Appuntisett.doc page 1 di 4 APPUNTI DI STORIA: ASPETTI DEL SETTECENTO ECONOMIA Fra il 500 e il 700 nasce un nuovo modo di produzione della ricchezza che nell 800 sarà definito Capitalismo. Il C. è un modo di produzione della ricchezza che si basa sul capitale. Il Capitale è l insieme di mezzi, in termini di risorse mobili e/o immobili, che vengono impiegati per avviare un attività destinata alla produzione di ricchezza. Per questo un capitale è diverso da un tesoro. Il capitalista è colui che disponendo di un capitale decide di impiegarlo per impiantare un attività destinata a produrre una ricchezza da cui potrà trarre un profitto. Per il periodo compreso fra il 500 e il 700 si parla di Capitalismo commerciale, per il 700 si parla di un Capitalismo agrario nascente, per l 800 si parla di Capitalismo industriale. In questo contesto noi prenderemo in considerazione la fase di trasformazione da una diffusa economia pre-capitalistica a quella capitalistica. Se nel Medioevo l economia è basata prevalentemente sull agricoltura, anche se in alcuni casi sussiste la presenza di un economia commerciale sviluppata (Repubbliche marinare) ed artigianale (Firenze, Fiandre, Hansa ), successivamente si svilupperanno attività di tipo commerciale e di tipo manifatturiero che progressivamente si imporranno come attività principali in alcune aree europee dove si affermerà un economia di tipo capitalistico. Nel Medioevo l economia è ancora in gran parte legata alla sussistenza e dunque i prodotti agricoli e artigianali sono destinati a soddisfare esigenze limitatissime per quanto riguarda i ceti bassi della popolazione, mentre i prodotti di lusso, destinati al commercio, riguardano una domanda ristretta perché rivolta ad una minoranza della popolazione. L economia è essenzialmente chiusa, gli scambi sono limitati e riguardano un numero limitato di beni. Il flusso dei commerci internazionali riguarda soprattutto il volume di scambi con l Oriente da cui si importano merci preziose (seta, ecc ) determinando un flusso di oro da ovest verso est. Con lo sfruttamento e l importazione di metalli preziosi dalle colonie americane si aprono maggiori possibilità per aumentare il volume di affari. Nascono le prime Compagnie commerciali con l appoggio dei sovrani, mentre si avviano i primi conflitti per il controllo di aree di mercato ( colonie) e di rotte commerciali. I governi attuano politiche mercantiliste secondo cui lo Stato interviene come soggetto economico, nella realizzazione, talvolta, come in Francia di manifatture statali (Gobelins) per aumentare le entrate nelle proprie casse. Gli Stati, per difendere l economia nazionale, ricorrono a forme di protezionismo finalizzato ad impedire le importazioni di prodotti esteri (soprattutto di lusso) considerate economicamente negative, perché aumentano la fuoriuscita di denaro dallo Stato verso i paesi esportatori.
Appuntisett.doc page 2 di 4 In questa fase, soprattutto in Inghilterra, si avviano profonde trasformazioni che riguardano lo sfruttamento delle terre. Tra il 500 e il 700 si attua una politica di recinzione delle terre per un uso economico più produttivo rispetto al sistema cosiddetto di open fields. La recinzione di terra serviva ai grandi proprietari per averne un uso esclusivo a pascolo o agricolo più intensivo. L idea di fondo è comunque quello di ottenere un profitto superiore alla semplice rendita che la proprietà di un terreno può dare. La politica delle recinzioni si accompagna ed è sostenuta da una serie di leggi che tutelano sempre di più il diritto esclusivo della terra da parte del proprietario, facendo venire meno quelli che si chiamavano gli usi civici o comuni della terra. Con il filosofo John Locke nel Trattato sul governo civile del 1790, viene rivendicata la proprietà privata come un diritto naturale. Il filosofo dimostra e giustifica anche la coesistenza di grandi proprietari con piccoli proprietari e/o nullatenenti, ovvero di ricchi e poveri. La terra, in questo modo, diventa una forza produttiva che può essere intensivamente sfruttata dal proprietario. Va da sé che essa deve essere liberata dai vincoli che ne ostacolano le potenzialità economiche. La terra deve poter essere venduta, divisa, affittata, ecc.. senza vincoli di tipo feudale come la proprietà eminente, la manomorta, il fedecommesso per i beni ecclesiastici. Per questi motivi si affermano idee nuove come quelle della fisiocrazia (lett. potere della terra) che nasce in Francia con Quesnay, Turgot, ecc.. I fisiocratici sono convinti che solo l agricoltura sia un attività produttiva in quanto, alla fine del ciclo economico, la quantità di materia ottenuta è superiore a quella iniziale. L industria, per questi autori, non è produttiva in quanto si limita semplicemente a trasformare la materia (es. il minerale diventa un manufatto). Possiamo sintetizzare il programma della fisiocrazia nel motto lasciar fare, lasciar passare : favorire la libera iniziativa e la libera circolazione delle merci. La fisiocrazia predica il liberismo economico, ovvero la concezione che sostiene la bontà del libero mercato e della libera iniziativa. È una posizione polemica con il protezionismo mercantilista. I fisiocratici assumono le idee riformatrici dell Illuminismo; essi sostengono riforme in senso liberale e liberista e spingono i sovrani ad agire in questa direzione. Per quanto riguarda l economia manifatturiera fra il 600 ed il 700 avremo, soprattutto in Inghilterra, l affermarsi del putting-out-system (sistema domestico), attuato grazie all intraprendenza del mercante imprenditore che, per non sottostare ai prezzi troppo elevati delle manifatture delle corporazioni cittadine, si rivolge direttamente ai contadini a cui consegna la materia prima che poi, dopo la lavorazione, (es. filatura, tessitura ) passa a ritirare pagandola un prezzo minore e, dunque, con maggiori possibilità di profitto al momento della vendita. L intraprendenza economica e l apertura al mercato sia della terra che del lavoro, costituiscono, insieme alla proprietà privata ed alla fine delle corporazioni, importanti prerequisiti per il sistema capitalistico di produzione. Si capisce che il profitto può derivare non solamente dal commercio di prodotti esotici e/o di lusso ma anche dalla produzione di beni che possono essere venduti ad un ampia fascia di popolazione. Si inizia quindi ad investire in attività non più esclusivamente commerciali, ma anche produttive, per la realizzazione di prodotti a buon mercato che abbiano un target più
Appuntisett.doc page 3 di 4 esteso. Si capisce che il profitto non è dato esclusivamente dalle manifatture di lusso, ma anche da prodotti di valore modesto che, però, hanno un mercato molto più ampio. Il profitto, insomma, si può ottenere non solamente dalla qualità, ma anche dalla quantità della produzione. Per alcuni distretti in cui la popolazione è prevalentemente impegnata in attività lavorative produttive e quindi non agricole, gli storici parlano di <<protoindustrializzazione>>. Nel 1776 lo scozzese Adam Smith scrisse il Saggio intorno alle cause ed all origine della ricchezza delle nazioni in cui sostiene temi liberisti e liberali. Smith è considerato il padre dell Economia Politica, ovvero di quella disciplina che studia il modo in cui viene prodotta e distribuita la ricchezza nella società. Smith è convinto che la ricchezza delle nazioni dipenda non dal denaro posseduto (mercantilismo) o dal tipo di attività produttiva (Fisiocrazia) bensì dal lavoro. È il lavoro la forza produttiva che produce ricchezza. Per favorire lo sviluppo del lavoro è necessario, quindi, che i sovrani realizzino riforme atte a favorire la libera iniziativa, la libera circolazione delle merci ed il libero mercato dove l incontro della domanda e dell offerta favorirà un rapporto di libera concorrenza fra tutti i soggetti economici, così da fare in modo che si crei una sorta di selezione naturale fra le imprese che, per essere competitive, dovranno immettere sul mercato prodotti migliori a prezzi più bassi. Smith è convinto che ogni uomo, nella società in cui si trova, sia fondamentalmente egoista ovvero orientato a perseguire come prioritario il suo interesse personale. L effetto secondario, ma importante per Smith, è che nel perseguire il proprio interesse ogni individuo involontariamente dà un contributo all interesse sociale. Il progresso sociale è una conseguenza del progresso individuale; Smith parla di una sorta di <<mano invisibile>> di Dio che riesce ad armonizzare l interesse individuale con quello sociale. Smith parla di merce, ovvero di un prodotto realizzato solo per essere immesso sul mercato. Ogni merce incorpora un valore d uso (l utilità) ed un valore di scambio (il valore con cui una merce può essere scambiata). Il valore di scambio è commisurato in base al lavoro necessario alla produzione della merce stessa. Tanto maggiore è la quantità di lavoro necessario a produrre una merce tanto maggiore sarà il suo valore. Smith si convince che, per aumentare la ricchezza, è necessario rendere sempre più produttivo il lavoro attraverso una sua organizzazione che razionalizzi il processo produttivo per renderlo più efficiente (se un operaio produce spilli ed esegue materialmente tutte le fasi della produzione di essi, alla fine della giornata avrà prodotto un numero X di spilli; se invece in un officina le fasi di lavorazione della produzione di spilli sarnno suddivise fra vari operai, di modo che ognuno svolga sempre e soltanto la stessa fase, alla fine avremo una quantità di spilli Y > X. La teoria del valore di Smith sarà ripresa dall economista Inglese Davide Ricardo e successivamente anche da Karl Marx.
Appuntisett.doc page 4 di 4 ILLUMINISMO In questo contesto settecentesco le idee di cui sopra si affermano in un ambito intellettuale caratterizzato dall Illuminismo. Lo spirito dell illuminista, riprendendo Kant, consiste nell avere il coraggio di usare autonomamente la propria ragione per valutare sistematicamente tutti gli aspetti della cultura, della società, della politica, della tradizione, della religione, ecc con lo scopo di eliminare o modificare quegli aspetti che impediscono un libero sviluppo delle potenzialità umane nella direzione della ricerca della felicità (diritto naturale riconosciuto a tutti gli uomini), dell eguaglianza, della libertà, della tolleranza, della prosperità, della sicurezza. La figura tipica dell illuminista è quella del Philosophe ovvero dell intellettuale esperto in vari campi del sapere, in grado di esprimere autorevoli opinioni su diversi temi. I philosophe produrranno una quantità di scritti spesso polemici, pamphlet, in cui esprimono le contrarietà o l approvazione su svariati argomenti politici, economici, giuridici, culturali, scientifici, ecc Ma l opera che meglio esprime lo spirito del tempo è L ENCYCLOPÉDIE OU DICTIONNAIRE RAISONNÉ DES SCIENCES, DES ARTS ET DES MÉTIERS, realizzata in varie edizioni fra il 1751 e gli anni sessanta del XVIII secolo, e destinata alla divulgazione di una sapere anche pratico che aiutasse ad apprendere attraverso l uso delle tavole (figure) le tecniche di lavorazione delle officine. È naturalmente osteggiato dalla Chiesa e dalla tradizione culturale aristocratica del tempo che si affidava ancora all autorità e che interpretava la divulgazione del sapere come un pericolo per il suo potere. La ragione illuminista è essenzialmente una ragione analitica che svolge una funzione critica nei confronti del sapere, della religione, della istituzioni politiche, ecc ecc. L età dell Illuminismo vedrà il progressivo affermarsi di quella che verrà chiamata la pubblica opinione, e gli illuministi ne condizioneranno le prese di posizione. L Illuminismo favorirà una riflessione su grandi temi come quello dei diritti naturali, sulla dignità della persona, sul sistema di comminazione delle pene, sulla schiavitù, contribuendo in questo modo alla formazione di un autocoscienza che costituisce il patrimonio fondamentale di quella cultura che oggi chiamiamo occidentale e di cui l Europa ne è la maggiore rappresentante. La cultura illuminista ha contribuito al processo di laicizzazione della cultura, della società, dello stato e, per questo, è considerata negativamente da quel conservatorismo clericale che aspira al ritorno ad una società fondata sul sacro come era nel Medioevo. La cultura illuminista, invece, favorisce il processo della conoscenza che affonda le sue radici nell Umanesimo e nella Rivoluzione Scientifica, sostenendo con grande fiducia la centralità dell uomo e delle sue capacità conoscitive. L Illuminismo è anche tolleranza, ovvero accettazione di pari dignità per coloro che seguono una confessione religiosa e/o esprimono un opinione politica diversa. Il contributo degli illuministi va riportato anche sul piano politico: Infatti alcuni sovrani in Italia (Toscana, Lombardia, Regno di Napoli, Ducato di Parma e Piacenza, Repubblica di Venezia) ed in Europa (Prussia, Austria, Inghilterra, Russia, ma non in Francia) hanno acquisito alcune idee dagli illuministi e, affiancati da ministri capaci, si sono fatti promotori di una serie di riforme dall alto, finalizzate soprattutto a
Appuntisett.doc page 5 di 4 modernizzare l apparato statale, a migliorare il sistema giudiziario e penale, ad incentivare lo sviluppo economico, a emancipare i sudditi ponendosi il problema dell allestimento di sistema educativo scolastico [dispotismo illuminato] che non fosse più di elusiva pertinenza della Chiesa. Per realizzare ciòi sovrani, talvolta, si sono trovati in contrasto con la Chiesa per la manifesta volontà di abolire privilegi ritenuti inutili, antiquati e dannosi per lo Stato, e per la volontà di iniziare ad occuparsi di settori (come il matrimonio, l educazione, i beni di manomorta, le congregazioni religiose ritenute inutili ) che erano stati monopolio ecclesiastico. L Illuminismo, da un lato, favorisce il dispotismo illuminato ma, dall altro, il pensiero democratico. La rivoluzione americana e quella francese sarebbero inconcepibili senza il contributo illuministico ad alcuni dei protagonisti di quegli eventi. L idea di essere protagonisti di eventi epocali che avrebbero trasformato il destino dei popoli coinvolse sia i patrioti americani (Dichiarazione d Indipendenza, 1776) sia i rivoluzionari francesi (Dichiarazione Universale dei Diritti dell Uomo e del Cittadino, 1789). Uno dei temi politici cari all Illluminismo fu il cosmopolitismo, ovvero l idea di essere cittadini del mondo, in uno spirito di eguaglianza, libertà, fratellanza e ricerca della felicità.