3.4 PROGRAMMA N. 2 ATTIVITA INERENTI GLI ISTITUTI SCOLASTICI SUPERIORI



Documenti analoghi
REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI. Art. 1 Finalità

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

c. alla realizzazione e gestione di strutture di servizio per la ricerca e il trasferimento dei risultati della ricerca;

PROTOCOLLO DI INTESA TRA REGIONE LAZIO- DIREZIONE RAGIONALE POLITICHE SOCIALI E FAMIGLIA E L UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL LAZIO

Comune di San Martino Buon Albergo

Protocollo d intesa Per la formazione di esperti della Sicurezza nei luoghi di lavoro Safety Manager

PROGRAMMA PROVINCIALE SPERIMENTALE SULLA DISABILITA (L.R. 41/96 ARTT. 5 21) TRIENNIO PIANO DI ATTUAZIONE

PROTOCOLLO D INTESA. tra. MIUR USR Sicilia. Ufficio XI Ambito Territoriale per la provincia di Trapani

PIEMONTE. D.G.R. n del 1/8/2005

L ATI composta da Associazione Nuovi Lavori e BIC Puglia s.c.a.r.l., nell ambito del progetto URLO Una rete per le opportunità, PROMUOVE

PROGETTO DI POLITICHE ATTIVE SUL LAVORO a valere sull UPB CAP.908 della Regione Lombardia

Regolamento Approvato dal Consiglio di Amministrazione del CSI-Piemonte il 16 luglio 2007

PERCORSO INNOVATIVO DI ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO

Capitolato per la selezione di una cooperativa sociale di tipo b per la realizzazione di attività relative all ambito disabilità e protezione civile

POLITICA DELLA FORMAZIONE DEL PERSONALE CIVILE

Corso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani. Marta Berni AA

MIUR.AOODGEFID.REGISTRO DEI DECRETI DIRETTORIALI

il PRSS individua tra le misure da attuare per il miglioramento della sicurezza stradale le seguenti azioni:

IL RETTORE. VISTO lo Statuto di autonomia dell Università del Salento ed in particolare l art. 29;

PROVINCIA DI MATERA. Regolamento per il funzionamento. dell Ufficio Relazioni con il Pubblico della Provincia di Matera

LEGGE REGIONALE N. 36 DEL REGIONE PIEMONTE. Autorizzazione ed accreditamento dei soggetti operanti nel mercato del lavoro regionale.

Regolamento per l introduzione del bilancio unico e dei sistemi di contabilità economico-patrimoniale e analitica.

Norme per la sorveglianza e la prevenzione degli incidenti domestici

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PAVIA

Capo I disposizioni comuni. art. 1 contenuti e finalità. art. 2 struttura competente

Il Ministro dell Istruzione, dell Università e della Ricerca

SEZIONE I PROGETTI DI RICERCA E COLLABORAZIONI FONDI PER LA RICERCA E MODALITÀ DI ACCESSO

REGOLAMENTO SUGLI INTERVENTI DI VOLONTARIATO

TRA. con deliberazione del Consiglio di Amministrazione in data.;

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca

Dipartimento Ambiente e Sviluppo Servizio Ambiente. U.O. C. Sviluppo Sostenibile, Agenda XXI, Comunicazione SINTESI PROGETTO

CONVENZIONE DI COOPERAZIONE TRA PREMESSO

CAPITOLO 12 - SISTEMA DEGLI INCARICHI E DI VALUTAZIONE DEL PERSONALE DIPENDENTE

CONTRATTO DEL LAGO DI BOLSENA. Accordo di Programmazione Negoziata PROTOCOLLO DI INTESA

I SERVIZI PER L'IMPIEGO

Partecipare all organizzazione di convegni ed eventi

ampania! piano d azione per il lavoro donne giovani disoccupati brochure14x21_8pp.indd 1 30/07/12 12:51

Linee guida per le Scuole 2.0

REGIONE MARCHE GIUNTA REGIONALE

Quadro normativo delle Regioni e Province Autonome sulla VAS LIGURIA. Disciplina della valutazione di impatto ambientale.

Protocollo di Intesa

SOMMARIO. Art. 8 Conoscenza dei bisogni e valutazione del gradimento dei servizi

Progetto sperimentale VSQ - Valutazione per lo Sviluppo della Qualità delle Scuole

ACCORDO DI RETE RETE NAZIONALE SCUOLE ITALIA ORIENTA. con protocollo che riconoscono alla scuola

ASSOCIAZIONE AMBIENTE E LAVORO

Formazione Immigrazione

BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 13 DELIBERAZIONE 22 marzo 2010, n. 363

CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE

Allegato alla DGR n. del

PROGRAMMA DI INTERVENTI FINALIZZATI ALL'OCCUPAZIONE STABILE E AL SUPERAMENTO DELLA PRECARIETÀ DEL LAVORO

Provincia- Revisione della disciplina delle funzioni

PRESTITI FIDUCIARI A STUDENTI CAPACI E MERITEVOLI ISCRITTI ALLE UNIVERSITÀ LOMBARDE. APPROVAZIONE DELLO SCHEMA DI BANDO REGIONALE

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)

LEGGE REGIONALE N. 16 DEL 3 AGOSTO 2001 REGIONE VENETO

AREA 5. RAPPORTI CON ENTI ESTERNI

PROGETTO TAVOLO GIOVANI

MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO.

PROTOCOLLO DI INTESA PER LA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO: "MANTENIMENTO E SVILUPPO DELL ATTIVITA DEL LABORATORIO TERRITORIALE PROVINCIALE NODO IN.F.E.

PROTOCOLLO DI INTESA REGIONE LAZIO ASSOCIAZIONE REGIONALE COMUNI DEL LAZIO (ANCI LAZIO) UNIONE DELLE PROVINCE DEL LAZIO (UPI LAZIO)

PIANO DEGLI INTERVENTI

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca

PROGRAMMA N. 14: CITTÀ MULTIETNICA

SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE (SMIVAP)

REGIONE PIEMONTE. Legge regionale 13 aprile 2015, n. 7. Norme per la realizzazione del servizio civile nella Regione Piemonte.

Proposta di Legge 20 dicembre 2013, n. 303 Disposizioni per il sostegno e la diffusione del commercio equo e solidale.

COMUNE DI CASTELLAR (Provincia di Cuneo) PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014/2016.

Delega al Governo in materia di riordino degli enti di ricerca - - Art. 1. Art. 1.

SCHEDA PROGETTO BCNL - SCUOLA

NORME IN MATERIA DI SOSTEGNO ALLA INNOVAZIONE DELLE ATTIVITÀ PROFESSIONALI INTELLETTUALI

RUOLO DELLA PROVINCIA PER IL RAFFORZAMENTO DEI SERVIZI ALL IMPIEGO - IL MODELLO LOMBARDO L ESPERIENZA DELLA PROVINCIA DI LECCO

Sviluppo Sistemi Qualit à nella Cooperazione di Abitazione

Co.Ge.S.Co. Consorzio per la Gestione di Servizi Comunali

Allegato A) al capitolato speciale d appalto. Standard dei servizi di orientamento e accompagnamento al lavoro

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PARMA

CONVENZIONE PER L UTILIZZAZIONE DI STRUTTURE DA PARTE DELLE SCUOLE DI SPECIALIZZAZIONE DI AREA PSICOLOGICA DELL UNIVERSITÁ DEGLI STUDI DI TORINO TRA

Progetto In.Volo. Iniziativa per il Volontariato in Lombardia

L esperienza dell Università di Bologna

P R O T O C O L LO D I N T E S A

5.3. INCARICHI E COMMISSIONI SCOLASTICHE INCARICHI

REGOLAMENTO PER GLI STAGE

DELIBERAZIONE N. 30/7 DEL

PROTOCOLLO D INTESA PER LA PROMOZIONE DELLA CULTURA DELLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO NELL ISTITUZIONE SCOLASTICA DELLA PROVINCIA DI CATANIA TRA

PROTOCOLLO D INTESA FRA LA REGIONE LOMBARDIA IL MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA

Ruolo e attività del punto nuova impresa

S.I.C.E.S. SrL Società Italiana Centri Educazione Stradale Parco Scuola del Traffico

UNIVERSITA DEGLI STUDI DI CATANIA

Sei stato sospeso, ti trovi in mobilità, hai perso il lavoro? Fai la mossa giusta.

SCHEDA DI RICHIESTA DI ATTIVAZIONE DI REGIMI DI AIUTO nei PISL INVESTIMENTI IN R&S. 2. Sezione I: Identificazione dell intervento

Consiglio Regionale della Toscana

Erice è. con i diversamente abili: un percorso che continua PROGETTO DI INCLUSIONE SOCIO-LAVORATIVA PER I SOGGETTI DIVERSAMENTE ABILI

Comune di Terni Provincia di Terni A.T.C. & Partners Mobilità F.I.S.H. Umbria ONLUS PROTOCOLLO DI INTESA

ACCORDO QUADRO PER LA DIFFUSIONE E L IMPLEMENTAZIONE DI BUONE PRATICHE DI ALTERNANZA SCUOLA LAVORO. Tra UFFICIO SCOLASTICO TERRITORIALE DI NOVARA

Programma triennale per la trasparenza e l integrità ANVUR

REGOLAMENTO DI ATENEO PER LA DISCIPLINA DELLE INIZIATIVE E DELLE ATTIVITÀ FORMATIVE

SEZIONE PRIMA SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE PER L INSEGNAMENTO SECONDARIO DELL UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE ART. 1

BANDI E FINANZIAMENTI REGIONE LOMBARDIA

PROTOCOLLO D'INTESA MINISTERO PUBBLICA ISTRUZIONE. DE AGOSTINI SCUOLA S.p.A

Regolamento sui limiti al cumulo degli incarichi ricoperti dagli Amministratori del Gruppo Banco Popolare

Piano di Zona

ATTO D INDIRIZZO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO PER LA PREDISPOSIZIONE DEL PIANO TRIENNALE DELL OFFERTA FORMATIVA

Transcript:

3.4 PROGRAMMA N. 2 ATTIVITA INERENTI GLI ISTITUTI SCOLASTICI SUPERIORI (codice contabile 9) n. -- progetti inclusi nel programma referente politico: Maria Luisa Tezza responsabile: Luigi Oliveri obiettivo strategico di riferimento: qualità dei servizi prestati alla persona. 3.4.1 - Descrizione del programma Il sistema provinciale dell istruzione è composto da 32 Istituti di scuola media superiore, che nell'anno scolastico 2006-2007 contano 28405 alunni (esclusi corsi serali), e sono organizzati in 78 sedi, confermando il tasso di crescita della popolazione scolastica mediamente costante. Per queste ragioni, il programma prevede l attivazione di una più stringente programmazione dell utilizzo delle aule, degli arredi e delle attrezzature, scolastiche in modo da rispondere alla crescita degli studenti, garantendo, allo stesso tempo, la sostenibilità dei fabbisogni, mediante il rispetto degli organici di studenti previsti dal Ministero e, soprattutto, nel rispetto della programmazione degli spazi nelle scuole. Annualmente, la Provincia prefisserà, dunque, gli spazi disponibili in relazione ai flussi conosciuti di iscrizione nelle scuole, per notificarli agli istituti, in modo da fornire elementi utili per l autolimitazione della crescita delle iscrizioni, laddove esse sforino le disponibilità degli edifici provinciali, o, comunque, per l attivazione di misure alternative all organizzazione delle lezioni, quali l utilizzo dei pomeriggi e delle giornate del sabato. Prosegue nel 2007 l attività del gruppo di coordinamento tra i Servizi interessati all edilizia scolastica (Programmazione, Edilizia, Patrimonio, Istruzione), coordinato dal Presidente, allo scopo di ottimizzare l utilizzo degli spazi scolastici in funzione della programmazione scolastica, nel triennio 2007-2009. Allo scopo, il programma prevede anche la possibilità di stipulare un accordo quadro col Centro servizi amministrativi del Ministero dell istruzione, per definire con un atto avente rilevanza normativa territoriale le regole generali sull utilizzo degli spazi e definire le regole per la gestione delle manutenzioni ordinarie e straordinarie delle scuole, nonché per l acquisizione da parte loro degli arredi. La Provincia intende valorizzare il proprio ruolo nella programmazione, che si esplica attraverso due modalità di intervento. In primo luogo, con la pianificazione pluriennale (con attuazione annuale per scorrimento) del fabbisogno di aule ed attrezzature. In secondo luogo, mediante il dimensionamento scolastico e la previsione dei nuovi indirizzi, scaturenti dalla concertazione con gli enti locali e le direzioni didattiche svolta nelle commissioni degli ambiti territoriali scolastici, nelle quali la Provincia coordina e recepisce le proposte di nuovi dimensionamenti ed indirizzi di studio, per rivolgerle alla Regione. Il programma, allo scopo, prevede la creazione di organismi di concertazione tra Provincia e dirigenti scolastici, per estendere la condivisione nella programmazione di cui sopra. Nel medio periodo, le funzioni relative all istruzione scontano la ventilata ulteriore riforma della scuola, preannunciata come rivisitazione della disciplina contenuta nel decreto legislativo n. 226 del 17 ottobre 2005, attuativo della legge Moratti, contenente le norme generali e i livelli essenziali relativi alle prestazioni del secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione. Le funzioni di programmazione, pertanto, nel medesimo medio periodo non possono essere definite con maggiore dettaglio, visto che sarà fondamentale comprendere scelte strategiche, quali la conferma o meno del sistema dei passaggi dalla scuola alla formazione. Laddove tale sistema dovesse essere eliminato, si potrebbe determinare un rilancio fortissimo degli istituti tecnici, che nel corso degli ultimi anni avevano perso, invece, iscrizioni in favore dei licei, con una ridistribuzione forte della popolazione scolastica. Infatti, si potrebbe determinare una trasmigrazione di rilevante parte degli studenti inseriti nei percorsi di formazione dei centri di formazione professionale verso gli istituti scolastici superiori. Oltre alla gestione ordinaria, che comporta anche il trasferimento di risorse finanziarie direttamente agli istituti, il programma prevede il miglioramento operativo volto a garantire la ricerca di procedure sempre più efficaci ed efficienti di programmazione e pianificazione; allo scopo si attuerà il costante

aggiornamento e l'informatizzazione dei dati sullo stato degli Istituti (sedi, arredi, attrezzature, popolazione scolastica e provenienza della stessa, finanziamenti, etc.) per affrontare e risolvere con maggior efficacia i problemi che emergeranno di volta in volta nel corso degli anni scolastici. Nel programma è prevista l'assegnazione di specifici contributi a sostegno di progetti culturali e formativi riguardanti le scuole, secondo i criteri e le modalità previsti specificamente dal regolamento provinciale per la concessione di contributi e di vantaggi economici. 3.4.2 - Motivazione delle scelte Il programma dell'istruzione è finalizzato ad assicurare una efficiente programmazione dello sviluppo e delle esigenze del sistema scolastico provinciale nel medio e lungo periodo, attraverso la stesura di un completo e preciso programma scorrevole triennale del fabbisogno scolastico, aggiornato nel continuo alle evoluzioni del sistema stesso e coordinato con il piano degli interventi edilizi e dei trasporti. 3.4.3 - Finalità da conseguire 3.4.3.1 - Investimento Le spese di investimento sono sostanzialmente destinate ad un programma triennale di acquisto di arredi scolastici, proseguendo il progetto di sostituzione di quelli vetusti o non più adeguati. 3.4.3.2 - Erogazione di servizi di consumo I servizi di consumo sono destinati ad assicurare la efficace ed efficiente gestione delle scuole e delle attività connesse. 3.4.4 - Risorse umane da impiegare Le risorse umane destinate al programma sono quelle che la dotazione organica assegna al servizio istruzione. 3.4.5 - Risorse strumentali da utilizzare Le risorse strumentali per la realizzazione del programma consistono essenzialmente in quelle informatiche descritte nell inventario dell Ente 3.4.6 - Coerenza con il Piano/Regionale/di Settore Il programma è coerente con la programmazione regionale nel settore dell istruzione.

3.4 - PROGRAMMA N. 5 POLITICHE ATTIVE PER IL LAVORO (codice contabile 11) n. -- progetti nel programma referente politico: Virgilio Zampieri responsabile: Luigi Oliveri obiettivo strategico di riferimento: qualità dei servizi prestati alla persona 3.4.1 - Descrizione del programma Le stime prodotte nel 2006 dall Indagine Continua sulle Forze di Lavoro dell ISTAT per il 2005 delineano un passaggio positivo nel processo di incontro domanda/offerta di lavoro sul territorio veronese, a testimonianza di un ritrovato appeal del mercato del lavoro locale per coloro che si erano posti al suo esterno per autoesclusione. Nel 2005 il tasso di disoccupazione è risultato al 4,4%, molto prossimo a quello regionale veneto (4,2%), e largamente inferiore a quello italiano (7,7%) ed europeo in generale (7,9% nell Europa dei 15). Il tasso di disoccupazione provinciale regge bene il confronto con quelli medi di importanti Nazioni, come Regno Unito (4,7%), Stati Uniti (5,1%) e Giappone (4,4%). La dimensione della disoccupazione nel veronese, pari a 17.000 persone in cerca di un impiego, che corrisponde in quota al 19% del totale regionale (circa 91.000), si riduce di un migliaio di unità rispetto all anno precedente, un calo che riguarda solo le donne (da 11.500 a 10.000 circa). Prosegue l espansione della forza lavoro veronese (+1,3% nel 2004, +1,8% nel 2005) che conta 389.000 attivi, pur nel contesto demografico di una crescita moderata della popolazione residente in età lavorativa tra i 15 e i 64 anni: le forze lavoro sono risultate 580.000 al 31 dicembre 2005, +0,6% rispetto al 2004, dopo il +0,7% dell anno precedente (con la legge finanziaria per il 2007 si prevede l innalzamento dell età iniziale lavorativa a 16 anni). L occupazione (397.000 unità, +2,2% rispetto al 2004) ottiene uno dei migliori avanzamenti in tutto il Veneto, con ritmi di nuovo confrontabili con il biennio 2002-2003. Nel complesso, la crescita riguarda solo il versante del lavoro dipendente (277.000, +5,3%), a discapito di quello autonomo (101.000, -6,5%). I centri per l impiego gestiti dalla provincia e presenti sul territorio sono sei, presso i quali sono registrate e gestite globalmente 72.230 aziende veronesi, delle 99.118 iscritte nell anno 2005 alla Camera di Commercio di Verona, che costituiscono il potenziale bacino d utenza dei Cpi. Le aziende hanno utilizzato anche i centri per l impiego per il reclutamento del personale. Il collocamento mirato presenta 4.183 iscritti (sia disabili che delle fasce protette). Il programma inerente alle politiche attive del lavoro, oltre alla gestione ordinaria, si prefigge il compito di consolidare l opera di trasformazione dei Centri per l Impiego (CPI) in vere e proprie agenzie di intermediazione, ricerca e selezione del personale, come previsto del decreto legislativo n 276/2003, di riforma del lavoro in attuazione della legge n. 30/2003. Nel biennio 2007/2008 il programma prevede il consolidamento dell attività di mediazione della domanda e offerta di lavoro, attraverso azioni di potenziamento del servizio di accompagnamento al lavoro e di preselezione del personale richiesto dalle aziende. In particolare, conclusa la sperimentazione di un modello di agenzia sociale ai sensi dell articolo 13 del d.lgs 276/2003 effettuata nel corso del 2005-2006 nell ambito delle attività finanziate dal Fse, si intende consolidare il sistema, mediante l applicazione del manuale dei servizi per l impiego e dello specifico capitolo dedicato all accompagnamento al lavoro, adottandolo quale direttiva operativa per la costituenda agenzia sociale nel territorio veronese. Nel corso della sperimentazione nell Ambito Fse, infatti, si sono non solo studiati i sistemi operativi, ma anche i modelli operativi dell agenzia sociale, individuando il migliore in una società consortile priva di lucro, aderente ad altra società consortile autorizzata in campo nazionale per le funzioni di intermediazione, ricerca e selezione del personale. Detto modello è stato fornito alla Regione, allo scopo di collaborare ai fini della redazione del disegno di legge regionale di riforma della legge regionale 31/1998, tendente ad attuare in Veneto la riforma Biagi. In particolare, nel 2007 proseguirà la collaborazione con la Regione nella definizione delle regole operative dell agenzia sociale, così da poter ottenere la sua effettiva costituzione nel territorio provinciale. Il che

consentirà alla Provincia di Verona, nell immediato, di avvalersi dell operato dell agenzia, in attuazione del principio di sussidiarietà orizzontale e delle disposizioni dell articolo 13, commi 7 e 8, del d.lgs 276/2003, per progetti di accompagnamento al lavoro, mediante specifica convenzione che preveda l assegnazione di un contributo finanziario allo scopo; per valutare la possibilità di una successiva partecipazione diretta al capitale sociale dell agenzia. La conferma della partnership pubblico-privato nelle funzioni di accompagnamento al lavoro delle categorie protette viene considerata obiettivo di medio periodo, valevole anche per le annualità 2008 e 2009, quale strumento per non abbassare il livello della qualità dei servizi per l impiego, in un momento di riduzione delle risorse ed incremento notevole dei carichi di lavoro amministrativo. La legge finanziaria per il 2007, infatti, introduce l obbligo di effettuare le comunicazioni relative ad assunzioni, cessazioni e trasformazioni dei rapporti di lavoro in capo a soggetti che prima ne erano esentati, quali enti pubblici, cooperative sociali, gli imprenditori agricoli; inoltre, dal punto di vista oggettivo, le comunicazioni comprenderanno rapporti quali stages, collaborazioni a progetto, socio lavoratore in cooperativa e associazioni in partecipazione. Si prevede, a regime, un fortissimo incremento dei dati che i Centri per l impiego dovranno trattare, visto che l introduzione obbligatoria delle comunicazioni on-line a carico dei datori di lavoro non si prevede possa operare a regime prima del 2008. Per questa ragione, il programma, per fare sì che i Cpi non limitino lo svolgimento delle sole funzioni di accoglienza e gestione amministrativa, oltre alla partnership pubblico-privato, prevede anche l affidamento del servizio di data entry, da effettuare con gara riservata alla cooperazione sociale, per valorizzare il beneficio sociale dell immissione di categorie svantaggiate nel mercato del lavoro, con un importante sforzo economico, che durerà non meno di un biennio. Si prevede, inoltre, nel 2007 la modifica del sistema informativo lavoro veneto (Silv), che comporterà rilevanti modifiche nel software operativo utilizzato dai Cpi e, dunque, iniziali conseguenze nella gestione delle attività, con necessità di nuovo aggiornamento del personale e modifiche degli iter procedimentali. Allo scopo, comunque, di favorire l approccio dei cittadini al mercato del lavoro ed ai suoi servizi, il programma prevede l impianto di un portale informativo interattivo e multicanale (WebLavoro), specializzato nell offrire strumenti per la ricerca di lavoro, di formazione, di percorsi di carriera e tutti i supporti necessari all attività lavorativa, con accesso aperto al mondo delle associazioni datoriali e dei lavoratori; nel 2008 il portale sarà messo a regime, verificando la possibilità di connettere la sua base dati con quella del Silv e della Borsa Lavoro, per poi andare a regime con ulteriori potenziamenti, da progettare nel corso del 2008. Il programma prevede, ancora, azioni finalizzate al miglioramento delle possibilità di inserimento lavorativo a beneficio di categorie svantaggiate (disoccupati da oltre 24 mesi, over 50, famiglie monogenitoriali, donne in reinserimento lavorativo, giovani inoccupati da oltre due anni dal conseguimento di un titolo di studio o professionale). Una volta che divenga vigente il disegno di legge regionale di riforma del mercato del lavoro, si prevede la messa a regime entro il 2009 della gestione di sistemi di outplacemtent, finalizzati ad evitare l espulsione dal mercato del lavoro di dipendenti coinvolti da crisi aziendali, mediante la creazione di processi di formazione mirata alla loro ricollocazione nell ambito di aziende in salute, appartenenti a comparti non intaccati da crisi operative, avvalendosi sempre della partnership con privati e della possibilità di chiedere alle aziende la compartecipazione agli oneri organizzativi delle iniziative. Inoltre, si conferma il sistema di certificazione delle competenze delle persone in cerca di lavoro, di due tipi: la certificazione delle competenze trasversali (conoscenza di lingue straniere, alfabetizzazione informatica, normativa sulla sicurezza sul lavoro, elementi di contrattualistica del lavoro); nonché le competenze aziendali, intese come certificazione della piena corrispondenza non solo tra profilo professionale richiesto e curriculum del candidato preselezionato, ma anche tra le effettive mansioni lavorative sul posto e le concrete capacità lavorative, testate mediante una prova selettiva strutturata in azienda, in convenzione con Cfp privati o, anche, avvalendosi dei Cfp provinciali. Il programma prevede la prosecuzione dell attivazione di convenzioni generali con aziende di grandi dimensioni, per instaurare una collaborazione con esse,

ai fini della preselezione e la certificazione dei lavoratori, attivando in particolare gli sportelli lavoro nelle scuole: nel 2007, in particolare, si prevede l avvio di una convenzione con Rfi (Rete ferroviaria italiana), in vista dei lavori relativi all alta velocità nel territorio veronese e del possibile spostamento dello scalo merci da Santa Lucia al Quadrante Europa. Il programma è completato con le attività rivolte ai lavoratori diversamente abili, tramite azioni di incentivazione rivolte alle aziende per le assunzioni mediante convenzioni e tirocini aziendali, allo scopo di favorire il più possibile un collocamento effettivamente mirato e selettivo, a misura di azienda e lavoratore. Particolare rilievo ha, nell ambito del programma, l intervento finanziario mediante contributi a sostegno di iniziative di soggetti terzi, compatibili con gli obiettivi generali qui indicati, in applicazione, in particolare, del principio della sussidiarietà orizzontale. Si prevedono, dunque, contributi particolarmente finalizzati al sostegno di iniziative a sostengo delle politiche attive per il lavoro promosse da soggetti impegnati in questo settore, con specifico riferimento ad interventi suppletivi rispetto alle azioni di competenza delle amministrazioni pubbliche, nonché sostegni finanziari alle associazioni di promozione sociale, di cui all articolo 4, comma 1, lettera c), della legge 7 dicembre 2000, n. 383, nonché alle associazioni di volontariato. Il programma, inoltre, per l incremento delle opportunità di inserimento lavorativo dei disabili mediante un azione combinata con le Ulss ed il loro servizi di integrazione lavorativa, il Comune di Verona e la cooperazione sociale, prevede la gestione, nel corso del 2007 e 2008 di un progetto finanziato dalla Fondazione Cariverona, finalizzato ad istituzionalizzare modalità operative per rendere più efficiente il sistema del collocamento mirato, in particolare dei disabili con grave svantaggio. Si ritiene strategica la collaborazione con convenzionamento con Italia Lavoro ed aziende di outplacement. Particolare rilievo ha, nell ambito del programma, l intervento finanziario a sostegno di iniziative connesse alla gestione delle politiche attive del lavoro, compatibili con gli obiettivi generali qui indicati, in applicazione, in particolare, del principio della sussidiarietà orizzontale. Si prevedono, dunque, contributi particolarmente finalizzati al sostegno di iniziative in favore di azioni di terzi utili ai servizi per l impiego, promosse da enti non aventi scopo di lucro impegnati in questo settore. 3.4.2 - Motivazione delle scelte Considerato che la realtà provinciale è da considerarsi ad alta occupazione, il programma, pur sviluppando azioni tese all incontro domanda e offerta di lavoro che rimane l obiettivo primario dell attività dei centri per l impiego, punta principalmente sullo sviluppo della qualità dei servizi offerti, con la formazione di professionalità interne e il coinvolgimento dei centri di formazione professionale. Le scelte effettuate tendono inoltre a dare attuazione agli standard operativi fissati dal masterplan regionale per il lavoro. 3.4.3 - Finalità da conseguire 3.4.3.1 Investimento e sviluppo. Le risorse in conto capitale sono essenzialmente destinate al rinnovo di arredi e strumentazione dei vari centri per l impiego e della formazione. 3.4.3.2 Erogazione servizi di consumo. I servizi di consumo previsti dal programma sono dettagliatamente descritti al punto 3.4.1.

3.4.4 - Risorse umane da impiegare Le risorse umane destinate al programma sono quelle che la dotazione organica assegna al settore politiche attive per il lavoro, tenuto conto delle vacanze dovute ai vincoli per le nuove assunzioni derivanti dalle vigenti leggi finanziarie. In considerazione dei contenuti specialistici di alcune attività del programma le risorse umane interne potranno essere affiancate da collaborazioni esterne ad alto contenuto professionale. 3.4.5 - Risorse strumentali da utilizzare Le risorse strumentali per la realizzazione del programma consistono essenzialmente in quelle informatiche descritte nell inventario dell Ente. 3.4.6 - Coerenza con il Piano/Regionale/di Settore Il piano provinciale di settore è stato riconosciuto, in sede di tavolo tecnico, conforme al piano regionale in corso di approvazione. Il programma è diretto in generale ad attuare le previsioni del masterplan regionale.

3.4 PROGRAMMA N. 6 POLITICHE RELATIVE ALLA SICUREZZA (codice contabile 15) n. -- progetti nel programma referente politico: Giovanni Codognola responsabile: Ferdinando Cossio obiettivo strategico di riferimento: qualità dei servizi prestati alla persona 3.4.1 Descrizione del programma Il Progetto Sicurezza si inserisce nel complesso sistema di funzioni di controllo e vigilanza del territorio che la Provincia promuove mediante l impiego del Corpo di Polizia Provinciale. In materia di sicurezza, pertanto, il Corpo di Polizia Provinciale svolgerà attività di pianificazione e di sviluppo di forme di collaborazione e cooperazione con le Autorità di Pubblica Sicurezza dello Stato e con gli enti locali territoriali, nonché attività di intervento finalizzate al miglioramento dei livelli di vivibilità e di sicurezza sociale. In tali contesti verranno attuati accordi e stilati protocolli di intesa con le competenti Autorità, finalizzati alla realizzazione ed alla gestione di un sistema di videosorveglianza provinciale mediante la costituzione di una centrale provinciale per la sicurezza che verrà collegata con i sistemi comunali di videosorveglianza nonché con i dispositivi di controllo installati su alcuni cavalcavia autostradali, come da progetto cofinanziato con i fondi messi a disposizione dalla Regione Veneto e previsti dalla legge regionale 7 maggio 2002, n. 9 Interventi Regionali per la promozione della legalità e della sicurezza. S intende, inoltre, proseguire sulla strada già intrapresa di informatizzazione e d automazione dei sistemi proponendo la realizzazione di un nuovo progetto pilota per la videosorveglianza dell area provinciale. In particolare verranno individuate diverse zone sensibili considerate d accesso alla provincia, le quali, se connesse da una struttura di networking, potranno essere utilizzate per un più efficace controllo del territorio. Alcune vie principali di accesso al territorio provinciale, infatti, confluiscono su grandi rotatorie ubicate all interno del territorio che rappresentano i cosiddetti varchi di accesso per entrare nell area provinciale, potranno pertanto essere utilizzate per il monitoraggio e il controllo dei veicoli che costantemente, in ingresso e in uscita, in esse vengono a transitare. Il progetto si sostanzierà quindi nella installazione di dispositivi tecnologici di riconoscimento e di sorveglianza sui suddetti varchi con la finalità sia di individuare automaticamente eventuali veicoli rubati (mediante l immediata comparazione delle targhe rilevate con l elenco delle targhe dei veicoli oggetto di furto e con contestuale allerta delle centrali operative collegate), sia di attivazione delle forze dell Ordine connesse al sistema in caso di ingorghi nei varchi d accesso (per consentire un rapido intervento degli operatori per lo smaltimento del traffico), nonché per un controllo video a remoto sulle rotatorie stesse (anche utilizzando le immagini registrate per ricostruire la dinamica di eventuali incidenti stradali documentati). Tali sistemi tecnologici oltre a mirare ad infondere nelle comunità locali un maggiore senso di sicurezza sociale e di legalità, saranno di stimolo e di supporto nei confronti di Autorità, Enti ed Istituzioni chiamati direttamente a gestire la complessa materia del controllo del territorio. Verranno elargiti contributi ai Comuni e ad altri Enti per progetti in materia di sicurezza: videosorveglianza; strumenti in grado di aumentare la sicurezza nonché attività d informazione. Il Corpo di Polizia Provinciale svolgerà azioni di intervento diretto che si possono così riassumere: - servizi autonomi in materia di sicurezza stradale sulle arterie maggiormente trafficate e considerate a rischio del territorio provinciale, anche attraverso l utilizzo di strumentazione adeguata; - servizi su richiesta delle competenti Autorità di Pubblica Sicurezza (Prefettura e Questura) ed a supporto delle medesime, finalizzati alla deterrenza di

episodi criminosi (presenza visibile nei pressi di obiettivi ritenuti sensibili). Verranno, poi, intraprese iniziative informative volte a sottolineare il ruolo svolto dalla Provincia a tutela della sicurezza del cittadino, nell ambito del piano di comunicazione istituzionale dell Ente. Informare i cittadini delle conseguenze sull acquisto di merce contraffatta. Fa parte delle campagne di visibilità anche la promozione della partecipazione del Corpo ad iniziative ufficiali che avranno luogo sul territorio provinciale con la presenza delle altre Forze di Polizia (cerimonie, manifestazioni, ecc). Per quanto concerne l attività relativa ai così detti flussi migratori, con riferimento alle politiche abitative, la Provincia proseguirà nell opera di attuazione delle convenzioni siglate con gli altri enti del territorio (Ater, ecc.) per l attuazione dell accordo di programma tra le province e la Regione Veneto relativamente all area alloggio in materia di politiche sociali per l immigrazione; tale attività verrà svolta anche in collaborazione con il servizio alla persona e alla comunità al fine di monitorare le risultanze. Verranno poi intraprese iniziative per far conoscere alla popolazione i risultati del monitoraggio sull immigrazione realizzati dalla Regione Veneto. Potranno inoltre essere elargiti dei contributi a favore dei Comuni e delle Associazioni per quanto riguarda: incontri con comunità veronesi all estero ed attività di informazione volta a diffondere la realtà e le iniziative dalle stesse comunità realizzate o promosse; corsi di perfezionamento della lingua italiana; sostegno all associazionismo; centro di documentazione e ricerca; borse di studio; sostegno ad iniziative promosse dai Comuni e associazioni; promozione di iniziative culturali; scambio tra giovani veronesi e giovani oriundi veronesi (nonché programmi formativi a loro rivolti); soggiorno in provincia di immigrati; rimborso ai comuni per interventi di prima sistemazione. 3.4.2 Motivazione delle scelte - necessità di una maggiore sicurezza sociale; - stimolo e, ove necessario, supporto nei confronti di Enti ed istituzioni direttamente competenti in materia di controllo del territorio; - collaborazione con le altre Forze dell Ordine nel Comitato Provinciale per l Ordine e la Sicurezza pubblica per garantire le legittime esigenze di legalità e ordine che provengono dalle comunità locali; - intensificazione del ruolo attivo e propositivo della Provincia per garantire maggiore integrazione delle popolazioni immigrate. 3.4.3 Finalità da conseguire 3.4.3.1 Investimento: acquisizione ed ottimizzazione di attrezzature tecnologiche. 3.4.3.2 Erogazione di servizi di consumo: relative alle singole attività specificate negli indirizzi programmatici 3.4.4 Risorse umane da impiegare Sono quelle assegnate dalla dotazione organica alle strutture provinciali di riferimento, adeguatamente incrementate. 3.4.5 Risorse strumentali da utilizzare Sono quelle in dotazione alle strutture di riferimento, adeguatamente incrementate da ulteriori acquisizioni che si faranno nel corso dell anno 2007. 3.4.6 Coerenza con il piano/i regionale/i di settore L Ente esplica la propria attività uniformando i propri programmi agli indirizzi statali e regionali in materia di pubblica sicurezza.

3.4 PROGRAMMA N. 7 PROMOZIONE DELLA CULTURA (codice contabile 10) n. -- progetti nel programma referente politico: Presidente, Elio Mosele - Matteo Bragantini responsabile: Luigi Oliveri obiettivo strategico di riferimento: qualità dei servizi prestati alla persona 3.4.1 Descrizione del programma Il territorio veronese si presenta molto ricco dal punto di vista dell offerta culturale; numerose sono le iniziative a livello locale, legate alla tradizione, che caratterizzano le singole località, ma più visibili sono le iniziative a respiro nazionale ed internazionale, in principal modo nel capoluogo scaligero, dove soprattutto la stagione lirica dell anfiteatro areniano attira annualmente oltre mezzo milione di visitatori e rappresenta un palcoscenico a livello mondiale per l intera provincia. In tale contesto, il programma include anche una revisione dei rapporti finanziari della Provincia con l Accademia Cignaroli, il Cea, il Consorzio degli studi universitari ed altre entità culturali presenti sul territorio, allo scopo di consolidare la rete dei soggetti impegnati nel mondo della cultura. Verranno intensificati i rapporti con l Università, la fondazione Salieri, le accademie ed i centri di ricerca scientifica. Il programma, inoltre, prevede un forte intervento di promozione della cultura nel territorio della provincia mediante il sostegno alla Fondazione Arena di Verona, in prosecuzione delle attività poste in essere negli esercizi 2005 e 2006 finalizzati a studiare la fattibilità dell intervento della Provincia nella Fondazione Arena. Il programma contempla la prosecuzione di progetti volti alla valorizzazione della cultura popolare veneta, con iniziative dirette al sostegno di manifestazioni locali di particolare rilievo, anche in relazione con iniziative di altri territori fuori dei confini provinciali. Nel 2006 è stata confermata la partecipazione alla Fondazione Atlantide Teatro Stabile di Verona, cui l amministrazione provinciale, con nuovo contratto di servizio biennale, ha affidato anche per il 2007 la gestione del servizio pubblico non di rilevanza economica relativo all organizzazione di eventi relativi alla cultura (ivi compresi convegni) ed allo spettacolo: in particolare le manifestazioni estive Provincia in Festival e Festival Folk ed ogni altra in programma, prevista dal contratto, o da accordi con Regione, amministrazioni locali, associazioni, enti e forme associate degli enti locali. In particolare si prevede la prosecuzione dell accordo di programma con la Regione per lo svolgimento e l affermazione anche nazionale delle successive edizioni del Festival Folk, approdato nel 2006 anche in Arena di Verona. Particolare rilievo ha, nell ambito del programma, l intervento finanziario mediante contributi a sostegno di iniziative di soggetti terzi, compatibili con gli obiettivi generali qui indicati, in applicazione anche del principio della sussidiarietà orizzontale. Sono previsti contributi finalizzati al sostegno alle iniziative culturali e di spettacolo promosse da enti locali, associazioni e operatori del settore culturale, perseguendo nel sostegno la più ampia copertura del territorio e delle diverse tipologie artistiche, locali e di qualità. Verrà rafforzata la nuova rete di relazioni con i Comuni realizzata nel biennio 2005-2006 per caratterizzare tale sostegno della più ampia diffusione e condivisione dei progetti e degli indirizzi di promozione culturale della provincia e favorendo in particolare i progetti culturali realizzati in sinergia tra più soggetti in rete sul territorio. Si confermano, ovviamente, gli interventi di sostegno allo spettacolo previsti dall articolo 147, comma 2, della legge regionale 11 aprile 2001, n. 11, con l adozione nel 2007 all interno del regolamento contributi della provincia di specifici criteri di assegnazione.