TRE QUARTIERI DI FORTE IDENTITA Lo spazio costruito può favorire aggregazione, relazioni, condivisione, mutualità, interscambio culturale e identificazione collettiva, ma con la stessa forza può contribuire alla negazione di ognuno di questi valori. Attraverso la lettura di tre quartieri di edilizia sociale realizzati a Reggio Emilia in epoche storiche differenti, proponiamo alcuni spunti di riflessione sull evoluzione del senso comunitario e sui diversi approcci progettuali al rapporto tra realtà privata e dimensione collettiva. PLANIMETRIA CATASTALE 1960 UTILIZZATA DALLA COOP. INGEGNERI E ARCHITETTI PER LO STUDIO DEL PRIMO PEEP DI QUARTIERE ROSTA NUOVA 1956-1962 Secondo settennio INA CASA Progetto: Franco Albini, Franca Helg, Enea Manfredini VILLAGGIO NEBBIARA ( VILLAGGIO ARCHITETTI ) 1960 Finanzamenti GESCAL Progetto: Cooperativa Ingegneri e Architetti di Reggio Emilia VILLAGGIO FOSCATO 1939-1988-1990 Istituto Autonomo Fascista per le Case Popolari Progetti: Ufficio Tecnico IAFCP Studio Manfredini Coop Ingegneri e Architetti RE RE01
QUARTIERE ROSTA NUOVA: la comunità alla base della ricostruzione Progetto: FRANCO ALBINI, FRANCA HELG, ENEA MANFREDINI - 1956 Alle origini del quartiere rosta nuova è il prg del 1949, firmato Albini, CAstiglioni e de CArlo. un piano all avanguardia per i tempi, basato su un equilibrato riordino delle funzioni della città pensata ancora come polo legato alla industrializzazione agricola. il piano non diventerà mai realmente operativo ma influenzerà fortemente il dibattito sui modi della ricostruzione urbana. dalla relazione del piano:...art. 97. Quando il piano delle abitazioni sarà attuato, la città risulterà costituita dalla federazione di cinque quartieri periferici e di quattro quartieri interni alle vecchie mura, con popolazione variabile da 3.000 a 9.000 abitanti, attrezzati di tutti i servizi necessari (asilo, scuola elementare, centro di quartiere, campi da gioco, mercato al minuto, negozi, cinematografo, verde pubblico). prg 1949 Albini, CAstiglioni, de CArlo IL NUOVO QUARTIERE E PENSATO COME UNA PARTE DI CENTRO STORICO il vuoto della strada genera il fronte edificato continuo foto AereA di un Centro storico italiano (bolzano) dove la strada si allarga nasce uno spazio ad uso collettivo rosta nuova: il primo schizzo di franco Albini rosta nuova: la bozza di progetto il portico è il filtro tra spazio privato e spazio pubblico foto AereA di un Centro storico italiano (bolzano) rosta nuova 1962: la strada si fa piazza rosta nuova: i portici re02
QUARTIERE ROSTA NUOVA: centro di vita e di servizi Progetto: FRANCO ALBINI, FRANCA HELG, ENEA MANFREDINI - 1956...il nuovo quartiere INA CASA prevede la soluzione dei seguenti problemi: a) creazione di un centro di vita e di servizi b) allacciamento alla città c) differenziazione del traffico interno di quartiere da quello assorbito dalla rete principale... d) creazione di nuclei di abitazioni secondo le diverse caratteristiche......il centro di vita è studiato nel baricentro del quartiere ed è costituito da slarghi e piazze sulle quali si affacciano la Chiesa e la canonica, il Cinema, il mercato del quartiere, il gruppo dei negozi, il centro sociale e l asilo......sono previsti... un campo per il gioco del calcio, giardini per il gioco dei piccoli e per il passeggio......il centro... è costituito da edifici a contatto l uno all altro, riprendendo il carattere delle vie cittadine...quelli in corrispondenza del sistema di piazze centrali hanno porticato e negozi al piano terreno... SCHIZZO DI PROGETTO CON INDIVIDUAZIONE DELLE DESTINAZIONI FUNZIONALI Franco Albini DISEGNI DI PROGETTO DEL CENTRO SOCIALE - Franca Helg TUTTE LE IMMAGINI SONO STATE FORNITE DALL ARCHIVIO MANFREDINI LETTURA DELLA COLLOCAZIONE DEGLI EDIFICI ADIBITI A SERVIZI DI QUARTIERE elaborazione grafica sulla planimetria del progetto realizzato RE03
QUARTIERE ROSTA NUOVA: il collegamento con la città, i percorsi e le tipologie degli edifici Progetto: FRANCO ALBINI, FRANCA HELG, ENEA MANFREDINI - 1956......I collegamenti col centro avverranno mediante la provinciale per Scandiano e la nuova strada di piano regolatore... che limita a ovest il quartiere e (lo) mette in comunicazione, verso nord, col quartiere Mirabello......il traffico interno del quartiere è nettamente differenziato dal traffico di collegamento......il sistema stradale principale del quartiere è formato da una diagonale che forma l asse direttrice di orientamento degli edifici e da un sistema secondario di circonvallazione. Viali pedonali completeranno la maglia favorendo l accesso da ogni punto del quartiere al suo centro... LETTURA DEI PERCORSI INTERNI E DEL VERDE PUBBLICO elaborazione grafica sulla planimetria del progetto realizzato PRINCIPALI VIE DI COLLEGAMENTO COL CENTRO CITTADINO... LETTURA DELLE TIPOLOGIE EDILIZIE elaborazione grafica sulla planimetria del progetto realizzato...gli edifici al centro del quartiere... a contatto l un l altro come nelle strade cittadine... sono tutti a tre piani di abitazioni...quelli in corrispondenza del sistema di piazze centrali hanno porticato e negozi al piano terreno perciò la loro altezza effettiva è di quattro piani compreso il terreno......attorno al centro si prevede la fabbricazione di case isolate, si crea così una zona di congiunzione tra il centro del quartiere e il tessuto edilizio esistente......gli edifici di tre piani sono in muratura di mattoni faccia a vista; quelli di quattro piani fuori terra hanno una struttura portante di cemento armato per il piano dei negozi; prosegue per i piani superiori la muratura di mattoni faccia a vista... VEDUTA DEL CENTRO DEL QUARTIERE VEDUTA DELLA VIA PRINCIPALE VEDUTA DI UNA FACCIATA SULLA PIAZZA RE04
QUARTIERE ROSTA NUOVA: le abitazioni Progetto: FRANCO ALBINI, FRANCA HELG, ENEA MANFREDINI - 1956... CRITERI E MODALITA PER LA COSTRUZIONE DI ALLOGGI PER LAVORATORI...Gli alloggi dovranno avere almeno due esposizioni, preferibilmente opposte......ogni alloggio dovrà essere costituito da un locale di soggiorno, da una o più stanze da letto e da accessori...dovrà inoltre provvedersi ad una adeguata attrezzatura per il servizio, singolo o collettivo, di stenditura dei panni...... le superfici minime utili degli alloggi dovranno essere le seguenti: alloggio di 1 stanza ed accessori = 35 2 stanze = 50 3 stanze = 70 4 stanze = 90 5 stanze = 110...... CORRISPONDENZA TRA PROGETTO ARCHITETTONICO E PROGETTO STRUTTURALE STUDI PRELIMINARI AL PROGETTO ARCHITETTONICO...Secondo Albini è bene che i soggiorni siano tutti rivolti verso la strada principale, e per ragioni di rumore e per ragioni di vivacità della strada stessa......per queste ragioni ho dovuto modificare l appartamento con 3 camere da letto, in modo da poter fare degli accostamenti diversi e avere sempre il soggiorno verso strada......data l uniformità delle facciate che si viene ad avere orientando in modo uniforme tutte le case e date le diverse esigenze strutturali delle case con portico e delle case senza, sarà bene pensare a una differenziazione dei due tipi di case... LETTERA E SCHIZZI DI FRANCA HELG LETTERA E SCHIZZI DI ENEA MANFREDINI... DISEGNI DEFINITIVI DI PROGETTO: PIANTE E PROSPETTO DEL CORPO CENTRALE schizzi, disegni di progetto e documentazioni provenienti da: RE05
QUARTIERE ROSTA NUOVA: ieri e oggi Progetto: FRANCO ALBINI, FRANCA HELG, ENEA MANFREDINI - 1956 Il quartiere di Rosta Nuova ha rappresentato uno dei momenti più alti di progettazione integrale realizzati a Reggio Emilia. Un gruppo di professionisti, di alta sensibilità e competenza, ha saputo lavorare in modo corale coordinando la scala urbana con quella architettonica in modo che ogni dettaglio assumesse carattere di necessità. Il disegno dello spazio privato è derivato da quello dello spazio pubblico e con esso crea un rapporto di stretta interdipendenza. Il confronto tra le foto d epoca e quelle attuali dimostra come il sostanziale cambiamento subito da questo quartiere nel tempo è il numero di automobili che ne riempie le strade. La qualità urbana e architettonica ha aumentato, nel tempo, il valore immobiliare del costruito. Gli alloggi non fanno più parte del patrimonio pubblico perché sono stati riscattati in proprietà dagli abitanti e passati agli eredi. Ancora oggi questo quartiere ha una identità precisa di cui gli abitanti si sentono parte, vivendolo come un paese interno alla città ma ad essa perfettamente integrato. RE06
VILLAGGIO NEBBIARA: la comunità definisce i contenuti del progetto Progetto: COOPERATIVA INGEGNERI E ARCHITETTI DI - 1960 COMUNITA DI LAVORO, COMUNITA DI VITA...Il clima di rinnovamento e collaborazione proprio dell immediato dopoguerra... l abitudine a vivere in una città di giusta misura urbana e di forte tradizione politica e democratica che consentiva facilità di incontro, di collaborazione e di discussione... i fortunati contatti con alcune delle persone più vive di quel periodo... Sono questi gli elementi che, nel 1949, portano un gruppo di giovani reggiani che hanno condiviso gli studi a Milano a decidere di svolgere in forma comunitaria una professione tradizionalmente basata sulla creatività e il protagonismo individuale. ALCUNI DEI SOCI FONDATORI DELLA COOPERATIVA: da sinistra: A. Pastorini, E. Salvarani, A. Rossi, O. Piacentini, A. Ligabue, S. Gasparini, F. Valli. assenti: E. Barbieri e A. Porta (foto del 1955) Nella Cooperativa Ingegneri e Architetti...il lavoro è concepito come prodotto collettivo e non come opera individuale...tutti partecipano in ugual misura alle responsabilità della società e...il diverso orientamento ideologico dei soci contribuisce al formarsi di una convivenza estremamente sollecitante dal punto di vita etico e del costume... Dal progetto di lavoro condiviso al modello abitativo comune il passo è breve. Il Villaggio Nebbiara, più noto in città come Villaggio Architetti, è una unità di abitazione che i componenti della cooperativa, nel 1960, concepiscono per sè e le proprie famiglie. PER ABBATTERE I COSTI DI ACQUISTO DEL TERRENO VIENE SCELTO UN LOTTO IN APERTA CAMPAGNA, IN UN AREA NON ANCORA URBANIZZATA. IL GRUPPO, COSTITUITOSI IN COOPERATIVA DI ABITAZIONE, PUO ACCEDERE ALL ACQUISTO UTILIZZANDO I FINANZIAMENTI GESCAL. LE PRINCIPALI VIE DI COLLEGAMENTO COL CENTRO SONO LA VIA DELLA CANALINA E LA VICINA STATALE 63. TUTTI I SOCI DEVONO CONDIVIDERE I SEGUENTI ASSUNTI PROGETTUALI: tipologia unifamigliare a schiera ripetizione di un unico modello abitativo e rinuncia alla personalizzazione del singolo edificio collocazione di tutti i servizi in zona comune e gestione collettiva della manutenzione di: autorimesse, centrali degli impianti, raccolta rifiuti, lavanderia, area gioco bimbi, verde pubblico percorsi carrabili esterni al comparto pedonalizzazione dell area interna residenziale e rinuncia ad ogni sistema di recinzione verso il fronte interno autorimesse centralizzate esterne all alloggio creazione e gestione comune di un asilo, un bar e uno spaccio alimentare INDIVIDUAZIONE DEGLI SPAZI E DELLE FUNZIONI AD USO COLLETTIVO elaborazione grafica sulle planimetrie di progetto RE07
VILLAGGIO NEBBIARA: il modello abitativo Progetto: COOPERATIVA INGEGNERI E ARCHITETTI DI - 1960 Il villaggio Nebbiara è una unità d abitazione orizzontale, ispirata alle piu avanzate tendenze anglosassoni dell epoca, che interpreta la tipologia monofamigliare secondo un modello abitativo aperto alla vita comunitaria. Gli alloggi, studiati per costi minimi, si ispirano alle moderne tendenze anglosassoni: superfici di 111 mq netti per alloggi di 6 vani distribuiti su piani sfalsati. La distribuzione dei locali risponde a una logica di open-space che rende fluidi gli spazi di vita e rifiuta i disimpegni filtro per ogni funzione abitativa. Il centro su cui ruotano gli ambienti è il soggiorno-pranzo col quale, tramite una balconata, comunica anche la zona notte collocata al piano superiore. Una forma di co-housing ante litteram. 18 alloggi condividono uso gestione e manutenzione di: area sportiva gioco bimbi verde pubblico asilo nido bar ed emporio autorimesse lavanderia stenditoio centrale impianti Gli alloggi hanno superficie di 111 e 121 mq per 6 o 7 vani distribuiti su 2 piani più una mansarda. La distribuzione dei locali rende fluidi gli spazi escludendo disimpegni filtro per ogni funzione abitativa. Il centro su cui ruotano gli ambienti è il soggiorno-pranzo col quale, tramite una balconata, comunica anche la zona notte. ALLOGGIO A 6 VANI CON AMPLIAMENTO: piano terra, primo piano, mansarda e sezione ALLOGGIO A 6 VANI: piano terra, primo piano, mansarda e sezione RE08
VILLAGGIO NEBBIARA: ieri e oggi Progetto: COOPERATIVA INGEGNERI E ARCHITETTI DI - 1960 Il Villaggio Nebbiara non è un quartiere, ma un nucleo residenziale a bassa densità insediativa. Un isolato rivolto verso il proprio interno, forse poco penetrabile dall esterno, ma concepito in modo che gli spazi comuni siano un invito all incontro e alla relazione tra gli abitanti. Esso propone un modello abitativo di tipo comunitario tramite una tipologia edilizia che storicamente simboleggia la proprietà privata. Il modello del Villaggio Nebbiara verrà riproposto nelle sue forme esteriori in molti interventi P.E.E.P. successivamente realizzati in questa zona della città; ma l assenza dell ideale comunitario che aveva animato la sua genesi, svuoterà di significato proprio quegli aspetti urbani e architettonici che davano alla vita collettiva il ruolo di protagonista. FOTO SATELLITARE DELL AREA google map RE09
VILLAGGIO FOSCATO: la comunità come entità sociale in trasformazione Progetti: I.F.A.C.P. 1939 ; STUDIO MANFREDINI 1988; CAIRE 1990 FOTO AEREA D INSIEME Costruito nel 1939 nel programma di nuova edilizia economica e popolare del Partito Fascista, interessato da due importanti progetti di recupero del 1988 e 1990, è stato bacino di accoglienza di diverse ondate migratorie che hanno interessato la città dalla fine degli anni 60 a oggi. Per questo motivo rappresenta meglio dei precedenti lo specifico dell evoluzione sociale e comunitaria nella domanda di abitazioni a basso costo. Si tratta di un insediamento di tipo rurale estensivo costruito in zona periferica. Il disegno urbanistico è basato su un percorso centrale rettilineo che si conclude in campagna senza sbocchi funzionali. Parallelamente alla via principale sono disposte, in doppia fila su ogni lato, palazzine a due piani con scala centrale e sei alloggi da 60 mq ciascuno. In totale gli appartamenti sono 214; non sono previsti servizi quali cantine, lavanderie e rimesse per mezzi di trasporto. Gli appartamenti sono così piccoli che è necessario vivere all esterno, nei cortili/orti dove anziani e bambini si incontrano. Le porte delle case sono aperte perché le famiglie sono in un rapporto continuo e i bimbi sono sorvegliati dal quartiere intero. La carenza di servizi genera una graduale appropriazione degli spazi esterni da parte degli abitanti, che nel tempo si concretizza nella realizzazione di una miriade di bassi servizi usati per vari scopi. Costruiti come garages e depositi, col tempo ospiteranno varie funzioni spesso legate al lavoro sommerso, specialmente femminile, offerto dal nascente sviluppo economico. PLANIMETRIA ORIGINALE PROGETTO DI UNA DELLE PALAZZINE RILIEVO DELLE SUPERFETAZIONI - ANNI 80 IMMAGINI DEGLI INTERVENTI DI TRASFORMAZIONE REALIZZATI DAGLI ABITANTI RE10
VILLAGGIO FOSCATO: il piano di riqualificazione dello Studio Manfredini. Progetti: STUDIO MANFREDINI 1988 Alla fine degli anni 60 il villaggio conosce già un elevato degrado urbano architettonico; il che non significa degrado sociale in quanto la popolazione si è ormai trasformata in una comunità che si identifica nei luoghi trasformati con le proprie mani. L equilibrio sarà messo alla prova dalla imminente ondata migratoria dall Italia meridionale. Quando lo Studio Manfredini, alla fine degli anni 80, è incaricato di studiare un Piano di Recupero del quartiere la scelta di fondo è rivolta alla salvaguardia dei caratteri urbani, tipologici e architettonici in cui il tessuto sociale si riconosce. PLANIMetRIA di PRoGetto PALAzzINe RIStRUttURAte PRofILI ALtIMetRIcI dei volumi ARchItettoNIcI Il progetto, basato sul bisogno di mantenere in loco gli abitanti, si fonda sulla conservazione dell impianto urbanistico esistente e il riordino dell assetto generale. Nel rispetto del tessuto edilizio viene ideata la ristrutturazione delle palazzine in cui sarà ridotto il numero degli alloggi per poterne ampliare superfici e servizi. L esecuzione dei lavori e la demolizione delle superfetazioni saranno rese possibili dalla nuova costruzione di tre edifici in linea, collegati dalla piastra di copertura dei parcheggi, che ospiteranno le famiglie interessate dagli interventi edilizi. PRoGetto di RIStRUttURAzIoNe delle PALAzzINe originali Le autorimesse, fino a oggi inesistenti, saranno collocate in parte in nuove costruzioni basse da collocare alle spalle delle abitazioni e in parte al di sotto della grande piastra che unisce i nuovi edifici in linea. PoIché I finanziamenti ARRIvANo con forte RItARdo, IL progetto viene attuato solo In parte: viene RIStRUttURAtA QUALche PALAzzINA e ReALIzzAtA LA PIAStRA coi tre edifici A torre. PRoGetto del BLocco di NUovA edificazione IMMAGINe del BLocco di NUovA edificazione Re11
VILLAGGIO FOSCATO: il piano di riqualificazione del CAIRE Progetto: Cooperativa Ingegneri e Architetti di Reggio Emilia - 1990 Contemporaneamente all arrivo dei nuovi finanziamenti c è un cambio nei vertici amministrativi dello IACP. La nuova gestione ritiene antieconomico il recupero degli edifici esistenti e persegue interventi di trasformazione più radicale. Nel 1990 viene affidato alla Coop. Ingegneri e Architetti un nuovo Piano Integrato di Recupero. Il progetto prevede il mantenimento dell asse centrale di penetrazione, la pedonalizzazione e trasformazione a verde pubblico dell interno del quartiere e lo spostamento del traffico veicolare sui lati esterni dove si apriranno le autorimesse dei nuovi edifici. I blocchi progettati da Manfredini sono mantenuti, mentre si prevede la demolizione di 38 palazzine sulle 44 originali. Queste saranno sostituite da tipologie a corte pensate per ospitare 51 alloggi e disposte in modo da riproporre una delimitazione longitudinale dello spazio costruito e la creazione di ambiti semipubblici in cui si alternano aree verdi e aree pavimentate. Gli alloggi diventano 216 di cui 50 in Locazione Permanente e di totale proprietà pubblica e 166 in ERS cioè prevalentemente destinati all affitto, ma di proprietà sia pubblica che privata. PLANIMETRIA DI PROGETTO E URBANIZZAZIONE Per evitare il rischio della ghettizzazione sociale, si invitano, tra i soggetti attuatori, anche imprese private che possono intervenire all interno delle tipologie progettate per costruire alloggi destinati al libero mercato immobiliare. Attorno allo spazio della piazza troveranno posto il nuovo Centro Sociale e alcuni servizi commerciali di base. L ACCURATO PROGETTO E APPREZZATO ANCHE DAL MONDO IMPRENDITORIALE, TUTTAvIA LA SUA ATTUAZIONE INCONTRA NUMEROSI PROBLEMI DI CARATTERE finanziario E BUROCRATICO. LA PARTE RELATIvA ALLE RESIDENZE viene COMPLETATA MENTRE I SERvIZI COLLETTIvI SONO TUTTORA IN BUONA PARTE IRREALIZZATI. TIPOLOGIA A CORTE IN PROPRIETA PUBBLICA LA STESSA TIPOLOGIA IN PROPRIETA PRIvATA PERCORSI PEDONALI CHE ATTRAvERSANO GLI EDIfICI DI PROPRIETA PUBBLICA CONDOMINIO PRIvATO AffACCIATO SULLA PIAZZA foto di gloria negri PROGETTO EDIfICIO A CORTE PER 51 ALLOGGI verde PUBBLICO verde PRIvATO DI CONDOMINIO RE12
VILLAGGIO FOSCATO: ieri e oggi Progetti: I.F.A.C.P. 1939 ; STUDIO MANFREDINI 1988; CAIRE 1990 google map Il Villaggio Foscato è il vero quartiere popolare nato dalla politica populista del Partito Fascista. E povero, costruito in economia, lontano dal centro e senza servizi, ma, fino agli anni 80, esso ha una identità precisa e riconoscibile che gli abitanti stessi hanno contribuito a costruire. foto di gloria negri I due piani di recupero degli anni 80/90 intervengono in una fase in cui la comunità degli abitanti sta subendo forti trasformazioni sociali. Entrambi i progetti muovono da validi assunti urbani e architettonici, tuttavia nessuno dei due viene realizzato nella sua completezza rendendo impossibile la verifica del reale funzionamento. Il risultato è un quartiere irrisolto e frammentario, in cui le proprietà private alzano recinzioni impenetrabili e quelle pubbliche soffrono problemi di manutenzione; le strutture di servizio inesistenti non sono riuscite a sostituire i lontani centri commerciali e gli androni di ingresso dei condomini sono diventati i veri luoghi di ritrovo di piccoli gruppi di abitanti che si fatica davvero a definire comunità. foto di gloria negri TRA COMUNITA REALE E COMUNITA IDEALE: Approfondimento tematico e realizzazione dei pannelli espositivi: GLORIA NEGRI, CARLO FERRARI Commissione Cultura dell Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Reggio Emilia Gruppo di ricerca: GLORIA NEGRI CARLO FERRARI, MONICA CAVALLETTI ELISA CROCI FRANCESCO LENZINI MASSIMILIANO MELLONI EZIO MOSCATELLI CHIARA AZZALI Immagini e documenti storici forniti da: ARCHIVIO ACER ARCHIVIO MANFREDINI ARCHIVIO CAIRE ARCHIVIO PIACENTINI Fotografie di attualità: CARLO FERRARI GLORIA NEGRI RE13