Prospettive energetiche mondiali. Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi



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Prospettive energetiche mondiali Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 1

Fonti energetiche tradizionali I combustibili fossili: petrolio, gas naturale e carbone La disponibilità di combustibili fossili sarà sempre più ridotta con il passare del tempo a causa sia del naturale declino delle riserve sia della crescente domanda di energia, soprattutto quella proveniente dall estremo oriente e dai Paesi in via di Sviluppo. Per i prossimi 20 anni però l economia mondiale continuerà ad affidarsi a petrolio, gas e carbone. I combustibili fossili sono corresponsabili dell effetto serra ma al contempo garantiscono stabilità e sicurezza alla nostra società. Farne un uso più efficiente è ormai una necessità se si vuole rispondere al surriscaldamento globale in atto e garantire un graduale passaggio alle fonti alternative. Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 2

Fonti energetiche rinnovabili Il futuro prossimo dell energia è nelle rinnovabili? Solare, Eolico, Idroelettrico, Biomasse, Geotermico costituiscono fonti energetiche inesauribili. Sono una delle alternative alle fonti fossili ma nell attuale contesto economico non hanno ancora un ruolo di rilievo. La maggior parte di queste fonti sono ancora ad uno stadio di sviluppo iniziale. Il recente calo dei prezzi del petrolio, e a cascata di gas e carbone i cui prezzi sono indicizzati a quelli del greggio, potrebbe rallentare il già lento sviluppo delle rinnovabili in quanto non competitive in termini di costi. Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 3

Unità di misura Il Tep o Tonnellata equivalente di petrolio rappresenta l unità energetica comunemente usata a livello internazionale per redigere i bilanci energetici. La conversione in tep di tutte le fonti energetiche, tradizionali e rinnovabili, consente di effettuarne un confronto omogeneo. La potenza si misura in Watt (W): W=(J/s) Kilo Watt (kw) = mille Watt =103= kilowatt Mega Watt (MW) = un milione di Watt =106= Megawatt Giga Watt (GW) = un miliardo di Watt =109= Gigawatt Tera Watt (TW) = mille miliardi di Watt =1012= Terawatt L energia si misura in Watt ora (Wh) Energia = potenza x tempo kilowattora = kwh Megawattora = MWh etc... Il kwh non è un unità del Sistema Internazionale, ma è molto utilizzato nel settore elettrico perché ha il pregio di eguagliare misure di potenza e di energia nell intervallo orario (o di misurare l energia moltiplicando la potenza per le ore): 1 kw fornito per 1 ora = 1 kwh Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 4

Mondo: evoluzione dei consumi di energia per fonte 12000 mil. tep 10000 8000 6000 6,3% 5,4% 29,3% 4000 24,4% 2000 0 1985 1990 1995 2000 2004 2005 2006 2007 2008 34,6% Petrolio Gas naturale Carbone Energia nucleare Idro-geo Fonte: Unione Petrolifera 2010 Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 5

Mondo: evoluzione dei consumi di energia per fonte Il 35% circa dell offerta mondiale di energia è soddisfatta dal petrolio, fonte energetica dominate; A seguire troviamo il carbone con un peso pari al 29% del totale (concentrato principalmente nelle economie asiatiche) e gas (24%). In leggera crescita il contributo di nucleare che è passato da un peso sul totale pari al 3,6% nel 1985 ad un peso del 5,4 nel 2008; in crescita anche la quota delle energie rinnovabili (passata dal 4,9% al 6,3%). Complessivamente queste due fonti contribuiscono al 12% dell offerta complessiva Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 6

Mondo: previsioni sui consumi di energia per fonte 100% 80% 60% 40% 20% Scenario Nuove Politiche Scenario Politiche Correnti Scenario 450 ppm 0% 1980 2008 2020 2035 2020 2035 2020 2035 Altre rinnovabili 0% 1% 2% 4% 2% 3% 2% 7% Biomasse 10% 10% 10% 12% 10% 10% 11% 16% Idroelettrico 2% 2% 3% 3% 2% 2% 3% 3% Nucleare 3% 6% 7% 8% 6% 6% 7% 11% Gas 17% 21% 22% 22% 21% 22% 21% 20% Petrolio 43% 33% 30% 28% 30% 28% 30% 26% Carbone 25% 27% 27% 23% 29% 29% 26% 17% Fonte: elaborazioni Rie su dati AIE, WEO 2010 Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 7

Mondo: l inesauribile fame di energia Si possono individuare alcune tendenze che difficilmente verranno contraddette dalla realtà dei fatti. Il futuro energetico sarà inevitabilmente caratterizzato da una crescente fame di energia che si accompagna al miglioramento delle condizioni di vita della popolazione Se si osserva il periodo 1980-2008 si nota che la domanda mondiale di energia è pressoché RADDOPPIATA attestandosi su 12,3 mld. tep nel 2008. Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 8

Mondo: previsioni sui consumi di energia per fonte I combustibili fossili continuano ad essere le fonti energetiche dominanti anche al 2035 coprendo l 80% dei consumi totali. Le energie rinnovabili sono attese coprire a livello mondiale poco più del 14% della domanda complessivamente attesa al 2035 (includendo idroelettrico, biomasse e rifiuti, altre rinnovabili). Appena il 5,6% viene soddisfatto dal nucleare Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 9

Quali sono le determinanti della domanda di energia nel mondo? Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 10

Domanda di energia e reddito Il reddito è la determinante più importante della domanda di energia. Secondo le previsioni dell Agenzia Internazionale per l energia, il reddito mondiale è atteso crescere ad un tasso del 3,2% l anno tra 2008 e 2035. A trainare questa crescita, saranno in primis i paesi in via di sviluppo che riporteranno una crescita più che doppia (4,6%) rispetto a quella dei paesi industrializzati (+1,8%). La Cina è attesa diventare nel prossimo decennio la prima potenza economica mondiale davanti agli USA Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 11

Domanda di energia e crescita demografica Dal 2008 al 2035 è previsto un aumento della popolazione di 1,7 miliardi di persone per un totale di circa 8,5 mld nel 2035. Il 95% della crescita sarà concentrata nei paesi in via di sviluppo. La popolazione dei paesi industrializzati è invece attesa rimanere sostanzialmente stabile. Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 12

Domanda di energia e urbanizzazione Correlata alla crescita demografica è l intensificazione dei processi di urbanizzazione. La tendenza è quella di un marcato aumento degli agglomerati urbani. Dal 1950 ad oggi sono cresciuti del 50%. Cambia anche la soglia di abitanti che caratterizza una grande città: nel 1950 era 2 mil. di abitanti, ora 10 milioni. Quasi tutte le maggiori città sono oggi capitali dei paesi in via di sviluppo (e quindi non occidentali). Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 13

Domanda di energia: previsioni Entro il 2035 la domanda di energia ammonterà a 18 mil. tep, un aumento del 50% rispetto al dato del 2008. E un aumento pari a quello segnato dal 1900 al 1975 e 1,5 volte superiore a quello registrato negli ultimi 25 anni. Oltre il 70% della crescita muoverà dalle economie in via di sviluppo, con la Cina che diventerà il primo consumatore mondiale di energia. Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 14

Domanda di energia: settori d uso Sono due i settori che più contribuiranno alla crescita della domanda di energia da qui al 2035: il settore trasporti e il settore elettrico. Settore trasporti: a trainare la domanda di energia è soprattutto l uso privato di automobili nelle popolazioni ricche. Nell Europa a 15, detto uso è aumentato di 2,5 volte contro un aumento non significativo dei mezzi pubblici. L 83% della mobilità su strada è soddisfatta mediante trasporto privato e solo per il 17% da trasporto pubblico. Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 15

Domanda di energia: settori d uso Anche in futuro, la domanda di mobilità continuerà ad essere soddisfatta prevalentemente da auto private e in misura crescente dagli aerei. Entrambi questi mezzi di trasporto consumano prodotti petroliferi (benzina e gasolio i primi, jet-fuel i secondi). L enorme disparità geografica nel tasso di penetrazione delle auto oggi esistente implica che ci sono ancora ampi ed inevitabili spazi di crescita, cui si assocerà una crescente domanda petrolifera. Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 16

Livello di motorizzazione Cina 300 1991 1996 2001 2006 2011 2016 2021 2026 2031 2036 2041 Veicoli privati Cina 1991-2030 250 Usa veicoli pro-capite (asse temporale inferiore) Veicoli per 1000 persone 200 150 100 50 Cina veicoli pro-capite (asse temporale superiore) Oggi, la Cina si prossima al livello USA del 1920 Al 2030, la Cina potrebbe raggiungere il livello Usa del 1925 0 Veicoli privati Usa 1901-1951 1901 1906 1911 1916 1921 1926 1931 1936 1941 1946 1951 Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 17

Livello di motorizzazione della Cina Lo sviluppo della motorizzazione nei paesi asiatici è ancora molto indietro e sta crescendo a ritmi eccezionali. Questi paesi guideranno la domanda di petrolio anche in futuro anche perché non devono sottostare ai limiti di emissione propri dell area OCSE. Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 18

Domanda di mobilità: dati e tendenze Aree Geografiche Auto per 1000 abitanti (numero) Parco Auto (Milioni) Popolazione (Milioni) Domanda Carburanti (mil. bbl/g) 2005 2030 2005 2030 2005 2030 2005 2030 OCSE - Nord America - Europa - Altri 435 497 470 501 416 495 405 489 511 638 207 271 222 271 82 96 1.175 1.283 440 540 533 547 202 196 21,4 24,3 12,4 14,6 6,3 7,2 2,8 2,6 Economie Transizione 162 247 55 83 339 336 1,4 1,9 Paesi Via Sviluppo - America Latina - Sud-Est Asia - Cina - Medio Oriente e Africa - OPEC 30 72 109 169 83 160 14 62 25 48 31 67 147 477 46 90 33 80 19 91 19 61 18 53 4.900 6.625 422 533 398 500 1.357 1.468 760 1.270 580 791 9,2 20.3 1,7 2,6 2,1 6,6 1,5 4,2 1,1 2,6 2,7 4,2 Totale Mondo 108 146 714 1.198 6.611 8.205 32,0 46,5 Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 19

Domanda di energia: settore elettrico Circa la metà della domanda di energia attesa al 2030 sarà determinata dalla richiesta di elettricità. La domanda di energia elettrica mostra un elevata elasticità al reddito, addirittura superiore ad 1 nei paesi in via di sviluppo. Da oggi al 2030 si attende un raddoppio della domanda di energia elettrica, un aumento uguale a quello che si è avuto negli ultimi 100 anni. Per soddisfarla è necessario investire massicciamente nella costruzione di nuove centrali. Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 20

Domanda di energia: settore elettrico Se i paesi in via di sviluppo, Cina in primis, stanno investendo ad un tasso più che adeguato, lo stesso non può dirsi delle economie OCSE. Invece anche queste dovrebbero investire data la crescente domanda attesa in Europa e Stati Uniti e data l obsolescenza delle centrali esistenti. In Europa, oltre il 30% della capacità installata ha più di 30 anni e circa il 60% più di 20! Non è tanto diversa la situazione negli USA. Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 21

Considerazioni Si evidenzia il forte nesso tra crescita economica e crescita della domanda di energia. Il progresso tecnologico non attenua la domanda di energia perché se da un lato migliora l efficienza energetica dei beni, dall altro ne aumenta la produzione. Beni più efficienti ma prodotti in numero maggiore comportano un aumento complessivo dei consumi di energia. Le tendenze che caratterizzeranno il futuro aumento della domanda di energia (crescita del reddito, della popolazione, dell urbanizzazione) non modificheranno la loro traiettoria se non nel lunghissimo termine. Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 22

Da quali fonti verrà coperta la fame di energia? Per quanto riguarda l offerta di energia destinata a soddisfare la domanda attesa in crescita, si rileva l incontrastato predominio anche al 2035 delle fonti fossili tradizionali. Secondo l AIE l 80%della domanda di energia attesa al 2035 verrà soddisfatto da petrolio, carbone e metano. Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 23

Mondo: previsioni sull offerta di energia per fonte 18000 15000 12000 Mtep 9000 6000 3000 0 1980 2000 2006 2015 2030 Carbone Petrolio Gas Nucleare Idroelettrica Biomasse e rifiuti Altre rinnovabili Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 24

Petrolio Il petrolio continua ad essere una delle fonti energetiche principali anche al 2035 e pivot nella dinamica dei prezzi energetici sui mercati internazionali. Questa condizione deriva dalla scarsa sostituibilità di questa fonte in relazione al soddisfacimento della domanda di mobilità (settore trasporti) anche per via della lenta, sebbene progressivamente in crescita, penetrazione dei biocarburanti. La richiesta di petrolio muoverà principalmente dal settore trasporti e riguarderà prevalentemente gasolio, benzina e jet-fuel di alta qualità. Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 25

Petrolio Saranno necessari prodotti di elevata qualità e basso contenuto di zolfo per rispettare vincoli ambientali: ciò richiede profonda ristrutturazione degli impianti di raffinazione. Non solo è necessaria più capacità di raffinazione ma anche più raffinazione di qualità: i greggi pesanti e solforosi devono essere lavorati in impianti avanzati per ottenere prodotti leggeri. La maggiore offerta di petrolio proverrà principalmente dai paesi OPEC che al 2035 copriranno il 51% circa dell offerta complessiva contro l attuale 40%. Nei paesi non-opec si sta infatti assistendo ad un declino naturale dei giacimenti particolarmente forte. Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 26

Carbone Il carbone è la fonte che maggiormente contribuirà a coprire i crescenti consumi di energia. I paesi in via di sviluppo raddoppieranno il loro consumo di questa fonte per via della crescita della loro domanda elettrica. Cina e India, forti del loro ampio patrimonio minerario, arriveranno a controllare la metà della domanda mondiale. Nel caso della Cina la situazione è fuori controllo: nel 2000 il governo stimava un raddoppio dei consumi entro il 2020, cosa che di fatto è avvenuta al 2006. Scarso invece l utilizzo incrementale di carbone nei paesi industrializzati per via di opposizioni socio-ambientali. Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 27

Carbone Questa opposizione non tiene conto tuttavia di diversi elementi: abbondanza delle riserve di carbone, prezzo inferiore a quello di petrolio e gas, maggiore sicurezza geopolitica, possibilità di ridurre emissioni di carbonio offerta dalle nuove tecnologie. Questo limite dei paesi industrializzati non fa altro che aumentare la competitività di quelli in via di sviluppo che invece ne fanno crescente uso con tecniche non efficienti e tali da aumentare nel complesso le emissioni inquinanti. Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 28

Metano e altre fonti In crescita anche il consumo di metano. Nord America e Europa i principali richiedenti; Russia e Medio Oriente i principali fornitori. Nucleare: si stima una bassa crescita assoluta. Se fino a poco tempo fa si parlava di rinascita nucleare, dopo la tragedia del Giappone molti piani sono stati accantonati o sospesi. Rinnovabili: la loro quota sul totale di energia offerta aumenterà di poco attestandosi tra il 15% e il 18%. In rilievo le biomasse specie nei paesi in via di sviluppo. Ancora di poco conto, nonostante il loro recente ed elevatissimo sviluppo, le fonti nuove quali eolico e fotovoltaico. Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 29

Considerazioni conclusive L offerta incrementale per soddisfare la domanda attesa richiede la realizzazione di nuova capacità produttiva. I paesi industriali aumenteranno la loro dipendenza dall estero, e quindi la loro vulnerabilità, per la copertura della loro domanda di energia. Le possibilità di alterare le tendenze in atto sono incerte, costose e soprattutto tecnologicamente limitate. Gli obiettivi dell Unione Europea in questo senso sembrano quindi difficilmente realizzabili. Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 30

Mercato petrolifero: i drivers dei prezzi Andamento del prezzo del Brent Dated 160 Andamento Brent ultimi 6 mesi 140 120 120 105 90 100 75 doll./bbl. 80 ott ott nov gen feb mar 60 40 20 115.4 media stimata marzo 2011 0 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 31

Mercato petrolifero: i drivers dei prezzi A partire dal 2003 e fino alla fine del 2008 abbiamo assistito ad una continua escalation delle quotazioni petrolifere, come si evince dall osservazione dei valori medi annui: 29 dollari nel 2003, 38 nel 2004, 54 nel 2005, 65 nel 2006, 73 nel 2007, 97 nel 2008. Nell analizzare le cause di quotazioni del barile crescenti fino ad arrivare a tre cifre (2008) ci si accorge che non vi sono significativi elementi di novità rispetto a quando si tentava di spiegare il perché si era arrivati a 30, 50, 70 doll././bbl,, dopo un triennio (2000-2003) 2003) di prezzi oscillanti all interno del range 22-28 28 doll././bbl. Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 32

Mercato petrolifero: i drivers dei prezzi La spiegazione più ragionevole è la combinazione di elementi strutturali, geopolitici e finanziari: quel che cambia è il peso delle singole componenti. Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 33

Fattori strutturali lato domanda La minore elasticità ai prezzi della domanda petrolifera: è uno degli elementi che rende il rialzo strutturale. Dal 2000 al 2008 i consumi mondiali di petrolio sono aumentati di 9 mil. bbl./g nonostante il più che triplicarsi delle quotazioni che nel 2000 erano in media annua sui 28 doll././bbl (vs i 97 del 2008). Questa accresciuta rigidità della domanda è ascrivibile alla robustezza della crescita economica mondiale del periodo 2003-2008 2008 e dal restringersi, specie nei paesi industrializzati, degli spazi di sostituzione del petrolio, in quanto i suoi impieghi sono per l 80% l concentrati nel settore dei trasporti dove questa fonte resta ancora la scelta obbligata. Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 34

Fattori strutturali lato domanda E dovuta inoltre all irruzione sul mercato mondiale della Cina del 2004 che causò uno strappo verso l alto l della domanda, cui l offerta l faticava a rispondere per mancanza di investimenti e tensioni geopolitiche che riducevano al minimo la capacità produttiva disponibile. Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 35

Fattori strutturali lato offerta La maggiore rigidità ai prezzi dell offerta di petrolio riconducibile alla minore e inadeguata propensione ad investire in tutte le fasi della filiera petrolifera rispetto alle dinamiche attese della domanda Per le grandi compagnie petrolifere internazionali, la ritrosia ad investire deriva: - dalla bassa accessibilità alle risorse, per via dell aumento del potere negoziale degli stati produttori a seguito del nuovo ciclo espansivo dei prezzi e del riacutizzarsi all interno degli stessi di forti spinte nazionalistiche; Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 36

Fattori strutturali lato offerta dall aumento aumento dei rischi, costi e tempi degli investimenti; dal prevalere delle logiche finanziarie di breve termine su quelle industriali, con conseguente prelazione accordata a ritorni di breve periodo, a strategie di crescita per linee esterne (fusioni e acquisizioni) che non accrescono il livello delle riserve, a generose politiche di remunerazione degli azionisti. Ne consegue.. Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 37

Fattori strutturali lato offerta.una generale difficoltà di espansione della capacità produttiva, specie nelle fasi di estrazione e raffinazione. Questa condizione emerge appieno se si osserva l andamento storico della spare capacity (capacità produttiva inutilizzata data dalla differenza tra produzione complessiva e consumi): si è passati dal picco di 11 mil. bbl./g del 1985 (18% dell offerta mondiale) che causò un crollo dei prezzi l anno l successivo, ai 5-65 mil. bbl./g degli anni 1990, livello che consentì una fase di prezzi stabilmente bassi, fino ai 2-32 mil. bbl./g del periodo 2004-2008. 2008. Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 38

Fattori strutturali Il periodo 2004-2008 2008 è stato quindi caratterizzato da un sistema petrolifero poco flessibile, in cui la capacità inutilizzata di estrazione era pari ad appena il 3% dell offerta mondiale. Questo significa che, in caso di interruzione della produzione in qualche importante paese produttore, il mercato non sarebbe stato in grado di reagire tempestivamente all ammanco. ammanco. Questo rappresenta un elemento di tensione che agisce al rialzo sui prezzi. Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 39

Fattori strutturali Oltre ad essere quantitativamente limitata, la spare capacity disponibile era anche qualitativamente inadeguata al sistema di raffinazione esistente. Concentrata per il 90% circa in Arabia Saudita e Kuwait, è costituita per lo più da greggio pesante e ad alto contenuto di zolfo, difficile da raffinare in assenza di upgrading degli impianti. La scarsa flessibilità del mercato petrolifero internazionale muove pertanto dall effetto congiunto di bassa spare capacity nelle fasi upstream (quelle a monte della filiera produttiva) e saturazione della capacità di raffinazione di qualità nelle fasi downstream (quelle a valle). Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 40

Fattori geopolitici e finanziari Da sempre le tensioni che caratterizzano alcuni importanti paesi produttori di greggio esercitano una pressione al rialzo sui prezzi. Nel periodo in esame Nigeria, Iraq e Iran erano al centro di queste tensioni. Non deve quindi sorprendere che la speculazione finanziaria abbia attecchito in una fase del mercato petrolifero così gravida di rischi. Quel che vale la pena sottolineare è che la speculazione agisce amplificando la volatilità dei prezzi, fino a portarli a livelli non rispondenti allo stato di domanda e offerta. Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 41

Fattori geopolitici e finanziari numero contratti Open Interest sul WTI scambiato al Nymex 1.600.000 1.200.000 800.000 400.000 0 1986 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 Specie a partire dal 2004, i movimenti sul mercato dei futures petroliferi (scambiati al Nymex di New York) si sono fatti sempre più intensi fino a raggiungere livelli record nel 2007-2008. 2008. Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 42

Fattori economici - Esistono anche fattori legati all economia che incidono sulle quotazioni del greggio: uno di questi è la dinamica del cambio dollaro/euro. Fonte: Ufficio Italiano Cambi Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 43

Fattori economici - Il petrolio è prezzato in dollari,; questo significa che un deprezzamento del dollaro rende il petrolio più economico per quei paesi legati ad altre valute. - Dal 2003 al 2008 il dollaro non si è solo deprezzato nei confronti dell euro euro ma anche dello yuan cinese ad esempio. - questo significa che grazie all effetto cambio, importanti paesi consumatori hanno risentito in misura inferiore dei rialzi del prezzo del greggio in dollari. Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 44

Fattori economici Quantità di yuan cinesi per un dollaro Fonte: Ufficio Italiano Cambi Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 45

Fattori economici - Da ultimo, si ricorda che il prezzo del petrolio è legato all andamento andamento dell economia economia mondiale, degli indici borsistici e talvolta reagisce anche solo ad annunci o previsioni circa l evoluzione l attesa del Pil mondiale. - In sostanza, mentre in passato erano prevalentemente le dinamiche di domanda ed offerta a determinare i prezzi del greggio, con il nuovo millennio i drivers si sono modificati, o meglio, a componenti di tipo strutturale si sono aggiunti elementi di altra natura, anche esogeni ai fondamentali del mercato. Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 46

In sintesi.. Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 47

Ragioni del rialzo dei prezzi dal 2003 a metà 2008 Precario equilibrio domanda-offerta offerta con la prima in forte crescita e la seconda che stentava a tenerne il passo. Tensioni geopolitiche che minacciavano la fornitura di petrolio di importanti paesi produttori aggravavano il già precario equilibrio. Le aspettative mondiali erano di crescita della domanda, data la forte crescita dell economia economia e l accelerazione delle economie asiatiche emergenti. Interessi speculativi-finanziari finanziari: : in un mercato tirato come quello petrolifero del periodo 2003-2007, la finanza ha trovato terreno fertile per scommettere al rialzo. Queste ragioni portarono i prezzi a toccare nel luglio 2008 il livello record di 145 doll././bbl. Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 48

Le dinamiche recenti Da luglio 2008, una volta toccato il picco di prezzo di 145 doll././bbl., il petrolio ha innescato una discesa senza precedenti, esacerbata dal fallimento di Lehman Brothers e di altri importanti istituti americani. La bolla speculativa che aveva portato i prezzi sopra i 100 dollari inizia a muoversi nella direzione opposta: chi aveva investito nella fonte petrolifera cerca di uscirne il più in fretta possibile facendo venir meno il premio sulle quotazioni dettato dalla finanza. Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 49

Il forte calo di fine 2008 Oltre a questo qualcosa succede anche sul versante della domanda: a gennaio 2008, cominciano ad evidenziarsi contenuti segni di rallentamento dei consumi USA, colpiti nell agosto 2007 da una pesante crisi economica e finanziaria; Fino a luglio, questo calo è stato oscurato dalla grande dinamicità dei consumi degli altri paesi, asiatici in primis, che induceva a prevedere una domanda mondiale comunque robusta. In sostanza, dopo il picco prossimo a 150 doll././bbl,, la situazione lato domanda è mutata: si assiste ad un significativo rallentamento dei consumi in tutta l area l OCSe mentre l area l non OCSE ne viene solo marginalmente interessata Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 50 50

Il forte calo di fine 2008 Un siffatto livello di prezzo (150 doll././bbl)) ha rappresentato una soglia di resistenza a fronte della quale le forze di mercato hanno reagito: la contrazione della domanda è di fatto stata accompagnata da una maggiore immissione di offerta da parte dell Arabia Saudita, l unico l paese che disponeva di spare capacity immediatamente utilizzabile. C è stato un evidente problema di sfasamento temporale tra risposta della domanda e dell offerta alle dinamiche di prezzo. Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 51

Il forte calo di fine 2008 Si è quindi ricreata una condizione di surplus del mercato petrolifero che ha innescato una serie di consistenti ribassi dei prezzi, ribassi amplificati da un evidente ridimensionamento delle posizioni di acquisto sul greggio da parte degli speculatori. A dicembre 2008 le quotazioni sono scese sotto i 40 doll././bbl,, perdendo oltre 100 dollari rispetto ai picchi di luglio. All epoca si giustificava il crollo indicando un elevato eccesso di offerta ma quel che vale la pena sottolineare è che questo surplus era dovuto al calo di domanda e non a significativi incrementi di capacità produttiva. Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 52

Il forte calo di fine 2008 Quotazioni nell intorno dei 40 doll././bbl hanno generato un evidente trade-off tra sollievo dei consumatori da un lato e panico delle compagnie e dei paesi produttori dall altro. altro. Questa dicotomia sottendeva, tuttavia, una preoccupazione di fondo che accomuna le due facce della medaglia petrolifera: la potenziale paralisi dei già limitati investimenti nel settore. Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 53

Effetto perverso del calo Restrizione del credito e crollo delle quotazioni hanno portato a ritardare o a cancellare in ragione del venir meno di quella redditività che li caratterizzava quando sono stati intrapresi. Questa situazione è ancor più grave se si considera l elevato tasso di declino che sta interessando diversi giacimenti petroliferi in regioni chiave quali il Mare del Nord, il Messico e la Russia. Un vuoto di investimenti nell upstream petrolifero oggi significherà mancanza di futura offerta e, in condizioni di domanda crescente, questo rappresenterà di nuovo un lemento di tensione sui prezzi. Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 54

2009: Prezzi alti anche in recessione? Da gennaio 2009, la continua ripresa delle quotazioni ha di fatto contraddetto l assunto l microeconomico tale per cui i prezzi sono generati unicamente dall interazione domanda-offerta. offerta. Se ci si limita ad osservare i fondamentali reali, i prezzi avrebbero dovuto mantenersi sui livelli di dicembre 2008, intorno ai 40 dollari per via del calo della domanda. Ma la componente speculativa è sempre stata presente sebbene inferiore a quella del 2007-2008 2008 e ha continuato a sostenere le quotazioni. Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 55

2009: Prezzi alti anche in recessione? Hanno inoltre contribuito a mantenere i prezzi su livelli elevati anche in un anno di profonda recessione quale il 2009 le aspettative del mercato circa i tempi della ripresa. Si stimava la transitorietà della crisi e quindi la rapida ripresa dei consumi. Anche se di fatto questo non si è verificato, almeno per l area OCSE, la sola aspettativa ha guidato i prezzi. Nel 2009 la domanda ha infatti segnato un calo di 2 mil. bbl./g, interamente imputabile al crollo dei consumi OCSE. Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 56

2010: segni di ripresa Nel 2010, le quotazioni hanno oscillato all interno del range 65-90 dollari al barile con una più marcata tendenza al rialzo negli ultimi mesi. Ancora una volta le ragioni non sono unicamente legate ai fondamentali reali. La domanda infatti mostra segni di ripresa ma nel 2010 l offerta era pienamente in grado di farvi fronte grazie ad una spare capacity di 6 mil. bbl./g ed un alto livello delle scorte. Ancora una volta occorre considerare un insieme di fattori: la ripresa dei consumi, la forte dinamicità sui mercati dei futures (dove i volumi scambiati si sono riavvicinati ai livelli record del 2008), e il marcato deprezzamento del dollaro. Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 57

2011: forte tensione sui prezzi Ad infiammare le già elevate quotazioni di fine 2010, ha contribuito la crisi egiziana e, soprattutto, di quella libica cui si aggiungono sommosse in diversi paesi del Medio Oriente e Nord Africa. Se l Egitto non rappresenta una minaccia per l offerta petrolifera mondiale, lo stesso non può dirsi per la Libia, paese OPEC con una capacità produttiva di 1,8 mil. bbl./g. I prezzi sono così saliti a 115 doll./bbl. Il mercato però è ancora in grado di reggere a questa mancanza grazie alla capacità inutilizzata. Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 58

2011: forte tensione sui prezzi Certo è che la situazione presenta maggiore tensione rispetto al 2010, anche perché i mercati scontano il rischio che le crisi in corso possano contagiare altri produttori chiave e in tal caso seriamente minare l offerta petrolifera. Il rischio è che il permanere di quotazioni così alte possa minare le ancora fragili economie dell area OCSE che ancora non sono uscite dalla pesante recessione del 2009. Ne deriverebbe una nuova erosione della domanda. Lezione 11/04/2011-Dott.ssa Lisa Orlandi 59