Effetti delle radiazioni su celle solari per applicazioni spaziali

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Space & ElectroOptics Business Unit Effetti delle radiazioni su celle solari per applicazioni spaziali Padova 5042005 A Finmeccanica Company

Effetti delle radiazioni su celle solari per applicazioni spaziali AGENDA Descrizione di un generatore solare per utilizzo spaziale Fotogenerazione Principali tipologie di celle solari Esempi di generatori solari Galileo Avionica heritage Descrizione dell ambiente operativo Meccanismi di degrado Modelli per la previsione delle caratteristiche fine vita JPL NRL Test di caratterizzazione a terra Ringraziamenti

Descrizione di un generatore solare per utilizzo spaziale Fotogenerazione Spettro solare 2000 AM0 1.367 mw/cm 2 Intensity (mw/cm 2 /nm) 1500 1000 500 0 300 675 1050 1425 1800 Wavelength (nm)

Descrizione di un generatore solare per utilizzo spaziale Fotogenerazione Spettri d assorbimento di Si e GaAs 1.E07 1.E06 1.E05 GaAs Si α (cm 1 ) 1.E04 1.E03 1.E02 1.E01 1.E00 200 300 400 500 600 700 800 900 1000 1100 Wavelength (nm) Il Si ha dominato sia il mercato terrestre che spaziale dagli inizi fino alla metà degli anni 90. Il GaAs, a partire dagli anni 90, è diventato una scelta obbligata per aumentare l efficienza di conversione

Giunzione PN Descrizione di un generatore solare per utilizzo spaziale Fotogenerazione E c E f E v emitter base depletion region window window p n Load e Photons ntype semiconductor ptype semiconductor O O Load e Photons ntype semiconductor ptype semiconductor O O ntype semiconductor ptype semiconductor O O ntype semiconductor ptype semiconductor ntype semiconductor ptype semiconductor ntype semiconductor ptype semiconductor O O

Descrizione di un generatore solare per utilizzo spaziale Fotogenerazione Efficienza di conversione Risposta della cella solare alla luce monocromatica: quantum efficiency/risposta spettrale Quantum efficiency = numero di coppie elettronelacuna per fotone 1.0 Si GaAs 0.8 Quantum Efficiency 0.6 0.4 0.2 0.0 200 400 600 800 1000 1200 Wavelength (nm)

Descrizione di un generatore solare per utilizzo spaziale Caratteristica I/V 150 100 Dark current Under illumination Current (ma) 50 0 50 InP current at short circuit, I sc voltage at open circuit, V oc maximum power, P mp FF = Pmp/(Voc Isc) Eff = Pmp/(solar constant) 100 0.0 0.2 0.4 0.6 0.8 1.0 Voltage (V)

Descrizione di un generatore solare per utilizzo spaziale Principali tipologie di celle solari Silicio monocristallino

Descrizione di un generatore solare per utilizzo spaziale Principali tipologie di celle solari Arseniuro di Gallio singola giunzione E g =1.42 ev

Descrizione di un generatore solare per utilizzo spaziale Principali tipologie di celle solari Arseniuro di Gallio multi giunzione AM0 Solar Spectrum (1367 W/m 2 ) E g =1.88 ev InGaP GaAs Ge E g =1.42 ev 1.0 0.8 E g =0.65 ev Best ~30% Lot avg ~27% External Quantum Efficiency 0.6 0.4 0.2 AMO (norm.) InGaP 2 top cell GaAs middle cell Ge bottom cell 0.0 400 600 800 1000 1200 1400 1600 1800 Wavelength (nm)

Descrizione di un generatore solare per utilizzo spaziale Principali tipologie di celle solari GaAs trend tecnologico DJ SJ GaInP/GaAs/(Ge) GaAs/(Ge) GaInP GaAs GaAs TJ GaInP/GaAs/(Ge) GaInP GaAs Ge Improved TJ GaInP GaAs Ge Ultra TJ GaInP GaAs Ge 4J AlGaInP GaAs GaInNAs Ge Ge Ge Ge Ge Ge Ge 1995 1997 1999 2001 2003 2005 Min Avg BOL 19.0% 21.5% 24.5% 26.5% 28.0% 33.0% @ Load Point 0.90V 2.05V 2.22V 2.23V 2.27V 2.69V Avg EOL (5E14) 15.4% 19.1% 21.8% 23.3% 25.5% 30.4% AM0 Efficiency (28 o C)

GA heritage Esempi di generatori solari ROSETTA MISSIONE Scientifica, rendezvouz con una cometa Data di lancio: Gennaio 2004 DESCRIZIONE DEL SOLAR ARRAY Due ali dispiegabili di cinque pannelli ciascuna per un area totale di 62 m 2 23240 HiETA/NR LILT celle solari corrispondenti a 12 KW di potenza installata Protezione da ESD per mezzo di vetri conduttivi

GA heritage Esempi di generatori solari Micro and small satellites MISSIONE LEO osservazione e scientifiche Orbita 400 1000 Km Lifetime fino a 3 anni DESCRIZIONE DEI SOLAR ARRAYS Body mounted, CFRP/AI honeycomb Celle solari al GaAs singole e multi giunzione Potenza installata da 50 a 500 W

GA heritage Esempi di generatori solari COSMO SkyMed MISSIONE LEO osservazione della terra Orbita 600 Km Inclinazione 98 Lifetime 5 anni DESCRIZIONE DEL SOLAR ARRAY Due ali costituite da quattro pannelli ciascuna, CFRP/AI honeycomb Celle solari 8x4 cm 2 InGaP/GaAs/Ge Potenza installata 5000 W Efficienza di conversione 27%

Descrizione dell ambiente operativo trapped protons MEO ~ 2 to 8,000 km GEO ~ 35,000 km solar particles trapped electrons

Meccanismi di degrado Parametri che possono influenzare le performance a fine vita Ambiente operativo Fasce di Van Allen Particelle (protoni ed elettroni) con energia compresa tra 0 ev e centinaia di MeV Sensibilità delle celle solari ai danni da radiazione Funzione dell energia Funzione dei fattori schermanti (vetrino protettivo, pannello solare e/o satellite) Funzione della tecnologia Materiali impiegati (Si, GaAs, ) Profondità della giunzione

Modelli per la previsione delle performance a fine vita Cenni storici 1982: JPL rende pubblico il metodo per il calcolo del danno equivalente Programma FORTRAN (EQFLUX) INPUT: spettro di radiazione incidente RDC determinati sperimentalmente OUTPUT: fluence equivalente pesata sul fattore di schermo Aggiornamenti 1984 e 1989 per l introduzione di nuove celle al silicio e GaAs Aggiornamento 1996 per l introduzione di EQGAFLUX dedicato espressamente alle GaAs realizzate con tecnologia LPE. Aggiornamento 2000 con I nuovi dati (RDC) relativi alle celle GaAs DJ e TJ (tecnologia MOCVD) 1993: NRL (Naval Research Lab) propone un approccio alternativo basato sul calcolo del NIEL (precedentemente utilizzato per i rivelatori di particelle)

Modelli per la previsione delle performance a fine vita Approccio analitico 1. Trovare la correlazione tra l energia delle particelle incidenti e il coefficiente di degrado 2. Specificare l ambiente operativo di missione (flussi di particelle in funzione dell orbita e della durata della missione) 3. Combinare i punti 1 e 2 per arrivare all espressione del coefficiente di degrado pesato sull intera vita operativa 4. Definire un corrispondente test a terra alla fluence equivalente per verificare sperimentalmente il degrado del componente Storicamente la scelta è caduta su test fatti con elettroni di energia 1MeV

Modelli per la previsione delle performance a fine vita

Modelli per la previsione delle performance a fine vita Descrizione del metodo JPL 1. Misura delle curve di degrado per ogni parametro elettrico tramite irraggiamento (monodirezionale) 4 energie di elettroni per 8 fluences distinte 8 energie di protoni per 8 fluences distinte Più di 1000 caratterizzazioni I/V!!!

Modelli per la previsione delle performance a fine vita Descrizione del metodo JPL 2. Misura delle fluence critiche (degrado corrispondente al 75%) e determinazione degli RDC 3. Adattamento per irraggiamento omnidirezionale (moltiplicare per 1/2) 4. Introduzione dell effetto schermo

Modelli per la previsione delle performance a fine vita Descrizione del metodo JPL 5. Determinazione delle fluence equivalenti in combinazione con dati di orbita e vita Total fluence

Modelli per la previsione delle performance a fine vita

Modelli per la previsione delle performance a fine vita Descrizione del metodo NRL 1. Calcolare la dipendenza degli RDC dall energia delle particelle incidenti (tramite il NIEL) tramite il calcolo della sezione d urto differenziale (DXS funzione del materiale e della particella incidente) Principali tipi di interazioni Incident particle Primary knockon atom (PKA) or recoil PROTONS Coulombic Nuclear Elastic Nuclear Inelastic ELECTRONS Coulombic Scattered particle DAMAGE SIMPLE DEFECTS Vacancies Interstitials COMPLEXES Vacancy/impurity Multivacancy/interstitial Clusters

Modelli per la previsione delle performance a fine vita Descrizione del metodo NRL Meccanismi di degrado Effetti dei livelli localizzati sulle proprietà elettriche dei semiconduttori 1 2 3 4 Conduction Band E C Generation Recombination Trapping Compensation Valence Band E V 5 Tunneling

Modelli per la previsione delle performance a fine vita Descrizione del metodo NRL Interazione principale dovuta a protoni incidenti Scattering Rutherford (~ 100 ev ~ 10 MeV) Nucleare elastica (> 1 MeV) Considerando anche l effetto schermante del vetro protettivo Scattering Rutherford è dominante e il calcolo della DXS è ben consolidato Interazione principale dovuta a elettroni incidenti Interazione coulombiana valida per la maggior parte dello spettro incidente Interazioni nucleari significative solo per grandi energie Il calcolo della DXS è fatto nel modo seguente: Valutazione della total recoil energy degli atomi target Applicazione del fattore di Lindhard per correlare gli effetti ionizzanti e non Integrazione del risultato sull angolo solido

Modelli per la previsione delle performance a fine vita Descrizione del metodo NRL Risultati del calcolo del NIEL per protoni ed elettroni

Modelli per la previsione delle performance a fine vita Descrizione del metodo NRL L analisi dei dati sperimentali rivela una sostanziale similarità tra I meccanismi di degrado indotti da particelle di energia differente (shifting dei parametri caratteristici) Anomalie solo per basse energie (< 0,1 MeV per i protoni)

Modelli per la previsione delle performance a fine vita Descrizione del metodo NRL La somiglianza degli effetti delle radiazioni sui parametri tipici fa pensare come possa essere trovata un espressione che unifichi l intero approccio alla valutazione del danno Questo è il calcolo del coefficiente di Displacement Damage (DD) Per I protoni: tutte le curve collassano su di una singola (anomalia del Si) Per gli elettroni vi sono dipendenze diverse a seconda che il materiale sia drogato n o p ed è per questo che si deve definire un DD efficace

Modelli per la previsione delle performance a fine vita Descrizione del metodo NRL Confronto tra I dati sperimentali ricavati per protoni di diverse energie e la curva raffigurante la dose di DD (tutte le curve collassano tranne quelle per protoni di bassa energia)

Modelli per la previsione delle performance a fine vita Descrizione del metodo NRL Confronto tra I dati sperimentali ricavati per elettroni di diverse energie e le curve raffiguranti la dose di DD (le curve collassano solo se una dipendenza quasi quadratica è assunta)

Modelli per la previsione delle performance a fine vita Descrizione del metodo NRL Considerando le dipendenze trovate per il calcolo dei coefficienti di DD possiamo concludere che per essere in grado di fare previsioni sul comportamento in vita delle celle solari servono: Misure fatte a una singola energia di protoni (differenti fluences) Misure fatte su due energie di elettroni a causa della dipendenza non lineare) E possibile trovare una formula empirica che consenta l espressione dei cosiddetti Remaining Factors in funzione del coefficiente di DD: D che in questo caso è la dose totale effettiva può essere calcolata nel seguente modo: Dove Rp è un coefficiente che tiene conto della differenza intrinseca degli effetti di protoni ed elettroni

Modelli per la previsione delle performance a fine vita Descrizione del metodo NRL Per concludere la valutazione dell effetto delle radiazioni basta considerare l effetto schermante del vetro protettivo Confronto tra le previsioni del modello JPL e NRL

Modelli per la previsione delle performance a fine vita Pro e contro dei due modelli (JPL vs NRL) Pro del modello JPL Buon accordo con i dati in orbita Ottimo per tecnologie consolidate (Si monocristallino film spesso ) Contro del modello JPL Richiede una massa notevole di dati statistici Protoni ed elettroni di diverse energie Pro del modello NRL Richiede pochi dati sperimentali per poter essere utilizzato 2 energie di protoni e 1 di elettroni Fornisce dati attendibili per celle basate sulle nuove tecnologie (InP e CIS) Contro del modello NRL Nel caso di celle Si film spesso non è attendibile

Test di caratterizzazione a terra I test di caratterizzazione a terra sono fondamentali per poter fornire una previsione realistica delle performance a fine vita di un generatore solare I campioni da testare devono essere celle solari nude (prive di vetrino protettivo) per non frenare le particelle incidenti Il range ottimale di energie utile alla comprensione dei differenti fenomeni di degrado sia per protoni sia per elettroni è tra 1 e 8 MeV Le fluences tipiche che coprano il più ampio spettro di missioni spaziali variano tra 10 9 e 10 13 p /cm 2 e 10 12 e 10 15 e /cm 2.

Ringraziamenti Stephen Taylor European Space Agency (ESAESTEC) Robert J. Walters US Naval Research Laboratory (NRL) Galileo Avionica Solar Array team Gwenael Beltrame Mauro Caccivio Raffaella Contini Davide Hazan Fausto Mangiarotti Stefano Riva Francesco Rizzi Luca Vallini Pietro Zanella