti. Il Governo e le Istituzioni nell avviare, attraverso azioni con piccoli investimenti e effetti molto importanti per la crescita comune, un serio cambio di paradigma culturale, con una spinta forte verso le nuove competenze e tecnologie. Il sistema del credito che potrebbe finanziare le imprese assecondandone le esigenze di innovazione, senza troppi vincoli che risulterebbero un enorme freno alla potenziale crescita. Portare massicciamente la presenza delle imprese sul web attraverso propri spazi e processi di informazione. Nel 2015 le micro e piccole imprese che possiedono un sito web sono il 65% del totale. CNA chiede al Governo, tramite il Piano Straordinario su citato, di impegnarsi per raggiungere in 2 anni il 100% di micro e piccole imprese in possesso di un proprio sito web per meglio informare sulle proprie attività, Proposta CNA In 2 anni passare dal 65% al 100% di micro-piccole imprese con un sito web raccontare la propria esperienza, offrire servizi e rendere visibili le proprie produzioni/servizi. Le imprese che non dispongono di un sito web hanno dichiarato che non lo possiedono a causa principalmente di mancanza di risorse finanziarie quanto di risorse umane pur non disconoscendo l importanza di una presenza sul web. 12

E infatti crediamo utile un processo di contaminazione e informazione che dev esser svolto su tutto il panorama di questa tipologia dimensionale d impresa. CNA sta tentando di portare avanti un azione mirante proprio a fornire un prezioso bagaglio informativo alle imprese tradizionali attraverso una importante partnership con le principali piattaforme abilitanti (Amazon e Google in primis) e per mezzo di un azione di matching con le imprese digitali che offrono i loro servizi in veri e propri btob diffusi in tutta Italia. La proposta è quella dunque di riuscire a riconoscere e sviluppare maggiormente e a livello istituzionale attività come Digitaly (è questo il nome del progetto CNA), che consentono approfondimenti e maggiore conoscenza dell ambito digitale e di come le tecnologie hardware e software possano supportare le imprese nelle loro quotidiane attività. Sarebbe anche auspicabile attivare le Regioni che non l avessero ancora realizzati, dei percorsi di formazione, attraverso la formula del voucher a richiesta, sulla digitalizzazione delle proprie attività e rivolti a tutte le imprese. Voucher di micro finanziamento per la partecipazione a brevi percorsi formativi sui temi e strutturati in base ad un format nazionale personalizzabile dalle regioni in base alle peculiarità produttive dei territori. Incrementare l utilizzo da parte delle micro e piccole imprese dei sistemi di commercio elettronico per aumentare la presenza sul web delle produzioni italiane. Sempre attraverso l indagine CNA oltre ad emergere un chiaro e netto uso di internet per finalità lavorative anche per quelle imprese di micro e piccole dimensioni (95%) e un importante utilizzo dei social media per la promozione delle proprie attività (53%), appare interessante il dato riguardante il commercio elettronico. Oltre il 26% delle imprese di micro e piccole dimensioni è attiva nel commercio elettronico. Sono molte le imprese che utilizzano internet nell acquisto di prodotti e servizi, in particolare le imprese che forniscono servizi alle persone e ad altre imprese, ben il 50% delle imprese attive sull e-commerce acquista dal web una quota vicina al 10% del suo totale acquisti ed il restante 50 % supera quella soglia attestandosi in media intorno ad un 25% del totale degli acquisti provenienti dal web. Dati certamente confortanti soprattutto se raffrontanti con le imprese che vendono attraverso i canali multimediali che si attestano intorno al 13% del totale con una quota di fatturato derivante da tali vendite soltanto del 10%. Proposta CNA In 2 anni passare dal 27% al 50% di micro-piccole attive nel commercio elettronico CNA chiede dunque al Governo di attuare alcune misure necessarie a raggiungere in due anni un più elevato livello di commercializzazione digitale, passando dal 27% di micro e piccole imprese che vendono/acquistano sul web ad almeno la metà del panorama di tali imprese. 13

CNA chiede inoltre al Governo di impegnarsi nel raggiungimento del mercato unico digitale che sarebbe un importante svolta per consentire a imprese e cittadini opportunità e risparmi importanti. Regole chiare in tutta Europa. Incrementare il numero di imprese manifatturiere che hanno utilizzato le tecnologie di fabbricazione digitale. Il 26% delle micro e piccole imprese della manifattura, afferenti al campione analizzato, ha utilizzato almeno una volta strumenti di fabbricazione digitale (es. Stampanti 3d, Fresatrici, Tagliatrici laser, macchine a controllo numerico) o ho affidato fasi di produzione a strutture che usano tali strumenti. Un dato di certo rilevante ma che non viene poi del tutto confermato dall assiduità di tale utilizzo ma che comunque evidenzia una costante crescita di tali strumenti con continue Proposta CNA innovazioni. E comunque fondamentale che almeno una volta le imprese si trovino a usare tali strumentazioni di produzione o prototipazione per poter percepire il potenziale supporto alla crescita o quanto meno alla rivisitazione dei processo di produzione manifatturiera delle stesse imprese. E per questo motivo che CNA chiede al Governo di adoperarsi nella costruzione di azioni che consentano la nascita di strutture di ibridazione della manifattura e un più semplice utilizzo di strumenti utili a tale processo. Ciò al fine di raggiungere il 40% di micro e piccole imprese che, almeno una volta, hanno utilizzato strumenti di fabbricazione digitale. In 2 anni passare dal 26% al 50% di micro-piccole imprese manifatturiere che almeno una volta hanno utilizzato strumenti di fabbricazione digitale Spingere l acceleratore nel processo di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione. Emerge poi dall indagine una elevata insoddisfazione per il livello di informatizzazione delle pubbliche amministrazioni rispetto ai bisogni dell impresa. Oltre il 53% del campione dell indagine ha infatti giudicato del tutto inadeguato tale livello. Soltanto il 24% delle imprese del campione ha dichiarato di espletare telematicamente almeno la metà degli adempimenti burocratici richiesti. CNA chiede al Governo di impegnarsi per accelerare il processo di digitalizzazione della PA a supporto soprattutto delle micro e piccole imprese e ad elevare tale livello di soddisfazione, perché un efficiente sistema telematico che permetta di interagire con la PA, in maniera semplice e tempestiva, è fondamentale per le imprese e per l intero Sistema-Italia, con benefici complessivi stimati in 70 miliardi di euro dal Politecnico di Milano. Proposta CNA In 2 anni passare dal 24% al di micro-piccole 50% imprese che svolgono almeno la metà degli adempimenti burocratici via web. 14

Le possibili azioni Bisogna premettere che il presente quadro propositivo è stato elaborato considerando alcune delle misure che sono state varate di recente dall attuale e dal precedente Governo in materia di digitalizzazione e che potrebbero essere riferite al mondo che CNA rappresenta. Abbiamo riferito tali attività relazionandole alle aree di intervento analizzate durante l evento che abbiamo organizzato, cercando di strutturare delle proposte il più universali possibile ma riferite alle sole imprese con meno di 10 dipendenti che, più di altri, soffrono il gap digitale. In particolare abbiamo analizzato le seguenti misure che, una volta attivate, magari con alcune correzioni, potrebbero esser di certo utili nel processo di digitalizzazione delle imprese anche se sarebbe meglio riferirle solo alle imprese di piccolissime dimensioni: Voucher IT Inserito nel Destinazione Italia in vigore dal dicembre 2013, in attesa del decreto direttoriale per la piena operatività. Voucher che andrebbero a finanziare acquisto di hardware, software e servizi per il miglioramento dell efficienza aziendale, con un importante dotazione di risorse (100 mln di euro). Credito d imposta per la digitalizzazione Inserito nel Destinazione Italia in vigore dal dicembre 2013 e in attesa di decreto attuativo. Riguardante principalmente l attivazione di reti di connettività digitale avanzata anch esso ha un importante dotazione (50 mln di euro). Artigianato Digitale Ha completato l iter di legge e sarà attivo da domani. Strumento di sostegno alle imprese che si associano per operare sulla manifattura sostenibile e l artigianato digitale, prevede un interessante formula di sovvenzione con restituzione di parte del sovvenzionato. Dotazione esigua (9,6 milioni di euro). Turismo digitale Anche questa misura ha complato l iter di legge e sarà attiva dai prossimi giorni. Riguarda un credito d imposta riferito alle strutture ricettive o a agenzie di viaggio e tour operator relativamente alla digitalizzazione di alcune attività o processi. Crescere in digitale Progetto varato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per diffondere le competenze digitali tra i giovani e avvicinare al Web le imprese italiane attraverso un percorso formativo per acquisire competenze digitali strategiche e tirocini per supportare la digitalizzazione delle PMI italiane. Ovvio che la prima importante azione che il Governo dovrà impegnarsi a portare avanti, con più convinzione forse di quanto stia già facendo, è la piena attuazione dell Agenda digitale, particolarmente per l asset dedicato a infrastrutture e architetture nel consentire a tutti i territori capacità di accesso omogenee. Un infrastruttura adeguata di accesso è, infatti, il requisito di base per la digitalizzazione del paese. La Pubblica Amministrazione deve stimolare l innovazione e favorire lo sviluppo di un sistema economico sociale incentrato sulla diffusione delle nuove tecnologie. Le imprese italiane, soprattutto le micro, hanno bisogno di una forte sinergia tra settore pubblico e privato e di una campagna di diffusione di competenze digitali per le stesse imprese come per i cittadini e la Pubblica Amministrazione anche mediante un coinvolgimento più stringente con il mondo dell Istruzione, dell Università e della Ricerca. 15

Le competenze digitali sono il principale elemento di accelerazione per la trasformazione digitale del Paese. La sfida è anche quella relativa al costruire un nuovo genere di bene comune: infrastrutture tecnologiche e immateriali che mettano in comunicazione persone e oggetti, integrando informazioni e generando intelligenza, producendo inclusione e migliorando la vita del cittadino ed il business per le imprese, anche attraverso azioni di promozione della social innovation. La micro impresa italiana è infatti naturalmente inserita all interno dei concetti di smart cities e social community per l apporto che fornisce quotidianamente al territorio e alle comunità che lo vivono, ma va accompagnata ad acquisire consapevolezza di questo suo status. Dunque acquisizione di competenze, accompagnamento e supporto/sostegno, anche economicofinanziario, sono i principali bisogni che le micro imprese italiane devono soddisfare per poter compiere il grande salto digitale loro richiesto. Un piano Straordinario per la Digitalizzazione delle micro e piccole imprese italiane non prevede particolari investimenti da parte del sistema paese in termini finanziari quanto un vero e proprio passaggio culturale che non può oggi non esser affrontato. Di seguito vengono presentate alcune azioni che si allineano a quelle in corso di attuazione e che potrebbero, con piccoli interventi finanziari, ottenere un serio riposizionamento nei mercati da parte delle nostre micro e piccole imprese sfruttando il web e le tecnologie produttive. MERCATO In considerazione dell esistenza dei voucher sulla digitalizzazione ancora non attivati, proponiamo, di modificare tale strumento agendo sull istituzione di un bonus fiscale e contributivo sugli acquisti di tecnologie hardware e software e sugli investimenti in web marketing e web advertising o comunque rivolti ad incrementare la presenza sul web e l utilizzo di nuove tecnologie. Si dovrebbe ipotizzare un bonus selettivo, rivolto soltanto alle imprese con meno di dieci dipendenti che hanno investito sulla digitalizzazione della proprie attività, ragionando su un tetto massimo, così come fa la misura dei Voucher IT, e un eventuale differenziazione della percentuale di bonus relazionandolo alla tipologia di investimento. Inserendo tra le voci agevolate anche tutti i costi inerenti il web marketing ed il web advertising, le social media strategy e le consulenze per il posizionamento sui motori di ricerca e sul web (SEO), oltre all acquisto di tempo in strutture di prototipazione e co-produzione, co-working, fablab e incubatori/acceleratori. MERCATO - Inserire elementi incentivanti per l acquisto via web atti a colmare i costi sostenuti per i pagamenti elettronici e stimolare l attivazione, da parte delle imprese, di canali e-commerce. Ad esempio il recupero, sempre sotto forma di credito di imposta, di una quota (ad esempio il 5%) degli acquisti di prodotto/servizio effettuati attraverso il web. 16

PRODUZIONE - Interessante l attivazione della misura sull artigianato digitale e la manifattura sostenibile anche se la dotazione finanziaria è davvero esigua ed elevato il numero di imprese che deve costituirsi in associazione. Riteniamo invece valido il meccanismo di sovvenzione cospicua con restituzione non totale e cadenzata, elemento valido che può effettivamente valutare la bontà di un investimento. Chiediamo la possibile rivisitazione di tale strumento, una volta esaurite le risorse, convertendolo in un fondo per l ibridazione d impresa, un fondo pubblico a copartecipazione privata legato allo sviluppo dell innovazione nelle filiere di produzione italiane. Un fondo centrale alimentato da risorse pubbliche (MIUR, MISE, altro) poi spacchettato in micro-fondi territoriali legati a progetti per la contaminazione, l innovazione e lo sviluppo di filiera, monitorabili e di immediata percezione. Il fondo potrebbe finanziare l innovazione di prodotto/processo per le imprese mediante l acquisto o la modifica/miglioramento di macchinari di nuova generazione che potrebbero supportare e/o modificare i processi produttivi. Le imprese dovrebbero partecipare con quote di investimento al singolo progetto di filiera che attiverà una porzione (micro-fondo) del Fondo centrale di Contaminazione ove potranno esser riversate ulteriori quote da altri enti pubblici o privati sul territorio. I meccanismi di finanziamento potrebbero esser utilizzati quelli della misura attuale, magari rivedendo la ripartizione delle quote. Al micro-fondo dovrebbero partecipare anche gli istituti superiori e/o le Università che possiedono laboratori tecnici da implementare o trasformare, andando a creare dei veri e propri Contamination/Hybridization Lab, dove il sistema delle imprese del territorio potrà analizzare le potenzialità delle innovazioni digitali in termini di produzione e diffusione della produzione, condividere idee e progettualità in un luogo che possa così supportare la crescita di azioni comuni o progetti d impresa legati a una programmazione di filiera. COMPETENZE/LAVORO Istituzione di un sistema di credito d imposta per interventi formativi o di sostegno destinati ad imprese sotto i dieci dipendenti per spese effettuate su: o formazione sulla ibridazione dei processi produttivi, sul digital marketing o su temi strettamente connessi ai processi di digitalizzazione della propria impresa; o stage da parte di giovani con competenze digitali da avvicinare alla propria impresa per lo sviluppo di attività o percorsi di digitalizzazione delle proprie attività; o mini-consulenze da parte di specialisti ICT o imprese digitali per la costruzione di piani di digitalizzazione potenzialmente da realizzare. PA - Supportare le Amministrazioni virtuose, a tutti i livelli, con sistemi di incentivazione legati all avvio, implementazione o completamento di processo di digitalizzazione delle loro strutture, valutati dalle PMI che ottengono o meno un servizio o che espletano telematicamente in maniera efficiente o meno ad adempimenti burocratici. 17

Appendice L indagine CNA Digitale e ICT nelle piccole e micro imprese italiane Tavole dei risultati

STRUTTURA DEL CAMPIONE (composizioni %) SETTORI CLASSI DIMENSIONALI Manifattura 21% 1-9 85,3% Alimentari 5% 10-20 11,1% Costruzioni + impianti 27% oltre 20 3,6% Trasporti 4% Servizi per la persona 31% Servizi per le imprese 12% Totale 100% Totale 100,0% IMPRESE CHE SI AVVALGONO DI CONSULENTI ESTERNI SPECIALIZZATI IN ICT (quote %) SETTORI CLASSI DIMENSIONALI Manifattura 44,2% 1-9 35,4% Alimentari 49,1% 10-20 65,1% Costruzioni + impianti 37,2% oltre 20 73,9% Trasporti 51,0% Servizi per la persona 40,2% Servizi per le imprese 42,6% Totale 40,4% Totale 40,4% 19

IMPRESE CHE HANNO OFFERTO CORSI DI FORMAZIONE IN ICT AI DIPENDENTI NEL 2014 SETTORI CLASSI DIMENSIONALI Manifattura 16,4% 1-9 15,9% Alimentari 10,5% 10-20 22,4% Costruzioni + impianti 12,3% oltre 20 41,3% Trasporti 10,2% Servizi per la persona 22,4% Servizi per le imprese 36,8% Totale 17,6% Totale 0,0% IMPRESE CHE UTILIZZANO INTERNET PER FINALITA LAVORATIVE SETTORI CLASSI DIMENSIONALI Manifattura 95,6% 1-9 94,4% Alimentari 94,7% 10-20 98,7% Costruzioni + impianti 95,9% oltre 20 95,7% Trasporti 91,8% Servizi per la persona 88,5% Servizi per le imprese 98,7% Totale 95,0% Totale 95,0% IMPRESE CHE DISPONGONO DI UN SITO INTERNET SETTORI CLASSI DIMENSIONALI Manifattura 74,8% 1-9 addetti 60,8% Alimentari 77,8% 10-20 addetti 86,7% Costruzioni + impianti 52,6% oltre 20 addetti 97,7% Trasporti 48,9% Servizi per la persona 62,5% Servizi per le imprese 80,4% Totale 65,5% Totale 65,5% 20